- Manifesto of Innovation*’
- Manifesto of Innovation (2): Innovation in the new post-industrial Market ⌐
E’ in atto una terza fase dello sviluppo della Società/Mercato moderna: la Terza ondata nella sua fase matura che possiamo definire nuova era post-industriale.
Nella nuova era post-industriale si verificano radicali cambiamenti non solo nel Mercato, ma anche in ogni aspetto della nostra società.
In questa fase Society e Market si integrano maggiormente di quanto è stato fino ad ora; ma in modo differente, di segno opposto: a differenza della fase attualmente in declino (la Fase “industriale”), nella quale era “il Mercato” a guidare il processo di gestione della Società
ora il processo di gestione e sviluppo della Society
è gestito “bottom up”,
dalla COMPONENTE SOCIALE DEL SISTEMA.
(Ovvero dal Crowd)
Ciò avviene, in linea di massima:
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nel Government con una apertura delle Istituzioni alla cooperazione dei Cittadini;
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per quanto riguarda la produzione di beni e servizi, questa diviene user-driven (ma vi è la componente ancora più innovativa del nuovo corso: una modalità Do It Yoursef con la quale l’uomo, ritornando alle forme di economica “pre-capitalista” (ossia a quelle forme di società nelle quali non vi era una totale subordinazione della vita al denaro) si trasforma da “consumatore” in pro-sumer, ossia esso stesso produttore dei prodotti che esso utilizza.
Da un punto di vista prettamente economico, oggi si assiste cioè ad una radicale riforma delle Città (della vita sociale) in direzione della Sussidiarietà che genererà una nuova forma di Economia post-industriale basata, al livello nazionale, sull’integrazione di varie Economie (mercati) locali.
nuovi Mercati definiti in base a principi di produzione del downsizing e della localizzazione; ossia ad una produzione local centered: è
una Economia legata ad
UNA MODALITÀ DI PRODUZIONE POST-INDUSTRIALE,
CHE SUPERA LA “PRODUZIONE DI MASSA”
per andare, grazie ai nuovi strumenti di produzione (legati alla modalità “Makers”), che permettono di sostituire la catena di montaggio con macchine dal costo irrisorio (stampanti 3D, mini-robot, ecc …) una produzione mirata. Ciò grazie anche ai nuovi strumenti Web 2.0.
() UNA NUOVA FORMA DI VALORE
Il nuovo Mercato post-industriale è caratterizzato, tra le altre cose, da un nuovo tipo di Valore del prodotto.
Sostanzialmente si recupera – abbandonando l’attutale forma di valore “inventato” dai produttori per convincere l’utente ad acquistare un prodotto in sé privo di reale valore (ossia privo di reale capacità di soddisfare veri bisogni dell’acquirente – la tradizionale forma di Valore.
Questo nuova forma di valore effettivo per l’uomo può essere definita come value–utility (ovvero il valore che risiede nella soddisfazione di bisogni reali).
Ciò quanto riguarda:
● i beni materiali – si tratta di una forma di “servizio” inglobata nel Prodotto (la “componente servizio”, che spesso consiste in “funzioni software” – ad esempio si tratta delle funzioni di base del cellulare che notificano le chiamate perdute, o che trasformano il cellulare in una sveglia – gli elettrodomestici, ad esempio, ingloberanno presto questo tipo di componente servizio).
● i sevizi – il nuovo valore è rappresentato da una componente “problem solving” (vedi più avanti).
Una nuova importante caratteristica di questa componente utilità inserita in prodotti e servizi è legata alla loro connettività: connettività via WiFi, con altri dispositivi; e, soprattutto, la connettività con la Rete: ciò permette agli utenti di fruire di servizi basati sul crowd-sourcing (gli utenti possono risolvere i problemi con il supporto della comunità sociale).
i Trend del cambiamento
Una necessaria considerazione preliminare sui nuovi trend emergenti (post-industriali) che portano una radicale innovazione del contesto sociale: come è per molti trend della Storia,
questi nuovi trend sono il prodotto di una situazione di necessità storica, e non di “libere scelte” delle persone
(e tantomeno degli attori del Mercato).
Non si tratta cioè di valutare se esso trend sia giusto o sbagliato; ma di studiarli per sfruttarli al massimo per trarre da essi Valori significativi per le persone e per the Society (o, se vogliamo, per poter mettere in piedi business proficui).
Ovvero: se i trend legati alla fase precedente del Mercato ( “industriale”), appartenevano alla serie di trend “top-down” (in tal caso sono stati i grandi Attori del Mercato a generarlo),
i trend attuali appartengono al genere bottom-up -trend,
i quali, nella Storia dell’uomo, finiscono immancabilmente per sostituire a trend-top-down quando le cose sfuggono di mano a chi gestisce questi ultimi. Ossia quando si arriva ad una condizione nella quale, appunto, sopraggiunge una situazione di profonda crisi.
Una ulteriore considerazione: i precedenti Manager del sistema sociale sono così prigionieri della loro forma mentis (la quale ha funzionato ottimamente nei tempi migliori) che essi proprio non sono in grado di comprendere il motivo della crisi, e quindi di porvi rimedio.
Le qualità critiche della nostra Society
Le caratteristiche contingenti della nostra Society in crisi sono [vedi approfondimento in altri documenti del Sito]:
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lo spending, la possibilità di spendere da parte dei “consumatori”, è divenuta molto limitato, ed il Mercato è entrato in crisi perchè non riesce più a vendere (di conseguenza cresce a livelli insostenibili la disoccupazione): la Society è entrata così in un circolo vizioso che non può che far peggiorare la situazione (sino a che non si troverà un sistema radicalmente alternativo – i problemi attuali derivano dall’aver portato ad una esasperazione della caratteristiche del sistema del Consumismo, nel quale le parole d’ordine sono (a) fare prodotti senza qualità, poichè costano di meno: in ogni caso tanto riusciamo a convincere la gente a comperarli. E (b) “spendiamo sempre maggior quantità di denaro pubblico”, poichè con i bonus sulle tasse viene recuperato (ciò vale anche per il Business, che sempre più spesso si basa su “aiuti” da parte delle istituzioni).
Il problema è, appunto, che sia chi gestisce il Mercato, sia chi gestisce le Istituzioni politiche, è entrato in una forma mentis tale che non è in grado di vedere con lucidità l’essenza del problema, e quindi insiste nel cercare di risolvere i problemi proprio con le modalità che lo hanno creato. E la vita dei Cittadini diviene sempre più insostenibile (costi sempre più elevati, e sempre minor qualità dei servizi).
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le cose si complicano ulteriormente per il fatto che le persone, che ora devono affrontare problemi di vita sempre più pesanti, mostrano di avere nuove richieste particolarmente critiche legate ai problemi emergenti (di efficienza di infrastrutture, di cure, ecc….).
i nuovi Trend come come rimedio alla crisi attuale
Questa situazione contingente molto grave ha spinto delle “avanguardie” (Start Up fondate da persone direttamente a contatto con i bisogni da soddisfare) a studiare possibili vie uscita ad una situazione che sembra essere irrimediabilmente disperata.
Sono nati quindi una serie di trend botto-up che concorrono a definire uno scenario (ancora in nuce, non inquadrabile facilmente a livello generale) di una nuova società post-industriale.
( nuove forme di servizio )
In sintesi, utilizzando i termini dell’economia classica, nel nuovo trend post-industriale:
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si recupera il ruolo dell’individuo come regolatore dell’offerta. Si ritorna cioè alle regole del “Mercato” tradizionale, nel quale la produzione avveniva in base alle richieste dei potenziali consumatori (l’offerta dei produttori nasceva per soddisfare una reale domanda da parte del pubblico, mentre oggi la Demand è forzata grazie a forme di pubblicità particolarmente efficaci). Uno dei nuovi fattori che facilitano lo sviluppo di questo nuova tendenza generale è rappresentato dalle nuove tecnologie di comunicazione: grazie ad esse è possibile avere, appunto, una forma di progettazione-produzione crowd-sourcing.
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Ovvero si ricupera il valore d’uso del prodotto (l’effettiva utilità del prodotto) a scapito del valore di scambio (il Valore commerciale). Ossia in questa modalità l’utente, nella attuale situazione di crisi, ritorna ad apprezzare l’effettiva utilità di un prodotto (la capacità del prodotto di risolvergli effettivamente dei problemi, di migliorare sostanzialmente la qualità della sua vita).
la componente utilità: oltre la Tecnologia in sé
La radicalità del cambiamento in atto è dovuta al fatto che negli ultimi anni il business si è basato sullo sviluppo della tecnologia in sé.
Questo è, ad esempio, l’errore commesso da Apple: ogni nuovo prodotto che essa rilascia si basa sull’appeal di caratteristiche di per sé sbalorditive: sottigliezza, quantità di pixel del display, ecc …
Ma ora questo appeal, in tempi di crisi, viene meno: le persone non sono più disposte a spendere metà del loro stipendio per sbalordire gli amici (le caratteristiche delle precedenti tecnologie sono già – da qualche anno – più che sufficienti per garantire ottimi risultati).
In tale contesto Samsung si sta rapidamente sostituendo ad Apple come leader del mercato cominciando a curare nei suoi Smart Phone l’effettiva utilità del prodotto.
Anche le Aziende coinvolte nei progetti delle Smart Cities si basano sulle tecnologie in sé, senza rendersi conto che
il business nel settore delle tecnologie
è in realtà da sempre basato sullo sviluppo
di un valore che si sovrappone a quello delle tecnologie
(la componente servizio del prodotto), e non affatto sulla tecnologia in sé (in realtà in tale settore ci si è potuti basare sino ad ora su alti investimenti in tecnologie prive di sostanziale valore utilità per il fatto che gli Attori del mercato potevano basarsi su “facili” finanziamenti degli Enti pubblici – un metodo poco smart per le Smart cities).
Ora è quindi necessario prendere nuovamente in considerazione il fatto che i veri business del dopoguerra (WW2) non sono stati certo gli elettrodotti o le centrali elettriche, ma piuttosto, ad esempio, per il settore dell’”energia elettrica”, sono state (1) le Utilities legate all’energia elettrica: gli elettrodomestici. E successivamente, (2) lo sviluppo dei contenuti (surgelati, programmi TV, ecc…) di tali strumenti tecnologici.
Le tecnologie sono state, in effetti, da sempre il supporto dell’innovazione, e hanno sempre velocizzato i cambiamenti. Ma ciò che in realtà conta, in questa fase di mercato, è il valore d’uso del prodotto (le tecnologie consumer – quelle che costano pochi dollari – forniscono ormai da qualche anno prestazioni sufficienti a soddisfare la grande maggioranza dei bisogni del pubblico).
la nuova concezione del Servizio e del Prodotto materiale
Sostanzialmente
cambia il tipo di valore del prodotto:
DA UN VALORE EFFIMERO, EMOZIONALE
(tipico del mercato di fine ‘900)
AD UN VALORE-UTILITÀ
(ad esempio l’auto ricupererà il suo originario ruolo di utility-vehicle, perduto negli ultimi decenni).
Nell’ambito dei Servizi vi saranno profondi cambiamenti: in generale i Servizi saranno “molto più servizi”: ossia svolgeranno veramente un servizio utile alle persone (servizi con reale valore aggiunto sostituiranno i “servizi di massa” – Servizi a valore aggiunto) ..
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// sosp // (User value Added – Value Added 4 User) … che è spesso, appunto Added utlity-value servizi che fanno veramente un servizio ..
Ovvero: si ritornerà alla originaria accezione di servizio: (Treccani) “Lavoro svolto alle dipendenze di altri, dietro adeguato compenso” servìzio s. m. [dal lat. servitium, propriam. «condizione di schiavo», der. di servus: v. servo]. “Nel linguaggio econ., prestazione volta a soddisfare un bisogno umano, individuale o collettivo”.
Vi sarà quindi una svolta anche nel “servizio pubblico”, il quale sarà sviluppato con gli stessi canoni delle nuove modalità di servizio: servizi nasceranno (e saranno gestiti) molto vicino alla Demand (secondo la nuova modalità trend crowd-sourcing, ovvero in modalità Sussidiarietà).
Nei material products vi sarà, appunto, una nuova “componente servizio” integrata nel prodotto (Service focused product): i material products si trasformeranno in servizi (in soluzioni): vi saranno cioè Smart product come nuovi elettrodomestici (come la lavatrice che può rimandare l’accensione in caso di previsioni di pioggia).
( cambiamento delle modalità di produzione )
Sia i servizi che beni materiali cambiano anche nelle modalità di produzione.
Vi saranno prodotti e servizi dalle nuove caratteristiche:
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tailored products – dai prodotti che vanno bene per tutti della produzione di massa si sta passando a servizi e prodotti tailor made (prodotti di nicchia con un alto livello di personalizzazione).
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problem solving – non vi sarà più un acquisto d’impulso, e diventeranno delle soluzioni a problemi reali delle persone.
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on demand – ad esempio, i servizi pubblici non saranno più erogati indiscriminatamente, ma su richiesta dell’utente: e si tenderà al pay per use (es.: la raccolta di immondizia potrebbe essere legata, grazie alle nuove possibilità di monitoring fornite dalle tecnologie, alla quantità e qualità dei rifiuti smaltiti dalla persona). Inoltre, come illustrato nel progetto Mobility 2.0 [scaricabile dal sito] è possibile sostituire l’acquisto dell’auto con un sistema di Car sharing.
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// next /// Nel nuovo scenario molto importante sarà la … logistica .. più comuniczioni che trasporto .. ma anche il trasporto supportato dalle tecnologie di comunicazione.
metti ad un certo punto (forse) l’approfondimento dei punti 3° ondata
[] NUOVE MODALITÀ DI PRODUZIONE
DI SERVIZI E PRODOTTI MATERIALI
I prodromi dell’Era post-industriale mostrano come
vi saranno nuove modalità di produzione (e di distribuzione).
Nella nuova fase di Mercato si riuniranno cioè le nuove modalità “bottom-up” (Web, tecnologie open, ecc …) con modalità di produzione pre o proto-industriali. E vi sarà una integrazione tra le tradizionali forma di artigianato (“lavoro su misura”) e del bricolage moderno (Do It Yourself: la capacità di fare da sé, che è cresciuta enormemente con le ultime tecnologie di “produzione desktop”).
I vantaggi prodotti in tale direzione di sviluppo del Mercato sono, tra gli altri:
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le tecnologie consumer per i Makers, che portano forti potenzialità nel “fai da te”; tali strumenti, come vedremo, possono essere messi a disposizione degli utenti in Open Workshop.
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le modalità Open Source, (e di crowd-sourcing, co-working, ecc …) utilizzata soprattutto per il software, si sta estendendo al campo dell’hardware: ciò garantisce, appunto, enormi possibilità di sviluppo nelle modalità di produzione post-industriali.
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il basarsi delle nuove forme di produzione su software, e quindi su “files” (i modelli del prodotto) – in questo modo si facilita la progettazione bottom-up: vi saranno nuovi software di progettazione di facile utilizzo, che saranno in grado di fare test virtuali sul modello, di suggerire modifiche (ad es.: rinforzi) – in tale contesto, ad esempio, si risolve in molti casi il problema dei ricambi (dell’obsolescenza del prodotto): i ricambi possono essere creati sul momento partendo da files del modello (si tenga in mente che c’è anche la possibilità di copiare parti con scanner 3D)
Le nuove modalità di produzione si estendono a tutta la filiera (catena di produzione distribuita su varie aziende che operano in fasi successive). E alla distribuzione.
O meglio, le fasi di produzione si integrano portando la produzione molto vicino alla distribuzione; se non a coincidere con essa (come vedremo, il prodotto viene creato “nel punto vendita”).
nuove qualità della produzione e
della distribuzione post-industriale
questi punti credo siano sviluppati in doc manifesto …
Nella nuova dimensione del Mercato
nasce la nuova figura dell’utente Prosumer che sostituisce quella del Produttore tipica dell’Era industriale
(si supera – gradualmente – la dualità produttore/consumatore apportando nuove qualità della “produzione”).
Tale dimensione del Mercato (del Consumismo 2.0) ha le seguenti caratteristiche:
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produzione locale (distribuzione KM Zero): produzione e consumo avvengono nella stessa area. Oggi il cibo a KM zero indica un nuovo modo di rapportarsi con il territorio (che è semplicemente un recupero delle modalità tradizionali di “consumo”). Questo aspetto ha una ricaduta positiva fondamentale non soltanto per i costi e la qualità del prodotto: ma anche per quanto riguarda l’occupazione locale (vedi in altri punti del documento).
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prodotti di nicchia – tailor made (servizi e beni materiali): una prima fase è avvenuta 20 anni fa con i mobili fatti su misura, ora con abbigliamento tailor made “progettato” su Siti web. Oggi è possibile effettuare una produzione di nicchia insostenibile nella modalità industriale. Ma anche un produzione “personal”.
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auto-costruzione: i prodotti arriveranno (opzionalmente) in kit di montaggio (vi saranno, tra le altre cose “istruzioni di montaggio multimediali”, e supporti online di personale specializzato, e/o del Crowd).
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auto-produzione: è una ulteriore evoluzione della modalità prodotti di nicchia/tailor made (i quali sono comunque prodotti da Aziende): vi sarà cioè una la produzione diretta da parte dell’utente (assistito da software sofisticati – vedi prossimo capitolo – e, opzionalmente, da operatori specializzati). L’auto-produzione è, come era costume nella Cultura tradizionale dell’uomo, “di comunità” (si possono mettere assieme amici dalle diverse competenze che, in modo conviviale, creano ed assemblano lo strumento).
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“durabilità infinita”: si passa una rapida obsolescenza ad una “durata infinita” del prodotto (che, come un tempo, viene passato di generazione in generazione (vedi prossimo capitolo).
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self-maintenance: manutenzione “da hobbista”: le parti si sostituiscono molto facilmente (il funzionamento di molte parti è auto-diagnosticato dall’intelligenza del prodotto – questa qualità è subordinata anche all’esistenza di sistemi di diagnostica: ogni dispositivo avrà un minimo di “intelligenza” dedicata alla auto-diagnostica: e sarà “connesso”, ossia, tra le altre cose, aperto ad una diagnosi da parte di applicazioni esterne ad esso).
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upgradabilità: la modularità del prodotto permetterà di aggiornare il prodotto in modo da adattarlo a nuove esigenze, o a nuovo proprietario. La modularità mette in grado il prodotto di accettare parti standard (definiti come nuovi Open Standard), ma anche parti non-standard grazie alla possibilità di utilizzare flange di adattamento (è possibili ri-utilizzare parti di recupero”, come un motore elettrico di una lavatrice per una micro-vettura elettrica)
nuove caratteristiche del consumo post-industriale
ç_local ecommerce
Si sta entrando in una fase di Consumismo 2.0, nella quale, ad esempio, diviene fondamentale il mercato dell’usato/excange. Sia per prodotti interi, che per le componenti (per la manutenzione e la personalizzazione dei prodotti).
E si sviluppa una nuova forma di eCommerce: il local eCommerce, il quale definisce un nuovo business model per gli esercenti ultra-locali (nella gestione del rapporto con i Clienti e con i Fornitori), il quale permette di sviluppare un volume di vendita notevolmente maggiore rispetto a quello attuale, e un migliore modo di servire i clienti (vedi alcuni modelli indicati sui documenti scaricabili dal Sito: “ritira al volo”, “consegna a domicilio”).
Con il nuovo modello di eCommerce locale il Negozio può, tra le altre cose, abbinare al suo magazzino un magazzino virtuale (quello dei fornitori). Ed il Cliente può, ad esempio, ordinare sul Sito prodotti che vengono poi ritirati in negozio (uno dei vantaggi è che il Cliente può effettuare l’ordine anche nelle ore di chiusura dei negozi; e nella modalità “consegna al volo”, il Cliente può evitare perdite di tempo ricevendo, al volo, da un commesso la borsa della spesa sostando rapidamente in uno spazio riservato del negozio) – il Cliente può inoltre, richiedere la consegna a domicilio.
Tale modello porta con sé anche nuove pratices per consumatori, come quella dei Gruppi di Acquisto.
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– successivo –
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i cittadini si organizzano …
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– privato/mercato .. si integrano .. ma vi è un .. ridefinizione da tenrambe le parti:
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Non solo il consumatore entra .. nuove pratice … ma anche l’imprendotirialità è di nuovao tipo (gradualmente ..)
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perndiamo l’esempio del GAS: vi deve essere una piattaforma che:
(excursus) oltre l’obsolescenza programmata: durabilità infinita
– probabilmente il materiale per questi paragrafi è in “Comunità urbane”
I nuovi prodotti post-industriali eliminano in grandissima parte uno dei problemi dell’Era del consumismo: l’obsolescenza programmata.
L’obsolescenza programmata è (sarebbe), di per sé una qualità utile; ma, di fatto, è un “trucco” dei produttori che produce un danno per il consumatore.
L’idea di base, che di per sé sarebbe in qualche modo positiva, è che è inutile avere componenti che durano più della vita prevista di un prodotto (ad esempio è inutile che il radiatore o gli accessori di plastica interni durino più dell’auto in sè).
Il fatto positivo è che in questo modo si hanno componenti meno duraturi, e quindi meno cari. Il fatto negativo è che si da per scontato che un’auto debba essere cambiata dopo pochi anni, e che quindi a quel punto cade a pezzi e non la si può più mantenere in modo sostenibile cambiando alcuni pezzi.
L’invenzione della cosiddetta “obsolescenza programmata” definisce
una delle regole di base del consumismo:
i prodotti sono tutti “usa e getta”:
i prodotti attuali, cioè, non possono essere più mantenuti in vita come si faceva un tempo con una corretta manutenzione, ma devono essere buttati quando perchè divenuti irrimediabilmente inutilizzabili. Ciò vale per il rasoio, ma anche per auto che costano 10 volte lo stipendio di una persona.
Oltre l’obsolescenza programmata:
nel nuovo contesto post-industriale
i prodotti riprendono la loro tradizionale “durabilità infinita”.
A Milano negli anni 2000 circolano ancora tram del 1920 che i conduttori giudicano migliori sotto molti punti di vista, rispetto ai tram più moderni: presentano costi di manutenzione infimi e sono più affidabili.
Nel nuovo contesto i prodotti di nuova concezione (si tratta in realtà del recupero della loro concezione tradizionale) presentano alcune qualità che li rendono, appunto, di durata infinita: non solo “durano una vita” (possono essere upgradati per essere potenziati o adattati a nuove esigenze); ma possono anche, come era un tempo, venir passati di generazione in generazione (possono facilmente essere riadattati al nuovo proprietario).
Si tratta di un post-consumerism Market nel quale vi è il ricupero dell’”utilizzo” nei confronti del “consumo”. I prodotti recuperano, appunto, il loro fattore utilità.
Si passa cioè da un mercato che offre prodotti che si sono rivelati essere insostenibili, ad un nuovo contesto nel quale si producono “tecnologie sostenibili”.
Ciò è possibile grazie alle nuove qualità dei prodotti post-industriali:
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robustezza: i nuovi prodotti recuperano la robustezza di un tempo (definibile come ”West Germany” quality of the product).
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la manutenzione “da hobbista”, alla portata dell’utente medio (che può aggiustare o sostituire qualsiasi parte, all’infinito): per questa ragione la vita del veicolo è “infinita”. Si deve comprendere che nel nuovo contesto le persone sono anche “hobbisti avanzati” poiché si recupera in esso la “cultura del fare” (grazie anche a semplici corsi, che possono essere anche proposti a studenti del liceo). E si deve tener conto del fatto che si avrà più tempo a disposizione (il tempo “liberato” rispetto alla dimensione di lavoro industriale).
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modularità: i prodotti tecnologici ritornano ad essere modulari come un tempo: gli “elettrodomestici” sono nati come strumenti modulari (un tempo erano assemblati con elementi standard – telaio di semplice costruzione sul quale venivano montati motore, ecc … – oggi questa tipologia di progetto può divenire un importante plus anche a livello di stile). Si noti la differenza che c’è attualmente tra un computer iMac di Apple (integrato, si butta via presto perchè si rompono alcune parti, o perchè non si può upgradare a versioni più potenti) o un normale PC, che invece può durare molto più a lungo perchè ogni parte può essere cambiata (ad un prezzo irrisorio) da qualsiasi hobbista volenteroso.
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nuova tipologia di ricambistica: i ricambi possono essere prodotti ad hoc, da produttori indipendenti, o “in casa”. Il Web 2.0 garantisce anche una abbondanza di parti di ricambio usate (parti smesse da altri utenti che vogliono modificare i loro strumenti).
La Ford modello T è un importante esempio di tecnologia sostenibile: modulare, di facile riparazione (come gli attuali PC). Il nuovo mercato delle vetture urbane andrà in questa direzione [vedi progetto Lite Motive, la cui introduzione è scaricabile dal sito]
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Durabilità infinita significa .. endelss durability – robust Design (contrario di obsolescenza programmata): dura “una vita”, si sostituiscono eventualmente le parti (anche esse progettare per durare).
il nuovo scenario in sintesi
Per immaginare il nuovo scenario (radicalmente modificato rispetto a quello attuale) possiamo partire applicando, con l’immaginazione, piccole modifiche allo scenario attuale.
Il business model di Ikea, ad esempio, in una successiva evoluzione, può divenire quello di una Azienda che permette di progettare il proprio elemento d’arredo (partendo da modelli pre-definiti – con il supporto di software sofisticati, ma estremamente friendly, descritti in altri punti), e quindi invia a casa del Cliente il prodotto in Kit (con istruzioni di montaggio multimediali, e supporto video online di operatori specializzati).
Nelle prossime pagine si analizzano alcuni aspetti del nuovo scenario di produzione e consumo post-industriale.
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… un pirmo livelloE con il trend lanciato da Ikea, … ci sarà un maggior componente DIY, come Ikea. Ikea lo è per l’aitallazine (montaggio mobilia), .. il DIY sarà anche per la produzione … prosumer >> IKEA concept : kit di montaggio alla portata di chiunque … I pordotti saranno in KIT, ma anche autocotruibili .. auto creabili.
() (1) NUOVE MODALITÀ DI PRODUZIONE:
IL MERCATO PROSUMER
OPEN FACTORY AL POSTO DI
CATENA DI MONTAGGIO
( le forme di convergenza )
Siamo quindi in una nuova fase della Terza ondata nella quale, grazie ai nuovi strumenti ed alle nuove conoscenze (ma anche ad una nuova, emergente, Cultura del consumo), è possibile passare in modo significativo ad un tipo di “produzione” post-industriale.
La nuova fase è caratterizzata da:
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convergenza di tecnologie e saperi: si viene a perdere la “cultura della super-specializzazione”, e si recupera il sapere più generale dell’uomo (oggi le nuove tecnologie consumer possono essere assemblate da semplici hobbisti – la cultura super-specialistica rimarrà confinata a piccoli settori di produzione di alte tecnologie).
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convergenza dei settori di mercato: ad esempio convergenza tra media: sul Web si fondono Quotidiani, TV in un un unico canale media. E convergenza degli strumenti tecnologici: i nuovi device mobili racchiudono in se le funzioni di PC, telefono, TV, telecomando remoto, ecc …
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convergenza di fasi di produzione e distribuzione: come si è detto si assisterà ad una integrazione delle fasi di produzione e di distribuzione (vedi Proximity Market), con una produzione sempre più vicina (anche geograficamente) all’utenza che tenderà alla auto-produzione. Anche in questo caso sparisce la “specializzazione”: non vi saranno più aziende specializzate in una produzione specifica, ma le nuove strutture di Factory dotate dei nuovi strumenti “Makers-like”, di facile utilizzo, potranno produrre prodotti notevolmente differenti tra loro. E si perderà la specializzazione tra i ruoli di progettista, produttore, venditore ed utilizzatore.
Le persone diverranno quindi ideatori e creatori dei loro strumenti (che potranno essere prodotti, per i meno esperti, nelle Open Factory con il supporto di operatori esperti).
E’ necessario, per poter comprendere come ciò possa accadere, comprendere che oggi Internet è il “Web delle comunità”: le persone, grazie al Web, possono creare comunità ad hoc per svolgere qualsiasi attività; o comunità in grado di condividere e sviluppare idee. Ma possono anche lavorare in gruppo, in teleconferenza, sviluppando documenti e progetti in modalità “remota”.
Nel nuovo scenario
vi saranno dei prosumer integrati in comunità dalle quali saranno supportanti non solo nella fase di ideazione
ma anche nell’utilizzo del prodotto
(vi sono già siti ed app che consigliano e supportano utilizzi ottimali degli strumenti; uno dei quali è la “condivisione” di tali strumenti).
E’ in un contesto di tale tipo che si svilupperà rapidamente la nuova cultura di ideazione/produzione degli strumenti personali: l’utente potrà crearsi anche la propria vettura urbana in una Open Factory.
In tal modo
gli User divengono “produttori per se stessi”.
E gradualmente viene meno la necessità di avere una fase di distribuzione dei prodotti. (si sviluppa comunque un processo di disintermediazione, con vendita diretta online, localizzazione delle produzioni, ecc …).
Più in generale, nella nuova Società/Mercato emergente (nella quale si ribaltano i ruoli: ciò che rimarrà della “componente Mercato” sarà subordinato alla Società civile, alla vita delle persone, mentre oggi la Società è subordinata al Mercato) le persone divengono creatrici della loro realtà (ciò vale anche per gli aspetti Welfare e Governance) [vedi, per la Governance, sul Sito i documenti relativi al Progetto Iniziativa riforma dal Basso].
Nel nuovo contesto le persone non diranno più “lo ho comperato in tal posto”, ma diranno “me lo sono fatto io”. Ciò vale anche per i nuovi “servizi pubblici” ideati e gestiti bottom-up.
Un altro aspetto interessante del nuovo contesto: i Cittadini non diranno più “stanno facendo nel mio Quartiere” (ad esempio un nuovo giardino attrezzato per i giochi), ma diranno “siamo facendo …”.
FROM PROSUMER TO “PRODUCER FOR HIMSELF”
Con la nuova Era si abbandona quindi la produzione di massa, la produzione da catena di montaggio, e si torna alla manifattura.
In essa vi saranno almeno due livelli di produzione:
1. la produzione tradizionale (da parte di Aziende), ma in modalità completamente nuova (Smart Manufacturing).
2. self-production (User Genrated Product).
Le fasi di sviluppo delle nuove forme di produzione
1) I MICRO-PRODUTTORI – LA “DIFFUSIONE DELLA PRODUZIONE”
Vi sarà un primo step nel quale permarrà in parte la produzione di tipo tradizionale, con il produttore slegato dall’utente in fase di produzione.
Vi sarà una diffusione della produzione: spariranno comunque (in gran parte) le mega-produzioni industriali, accentrate in grandi poli sul pianeta; e
sorgeranno nuove forme di micro-produzione: una dimensione che si avvicina maggiormente all’artigianato e alla piccola industria.
Questo livello caratterizzerà la prossima fase di transizione dall’era industriale alla nuova Era post-industriale.
Nella nuova fase si supererà la modalità di produzione tipica dell’Era industriale: the assembly line.
Si svilupperà quello che oggi è definito Smart Manufacturing, o Industry 4.0. In realtà l’attuale concezione di Industry 4.0 non rappresenta affatto una reale innovazione: si sta sviluppando un nuovo trend realmente disruptive dal punto di vista del Prodotto e delle fasi di Produzione/Distribuzione: più che di Industry 4.0 si dovrebbe parlare di Manufacturing 4.0.[ vedi “Manufacturing 4.0, the misunderstanding on the term Industry 4.0” ]
Le nuove modalità di produzione, come si vede in altri punti del documento, rivoluzionano anche le modalità di vita delle persone.
Un vantaggio particolarmente importante di questo nuovo tipo di produzione: si genera una nuova modalità di lavoro, di tipo locale (che crea maggior occupazione), molto più flessibile di quella attuale (la nuova forma di lavoro non necessita di operatori altamente specializzati, e le Aziende – ma anche i singoli operatori “in proprio” – possono continuamente cambiare tipo di lavorazione per seguire le variazioni della domanda – un “lavoratore” può, sapendo gestire in nuovi strumenti “Maker-like”, a seconda delle richieste del Mercato, passare dalla “produzione” di una vettura elettrica urbana ad un piccolo elettrodomestico).
2) L’ERA DELLO USER GENERATED PRODUCT – back to the “manufacture”
Il secondo livello della “produzione” post-industriale rappresenta un salto di innovazione decisamente più radicale, e sarà praticato solo da poche avanguardie (ma molto importanti), in attesa che, diffondendosi la nuova Cultura della produzione (e del lavoro) tale modalità di “produzione” divenga comune.
In questo livello vengono recepiti in modo più compiuto i trend attuali, e si hanno quindi ideazione e produzione realmente “ bottom-up”:
vi sarà una sempre maggior partecipazione dell’utente finale
alla creazione del prodotto;
arrivando al punto in cui l’utente sarà in grado di costruirsi direttamente, con il supporto di comunità Web, il suo prodotto).
Vi sarà cioè un’Era di User Generated Product .
Manufactory 4.0 e Franchising-Transplant Factories
Tale scenario sarà caratterizzato da una profonda trasformazione delle “produzione” nella quale sparirà l’attuale impostazione industriale.
Si tornerà ad una dimensione che recupera molti aspetti della manifattura,
Oggi si pretende di sviluppare la “rivoluzione” successiva alla Rivoluzione Industriale, con il fenomeno chiamato Industry 4.0.
Ma, di fatto, Industry 4.0 non è che un alibi per continuare sulla strada dell’Era industriale in un’epoca che richiede sostanziali cambiamenti per uscire dalla crisi economica globale.
Il cambiamento necessario in casi come questo, quando cioè con la cultura dell’Era in corso non si è in grado di risolvere i problemi che le metodologie in vigore stanno producendo, è un cambiamento radicale (oggi definito Disruptive innovation). Le modalità Industry 4.0 non sono altro che un tentativo di di migliorare l’efficienza dei sistemi industriali.
Ciò che oggi è necessario è invece un cambiamento del Model, del Paradigma che è alla base del Mercato, come è avvenuto appunto, un paio di secoli or sono, per la Rivoluzione industriale, con la quale si è completamente “rivoluzionata” le modalità della produzione precedente: la produzione artigianale.
[ vedi descrizione dettagliata “Manufacturing 4.0, the misunderstanding on the term Industry 4.0” ]
La Nuova rivoluzione, allo stesso modo, porterà ad un superamento delle modalità industriali come produzione in varie forme di “catena di montaggio”, prodotti di massa, ecc …..
Si accederà quindi ad una dimensione Manufactory 4.0 nella quale le fasi di produzione (e di distribuzione) saranno radicalmente differenti da quelle attuali: grazie all’adozione della modalità dei “Makers”, e alla creazione di oggetti con devices “desktop”” (da files), vi saranno formule innovative come Franchising-Transplant Factories che sfrutteranno appieno le importanti potenzialità come: mini robot prodotti in modalità Makers, stampabilità in 3D anche da file condivisi, controllo remoto dei tools, e Sistemi che permettono di integrare nella Value Chain in modo flessibile fornitori e lavorazioni.
User Generated product e Open factories
Una evoluzione verso lo User generated product è la Open Facories: strutture aperte al pubblico dotate degli strumenti di produzione personal (stampanti 3D, piegatrici di tubi, ecc ….) connessi in rete, nelle quali gli Utenti potranno creare i loro prodotto con il supporto “in tempo reale” di comunità Web (come avviene ancora oggi nelle comunità rurali).
Questi centri non saranno molto dissimili dagli attuali Centri di bricolage nei quali gli utenti possono andare, ad esempio, a lavorare il legno.
Ovviamente vi saranno nuove regole: anche nei casi di regolamentazione più rigorosa, per le lavorazioni più complesse e pericolose le persone potranno prendere un “patentino” (che dura una vita si può fare tutto, dal veicolo urbano al piccolo elettrodomestico – anche in questo caso è necessario riuscire ad immaginare uno scenario completamente differente: nelle scuole verrà insegnato il “fai da te” di nuova generazione, e l’adulto avrà probabilmente tale patentino assieme al Diploma di Maturità).
E’ molto importante riuscire ad immaginare le nuove modalità di lavoro, che tornano ad essere molto simili alle modalità “originarie” dell’uomo: quelle dei lavori di comunità (ancora oggi si seguono tali modalità nelle nostre campagne). Tale approccio ha una importante componente di convivialità, grazie alla quale il lavoro diviene un piacere di “fare” qualcosa assieme agli altri.
Vi sarà anche il supporto di tutoring di comunità Web (che inizia nella fase di progettazione e preparazione della produzione).
nuove forme di imprenditorialità
Come si analizza in altre parti del documento, vi saranno nuove forme di imprenditorialità.
Nella nuova dimensione post-industriale, dal costruirsi qualcosa a venderlo il passo è breve: quando il prodotto è finito e testato, lo si può offrire ad altri.
Questo nuovo tipo di Offerta può assumere diverse forme (può essere free o a pagamento):
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si mette a disposizione il file (che comprende non solo i modelli 3D replicati dalle “macchine”, ma anche le “istruzioni” per i network di strumenti delle Open Factories per eseguire tutto il ciclo di lavorazione; istruzioni per gli operatori comprese).
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si offre il prodotto già realizzato: in kit di montaggio o già montato. Si deve tener conto che si può offrire la personalizzazione del prodotto, cambiano i modelli 3D in base a richieste specifiche da parte dell’Utente finale.
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vi possono essere nuove tipologie di offerta: ad esempio il creatore di un prodotto può offrirsi come consulente per una ri-progettazione dello stesso, o per essere da supporto nella fase di produzione.
Nuove modalità di Produzione/Distribuzione: Franchising-Transplant Factories
Ç Franchising-Transplant Factories (main – bried del modello)
Le caratteristiche della produzione descritte nel prossimo capitolo “Open factories” permettono alla produzione post-industriale di cambiare radicalmente le proprie modalità (in questo caso le modalità di Produzione e di Distribuzione vengono integrate).
Un esempio di ciò è nel nuovo Model individuato da INNOVA, quello delle Franchising-Transplant Factories che rappresentano una evoluzione (notevole) della Fabbriche cacciavite (Transplant Factories).
Queste sono “fabbriche” (in realtà delle dimensioni di officine) producono su licenza con le nuove modalità post-industriali.
In un contesto di reale disruptive innovation
non si dovrebbe parlare di Smart factories,
ma di – Smart workshops.
Nelle Smart workshops vengono assemblati prodotti (da micro-vehicle urbani – vedi progetto LiteMotive – a piccoli elettrodomestici) con parti:
– prodotte da altre aziende (in questo Model le parti “importate” sono prodotte in modo da essere facilmente trasportate).
– create in loco con le nuove tecnologie “Makers”: stampanti 3D, mini-robots, Smart frame building jig, ecc …
Si tenga conto che:
● le attrezzature utilizzate nelle linee di produzione post-industriali – come mini-robots e Smart-jig – vengono costruite nella stessa modalità del prodotto. Ovvero tali attrezzature possono essere
– auto-prodotte dalla azienda stessa che crea il prodotto; e
– possono essere noleggiate (sono comunque attrezzatura “leggere”, di semplice utilizzo e gestibili da software friendly).
● le attrezzature sono estremamente versatili (possono essere montate con parti differenti per differenti utilizzi). Per cui le “linee di produzione” possono essere adattate in poche ore per produrre prodotti molto differenti).
● i prodotti sono facili da assemblare (come descritto più avanti, essi sono concepiti in modo radicalmente diverso da quelli attuali, secondo criteri di facilità di montaggio e di manutenzione). Per cui la produzione di componenti è piuttosto semplice: non necessita di particolari skill ed expertise (per questa ragione, unitamente al fatto che le attrezzature sono di facile utilizzo, una Smart Workshop può passare rapidamente da un tipo di produzione ad una altro).
Come illustrato in “Smart Manufacturing, the misunderstanding on the term Industry 4.0”, in sintesi, con le nuove modalità di produzione Manufacturing 4.0 si vengono a perdere le caratteristiche principali della Produzione industriale: ● “pesantezza” delle lavorazioni ● necessità di intuire a priori le qualità vincenti di un prodotto ● pianificazione delle quantità di produzione ● Impatto sociale/ambientale negativo degli impianti industriali ● catena di montaggio, con tutti i problemi ad essa legati, sia per il prodotto finale, che per chi ci lavora.
Il modello in franchising
I Business model delle Franchising-Transplant Factories possono essere di diverso tipo: in alcuni casi possono essere pagate Royalties; ma in altri casi si può ricorrere agli attuali model Open Source, nei quali non si pagano diritti, ma solo servizi venduti dal creatore del progetto (servizi come assistenza live via Internet, ecc … – ed altri servizi come corsi, ecc … ).
Supporto online … da file o stampando file sul server della casa Madre
Flessibilità e qualità delle Franchising-Transplant Factories
Per comprendere il Valore dei nuovi modelli di produzione (la loro effettiva fattibilità) è necessario comprendere come la nuova dimensione del Business sia completamente differente da quella attuale: in essa, tra le altre cose, si recuperano alcune delle fondamentali qualità del Mercato tradizionale (quello analizzato da A. Smith) che si sono perdute negli ultimi decenni.
Il Mercato (il luogo dove si sviluppano business) nasce qualche secolo or sono basandosi su una forma di Capitalismo – oggi abbandonata – che consisteva in una evoluzione delle forme di scambio di beni tradizionali dell’uomo (in vigore nella società umana da decine di migliaia di anni).
Oggi si tratta quindi di fare un passo indietro – prima per poter procedere sulla strada del Progresso – recuperando le parti fondamentali del Mercato che si sono perdute per strada (in primo luogo Principi e Valori. Non si stratta di una operazione ideologica: le strategie che non seguono i Principi di Funzionamento del Mercato sono destinate a fallire nel medio-lungo periodo).
Sostanzialmente si tratta di recuperare [vedi più avanti cap. “Una nuova forma di valore”] la concezione di prodotto come soddisfazione di bisogni umani (ovvero si tratta di recuperare la legge della Domanda e dell’Offerta).
[ vedi “Smart Manufacturing, the misunderstanding on the term Industry 4.0” chapter. “Re-thinking del processo di ideazione/progettazione” ]
Le qualità di Produzione e Distribuzione nella entrante Era post-industriale sono quindi sostanzialmente differenti da quelle attuali.
In primo luogo si deve notare che nel nuovo contesto post-industriale vi è una integrazione di Produzione e Distribuzione* grazie al fatto la produzione viene decentralizzata, spostata a livello locale; cosa che porta ad una dis-intermediazione, per cui sostanzialmente il prodotto viene acquistato direttamente dal Produttore.
Tali qualità sono:
● flessibilità delle sistemi di produzione:
– le modalità di produzione sono estremamente flessibili grazie alle caratteristiche delle attrezzature (e degli ambienti di produzione) rispetto a quelle della fase post-industriale. Queste caratteristiche sono, tra le altre cose: ≈ l’economicità delle strutture ≈ la loro modularità e facilità di gestione e di modifica (può essere sviluppata anche da parte di personale non specializzato: le nuove attrezzature sono leggere, rapide da installare, e possono essere in gran parte prodotte dalla stessa Azienda o noleggiate) ≈ l’efficacia dei software per la gestione delle logistica (interna ed esterna) ≈ le nuove modalità di sviluppo della “catena del valore” (questa viene sostituita dalla Value Web).
Grazie a queste modalità di produzione oggi una azienda può nella stessa giornata effettuare produzioni radicalmente differenti.
● startupping immediato ed economico:
La flessibilità e la facilità di installazione, gestione e modifica delle “linee di produzione” (e la lor estrema economicità) permette di creare molto rapidamente aziende “from scratch”: ciò rende possibile seguire la Domanda “in tempo reale” (si tenga conto che nella nuova dimensione gli investimenti non sono molto elevati, anche grazie alla possibilità di auto-produrre le attrezzature, e di noleggiarle).
Nella modalità Smart Manufacturing è addirittura possibile creare workshop di produzione temporanei, sfruttando la disponibilità di “capannoni” non più utilizzati dall’Industria tradizionale (noleggiando le attrezzature la creazione di uno Smart Workshop non è molto più impegnativo dell’allestimento di un evento complesso).
Le caratteristiche delle nuove forme di produzione permettono alle aziende in crisi di riproporsi con nuove tipologie di prodotto: si tenga conto che le nuove modalità di produzione si basano sulla formazione, primariamente a livello locale, di cordate di Imprese e Professionisti che possono oggi operare in modo altamente integrato (grazie anche a nuovi software di gestione della logistica, e alla connettività delle attrezzature di produzione).
● Proximity business (Produzione/Distribuzione): nel nuovo scenario le due attività sono integrate, e si svilupperà una localization of production (si avrà una Produzione diffusa, ossia una decentramento della Produzione ).
Vi sarà cioè una produzione fortemente “localizzata” che permetterà, tra le altre cose, dal punto di vista del Social impact, di migliorare il livello di occupazione, e quindi di contribuire ad un risanamento delle economie locali (che, sostanzialmente, sono il nucleo di base dell’economia globale).
Un punto importante: in tale dimensione il denaro speso dall’acquirente rimane a livello locale – l’imprenditore può pagare stipendi ed investire in nuove attività – generando un circolo virtuoso.
Il nuovo Mercato globale sarà formato da un sistema di mercati locali integrati in esso.
Le qualità chiave del nuovo Proximyty business sono, tra le altre: maggior economia ed ecologicità (si evitano i trasporti), disintermediazione (costi inferiori, possibilità di coinvolgere lo User per sviluppare soluzioni taylor made).
● time to market – le nuove metodologie di produzione permettono di avere un elevato livello di flessibilità al punto che una azienda può in poche cambiare sostanzialmente una linea di produzione per produrre prodotti completamente differenti (noleggiando parti delle attrezzature).
In questo modo è possibile produrre seguendo in tempo reale la domanda (si produce On Demand, ovvero: è possibile impostare una linea di produzione per un prodotto prodotto specifico solo quando vi siano ordini da parte del Cliente).
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la prototipazione è banale
I vantaggi per il consumatore sono:
● customizzabibilità del prodotto ● partecipazione degli user: (apertura della Produzione allo User):
Con le nuove modalità di Produzione il prodotto può essere – ad un primo livello – taylor made. In questo caso vi è una evoluzione del modello di Toyota: si supera l’attuale concetto di personalizzazione perché nella creazione del prodotto si coinvolge direttamente lo User, arrivando così ad una produzione individuale.
Con queste modalità si hanno vantaggi notevoli, poiché il prodotto sarà ꞊ in grado di soddisfare in modo ottimale i bisogni degli User ꞊ sarà decisamente più economico (grazie alla disintermediazione che permette di comperare il prodotto “In fabbrica” – lo user può in qualche modo partecipare al processo, riducendo ulteriormente il prezzo d’acquisto; ciò vale sopratutto per forme di imprenditoria sociale)
● il passo successivo è lo User Generated Product, che può essere sviluppato nelle Open Factories (vedi capitolo successivo).
– le Open Factory (Open Manufacturing): un esempio di produzione
Le Smart Workshop sopra descritte possono essere facilmente evolversi in Open factory nelle quali gli user si gestiscono il processo di produzione (con l’eventuale supporto di personale esperto).
E’ possibile immaginare, in breve sintesi, come saranno fatte le Open factories (in realtà esse non sono che l’evoluzione di Model già esistenti).
In linea generale le Open Factrories saranno degli Open Space (di grandi dimensioni) con aree adibite a varie fasi di lavorazione.
gli strumenti di lavorazione offerti dalle Open Factories
In primo luogo all’interno delle Open Factories tutti gli strumenti sono collegati in rete ad una “intelligenza” principale che gestisce i vari strumenti (gestisce le varie fasi di lavorazione – vedi nel prossimo capitolo la descrizione del processo).
Questa “intelligenza” è rappresentata da un software che prende in considerazione la cartella di file che l’utente ha preparato in precedenza, i quali descrivono l’oggetto (CAD) e le varie necessità che si possono incontrare nelle varie fasi di lavoro (vi saranno software dall’uso piuttosto semplice che daranno i vari suggerimenti nello sviluppo del progetto, creeranno liste di materiale che ci si deve procurare, indicheranno come vanno effettuati i tagli dei pezzi, ecc …).
Nelle Open Factories vi saranno le tipologie di strumenti oggi utilizzati dai Makers (stampanti 3D, plotter per il taglio laser, cucitrici, ecc …).
Pian piano saranno disponibili per questa modalità di produzione: piegatrici di tubi, piccoli robot adibiti a taglio, ispezione o saldatura, “Smart jigs”, ecc … (si svilupperà una sorta di domotica – robotica di nuova generazione – per le Factories; in gran parte in modalità Open source).
esempio di processo nella Open Factory
Vediamo brevemente una possibile “sceneggiatura” delle produzione di una micro-vettura elettrica urbana (si tenga presente che una primissima versione di una produzione di questo tipo, offerta dalla Local Motors, ha realizzato prodotti molto interessanti).
In una Open Factory sarà possibile, realisticamente, per una persona “normale” (con una competenza da hobbista), costruire per sé, ad esempio, un Veicolo urbano dalle prestazioni, nel traffico urbano, migliori di quella di un autovettura normale, con una spesa di circa 3.000 € (vedi progetto Lite Motive sul Sito).
L’utente alle prime armi può frequentare un breve corso. Può anche chiedere di essere assistito da un operatore esperto (ricordiamo che nel nuovo contesto la cultura del fare, ora detta dei Makers, sarà diffusa anche dalle normali Scuole).
Come primo passo: l’utente (il “team”) si procura in un’area apposita il materiale necessario (la lista è presente nei file del progetto), li carica su un carrello e comincia la lavorazione.
Telaio (automobile, elettrodomestico, ecc …)
Per il telaio: passa alla fase di taglio dei tubi, operazione che viene eseguita in modo semi-automatico dalle macchine (in base alle misure riportate nei files).
Successivamente passa all’aera di piegatura tubi, nella quale le macchine operano sempre in base ai dati dei file.
Quindi si sposta con il carrello all’area assemblaggio, nella quale sono disponibili delle dime di facile utilizzo, nelle quali esso piazza i pezzi (le dime sono “intelligenti”, e permettono una esatta collocazione dei pezzi).
Il “robot” verifica la corretta collocazione dei pezzi (per le saldature non devono esserci spazi eccessivi), e quindi passa a saldare le varie parti.
Per strutture non sviluppate su un unico piano vi saranno fasi successive di assemblaggio. Ad esempio: prima, su una dima più semplice, verrà assemblato il telaio di base (come quello di un kart), poi su una dima 3D verranno aggiunti i pezzi ulteriori (quelli delle parti rimanenti del telaio: parti come il “rollbar” , che servono anche ad irrobustire il veicolo). [vedi progetto Lite Motive]
Con questa modalità vengono saldate al telaio anche le flange necessarie per rinforzare il telaio o per inserire gli elementi della vettura (come il motore).
Si tenga conto che il software di progettazione provvede a suggerire la necessità di tali rinforzi; e crea automaticamente il modello delle flange di attacco dei vari elementi.
Altre macchine taglieranno e piegheranno pezzi di lamiera (ad esempio per il pavimento della vettura).
elettronica
Vi saranno poi aree adibite alla creazione dell’elettronica della vettura.
finiture interne e carrozzeria
Anche in questo caso si deve terne conto del fatto che si tratta di prodotti particolarmente innovativi, e vanno quindi immaginati dettagli di nuova concezione.
La carrozzeria può essere ad esempio creata in plastica creando le varie parti con stampanti 3D. Ma vi sono ottimi esempi di carrozzerie in tela (anche da parte di BMW), le quali possono essere create con strumenti tipici delle lavorazioni per abbigliamento (presenti nelle Open Facotries): taglio della tela, cuciture, ecc …
Con questa modalità di produzione si può fare “praticamente tutto”: dall’abbigliamento (già oggi vi sono siti per l’auto-creazione dei propri vestiti), agli elettrodomestici e alle vetture (vedi in particolare i progetti da me proposti).
In tutti i casi si potrà partire parte da un modello di base (che si potrà trovare sul Web, nella modalità Open Source Hardware), e modificarlo attraverso nuovi software di Progettazione assistita 2.0; i quali saranno in grado di fornire suggerimenti, criticità delle scelte effettuate, difetti di progettazione, ecc … (sarà possibile aver il supporto, in tutto il processo, di Comunità Web).
Per comprende come possano aver successo le Open Factories bisogna tener conto che, oltre ai vantaggi competitivi di base (ad esempio: prezzo enormemente inferiore e personalizzazione spinta dei prodotti), vi saranno anche nuovi fattori sociali legati ai nuovi trend: vi sarà
● una maggior cultura del “fare”, maggiore collaborazione tra persone (anche grazie a strumenti Web 2.0),
● maggiore tempo libero (un po’ a causa della crisi di occupazione, un po’ grazie alle nuove modalità di lavoro).
Nelle Open Factories si potrà lavorare anche la sera, e nei Week End.
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forse anche nel capitolo precedente .. Nuove forme di produzione
nuovo business … -
ricordiamo che Le caratteristiche del nuovo Mercato così strutturato .. carattersitche di avere ..
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– legato alla domanda locale .. progettato e ..
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– flessibile (nnon necessitàano delle competneze tecniche elevate, né .. catena dimontaggio .. ma artigianale … può produzione solo in base alle richeste . con una modbilità sul lavoro ..
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Questa .. ha infatti il vantaggio di creare nuove forme di business complementari:
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– business “indotto” strettamente legato al prodotto in sé .. .. ..(istallatori, riparatori, … e sviluppo si soluzioni particolari con quell’arware).
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– crea business a valore agigunto .. creatori di soluzioni on nuovi struemnti creati con Openo Sources Hardare (si possono creare con stampa 3D, …
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Open Manufacturing …
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– … sia per la produzione di strumenti per il personal .. e ersonal manufactoris Inndustries (temine sbagliato) . piccola industraia o più collo .. software house … hard-warehouse
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-sia per il Personal Manufacturing .. tenendo conto che le attrezzature .. disponibili a prezzi “consumer” .. (sia pure B2B) sono stampanti in 3D e laser, taglio e cucitura tessuti, .. mercati di nichia, ma anche produzione ad hoc per la persona (es: sarto sul Web ..).
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“prodotti unici” ..
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Quindi una innoavzione bottom-up (dal piccolo: la piccola impresa, o “studio” … di professinisti con del … “desktop” … (ricordaimo che questa innovazione dovrebbe seguire il .. trend crowdsourcing .. che sarà premiata … quindi è una innovazione ancora più “ bottom-up”, una innovazione customer-driven ..)
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– design personalizzato
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– produzione personalizzata ..prodotto fatto su misura …
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Il trend elimina le barriere d’accesos in quanto disponibilità edcono9mica .. e qindi rende ..
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– crea comunque un indotto di lavoro …
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– crea un .. network di aziende .. (no più (tanto) creace la’zienda, ma cresce l’ecosismea di imprese ..
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Nel nuovo modalità ..
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– le “macchine” della catena di montaggio stanno su un taovlo (sono desktop) … sulla scrivania .. e costano pochissio
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– sono utilizzabili da chiuque (sono plug and play, gestibili via software ..
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B2B Services che producono pezii pe r altri ..
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Si tratta di una nuova modalità post-industriale che può essere inaugurata anche nella creazione di Hardware ..
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… possono essere sviluppate … grazie QUIndi .. nuova produzione locale … si uò fare un resize della produzione attuale … in una fase post-idustriale .. che può essere alla portata di piccole aziende locali ..
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una produzine light, .. ad esempio schede “informatiche” … sulla modalità tracciata dalle arduino .. che possono gestire .. sitemi di domotica come irrigazione (programmabili dal PC) o elettrodomentici … e ricevere impulsi remoti (via cellulare o via web, attraverso .. wifi domenstico collegato con il PC in rete ..)
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Arduino: è uo standard internazionale creato da italiani … .
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E’ l’emergere del DIY … Openo Soruce Hardware ..
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() (2) NUOVA MODALITA’ DI PROGETTAZIONE
la modalità post-industriale …
Oltre alle modalità di produzione cambieranno le modalità di ideazione e progettazione dei prodotti.
In primo luogo va considerata l’evoluzione storica della Progettazione (negativa) avvenuta di recente: negli ultimi decenni si è sviluppata l’attuale fase di Mercato, quella del cosiddetto Capitalismo finanziario, nella quale la Progettazione ha assunto una funzione praticamente irrilevante.
Il Capitalismo finanziario attuale è una evoluzione del “puro” capitalismo industriale, nella quale le grandi Società finanziarie internazionali si sono accaparrate le imprese della generazione precedente, e nella quale si è sostituito il tradizionale Imprenditore che “aveva a cuore” il prodotto, con dei Manager che sono interessati unicamente ad incrementare il fatturato (per quanto questi ultimi siano solitamente persone corrette, essi mancano delle qualità determinanti per concepire una reale qualità del prodotto – La questione è illustrata nel documento “Introduction to the INNOVA approach: the problems of the Society and the Market“, capitolo “Il problema in essenza:un mercato di soli venditori” ).
In questa fase il Mercato ha reso inutile la fase di progettazione per il fatto che nella nuove dimensione del business, il quale viene a superare “il problema” di una Offerta subordinata alla Domanda (ovvero di prodotti che soddisfino reali bisogni delle persone), la progettazione, in effetti, non ha più ragion d’essere.
La Progettazione è, di per sé, finalizzata allo sviluppo di un prodotto in modo che questo sia in grado di soddisfare in modo ottimale un bisogno specifico delle persone: oggi non si progettano più i prodotti, ma li si “studia” in modo che eccitino le persone al punto da portarle ad effettuare un “acquisto di impulso” – con la nuova Scienza di Mercato si riesce cioè a bypassare il lato razionale dell’acquirente, e sarebbe quindi “stupido” perdere tempo a progettare funzionalità “serie” del prodotto.
Le aziende ora sono effettivamente in difficoltà a causa di tale concezione del business, poiché in un momento di crisi come quello attuale le persone non spendono più per acquistare prodotti “effimeri” ma avrebbero bisogno di prodotti-utilità: il problema è che negli ultimi anni le Aziende hanno effettuato una sorta di selezione “in negativo” del personale con la quale sono stati allontanati i “progettisti” (chi ragionava in termini sostanziali), e sono stati promossi ai vertici dei vari settori “i venditori” (vi è stata una sorta di “meritocrazia al contrario”).
Sostanzialmente oggi, per adeguarsi alla nuova situazione di crisi, le Aziende dovrebbero fare un salto di qualità che non sono prorpio in grado di fare (la forma mentis che ha pervaso ogni livello dell’azienda proprio non permette ad essa di vedere la necessità di cambiare!).
Questa è la ragione per la quale avranno successo
strade di “riforma” del Mercato “alternative”:
come quella della nascita di un nuovo Mercato
che si gestisce bottom-up.
la necessità di superare l’attuale fase Marketing-driven:
un recupero della Progettazione
Per comprendere meglio quale siano i problemi della situazione attuale, è necessario fare una puntualizzazione di tipo culturale (la Cultura è alla base dei nostri modi di valutare le cose, e quindi dei nostri atteggiamenti).
Il Mercato (definendo una nuova dimensione definita “egemonia culturale”) ha creato nuovi significati per termini che tradizionalmente avevano un significato molto differente: il permanere di questa situazione basata su equivoci sui significati delle cose è uno dei fattori che impediscono una rinascita del mercato (che impediscono un recupero della progettazione di prodotti “sostanziali”, di prodotti realmente utili).
Tra tali equivoci, uno dei più importanti è quello relativo al termine marketing: esso indicava, in origine, la Scienza che deve trovare il modo di portare sul Mercato un prodotto in modo che esso possa incontrare le persone che abbiano i bisogni che quel prodotto è in grado di soddisfare (alla base del processo originario del Marketing c’è un prodotto che soddisfa realmente bisogni delle persone – un prodotto-utilità).
Il Marketing è però oggi divenuto “creativo”, nel senso che esso è ora in grado di far vendere qualsiasi cosa facendo leva su meccanismi emozionali (in questo caso nasce appunto un prodotto che verrà comunque acquistato a prescindere dalle sue reali qualità, e quindi il Marketing finisce per sostituire la progettazione: esso deve ora solo inventarsi forme di comunicazione di massa per indurre le persone a comperare un prodotto senza qualità effettive).
( verso un nuovo stile post-industriale)
Un altro importante equivoco è sul termine Design: Design significa progettazione e non Styling. Ma ora il termine Design viene utilizzato con il significato di Styling, e ciò concorre a far perdere di valore al processo di progettazione (quando esce la nuova versione di una vettura, diciamo la Yaris versione 2, si annuncia che essa presenta un nuovo Design, quando essa non è che un “effimero” re-stiling del modello precedente – si noti il problema paradossale creato da questa mentalità: molto spesso la necessità di dover cambiare la forma ad ogni costo, per indurre gli utenti a cambiare il modello precedente, produce forme più scadenti di quelle originali).
Il prodotto più significativo di questa modo di creare prodotti è lo spremiagrumi si Stark (è uno dei fiori all’occhiello del “Design” moderno), che non funziona perchè, in assenza di una reale progettazione, chi lo ha disegnato non ha compreso che il succo spremuto, per qualità intrinseche dei liquidi, non sarebbe caduto nel bicchiere, ma sarebbe sbrodolato sul tavolo.
Nella nuova dimensione del mercato post-industriale si recupererà la valenza utilità dei prodotti, e quindi il Marketing lascerà nuovamente spazio alla progettazione.
E nella progettazione vi sarà un recupero del Design a scapito dello Styling (non è che ci sarà meno “stile” nei prodotti, ma lo stile dipenderà, come sempre è stato nella storia dell’uomo, in larga misura, dalla capacità di un progettista di far risaltare il valore di aspetti funzionali del prodotto – vedi la bellezza di quelli che oggi vengono definiti oggetti “vintage”).
Quindi nell’Era post industriale vi saranno nuovi tipi di stile legati alle nuove qualità sostanziali dei prodotti.
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ad esempio, come si è detta, le nuov caratteristiche di la robustezza e modularità, manutenibilità dei nuovi prodotti potrà recuperare in parte lo stiling dei primi del ‘900.
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nell Design si deve tern conto di rivoluzionare .. cioè decsotruire … significa ritornare a forme di desing basico:
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– negli elttorndomestici “asemblati” iniziali
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– nelle … parti funzinali .. proto .. come sospesioni .. balestre ..
nuovi supporti software alla progettazione
Per quanto riguarda la Progettazione in sé, in generale le nuove caratteristiche saranno: in in primo luogo vi è, come si è detto, un recupero del ruolo dell’individuo nella gestione del Sistema sociale (Sussidiarietà), il che significa un recupero del trend tradizionale nel quale le persone si interessano direttamente alla concezione degli strumenti con i quali esse devono soddisfare i loro bisogni (prodotti-utilità).
Ovvero si svilupperà il nuovo meta-trend a livello di Società-Mercato: ideazione di Prodotti, Servizi (e Governance) si avvicinano sempre più alla Domanda (ai bisogni reali delle persone).
Vi sarà quindi una creazione di idee,
ed una progettazione
sempre più di tipo Crowd-sourcing.
Si tratta di una modalità che si svilupperà in modo “comunitario” (su Comunità Web), o in modo individuale (che può però comunque essere supportata nelle varie fasi di sviluppo del prodotto da comunità Web).
Vi sarà una nuova generazione di Social Network, la quale supererà la fase di “cazzeggiamento” attuale, e che permetterà alle persone di pervenire a risultati concreti, utili impossibili con gli attuali Social Network (con strumenti Web 2.0 di condivisione delle idee, di lavoro di gruppo, di sviluppo facilitato di progetti, ecc ….). [vedi il Social Network per le Smart Cities in altro punto del documento]
I nuovi “software abilitanti” di Progettazione, di facile utilizzo ma al contempo molto “potenti” (potremmo dire del tipo CAD 2.0), metteranno i normali Cittadini in grado di progettare strumenti tecnologici complessi (daranno i vari suggerimenti del caso, svolgendo anche “test virtuali” di funzionamento e suggerendo modifiche).
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nuova forma di ricerca
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Non bisonga inoltre sottovalutare l’aespetto delle ricerca ..
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consumer-led and socially-led approach,
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Signifca che la ricerca si fa anche “sociale” …
() COSA SI PRODURRÀ
Il mercato nel nuovo scenario sarà quindi profondamente differente da quello attuale.
L’auto-produzione sarà sia Consumer che Business: un esempio delle nuove modalità di auto-produzione è stato Benetton, il quale ha utilizzato le prime tecnologie “desktop”, le “macchine” casalinghe per fare la maglia, per creare il suo nuovo business (nel sottoscala di casa).
Nasceranno nuove forme di business: ad esempio vi saranno dei service (consulenti) per aiutare le persone a progettare servizi e prodotti. O per supportarli nelle fasi di auto-produzione.
L’auto-produzione sarà ance To Business: ci sarà chi si costruirà gli strumenti per attivare nuove forme di produzione (ad esempio si potranno costruire macchine per attivare una produzione nel settore dell’abbigliamento tailor-made).
Si deve tener conto che vi sarà un nuovo Design (non si parla di Styling) delle parti prodotte, più funzionale alle nuove modalità di produzione “Makers” ed ai nuovi materiali utilizzati (ad esempio le molle di una sospensione per micro-vettura da Città possono essere sostituite dalle più tradizionali balestre).
Produzione On Demand: ad esempio si svilupperanno business come evoluzione del modello Ikea: l’utente potrà progettare da casa l’elemento, e ricevere a casa il Kit.
L’utente potrà auto-costruirsi strumenti protesici per il corpo: dentiera, “ponte”. Ma si potrà costruire anche dei “gessi intelligenti” per fratture, che lascino libere le articolazioni (si vendono già in giro tutori per polsi).
Anche la chimica molto probabilmente diventerà on Demand (gli utenti potranno creare le loro personali formule di detersivo scegliendo le componenti su un sito).
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Nuove forme di creazinoe di oggetti, di catene di mantaggio … (taylor made) ..
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Fashio: veititi, chchiali, mx come borse (fibbie, …)
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Si noti che il braccialetto .. portà essere .. come pezzo unico. E che comunque si tente ad aggingere un vlaore utlità: i braccialetti son intelligenti .. con chip …
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prodotti “Intelligenti” che possono sapere (e papire) temparatura umità .. ambiente .. ma anche essere umano .. (caring economy) finalmente …. )
() LA NUOVA ECONOMIA POST-INDUSTRIALE:
LA CONTEXT ECONOMY
La nuova Economia è la Context economy.
Essa rappresenta una modalità di produzione e di “consumo” completamente diversa da quella attuale, nella quale il Mercato non si sviluppa più a livello di massa:
Prodotti e Servizi
NON SONO PIÙ “INDIFFERENZIATI”
rispetto al contesto in cui andranno ad essere utilizzati,
ma sono concepiti in modo “interattivo”,
sensibile rispetto a tale contesto.
Prodotti e Servizi saranno fortemente “localizzati”, e tendenzialmente fatti “su misura”.
In questa nuova dimensione
il Mercato sarà
UN SISTEMA DI MERCATI LOCALI INTEGRATI IN ESSO
(anzi, seguendo trend glocal, il Mercato a livello nazionale si svilupperà contemporaneamente sia verso una dimensione più locale, sia verso una dimensione maggiormente globale: ovvero gli ambiti locali si integreranno più direttamente in un sistema di Mercato sovra-nazionale. Una differenza sostanziale è che in tale contesto gli ambiti locali non saranno più gestiti dall’alto, come avviene ora con la UE, ma saranno più autonomi nelle loro decisioni.
In questo modo si ricupera la diversità: i piccoli Mercati locali saranno fortemente differenziati nella progettazione e nella produzione: e, ovviamente, nelle caratteristiche dei prodotti.
I Mercati locali saranno un eco-sistema di competenze che integrerà elementi “dall’alto” (tradizionali”) e bottom-up (crowd-sourcing), nuove forme imprenditoriali, nuovi modelli di PA (infrastrutture e servizi per le Imprese), ecc …
Si creeranno dei nuovi “poli produttivi post-industriali” di piccole dimensioni.
Il nuovo Mercato sarà un eco-mercato. Un mercato più legato all’ambiente (essendo esso gestito più direttamente dalle persone, esso è più umano)
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esso dagli elementi fondamenteli “uomo” e natura .. esso è anche “umano” ed ecologico) .. nel quale i Citadini possono gestire … le qualità dei prodotti in direzione, appunto, dei .. valori umani .. e del rispetto per l’ambiente.
Sostanzialmente si realizza ciò che si persegue inutilmente oggi, con la modalità di produzione e consumo di massa: la “Corporate social responsibility” (CSR)
Wikipedia – CSR: Corporate social responsibility (CSR, also called corporate conscience, corporate citizenship, social performance, or sustainable responsible business/ Responsible Business)[1] is a form of corporate self-regulation integrated into a business model.
Nel nuovo contesto User driven gli Utenti divengono effettivamente gli stakeholder dell’azienda, come degli azionisti, degli investitori.
Ciò fa effettivamente della nuova imprenditoria una Smart entrepreneurship.
– the new way of working
ç_decrescita (nuove modalità lavoro)
Nell’era post-industriale vi sarà una “nuova cultura del lavoro”.
A differenza dell’Era industriale, nella quale la Cultura del Mercato (del lavoro e del consumo) hanno influenzato la vita di tutti i giorni, nella nuova era si invertiranno i fattori: il lavoro, come era un tempo nei piccoli paesi di provincia, verrà subordinato alla vita quotidiana (si avrà una vita più a misura d’uomo).
Vi saranno cioè nuovi modi di vivere (nuove attitudini ed abitudini, nuove pratices, ecc …).
E vi sarà, come si è detto, una notevole quantità di “tempo liberato”; a causa di un fattore contingente (la nuova condizione post-crisi crea molto meno lavoro) inizialmente diviene una necessità adattarsi alla nuove condizione (vi sono meno soldi, ed è necessario trovare dei modi per risparmiare facendo alcune cose da sé).
Ma di qui nasce un circolo virtuoso nel quale le persone, apprezzando questo recupero di uno “stile di vita” tradizionale (perduto con il super-consumismo), saranno in grado di mantenere in ogni caso questa dimensione di “tempo libero” (anche grazie ai nuovi trend DIY come quello dei “Makers”, per le persone si riduce la necessità di “spesa” e quindi la necessità di “guadagnare” dei soldi).
In tale contesto vi sarà una netta distinzione tra varie forme di lavoro (mentre oggi il “lavoro” è unicamente inteso come lavoro salariato o professione – altre forme del lavorare sono considerate “bricolage”).
Vi saranno cioè almeno tre forme del lavorare:
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lavorare direttamente per sé – applicando il principio della Sussidiarietà, si ritornerà alla dimensione tradizionale nella quale si soddisfano direttamente, in gran parte, i propri bisogni: manutenzione della casa e di strumenti, organizzazione di “servizi bottom-up” assieme ad abitanti del Quartiere, ecc … (riducendo, appunto, la necessità di portare a casa uno stipendio “completo”). [vedi i documenti Iniziativa Riforma dal Basso, scaricabili dal Sito]
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lavoro come è inteso oggi (però, appunto, con modalità totalmente differenti da quelle attuali)
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lavoro comunitario – il quale non sarà necessariamente di puro volontariato: con i risparmi ottenuti dalle PA grazie alle nuove modalità di gestione dei Servizi pubblici in Sussidiarietà, si potranno pagare “rimborsi spese” per le persone in difficoltà (una sorta di cassa integrazione pagata per un servizio reale prodotto dalle persone). Come si è detto, in questo caso si torna a modalità “originarie” di “lavoro di comunità” (che ancora oggi si seguono nelle nostre campagne), nella quale si genera una importante componente di convivialità, grazie alla quale il lavoro diviene un piacere di “fare” qualcosa assieme agli altri (una concezione opposta a quella del lavoro dipendente moderno).
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dal unto di vista encomico, … sostituisce tasse, tariffe si servizi pubblici, ecc .. ) .. si sotituisce in questo caso .. c…
Nel nuovo contesto la produzione di tipo attuale sarà ridotta al minimo: le grandi produzioni industriali, ora accentrate in grandi poli sul pianeta, saranno in gran parte sostituite da una “produzione diffusa” sviluppata in una dimensione più vicina a quella della attuale piccola industria (ma in modalità post-industriale, decisamente differente da quella attuale).
Come si è detto, questo nuovo trend genererà una nuova forma di Economia, di tipo locale (in grado di creare maggior occupazione), e molto più flessibile (non necessitando le nuove modalità di lavoro di operatori altamente specializzati, le Aziende possono continuamente cambiare tipo di lavorazione per seguire le variazioni della domanda).
Nella nuova Era post-industriale vi sarà un sustainable Manufacturing, definito, tra le altre cose, dalle seguenti caratteristiche:
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automazione sostenibile fatta di un contesto di robotics completamente nuovo (quello delle Smart Workshop, e delle Open Factories) – nella quale, oltre a risparmio di risorse ed energia, ed a una netta riduzione dell’inquinamento, sarà molto importante la caratteristica di gestibilità da parte di personale “non specializzato” (di capacità a livello hobbistico) del sistema di produzione, della manutenzione delle “macchine”, ecc …
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semplicità e flessibilità di produzione: questa qualità, a cui si è già accennato, offre la e possibilità di produrre la mattina un prodotto ed il pomeriggio un altro (l’attrezzatura degli spazi e la logistica interna sono definite in modo nuovo, altamente flessibile e facilmente trasformabile). Questa possibilità permette di seguire la Domanda eliminando in questo modo il rischio di doversi fermare per un forte calo di una domanda specifica.
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mobilità del lavoro sostenibile – nel nuovo contesto vi è una nuova forma di mobilità sostenibile che determina alcune ricadute positive su alcuni ambiti della vita sociale: vi sarà una condizione post-crisi nella quale vi sarà maggior occupazione poiché si potrà vivere lavorando di meno (“meno lavoro per più persone” – in condizioni però di qualità della vita migliore rispetto a quelle attuali)
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diverso rapporto delle persone con il lavoro – nel nuovo contesto vi saranno, appunto, “sistemi di produzione” di tipo radicalmente nuovo: possono essere anche “personal” (con “lavorazioni in casa”, o nel proprio garage) – e le Aziende opereranno in modo totalmente diverso: avranno una relazione diversa con i “dipendenti” (probabilmente con un inquadramento contrattuale più vicino a quello dei collaboratori esterni); i Sistemi di produzione avranno tutte le componenti “in rete”, quindi saranno monitorabili e gestibili anche con device mobili come Tablet (che un operatore può avere sempre con sé anche se è altrove).