- Manifesto of Innovation*’
- Manifesto of Innovation (2): Innovation in the new post-industrial Market ⌐
Oggi, a livello di prodotto finale, l’Innovazione non funziona: ● nel settore pubblico sono state spese cifre enormi (insostenibili) ma la qualità di servizi (e delle Città in generale) è sempre peggiore; e ● nel Mercato i grandi Player non sono in grado di sviluppare l’innovazione che oggi stanno sviluppando le piccole Start up.
Il problema è che “l’Innovazione” (del Prodotto finale) oggi fallisce i suoi obiettivi (creare un reale valore per l’utente, ed essere di per sé sostenibile). Ovvero oggi manca una riflessione critica rispetto alla mancanza di risultati effettivi, e quindi si
continua imperterriti a procedere
CON LA STESSA FORMA MENTIS (LO STESSO PARADIGMA)
CHE HA PRODOTTO I PROBLEMI CHE SI VOGLIONO RISOLVERE.
Nella migliore delle Ipotesi i progetti sono fine a se stessi poiché sono afflitti da un difetto originario (si basano su un paradigma errato) che non permette di creare un Valore “utile” (per l’utenza), e di sviluppare una reale “creatività” nelle modalità di produzione e distribuzione.
Ma nella maggior parte dei casi i Progetti per la P.A. (Smart City, Mobility, ecc ….) non sono nemmeno più in grado di entrare in una fase pilota per mancanza di fondi
- I Principi di base dell’Innovazione sostenibile
- 1. INNOVAZIONE È TROVARE UNA SOLUZIONE PER UN PROBLEMA DELL’ESSERE UMANO
- 2. L’ESSERE UMANO È IL CREATORE DELL’INNOVAZIONE
- 3. L’INNOVAZIONE È UN CAMBIAMENTO RADICALE (un cambiamento del paradigma)
- 4. PER INNOVARE È NECESSARIO CAMBIARE IL MINDSET
- 5. PER INNOVARE È NECESSARIO AVERE UNA VISION
- 6. L’INNOVAZIONE È UN PROCESSO DI CAMBIAMENTO COSTANTEMENTE IN PROGRESS
- Il bluff dell’innovazione
I Principi di base dell’Innovazione sostenibile
1. INNOVAZIONE È TROVARE UNA SOLUZIONE PER UN PROBLEMA DELL’ESSERE UMANO
Per quanto riguarda il prodotto finale, innovare significa trovare una soluzione per la soddisfazione di un bisogno dell’uomo.
Ovvero:
IL FINE DELL’INNOVAZIONE È L’UOMO
(un miglioramento della qualità della vita delle persone).
2. L’ESSERE UMANO È IL CREATORE DELL’INNOVAZIONE
Se l’uomo è il fine dell’Innovazione,
una reale Innovazione si sviluppa solo
QUANDO L’ESSERE UMANO
(detentore dei bisogni da soddisfare)
È PROTAGONISTA DELL’IDEAZIONE DELLA SOLUZIONE.
Ciò vale anche per la Catena del valore, che deve essere radicalmente innovata tenendo rendendo protagoniste le persone coinvolte nei processi.
È necessario considerare che
l’innovazione è solo una bottom-up innovation.
Nella Storia l’innovazione (la quale abbia portato effettivi risultati positivi nel miglioramento della qualità della vita dell’uomo) è sempre avvenuta dal basso (dall’aratro all’aeroplano).
Ovvero le componenti “tecniche” di una soluzione, non costituiscono “innovazione”: la tecnica (tecnologie) è solo uno strumento, un fattore abilitante.
È determinante considerare che oggi
le tecnologie disponibili sul Mercato hanno già raggiunto un livello di sviluppo sufficiente per soddisfare i bisogni più complessi
ciò vale anche per le Tecnologie consumer, a basso costo.
In altre parole non c’è bisogno di ulteriore evoluzione delle tecnologie: manca solo l’applicazione dell’ingegno umano ad esse.
3. L’INNOVAZIONE È UN CAMBIAMENTO RADICALE (un cambiamento del paradigma)
A monte di tutto vi è un equivoco sul significato di Innovazione: oggi si persegue una strada che non è affatto innovativa.
Innovazione non è miglioramento del prodotto (o un miglioramento del processo di sviluppo di esso):
Innovazione è un cambiamento radicale dell’esistente (a jump in the linear evolution of the improvement process).
In particolare nelle epoche di disruption (fasi di discontinuità rispetto all’evoluzione lineare della Storia), come è quella attuale, è necessario fare un salto di qualità nella definizione di strategie di sviluppo di soluzioni.
Il Problema è che oggi si continua a sviluppare progetti che si basano su una forma mentis superata.
Per innovare è necessario fare un passo indietro prima di farne uno avanti. Ovvero è necessario, a monte di tutto, ridefinire il Paradigma applicato.
Ovvero una reale innovazione innovazione (che in momenti di cambiamento come quello attuale è una Disruptive innovation) non riguarda unicamente il prodotto. Essa implica cioè il cambiamento del paradigma dell’Azienda: è necessario innovare radicalmente
● la fase di progettazione (ad esempio, aprendo the process agli User)
● il prodotto finale
● le fasi di produzione e di distribuzione.
4. PER INNOVARE È NECESSARIO CAMBIARE IL MINDSET
Innovazione è un salto “nello sconosciuto”: si inizia un processo di cambiamento essendo privi di esperienza, senza avere chiari modelli di riferimento circa le caratteristiche prodotto finale (e del processo di sviluppo di esso).
In altre parole
SI PUÒ SOLO DEFINIRE UNA DIREZIONE DEL PROCESSO
di concepimento di un prodotto, e
NON UN’IDEA DI COME SARÀ LA SOLUZIONE.
(quest’ultima modalità è invece tipica degli attuali processi di miglioramento di tipologie di prodotti esistenti – la nuova modalità è radicalmente differente, e si basa sulle modalità di pensiero vicina al Lateral Thinking, e al pensiero di Sherlock Holmes).
5. PER INNOVARE È NECESSARIO AVERE UNA VISION
È quindi necessario per lo meno avere una Vision che dia una direzione al processo: senza una chiara Vision si procede “alla cieca”, e si finisce to devolop projects that has an end in themselves (si sviluppa un loop: il processo non ha né una direzione, né solide basi, e quindi ripiega costantemente su se stesso).
Ciò avviene perché la mancanza di un Vision (di una società migliorata dall’impatto prodotto dalla Soluzione) porta l’attenzione su processi e strutture (sulle questioni tecniche) e non sul fattore umano (per quanto riguarda la qualità del prodotto e la catena di sviluppo del valore).
Si noti l’importanza del fattore umano a livello di produzione: tra le altre cose la Vision è indispensabile per mobilitare le energie necessarie al cambiamento radicale che una reale Innovazione comporta (l’innovazione comporta, per le persone che operano nella Catena del valore, uno sforzo non indifferente: ovvero per poter attivare un processo di reale innovazione è necessario una Vision condivisibile).
La Vision è il futuro.
Darsi una Vision significa darsi un futuro.
Senza Vision non c’è futuro per le soluzioni.
Per quanto riguarda le soluzioni sviluppate per le P.A. (Smart City, Mobility, ecc …) è necessario avere una Vision chiara (e convincente per i Cittadini) di come possa essere lo scenario generale indotto dalla soluzione.
Solo in questo modo – coinvolgendo i cittadini nei cambiamenti – è infatti possibile innescare il processo virtuoso che porta ad una reale innovazione .
Lo stesso è per il Mercato: è necessario coinvolgere gli User nei processi di design / production / distribution of the product.
6. L’INNOVAZIONE È UN PROCESSO DI CAMBIAMENTO COSTANTEMENTE IN PROGRESS
Le soluzioni in una fase di cambiamento disruptive – come quella attuale – non possono essere definite in un sol colpo.
Ciò perché:
● mancando chiari modelli di riferimento è necessario (oltre ad avere un Vision che dia la direzione al processo di cambiamento) “navigare a vista”, effettuando un cambiamento e quindi – step by step – valutando i risultati fino a quel punto ottenuti prima di porcedere.
● essendo l’obiettivo dell’innovazione la soddisfazione di bisogni del pubblico, è necessario considerare che questi bisogni sono un moving target (o meglio un mutant target).
Il fatto è che quando si applica un cambiamento (innovazione) si modifica tutto il sistema (di bisogni) su cui si interviene. Ovvero intervenendo in un sistema di tale complessità, (1) si ottengono risultati collaterali non previsti (che vanno corretti prima di sviluppare nuovi step). E (2) si creano nuovi bisogni da parte di utenti (che, grazie all’innovazione introdotta, raggiungono una nuova consapevolezza).
Ciò significa che per innovare è necessario creare strutture flessibili, adattabili sia per quanto riguarda ● le soluzioni, sia per quanto riguarda la ● produzione.
Il bluff dell’innovazione
Oggi i grandi Player del Mercato (e le Pubbliche Amministrazioni) non sono in grado di sviluppare reale valore del prodotto finale (una reale innovazione), e devono quindi ricorrere “scorciatoie” per mantenersi in vita: sostanzialmente sono costretti “accedere a finanziamenti pubblici”.
In questo modo essi, paradossalmente, lasciano liberi enormi spazi per le Start Up di piccole dimensioni.
Come indicato in altri documenti, ciò è dovuto all’attuale condizione del Mercato, nel quale si è sostituito l’Imprenditore con Manager e Consulenti, i quali, in confronto con l’Imprenditore mancano delle capacità di intuizione che permetteva ai business di sviluppare Innovazione (valore per l’utenza).
[ vedi pag. “I problemi di Società e Mercato” ]
Le attuali strategie di Mercato hanno potuto avere successo poiché sono stati creati bisogni artificiali che hanno indotto i consumatori ad “acquisti d’impulso”. Ma ora, nella attuale situazione di crisi economica, tale tipo di strategia tende a non funzionare più per mancanza di disponibilità alla spesa da parte dei consumatori (che ripiegano quindi su prodotti in grado di soddisfare bisogni reali).
Oggi tali strategie di Marketing “evoluto” hanno ancora un qualche successo laddove si affidano ai prestiti per i consumatori (muti, rateizzazioni, ecc …). Ma, come è accaduto in altri periodi, tale bolla è destinata a scoppiare.
Verso una soluzione
Oggi è possibile superare tale problema recuperando la capacità dell’Imprenditore di creare valore per il consumatore immedesimandosi nei suoi bisogni.
Ma oggi lo sviluppo delle ICT permette infatti di evolvere ulteriormente tale forma di sviluppo del Valore: oggi è possibile portare il Crowd dentro il processo di creazione del Valore del prodotto (definendo un business Crowd-driven).
[ vedi cap. “Crowd driven economy” nel doc. “ Mobility 2.0: White Paper” ]
Si tratta di prendere in considerazione i nuovi Trend tecnologici e sociali (che attualmente si cerca di adattare a modelli superati): essi oggi non sono un’opzione, sono una impellente, ineluttabile richiesta di cambiamento dal basso.
Ovvero è necessario, a monte di tutto, prendere in considerazione fattori come la dimensione post-industriale in cui siamo ora (Industry 4.0, Makers, ecc …. – oggi si ragiona ancora nei termini dell’Era industriale)
.