una riforma radicale delle Democrazia europea verso la definizione di un Government realmente Demos-cratico
[1] ANALISI
DELLA SITUAZIONE POLITICO-SOCIALE ATTUALE
[1A] PREAMBOLO:
IL FALLIMENTO DELLE POLITICHE ATTUALI
Come sempre nella Storia avvengono dei cambiamenti sociali che sono seguiti da parte di chi governa la società con un ritardo che provoca non pochi problemi tanto ai governati ed quanto ai governanti.
In questo documento si analizzano questi problemi, ed i trend che dovrebbero essere assecondati ma dei quali non si tiene conto (si individuano, tra le altre cose, i vantaggi di cui possono godere gli operatori del mondo della Politica che li assecondano).
Successivamente si individuano possibili strumenti (piattaforma online, nuove metodologie per i nuovi processi di government, ecc …) che possono fare un salto di qualità alla politica di un sistema democratico.
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Analizzando la situazione economica e politica dell’Europa (Social-democrazia), emerge per l’appunto la singolare situazione di un contesto politico-sociale che è fallito nei suoi propositi, nel quale chi governa si ostina a proseguire in una direzione che si è già chiaramente rivelata fallimentare. Producendo in questo modo sempre maggiori danni a sè (la Classe politica) ed agli altri (i Cittadini).
Il fallimento della Democrazia europea è inequivocabile se si analizza quest’ultima nel suo proposito di base: il benessere economico della nazione. Ovvero
oggi la Democrazia europea non è più in grado di garantire minimi livelli di sopravvivenza (sicurezza fisica ed economica, ecc…)
Oggi si è minacciati per quando riguarda: la salute (ii Sistema sanitario è, per quantità di vittime, il secondo responsabile delle morti nella nostra Società), il proprio sostentamento (ritorna lo spettro della povertà, e si delinea il fallimento del sistema pensionistico), l’incolumità fisica (delinquenza comune, terrorismo), la Pace ( la situazione internazionale è sempre più grave), l’ambiente (disastro climatico).
Sempre più Nazioni dimostrano di essere in bancarotta. E quelle che ancora si salvano (sebbene comincino comunque a sentire alcun effetti della crisi), ovvero Germania e Francia, lo fanno a scapito degli altri paesi. E la Nazione che si tiene fuori dalla crisi è la Gran Bretagna, che, appunto, non ha adottato pienamente il modello della Social-democrazia europea.
Per comprendere la gravità della attuale situazione dobbiamo i seguenti fattori che stanno alla base della attuale crisi della Democrazia europea:
● si tratta di una condizione cronica. La cronicità della situazione emerge dalla assenza di progetti ”politici” per superare l’attuale situazione di crisi: gli “esperti” a livello governativo non sono in grado di proporre ricette per la soluzione delle crisi economiche della nazioni, ma si limitano ad affermare di avere speranze in una (non rapida) soluzione degli attuali problemi economici delle nazioni (e le Nazioni che non sono ancora pienamente colpite dalla crisi, vivono “prelevando” ricchezza dai paesi più deboli).
● come vedremo più avanti, vi è inoltre il problema dell’endemicità della crisi: è la stessa Democrazia europea a produrre i suoi problemi: è proprio l’impostazione teoria della Social-democrazia a produrre gli attuali problemi di povertà ed inefficienza dei servizi.
L’endemicità della crisi emerge, tra le altre cose, da una lettura obiettiva dei dati statistici che riguardano le nazioni che hanno adottato il modello Social-democratico: i grafici dimostrano come tale modello non abbia mai (in nessun caso) funzionato, nel senso che, leggendo tali dati emerge come in essi il modello socialdemocratico abbia puntualmente portato la nazione ad un punto in cui è stato necessario ripristinare la Democrazia reale (della “libera iniziativa” da parte dei cittadini). Si noti che ciò vale anche per ciò che riguarda Stati considerati come esemplari (come la Svezia).
L’aspetto paradossale della questione è che nonostante si sia ampiamente dimostrato, in modo assolutamente scientifico, che la Social-democrazia è afflitta da questo difetto di fabbrica, in Europa si insista nell’applicare i metodi che hanno portato le Nazioni a questa crisi profonda1. Strategia che produce gravi danni non solo alle Nazioni (ai cittadini), ma che mette in difficoltà la stessa classe politica che applica tali metodologie2. Classe politica che sopravvive – con difficoltà – solo laddove ha completamente in mano media e magistratura che coprono gli “escamotage” sviluppati per rattoppare, al di fuori delle regole democratiche, i danni prodotti in precedenza, e per mascherare la gravità della reale situazione.
L’aspetto paradossale per i Politici è che essi, in ogni caso, vivono in una condizione di pesante incertezza a proposito del loro futuro, sapendo che presto o magistratura e media li renderanno protagonisti di prossimi a scandali mediatici; o nuovi movimenti popolari sottrarranno ad essi il supporto elettorale esautorandoli dalla loro posizione di potere.
● What is happening to European democracy??
Il problema di fondo è nessuno si chiede il perché della crisi. Ossia nessuno cerca di comprendere quali siano le cause alla base della crisi, per poter intervenire su di essa in modalità razionali.
Quindi, cosa sta accadendo?
( cosa è la Democrazia )
Come deve essere per ogni analisi razionale, è necessario osservare in primo luogo le caratteristiche del contesto in cui si sono verificate i problemi per comprenderne meglio i meccanismi di funzionamento.
In questo caso è necessario comprendere come la Democrazia fosse in origine una alternativa ai dispotismi che governavano le persone “dall’alto” (forma di governo, quest’ultima, che consiste nello sviluppo di un interesse personale dei governanti, o ideologico o meramente dettato da avidità).
Ovvero come la Democrazia sia nata come nuova forma di governo in grado di eliminare i problemi che con il tempo i dispotismi producevano a livello sociale; e di conseguenza ai “governanti” stessi, che si ritrovavano puntualmente ad aver a che fare con una popolazione sempre più pericolosamente ostile a causa, appunto, di condizioni di vita nel paese estremamente disagiate (le condizioni che caratterizzano oggi la società europea): povertà, insicurezza sociale, ecc …
La Democrazia nasce cioè da un processo inventivo razionale dell’uomo, il quale dopo aver osservato la storia delle comunità umane, ha scoperto che qualsiasi forma di “società” umana (dal circolo privato alla Comunità sociale territoriale) ha sempre funzionato (in quanto a soddisfazione dei bisogni delle persone) solo quando le persone sono state in grado di essere responsabilità di se stesse.
Allo stesso modo tali osservazioni avevano appunto rivelato come, di contro, i casi in cui le comunità dell’uomo sono state governate dall’alto – da persone che agivano dall’alto imponendo agli abitanti le loro scelte – si sono sempre prodotti, appunto, problemi sociali citati in precedenza.
In linguaggio più tecnico,
l’uomo ha creato,
per risolvere i problemi prodotti da sistemi di government “dall’alto”,
un sistema, la Democrazia,
che si basa sulla partecipazione diretta dei cittadini
all’individuazione e alla soddisfazione dei loro bisogni
(concetto che è nelle Costituzioni europee è espresso con la formula del “Cittadino sovrano”).
Da queste premesse deriva una caratteristica fondamentale della Democrazia, che rende fallimentare (nel lungo periodo) l’applicazione di un government dall’alto come quello che è oggi in auge nella Democrazia europea: i Governanti sono in qualche modo dipendenti dal consenso elettorale dei cittadini.
Per quanto si cerchi di aggirare tale principio di funzionamento – come è accaduto, ad esempio, nel caso del Governo italiano Napolitano/Monti/Renzi – alla fine dei conti i governanti, per quanto protetti dai media, staccatisi dalla vita reale del paese, finiscono per ridurre la Nazione (le persone) ad un tale grado di disperazione che alla fine i cittadini fanno mancare ad essi il consenso elettorale (il fatto è che, anche se il Governo si ostina a non indire regolari elezioni per il Parlamento, esso non è in grado di sospendere le elezioni amministrative locali – me quelle Europee).
Il che ci porta al punto:
in Democrazia non è possibile – per lungo tempo – pensare che si possa governare la gente (anche in buona fede) con “buone idee” dall’alto
(si noti che in tale approccio vi è comunque, che si veda la cosa da Destra o da Sinistra, la presunzione di essere “antropologicamente superiori”).
Il problema di fondo della Social-democrazia europea
Per ritornare alla domanda, quale è il problema di fondo che ha prodotto una crisi della Democrazia europea (drastica caduta della qualità della vita e fallimento economico degli Stati) che, come è emerso negli ultimi decenni, la Casse politica non è più in grado di risolvere, l problema di fondo di cui sembra non ci si renda conto è che
la Democrazia europea, per inseguire dogmi ideologici
(Socialismo-democratico),
ha abbandonato il suo modello fondamentale per divenire una pseudo-democrazia che, non tenendo più conto dei suoi Principi di funzionamento,
non è più “tecnicamente” in grado di funzionare in modo corretto.
Ovvero il problema di fondo attuale è la mancanza di consapevolezza del fatto che la Democrazia europea ha adottato un nuovo modello radicalmente in contrasto con quello della Democrazia reale. Un nuovo modello che è afflitto da un difetto di fabbrica che risulta essere fatale: produce “danni collaterali” che il sistema non è in grado di correggere (e che, con il tempo, come sta accadendo, affossano sempre più le Nazioni in una crisi sempre più profonda).
Non si tratta di una considerazione “politica” o morale, ma di una analisi scientifica (razionale) del metodo applicato oggi nella Democrazia-europea: dal punto di vista scientifico (“tecnico”) un sistema può funzionare solo quando segue i principi di funzionamento per i quali esso è stato concepito. Altrimenti esso comincia a produrre risultati non previsti (danni collaterali), che nel tempo portano ad una implosione del sistema.
In ultima analisi, per quanto riguarda la crisi della Democrazia europea, il problema è che per lungo tempo si è proceduto non rispettando il principio di funzionamento cardine della Democrazia, la reale partecipazione dei Cittadini al government. Ovvero da troppo tempo non si è tenuto conto che
la Democrazia non può prescindere
da una reale partecipazione dei Cittadini all’individuazione e alla soddisfazione di bisogni della collettività.
Il fatto è che, appunto, una vera dittatura può funzionare un government dall’alto. Ma una Democrazia no (non nel lungo periodo).
Un esempio: in una vera dittatura, come è quella del Socialismo reale, si impedisce alle risorse produttive (professionisti, aziende) di migrare all’estero (vedi il muro caso della Cortina di ferro, o del Muro di Berlino). Ma laddove non riesca ad impedire questa “fuga dal regime” il government impositivo della Social-democrazia finisce per indebolire la nazione, poiché in seguito alle strategie di “regolazione” della Social-democrazia le risorse produttive migrano all’estero. Da questo punto di vista la Social-democrazia, rispetto al Socialismo reale, presenta questo punto debole che la porta inevitabilmente al fallimento a causa della perdita del suo motore interno di produzione di ricchezza.
Lo stesso problema esiste, ad esempio, per la questione della disoccupazione: laddove, come è nel Socialismo reale, le aziende sono controllate direttamente dallo Stato, è possibile fare in modo che le aziende assicurino lavoro per tutti. Ma poiché nella Social democrazia le aziende sono ancora libere di non assumere, il tentativo di porre regole rigide al mercato del lavoro (stipendio minimo, difficoltà di licenziamento, ecc…) porta inevitabilmente alla diminuzione delle assunzioni.
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In sintesi ciò che porta al fallimento nella (pseudo) Democrazia caratterizzata dal governare dall’alto, e la caratteristica di questa di produrre sempre e comunque un circolo vizioso che porta all’implosione del sistema (ciò accade per quanto i governanti possano essere in buona fede). Ciò è dovuto, tra le altre cose, tra gli altri, ai seguenti fattori: ● il pervenire ad un governare staccato dalla realtà dei bisogni delle persone (cosa che comporta malcontento e necessità di intervenire con sempre maggiori spese) ● la necessità (comprensibile) per i Governanti (i Politici) in primo luogo di muoversi per supportare il proprio partito, cosa che porta a chiedere sempre più denaro ai contribuenti (per finanziare lavori non-così-utili), o peggio (tangenti).
A peggiorare la situazione avviene che, con l’insistere nel governare le persone “dall’alto”, si perviene, da parte dei cittadini, ad una condizione di disinteresse nei confronti delle questioni relative al territorio (e alla politica), ed una richiesta di sempre maggior “assistenza” (i cittadini si abituano a farsi servire dalla culla alla morte da strutture pubbliche). Fattori che peggiorano le condizioni critiche citate in precedenza (sovraccarico ed inefficacia dei servizi, aumento delle spese, sempre maggior allontanamento dei politici dalla vita reale dei cittadini e sempre più concentrata sui propri interessi, ecc …).
la Democrazia come luogo di esercizio della legge di Domanda ed Offerta
Analizzando la questione da un altro punto di vista (più “moderno”),
la Democrazia è un sistema nel quale vi sono una Domanda
(richiesta di soddisfazione di bisogni),
ed una Offerta
(l’offerta dei servizi da parte dei governanti).
Oggi si è perso il senso delle modalità di funzionamento di un sistema che sia in grado di produrre una Offerta che sia realmente in grado di soddisfare la Domanda.
Ovvero l’Offerta – chi governa – non è più minimamente in grado di prendere in considerazione la Domanda reale (i reali bisogni della Società, delle persone). Ciò è dovuto al fatto che oggi i Governanti vivono in una dimensione astratta nella quale essi agiscono in base a “teorie” (ideologie) perdendo di vista la dimensione della vita reale delle persone.
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Questo approccio, paradossalmente, non solo peggiora sempre più la vita dei Cittadini, ma crea un danno alla stessa classe politica, la quale finisce per vivere in una dimensione di continua incertezza, nella quale i Politici devono fare sempre maggiori sforzi per conservare la loro poltrona (effettuando sempre maggiori compromessi rispetto alle loro idee); e vivere nel timore che emergano (a causa di media e magistratura) le “impurità” della azioni commesse.
Ovvero, procedendo l’Offerta in questa dimensione scollegata con la realtà effettiva (con la Domanda di bisogni da soddisfare) si produce una condizione di crisi sempre più profonda nella quale la Classe politica, presa dal panico, rimuove i suoi problemi, e continua a scavarsi la fossa da sola.
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La domanda che dovremmo porci è: perché sta accadendo questa situazione paradossale?
Ossia quale è il problema di fondo che ha prodotto, e mantiene in vita, questa situazione? Perché i Politici non sono in grado di rilevare l’erroneità delle loro strategie?
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Ponendo che la classe politica attuale sia massimamente onesta, ovvero totalmente interessata a fare il proprio lavoro (a soddisfare i bisogni sociali, ovvero i bisogni dei concittadini), il problema è che negli ultimi decenni si è creata una situazione di sempre maggior autonomia dei Governanti rispetto ai cittadini, cosa che apparentemente fornisce il gran vantaggio alla Classe politica di avere una gran libertà di manovra. Ma che, appunto, di fatto pone i Politici in una condizione di totale incapacità di rilevare tanto le reali necessità del Paese, quanto i loro errori.
A peggiorare le cose, procedendo su tale strada, si è creata una selezione di Politici (e di funzionari burocratici) basata su criteri opposti a quelli tradizionali, a causa della quale si sono perdute per strada gli individui migliori (quelli maggiormente in grado di operare in contatto con la realtà; e più onesti). Si è cioè attuata una forma di meritocrazia al contrario che ha finito per creare una Classe politica fatta per lo più di persone dalla fede cieca nelle ideologie, o da interessi personali, che lascia da parte gli interessi dei cittadini (e della Nazione).
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Si noti che
la situazione attuale della Social-democrazia europea non è molto dissimile da quella della Monarchia francese del ‘700, che essendo incapace di risolvere i problemi sociali da essa stessa prodotti, ha creato le condizioni per la sua rovinosa caduta (con rivolta popolare della Rivoluzione).
Perché i politici non comprendono le possibili conseguenze positive (per loro) del cambiamento
- è un messaggio per i politci
(1° appello a Politici)
Uno dei fattori che porta al perdurare della crisi è il timore del cambiamento da parte della Classe politica.
In gran parte questo timore è giustificato poiché il venire meno della Democrazia nella sua forma attuale produce effettivamente un ricambio di Politici. Ma ciò che oggi sembra non si sia in grado di comprendere è il fatto che
i politici che sapranno rigenerarsi aderendo alla nuova tendenza storica (che indica la necessità di recupero di una reale partecipazione dei cittadini al government) potranno godere di soddisfazioni molto più profonde di quelle godute ora.
Come vedremo più avanti, il riconvertirsi del Politico ad una nuova dimensione compatibile con questo nuovo trend storico, significa per esso assumere una dimensione maggiormente “popolare” sia nel senso di maggior vicinanza agli elettori per tutto il mandato, sia in quanto maggior riconoscimento della sua personali qualità (nelle azioni concertate con gli elettori da lui stesso direttamente supportate).
Il fatto è che nella Politica 2.0 i Politici opereranno per la maggior parte del tempo all’interno del loro collegio elettorale a contatto con gli elettori e con le nuove Istituzioni di Amministrazione e Government partecipato (in un contesto di reale Democrazia, il cui modello è stato adottato dalle Town di provincia USA, le questioni a livello nazionale divengono molte di meno).
● ANALISI DEL FALLIMENTO
DELLA “POLITICA DEI PARTITI”
Riassumendo: oggi la Classe politica sembra non rendersi conto (a causa di questioni legate all’ideologia in cui è immersa, ed a interessi immediati) della presenza di importanti indicatori di una crisi della politica tradizionale che rappresenta un punto di svolta nella Storia della Democrazia europea. Gli indicatori principali sono:
- da una parte il fallimento economico (e di efficienza) delle Democrazie europee (a ciò si aggiunge l’ennesimo fallimento – facilmente prevedibile – delle politiche socialdemocratiche di Obama, come l’Obamacare)
- dall’altro il fallimento di Movimenti e Partiti che da vent’anni operano con l’obiettivo di riformare la Social-democrazia.
- la nascita di nuovi fenomeni come quelli di Sanders e Trump negli USA (e casi come quello della l’Alternative fuer Deutschland).
In altre parole oggi la Classe politica non vuole comprendere l’endemicità del problema: la Social-democrazia è arrivata ad un punto nel quale essa non è più in grado di correggere i propri errori. E
i cittadini, arrivati ad un livello di insofferenza insostenibile, abbandonano i partiti tradizionali ogni volta che si presenta nel panorama politico un nuovo movimento (o personaggio) che promette ad essi dei cambiamenti.
Sono un esempio di questo trend, nella campagna elettorale del USA 2016, Sanders e Trump, i quali propongono, per i rispettivi partiti (destra e Sinistra), il “ritorno alle origini”.
Da un lato Sanders rappresenta l’inevitabile evoluzione della Social-democrazia: persone educate da decenni di educazione socialdemocratica di Stato si sono fatte l’idea che essi possono vivere solo con un completo supporto dello Stato, e chiedono “giustamente” che lo Stato faccia finalmente il suo dovere in tale direzione senza compromessi, creando nuove istituzioni “sociali”, e espropiando le ricchezze dei “borghesi” (non a caso essi sono prorpio i giovani “antagonisti” di “Occupy”).
Mentre Trump rappresenta un ritorno alle origini (al di là dei forti tratti personalistici della sua “politica”) per i cittadini conservatori. Ovvero Trump dice ciò che gran parte degli americani volgiono sentir dire: è necessario ritornare alla condizione prefigurata dai Padri fondatori, ovvero ad una condizione di non-politica, di assenza di Stato, nella quale i cittadini si auto-governano.
E, attenzione, in comune Sanders e Trump hanno appunto l’idea che per migliorare la Democrazia sia necessario mandare in pensione l’establishment, la Classe politica attuale,
Questo Trend indica appunto la necessità, per la Classe politica – se essa vuole rimanere in qualche modo in vita – di cominciare a sviluppare una politica più vicina alle istanze dei cittadini (una politica radicalmente differente da quella attuale). Si tratta, appunto, della forma di Politica che viene definita in questo documento.
Quali sono le cause del fallimento ?
Per comprendere come si debba sviluppare una strategia che permetta di rimediare alla attuale crisi (vedi prossimo capitolo) è necessario individuare dove si è sbagliato.
Due sono le peculiarità negative della Social-democrazia che hanno prodotto l’attuale crisi (sono i difetti di fabbrica che puntualmente portano al fallimento la Social-democrazia): il pretendere di essere, come una vera Democrazia, (1) un sistema di soddisfazione dei bisogni dei cittadini. E (2) l’adottare il Sistema delle spese basato sulla riscossione delle Tasse.
Ovvero la Social-democrazia non funziona per il fatto che:
1) incapacità di risolvere i reali problemi dei cittadini: in Social-democrazia chi dovrebbe soddisfare i bisogni delle persone non è in grado di farlo poiché in tale contesto si opera in una modalità che è distante dalla vita reale dei cittadini (è lontano dai reali bisogni della società).
2) Il Sistema delle spese socialdemocratico è afflitto da un doppio problema:
- non solo le spese non sono rispondenti ai bisogni delle persone (non sono deliberate con la partecipazione dei cittadini), ma sono “incontrollate” a causa dell’operare dei Governanti in modalità non controllate dai cittadini.
- inoltre il Sistema delle Tasse adottato in Social-democrazia è di per sé un sistema inefficiente: ogni lavoro ha un costo estremamente più elevato ed una qualità molto più bassa di un lavoro gestito direttamente sul territorio da chi è a diretto contatto con il problema da risolvere (ossia di un contesto nel quale vi sia la diretta partecipazione dei Cittadini nelle scelte delle professionalità che devono intervenire, e nel monitoraggio dello sviluppo dei lavori).
Si noti che già all’inizio degli anni 90 l’Unione Europea ha riconosciuto questo fallimento, ed ha indicato il regime di Sussidiarietà (nel quale i cittadini divengono attori determinanti della Pubblica Amministrazione) come rimedio necessario per risolvere tali problemi (regime, di fatto, mai applicato per “opportunità” da parte della Classe politica).
Perché è impossibile per la Social-democrazia di riformare se stessa?
Il problema per le Nazioni europee è che
LA SOCIAL-DEMOCRAZIA CERCA DI RIFORMARE SE STESSA
(di uscire dalla crisi)
CON GLI STESSI STRUMENTI
CHE HANNO PRODOTTO LA PROFONDA CRISI ATTUALE.
Il problema è cioè che sono proprio i fondamenti della Social-democrazia ad aver prodotto la crisi, ossia le idee di fondo su cui essa si basa: l’idea che i bisogni della Nazione possano essere rilevati dall’alto da “esperti”; e che si possano finanziare i servizi pubblici con azioni di Economia politica (la quale è caratterizzata da una creatività che libera le strategie economiche dai “vincoli della realtà” – e dall’incapacità di comprendere che il livello di tassazione attuale produce almeno due livelli di danno fatale: sottrarre denaro al “ciclo del consumo”, ed impoverisce le risorse degli attori del mercato (e produce quindi generale impoverimento della nazione).
Ovvero per riformare veramente la Democrazia europea è necessario uscire dei vincoli ideologici della Social-democrazia, a causa dei quali governanti (e burocrati) perdono di vista la vita reale del paese, e divengono quindi incapaci di soddisfare i reali bisogni della gente. E del “sistema delle tasse” attuale che produce costi di amministrazione insostenibili.
Il perchè del fallimento di movimenti e partiti politici “alternativi”
Uno dei problemi che mostrano come non sia possibile riformare la Social-democrazia dal suo interno è il fallimento dei partiti e dei movimenti “alternativi” alla Politica dei partiti.
Vediamo il perché, nonostante le promesse (e la loro apparente buona volontà) tali Partiti e Movimenti siano falliti nel loro intento di riformare la Politica italiana. Tra le molte ragioni, vi sono:
- coloro i quali finiscono nel gioco della Politica dei partiti (ossia vanno a partecipare al government istituzionale attraverso le Elezioni) finiscono necessariamente per essere assorbiti nelle modalità del sistema. Il che significa che:
- I nuovi Politici devono necessariamente assumere la mentalità del contesto nel quale è necessario operare incessantemente per sostenere il partito in sé affinchè questo non perda il potere necessario per far valere le proprie ragioni; ma in questo modo essi finiscono per arrivare a compromessi che allontanano definitivamente il Partito dai suoi obiettivi originari (vedi il caso della Lega che non è riuscita a realizzare il suo obiettivo fondamentale, il riportare la Democrazia italiana ai cittadini con il federalismo reale. ma ha continuato inutilmente per vent’anni a cercare di sopravvivere nel sistema politico italiano senza poter realizzare nulla di concreto).
Teniamo presente che entrando nel gioco dei partiti i nuovi politici entrano a far parte dei “professionisti della Politica” che nella politica trovano l’unica forma di sostentamento per sè e per la loro famiglia; e che quindi alla fine sono costretti a cercare di mantenere ad ogni costo la loro “poltrona” (anche a costo di importanti compromessi), per mantenere un livello di sostenibilità economica.
- laddove non si venga assorbiti da questa mentalità i nuovi Partiti sono comunque ostacolati in modo determinante dall’intervento di concerto di Media e Magistratura (che affossano sempre, al di fuori delle regole, qualsiasi tentativo di cambiare lo status quo della Politica).
- la mancanza di una chiara visione del problema è comunque un fattore di fallimento dei nuovi partiti. Non si tratta infatti di sviluppare “politiche” moralmente migliori (o più intelligenti) di quelle attuali, ma di operare più a fondo riportando la Democrazia al suo modello di funzionamento. Questa mancanza di consapevolezza impedisce ai nuovi Partiti “alternativi” di praticare la strategia fondamentale per chi, come loro, vogliono riportare la Democrazia verso i cittadini: sviluppare nei cittadini una consapevolezza del ruolo determinante della loro partecipazione nella amministrazione del territorio. Ed invece di sviluppare questo senso di necessità (di responsabilità) nei cittadini, essi finiscono per coinvolgerli in strategie prevalentemente emozionali. Come è stato, appunto, nel caso di Lega e Movimento 5 stelle, che in tal modo hanno fallito nella riforma della Democrazia italiana in direzione di una maggior partecipazione dei cittadini nella amministrazione a livello locale.
[2] I TRATTI ESSENZIALI DELLA NUOVA FORMA DI POLTICA
MANIFESTO DI POLITICA 2.0:
RECUPERARE LA FORMA ORIGINARIA DI POLITiCA
PER INNOVARE LA DEMOCRAZIA
La Social-democrazia è giunta ad un punto irreversibile della crisi, nel quale essa non è più in grado di correggere i propri errori
La democrazia è quindi afflitta da un difetto di fabbrica che la porta ad un sempre maggiore allontanamento dei governanti dalla vita reale del paese, e contemporaneamente ad una mancanza di partecipazione alla politica da parte dei cittadini. Fenomeni che producono come conseguenze un grave abbassamento della qualità della vita, ed un fallimento economico della nazione (in base al circolo vizioso delle spese descritto dalla Legge di Wagner, la Social-democrazia è condannata ad una crescita continua delle spese).
A confermare l’impossibilità della Social-democrazia di riformare se stessa, vi è il caso del fallimento dei nuovi partiti che negli ultimi decenni si sono posti come radicali riformatori che avrebbero riportato l’Italia una dimensione realmente Democratica (ad una condizione di maggior partecipazione dei cittadini al government, ottenendo riduzioni delle spese e miglioramento della qualità della vita – vedi Lega e Movimento 5 Stelle).
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Oggi emerge la necessità, per uscire dalla crisi, di trovare ricette che siano fuori dal contesto ideologico che la ha prodotta
Per uscire dalla crisi della Social-democrazia è quindi necessario intraprendere un percorso che riporti la Democrazia, dall’attuale modello “dall’alto” (democrazia rappresentativa nella quale si è perduta la reale rappresentanza) al modello della reale Democrazia.
In altre parole la crisi della Democrazia europea non può che passare per una sostanziale riforma del Sistema democratico attuale che vada verso un ritorno a forme di government
più vicine alle dimensione originaria delle Democrazia, ovvero una riforma sostanziale che sia in grado di creare
un sistema di amministrazione e di government del territorio
nel quale i cittadini siano realmente partecipanti.
L’incapacità di Lega e Movimento 5 stelle di riformare il sistema è dovuta prorpio al non essere essi riusciti – essendosi essi posti all’interno del sistema della Politica dei Partiti – ad attuare in primo luogo uno spostamento verso il basso del government: in assenza di tale qualità non è possibile attuare nessuna riforma specifica della Democrazia europea.
Si tratta sostanzialmente di ritornare alle modalità di “logica spontanea” della società dell’uomo tradizionale, in base alla quale le cose funzionano solo quando le persone hanno una responsabilità diretta della propria vita.
La Responsabilità è indissolubilmente legata alla condizione di Libertà. La quale è libertà di espressione della propria volontà (Sovranità). Non esiste Libertà senza Responsabilità.
Questo è il principio di base della Democrazia: le persone, libere di agire, possono commettere errori, anche gravi, ma poi in un sistema di Libertà/Responsabilità sono costretti, con un processo di errore e correzione dell’errore, a trovare delle soluzioni.
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Per ottenere una reale riforma del sistema Social-democratico europeo (per uscire dalla crisi) è necessario invertire la direzione delle attuali politiche di base
I Principi guida di una reale riforma della Democrazia europea, nello specifico, sono infatti:
● laddove oggi si ha la pretesa di poter individuare dall’alto i bisogni della gente (i “bisogni sociali”), si tratta di riportare il tutto ad un sistema di amministrazione partecipata (che induca veramente i cittadini a cooperare alla soluzione dei problemi sul territorio – vedi più avanti).
Uno dei problemi attuali è che le regole vengono determinate dall’alto, in base agli interessi del momento della Classe politica. Quindi in assenza di questa riforma del sistema legislativo che porti il potere deliberativo (la capacità di definire le regole) verso i cittadini, i Governanti saranno sempre in grado di limitare il potere deliberativo dei Cittadini (che è la qualità vitale delle democrazia): creando forti limiti ai diritti naturali dell’uomo (libertà di espressione, proprietà privata, ecc ..) e gravi limitazioni alla “libera iniziative” (imprenditoriale o non-profit).
● Si tenga presente che, da questo punto di vista, una reale riforma deve anche riportare la Giustizia verso i Cittadini (come è nel Diritto anglosassone, applicato in molte nazioni del mondo) nel quale i Processi sono gestiti da Giurie popolari ed i Magistrati sono eletti dai Cittadini.
● un altro problema attuale risiede nel fatto che oggi si utilizza un modello delle spese difettoso: che è basato sulle tasse nella versione socialdemocratica (che sono pagate “a monte”, a prescindere dal fatto che servano a coprire spese già deliberate) il quale produce spese che in gran parte prescindono dalle reali necessità dei cittadini (i bisogni sono in questo caso individuati dall’alto con criteri ideologici e non da una effettiva analisi sul territorio). Si tratta di un sistema che produce spese spropositate rispetto ai risultati ottenuti (anche a causa della gestione burocratica del sistema); spese inutili (non mirate a soddisfare reali esigenze dei cittaidni) e sprechi (un intervento deliberato a livello locale, e monitorato dai cittadini costa una frazione di quella attuale). E quindi necessario, oltre a recuperare un sistema di spese partecipato dai cittadini, recuperare il tradizionale sistema di tassazione in quanto “colletta” mirata a finanziare spese già deliberate nello specifico.
In assenza di queste qualità di base, la Classe politica sarà sempre in grado di gestire a propria discrezione la politica delle spese (e quindi di definire arbitrariamente il livello di tassazione, fattore che è uno dei responsabili principali non solo della povertà, ma anche della disoccupazione).
La classe politica cambiando mentalità e ruolo, può accedere ad una nuova stagione di successi
Se si vuole avere successo in politica nella fase entrante di sviluppo della Democrazia è necessario assecondare il trend storico che oggi indica – per uscire poter uscire dalla crisi economica endemica della Democrazia europea e per ritrovare il consenso elettorale – la necessità di recuperare (almeno in gran parte) i Principi di funzionamento della Democrazia, per i quali i cittadini sono parte determinanti nelle azioni di government. Ovvero
il successo “politico” del prossimo futuro
si basa sulla capacità di attivare un processo che
ri-metta in mano ai Cittadini
il Government delle questioni del territorio locale.
In altre parole la Classe politica deve essere in grado di ridefinire le proprie strategie proponendosi come veicolo (in una dimensione di reale rappresentanza) di raccolta delle istanze dei cittadini. E favorire l’attivazione di nuovi strumenti di government partecipato.
Per i Politici il cambiamento verso una Democrazia partecipativa diviene un gratificante processo nel quale si opera su reali obiettivi di soddisfazione di bisogni dei Cittadini
Più nello specifico nel nuovo scenario i Politici opereranno nello sviluppare politiche che siano in accordo con il Fine della Democrazia: il miglioramento della la vita dei Cittadini. Si tratta di una nuova dimensione che fornirà ad essi gratificazioni molto differenti rispetto a quelle attuali: il nuovo modo di operare porterà i Politici a sviluppare una attività quotidiana realmente costruttiva di interrelazione con la base elettorale (i fruitori del loro operato) finalizzata all’attuazione di interventi progettuali sostanziali sul territorio. Essi non saranno più conosciuti non più come “funzionari di partito” (alieni rispetto alla vita reale del paese), ma saranno riconosciuti come creatori di opere e servizi sul territorio di importante utilità.
Teniamo conto del fatto che la prima generazioni di nuovi politici potrà godere della gratificazione di essere riconosciuta anche come iniziatrice del nuovo corso di Politica (e del processo di uscita dalla crisi economica delle Nazioni).
Nel nuovo percorso di Democrazia realmente demos-cratica il politico si trasforma, dal punto di vista professionale, da Professionista della politica in reale Professionista (imprenditore, consulente, ecc ..,) che opera per conto dei Cittadini.
Fondamentalmente nel nuovo scenario
l’attività politica si sposta da un livello Nazionale (parlamento)
ad un livello locale (Istituzioni governative partecipate)
Ossia
il Politico opera sostanzialmente nel suo “collegio elettorale”,
per sviluppare soluzioni ai bisogni sul territorio,
CON UNA MAGGIOR CONNESSIONE CON CITTADINI E IMPRESE.
Nel nuovo scenario le questioni da affrontare a livello nazione divengono quasi irrilevanti, poiché la grande maggioranza delle azioni (opere e servizi) vengono deliberate nel contesto specifico a cui esse appartengono (nel contesto nel quale vivono gli utilizzatori di tali opere e servizi).
Sono eccezione, probabilmente, le opere come le autostrade nazionali e le ferrovie; opere che sono per lo più già esistenti, che necessitano solo di una manutenzione la cui necessità (e la qualità dei lavori effettuati) può meglio essere individuata dagli utenti.
Ma in generale, in una Democrazia partecipata, opere e servizi inter-locali sono gestiti in modo collaborativo tra le amministrazioni locali (come nei casi di grandi ospedali, o di treni che colleghino due capoluoghi) con accordi (contratti) specifici (il livello sovra-locale viene gestito cioè in una sorta di amministrazione consortile, come in alcuni casi avviene già ora]). in questo modo anche per le “grandi opere” si hanno ottimali individuazione della necessità dell’intervento e monitoraggio del funzionamento dell’opera o servizio (grazie al fatto, che appunto, i cittadini che operano in un regime di amministrazione partecipata, possono verificare quotidianamente il funzionamento dell’opera).
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Nel nuovo contesto il Politico acquisirà quindi una sicurezza “di carriera “ che oggi è costantemente minacciata, all’interno del Partito da possibili scelte di opportunità slegate dagli effettivi meriti della persona. E più in generale, dalle continue azioni “moralizzatrici” di una magistratura orientata a bloccare, al di la delle regole, la politica dei partiti.
La nuova sicurezza si fonda, appunto, sulla popolarità acquisita presso i cittadini con il nuovo tipo di attività,che premia e protegge i Politici virtuosi.
I problemi divengono semplicemente – come un tempo – una opportunità per migliorare la vita sul territorio
E’ vero che inizialmente l’introduzione di un modello di Democrazia realmente partecipata può produrre risultati negativi (disorientamento, inefficienze, conflitti a livello locale, ecc …).
Ma tali problemi, nella tradizionale dimensione di responsabilizzane e di auto-organizzazione dei cittadini, sono efficacemente risolvibili.
E l’aspettativa di un reale miglioramento della vita assume un forte appeal per persone che oggi si sentono condannate a vita ad un regime di austerità.
Si deve tener conto che:
1) tali possibili problemi causati in un primo momento dalla nuova politica partecipata, in un momento di crisi profonda come quella attuale (inefficacia dei servizi, Leggi sempre più limitanti la libertà e la sicurezza individuale e la possibilità di operare per attivare attività professionali o imprenditoriali, ecc …), non sono in ogni caso problemi più gravi di quelli attualmente causati dalla Politica dei Partiti. Con la differenza che nel caso del nuovo corso di politica “dal basso” (con i nuovi strumenti di Government partecipato) i nuovi problemi possono essere efficacemente e rapidamente risolti.
Ciò perché laddove le persone sono realmente responsabilizzate, ovvero dove devono agire in prima persona per risolvere i propri problemi – come avviene ancora oggi nella Town USA, esse si danno da fare per risolverli nel modo migliore – i problemi sul territorio non sono più un qualcosa di “esterno”, di imponderabile. Ma, come avviene ancora nel libero Mercato, i problemi sono un qualcosa che contiene in sé il nocciolo della soluzione: ogni problema diviene una opportunità di comprendere meglio le modalità di government, e di migliorare l’organizzazione “politica” del sistema sociale.
2) in ogni caso la nuova dimensione di politica direttamente partecipata diviene una molto appetibile come alternativa all’austerità prospettata dalla politica attuale. Ossia
la nuova dimensione politica fornisce la prospettiva di un futuro migliore laddove oggi si vive in una situazione nella quale non ci si aspettano che nuovi problemi.
Nel nuovo scenario si passa dall’attuale “astratta” Politica dei Partiti ad una Politica per Progetti ideati dal basso: i cittadini sono automaticamente stimolati ad individuare problemi, o in generale possibilità di miglioramento dalla qualità della vita, ed a ideare soluzioni.
Ricordiamo che i cittadini, nella nuova dimensione hanno a disposizione un budget non indifferente, poiché essi possono, con i nuovi strumenti di amministrazione partecipata, “liberare” grosse somme di denaro oggi destinate a spese inutili – eliminare dalle tasse da loro pagate attualmente (ricordiamo anche che quella descritta non è altro che la prassi ordinaria per milioni di amministrazioni locali nel mondo.
In altre parole con la nuova Politica partecipata i cittadini possono rapidamente rendersi conto di come con la nuova forma di amministrazione locale essi possano, a livello locale ed ultra-locale (quartiere e vicinato), organizzarsi per migliorare la qualità della vita, dedicandosi ad una nuova dimensione conviviale di collaborazione nella gestione del territorio fatta, tra le altre cose, di amministrazione partecipata, corvée per molti “lavori pubblici” (come gestione dei parchi), volontariato (in recupero della tradizionale forma di associazionismo di volontariato) e “imprenditorialità sociale”3.
- (una previwew sono le fete di vicinato ..)
Perchè ciò è possibile? Le opportunità offerte dalla attuale situazione politico sociale (e dalle nuove tecnologie)
Per comprendere l’effettiva possibilità di realizzare uno nuovo corso di politica che ribalta sostanzialmente quello attuale, si deve pensare alle opportunitò offerte dal momento storico che stiamo vivendo:
● Da un lato vi è l’opportunità storica fornita dalla crisi delle politiche socialdemocratiche, con le quali la Classe politica sta mostrando in misura sempre maggiore i difetti della Social-democrazia: incapacità di organizzare servizi soddisfacenti, sviluppo di interessi personali e corruzione, ecc … Fenomeno che crea una situazione di insofferenza nella quale i cittadini (sempre meno) continuano a votare con sempre minore convinzione, o con voti di protesta (votando partiti minori con l’idea di punire i partiti tradizionali). Situazione nella quale i Cittadini non aspettano l’ora che qualcuno indichi loro una soluzione credibile.
● a ciò si aggiunge l’opportunità offerta dall’evoluzione delle tecnologie telematiche (Internet, Smart Phones, ecc …) che oggi permettono di realizzare forme di Democrazia partecipata decisamente migliori rispetto a quelle del passato. <vedi Iniziativa riforma dal Basso>
Perchè è possibile creare nuovi programmi di riforma credibili ed appetibili?
A proposito della credibilità dei nuovi programmi, è importante comprendere come la mancanza di una richiesta di cambiamento da parte dei cittadini sia causata da una mancata di una Cultura storica che porta a pensare che non vi siano effettive alternative alla situazione in atto (ciò a causa di decenni di “Educazione di Stato” socialdemocratica).
Oggi cioè i cittadini delle Social-democrazie non conoscono quasi nulla dell’effettiva esistenza di casi di successo di Democrazie dirette (o realmente partecipate) del presente o del passato (così come quasi nessuno sa che le Social-democrazie sono immancabilmente fallite nella storia della politica moderna).
Un recupero di una reale Cultura storica – anche per sommi capi – diviene quindi una via per rendere i cittadini consapevoli di quali siano i vantaggi del passaggio ad una dimensione di Democrazia partecipata.
Un altro fattore che rende comprensibile la possibilità di successo di una riforma verso una democrazia partecipata è la comprensione del fatto che già oggi, sfruttando al meglio la legislazione attuale, siano possibili già dall’immediato efficaci soluzioni di Democrazia partecipata e/o diretta. E di come ancora meglio si possa fare laddove, in una dimensione locale, le amministrazioni (Regioni e comuni) siano disposte produrre leggi e regolamenti locali in direzione del government partecipato (in attesa che si possa ottenere, sulla base dei successi ottenuti inizialmente a livello locale, nuove leggi nazionali).
( si tenga conto di alcuni fattori approfonditi in altri documenti: (1) se si portassero le tasse ad un livello “normale”, i cittadini verrebbero a trovarsi in tasca il denaro sufficiente per pagarsi tutte le assicurazioni private legate ai servizi del Welfare (2) i cittadini, in un contesto caratterizzato da una forte disoccupazione, vengono a godere di un notevole “tempo liberato” che essi possono dedicare, appunto, ad attività conviviali di utilità sociale sul territorio. )
La democrazia partecipativa è in realtà richiesta dalla UE già dagli anni ‘90
E’ determinante osservare come l’Unione europea già dai prima anni ‘90 abbia indicato, con una Direttiva ufficiale, la via per una reale partecipazione dei Cittadini al government come unico modo per risolvere la crisi delle Nazioni europee (crisi già presente a quei tempi). Definendo questa nuova modalità con il nome di Principio di Sussidiarietà.
Con il Principio di Sussidiarietà si definisce infatti che i Servizi che devono essere erogati ai Cittadini devono essere concepiti (e gestiti) il più vicino possibile all’utenza. Il che porta ad un ridimensionamento drastico della Politica dei partiti (sopratutto di quella sviluppata a livello nazionale)
Dal Sito del parlamento europeo: “La funzione generale del principio è quella di garantire una certa indipendenza ad un’autorità inferiore rispetto a un’istanza superiore, o a un potere locale rispetto a un potere centrale”4.
Wikipedia “La Sussidiarietà è, in linea di principio, una delle caratteristiche del Federalismo, laddove essa asserisce la supremazia dei Diritti delle parti sul tutto”.
Il progetto della Sussidiarietà è poi stata accantonato dalla Classe politica delle nazioni, per ovvie ragioni di opportunità. Ma rimane, in linea di principio, ancora in vigore (la Direttiva non è mai stata abrogata).
La nuova Democrazia partecipata diviene una contesto che va oltre la dimensione “politica”
Si deve inoltre tener conto che oggi la dimensione partecipata (o diretta, in dimensioni ultra-locali) della Democrazia può essere di molto migliorata rispetto alle precedenti esperienze grazie, come si è detto, alle nuove tecnologie (in particolare a quelle di telecomunicazione, ma anche ad altre tecnologie come quelle legate ai trasporti – si veda la brochure dei miei progetti legati alle Smart city).
Con questi nuovi strumenti possono non solo essere create nuove forme di partecipazione al government, ma anche le due forme di servizi che sono alla base della Democrazia reale: servizi privati “in parallelo” con quelli delle PA e forme di volontariato .(nuove forme di servizi che in realtà erano alla ase delle comunità tradizionali dell’uomo).
Per quanto riguarda i servizi privati in parallelo con quelli delle PA, si veda in altri punti.
Per quanto riguarda il volontariato, si recuperano forme di assistenzialità spontanea che la pretesa della Social-democrazia di avere il monopolio sulle attività assistenziali h portato all’estinzione.
COSA SI PROPONE CON L’INIZIATIVA RIFORMA DAL BASSO
Si propone quindi (nel prossimo capitolo) una radicale innovazione del Government della Democrazia europea (ossia del modo di fare politica). Sfruttando in ciò:
1) le esperienze negative, sociali e “politiche”, degli ultimi due secoli
2) le esperienze positive della “Politica partecipata/diretta dai cittadini” (delle quali oggi non si è più consapevoli).
3) le nuove tecnologie della telecomunicazione che permettono alle forme di Democrazia diretta o partecipata di fare un salto di qualità rispetto a quanto si è visto in passato.
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In questa direzione
si propone un sistema di government bottom-up fatto da una serie di soluzioni basate su strumenti (telematici e non) e di nuove metodologie (compatibili con le leggi attuali)5.
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Uno dei propositi del sistema proposto è, tra le altre cose, di preparare il terreno per
lo sviluppo di una via morbida
alla “trasformazione” della Social-democrazia.
Una via che permetta di canalizzare la crescente rabbia nei confronti di poteri totalitari opprimenti verso una direzione costruttiva (è sempre accaduto nella Storia che in momenti come quello attuale si siano praticate rivolte popolari violente con finalità distruttive – per passare solo in seguito ad una fase costruttiva).
Già si è assistito a primi accenni di rivolte, come quello dei “forconi”, o delle manifestazione di allevatori della Lega Nord. Eventi che non sono andati al di la di uno sfogo di rabbia, e quindi non sono potuti sfociare in nulla di costruttivo, proprio per il fatto che in essi mancava, di fondo, la effettiva possibilità di produrre una effettiva alterantiva alla situazione critica alla quale ci si opponeva).
Per tali ragioni con Iniziativa Riforma dal Basso si propone una trasformazione (radicale) verso una reale Democrazia (un Government partecipato o diretto) che avviene dal basso (dal locale, inizialmente dall’ultra-locale) in questo caso in modo costruttivo. Un precorso nel quale anche laddove le Istituzioni non permettano ai Cittadini di partecipare al government, si possano sviluppare, “in parallelo” con le attività delle PA, iniziative concrete “private” (opere e servizi pubblici).
Queste iniziative, che non possono in alcun modo essere bloccate da istituzioni locali o nazionali (Partiti, Sindacati, Magistratura, ecc …) ed internazionali (UE, FMI, ecc …) portando già nella primissime fati i cittadini a sviluppare, di tatto, attività costruttive, progettuali ed organizzative (in modalità di entrepreneurial government) che divengono il collante per unire i cittadini in “comunità” “politicamente” operative; e divengono quindi lo stimolo – una volta visti i risultati ottenuti – ad occuparsi in misura sempre maggiore del government, dell’amministrazione del territorio.
Si devono considerare le potenzialità di tali attività in quanto esempi virtuosi: si tratta di un fattore significativo per indurre il cambiamento, che è oggi è inibito dall’inconsapevolezza delle persone rispetto alle reali possibilità di perseguire alternative alla Social-democrazia. Tali attività non solo servono come strada di learning by doing per chi vi partecipa, ma divengono anche un “esempio vivente” per il resto della Nazione di come si possa migliorare – notevolmente – la Democrazia europea.
La riforma (radicale) della Democrazia europea definita in questo contesto rappresenta una sorta di Secessione morbida nella quale i cittadini, partendo da azioni costruttive, di Politica per progetti che parte dal piccolo, dal locale (dal privato”), iniziano un processo spontaneo di creazione di nuove istituzioni. Da un lato facendo perdere gradualmente il potere delle Istituzioni socialdemocratiche (dal punto di vista operativo, e da quello del consenso elettorale); e dall’altro creando istituzioni “parallele” di democrazia partecipata o diretta che pian piano divengono “ufficiali” (ovvero, pian piano si sostituiscono alle istituzioni preesistenti, guadagnando, attraverso un graduale processo di riforma dal basso, in legittimità).
( i vantaggi )
Si sottolinea il fatto che i propugnatori di un sistema come quello qui delineato – che asseconda gli attuali trend politico-sociali – si trovano ad essere storicamente i First mover del nuovo corso della politica. E che quindi potranno godere di tutti i vantaggi di tali posizione.
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Il sistema di strumenti e metodi di bottom-up Democracy definito in Iniziativa Riforma dal Basso – che si analizza nel prossimo capitolo – si basa su soluzioni di Progettazione partecipata ed Amministrazione partecipata (ed un ruolo importante lo ha lo strumento di Spending Review partecipata) che permettono ai Cittadini interagire più direttamente con la Pubblica Amministrazione. E sulla Citizen’s Generated Initiatives Open Platform: che permette ai cittadini di sviluppare una “amministrazione diretta alternativa” (indipendente dalle Istituzioni) per soddisfare direttamente i propri bisogni.
Ma vi sono altri strumenti che permettono una facile attivazione di iniziative di Active citizen meno legate all’ambito politico (come strumenti per l’attivazione e la gestione di attività di impreditoria sociale).
3] SINOSSI di IRDB
abstract
premesse
Vediamo quindi, settore per settore, quale è il problema specifico della Social-democrazia, e come si propone di risolverlo attraverso l’Iniziativa Riforma dal Basso.
la piscologia sociale che è alla base della Democrazia ..( ..)
Più in generale con Iniziativa Riforma dal Basso si propone quindi il recupero dei Principi di funzionamento della reale Democrazia, ovvero il ripristino di forme di amministrazione partecipata o diretta (a livello locale, o ultra-locale).
Ovvero i Principi su cui si fonda Iniziativa Riforma dal Basso sono quelli della Cultura tradizionale dell’uomo che ha imperato per millenni fino alla “rivoluzione” operata dalla rivoluzione illuminista dei Giacobini francesi di un paio di secoli or sono. Principi che sono alla base della Società spontanea dell’uomo che possono essere riassunti nella formula:
la Società funzionano solo laddove l’uomo vive in condizioni di Libertà/Responsabilità della propria vita.
In altre parole la Psicologia e la Storia dell’uomo ci mostrano che solo laddove vi sono state comunità umane nelle quali gli abitanti sono stati in grado di organizzare direttamente il loro territorio, si sono potute mantenere condizioni di vita soddisfacenti
Tali principi sono stati adottati dalle varie forme di Democrazia reale (quella dell’antica Atene, poi ripresa dalla Svizzera e dei padri fondatori degli Stati Uniti) in base a considerazioni di tipo storico e psicologico.
La Storia ci mostra infatti come le comunità umane che hanno realmente funzionato fino ad oggi si sono sempre basate sul principio di Libertà/responsabilità delle persone (principio indicato dalle Costituzioni moderne con il termine di Sovranità del cittadino).
E la Psicologia indica come le condizioni congiunte di Libertà di agire secondo le proprie intuizioni (ben inteso, senza interferire con la libertà di agire dell’altro), e la responsabilità delle alle proprie azioni, siano le uniche nelle quali le persone siano in grado di dare il meglio di sé alla comunità, con gran benefici per tutti.
In questo caso, dimostrano i risultati, si ha infatti lo sviluppo migliore delle singole capacità individuali dell’uomo (dei cosiddetti talenti personali), ed una autoregolazione spontanea degli atteggiamenti delle persone all’interno della comunità (quando le persone sono libere di agire, ma anche, contemporaneamente, sono responsabili delle proprie azioni, esse finiscono di comprendere quali siano i comportamenti socialmente scorretti che alla fine producono, per essi stessi, conseguenze collaterali negative).
Ovviamente il percorso necessario per mettere a punto questa condizione di autoregolazione spontanea della comunità umana (sostanzialmente dei cosiddetti Villaggi), dalla comparsa dell’uomo sulla terra (fino alla Rivoluzione francese), hanno sempre raggiunto questa condizione attraverso un percorso esperienziale cosparso di errori; ma alla fine, l’esperienza diretta dell’esistenza nella condizione di responsabilità di se stessi – con la possibilità di commettere errori – ha permesso alle persone di imparare ad autoregolarsi. E di dedicare il loro tempo allo scopo ultimo dell’uomo, che i Padri fondatori degli Stati Uniti avevano ancora bene in mente: la ricerca della felicità.
Mentre, di converso, laddove all’opposto vi sono stati dei “Governanti” che hanno indicato a dei “Governanti” cosa dovevano fare, si sono sempre sviluppate qualità negative sia dal lato dei Governanti, che hanno finito per interessarsi sempre di più alla soddisfazione dei propri interessi; sia dal lato dei Governati, che hanno finito per perdere di vista le proprie responsabilità nei confronti della comunità.
Il problema della Social-democrazia è che essa rappresenta una scorciatoia rispetto alla via tradizionale della messa a punto “dal basso” della comunità umana. Un’idea figlia delle Utopie dell’illuminismo, la quale non tiene conto della qualità psicologiche dell’essere umano, e produce quindi gli effetti “collaterali” negativi che vediamo oggi nella Democrazia europea: mancanza di interesse “compassionevole” per il prossimo, disaffezione per il “bene comune”, incapacità di badare a se stessi con la pretesa di essere supportati dalla culla alla tomba da altri, ecc ..
Dai principi della comunità tradizionale (o spontanea) dell’uomo sono stati poi derivate delle regole di “politica spontanea”6 – adottati con successo tutt’ora, ad esempio, nelle piccole Town di provincia in USA ed, in parte, dalla Svizzera – sono alla base anche Iniziativa Riforma dal Basso. In modalità, in questo caso, che costituiscono in qualche modo una certa innovazione, grazie alle opportunità offerte oggi dalle nuove tecnologie (ed in base considerazioni relative alle nuove esperienze storiche Politiche libertarie locali, come quelle delle “Private cities”, dell’entrepreneurial government, dell’homeschooling, ecc …).
Tali principi e regole sono applicati in IRDB con la consapevolezza che la via che essi permettono di intraprendere è destinata a sviluppare spontaneamente casi virtuosi di politica spontanea sul territorio i quali divengono un esempio per il resto della Nazione di come si possano cambiare le cose con successo le cose: ottenendo notevoli risparmi di spese, miglioramenti di servizi pubblici, ecc .. E che su tale via, quindi, raggiunta una massa critica sufficiente di iniziative di tal tipo, i cittadini possano esercitare pressioni sufficienti ad indurre le istituzioni a trasformare il quadro normativo relativo alle modalità di government verso una dimensione maggiormente partecipata. una nuova prospettiva .
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La Classe politica deve considerare che, per i suoi appartenenti che siano in grado di innovare la loro azione politica in direzione di una maggior attenzione verso i cittadini (come indicato da IRDB), si aprono, come illustrato in precedenza, nuove prospettive di successo.
di cosa si tratta
L’iniziativa si compone, sostanzialmente, di strumenti di interazione tra cittadini (e con le istituzioni) che permettono ad essi di organizzarsi in gruppi operativi sul territorio (“movimenti” finalizzati a scopi specifici, e non finalità ideologiche), e di dialogare in modo effettivo con le istituzioni attuali (Government, PA).
Le modalità definite in IRDB permettono infatti
ai cittadini così organizzati
di imporre, di fatto, alle istituzioni
forme di amministrazione partecipata.
Ciò avviene per il fatto che il successo dei nuovi servizi alternativi organizzati in modalità “privata” da lato mettono chiaramente in evidenza la grave inefficienza dei servizi istituzionali (indebolendo quindi il potere delle istituzioni), e contemporaneamente creano attorno alle nuove attività prodotte da queste forme di amministrazione “pubblica” dal basso un forte consenso dei cittadini che mette le istituzioni nella condizione di non poter non tener conto dell’esistenza di queste forme di amministrazione “pubblica” spontanea.
Per rendersi conto della crescita del consenso rispetto a “servizi pubblici” alternativi organizzati dai cittadini stessi, è sufficiente vedere la velocità di diffusione dell’Homescooling).
In altre parole, in tal modo si creano forme di amministrazione partecipata spontanea che, seppure sviluppate inizialmente in modo elementare, sono già di per sé forme di government partecipato (in tali contesti si prendono infatti decisioni che ora sono di competenza delle assemblee di government locale, come la regolamentazione della scuola o, in alcuni casi, delle aree della città – vedi i “Quartieri privati”). Dobbiamo considerare inoltre che queste iniziative creano, appunto, con il consenso acquisito, una forte pressione “politica” sulle istituzioni della Social-democrazia (ad esempio, la classe politica non può non tener conto delle nuove esigenze dei cittadini poiché sa che non sarebbe più confermata alle successive elezioni).
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Dobbiamo inoltre tener conto di altri vantaggi determinanti di questa nuova (ma antica) modalità di organizzare la vita sul territorio.
In primo luogo tale modalità di amministrazione spontanea dal basso è determinante per ricreare la precondizione di base per arrivare ad una reale Democrazia: la consapevolezza dell’esistenza di effettive alternative alla Social-democrazia (consapevolezza che è stata cancellata da decenni di Educazione di Stato). Ma anche per poter ripristinare la conoscenza “del fare” (le competenze ora demandate ad operatori specializzati).
In tal mondo si comincia inoltre a sollevare il sistema dei servizi del Welfare (la Pubblica Amministrazione) sia di una mole di spese inutili dovute a sovrabbondanza di personale (burocratico ed operativo), sia alle inefficienze dei servizi (organizzati dalle PA) causate dall’erroneità delle scelte effettuate dall’alto.
IL PERCORSO DI POLITICA 2.0
SVILUPPATO IN IRDB
■ precondizione: il ripristino delle pre-condizioni minime di Democrazia
La Democrazia si basa
sul principio della partecipazione dei cittadini,
e può unicamente essere riformata
con la partecipazione dei cittadini.
L’idea di base è quindi che per riformare la Democrazia europea sia necessario ripristinarne i Principi di base poichè, essendo la Democrazia un sistema scientifico (basato su criteri razionali), in assenza del Principio di funzionamento fondamentale, il Potere deliberativo dei cittadini – ovvero la capacità di partecipare effettivamente al government – tale sistema non funziona, e non può essere riformato7.
In sintesi, cioè, l’idea che sta alla base di IRDB è che sia necessario ripristinare, prima di ogni altra cosa, un reale sistema deliberativo: un sistema che veda i cittadini effettivamente partecipanti alle azioni deliberative di government (si noti che il potere deliberativo non si basa unicamente, per i cittadini, sulla possibilità dell’uso del Potere decisionale, ma anche sulla possibilità da parte di loro di individuare i bisogni da soddisfare, di progettare le soluzioni ai problemi sociali e di monitorare il funzionamento dei servizi).
Ciò significa che, per effettuare una reale riforma della Democrazia europea è necessario ripristinare in primo luogo i due livelli di funzionamento di base della Democrazia, che risiedono nei due livelli di:
- reale rappresentanza: vedi gli strumenti indicati in IRDB (definiti come “Rappresentanza partecipata”) che permettono agli elettori – per lo meno a livello locale – di interagire in modo effettivo con i loro rappresentanti.
- reale partecipazione: attraverso l’introduzione di istituzioni di government ed amministrazioni partecipativa che abbiano un reale potere decisionale (e che permettano una ridistribuzione del potere un verso la dimensione locale). A questo proposito si è detto di quanto le nuove iniziative “private” previste in IRDB siano già, di per sé, forme di government partecipato.
Solo una volta che siano ripristinati questi due livelli di democraticità è possibile intraprendere un reale percorso di riforme della Democrazia europea (percorso che a tal punto potrà avvenire spontaneamente dal basso, dal Demos).
la Filosofia alla base di IRDB
Reale rappresentanza e reale partecipazione portano quindi la Democrazia (Demos-crazia) alla sua dimensione originaria di Potere decisionale e di responsabilità delle decisioni del Demos, dei Cittadino. Che è, di fatto, quella dimensione nella quale i cittadini sono nella effettiva la possibilità di migliorare le loro condizioni di vita.
Ciò avviene perché in tale dimensione i cittadini sono costretti a responsabilizzarsi, ad interessarsi effettivamente all’organizzazione delle cose sul loro territorio (è ciò che avviene ancora oggi nelle piccole cittadine di provincia negli USA): in tale situazione i cittadini cominciano a rendersi conto di come si possa utilizzare molto meglio il denaro da essi ora speso in tasse (risparmiando quindi, tra le altre cose, una parte notevole del loro denaro), e di come si possano creare servizi ed opere pubbliche migliori di quelli attuali, ecc …
Inoltre, ponendo il cittadino nella condizione di libertà (responsabilità) di decidere a proposito dell’organizzazione del territorio sul quale vive, si recuperano altre qualità dell’individuo in quanto ad essere sociale: le competenze relative alla capacità di organizzare la propria comunità, oggi perdute in decenni di vita all’interno del sistema che pretende di occuparsi di loro dalla culla alla tomba. E si recuperano le capacità del “fare”: del come fare a risolvere i problemi (a progettare gli interventi nell’ambiente in cui si vive).
■ i problemi specifici da affrontare
In sintesi, i problemi “politici” (sociali) da affrontare oggi sono:
1) a monte, come si è detto, si tratta di recuperare la possibilità per i cittadini di avere voce in capitolo nelle questioni di government. Ovvero oggi è necessaria in primo luogo una riforma della rappresentatività, in attesa che il percorso di riforma raggiunga una fase di maturità che permetta di sviluppare nuovi strumenti di government partecipato e diretto.
► La piattaforma IRDB prevede strumenti come Rappresentanza 2.0 (“Rappresentanza partecipata”), e strumenti di Amministrazione e Progettazione partecipata. <vedi documenti “Rappresentanza 2.0” e ….>
2) risolvendo tale questione a monte, si potrà quindi risolvere il problema di fondo che oggi crea la povertà dell’intera nazione: le spese inutili. Questo ultimo punto è molto importante perché le tasse (che in gran parte vanno a coprire tali spese inutili) oggi tolgono risorse ai cittadini (denaro) che potrebbero essere appunto investite in servizi alternativi “privati”.
Oggi per molte famiglie è impossibile affrontare spese per servizi alternativi (“privati”) poiché esse devono comunque continuare a pagare anche la porzione di tasse relative ai servizi di Stato di cui essi non usufruirebbero più. Come nei casi delle l’assicurazione di stato (mutua, malattia), la scuola, ecc …
Si noti come in molti casi il fatto di non poter essere esentati dalle “tariffe obbligatorie” rende impossibile correggere alcuni problemi prodotti dalla “Civiltà socialdemocratica”: ad esempio, dovendo pagare tutti la tassa fissa per la raccolta delle immondizie, non si è incentiva certo a non produrre rifiuti (se invece la tassa fosse proporzionata ai rifiuti prodotti, si avrebbe una reponsabile delle persone, ed una minor produzione di rifiuti).
► La piattaforma IRDB prevede strumenti come Spending Review partecipata, il quale permette ai cittadini di effettuare una analisi dettagliata delle spese sul proprio territorio, per valutare la possibile inutilità di esse (tale strumento ai cittadini di intervenire nel processo decisionale delle PA; e, con l’integrazione con gli strumenti di Progettazione partecipata, permette ad essi di progettare alternative a servizi ed opere deliberate dalle PA).
Solo una volta che saranno risolti tali due problemi a monte – effettivo potere decisionale e riduzione delle spese inutili – i cittadini avranno un effettivo potere di cambiare le cose: ovvero essi avranno possibilità di praticare effettive riforme modificando (anche se molto gradualmente) le regole in una direzione che permetta la creazione di servizi alternativi a quelli gestiti dalle PA; e, avendo più soldi in tasca – risparmiati sulle tasse – essi potranno ricorrere a servizi alternativi a quelli di Stato.
Ovvero solo allora sarà possibile risolvere gli altri grandi problemi della Social-democrazia:
3) inefficienza dei servizi pubblici (creando, come si è detto, nuovi servizi “in parallelo” a quelli delle PA).
► IRDB offre una Citizen’s Initiatives Open Platform che permette ai cittadini di sviluppare iniziative “private” in alternativa ai Servizi pubblici.
4) corruzione – imponendo, obbligando le istituzioni ad applicare le leggi già esistenti, come quella della trasparenza dei processi amministrativi e burocratici.
► La piattaforma IRDB prevede anche il supporto di iniziative come le Class action.
5) disinformazione – uno dei problemi di base della Democrazia europea, che ne impediscono una reale riforma.
► IRDB offre una serie si strumenti per sviluppare una efficace “informazione dal basso”, anche con Web TV concorrenziali con quelle broadcast (le quali possono permettere, ad esempio, di creare dibattiti aperti anche a chi segue “la trasmissione” da casa propria).
7) educazione: alla base dell’inconsapevolezza dei cittadini rispetto tanto all’intrinseca fallimentarietà della Social-demcorazia e della effettiva possibilità di cambaiare le cose è l’Educaione di Stato impartita secondo i dettami dell’Egemonia culturale.
► La Piattaforma IRDB offre strumenti dedicati all’organizzazione dal basso di forme di educazione alternative a quelle istituzionali.
STRUMENTI ED AREE DI INTERVENTO
Con IRDB si definisce quindi un percorso per arrivare alla Democrazia partecipativa che parte proprio da una azione Politica partecipativa.
In sintesi, la via per riformare la Democrazia non può non passare, per definizione, per una diretta partecipazione dei cittadini alle azioni di riforma. E, perchè vi sia possibile conseguire effettivi risultati in tale modalità, è necessario che i cittadini recuperino:
1) la consapevolezza dell’esistenza di alternative alla Social-democrazia effettivamente funzionanti; e, a monte, la consapevolezza che la Social-democrazia è intrinsecamente fallimentare.
2) la capacità di essi di organizzarsi direttamente in attività di soluzione dei problemi sul territorio: la capacità “imprenditoriale” di ideare, creare e gestire (per lo meno in modalità partecipata con le PA) nuovi servizi di pubblica utilità.
Si tratta perciò di mettere a disposizione dei cittadini strumenti che permettano ad essi di recuperare (1) la consapevolezza della necessità e (e della reale possibilità) di cambiare. E quindi di recuperare (2) le conoscenze operative tipiche degli abitanti della comunità tradizionali, oggi perduta dopo due secoli di egemonia culturale prodotta dalla Social-democrazia (il saper risolvere in prima persona i problemi della propria comunità).
In IRDB possibile recuperare queste due qualità attraverso:
(1) strumenti di Social networking di nuova generazione, che permettano ai cittadini di creare canali di “contro-informazione”, e di (ri)creare una cultura basata sul tradizionale principio di Libertà/Responsabilità delle persone.
(2) strumenti che permettano ai cittadini di sviluppare, da subito, politiche sul territorio in modo indipendente dalle Istituzioni (in parallelo con esse).
Questi strumenti portano i cittadini in una dimensione di learning by doing: sia per il fatto che il mettere mano nelle questioni amministrative del territorio aumenta in essi la consapevolezza della necessità di cambiare molti aspetti della Social-democrazia; sia perché in questo modo essi recuperano la conoscenza del “fare” (del gestire in prima persona i vari aspetti organizzativi del territorio).
LO SVILUPPO STEP PER STEP DI IRDB
Iniziativa Riforma dal Basso nasce per permettere di sviluppare, in modo graduale, le qualità sopra esposte attraverso i seguenti strumenti.
(1) CONSAPEVOLEZZA (strumenti di consapevolezza critica)
A questo livello Iniziativa Riforma dal Basso offre la piattaforma Citizen’s Initiatives Open Platform, (CIOP) un Social Network di nuova generazione (che rappresentano una importante innovazione rispetto ai “Social” attuali) il quale permette, con procedure estremamente semplici (“a prova di massaia”), di creare e gestire canali di informazione totalmente “dal basso”.
Questo livello costituisce un primo livello di coinvolgimento dei cittadini, ed è dedicato, sostanzialmente, alle due attività:
● canali media User Content Generated che offrono tutti gli strumenti (utilizzabili da utennti tecno-analfabeti) necessari ad una redazione di Online Newspaper, WebTV e WebRadio.
Tra le funzioni: dibattiti online (con Video), convegni e seminari online.
● attività di analisi critica dove l’informazione User Generated diviene attività “politica” (non in senso non attuale, ma di attività spontanea “non-partitica”). Le analisi sviluppate in questo contesto (alle quali possono aggregarsi esperti delle specifiche materie affrontate) possono portare allo sviluppo di “Movimenti spontanei” focalizzati su questioni specifiche (una parte della piattaforma è dedicata all’organizzazione di tali movimenti).
Tra le funzioni: sondaggi, raccolta firme, Class action (verso PA e verso il Mercato)
Gli strumenti principali in questo settore sono:
● Mappa dei problemi sul territorio, un ramo del Social Network CIOP dove è possibile definire la mappa delle cose che non vanno sul territorio, creata grazie alle segnalazioni dei cittadini (anche attraverso SmartPhone e Tablet). Tali informazioni sono ben documentate (anche con foto, filmati), e origine di dibattiti online – sono pubblicate sotto forma di mappe, statistiche grafiche, servizi di WebTV, ecc …
Le informazioni sono organizzate per categorie (le branche della Amministrazione istituzionale: sicurezza, educazione, ecc … ) e diventano un luogo di discussione (Open Debate) nel quale i cittadini possono rendersi conto dei gravi problemi che li interessano direttamente sul territorio specifico.
Lo strumento, prevalentemente di “contro-informazione”, permette di trasformare l’azione critica rispetto ad un problema specifico in azione costruttiva (proposte di soluzioni), poichè esso è integrato con altri strumenti di Progettazione partecipata descritti in seguito.
● Spending Review Partecipata è un altro strumento che permette ai cittadini di farsi una idea sempre più circostanziata dei problemi che affliggono la Social-democrazia. Si tratta di una analisi dei costi sostenuti dalle P.A. (delle singole Opere pubbliche, i cui dati sono oggi resi disponibili da parte delle PA). Per ogni opera (per ogni spesa) i cittadini possono, riuniti in team specifici composti anche da esperti, analizzare i dettagli, e sollevare obiezioni circostanziate.
E’ uno strumento più vicino ad una attività di government rispetto al precedente poiché, di fatto, qui i cittadini, in parallelo rispetto alle istituzioni, cominciano a studiare il problema nello specifico (inefficacia dei servizi, spese inutili, ecc …), ed a concepire soluzioni alterantive – lo strumento prevede, appunto, possibilità per i cittadini di organizzarsi in gruppi (ad esempio esperti “volontari” in varie discipline).
E’ uno strumento di “politica dal basso” molto efficace, poiché divulgando (attraverso i Citizen Media organizzati sulla piattaforma) i risultati della analisi, permette di effettuare una forte pressione sulle PA (è possibile chiedere varianti, o arrivare a bloccare i lavori). Le azioni sono più efficaci quando le analisi si sviluppano su lavori in progetto (con i cantieri non ancora aperti),
(2) GOVERNMENT PARTECIPATO ed entrepreneurial government
Citizen’s Initiatives Open Platform, (CIOP) è una piattaforma che, oltre ad ospitare gli strumenti precedenti (canali di informazione “critica”), permette al cittadino comune (anche tecno-analfabeta) di organizzare in modo estremamente semplice ed efficace Iniziative di politica “dal basso”.
Su CIOP l’attività politica dal basso (partecipata o diretta) può essere sviluppata su due livelli:
- con una modalità di partecipazione dei cittadini al Government istituzionale, che permettere ai cittadini di accedere al dibattito politico “esecutivo”, contrastando le Politiche istituzionali, monitorando le attività delle istituzioni politiche ed amministrative, suggerendo e progettando servizi ed opere pubbliche alternative – in questo modo i cittadini accrescono la consapevolezza delle potenzialità della loro partecipazione ai processi decisionali delle istituzioni.
- con la gestione in privato di servizi ed opere di pubblica utilità (“in parallelo” rispetto a quelli istituzionali).
Alcuni degli strumenti offerti a tal proposito dalla piattaforma CIOP:
- government partecipato
Vi sono più modalità di partecipazione: con attività di “politica” (una Politica dei cittadini che si integra con quella istituzionale), e con attività amministrative (amministrazione e progettazione partecipata).
- con Rappresentanza partecipata: nel progetto Rappresentanza 2.0 si definisce una nuova modalità di rappresentanza che permette ai Cittadini interagire, in tempo reale, con il loro rappresentante eletto.
- amministrazione partecipata: vedi, tra gli altri, il progetto “Urbanistica partecipata” (si prevede una interfaccia specifica per le Istituzioni).
- ENTREPRENEURIAL GOVERNMENT
Una sezione della Citizen’s Initiatives Open Platform offre strumenti per la progettazione, la creazione e la gestione di servizi “dei Cittadini per i Cittadini”: servizi a gestione “privata”, indipendenti dalle Istituzioni.
Vi sono funzionalità accessorie come: gestione lavoro di volontariato, donazioni, ecc
la gestione facilitata di movimenti politici
Una aspetto particolarmente interessante di Iniziativa Riforma dal Basso è la possibilità di creare e gestire in modo ottimale, attorno a “cause” specifiche, veri e propri “micro-movimenti”: si pensi a movimenti locali con propositi specifici (legati al territorio), e a movimenti tematici su scala nazionale (ad esempio, con il proposito di indire un referendum: in questo caso gli strumenti della piattaforma permettono, tra le altre cose, di effettuare una raccolta online di firme che è già in qualche modo certificata, e che può comunque essere trasformata rapidamente in firme effettive “su carta”).
Questi movimenti hanno a disposizione sulla piattaforma strumenti che permettono agli aderenti di organizzare ogni aspetto della loro organizzazione (si consideri che il sistema può permettere ad un Movimento a livello nazionale già esistente di rendere efficiente la sua struttura, e di poter svolgere un processo di engagement molto efficace).
Una parte dell’interfaccia di questa sezione è dedicata alle Associazioni di Consumatori esistenti.VERSO la DEMOCRAZIA 2.0
una riforma radicale delle Democrazia europea verso una democrazia che riporti il government alla dimensione della reale Democrazia
[1] ANALISI
DELLA SITUAZIONE POLITICO-SOCIALE ATTUALE
[1A] PREAMBOLO:
IL FALLIMNETO DELLE POLITICHE ATTUALI
Come sempre nella Storia avvengono dei cambiamenti sociali che sono seguiti da parte di chi governa la società con un ritardo che provoca non pochi problemi tanto ai governati ed quanto ai governanti.
In questo documento si analizzano questi problemi, ed i trend che dovrebbero essere assecondati ma dei quali non si tiene conto (si individuano, tra le altre cose, i vantaggi di cui possono godere gli operatori del mondo della Politica che li assecondano).
Successivamente si individuano possibili strumenti (piattaforma online, nuove metodologie per i nuovi processi di government, ecc …) che possono fare un salto di qualità alla politica di un sistema democratico.
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Analizzando la situazione economica e politica dell’Europa (Social-democrazia), emerge per l’appunto la singolare situazione di un contesto politico-sociale che è fallito nei suoi propositi, nel quale chi governa si ostina a proseguire in una direzione che si è già chiaramente rivelata fallimentare. Producendo in questo modo sempre maggiori danni a sè (la Classe politica) ed agli altri (i Cittadini).
Il fallimento della Democrazia europea è inequivocabile se si analizza quest’ultima nel suo proposito di base: il benessere economico della nazione. Ovvero
oggi la Democrazia europea non è più in grado di garantire minimi livelli di sopravvivenza (sicurezza fisica ed economica, ecc…)
Oggi si è minacciati per quando riguarda: la salute (ii Sistema sanitario è, per quantità di vittime, il secondo responsabile delle morti nella nostra Società), il proprio sostentamento (ritorna lo spettro della povertà, e si delinea il fallimento del sistema pensionistico), l’incolumità fisica (delinquenza comune, terrorismo), la Pace ( la situazione internazionale è sempre più grave), l’ambiente (disastro climatico).
Sempre più Nazioni dimostrano di essere in bancarotta. E quelle che ancora si salvano (sebbene comincino comunque a sentire alcun effetti della crisi), ovvero Germania e Francia, lo fanno a scapito degli altri paesi. E la Nazione che si tiene fuori dalla crisi è la Gran Bretagna, che, appunto, non ha adottato pienamente il modello della Social-democrazia europea.
Per comprendere la gravità della attuale situazione dobbiamo i seguenti fattori che stanno alla base della attuale crisi della Democrazia europea:
● si tratta di una condizione cronica. La cronicità della situazione emerge dalla assenza di progetti ”politici” per superare l’attuale situazione di crisi: gli “esperti” a livello governativo non sono in grado di proporre ricette per la soluzione delle crisi economiche della nazioni, ma si limitano ad affermare di avere speranze in una (non rapida) soluzione degli attuali problemi economici delle nazioni (e le Nazioni che non sono ancora pienamente colpite dalla crisi, vivono “prelevando” ricchezza dai paesi più deboli).
● come vedremo più avanti, vi è inoltre il problema dell’endemicità della crisi: è la stessa Democrazia europea a produrre i suoi problemi: è proprio l’impostazione teoria della Social-democrazia a produrre gli attuali problemi di povertà ed inefficienza dei servizi.
L’endemicità della crisi emerge, tra le altre cose, da una lettura obiettiva dei dati statistici che riguardano le nazioni che hanno adottato il modello Social-democratico: i grafici dimostrano come tale modello non abbia mai (in nessun caso) funzionato, nel senso che, leggendo tali dati emerge come in essi il modello socialdemocratico abbia puntualmente portato la nazione ad un punto in cui è stato necessario ripristinare la Democrazia reale (della “libera iniziativa” da parte dei cittadini). Si noti che ciò vale anche per ciò che riguarda Stati considerati come esemplari (come la Svezia).
L’aspetto paradossale della questione è che nonostante si sia ampiamente dimostrato, in modo assolutamente scientifico, che la Social-democrazia è afflitta da questo difetto di fabbrica, in Europa si insista nell’applicare i metodi che hanno portato le Nazioni a questa crisi profonda8. Strategia che produce gravi danni non solo alle Nazioni (ai cittadini), ma che mette in difficoltà la stessa classe politica che applica tali metodologie9. Classe politica che sopravvive – con difficoltà – solo laddove ha completamente in mano media e magistratura che coprono gli “escamotage” sviluppati per rattoppare, al di fuori delle regole democratiche, i danni prodotti in precedenza, e per mascherare la gravità della reale situazione.
L’aspetto paradossale per i Politici è che essi, in ogni caso, vivono in una condizione di pesante incertezza a proposito del loro futuro, sapendo che presto o magistratura e media li renderanno protagonisti di prossimi a scandali mediatici; o nuovi movimenti popolari sottrarranno ad essi il supporto elettorale esautorandoli dalla loro posizione di potere.
● COSA STA ACCADENDO
ALLA DEMOCRAZIA EUROPEA?
Il problema di fondo è nessuno si chiede il perché della crisi. Ossia nessuno cerca di comprendere quali siano le cause alla base della crisi, per poter intervenire su di essa in modalità razionali.
Quindi, cosa sta accadendo?
( cosa è la Democrazia )
Come deve essere per ogni analisi razionale, è necessario osservare in primo luogo le caratteristiche del contesto in cui si sono verificate i problemi per comprenderne meglio i meccanismi di funzionamento.
In questo caso è necessario comprendere come la Democrazia fosse in origine una alternativa ai dispotismi che governavano le persone “dall’alto” (forma di governo, quest’ultima, che consiste nello sviluppo di un interesse personale dei governanti, o ideologico o meramente dettato da avidità).
Ovvero come la Democrazia sia nata come nuova forma di governo in grado di eliminare i problemi che con il tempo i dispotismi producevano a livello sociale; e di conseguenza ai “governanti” stessi, che si ritrovavano puntualmente ad aver a che fare con una popolazione sempre più pericolosamente ostile a causa, appunto, di condizioni di vita nel paese estremamente disagiate (le condizioni che caratterizzano oggi la società europea): povertà, insicurezza sociale, ecc …
La Democrazia nasce cioè da un processo inventivo razionale dell’uomo, il quale dopo aver osservato la storia delle comunità umane, ha scoperto che qualsiasi forma di “società” umana (dal circolo privato alla Comunità sociale territoriale) ha sempre funzionato (in quanto a soddisfazione dei bisogni delle persone) solo quando le persone sono state in grado di essere responsabilità di se stesse.
Allo stesso modo tali osservazioni avevano appunto rivelato come, di contro, i casi in cui le comunità dell’uomo sono state governate dall’alto – da persone che agivano dall’alto imponendo agli abitanti le loro scelte – si sono sempre prodotti, appunto, problemi sociali citati in precedenza.
In linguaggio più tecnico,
l’uomo ha creato,
per risolvere i problemi prodotti da sistemi di government “dall’alto”,
un sistema, la Democrazia,
che si basa sulla partecipazione diretta dei cittadini
all’individuazione e alla soddisfazione dei loro bisogni
(concetto che è nelle Costituzioni europee è espresso con la formula del “Cittadino sovrano”).
Da queste premesse deriva una caratteristica fondamentale della Democrazia, che rende fallimentare (nel lungo periodo) l’applicazione di un government dall’alto come quello che è oggi in auge nella Democrazia europea: i Governanti sono in qualche modo dipendenti dal consenso elettorale dei cittadini.
Per quanto si cerchi di aggirare tale principio di funzionamento – come è accaduto, ad esempio, nel caso del Governo italiano Napolitano/Monti/Renzi – alla fine dei conti i governanti, per quanto protetti dai media, staccatisi dalla vita reale del paese, finiscono per ridurre la Nazione (le persone) ad un tale grado di disperazione che alla fine i cittadini fanno mancare ad essi il consenso elettorale (il fatto è che, anche se il Governo si ostina a non indire regolari elezioni per il Parlamento, esso non è in grado di sospendere le elezioni amministrative locali – me quelle Europee).
Il che ci porta al punto:
in Democrazia non è possibile – per lungo tempo – pensare che si possa governare la gente (anche in buona fede) con “buone idee” dall’alto
(si noti che in tale approccio vi è comunque, che si veda la cosa da Destra o da Sinistra, la presunzione di essere “antropologicamente superiori”).
Il problema di fondo della Social-democrazia europea
Per ritornare alla domanda, quale è il problema di fondo che ha prodotto una crisi della Democrazia europea (drastica caduta della qualità della vita e fallimento economico degli Stati) che, come è emerso negli ultimi decenni, la Casse politica non è più in grado di risolvere, l problema di fondo di cui sembra non ci si renda conto è che
la Democrazia europea, per inseguire dogmi ideologici
(Socialismo-democratico),
ha abbandonato il suo modello fondamentale per divenire una pseudo-democrazia che, non tenendo più conto dei suoi Principi di funzionamento,
non è più “tecnicamente” in grado di funzionare in modo corretto.
Ovvero il problema di fondo attuale è la mancanza di consapevolezza del fatto che la Democrazia europea ha adottato un nuovo modello radicalmente in contrasto con quello della Democrazia reale. Un nuovo modello che è afflitto da un difetto di fabbrica che risulta essere fatale: produce “danni collaterali” che il sistema non è in grado di correggere (e che, con il tempo, come sta accadendo, affossano sempre più le Nazioni in una crisi sempre più profonda).
Non si tratta di una considerazione “politica” o morale, ma di una analisi scientifica (razionale) del metodo applicato oggi nella Democrazia-europea: dal punto di vista scientifico (“tecnico”) un sistema può funzionare solo quando segue i principi di funzionamento per i quali esso è stato concepito. Altrimenti esso comincia a produrre risultati non previsti (danni collaterali), che nel tempo portano ad una implosione del sistema.
In ultima analisi, per quanto riguarda la crisi della Democrazia europea, il problema è che per lungo tempo si è proceduto non rispettando il principio di funzionamento cardine della Democrazia, la reale partecipazione dei Cittadini al government. Ovvero da troppo tempo non si è tenuto conto che
la Democrazia non può prescindere
da una reale partecipazione dei Cittadini all’individuazione e alla soddisfazione di bisogni della collettività.
Il fatto è che, appunto, una vera dittatura può funzionare un government dall’alto. Ma una Democrazia no (non nel lungo periodo).
Un esempio: in una vera dittatura, come è quella del Socialismo reale, si impedisce alle risorse produttive (professionisti, aziende) di migrare all’estero (vedi il muro caso della Cortina di ferro, o del Muro di Berlino). Ma laddove non riesca ad impedire questa “fuga dal regime” il government impositivo della Social-democrazia finisce per indebolire la nazione, poiché in seguito alle strategie di “regolazione” della Social-democrazia le risorse produttive migrano all’estero. Da questo punto di vista la Social-democrazia, rispetto al Socialismo reale, presenta questo punto debole che la porta inevitabilmente al fallimento a causa della perdita del suo motore interno di produzione di ricchezza.
Lo stesso problema esiste, ad esempio, per la questione della disoccupazione: laddove, come è nel Socialismo reale, le aziende sono controllate direttamente dallo Stato, è possibile fare in modo che le aziende assicurino lavoro per tutti. Ma poiché nella Social democrazia le aziende sono ancora libere di non assumere, il tentativo di porre regole rigide al mercato del lavoro (stipendio minimo, difficoltà di licenziamento, ecc…) porta inevitabilmente alla diminuzione delle assunzioni.
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In sintesi ciò che porta al fallimento nella (pseudo) Democrazia caratterizzata dal governare dall’alto, e la caratteristica di questa di produrre sempre e comunque un circolo vizioso che porta all’implosione del sistema (ciò accade per quanto i governanti possano essere in buona fede). Ciò è dovuto, tra le altre cose, tra gli altri, ai seguenti fattori: ● il pervenire ad un governare staccato dalla realtà dei bisogni delle persone (cosa che comporta malcontento e necessità di intervenire con sempre maggiori spese) ● la necessità (comprensibile) per i Governanti (i Politici) in primo luogo di muoversi per supportare il proprio partito, cosa che porta a chiedere sempre più denaro ai contribuenti (per finanziare lavori non-così-utili), o peggio (tangenti).
A peggiorare la situazione avviene che, con l’insistere nel governare le persone “dall’alto”, si perviene, da parte dei cittadini, ad una condizione di disinteresse nei confronti delle questioni relative al territorio (e alla politica), ed una richiesta di sempre maggior “assistenza” (i cittadini si abituano a farsi servire dalla culla alla morte da strutture pubbliche). Fattori che peggiorano le condizioni critiche citate in precedenza (sovraccarico ed inefficacia dei servizi, aumento delle spese, sempre maggior allontanamento dei politici dalla vita reale dei cittadini e sempre più concentrata sui propri interessi, ecc …).
la Democrazia come luogo di esercizio della legge di Domanda ed Offerta
Analizzando la questione da un altro punto di vista (più “moderno”),
la Democrazia è un sistema nel quale vi sono una Domanda
(richiesta di soddisfazione di bisogni),
ed una Offerta
(l’offerta dei servizi da parte dei governanti).
Oggi si è perso il senso delle modalità di funzionamento di un sistema che sia in grado di produrre una Offerta che sia realmente in grado di soddisfare la Domanda.
Ovvero l’Offerta – chi governa – non è più minimamente in grado di prendere in considerazione la Domanda reale (i reali bisogni della Società, delle persone). Ciò è dovuto al fatto che oggi i Governanti vivono in una dimensione astratta nella quale essi agiscono in base a “teorie” (ideologie) perdendo di vista la dimensione della vita reale delle persone.
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Questo approccio, paradossalmente, non solo peggiora sempre più la vita dei Cittadini, ma crea un danno alla stessa classe politica, la quale finisce per vivere in una dimensione di continua incertezza, nella quale i Politici devono fare sempre maggiori sforzi per conservare la loro poltrona (effettuando sempre maggiori compromessi rispetto alle loro idee); e vivere nel timore che emergano (a causa di media e magistratura) le “impurità” della azioni commesse.
Ovvero, procedendo l’Offerta in questa dimensione scollegata con la realtà effettiva (con la Domanda di bisogni da soddisfare) si produce una condizione di crisi sempre più profonda nella quale la Classe politica, presa dal panico, rimuove i suoi problemi, e continua a scavarsi la fossa da sola.
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La domanda che dovremmo porci è: perché sta accadendo questa situazione paradossale?
Ossia quale è il problema di fondo che ha prodotto, e mantiene in vita, questa situazione? Perché i Politici non sono in grado di rilevare l’erroneità delle loro strategie?
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Ponendo che la classe politica attuale sia massimamente onesta, ovvero totalmente interessata a fare il proprio lavoro (a soddisfare i bisogni sociali, ovvero i bisogni dei concittadini), il problema è che negli ultimi decenni si è creata una situazione di sempre maggior autonomia dei Governanti rispetto ai cittadini, cosa che apparentemente fornisce il gran vantaggio alla Classe politica di avere una gran libertà di manovra. Ma che, appunto, di fatto pone i Politici in una condizione di totale incapacità di rilevare tanto le reali necessità del Paese, quanto i loro errori.
A peggiorare le cose, procedendo su tale strada, si è creata una selezione di Politici (e di funzionari burocratici) basata su criteri opposti a quelli tradizionali, a causa della quale si sono perdute per strada gli individui migliori (quelli maggiormente in grado di operare in contatto con la realtà; e più onesti). Si è cioè attuata una forma di meritocrazia al contrario che ha finito per creare una Classe politica fatta per lo più di persone dalla fede cieca nelle ideologie, o da interessi personali, che lascia da parte gli interessi dei cittadini (e della Nazione).
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Si noti che
la situazione attuale della Social-democrazia europea non è molto dissimile da quella della Monarchia francese del ‘700, che essendo incapace di risolvere i problemi sociali da essa stessa prodotti, ha creato le condizioni per la sua rovinosa caduta (con rivolta popolare della Rivoluzione).
Perché i politici non comprendono le possibili conseguenze positive (per loro) del cambiamento
- è un messaggio per i politci
(1° appello a Politici)
Uno dei fattori che porta al perdurare della crisi è il timore del cambiamento da parte della Classe politica.
In gran parte questo timore è giustificato poiché il venire meno della Democrazia nella sua forma attuale produce effettivamente un ricambio di Politici. Ma ciò che oggi sembra non si sia in grado di comprendere è il fatto che
i politici che sapranno rigenerarsi aderendo alla nuova tendenza storica (che indica la necessità di recupero di una reale partecipazione dei cittadini al government) potranno godere di soddisfazioni molto più profonde di quelle godute ora.
Come vedremo più avanti, il riconvertirsi del Politico ad una nuova dimensione compatibile con questo nuovo trend storico, significa per esso assumere una dimensione maggiormente “popolare” sia nel senso di maggior vicinanza agli elettori per tutto il mandato, sia in quanto maggior riconoscimento della sua personali qualità (nelle azioni concertate con gli elettori da lui stesso direttamente supportate).
Il fatto è che nella Politica 2.0 i Politici opereranno per la maggior parte del tempo all’interno del loro collegio elettorale a contatto con gli elettori e con le nuove Istituzioni di Amministrazione e Government partecipato (in un contesto di reale Democrazia, il cui modello è stato adottato dalle Town di provincia USA, le questioni a livello nazionale divengono molte di meno).
● ANALISI DEL FALLIMENTO
DELLA “POLITICA DEI PARTITI”
Riassumendo: oggi la Classe politica sembra non rendersi conto (a causa di questioni legate all’ideologia in cui è immersa, ed a interessi immediati) della presenza di importanti indicatori di una crisi della politica tradizionale che rappresenta un punto di svolta nella Storia della Democrazia europea. Gli indicatori principali sono:
- da una parte il fallimento economico (e di efficienza) delle Democrazie europee (a ciò si aggiunge l’ennesimo fallimento – facilmente prevedibile – delle politiche socialdemocratiche di Obama, come l’Obamacare)
- dall’altro il fallimento di Movimenti e Partiti che da vent’anni operano con l’obiettivo di riformare la Social-democrazia.
- la nascita di nuovi fenomeni come quelli di Sanders e Trump negli USA (e casi come quello della l’Alternative fuer Deutschland).
In altre parole oggi la Classe politica non vuole comprendere l’endemicità del problema: la Social-democrazia è arrivata ad un punto nel quale essa non è più in grado di correggere i propri errori. E
i cittadini, arrivati ad un livello di insofferenza insostenibile, abbandonano i partiti tradizionali ogni volta che si presenta nel panorama politico un nuovo movimento (o personaggio) che promette ad essi dei cambiamenti.
Sono un esempio di questo trend, nella campagna elettorale del USA 2016, Sanders e Trump, i quali propongono, per i rispettivi partiti (destra e Sinistra), il “ritorno alle origini”.
Da un lato Sanders rappresenta l’inevitabile evoluzione della Social-democrazia: persone educate da decenni di educazione socialdemocratica di Stato si sono fatte l’idea che essi possono vivere solo con un completo supporto dello Stato, e chiedono “giustamente” che lo Stato faccia finalmente il suo dovere in tale direzione senza compromessi, creando nuove istituzioni “sociali”, e espropiando le ricchezze dei “borghesi” (non a caso essi sono prorpio i giovani “antagonisti” di “Occupy”).
Mentre Trump rappresenta un ritorno alle origini (al di là dei forti tratti personalistici della sua “politica”) per i cittadini conservatori. Ovvero Trump dice ciò che gran parte degli americani volgiono sentir dire: è necessario ritornare alla condizione prefigurata dai Padri fondatori, ovvero ad una condizione di non-politica, di assenza di Stato, nella quale i cittadini si auto-governano.
E, attenzione, in comune Sanders e Trump hanno appunto l’idea che per migliorare la Democrazia sia necessario mandare in pensione l’establishment, la Classe politica attuale,
Questo Trend indica appunto la necessità, per la Classe politica – se essa vuole rimanere in qualche modo in vita – di cominciare a sviluppare una politica più vicina alle istanze dei cittadini (una politica radicalmente differente da quella attuale). Si tratta, appunto, della forma di Politica che viene definita in questo documento.
Quali sono le cause del fallimento ?
Per comprendere come si debba sviluppare una strategia che permetta di rimediare alla attuale crisi (vedi prossimo capitolo) è necessario individuare dove si è sbagliato.
Due sono le peculiarità negative della Social-democrazia che hanno prodotto l’attuale crisi (sono i difetti di fabbrica che puntualmente portano al fallimento la Social-democrazia): il pretendere di essere, come una vera Democrazia, (1) un sistema di soddisfazione dei bisogni dei cittadini. E (2) l’adottare il Sistema delle spese basato sulla riscossione delle Tasse.
Ovvero la Social-democrazia non funziona per il fatto che:
1) incapacità di risolvere i reali problemi dei cittadini: in Social-democrazia chi dovrebbe soddisfare i bisogni delle persone non è in grado di farlo poiché in tale contesto si opera in una modalità che è distante dalla vita reale dei cittadini (è lontano dai reali bisogni della società).
2) Il Sistema delle spese socialdemocratico è afflitto da un doppio problema:
- non solo le spese non sono rispondenti ai bisogni delle persone (non sono deliberate con la partecipazione dei cittadini), ma sono “incontrollate” a causa dell’operare dei Governanti in modalità non controllate dai cittadini.
- inoltre il Sistema delle Tasse adottato in Social-democrazia è di per sé un sistema inefficiente: ogni lavoro ha un costo estremamente più elevato ed una qualità molto più bassa di un lavoro gestito direttamente sul territorio da chi è a diretto contatto con il problema da risolvere (ossia di un contesto nel quale vi sia la diretta partecipazione dei Cittadini nelle scelte delle professionalità che devono intervenire, e nel monitoraggio dello sviluppo dei lavori).
Si noti che già all’inizio degli anni 90 l’Unione Europea ha riconosciuto questo fallimento, ed ha indicato il regime di Sussidiarietà (nel quale i cittadini divengono attori determinanti della Pubblica Amministrazione) come rimedio necessario per risolvere tali problemi (regime, di fatto, mai applicato per “opportunità” da parte della Classe politica).
Perché è impossibile per la Social-democrazia di riformare se stessa?
Il problema per le Nazioni europee è che
LA SOCIAL-DEMOCRAZIA CERCA DI RIFORMARE SE STESSA
(di uscire dalla crisi)
CON GLI STESSI STRUMENTI
CHE HANNO PRODOTTO LA PROFONDA CRISI ATTUALE.
Il problema è cioè che sono proprio i fondamenti della Social-democrazia ad aver prodotto la crisi, ossia le idee di fondo su cui essa si basa: l’idea che i bisogni della Nazione possano essere rilevati dall’alto da “esperti”; e che si possano finanziare i servizi pubblici con azioni di Economia politica (la quale è caratterizzata da una creatività che libera le strategie economiche dai “vincoli della realtà” – e dall’incapacità di comprendere che il livello di tassazione attuale produce almeno due livelli di danno fatale: sottrarre denaro al “ciclo del consumo”, ed impoverisce le risorse degli attori del mercato (e produce quindi generale impoverimento della nazione).
Ovvero per riformare veramente la Democrazia europea è necessario uscire dei vincoli ideologici della Social-democrazia, a causa dei quali governanti (e burocrati) perdono di vista la vita reale del paese, e divengono quindi incapaci di soddisfare i reali bisogni della gente. E del “sistema delle tasse” attuale che produce costi di amministrazione insostenibili.
Il perchè del fallimento di movimenti e partiti politici “alternativi”
Uno dei problemi che mostrano come non sia possibile riformare la Social-democrazia dal suo interno è il fallimento dei partiti e dei movimenti “alternativi” alla Politica dei partiti.
Vediamo il perché, nonostante le promesse (e la loro apparente buona volontà) tali Partiti e Movimenti siano falliti nel loro intento di riformare la Politica italiana. Tra le molte ragioni, vi sono:
- coloro i quali finiscono nel gioco della Politica dei partiti (ossia vanno a partecipare al government istituzionale attraverso le Elezioni) finiscono necessariamente per essere assorbiti nelle modalità del sistema. Il che significa che:
- I nuovi Politici devono necessariamente assumere la mentalità del contesto nel quale è necessario operare incessantemente per sostenere il partito in sé affinchè questo non perda il potere necessario per far valere le proprie ragioni; ma in questo modo essi finiscono per arrivare a compromessi che allontanano definitivamente il Partito dai suoi obiettivi originari (vedi il caso della Lega che non è riuscita a realizzare il suo obiettivo fondamentale, il riportare la Democrazia italiana ai cittadini con il federalismo reale. ma ha continuato inutilmente per vent’anni a cercare di sopravvivere nel sistema politico italiano senza poter realizzare nulla di concreto).
Teniamo presente che entrando nel gioco dei partiti i nuovi politici entrano a far parte dei “professionisti della Politica” che nella politica trovano l’unica forma di sostentamento per sè e per la loro famiglia; e che quindi alla fine sono costretti a cercare di mantenere ad ogni costo la loro “poltrona” (anche a costo di importanti compromessi), per mantenere un livello di sostenibilità economica.
- laddove non si venga assorbiti da questa mentalità i nuovi Partiti sono comunque ostacolati in modo determinante dall’intervento di concerto di Media e Magistratura (che affossano sempre, al di fuori delle regole, qualsiasi tentativo di cambiare lo status quo della Politica).
- la mancanza di una chiara visione del problema è comunque un fattore di fallimento dei nuovi partiti. Non si tratta infatti di sviluppare “politiche” moralmente migliori (o più intelligenti) di quelle attuali, ma di operare più a fondo riportando la Democrazia al suo modello di funzionamento. Questa mancanza di consapevolezza impedisce ai nuovi Partiti “alternativi” di praticare la strategia fondamentale per chi, come loro, vogliono riportare la Democrazia verso i cittadini: sviluppare nei cittadini una consapevolezza del ruolo determinante della loro partecipazione nella amministrazione del territorio. Ed invece di sviluppare questo senso di necessità (di responsabilità) nei cittadini, essi finiscono per coinvolgerli in strategie prevalentemente emozionali. Come è stato, appunto, nel caso di Lega e Movimento 5 stelle, che in tal modo hanno fallito nella riforma della Democrazia italiana in direzione di una maggior partecipazione dei cittadini nella amministrazione a livello locale.
[2] I TRATTI ESSENZIALI DELLA NUOVA FORMA DI POLTICA
MANIFESTO DI POLITICA 2.0:
RECUPERARE LA FORMA ORIGINARIA DI POLITCA
PER INNOVARE LA DEMOCRAZIA
La Social-democrazia è giunta ad un punto irreversibile della crisi, nel quale essa non è più in grado di correggere i propri errori
La democrazia è quindi afflitta da un difetto di fabbrica che la porta ad un sempre maggiore allontanamento dei governanti dalla vita reale del paese, e contemporaneamente ad una mancanza di partecipazione alla politica da parte dei cittadini. Fenomeni che producono come conseguenze un grave abbassamento della qualità della vita, ed un fallimento economico della nazione (in base al circolo vizioso delle spese descritto dalla Legge di Wagner, la Social-democrazia è condannata ad una crescita continua delle spese).
A confermare l’impossibilità della Social-democrazia di riformare se stessa, vi è il caso del fallimento dei nuovi partiti che negli ultimi decenni si sono posti come radicali riformatori che avrebbero riportato l’Italia una dimensione realmente Democratica (ad una condizione di maggior partecipazione dei cittadini al government, ottenendo riduzioni delle spese e miglioramento della qualità della vita – vedi Lega e Movimento 5 Stelle).
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Oggi emerge la necessità, per uscire dalla crisi, di trovare ricette che siano fuori dal contesto ideologico che la ha prodotta
Per uscire dalla crisi della Social-democrazia è quindi necessario intraprendere un percorso che riporti la Democrazia, dall’attuale modello “dall’alto” (democrazia rappresentativa nella quale si è perduta la reale rappresentanza) al modello della reale Democrazia.
In altre parole la crisi della Democrazia europea non può che passare per una sostanziale riforma del Sistema democratico attuale che vada verso un ritorno a forme di government
più vicine alle dimensione originaria delle Democrazia, ovvero una riforma sostanziale che sia in grado di creare
un sistema di amministrazione e di government del territorio
nel quale i cittadini siano realmente partecipanti.
L’incapacità di Lega e Movimento 5 stelle di riformare il sistema è dovuta prorpio al non essere essi riusciti – essendosi essi posti all’interno del sistema della Politica dei Partiti – ad attuare in primo luogo uno spostamento verso il basso del government: in assenza di tale qualità non è possibile attuare nessuna riforma specifica della Democrazia europea.
Si tratta sostanzialmente di ritornare alle modalità di “logica spontanea” della società dell’uomo tradizionale, in base alla quale le cose funzionano solo quando le persone hanno una responsabilità diretta della propria vita.
La Responsabilità è indissolubilmente legata alla condizione di Libertà. La quale è libertà di espressione della propria volontà (Sovranità). Non esiste Libertà senza Responsabilità.
Questo è il principio di base della Democrazia: le persone, libere di agire, possono commettere errori, anche gravi, ma poi in un sistema di Libertà/Responsabilità sono costretti, con un processo di errore e correzione dell’errore, a trovare delle soluzioni.
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Per ottenere una reale riforma del sistema Social-democratico europeo (per uscire dalla crisi) è necessario invertire la direzione delle attuali politiche di base
I Principi guida di una reale riforma della Democrazia europea, nello specifico, sono infatti:
● laddove oggi si ha la pretesa di poter individuare dall’alto i bisogni della gente (i “bisogni sociali”), si tratta di riportare il tutto ad un sistema di amministrazione partecipata (che induca veramente i cittadini a cooperare alla soluzione dei problemi sul territorio – vedi più avanti).
Uno dei problemi attuali è che le regole vengono determinate dall’alto, in base agli interessi del momento della Classe politica. Quindi in assenza di questa riforma del sistema legislativo che porti il potere deliberativo (la capacità di definire le regole) verso i cittadini, i Governanti saranno sempre in grado di limitare il potere deliberativo dei Cittadini (che è la qualità vitale delle democrazia): creando forti limiti ai diritti naturali dell’uomo (libertà di espressione, proprietà privata, ecc ..) e gravi limitazioni alla “libera iniziative” (imprenditoriale o non-profit).
● Si tenga presente che, da questo punto di vista, una reale riforma deve anche riportare la Giustizia verso i Cittadini (come è nel Diritto anglosassone, applicato in molte nazioni del mondo) nel quale i Processi sono gestiti da Giurie popolari ed i Magistrati sono eletti dai Cittadini.
● un altro problema attuale risiede nel fatto che oggi si utilizza un modello delle spese difettoso: che è basato sulle tasse nella versione socialdemocratica (che sono pagate “a monte”, a prescindere dal fatto che servano a coprire spese già deliberate) il quale produce spese che in gran parte prescindono dalle reali necessità dei cittadini (i bisogni sono in questo caso individuati dall’alto con criteri ideologici e non da una effettiva analisi sul territorio). Si tratta di un sistema che produce spese spropositate rispetto ai risultati ottenuti (anche a causa della gestione burocratica del sistema); spese inutili (non mirate a soddisfare reali esigenze dei cittaidni) e sprechi (un intervento deliberato a livello locale, e monitorato dai cittadini costa una frazione di quella attuale). E quindi necessario, oltre a recuperare un sistema di spese partecipato dai cittadini, recuperare il tradizionale sistema di tassazione in quanto “colletta” mirata a finanziare spese già deliberate nello specifico.
In assenza di queste qualità di base, la Classe politica sarà sempre in grado di gestire a propria discrezione la politica delle spese (e quindi di definire arbitrariamente il livello di tassazione, fattore che è uno dei responsabili principali non solo della povertà, ma anche della disoccupazione).
La classe politica cambiando mentalità e ruolo, può accedere ad una nuova stagione di successi
Se si vuole avere successo in politica nella fase entrante di sviluppo della Democrazia è necessario assecondare il trend storico che oggi indica – per uscire poter uscire dalla crisi economica endemica della Democrazia europea e per ritrovare il consenso elettorale – la necessità di recuperare (almeno in gran parte) i Principi di funzionamento della Democrazia, per i quali i cittadini sono parte determinanti nelle azioni di government. Ovvero
il successo “politico” del prossimo futuro
si basa sulla capacità di attivare un processo che
ri-metta in mano ai Cittadini
il Government delle questioni del territorio locale.
In altre parole la Classe politica deve essere in grado di ridefinire le proprie strategie proponendosi come veicolo (in una dimensione di reale rappresentanza) di raccolta delle istanze dei cittadini. E favorire l’attivazione di nuovi strumenti di government partecipato.
Per i Politici il cambiamento verso una Democrazia partecipativa diviene un gratificante processo nel quale si opera su reali obiettivi di soddisfazione di bisogni dei Cittadini
Più nello specifico nel nuovo scenario i Politici opereranno nello sviluppare politiche che siano in accordo con il Fine della Democrazia: il miglioramento della la vita dei Cittadini. Si tratta di una nuova dimensione che fornirà ad essi gratificazioni molto differenti rispetto a quelle attuali: il nuovo modo di operare porterà i Politici a sviluppare una attività quotidiana realmente costruttiva di interrelazione con la base elettorale (i fruitori del loro operato) finalizzata all’attuazione di interventi progettuali sostanziali sul territorio. Essi non saranno più conosciuti non più come “funzionari di partito” (alieni rispetto alla vita reale del paese), ma saranno riconosciuti come creatori di opere e servizi sul territorio di importante utilità.
Teniamo conto del fatto che la prima generazioni di nuovi politici potrà godere della gratificazione di essere riconosciuta anche come iniziatrice del nuovo corso di Politica (e del processo di uscita dalla crisi economica delle Nazioni).
Nel nuovo percorso di Democrazia realmente demos-cratica il politico si trasforma, dal punto di vista professionale, da Professionista della politica in reale Professionista (imprenditore, consulente, ecc ..,) che opera per conto dei Cittadini.
Fondamentalmente nel nuovo scenario
l’attività politica si sposta da un livello Nazionale (parlamento)
ad un livello locale (Istituzioni governative partecipate)
Ossia
il Politico opera sostanzialmente nel suo “collegio elettorale”,
per sviluppare soluzioni ai bisogni sul territorio,
CON UNA MAGGIOR CONNESSIONE CON CITTADINI E IMPRESE.
Nel nuovo scenario le questioni da affrontare a livello nazione divengono quasi irrilevanti, poiché la grande maggioranza delle azioni (opere e servizi) vengono deliberate nel contesto specifico a cui esse appartengono (nel contesto nel quale vivono gli utilizzatori di tali opere e servizi).
Sono eccezione, probabilmente, le opere come le autostrade nazionali e le ferrovie; opere che sono per lo più già esistenti, che necessitano solo di una manutenzione la cui necessità (e la qualità dei lavori effettuati) può meglio essere individuata dagli utenti.
Ma in generale, in una Democrazia partecipata, opere e servizi inter-locali sono gestiti in modo collaborativo tra le amministrazioni locali (come nei casi di grandi ospedali, o di treni che colleghino due capoluoghi) con accordi (contratti) specifici (il livello sovra-locale viene gestito cioè in una sorta di amministrazione consortile, come in alcuni casi avviene già ora]). in questo modo anche per le “grandi opere” si hanno ottimali individuazione della necessità dell’intervento e monitoraggio del funzionamento dell’opera o servizio (grazie al fatto, che appunto, i cittadini che operano in un regime di amministrazione partecipata, possono verificare quotidianamente il funzionamento dell’opera).
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Nel nuovo contesto il Politico acquisirà quindi una sicurezza “di carriera “ che oggi è costantemente minacciata, all’interno del Partito da possibili scelte di opportunità slegate dagli effettivi meriti della persona. E più in generale, dalle continue azioni “moralizzatrici” di una magistratura orientata a bloccare, al di la delle regole, la politica dei partiti.
La nuova sicurezza si fonda, appunto, sulla popolarità acquisita presso i cittadini con il nuovo tipo di attività,che premia e protegge i Politici virtuosi.
I problemi divengono semplicemente – come un tempo – una opportunità per migliorare la vita sul territorio
E’ vero che inizialmente l’introduzione di un modello di Democrazia realmente partecipata può produrre risultati negativi (disorientamento, inefficienze, conflitti a livello locale, ecc …).
Ma tali problemi, nella tradizionale dimensione di responsabilizzane e di auto-organizzazione dei cittadini, sono efficacemente risolvibili.
E l’aspettativa di un reale miglioramento della vita assume un forte appeal per persone che oggi si sentono condannate a vita ad un regime di austerità.
Si deve tener conto che:
1) tali possibili problemi causati in un primo momento dalla nuova politica partecipata, in un momento di crisi profonda come quella attuale (inefficacia dei servizi, Leggi sempre più limitanti la libertà e la sicurezza individuale e la possibilità di operare per attivare attività professionali o imprenditoriali, ecc …), non sono in ogni caso problemi più gravi di quelli attualmente causati dalla Politica dei Partiti. Con la differenza che nel caso del nuovo corso di politica “dal basso” (con i nuovi strumenti di Government partecipato) i nuovi problemi possono essere efficacemente e rapidamente risolti.
Ciò perché laddove le persone sono realmente responsabilizzate, ovvero dove devono agire in prima persona per risolvere i propri problemi – come avviene ancora oggi nella Town USA, esse si danno da fare per risolverli nel modo migliore – i problemi sul territorio non sono più un qualcosa di “esterno”, di imponderabile. Ma, come avviene ancora nel libero Mercato, i problemi sono un qualcosa che contiene in sé il nocciolo della soluzione: ogni problema diviene una opportunità di comprendere meglio le modalità di government, e di migliorare l’organizzazione “politica” del sistema sociale.
2) in ogni caso la nuova dimensione di politica direttamente partecipata diviene una molto appetibile come alternativa all’austerità prospettata dalla politica attuale. Ossia
la nuova dimensione politica fornisce la prospettiva di un futuro migliore laddove oggi si vive in una situazione nella quale non ci si aspettano che nuovi problemi.
Nel nuovo scenario si passa dall’attuale “astratta” Politica dei Partiti ad una Politica per Progetti ideati dal basso: i cittadini sono automaticamente stimolati ad individuare problemi, o in generale possibilità di miglioramento dalla qualità della vita, ed a ideare soluzioni.
Ricordiamo che i cittadini, nella nuova dimensione hanno a disposizione un budget non indifferente, poiché essi possono, con i nuovi strumenti di amministrazione partecipata, “liberare” grosse somme di denaro oggi destinate a spese inutili – eliminare dalle tasse da loro pagate attualmente (ricordiamo anche che quella descritta non è altro che la prassi ordinaria per milioni di amministrazioni locali nel mondo.
In altre parole con la nuova Politica partecipata i cittadini possono rapidamente rendersi conto di come con la nuova forma di amministrazione locale essi possano, a livello locale ed ultra-locale (quartiere e vicinato), organizzarsi per migliorare la qualità della vita, dedicandosi ad una nuova dimensione conviviale di collaborazione nella gestione del territorio fatta, tra le altre cose, di amministrazione partecipata, corvée per molti “lavori pubblici” (come gestione dei parchi), volontariato (in recupero della tradizionale forma di associazionismo di volontariato) e “imprenditorialità sociale”10.
- (una previwew sono le fete di vicinato ..)
Perchè ciò è possibile? Le opportunità offerte dalla attuale situazione politico sociale (e dalle nuove tecnologie)
Per comprendere l’effettiva possibilità di realizzare uno nuovo corso di politica che ribalta sostanzialmente quello attuale, si deve pensare alle opportunitò offerte dal momento storico che stiamo vivendo:
● Da un lato vi è l’opportunità storica fornita dalla crisi delle politiche socialdemocratiche, con le quali la Classe politica sta mostrando in misura sempre maggiore i difetti della Social-democrazia: incapacità di organizzare servizi soddisfacenti, sviluppo di interessi personali e corruzione, ecc … Fenomeno che crea una situazione di insofferenza nella quale i cittadini (sempre meno) continuano a votare con sempre minore convinzione, o con voti di protesta (votando partiti minori con l’idea di punire i partiti tradizionali). Situazione nella quale i Cittadini non aspettano l’ora che qualcuno indichi loro una soluzione credibile.
● a ciò si aggiunge l’opportunità offerta dall’evoluzione delle tecnologie telematiche (Internet, Smart Phones, ecc …) che oggi permettono di realizzare forme di Democrazia partecipata decisamente migliori rispetto a quelle del passato. <vedi Iniziativa riforma dal Basso>
Perchè è possibile creare nuovi programmi di riforma credibili ed appetibili?
A proposito della credibilità dei nuovi programmi, è importante comprendere come la mancanza di una richiesta di cambiamento da parte dei cittadini sia causata da una mancata di una Cultura storica che porta a pensare che non vi siano effettive alternative alla situazione in atto (ciò a causa di decenni di “Educazione di Stato” socialdemocratica).
Oggi cioè i cittadini delle Social-democrazie non conoscono quasi nulla dell’effettiva esistenza di casi di successo di Democrazie dirette (o realmente partecipate) del presente o del passato (così come quasi nessuno sa che le Social-democrazie sono immancabilmente fallite nella storia della politica moderna).
Un recupero di una reale Cultura storica – anche per sommi capi – diviene quindi una via per rendere i cittadini consapevoli di quali siano i vantaggi del passaggio ad una dimensione di Democrazia partecipata.
Un altro fattore che rende comprensibile la possibilità di successo di una riforma verso una democrazia partecipata è la comprensione del fatto che già oggi, sfruttando al meglio la legislazione attuale, siano possibili già dall’immediato efficaci soluzioni di Democrazia partecipata e/o diretta. E di come ancora meglio si possa fare laddove, in una dimensione locale, le amministrazioni (Regioni e comuni) siano disposte produrre leggi e regolamenti locali in direzione del government partecipato (in attesa che si possa ottenere, sulla base dei successi ottenuti inizialmente a livello locale, nuove leggi nazionali).
( si tenga conto di alcuni fattori approfonditi in altri documenti: (1) se si portassero le tasse ad un livello “normale”, i cittadini verrebbero a trovarsi in tasca il denaro sufficiente per pagarsi tutte le assicurazioni private legate ai servizi del Welfare (2) i cittadini, in un contesto caratterizzato da una forte disoccupazione, vengono a godere di un notevole “tempo liberato” che essi possono dedicare, appunto, ad attività conviviali di utilità sociale sul territorio. )
La democrazia partecipativa è in realtà richiesta dalla UE già dagli anni ‘90
E’ determinante osservare come l’Unione europea già dai prima anni ‘90 abbia indicato, con una Direttiva ufficiale, la via per una reale partecipazione dei Cittadini al government come unico modo per risolvere la crisi delle Nazioni europee (crisi già presente a quei tempi). Definendo questa nuova modalità con il nome di Principio di Sussidiarietà.
Con il Principio di Sussidiarietà si definisce infatti che i Servizi che devono essere erogati ai Cittadini devono essere concepiti (e gestiti) il più vicino possibile all’utenza. Il che porta ad un ridimensionamento drastico della Politica dei partiti (sopratutto di quella sviluppata a livello nazionale)
Dal Sito del parlamento europeo: “La funzione generale del principio è quella di garantire una certa indipendenza ad un’autorità inferiore rispetto a un’istanza superiore, o a un potere locale rispetto a un potere centrale”11.
Wikipedia “La Sussidiarietà è, in linea di principio, una delle caratteristiche del Federalismo, laddove essa asserisce la supremazia dei Diritti delle parti sul tutto”.
Il progetto della Sussidiarietà è poi stata accantonato dalla Classe politica delle nazioni, per ovvie ragioni di opportunità. Ma rimane, in linea di principio, ancora in vigore (la Direttiva non è mai stata abrogata).
La nuova Democrazia partecipata diviene una contesto che va oltre la dimensione “politica”
Si deve inoltre tener conto che oggi la dimensione partecipata (o diretta, in dimensioni ultra-locali) della Democrazia può essere di molto migliorata rispetto alle precedenti esperienze grazie, come si è detto, alle nuove tecnologie (in particolare a quelle di telecomunicazione, ma anche ad altre tecnologie come quelle legate ai trasporti – si veda la brochure dei miei progetti legati alle Smart city).
Con questi nuovi strumenti possono non solo essere create nuove forme di partecipazione al government, ma anche le due forme di servizi che sono alla base della Democrazia reale: servizi privati “in parallelo” con quelli delle PA e forme di volontariato .(nuove forme di servizi che in realtà erano alla ase delle comunità tradizionali dell’uomo).
Per quanto riguarda i servizi privati in parallelo con quelli delle PA, si veda in altri punti.
Per quanto riguarda il volontariato, si recuperano forme di assistenzialità spontanea che la pretesa della Social-democrazia di avere il monopolio sulle attività assistenziali h portato all’estinzione.
COSA SI PROPONE CON L’INIZIATIVA RIFORMA DAL BASSO
Si propone quindi (nel prossimo capitolo) una radicale innovazione del Government della Democrazia europea (ossia del modo di fare politica). Sfruttando in ciò:
1) le esperienze negative, sociali e “politiche”, degli ultimi due secoli
2) le esperienze positive della “Politica partecipata/diretta dai cittadini” (delle quali oggi non si è più consapevoli).
3) le nuove tecnologie della telecomunicazione che permettono alle forme di Democrazia diretta o partecipata di fare un salto di qualità rispetto a quanto si è visto in passato.
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In questa direzione
si propone un sistema di government bottom-up fatto da una serie di soluzioni basate su strumenti (telematici e non) e di nuove metodologie (compatibili con le leggi attuali)12.
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Uno dei propositi del sistema proposto è, tra le altre cose, di preparare il terreno per
lo sviluppo di una via morbida
alla “trasformazione” della Social-democrazia.
Una via che permetta di canalizzare la crescente rabbia nei confronti di poteri totalitari opprimenti verso una direzione costruttiva (è sempre accaduto nella Storia che in momenti come quello attuale si siano praticate rivolte popolari violente con finalità distruttive – per passare solo in seguito ad una fase costruttiva).
Già si è assistito a primi accenni di rivolte, come quello dei “forconi”, o delle manifestazione di allevatori della Lega Nord. Eventi che non sono andati al di la di uno sfogo di rabbia, e quindi non sono potuti sfociare in nulla di costruttivo, proprio per il fatto che in essi mancava, di fondo, la effettiva possibilità di produrre una effettiva alterantiva alla situazione critica alla quale ci si opponeva).
Per tali ragioni con Iniziativa Riforma dal Basso si propone una trasformazione (radicale) verso una reale Democrazia (un Government partecipato o diretto) che avviene dal basso (dal locale, inizialmente dall’ultra-locale) in questo caso in modo costruttivo. Un precorso nel quale anche laddove le Istituzioni non permettano ai Cittadini di partecipare al government, si possano sviluppare, “in parallelo” con le attività delle PA, iniziative concrete “private” (opere e servizi pubblici).
Queste iniziative, che non possono in alcun modo essere bloccate da istituzioni locali o nazionali (Partiti, Sindacati, Magistratura, ecc …) ed internazionali (UE, FMI, ecc …) portando già nella primissime fati i cittadini a sviluppare, di tatto, attività costruttive, progettuali ed organizzative (in modalità di entrepreneurial government) che divengono il collante per unire i cittadini in “comunità” “politicamente” operative; e divengono quindi lo stimolo – una volta visti i risultati ottenuti – ad occuparsi in misura sempre maggiore del government, dell’amministrazione del territorio.
Si devono considerare le potenzialità di tali attività in quanto esempi virtuosi: si tratta di un fattore significativo per indurre il cambiamento, che è oggi è inibito dall’inconsapevolezza delle persone rispetto alle reali possibilità di perseguire alternative alla Social-democrazia. Tali attività non solo servono come strada di learning by doing per chi vi partecipa, ma divengono anche un “esempio vivente” per il resto della Nazione di come si possa migliorare – notevolmente – la Democrazia europea.
La riforma (radicale) della Democrazia europea definita in questo contesto rappresenta una sorta di Secessione morbida nella quale i cittadini, partendo da azioni costruttive, di Politica per progetti che parte dal piccolo, dal locale (dal privato”), iniziano un processo spontaneo di creazione di nuove istituzioni. Da un lato facendo perdere gradualmente il potere delle Istituzioni socialdemocratiche (dal punto di vista operativo, e da quello del consenso elettorale); e dall’altro creando istituzioni “parallele” di democrazia partecipata o diretta che pian piano divengono “ufficiali” (ovvero, pian piano si sostituiscono alle istituzioni preesistenti, guadagnando, attraverso un graduale processo di riforma dal basso, in legittimità).
( i vantaggi )
Si sottolinea il fatto che i propugnatori di un sistema come quello qui delineato – che asseconda gli attuali trend politico-sociali – si trovano ad essere storicamente i First mover del nuovo corso della politica. E che quindi potranno godere di tutti i vantaggi di tali posizione.
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Il sistema di strumenti e metodi di bottom-up Democracy definito in Iniziativa Riforma dal Basso – che si analizza nel prossimo capitolo – si basa su soluzioni di Progettazione partecipata ed Amministrazione partecipata (ed un ruolo importante lo ha lo strumento di Spending Review partecipata) che permettono ai Cittadini interagire più direttamente con la Pubblica Amministrazione. E sulla Citizen’s Generated Initiatives Open Platform: che permette ai cittadini di sviluppare una “amministrazione diretta alternativa” (indipendente dalle Istituzioni) per soddisfare direttamente i propri bisogni.
Ma vi sono altri strumenti che permettono una facile attivazione di iniziative di Active citizen meno legate all’ambito politico (come strumenti per l’attivazione e la gestione di attività di impreditoria sociale).
3] SINOSSI di IRDB
abstract
premesse
Vediamo quindi, settore per settore, quale è il problema specifico della Social-democrazia, e come si propone di risolverlo attraverso l’Iniziativa Riforma dal Basso.
la piscologia sociale che è alla base della Democrazia ..( ..)
Più in generale con Iniziativa Riforma dal Basso si propone quindi il recupero dei Principi di funzionamento della reale Democrazia, ovvero il ripristino di forme di amministrazione partecipata o diretta (a livello locale, o ultra-locale).
Ovvero i Principi su cui si fonda Iniziativa Riforma dal Basso sono quelli della Cultura tradizionale dell’uomo che ha imperato per millenni fino alla “rivoluzione” operata dalla rivoluzione illuminista dei Giacobini francesi di un paio di secoli or sono. Principi che sono alla base della Società spontanea dell’uomo che possono essere riassunti nella formula:
la Società funzionano solo laddove l’uomo vive in condizioni di Libertà/Responsabilità della propria vita.
In altre parole la Psicologia e la Storia dell’uomo ci mostrano che solo laddove vi sono state comunità umane nelle quali gli abitanti sono stati in grado di organizzare direttamente il loro territorio, si sono potute mantenere condizioni di vita soddisfacenti
Tali principi sono stati adottati dalle varie forme di Democrazia reale (quella dell’antica Atene, poi ripresa dalla Svizzera e dei padri fondatori degli Stati Uniti) in base a considerazioni di tipo storico e psicologico.
La Storia ci mostra infatti come le comunità umane che hanno realmente funzionato fino ad oggi si sono sempre basate sul principio di Libertà/responsabilità delle persone (principio indicato dalle Costituzioni moderne con il termine di Sovranità del cittadino).
E la Psicologia indica come le condizioni congiunte di Libertà di agire secondo le proprie intuizioni (ben inteso, senza interferire con la libertà di agire dell’altro), e la responsabilità delle alle proprie azioni, siano le uniche nelle quali le persone siano in grado di dare il meglio di sé alla comunità, con gran benefici per tutti.
In questo caso, dimostrano i risultati, si ha infatti lo sviluppo migliore delle singole capacità individuali dell’uomo (dei cosiddetti talenti personali), ed una autoregolazione spontanea degli atteggiamenti delle persone all’interno della comunità (quando le persone sono libere di agire, ma anche, contemporaneamente, sono responsabili delle proprie azioni, esse finiscono di comprendere quali siano i comportamenti socialmente scorretti che alla fine producono, per essi stessi, conseguenze collaterali negative).
Ovviamente il percorso necessario per mettere a punto questa condizione di autoregolazione spontanea della comunità umana (sostanzialmente dei cosiddetti Villaggi), dalla comparsa dell’uomo sulla terra (fino alla Rivoluzione francese), hanno sempre raggiunto questa condizione attraverso un percorso esperienziale cosparso di errori; ma alla fine, l’esperienza diretta dell’esistenza nella condizione di responsabilità di se stessi – con la possibilità di commettere errori – ha permesso alle persone di imparare ad autoregolarsi. E di dedicare il loro tempo allo scopo ultimo dell’uomo, che i Padri fondatori degli Stati Uniti avevano ancora bene in mente: la ricerca della felicità.
Mentre, di converso, laddove all’opposto vi sono stati dei “Governanti” che hanno indicato a dei “Governanti” cosa dovevano fare, si sono sempre sviluppate qualità negative sia dal lato dei Governanti, che hanno finito per interessarsi sempre di più alla soddisfazione dei propri interessi; sia dal lato dei Governati, che hanno finito per perdere di vista le proprie responsabilità nei confronti della comunità.
Il problema della Social-democrazia è che essa rappresenta una scorciatoia rispetto alla via tradizionale della messa a punto “dal basso” della comunità umana. Un’idea figlia delle Utopie dell’illuminismo, la quale non tiene conto della qualità psicologiche dell’essere umano, e produce quindi gli effetti “collaterali” negativi che vediamo oggi nella Democrazia europea: mancanza di interesse “compassionevole” per il prossimo, disaffezione per il “bene comune”, incapacità di badare a se stessi con la pretesa di essere supportati dalla culla alla tomba da altri, ecc ..
Dai principi della comunità tradizionale (o spontanea) dell’uomo sono stati poi derivate delle regole di “politica spontanea”13 – adottati con successo tutt’ora, ad esempio, nelle piccole Town di provincia in USA ed, in parte, dalla Svizzera – sono alla base anche Iniziativa Riforma dal Basso. In modalità, in questo caso, che costituiscono in qualche modo una certa innovazione, grazie alle opportunità offerte oggi dalle nuove tecnologie (ed in base considerazioni relative alle nuove esperienze storiche Politiche libertarie locali, come quelle delle “Private cities”, dell’entrepreneurial government, dell’homeschooling, ecc …).
Tali principi e regole sono applicati in IRDB con la consapevolezza che la via che essi permettono di intraprendere è destinata a sviluppare spontaneamente casi virtuosi di politica spontanea sul territorio i quali divengono un esempio per il resto della Nazione di come si possano cambiare le cose con successo le cose: ottenendo notevoli risparmi di spese, miglioramenti di servizi pubblici, ecc .. E che su tale via, quindi, raggiunta una massa critica sufficiente di iniziative di tal tipo, i cittadini possano esercitare pressioni sufficienti ad indurre le istituzioni a trasformare il quadro normativo relativo alle modalità di government verso una dimensione maggiormente partecipata. una nuova prospettiva .
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La Classe politica deve considerare che, per i suoi appartenenti che siano in grado di innovare la loro azione politica in direzione di una maggior attenzione verso i cittadini (come indicato da IRDB), si aprono, come illustrato in precedenza, nuove prospettive di successo.
di cosa si tratta
L’iniziativa si compone, sostanzialmente, di strumenti di interazione tra cittadini (e con le istituzioni) che permettono ad essi di organizzarsi in gruppi operativi sul territorio (“movimenti” finalizzati a scopi specifici, e non finalità ideologiche), e di dialogare in modo effettivo con le istituzioni attuali (Government, PA).
Le modalità definite in IRDB permettono infatti
ai cittadini così organizzati
di imporre, di fatto, alle istituzioni
forme di amministrazione partecipata.
Ciò avviene per il fatto che il successo dei nuovi servizi alternativi organizzati in modalità “privata” da lato mettono chiaramente in evidenza la grave inefficienza dei servizi istituzionali (indebolendo quindi il potere delle istituzioni), e contemporaneamente creano attorno alle nuove attività prodotte da queste forme di amministrazione “pubblica” dal basso un forte consenso dei cittadini che mette le istituzioni nella condizione di non poter non tener conto dell’esistenza di queste forme di amministrazione “pubblica” spontanea.
Per rendersi conto della crescita del consenso rispetto a “servizi pubblici” alternativi organizzati dai cittadini stessi, è sufficiente vedere la velocità di diffusione dell’Homescooling).
In altre parole, in tal modo si creano forme di amministrazione partecipata spontanea che, seppure sviluppate inizialmente in modo elementare, sono già di per sé forme di government partecipato (in tali contesti si prendono infatti decisioni che ora sono di competenza delle assemblee di government locale, come la regolamentazione della scuola o, in alcuni casi, delle aree della città – vedi i “Quartieri privati”). Dobbiamo considerare inoltre che queste iniziative creano, appunto, con il consenso acquisito, una forte pressione “politica” sulle istituzioni della Social-democrazia (ad esempio, la classe politica non può non tener conto delle nuove esigenze dei cittadini poiché sa che non sarebbe più confermata alle successive elezioni).
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Dobbiamo inoltre tener conto di altri vantaggi determinanti di questa nuova (ma antica) modalità di organizzare la vita sul territorio.
In primo luogo tale modalità di amministrazione spontanea dal basso è determinante per ricreare la precondizione di base per arrivare ad una reale Democrazia: la consapevolezza dell’esistenza di effettive alternative alla Social-democrazia (consapevolezza che è stata cancellata da decenni di Educazione di Stato). Ma anche per poter ripristinare la conoscenza “del fare” (le competenze ora demandate ad operatori specializzati).
In tal mondo si comincia inoltre a sollevare il sistema dei servizi del Welfare (la Pubblica Amministrazione) sia di una mole di spese inutili dovute a sovrabbondanza di personale (burocratico ed operativo), sia alle inefficienze dei servizi (organizzati dalle PA) causate dall’erroneità delle scelte effettuate dall’alto.
IL PERCORSO DI POLITICA 2.0
SVILUPPATO IN IRDB
■ precondizione: il ripristino delle pre-condizioni minime di Democrazia
La Democrazia si basa
sul principio della partecipazione dei cittadini,
e può unicamente essere riformata
con la partecipazione dei cittadini.
L’idea di base è quindi che per riformare la Democrazia europea sia necessario ripristinarne i Principi di base poichè, essendo la Democrazia un sistema scientifico (basato su criteri razionali), in assenza del Principio di funzionamento fondamentale, il Potere deliberativo dei cittadini – ovvero la capacità di partecipare effettivamente al government – tale sistema non funziona, e non può essere riformato14.
In sintesi, cioè, l’idea che sta alla base di IRDB è che sia necessario ripristinare, prima di ogni altra cosa, un reale sistema deliberativo: un sistema che veda i cittadini effettivamente partecipanti alle azioni deliberative di government (si noti che il potere deliberativo non si basa unicamente, per i cittadini, sulla possibilità dell’uso del Potere decisionale, ma anche sulla possibilità da parte di loro di individuare i bisogni da soddisfare, di progettare le soluzioni ai problemi sociali e di monitorare il funzionamento dei servizi).
Ciò significa che, per effettuare una reale riforma della Democrazia europea è necessario ripristinare in primo luogo i due livelli di funzionamento di base della Democrazia, che risiedono nei due livelli di:
- reale rappresentanza: vedi gli strumenti indicati in IRDB (definiti come “Rappresentanza partecipata”) che permettono agli elettori – per lo meno a livello locale – di interagire in modo effettivo con i loro rappresentanti.
- reale partecipazione: attraverso l’introduzione di istituzioni di government ed amministrazioni partecipativa che abbiano un reale potere decisionale (e che permettano una ridistribuzione del potere un verso la dimensione locale). A questo proposito si è detto di quanto le nuove iniziative “private” previste in IRDB siano già, di per sé, forme di government partecipato.
Solo una volta che siano ripristinati questi due livelli di democraticità è possibile intraprendere un reale percorso di riforme della Democrazia europea (percorso che a tal punto potrà avvenire spontaneamente dal basso, dal Demos).
la Filosofia alla base di IRDB
Reale rappresentanza e reale partecipazione portano quindi la Democrazia (Demos-crazia) alla sua dimensione originaria di Potere decisionale e di responsabilità delle decisioni del Demos, dei Cittadino. Che è, di fatto, quella dimensione nella quale i cittadini sono nella effettiva la possibilità di migliorare le loro condizioni di vita.
Ciò avviene perché in tale dimensione i cittadini sono costretti a responsabilizzarsi, ad interessarsi effettivamente all’organizzazione delle cose sul loro territorio (è ciò che avviene ancora oggi nelle piccole cittadine di provincia negli USA): in tale situazione i cittadini cominciano a rendersi conto di come si possa utilizzare molto meglio il denaro da essi ora speso in tasse (risparmiando quindi, tra le altre cose, una parte notevole del loro denaro), e di come si possano creare servizi ed opere pubbliche migliori di quelli attuali, ecc …
Inoltre, ponendo il cittadino nella condizione di libertà (responsabilità) di decidere a proposito dell’organizzazione del territorio sul quale vive, si recuperano altre qualità dell’individuo in quanto ad essere sociale: le competenze relative alla capacità di organizzare la propria comunità, oggi perdute in decenni di vita all’interno del sistema che pretende di occuparsi di loro dalla culla alla tomba. E si recuperano le capacità del “fare”: del come fare a risolvere i problemi (a progettare gli interventi nell’ambiente in cui si vive).
■ i problemi specifici da affrontare
In sintesi, i problemi “politici” (sociali) da affrontare oggi sono:
1) a monte, come si è detto, si tratta di recuperare la possibilità per i cittadini di avere voce in capitolo nelle questioni di government. Ovvero oggi è necessaria in primo luogo una riforma della rappresentatività, in attesa che il percorso di riforma raggiunga una fase di maturità che permetta di sviluppare nuovi strumenti di government partecipato e diretto.
► La piattaforma IRDB prevede strumenti come Rappresentanza 2.0 (“Rappresentanza partecipata”), e strumenti di Amministrazione e Progettazione partecipata. <vedi documenti “Rappresentanza 2.0” e ….>
2) risolvendo tale questione a monte, si potrà quindi risolvere il problema di fondo che oggi crea la povertà dell’intera nazione: le spese inutili. Questo ultimo punto è molto importante perché le tasse (che in gran parte vanno a coprire tali spese inutili) oggi tolgono risorse ai cittadini (denaro) che potrebbero essere appunto investite in servizi alternativi “privati”.
Oggi per molte famiglie è impossibile affrontare spese per servizi alternativi (“privati”) poiché esse devono comunque continuare a pagare anche la porzione di tasse relative ai servizi di Stato di cui essi non usufruirebbero più. Come nei casi delle l’assicurazione di stato (mutua, malattia), la scuola, ecc …
Si noti come in molti casi il fatto di non poter essere esentati dalle “tariffe obbligatorie” rende impossibile correggere alcuni problemi prodotti dalla “Civiltà socialdemocratica”: ad esempio, dovendo pagare tutti la tassa fissa per la raccolta delle immondizie, non si è incentiva certo a non produrre rifiuti (se invece la tassa fosse proporzionata ai rifiuti prodotti, si avrebbe una reponsabile delle persone, ed una minor produzione di rifiuti).
► La piattaforma IRDB prevede strumenti come Spending Review partecipata, il quale permette ai cittadini di effettuare una analisi dettagliata delle spese sul proprio territorio, per valutare la possibile inutilità di esse (tale strumento ai cittadini di intervenire nel processo decisionale delle PA; e, con l’integrazione con gli strumenti di Progettazione partecipata, permette ad essi di progettare alternative a servizi ed opere deliberate dalle PA).
Solo una volta che saranno risolti tali due problemi a monte – effettivo potere decisionale e riduzione delle spese inutili – i cittadini avranno un effettivo potere di cambiare le cose: ovvero essi avranno possibilità di praticare effettive riforme modificando (anche se molto gradualmente) le regole in una direzione che permetta la creazione di servizi alternativi a quelli gestiti dalle PA; e, avendo più soldi in tasca – risparmiati sulle tasse – essi potranno ricorrere a servizi alternativi a quelli di Stato.
Ovvero solo allora sarà possibile risolvere gli altri grandi problemi della Social-democrazia:
3) inefficienza dei servizi pubblici (creando, come si è detto, nuovi servizi “in parallelo” a quelli delle PA).
► IRDB offre una Citizen’s Initiatives Open Platform che permette ai cittadini di sviluppare iniziative “private” in alternativa ai Servizi pubblici.
4) corruzione – imponendo, obbligando le istituzioni ad applicare le leggi già esistenti, come quella della trasparenza dei processi amministrativi e burocratici.
► La piattaforma IRDB prevede anche il supporto di iniziative come le Class action.
5) disinformazione – uno dei problemi di base della Democrazia europea, che ne impediscono una reale riforma.
► IRDB offre una serie si strumenti per sviluppare una efficace “informazione dal basso”, anche con Web TV concorrenziali con quelle broadcast (le quali possono permettere, ad esempio, di creare dibattiti aperti anche a chi segue “la trasmissione” da casa propria).
7) educazione: alla base dell’inconsapevolezza dei cittadini rispetto tanto all’intrinseca fallimentarietà della Social-demcorazia e della effettiva possibilità di cambaiare le cose è l’Educaione di Stato impartita secondo i dettami dell’Egemonia culturale.
► La Piattaforma IRDB offre strumenti dedicati all’organizzazione dal basso di forme di educazione alternative a quelle istituzionali.
STRUMENTI ED AREE DI INTERVENTO
Con IRDB si definisce quindi un percorso per arrivare alla Democrazia partecipativa che parte proprio da una azione Politica partecipativa.
In sintesi, la via per riformare la Democrazia non può non passare, per definizione, per una diretta partecipazione dei cittadini alle azioni di riforma. E, perchè vi sia possibile conseguire effettivi risultati in tale modalità, è necessario che i cittadini recuperino:
1) la consapevolezza dell’esistenza di alternative alla Social-democrazia effettivamente funzionanti; e, a monte, la consapevolezza che la Social-democrazia è intrinsecamente fallimentare.
2) la capacità di essi di organizzarsi direttamente in attività di soluzione dei problemi sul territorio: la capacità “imprenditoriale” di ideare, creare e gestire (per lo meno in modalità partecipata con le PA) nuovi servizi di pubblica utilità.
Si tratta perciò di mettere a disposizione dei cittadini strumenti che permettano ad essi di recuperare (1) la consapevolezza della necessità e (e della reale possibilità) di cambiare. E quindi di recuperare (2) le conoscenze operative tipiche degli abitanti della comunità tradizionali, oggi perduta dopo due secoli di egemonia culturale prodotta dalla Social-democrazia (il saper risolvere in prima persona i problemi della propria comunità).
In IRDB possibile recuperare queste due qualità attraverso:
(1) strumenti di Social networking di nuova generazione, che permettano ai cittadini di creare canali di “contro-informazione”, e di (ri)creare una cultura basata sul tradizionale principio di Libertà/Responsabilità delle persone.
(2) strumenti che permettano ai cittadini di sviluppare, da subito, politiche sul territorio in modo indipendente dalle Istituzioni (in parallelo con esse).
Questi strumenti portano i cittadini in una dimensione di learning by doing: sia per il fatto che il mettere mano nelle questioni amministrative del territorio aumenta in essi la consapevolezza della necessità di cambiare molti aspetti della Social-democrazia; sia perché in questo modo essi recuperano la conoscenza del “fare” (del gestire in prima persona i vari aspetti organizzativi del territorio).
LO SVILUPPO STEP PER STEP DI IRDB
Iniziativa Riforma dal Basso nasce per permettere di sviluppare, in modo graduale, le qualità sopra esposte attraverso i seguenti strumenti.
(1) CONSAPEVOLEZZA (strumenti di consapevolezza critica)
A questo livello Iniziativa Riforma dal Basso offre la piattaforma Citizen’s Initiatives Open Platform, (CIOP) un Social Network di nuova generazione (che rappresentano una importante innovazione rispetto ai “Social” attuali) il quale permette, con procedure estremamente semplici (“a prova di massaia”), di creare e gestire canali di informazione totalmente “dal basso”.
Questo livello costituisce un primo livello di coinvolgimento dei cittadini, ed è dedicato, sostanzialmente, alle due attività:
● canali media User Content Generated che offrono tutti gli strumenti (utilizzabili da utennti tecno-analfabeti) necessari ad una redazione di Online Newspaper, WebTV e WebRadio.
Tra le funzioni: dibattiti online (con Video), convegni e seminari online.
● attività di analisi critica dove l’informazione User Generated diviene attività “politica” (non in senso non attuale, ma di attività spontanea “non-partitica”). Le analisi sviluppate in questo contesto (alle quali possono aggregarsi esperti delle specifiche materie affrontate) possono portare allo sviluppo di “Movimenti spontanei” focalizzati su questioni specifiche (una parte della piattaforma è dedicata all’organizzazione di tali movimenti).
Tra le funzioni: sondaggi, raccolta firme, Class action (verso PA e verso il Mercato)
Gli strumenti principali in questo settore sono:
● Mappa dei problemi sul territorio, un ramo del Social Network CIOP dove è possibile definire la mappa delle cose che non vanno sul territorio, creata grazie alle segnalazioni dei cittadini (anche attraverso SmartPhone e Tablet). Tali informazioni sono ben documentate (anche con foto, filmati), e origine di dibattiti online – sono pubblicate sotto forma di mappe, statistiche grafiche, servizi di WebTV, ecc …
Le informazioni sono organizzate per categorie (le branche della Amministrazione istituzionale: sicurezza, educazione, ecc … ) e diventano un luogo di discussione (Open Debate) nel quale i cittadini possono rendersi conto dei gravi problemi che li interessano direttamente sul territorio specifico.
Lo strumento, prevalentemente di “contro-informazione”, permette di trasformare l’azione critica rispetto ad un problema specifico in azione costruttiva (proposte di soluzioni), poichè esso è integrato con altri strumenti di Progettazione partecipata descritti in seguito.
● Spending Review Partecipata è un altro strumento che permette ai cittadini di farsi una idea sempre più circostanziata dei problemi che affliggono la Social-democrazia. Si tratta di una analisi dei costi sostenuti dalle P.A. (delle singole Opere pubbliche, i cui dati sono oggi resi disponibili da parte delle PA). Per ogni opera (per ogni spesa) i cittadini possono, riuniti in team specifici composti anche da esperti, analizzare i dettagli, e sollevare obiezioni circostanziate.
E’ uno strumento più vicino ad una attività di government rispetto al precedente poiché, di fatto, qui i cittadini, in parallelo rispetto alle istituzioni, cominciano a studiare il problema nello specifico (inefficacia dei servizi, spese inutili, ecc …), ed a concepire soluzioni alterantive – lo strumento prevede, appunto, possibilità per i cittadini di organizzarsi in gruppi (ad esempio esperti “volontari” in varie discipline).
E’ uno strumento di “politica dal basso” molto efficace, poiché divulgando (attraverso i Citizen Media organizzati sulla piattaforma) i risultati della analisi, permette di effettuare una forte pressione sulle PA (è possibile chiedere varianti, o arrivare a bloccare i lavori). Le azioni sono più efficaci quando le analisi si sviluppano su lavori in progetto (con i cantieri non ancora aperti),
(2) GOVERNMENT PARTECIPATO ed entrepreneurial government
Citizen’s Initiatives Open Platform, (CIOP) è una piattaforma che, oltre ad ospitare gli strumenti precedenti (canali di informazione “critica”), permette al cittadino comune (anche tecno-analfabeta) di organizzare in modo estremamente semplice ed efficace Iniziative di politica “dal basso”.
Su CIOP l’attività politica dal basso (partecipata o diretta) può essere sviluppata su due livelli:
- con una modalità di partecipazione dei cittadini al Government istituzionale, che permettere ai cittadini di accedere al dibattito politico “esecutivo”, contrastando le Politiche istituzionali, monitorando le attività delle istituzioni politiche ed amministrative, suggerendo e progettando servizi ed opere pubbliche alternative – in questo modo i cittadini accrescono la consapevolezza delle potenzialità della loro partecipazione ai processi decisionali delle istituzioni.
- con la gestione in privato di servizi ed opere di pubblica utilità (“in parallelo” rispetto a quelli istituzionali).
Alcuni degli strumenti offerti a tal proposito dalla piattaforma CIOP:
- government partecipato
Vi sono più modalità di partecipazione: con attività di “politica” (una Politica dei cittadini che si integra con quella istituzionale), e con attività amministrative (amministrazione e progettazione partecipata).
- con Rappresentanza partecipata: nel progetto Rappresentanza 2.0 si definisce una nuova modalità di rappresentanza che permette ai Cittadini interagire, in tempo reale, con il loro rappresentante eletto.
- amministrazione partecipata: vedi, tra gli altri, il progetto “Urbanistica partecipata” (si prevede una interfaccia specifica per le Istituzioni).
- ENTREPRENEURIAL GOVERNMENT
Una sezione della Citizen’s Initiatives Open Platform offre strumenti per la progettazione, la creazione e la gestione di servizi “dei Cittadini per i Cittadini”: servizi a gestione “privata”, indipendenti dalle Istituzioni.
Vi sono funzionalità accessorie come: gestione lavoro di volontariato, donazioni, ecc
la gestione facilitata di movimenti politici
Una aspetto particolarmente interessante di Iniziativa Riforma dal Basso è la possibilità di creare e gestire in modo ottimale, attorno a “cause” specifiche, veri e propri “micro-movimenti”: si pensi a movimenti locali con propositi specifici (legati al territorio), e a movimenti tematici su scala nazionale (ad esempio, con il proposito di indire un referendum: in questo caso gli strumenti della piattaforma permettono, tra le altre cose, di effettuare una raccolta online di firme che è già in qualche modo certificata, e che può comunque essere trasformata rapidamente in firme effettive “su carta”).
Questi movimenti hanno a disposizione sulla piattaforma strumenti che permettono agli aderenti di organizzare ogni aspetto della loro organizzazione (si consideri che il sistema può permettere ad un Movimento a livello nazionale già esistente di rendere efficiente la sua struttura, e di poter svolgere un processo di engagement molto efficace).
Una parte dell’interfaccia di questa sezione è dedicata alle Associazioni di Consumatori esistenti.
1 In realtà questo approccio è stato adottato anche dagli USA, per le ragioni illustrate nella nota successiva.
2 Il fatto è che: (1) la Classe politica socialdemocratica è altamente ideologizzata, ed incapace di interpretare razionalmente la realtà, insegue un ideale utopico; (2) i Governanti in realtà seguono le direttive dei gruppi di potere consolidato formalmente esterni alla politica, i Crony capitalist (come The Bilderberg Group).
3 Nella fase iniziale, ovviamente, sarebbe opportuno individuare Comuni (piccoli) che siano disponibili a rivedere i regolamenti locali.
4 Ricordiamo che in una reale Democrazia (o Democrazia diretta o partecipata), le questioni da deliberare a livello nazionale sono enormemente ridotte.
5 Tali metodologie sono compatibili con le Leggi attuali: è quindi possibile ottenere buoni risultati di government bottom-up già dall’immediato – ed in ogni caso, è prevedibile il generarsi di un circolo virtuoso nel quale, grazie allo stimolo proveniente risultati manifestatamente positivi ottenuti in alcune località, si sviluppi una sempre maggior richiesta di government partecipato o diretto che induca il Parlamento a promulgare nuove leggi in tale direzione
6 Politica intesa con il significato tradizionale di attività delle persone che si occupano direttamente della vita sociale sul territorio; una politica quindi totalmente diversa dalla “Politica dei partiti” di oggi
7 Uno dei problemi che si verificano è che nella attuale situazione la Politica dei partiti avrà sempre buon gioco nell’annullare qualsiasi iniziativa di reale riforma.
8 In realtà questo approccio è stato adottato anche dagli USA, per le ragioni illustrate nella nota successiva.
9 Il fatto è che: (1) la Classe politica socialdemocratica è altamente ideologizzata, ed incapace di interpretare razionalmente la realtà, insegue un ideale utopico; (2) i Governanti in realtà seguono le direttive dei gruppi di potere consolidato formalmente esterni alla politica, i Crony capitalist (come The Bilderberg Group).
10 Nella fase iniziale, ovviamente, sarebbe opportuno individuare Comuni (piccoli) che siano disponibili a rivedere i regolamenti locali.
11 Ricordiamo che in una reale Democrazia (o Democrazia diretta o partecipata), le questioni da deliberare a livello nazionale sono enormemente ridotte.
12 Tali metodologie sono compatibili con le Leggi attuali: è quindi possibile ottenere buoni risultati di government bottom-up già dall’immediato – ed in ogni caso, è prevedibile il generarsi di un circolo virtuoso nel quale, grazie allo stimolo proveniente risultati manifestatamente positivi ottenuti in alcune località, si sviluppi una sempre maggior richiesta di government partecipato o diretto che induca il Parlamento a promulgare nuove leggi in tale direzione
13 Politica intesa con il significato tradizionale di attività delle persone che si occupano direttamente della vita sociale sul territorio; una politica quindi totalmente diversa dalla “Politica dei partiti” di oggi
14 Uno dei problemi che si verificano è che nella attuale situazione la Politica dei partiti avrà sempre buon gioco nell’annullare qualsiasi iniziativa di reale riforma.