■ INTRODUZIONE AL CONCETTO
DI DEMOCRAZIA DIRETTA
Democrazia diretta: introduzione (apertura)
( democrazia diretta: PROLOGO )
Nel documento “Oltre la Social-democrazia (vol. 2 “Perchè la povertà”)” si è illustrato come sia la stessa forma di Democrazia europea a produrre i problemi che oggi la affliggono (povertà, caos sociale, ecc … ) a causa del fatto che essa si è staccata con il tempo dal modello della reale Democrazia (della Sovranità dei cittadini, ovvero della compartecipazione di questi ultimi ai processi amministrativi), ed è divenuta un regime finalizzato a soddisfare i bisogni della classe politica e dei conniventi Crony-capitalist (ovvero ha assunto molto aspetti del Capitalismo di Stato del Socialismo reale ).
In questa sezione vediamo di comprendere come sia possibile riportare la Democrazia europea alla dimensione della reale Democrazia.
Questo distacco della Classe politica dal “mondo reale” (dal mondo dei bisogni che la Democrazia nasce per soddisfare) crea, appunto, con il tempo, un fallimento economico (e di efficienza dei servizi).
E’ importante ricordare che fino ad ora sono falliti tutti gli esperimenti di Social-democrazia, compreso quelli degli Stati considerati essere esempi virtuosi di Social-democrazia, come la Svezia (uno studio dell’economica Svedese ci indica come anche in tale nazione si è dovuto periodicamente abbandonare lo “Stato sociale”, del Welfare socialdemocratico, per tornare alla “libera iniziativa” a causa del fallimento economico del sistema).
Il problema di fondo è che
nella Social-democrazia si cerca di combinare
il modello del Socialismo reale con quello della Democrazia,
venendo così a perdere
elementi strutturali indispensabili ad entrambi i sistemi.
A tal proposito dobbiamo infatti considerare che:
● se nel socialismo reale le cose possono funzionare (ma abbassando la qualità della vita delle persone in modo drastico), per il fatto che la “classe dirigente” è comunque attenta a governare in modo “efficace” (con una forte repressione, che in questo caso è possibile poiché essa ha un potere realmente assoluto nei confronti delle persone), nel socialismo-democratico la mancanza di un reale potere “forte”, assoluto, impedisce l’applicazione di azioni “definitive” (ad esempio, nel socialismo reale, nessuna azienda può trasferirsi all’estero perché il livello delle tasse è divenuto troppo elevato).
● se la Democrazia reale (demos-crazia) ha sempre funzionato solo quando i cittadini hanno partecipato attivamente ai processi di government ed amministrativi, nella pseudo-democrazia socialdemocratica, la modalità di government esercitato prettamente dall’alto – che esclude, appunto, la partecipazione dei cittadini – porta ad un distacco della classe dirigente dai problemi reali del paese.
… In ongi caso per quanto possano durare decenni .. si Confornti in questo caso la cuba di castro … (tralasicamo il fatto che la qualità della vita è estremamente bassa, e che chiunque esprima delle idee non .. attinenti con quelle della dittatura viene fatto morire in carcere) con il Venequela: quest’ultimo potrebbe essere ricco come i paesi arabi visti i giacimenti di petrolio, ed invece la gente muore letteralmente di fame
Da ciò deriva che se si vuole uscire dalla attuale crisi
è necessario riportare la Democrazia europea
alla sua dimensione di funzionamento originaria.
A quella dimensione che oggi è definita Democrazia partecipata o Democrazia diretta.
Ovvero
è necessario ripristinare la caratteristica che è definita nelle costituzioni europee (ma negata nei fatti): la Sovranità del Cittadino.
Il che significa, in essenza, recuperare i fattori fondamentali di funzionamento della Democrazia quali:
il potere decisionale nelle mani dei cittadini
la responsabilità di coloro i quali hanno in mano il potere decisionale nei confronti delle loro decisioni.
Ad esempio, se qualcuno decide di modificare una parte di un giardino mettendo giochi per bambini (sia esso un comitato di cittadini o un Politico), e questo intervento si rivela essere un fallimento, tutte le persone che sono intervenute in tale processo decisionale (e chi ha realizzato fisicamente il progetto) devono in qualche essere tenute responsabili di tale fallimento.
Ciò è possibile nella Democrazia diretta (quando si parla di Democrazia diretta si parla di un livello decisionale locale ed ultra-locale) nella quale è facile definire una “reputazione” di ogni persona che operi nei processi governativi ed amministrativi.
Si tenga conto che la critica comune alla Democrazia diretta, secondo la quale i cittadini non saprebbero in grado di partecipare con consapevolezza ai processi di government ed amministrativi, e solo in parte corretta. Gli esseri umani possono non avere la competenza necessario per ricoprire una mansione, ma essi possono, con il processo di apprendimento caratteristico dell’uomo – il processo di “prova e correzione dell’errore” – crearsi tale competenza.
Come vedremo, non solo la maggior parte delle critiche alla Democrazia diretta sono sostanzialmente infondate, ma sono infondate anche la maggior parte delle giustificazioni della Social-democrazia.
In particolare in queste ultime non tiene inoltre conto del fatto che, il sistema socialdemocratico non funziona: non funziona a livello teorico (nessuno è mai riuscito a creare un modello razionale di essa, che esca dall’impostazione fideistica dell’Ideologia socialista); e non è mai funzionato nelle realizzazioni pratiche (uno studio attento dei casi storici di Social-democrazia – Svezia compresa – dimostra come l’applicazione dei meccanismi socialdemocratici abbia sempre portato al fallimento la nazione).
() PER UN PERCORSO
VERSO LA DEMOCRAZIA REALE
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La Democrazia, per poter funzionare, deve quindi fondarsi sui suoi Principi fondanti, o finisce per produrre un fallimento economico ed una scarsità di qualità della vita.
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E riportare l’attuale Social-democrazia ad una forma di Democrazia reale significa appunto riportare le forme di government attuale (Democrazia dall’alto fortemente centralizzata) a forme di Democrazia realmente partecipata dai cittadini.
Ciò significa, in essenza, fare in modo che
1. i cittadini possano interessarsi direttamente della soddisfazione dei loro bisogni (il reale fine del sistema democratico),
2. prendendo direttamente decisioni in proposito (per lo meno a livello locale).
( identificare il significato di democrazia diretta )
Per poter parlare in modo costruttivo della Democrazia è ovviamente necessario definire nello specifico di cosa si sta trattando.
Come vediamo nel prossimo capitolo, questa consapevolezza è oggi assente nella nostra Cultura socialdemocratica: i cittadini delle Nazioni europee (a differenza di gran parte di quelli degli Stati Uniti), non sanno cosa sia una reale Democrazia.
Nel prossimo capitolo cerchiamo quindi di chiarire cosa è, e cosa non è la Democrazia (la Democrazia diretta).
IL PROBLEMA CULTURALE (DEMAGOGICO)
DIETRO LA DIFFICOLTÀ DI REALIZZARE LA DEMOCRAZIA DIRETTA
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Uno dei problemi di base che si hanno oggi nei confronti della Democrazia diretta è la falsa idea che per lo più si ha di essa, la quale impedisce di sviluppare tale forma di government.
Questa falsa idea della Democrazia diretta è il risultato di decenni di Educazione istituzionale della Social-democrazia e della uniformazione delle informazioni fornite dai media, che hanno indotto la maggioranza delle persone a credere che l’unica forma di Democrazia possibile sia quella gestita dall’alto dai “politici di professione”.
In questo ordine di idee la Democrazia diretta viene percepita come una concessione nei confronti dei cittadini: ovvero come uno strumento che permette ai Cittadini di “giocare” a esprimere opinioni sull’operato della classe politica, opinioni che poi non hanno nessuna rilevanza nei processi governativi ed amministrativi (sebbene sulla carta tali forme di Democrazia diretta permettano ai cittadini di operare a livello decisionale – con limitazioni enormi – in realtà le vari istituzioni di government social-democratico sono in grado di neutralizzare qualsiasi azione proposta dai cittadini).
Il prodotto di queste strategie di “pensiero unico” (scientificamente impostate da Gramsci nella prima metà del ‘900) è
la mancanza di consapevolezza delle persone rispetto
all’esistenza di alternative (realmente funzionanti) alla Social-democrazia
– vedi Svizzera e piccole cittadine di provincia degli USA –
e rispetto
all’effettiva possibilità di riportare l’attuale democrazia al modello originale.
In altre parole oggi manca totalmente la consapevolezza:
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dell’esistenza di difetti intrinseci alla socialdemocrazia, per cui i problemi che oggi si pensa di poter risolvere con le modalità socialdemocratiche sono in realtà prodotti della Social-democrazia stessa.
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la consapevolezza “civica” dei cittadini che ormai da generazioni vivono in una dimensione di “pensiero unico” (il pensiero unico insegnato nelle scuole dello Stato, è propagato ormai dalla grande maggioranza dei media) ed ignorano l’effettiva possibilità di ritornare ad una reale Democrazia (diretta o partecipata).
Il fatto è che oggi la politica, a causa di questa condizione mentale (culturale) prodotta dalle sottili strategie del cosiddetto “marxismo psicologico”, la socialdemocrazia (la Classe politica) ha potuto espandersi acquisendo sempre maggior potere. E riportare la democrazia ad una forma diretta, o per lo meno realmente partecipata, significa togliere gran parte di questo potere dalle mani dei government (classe politica) per ridistribuirlo nelle mani nei Cittadini.
Si tratta di una operazione legittima, poiché si tratta di ristabilire quanto è indicato nelle costituzioni europee con il termine di “Cittadino sovrano”, termine che significa appunto, nella cultura della filosofia politica, “governo da parte dei cittadini” [nota: (Wikipedia) Popular sovereignty: “Rule by the People (…) The people have the final say in government decisions. “).
lettura – (Il problema della attuale crisi della Democrazia europea – e della presidenza Obama – risiede nel fatto che .. al punto di arrivare a forme di potere assoluto, totalitario , come quelle italiana con un premier eletto dal “partito unico” -socialdemocratico – e non dei cittadini ; o quello degli Stati Uniti dove Obama governa con le leggi personali da lui avesse ma non approvate dal parlamento ).
Ovvero il sistema socialdemocratico è riuscito, nel corso di quasi un secolo, a rovesciare l’essenza della reale Democrazia (con un vero colpo di Stato ottenuto in modo graduale e sotterraneo senza l’uso delle armi). Ciò è dovuto a più fattori:
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già in origine, da cavilli inclusi nella Costituzioni che danno appunto la possibilità ad un partito di governo particolarmente incline a monopolizzare il potere, l’effettiva possibilità di utilizzare quella porzione iniziale relativamente limitata di potere per espandere sempre più tale potere fino ad arrivare ad un livello quasi assoluto come è oggi (negli USA Obama governa con gli executive order in barba alla volontà delle Camere, ed ignora poi i richiami della Corte costituzionale affermando di utilizzare il “buon senso” e quindi di poter ignorare le regole; in Italia, in modo molto più esplicito, il “partito unico” della Sinistra ha messo al potere la persona che ha vinto le primarie di quel partito – senza passare per reali elezioni).
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l’ignoranza di base dei cittadini, educati nelle scuole pubbliche della Social-democrazia, rispetto alle questioni reali di economia: come ci insegna il caso di Sanders negli USA, sono molti ormai giovani che pensano di poter pretendere che lo Stato si occupi totalmente di loro dalla culla alla tomba
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il forte disinteresse dei cittadini rispetto alle questioni politiche, e la gradualità dei cambiamenti che impediscono ai cittadini di rendersi conto di quanto la Classe politica abbiano assunto a questo punto un potere effettivamente totalitario (la maggior parte dei cittadini di Sinistra in Italia e negli Stati Uniti non comprende effettivamente il significato di quanto lontani dal modello democratico siano i governi Renzi ed Obama )
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Il problema fondamentale che rende difficile il ritorno ad una condizione di reale Democrazia (partecipata da cittadini consapevoli) è quindi che la Classe politica socialdemocratica ha blindato la propria condizione di potere dall’alto dal punto di vista culturale in primo luogo, e poi politico.
Il marxismo psicologico, applicato per anni nei campi di rieducazione culturale dei paesi del socialismo reale, o comunismo (come Unione Sovietica, Cina di Mao, Cambogia, ecc …) è in grado di operare sulla mente umana a livello molto profondo. La setta Scientology (o Dianetics) nasce proprio per opera di R. Hubbard, che era uno degli studiosi per conto delle Istituzioni USA dei sottili metodi psicologici di lavaggio del cervello dei paesi comunisti. [vedi il documento “Manipolazione delle masse”]
Grazie alle strategie di egemonia culturale applicate dalla Social-democrazia, oggi
i Cittadini si sono convinti di non essere in grado di gestire direttamente la loro vita sociale, e quindi di dover effettivamente in tale ambito dipendere da persone “esperte”
(o come questi ultimi si definiscono: “antropologicamente superiori “) .
Il problema è che oggi i Cittadini non conoscono altro che la realtà della Social-democrazia, e pensano quindi che non vi siano alternative ad essa (ormai dai libri di Storia sono state totalmente cassati i casi delle forme di Democrazia reale – con i “Cittadini sovrani” – che hanno funzionato per millenni e funzionano tutt’ora, con la partecipazione diretta delle persone).
La situazione è un po’ quella descritta dal cartone animato di Spielberg, nel quale qualcuno cerca di spiegare alle galline rinchiuse in un lager che se fuggono attraverso un buco nella rete possono raggiungere zone dove possono vivere in piena libertà, e sfuggire alla sicura morte che le attende nel lager. Ma esse non comprendono poiché non conoscono la realtà di libertà descritta loro, e rimangono nel lager.
In una condizione di questo tipo è quindi è particolarmente difficile attuare strategie per riformare la Social-democrazia in direzione di una maggior partecipazione (effettiva) dei cittadini.
Uno dei problemi che si pongono a chi voglia riformare la Democrazia europea è che per instaurare una reale Democrazia è necessario avere, alla base, dei “Cittadini consapevoli”. Ma anche che, seguendo i Principi della reale Democrazia (o se vogliamo, i meccanismi di funzionamento della coscienza umana), non è possibile attuare forme di pedagogia come quelle attuate dall’ideologia socialista: una “educazione” dei cittadini.
É invece necessario, affinchè i cittadini possano recuperare una reale coscienza “sociale” (consapevolezza del prorpio ruolo all’interno della comunità in cui essi vivono), sviluppare un percorso di comprensione attraverso un processo maieutico in cui essi imparano da sè sperimentando (gli esseri umani non possono essere “imparati” sentendosi raccontare le cose dagli altri, ma possono unicamente imparare – in modo profondo e circostanziato – solo dall’esperienza diretta).
Questo percorso è prospettato in Iniziativa Riforma dal Basso, nel quale si offrono strumenti di government dei cittadini, di dibattito e di comunicazione che permettono ai cittadini di “imparare facendo”.
● cosa NON È la Democrazia diretta
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La mancanza di una reale cultura democratica fa si che oggi i tentativi di restaurare una reale Democrazia (diretta o partecipata) siano essenzialmente fuorvianti.
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Ovvero oggi si creano (volutamente) grossi equivoci a proposito della democrazia diretta, e la conseguenza è che le persone credono di sviluppare le strutture istituzionali in direzione della Democrazia diretta, ma paradossalmente esse non fanno altro che sviluppare la Social-democrazia in direzione di una maggiore gestione del potere da parte della classe politica.
È quindi necessario in primo luogo analizzare la moltitudine di equivoci a proposito della Democrazia diretta creati ad hoc per fuorviare i cittadini .
A monte di tutto le difficoltà di realizzare reali riforme della Democrazie europea vi è il risultato più importante delle strategie di “egemonia culturale”: l’ignoranza da parte dei cittadini a proposito delle reali questioni della Democrazia.
Oggi i cittadini non conoscono nemmeno più i Principi della Democrazia insegnati ancora a scuola alcuni decenni or sono nelle ore di Educazione civica.
Venendo a mancare una “Cultura civica” di base,
oggi i cittadini della Social-democrazia
non sono in grado
di distinguere una Democrazia da un totalitarismo.
Per questa ragione oggi viene fatta passare per Democrazia diretta (o partecipata) ciò che non lo è affatto.
Ovvero oggi i cittadini delle Social-democrazie (le Democrazie europee basate sul concetto di Stato sociale) non sono in grado di comprendere che nella Democrazia diretta o partecipata essi dovrebbero avere un effettivo potere decisionale, mentre nelle realizzazioni attuali ad essi viene permesso unicamente di “giocare” esprimendo opinioni che poi non vengono prese in considerazione nei processi governativi ed amministrativi (il fatto è che in tali forme di pseudo-Democrazia diretta. i cittadini rimangono sempre assoggettati ad un potere superiore che è in grado, con azioni di vario tipo, di neutralizzare qualsiasi azione proposta dai essi).
Questa situazione fasulla è resa possibile grazia alla carenza culturale prodotta dalla stessa Social-democrazia: oggi per i cittadini non è affatto chiaro, ad esempio, che in qualsiasi struttura di government nel quale vi siano delle istituzioni che “stanno sopra” ai Cittadini (che possano in qualche modo cassare le decisioni prese dai cittadini), non è una democrazia diretta (ma poiché, in Democrazia i cittadini sono Sovrani, ovvero “stanno sopra tutti”, tale forma di government non è nemmeno una reale democrazia).
∙Il ruolo del “Marxismo culturale”: la Rivoluzione morbida del Cancel culture
Questo è, appunto, il risultato delle strategie di Egemonia culturale utilizzate dalla Social-democrazia elaborate dal linguista Gramsci (e segretario del Partito comunista), il quale ha teorizzato appunto come fosse possibile creare una cultura “nazional-popolare” egemonica (si tratta del cosiddetto Pensiero unico) nella quale, scambiando i significati delle parole, è possibile guidare in modo “morbido” il popolo vero il socialismo reale (in alternativa all’eliminazione fisica delle persone non in linea con l’ideologia, che era fino ad allora il fattore fondamentale della salita al potere del socialismo marxista)..
Il Socialismo reale si può stabilire infatti solo eliminando la cultura tradizionale, poiché finchè essa esiste il popolo non può accettare la nuova dimensione culturale/esistenziale. La dimensione dell’”Uomo Nuovo” – imposta dal Socialismo (Social-democrazia) in estremo conflitto con il tradizionale modo di pensare.
La “Nuova cultura” ha oggi portato, come voleva gramsci, una “rivoluzione” (ribaltamento) dei significati originari: la proprietà da diritto fondamentale è divenuta “furto” (oggi l’idea che si possano caricare i “ricchi” di alti livelli di tassazione è giustificata prorpio da tale dogma – ciò vale anche per l’idea, ad esempio, che si possano sequestrare ai privati alloggi sfitti per darli agli immigrati clandestini); oggi sono annunciate ufficialmente strategie con le quali sottrarre i bambini alla potestà familiare e farli “gestire” direttamente da istituzioni statali: le femminucce, in qualsiasi istituto pubblico o privato, sono costrette ad accettare maschietti nei loro spogliatoi (anche sotto le docce); si aboliscono le feste tradizionalmente “sacre” come il Natale, ecc…
L’idea della Rivoluzione morbida concepita da Gramsci (e da un altro segretario del PCI, Togliatti, inauguratore della strategia del “Comunismo dal volto buono”) ha rappresentato una svolta nella diffusione del Marxismo a livello capillare nella Democrazia europea: in origine infatti l’idea era che si dovesse sopprimere fisicamente l’intera classe che adottava la “cultura tradizionale”. Nel nuovo corso in alternativa alla soppressione fisica dei tradizionalisti (i “conservatori”), si sopprime (gradualmente, in modo sotterraneo) la cultura tradizionale (l’idea è appunto, che i tradizionalisti si convertano inconsapevolmente alla nuova cultura).
Oggi si assiste quindi allo sviluppo di una cultura “rivoluzionata” nella quale tutto è “riscritto” in nome dell’ideologia. E’ a questo proposito che Orwell in “La fattoria degli animali” e in “1984” mette in guardia i cittadini occidentali del pericolo che essi corrono di vedersi trasformata la Democrazia in una forma sotterranea di Socialismo: ovvero dal pericolo di arrivare ad una condizione di “pensiero unico” nel quale le persone non hanno più memoria delle forme di pensiero tradizionali (come è per le galline di Spielberg).
Come vedremo più avanti, uno degli equivoci che derivano da questa strategia è quello sul termine riforme: oggi con tale termine si indica infatti, paradossalmente, un rafforzamento degli spetti critici della Social-democrazia.
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Il risultato di tali strategie di “egemonia culturale” è che oggi viene etichettata come Democrazia diretta ciò che in realtà non è altro, appunto, che una demagogica concessione dall’alto di “gioco” nel quale i cittadini possono esprimere opinioni che però non hanno nessuna rilevanza nei processi governativi ed amministrativi (si tratta della famosa strategia espressa nel romanzo il Gattopardo, “cambiare qualcosa per non cambiare nulla”).
Nel prossimo capitolo “cosa è la Democrazia diretta” si analizzano alcuni casi di reale Democrazia diretta locale nei quali le cose funzionano molto meglio di come funzionano nella Social-democrazia in cui essi sono inseriti.
i casi di falsa Democrazia diretta nello specifico
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La mancanza di una cultura relativa alla Democrazia, e la conseguente assenza di consapevolezza da parte dei cittadini a proposito di cosa di realmente la Democrazia, ha fatto sì che le forme di government etichettate oggi come Democrazia diretta siano in realtà fasulle.
Le forme di pseudo-democrazia diretta sono per lo più di forme di compromesso tra la Social-democrazia e il government diretto nelle quali si omette di applicare i Principi della reale democrazia (la Sovranità del Cittadino, ovvero il suo detenere un potere decisionale che sta sopra a quello di qualsiasi Istituzione).
Oggi abbiamo una serie di applicazioni di pseudo-democrazie dirette, come quella dei Cantoni svizzeri (che è quella tra gli esempi maggiormente conosciuti che più si avvicina alla Democrazia reale o diretta) ai casi degli Stati degli Usa come la California (casi nei quali il “government diretto” invece è molto lontano dall’essere effettivamente diretto).
In tali forme di “Democrazia diretta” i cittadini possono esprimere, teoricamente, la loro volontà attraverso due diversi strumenti:
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Iniziative-propositions: i cittadini raccogliendo un certo numero di firme (con petizioni) possono fare una proposta di legge. Successivamente si passa al referendum popolare per votare tale legge.
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Referendum con i quali i cittadini possono chiedere di modificare o di abrogare di una legge emessa dall’assemblea rappresentativa.
In questo modo – se le cose funzionassero come sono state definite nella teoria – si otterrebbe sicuramente un progresso verso il recupero di una reale Democrazia, ma di fatto, tali strumenti, non definiscono affatto una Democrazia diretta, poiché in tali casi rimane sostanzialmente il modello della Democrazia rappresentativa, della Social-democrazia. Ossia al modello nel quale le decisioni sono prese dall’alto, e, di fatto, i cittadini possono esprimere la loro volontà solo al momento delle attuali forme di elezione; dopo di che il “rappresentante” rimane libero di assumere decisioni in contrasto con la volontà dei suoi elettori (si noti che in questo caso si tratta di una falsa “Libera scelta”, poiché i cittadini possono comunque scegliere unicamente tra una ristrettissima rosa di politici già scelti a monte dalle istituzioni).
In tale dimensione ai cittadini rimane il ruolo di partecipazione come spettatori (che possono dare una opinione su quanto avviene), e non come decisori (come deve essere in Democrazia).
Il fatto è che pur essendo vero che in questo caso le Istituzioni governative sarebbero tenute a prendere in considerazione i risultati delle petizioni e dei referendum popolari, di fatto, esse mantengono una forma di potere che permette loro, con espedienti di vario tipo (tra i quali l’intervento della Magistratura), di annullare i risultati di tali consultazioni popolari (è possibile che la Svizzera sia ancora esente da tali tipi di manipolazione del potere dall’alto).
Come vedremo nel prossimo capitolo, la Democrazia diretta (in tutto e per tutto) esiste, e funziona egregiamente (molto meglio del government Nazionale che le ospita) nelle piccole Town USA, dove le Istituzioni sono tutte direttamente composte (e partecipate costantemente) dai cittadini.
La possibilità di utilizzare gli strumenti di pseudo-democrazia diretta per sviluppare un percorso di reali riforme (ovvero come sviluppare una “rivolta morbida” nei confronti delle istituzioni)
Si noti che
queste forme di pseudo-Democrazia diretta possono comunque rappresentare per i cittadini un importante strumento per sviluppare quella “scalata” al potere che può ridare ad essi il loro ruolo legittimo di Sovrani
(di reali partecipatori ai processi governativi ed amministrativi).
Ovvero i cittadini possono, utilizzando in modo ottimale quella piccola parte di potere concesso ad essi (incautamente) dalle Istituzioni, se agiscono in modo consapevole ed organizzato, ri-guadagnare sempre maggior potere (la legittima Sovranità) all’interno del sistema socialdemocratico.
Vedi a questo proposito gli strumenti definiti nell’Iniziativa Riforma dal Basso (IRDB).
In altre parole è possibile superare gli ostacoli oggi presenti nell’utilizzo degli strumenti di pseudo-democrazia diretta (come quello della necessità di raggiungere quasi 1 milione di firme per presentare una legge popolare, come è in California) ad esempio utilizzando un Social Network come quello delineato in Iniziativa Riforma dal Basso, con il quale è possibile semplificare enormemente compiti come quello della raccolta di firme per petizioni.
Ricordiamo che in Svizzera la raccolta delle firme deve essere di 100.000 in un anno (il 2% della popolazione), mentre in Germania in qualche Stato è necessario raccogliere 80.000 firme in quattro settimane
Il processo di recupero del potere dei cittadini può, appunto, avvenire, come illustrato in IRDB, poiché attraverso Social Network concepiti ad hoc
è possibile creare un forte consenso
attorno a progetti di riforme dal basso
(come si illustra più avanti, con proposte di legge esplicitamente bi-partisan, nella cui causa non possano non sentirsi coinvolti i cittadini di ogni credo politico). Ed
utilizzare questo consenso per effettuare una forte pressione
sulle istituzioni politiche
affinché esse non possano
non accettare queste proposte di legge
(ciò, si noti, vale anche per i contesti nei quali non vi siano strumenti di Democrazia diretta).
In questo caso infatti la classe politica non può non tener conto di questa volontà popolare, poiché le istituzioni devono comunque rendere conto del loro operato periodicamente durante le elezioni ordinaria (i Politici al potere sanno che nelle successive elezioni potrebbero non sarebbe rieletti nel caso in cui essi non prendano seriamente in considerazione le iniziative proposte dai cittadini).
Il caso italiano del “governo” Renzi ci dimostra come anche questo “problema” per le istituzioni possa essere superato da esse, poiché la classe politica trova sempre il modo per mettere al governo al potere un governo non eletto dal popolo. Ma anche in questo caso una “forte pressione” popolare ben organizzata con strumenti come quelli definiti in IRDB può produrre risultati notevoli.
In questo percorso di riforme dal basso (per non suscitare l’allarme delle istituzioni, e quindi affinchè per “distrazione” le iniziative popolari non vengano bloccate dalle istituzioni con i soliti escamotage)
è auspicabile partire con piccole leggi apparentemente insignificanti, che possono però essere determinanti
per sviluppare, piccolo passo per piccolo passo,
una posizione di potere consistente
all’interno del sistema Social-democratico.
Si possono ad esempio creare, con questa strategia, via via sistemi di partecipazione consultiva che divengono poi dei veri e propri strumenti deliberativi a causa delle pressioni che possono essere fatte sulla classe politica.
Per poter seguire questa strada di riforme dal basso è però necessario, tra le altre cose,
riuscire a produrre una chiara informazione di ciò che avviene,
altrimenti le Istituzioni possono sempre giustificare in modo demagogico – come fanno oggi – le azioni di con qui esse impediscono alle azioni di Democrazia diretta di aver luogo.
Ovvero i cittadini devono:
1) aver in mano canali mediatici ad alta diffusione di facile gestione (strumenti di Citizen journalism come quelli presenti nella piattaforma di IRDB).
2) essere compatti nel voler sostenere le loro iniziative (come sempre in questi casi le iniziative devono essere bi-partisan, ossia iniziative di interesse generale condivise da tutti). In IRDB sono indicati strumenti che permettono ai cittadini di organizzarsi in comitati specifici nei quali sviluppare discussioni attorno alle cause intraprese, e progettazione azioni.
Con queste precondizioni anche nel caso in cui si arrivi ad uno scontro con le istituzioni queste non possono nel medio periodo vincere.
l’alternativa “diretta”
delle Istituzioni indipendenti dei Cittadini dalle istituzioni
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Il percorso di riforme dal basso sopra descritto può essere sviluppato, appunto, grazie alla costituzione di “istituzioni parallele“ dei cittadini indipendenti dalle attuali istituzioni governative (ed amministrative).
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In IRDB si illustra il funzionamento di tali Istituzioni indipendenti: qui riportiamo una sintesi.
Sostanzialmente tali Istituzioni indipendenti dei cittadini (sono come dei “comitati popolari”, o micro movimenti legati ad iniziative specifiche), supportate da strumenti particolarmente innovativi (come è nella piattaforma IRDB), si possono organizzare per mettere a punto progetti di vario genere (si tratta di vere e proprie forme di progettazione partecipata sviluppata in modo autonomo dai cittadini).
Ma in questo modo è anche possibile, ad esempio, utilizzando le normative di Trasparenza dei conti pubblici, costituire veri e propri comitati di amministrazione partecipata, come illustrato nel progetto di Spending Review partecipata di IRDB (ovviamente non si tratta ancora di un potere deliberativo riconosciuto ufficialmente, ma con la possibilità di fare forte pressione rivelando una cattiva gestione delle spese, o peggio irregolarità nei processi amministrativi, si assume comunque un buon livello di potere “di fatto” nei confronti delle istituzioni).
Questi strumenti divengono legittimi poiché essi operano strettamente nel rispetto delle leggi, e non fanno altro che analizzare l’operato delle istituzioni governative e della Pubblica amministrazione. E suggerire modalità migliori di amministrazione delle specifiche istituzioni, e progettare servizi ed opera pubbliche in alternativa a quelle del progetto istituzionale (vedi in IRDB i porgetti Spending Review e Progettazione partecipate).
La legittimità di tali istituzioni dei cittadini si trasforma appunto in una forte pressione popolare quando le iniziative definite in tale modo conquistano un forte consenso (bi-partisan) dei cittadini (la piattaforma IRDB prevede forme di votazione “certificata”).
● COSA È la Democrazia diretta
La Democrazia diretta non è altro che la reale democrazia (la Democrazia nella sua concezione originaria), ovvero
la Democrazia diretta è un sistema di government nel quale i cittadini – esercitando Sovranità riconosciuta loro dalle Costituzioni –
partecipano in modo effettivo al processo decisionale.
la differenza tra Democrazia partecipata e Democrazia diretta
E’ importante ricordare che oggi sono indicate due forme di partecipazione al government sostanzialmente differenti:
● la Democrazia diretta pura, nella quale i cittadini sono i protagonisti del processo decisionale: non vi sono organi decisionali ed amministrativi che non siano composti da “normali” cittadini (in questo caso non esistono i “Politici di professione” – vi è solo qualche impiegato a livello esecutivo, gestito direttamente dai cittadini).
Questo sistema è un modello reale, non ideologico, che ha funzionato con successo nella storia dell’uomo fino alla rivoluzione francese (i Villaggi si sempre auto-governati anche sotto le più dure tirannie), e funziona ancora oggi in molte piccole cittadine di provincia degli USA (molto meglio della Democrazia rappresentativa sviluppata al livello dello Stato).
Come abbiamo visto, le forme di government dei cittadini etichettate come Democrazia diretta (che non siano quelle sviluppate nelle piccole Town USA) sono in realtà un compromesso tra la reale Democrazia diretta ed il Government rappresentativo della Social-democrazia di matrice europea il quale è in conflitto con i principi fondamentali della Democrazia diretta.
● la cosiddetta Democrazia partecipativa, che, come detto in precedenza, rappresenta per lo più un contentino frutto della demagogia socialdemocratica (un “cambiare qualcosa per non cambiare nulla”). Un modo per permettere ai cittadini di sfogarsi esprimendo le loro opinioni che poi non hanno di fatto alcuna rilevanza nei processi governativi ed amministrativi.
Il fatto è che, appunto, non può esistere in una reale Democrazia una dimensione di partecipazione che non permetta ai cittadini Sovrani di poter influire effettivamente nel processo decisionale.
la reale Democrazia diretta
In realtà, al di la della demagogia prodotta dalle istituzioni social-democratiche, la Democrazia diretta è una forma di government ben definita nella quale i cittadini si amministrano (si auto-amministrano) direttamente senza che esista una istituzione che interferisce sulle loro attività di government ed amministrazione dirette (ciò in base al principio costituzionale di Sovranità del cittadino, secondo il quale non vi può essere nessuna istituzione che “stia sopra” gli organi gestiti direttamente dai cittadini).
La forma di government diretto presenta molti vantaggi rispetto al regime socialdemocratico. Ad esempio nella Democrazia diretta si ha un notevole risparmio nelle spese, che corrisponde ad un livello di tassazione decisamente inferiore (ciò anche se non si tiene conto della possibilità di option-out che si ha in tale dimensione, la quale permette a molti cittadini di non partecipare alla spesa per servizi ai quali non sono interessati).
E contemporaneamente, in una forma di government diretto, nonostante si diminuiscano le spese per i servizi (in realtà la maggior parte delle spese che i cittadini finiscono per tagliare in una gestione diretta dei conti pubblici sono le “spese inutili”), si ha un migliore sviluppo dei servizi (si tenga conto c che (1) solo nella forma diretta si riescono a soddisfare bisogni specifici che nella forma attuale di Welfare “di massa” non è nemmeno possibile individuare – e che (2) in questa dimensione, con il denaro risparmiato, è effettivamente possibile assistere anche “gli ultimi”, coloro che “proprio non ce la fanno”)
Ovvero nella democrazia diretta – come avviene nelle piccole cittadini nelle quali vi sono ancora forme di auto-amministrazione diretta – vi è una alta qualità della vita per il fatto che, tra le altre cose, i cittadini hanno possibilità di personalizzare la struttura del Territorio in base ai loro bisogni non materiali (ad esempio costruendo sul suolo pubblico centri di incontro con attrezzature di vario genere che aumentano la convivialità della vita sul territorio.
Dobbiamo anche tenere conto della diversità delle attitudini a spendere dei cittadini, delle quali si può tener conto nella reale Democrazia diretta: alcune persone preferiscono spendere di più per avere una vita più comoda, mentre le altre si accontentano di una vita meno comoda ma vogliono risparmiare i soldi (ad esempio per lasciarli in eredità ai figli).
[] Democrazia diretta: le nuove opportunità
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Una delle critiche alla Democrazia diretta è che essa non possa essere attuata in un contesto complesso come quello del government delle Nazioni moderne.
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Il primo errore in tale considerazione è che è comunque possibile avere contemporaneamente un Government nazionale di tipo rappresentativo (Parlamento nazionale), ed un sistema di reale Government diretto a livello locale (ed in questo caso il government locale assume spontaneamente gran parte del lavoro decisionale ora ricoperto dal governo nazionale).
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Ma tale considerazione non tiene conto dei nuovi strumenti oggi disponibili grazie all’evoluzione delle tecnologie di comunicazione interattiva, che permettono forme di partecipazione diretta dei cittadini anche ad assemblee tenute in luoghi distanti dalla loro area di residenza (vedi ad esempio la forma di Rappresentanza partecipata illustrata in IRDB).
Oggi, grazie alle opportunità fornite dalle nuove tecnologie,
diviene quindi possibile ciò che non lo è stato per millenni:
la partecipazione dei cittadini
ai processi decisionali della democrazia.
Ciò può avvenire grazie a nuovi processi di government anche in modalità remota (ad esempio, attraverso forme di Social Media, come illustrato in IRDB – ovviamente si tratta di strumenti molto differenti da quella attuali – vedi Facebook – dove, al contrario, non vi è una reale partecipazione “razionale”, ma solo una partecipazione emozionale che non può avere nessuno sbocco concreto).
una nuova modalità di utilizzo delle Tecnologie di comunicazione interattive favorisce il government partecipato
– non è una lettura, poiché c’è un mare di cose specifiche ..s trumenti …-
E’ importante precisare che non si pensa che la modalità remota di interrelazione (attraverso i media interattivi) possa sostituire la modalità tradizionale della presenza fisica delle persone (l’unica forma di presenza reale nei quali l’interazione umana funziona veramente).
Ossia la modalità di partecipazione remota concessa dalle nuove tecnologie di comunicazione non può mai divenire la modalità più importante di partecipazione! Ma solo una modalità accessoria che però è in grado di facilitare enormemente i processi di democrazia diretta.
Sottolineiamo che le forme di government locale funzionano non solo perché i cittadini si trovano in Assemblee dirette a prendere decisioni, ma anche (e sopratutto) per gli ordinari meccanismi di funzionamento della comunità umana. Ossia per ciò che avviene nella quotidianità della vita delle persone sul territorio: la frequentazione diretta delle questioni da affrontare, il dialogo continuo con i concittadini che condividono i problemi, ecc ..
Questi meccanismi non possono affatto essere surrogati da comunicazioni del mondo virtuale delle nuove tecnologie. Ma possono essere enormemente facilitati da strumenti dell’”Internet delle cose”.
Nell’iniziativa IRDB si individuano alcune strategie che permettono di minimizzare, se non eliminare, il problema del digital divide che rischierebbe di penalizzare fortemente i cittadini tecno-analfabeti.
Le nuove tecnologie possono cioè divenire un complemento delle attività tradizionali di government ed amministrazione del territorio. che possono rendere la Democrazia diretta fattibile.
Come vediamo più avanti, grazie alle nuove tecnologie di comunicazione interattiva è possibile, tra le altre cose: ● favorire una partecipazione “remota” dei cittadini alle assemblee istituzionali ● favorire la partecipazione dei cittadini ai processi di pubblica amministrazione (tutti i cittadini del luogo possono, ad esempio, in qualsiasi momento esaminare i conti della pubblica amministrazione, esaminare progetti e suggerire alternative ad essi) ● creare continue consultazioni popolari (referendum come nel modello Svizzero) a costi estremamente bassi ● migliorare nettamente i processi burocratici attuali.
Ma le nuove tecnologie della comunicazione, oltre a permettere di applicare processi di reale government diretto a livello locale, possono anche permettere di innovare radicalmente i processi della Democrazia rappresentativa a livello sovra-locale (livello che permane nella forme di Democrazia diretta, seppure in una dimensione fortemente ridimensionata rispetto a quella attuale).
Vedi ad esempio, a questo proposito, il progetto Rappresentanza partecipata in IRDB che permette ai cittadini di instaurare un processo di dialogo continuo con il rappresentante eletto.
Con le nuove tecnologie si può anche creare uno scenario di lavoro dei Rappresentanti a livello nazionale nel quale essi possono passare la maggior parte del tempo nell’area locale che essi rappresentano (vedi IRDB).
Si tenga conto che le elezioni via Internet sono ancora meccanismi estremamente difettosi, facili da “piratare”, a causa della loro cattiva progettazione (vedi a tal proposito modalità innovative descritte IRDB).
le nuove tecnologie oltre la governance
In realtà la nuova ondata di tecnologie della comunicazione interattiva può permettere di agire molto più a fondo ridisegnando completamente alla base la modalità di governance
Si pensi, ad esempio, alla questione delle informazioni, che sono alla base della consapevolezza civica del cittadino, e quindi alla base di qualsiasi processo di Democrazia partecipata.
DEMOCRAZIA PARTECIPATA (APPROFONDIMENTI)
GLI AMBITI DI PARTECIPAZIONE NELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA O DIRETTA
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Nelle prossime pagine si analizzano i punti: ● i criteri di base della democrazia diretta (e della reale democrazia) ● la natura delle questioni sulle quali è necessario dibattere, e prendere decisioni, in una reale Democrazia.
Ricordiamo che
la Democrazia è per definizione un sistema di government diretto
(demos-cratia significa, appunto, regime di governo dei cittadini).
E ricordiamo che la Democrazia diretta non solo è possibile, ma ha funzionato per decine di migliaia di anni nella quasi totalità delle comunità umane in modo decisamente migliore rispetto alla Social-democrazia (anche rispetto alle tirannie del passato, che non erano ancora ideologizzate al punto di imporre strutture e comportamenti alle popolazioni locali).
L’unico “limite” della Democrazia diretta è che essa non è stata mai utilizzata in una dimensione che non fosse fortemente locale. E probabilmente non può essere utilizzata in una dimensione differente da quella locale (per poter praticare un government diretto dei cittadini le persone devono poter toccare con mano le questioni trattate in sede decisionale, e devono potersi recare di persona nei luoghi dove si affrontano i problemi da risolvere).
( perché non hanno senso le resistenze alla democrazia diretta )
Ma l’attuale critica alla Democrazia diretta, secondo la quale essa non sarebbe applicabile in un contesto complesso come quello delle Democrazie moderne nazionali è posta in modo fuorviante poiché non si tiene conto del fatto:
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la democrazia Diretta è comunque effettivamente possibile a livello locale anche se contemporaneamente, ad un livello superiore, si applicano forme di Democrazia indiretta (rappresentativa)
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una applicazione della (reale) Democrazia diretta a livello locale produce automaticamente un miglioramento dell’attuale sistema rappresentativo (di livello sovra-locale): come vediamo più avanti, se a livello locale si amministra il territorio con la modalità della Democrazia diretta, a quel punto le questioni a livello sovra-locale (del parlamento nazionale) divengono pochissime. Ovvero si vedrà che
laddove i cittadini risolvono direttamente le questioni che li riguardano, le questioni che rimangono da affrontare a livello nazionale
si riducono notevolmente
(vedi nei successivi capitoli).
■ I CRITERI SU CUI SI FONDA LA DEMOCRAZIA DIRETTA
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Per comprendere perché oggi vi sono resistenze all’introduzione della Democrazia diretta, e per sfatare gli equivoci sorti (creati ad hoc) a proposito di tale forma di government, è necessario comprendere a fondo quali sono i criteri sui quali si fonda la Democrazia diretta.
I criteri sui quali si basa Democrazia realmente partecipata (che altro non sono che i criteri su cui si basa la Democrazia reale) sono:
1. la partecipazione dei cittadini deve essere effettiva (effettivamente diretta, in prima persona): oggi spesso si creano forme di partecipazione “indiretta”, che altro non sono che escamotage creati dai governi Social-democratici per “cambiare qualcosa per non cambiare nulla”. Si tratta di forme di pseudo-partecipazione ingenuamente scambiate per reale partecipazione, nelle quali i cittadini non hanno realmente voce in capitolo: questo è un modo di dare una maggior democraticità (apparente) ad un sistema ormai palesemente in “deficit di democraticità”. Un modo nel quale però non si fa altro che rafforzare il potere dall’alto del government socialdemocratico: nella attuali forme di Democrazia partecipata il potere decisionale è infatti ancora pienamente nelle mani di istituzioni e i cittadini non fanno altro che passare il tempo a discutere, inutilmente, sui loro problemi (si tratta di un modo per distogliere l’attenzione dei cittadini dalla responsabilità delle istituzioni, e canalizzare la rabbia degli scontenti in modo da renderla innocua).
Ma in realtà è solo quando vi è una effettiva partecipazione dei cittadini al government (una compartecipazione di essi nello sviluppo del potere decisionale che spetta ad essi, essendo ciò indicato, con il termine di Sovranità dalle costituzioni) che si può parlare di reale partecipazione (anzi, solo in quel caso si può parlare di reale Democrazia).
2. la partecipazione dei cittadini può avvenire solo a livello locale come ci indicano gli esempi storici dei casi attualmente in uso in alcune cittadini della Svizzera e degli USA. Ovvero il livello locale è l’unica dimensione nella quale le persone possono essere realmente consapevoli delle questioni delle quali si discute; e nel quale sono possibili, a livello logistico, le attività necessarie a sviluppare un government diretto.
3. non vi può essere una istituzione (che non sia direttamente impersonata dai cittadini) che abbia una qualche forma di autorità nei confronti degli organi composti direttamente dai cittadini (che abbia cioè una qualsiasi autorità su quest’ultima).
Qualsiasi ingerenza da parte di una autorità superiore a quella dei cittadini contraddice i principi di funzionamento di base della Democrazia (lo Stato in quel caso assume in sé la sovranità che deve essere propria dei cittadini. Ed a maggior ragione contraddice i criteri di base della Democrazia diretta).
Ovvero qualsiasi potere superiore a quello esercitato dai cittadini in ambito locale impedisce alla Democrazia di funzionare secondo le sue finalità: soddisfare al meglio i bisogni dei cittadini (in tal caso il sistema diviene infatti un sistema di soddisfazione di interessi diversi da quelli dei cittadini).
Si noti che il criterio di non ingerenza di persone o istituzioni nelle decisioni delle istituzioni direttamente impersonate dai cittadini vale sia per gli aspetti di government (qualsiasi forma di autorità) che per quelli di amministrazione (come vedremo in seguito, ciò vale anche per i settori della burocrazia, della magistratura, ecc ….).
Alcuni corollari di questi criteri di base sono:
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se a livello Nazionale vi è una istituzione non-diretta (ad esempio un parlamento di rappresentanti) allora è necessario che:
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A) come si è detto, questa istituzione nazionale non ricopra una autorità superiore a quelle del governo locale (almeno per le questioni che i cittadini risolvono a livello locale), come vediamo nei prossimi paragrafi.
B) in ogni caso ogni rappresentante del governo nazionale sia direttamente gestito dai suoi elettori. Ovvero introducendo la Democrazia diretta a livello locale, è necessario innovare anche il sistema di rappresentanza che oggi caratterizza il sistema parlamentare, affinchè questo non finisca per sopraffare il potere locale dei cittadini (vedi più avanti il progetto di “Rappresentanza partecipata”)
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a livello sovra-locale (ma inferiore a quello nazionale: il livello inter-comunale, provinciale, ecc ..) non vi devono essere forme di government di tipo rappresentativo, ma (come vedremo in un prossimo capitolo) solo forme di rappresentanza pienamente compatibili con la democrazia diretta: ovvero non vi devono forme di assemblea rappresentativa (come vedremo, le decisioni da portare a questo livello sovra-locale sono già state deliberate dalle assemblee dei cittadini a livello locale), ma modalità di dibattito tra delegazioni che siano semplicemente portavoce delle volontà dei govern (un po’ sul modello dell’ONU o del G8).
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▌ IL CRITERIO FONDAMENTALE DELLA DEMOCRAZIA:
ESISTONO SONO QUESTIONI
CHE RIGUARDANO I CITTADINI
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Si è detto che i criteri “politici” da applicare affinché la Democrazia diretta possa funzionare sono: ● vi deve essere una partecipazione effettiva dei cittadini al government e ● non vi può essere alcuna istituzione con una autorità superiore a quelle composte direttamente dai cittadini.
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Ma il criterio fondamentale che serve per valutare se il contesto è realmente democratico – come vediamo nel capitolo successivo – è:
qualsiasi questione “politica” o amministrativa che non riguardi direttamente la soddisfazione dei bisogni dei cittadini è una sovrastruttura
(è una invenzione illegittima prodotta da gruppi di interesse particolari).
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( il porblema delle istituzioni legiferatrici ..)
Per comprendere meglio il significato di tale criterio, vediamo innanzitutto quali sono le decisioni (leggi) prese dal government della attuale Social-democrazia.
Il sistema legislativo non funziona affatto come si crede (come si studia a scuola), poiché le leggi che in teoria dovrebbero essere prodotte dai “rappresentanti” dei Cittadini (dal Parlamento) nel loro nome ed in loro favore, oggi sono in realtà prodotte da organismi “indipendenti” (illegittimi in una Democrazia perché indipendenti rispetto alla volontà dei cittadini, che è unicamente espressa dal Parlamento).
La Costituzione italiana attribuisce la facoltà di produrre leggi unicamente all’assemblea eletta “direttamente” dai Cittadini, il Parlamento. Qualsiasi altra istituzione produca norme che i cittadini siano obbligati a seguire è illegittima.
Wikipedia: “In Italia, il potere legislativo spetta al Parlamento ai sensi dell’art. 70 della Costituzione e alle Regioni, ai sensi dell’art. 117 della Costituzione.”
Queste istituzioni illegittime, non dipendenti dalla volontà dei cittadini sono per lo più:
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istituzioni burocratiche (che producono vere e proprie leggi sotto forma di regolamenti che determinano grossi limiti alla vita ed alle iniziative di lavoro dei cittadini).
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l’Unione europea, che, al contrario di quanto viene fatto credere, non è affatto una Istituzione parlamentare (il Parlamento europeo eletto dai cittadini non ha un vero potere legislativo, ma è gestito da Istituzioni che rappresentano interessi di vario genere).
● ∙LA NATURA DELLE DECISIONI DA PRENDERE
IN UNA REALE DEMOCRAZIA
(Locale e Nazionale)
http://www.tecnichenormative.it/testoFDL.pdf
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Si è detto che la democrazia diretta a livello locale apporta notevoli vantaggi alla società, tra i quali una maggior capacità di individuare i bisogni dei cittadini in modo circostanziato, ed una miglior progettazione e realizzazione dei servizi preposti alla loro soddisfazione.
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E si è anche detto che un degli aspetti più significativi della Democrazia diretta (a livello locale) è che in essa si ha un trasferimento a livello locale di molte questioni che oggi vengono decise a livello di Parlamento nazionale.
Le decisioni che oggi vengono prese a livello nazionale
Per comprendere come, in uno scenario profondamente riformato che riporti l’attuale Social-democrazia in una dimensione di reale democraticità, ossia di effettiva partecipazione dei cittadini al government, si possano effettivamente trasferire a livello locale la maggior parte delle decisioni prese oggi a livello nazionale, vediamo quali siano le decisioni prese oggi da Governi e Parlamenti:
1) decisioni che riguardano i cittadini (il fine per il quale nasce la democrazia): si tratta di regole che limitano la possibilità dell’azione dei cittadini, o che impongono ad essi comportamenti specifici.
Queste limitazioni ed imposizioni, esaminate nei prossimi paragrafi, valgono sia per i privati cittadini e per che esercita un mestiere (o gestisce una sua azienda).
2) decisioni che riguardano “sovrastrutture” create dalla Social-democrazia – le attività decisionali di questo tipo che sono superflue rispetto ai fini della Democrazia, e possono essere eliminate in una forma reale di Democrazia, e riguardano sostanzialmente:
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regole sulle istituzioni social-democratiche in sé: leggi di bilancio, lavoro di commissioni che operano per conto del Governo, eventi organizzati dallo Stato, ecc … Si tratta di decisioni relative ad attività, e quindi a spese, che sono assolutamente superflue rispetto alle reali necessità di soddisfazione dei bisogni dei cittadini (ovvero superflue rispetto alle attività richieste ad un tipo di government realmente democratico).
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regole sui governi locali: queste sono un caso peggiore di quello esposto al punto precedente, poiché questo tipo di norme pone dei limiti agli organi locali (i quali sono più vicini ai cittadini, e quindi, anche in Social-democrazia, più in grado di recepire i reali reali dei cittadini).
Per comprendere come
si possano trasferire a livello locale la maggior parte delle decisioni oggi prese a livello nazionale
è quindi necessario tener conto del fatto che in realtà gran parte di tali decisioni non sono assolutamente necessarie in Democrazia (e non sono nemmeno legittime). Sono cioè non decisioni relative al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini (il fine della Democrazia), ma sono effettivamente necessarie solo nel regime di Social-democrazia per gestire attività ed istituzioni create ad hoc per soddisfare esigenze della Classe politica.
Le decisioni di reale competenza della Democrazia: quelle relative ai bisogni sociali
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Vediamo più nello specifico quali sono le decisioni legittime e quelle illegittime prese in una Democrazia.
Quindi le questioni delle quali si deve occupare una istituzione governativa devono riguardare direttamente i cittadini, mentre nella Social-democrazia gran parte delle questioni (decisioni) sono superflue rispetto ai fini della Democrazia.
Dobbiamo osservare che, paradossalmente, nella Social-democrazia le decisioni che riguardano i cittadini non sono affatto decisioni a vantaggio di essi, ma sono invece decisioni in contrasto con le esigenze di essi:
la Social-democrazia produce cioè, quando si occupa dei cittadini, norme che limitano la loro vita privata e le loro attività lavorative.
E non, come dovrebbe essere, decisioni nell’interesse dei cittadini.
Anche se spesso si dice che tali limitazioni sono indispensabili per salvaguardare la società in sé, in realtà tale tipo di decisione non aiuta a soddisfare i bisogni di nessuna categoria di cittadini. Ma produce un livellamento verso il basso della qualità della vita tipico del Socialismo (ossia, è all’origine della attuale diffusa povertà dei cittadini).
Nel campo di decisioni prese oggi a livello parlamentare ricadono, ad esempio, le regole che impongono limiti nella costruzione o ristrutturazione di una abitazione, i limiti nell’uso di strumenti necessaria alla manutenzioni di una proprietà. E a livello professionale, le normative che, ad esempio, impongono regole sulla produzione (come quelle relative ai prodotti alimentari artigianali, che con la pretesa di maggior ottenere maggior sicurezza della salute dei cittadini, in realtà tolgono qualità importanti dei cibi, e aumentano di molto i costi di produzione, tanto da tagliar fuori dal mercato molti artigiani).
Al costume negativo, illegittimo, già citato della Social-democrazia di produrre leggi e normative che limitano la vita privata e lavorativa dei cittadini tramite il Parlamento, oggi si aggiunge, appunto, la produzione illegittima di normative prodotte all’esterno del contesto legittimo dell’Assemblea dei rappresentanti dei cittadini (il Parlamento): quello delle Istituzioni burocratiche.
( Italexit )
Si tenga conto che le decisioni prese in sede EU sono ancora meno legittime di quelle prese dalla Istituzioni burocratiche nazionali. Per almeno due ragioni: (1) l’esistenza in questo caso di un Parlamento Sovrano che sta sopra rispetto al Parlamento nazionale (ciò è in contrasto con la Costituzione nazionale); (2) le Istituzioni dell’Europa Unita non sono affatto rappresentative: i rappresentanti” eletti dai cittadini non hanno in realtà nella ‘EU nessuno potere, e le decisioni sono prese da “funzionari” indipendenti da tale Parlamento.
Il risultato è che l’UE finisce per limitare ancor di più le libertà “private” e professionali dei cittadini, e per prelevare ancora più denaro dalle loro tasche (che non ritorna nella loro Nazione, ma è utilizzato per sovvenzionare i paesi “più deboli”).
la reale soddisfazione dei bisogni dei cittadini può avvenire solo con decisioni a livello locale
Per comprendere meglio con quali modalità si possano trasferire ai governi locali molte delle decisioni oggi prese dal Parlamento nazionale, vediamo quali sono le tipologie di decisioni (Leggi) oggi prodotte dal Parlamento nazionale in base ai livelli di interesse territoriale:
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questioni fisicamente locali: ● opere pubbliche: ponti, scuole, giardini, ecc .. ● servizi pubblici: assistenza sanitaria, trasporti locali, ecc …
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questioni di interesse sovra-locale ossia quelle questioni che interessano contemporaneamente più aree locali (più governi locali).
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E dobbiamo anche ricordare che lo scopo della democrazia è di “servire” al meglio i cittadini, ovvero di soddisfare il loro bisogni (la Democrazia è una istituzione creata proprio dai cittadini per poter soddisfare al meglio le loro esigenze). E che quindi le azioni di government devono essere rivolte a tal fine: qualsiasi distrazione nei confronti di questa finalità allontanerebbe infatti le istituzioni democratiche dalla reale possibilità di soddisfare i reali bisogni dei cittadini (ovvero allontanerebbe le Istituzioni governativi dai Principi costituzionali della Democrazia).
La crisi della Social-democrazia europea è dovuta proprio in gran parte a questo tipo di “distrazione” rispetto ai reali compiti delle istituzioni democratiche, distrazione che ha portato alla creazione di una moltitudine di strutture superflue rispetto ai compiti della Democrazia la quale produce costi enormi della struttura amministrativa del sistema democratico.
LA NATURA LOCALE DEI BISOGNI
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E’ determinante comprendere la questione della natura locale dei bisogni, poiché la Democrazia nasce appunto per soddisfare nel miglior modo possibile i bisogni del Demos, degli esseri umani.
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Il problema delle Istituzioni (pseudo) democratiche (come la Social-democrazia) è prorpio la mancanza del collegamento delle Istituzioni con il territorio, con i contesti locali, mancanza che impedisce ad esse di percepire i reali bisogni delle persone.
La comprensione della necessità di portare il livello di government democratico a livello locale emerge, appunto, oltre che dagli argomenti illustrati in precedenza, anche nell’analizzare semplicemente la questione dei bisogni, la cui soddisfazione è il fine della Democrazia, in chiave razionale (scientifica).
Da ciò emerge che
I BISOGNI DEI CITTADINI, SONO DI PER SÉ UNICAMENTE LOCALI.
In effetti, come si è detto, osservando la questione dei bisogni sociali (che sono sostanzialmente i bisogni delle persone) nella Democrazia, notiamo come essi siano sempre e comunque legati ad un territorio specifico (e quindi agli abitanti di quel territorio).
Anche se si tratta di bisogni materiali che potrebbero essere definiti come bisogni “del territorio” in sé (ripristino del terreno dopo una frana, salvaguardia di un bosco), questi sono problemi da risolvere solo nel momento in cui sono bisogni dei cittadini.
In altre parole ogni bisogno del cittadino, dal punto di vista della Demos-crazia, è il bisogno di una persona specifica (tale bisogno può naturalmente essere condiviso da più persone sul territorio, ed in questo caso diviene un “bisogno sociale”) – ma come vedremo, la Democrazia diretta è in grado di soddisfare anche bisogni personali laddove la Social-democrazia ha unicamente la capacità di produrre soluzioni “di massa”).
Non è possibile analizzare un bisogno a prescindere dal contesto specifico nel quale esso si sviluppa (in tal caso lo si isola dai fattori etnici, culturali e geografici legati al territorio specifico).
De-localizzando un problema, come avviene in Social-democrazia, lo si “generalizza” al punto da eliminarne nella definizione molte sfumature che sono determinanti per sviluppare una reale soddisfazione di esso.
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Quindi, riassumendo, la Democrazia è un sistema di soddisfazione dei bisogni, ed il fattore locale è di fondamentale importanza per una corretta soddisfazione dei bisogni (per un corretto funzionamento della Democrazia).
LA NECESSITÀ DI UN RECUPERO DELLA CONSAPEVOLEZZA CIVICA
∙The need to dispute the idea that Citizens are unable to govern in their person
Per poter affrontare seriamente una valutazione del possibile successo di una applicazione della Democrazia diretta, è necessario in primo luogo dissolvere l’equivoco dal quale la Social-democrazia trae la giustificazione della sua esistenza: i cittadini sarebbero incapaci di gestire, a “livello sociale”, se stessi.
La giustificazione del sistema di coercizione sul quale si basa la Social-democrazia è riassunta
nel concetto espresso dalla Ideologia socialista:
i cittadini non sono in grado di gestire da sè la società
nella quale vivono,
quindi vi è la necessità che essi
siano governati da persone più esperte di loro
(ossia dai Politici di professione).
Per comprendere l’infondatezza (e l’irrazionalità) di tale affermazione, è necessario considerare:
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i Politici di professione non sono affatto “tecnicamente” più esperti dei “normali cittadini”, poiché i primi non hanno avuto nessuna preparazione specifica per tale “professione” (come di solito avviene per le altre professioni).
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i Politici non sono affatto migliori (moralmente, intellettivamente) degli altri esseri umani (la tesi dei Socialdemocratici è che i Politici – di Sinistra! – siano, come viene detto spesso, “antropologicamente superiori”). Ma se affrontiamo la questione in modo razionale, emerge l’illegittimità del concetto: anche ammesso che vi siano degli esseri umani di per sé superiori, chi sceglie tali persone per governare?
Ovviamente ciò che emerge è che in realtà i Socialdemocratici ritengono comunque di poter scegliere se stessi invece di essere scelti dal Popolo, come richiederebbe la Democrazia. Paradossalmente essi ribaltano questo problema della impossibilità di riconoscere questa superiorità antropologica, asserendo che il Popolo è troppo ignorante per riconoscere la loro superiorità antropologica, e quindi alle elezioni non sarebbe in grado di fare le scelte migliori. Per questa ragione i Socialdemocratici usano ogni sotterfugio per vincere le elezioni, ed arrivano al punto di “eleggere” un Governo – Renzi – passando semplicemente dalla Primarie del partito (o negli USA con Obama, bypassano le decisioni del Parlamento con gli executive orders)..
Questa visione socialdemocratica dell’uomo appartiene infatti al mondo delle idee (astratte): come descrive l’enciclopedia1, si tratta di un modo di ragionare astratto, non collegato alla realtà effettive, legato più che altro ad una condizione emozionale.
Il pensiero socialdemocratico è cioè una concezione del mondo priva di scientificità, tipica delle religioni.
Vi sono ovviamente differenze sostanziali tra la Religione e l’Ideologia, sebbene entrambe si basino idee “irrazionali” .
Il fatto è che se la Religione è di natura “irrazionale” poiché essa mira ad occuparsi di un contesto che trascende il mondo materiale, l’Ideologia pretende di occuparsi, basandosi su idee della stessa natura, di fatti “che riguardano il mondo materiale. Ovvero l’Ideologia socialdemocratica pretende, con idee “non scientifiche”, ma legate ad un livello “emotivo e fideistico”, di occuparsi government della società.
In tale dimensione mentale (ideologica) non vi è, ovviamente, nessuna base scientifica per definire una superiorità dei Politici rispetto ai “normali cittadini”. Nè dal punto di vista “antropologico”, né da quello della formazione professionale:
● Razionalmente non vi è nessuna spiegazione di queste presunte qualità superiori dei Politici socialdemocratici: nessuna spiegazione di come vi possano essere persone con natura superiore a quella della grande maggioranza di persone pur essendo gli esseri umani dotati tutti delle stesse qualità organiche (degli stessi organi dell’intelligenza). E (quasi) dello stesso tipo di educazione.
Impossibile poi spiegare, se si esce dal contesto “fideistico” della Ideologia socialdemocratica, come possa esservi superiorità morale di persone che si schierano fortemente contro le tradizioni (al punto voler eliminare dalla cultura gli elementi della Morale tradizionale più diffusi come il Natale o la famiglia “tradizionale”).
● anche l’idea che i “Politici di professione” siano professionalmente superiori – per ciò che concerne le attività di amministrazione della società – rispetto ai “cittadini comuni” è priva di qualsiasi fondamento razionale. La grande maggioranza delle persone che vive in un’area territoriale locale è in grado di amministrare “i conti” di entità che vanno dai club, alla proprie attività professionali o ad aziende anche di grandi dimensioni. E tali “comuni persone” hanno una formazione professionale che i Politici non hanno.
E non vale la giustificazione che i politici si servono di esperti di amministrazione, poiché, come gli amministratori delle aziende sanno bene, se un responsabile dell’amministrazione non conosce la materia (così sono i politici), non è in grado di scegliere e controllare gli amministratori che chiama a collaborare.
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Si noti che le attività amministrative “Private” funzionano (del Mercato), per lo meno in grande maggioranza, con successo, mentre l’amministrazione da parte delle Istituzioni è un continuo fallimento (ancora oggi i Politici non sanno indicare una strada per uscire dalla attuale crisi economica che dura, con qualche interruzione, dagli anni ‘70).
Si tenga conto che qui si parla di ridurre notevolmente la mole del government nazionale attuale riportando la maggior parte delle questioni oggi dibattute in Parlamento ad un livello locale, dove le esperienze amministrative dei cittadini comuni sono più che sufficienti per affrontarle (ciò è dimostrato, tra le altre cose, dal government diretto delle piccole cittadine di provincia USA, che funzionano molto meglio dello Stato federale – nazionale).
la necessità di innescare un percorso di “consapevolezza dal basso”
Secondo l’ideologia social-democratica quindi i cittadini comuni non sarebbero in grado di governare in prima persona la loro stessa comunità. Questa concezione risulta essere errata in base alle considerazione precedenti, ma anche in base ad un’altra considerazione “scientifica” della quale nell’ideologia socialdemocratica non si tiene conto:
l’essere umano è in grado di evolvere se stesso
(le proprie competenze, la propria coscienza, ecc …)
Ovvero se anche fosse vero che nella situazione attuale i cittadini non sono in grado di amministrare in proprio il territorio, in ogni caso essi hanno la capacità di evolvere le proprie qualità umane: consapevolezza, intelligenza, competenze, ecc …
(il pensiero socialdemocratico non tiene conto di ciò semplicemente per il fatto che esso si basa su una ideologia che, come si è detto è una forma di pensiero non razionale, slegato dalla realtà effettiva, basato su concetti fideistici: tale tipo di pensiero non è quindi in grado di prendere in considerazione concetti scientifici, legati cioè alla realtà delle cose)
l
La questione a questo punto è: come possono le persone evolvere la loro “coscienza civica”?
Parliamo quindi dei due livelli di consapevolezza: (1) la consapevolezza del ruolo – responsabilità – che si ha all’interno della comunità; o, se volgiamo, la consapevolezza di ciò che si può fare soddisfare i bisogni della comunità. E (2) la conoscenza di come vadano fatte le cose in tale senso (competenze).
Entrambe queste forme di consapevolezza sono fisiologicamente sviluppate dall’essere umano con ciò che viene chiamato esperienza.
Volendo favorire lo sviluppo nelle persone di “consapevolezza civica” e di cultura della gestione delle questioni sociali sul proprio territorio è quindi necessario dare ad esse la possibilità di sviluppare un percorso esperienziale nel quale si possano praticare i processi dei quali si deve divenire consapevoli e competenti.
Si vedano a questo proposito gli strumenti offerti da IRDB.
Il fatto è che solo attraverso un processo esperienziale l’essere umano è in grado di imparare veramente le cose: sicuramente in tale percorso esso commetterà degli errori, ma ciò fa parte del gioco. La correzione degli errori è uno dei fattori dello sviluppo di consapevolezza nell’uomo.
La crisi delle nazioni Social-democratiche deriva proprio dal fatto che in tale regime, essendo eliminata la possibilità di ingerenza nelle decisioni politiche da parte dei cittadini, si è anche eliminata la possibilità di rimediare agli errori commessi nel government.
Si deve tener conto che si parla di un processo sviluppato in modalità nelle quali gli errori producono danni praticamente irrilevanti, ed è facile rimediare ad essi per il fatto che: ● si tratta di una dimensione operativa estremamente circoscritta, nella quale eventuali “danni” possono interessare solo un parte della popolazione (si parla di government locali che interessano piccole comunità cittadine). Ed inoltre ● la correzione degli errori commessi può avvenire praticamente in tempo reale, poiché lo sviluppo di una soluzione è sotto gli occhi di tutti, e il government/amministrazione diretta della Democrazia diretta è in grado di bloccare quasi nell’immediato una iniziativa che non funziona come sperato. E di proporre varianti nel giro di pochi giorni.
Ovviamente quando già nelle prime fasi operative della Democrazia partecipata si debba sviluppare una soluzione sofisticata, e dalle possibili conseguenze critiche, si ricorrerà all’aiuto di esperti del settore (così come fa oggi lo Stato).
Dobbiamo inoltre tener conto che oggi un Governo locale autonomo sarebbe in realtà inserito in una rete di governi locali in grado di supportare l’evoluzione delle forme di government autonomo.
il problema del recupero della cultura della responsabilità
Uno dei problemi attuali rispetto alla consapevolezza civica dei cittadini è che la Social-democrazia, a causa della sua impostazione ideologica ha prodotto una cultura opposta a quella necessaria all’applicazione delle Democrazia diretta: una cultura della dipendenza che produce una dimensione per usicre dalla quale è necessario un recupero della cultura della responsabilità delle persone nei confronti di se stesse.
Si noti che il Macchiavelli sosteneva, nel suo “il Principe”, che uno Stato doveva in primo luogo rendere i cittadini dipendente da essi. E il Cancelliere Bismarck riprese il concetto fondando il Welfare moderno.
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La dipendenza del cittadini dalle Istituzioni è appunto il prerequisito di base della Social-democrazia: per questa ragione nel ‘900 tale regime ha messo a punto forme di istruzione che inducono nel cittadino una forma mentis che lo porta ad essere effettivamente dipendente dalle Istituzioni socialdemocratiche.
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E’ Interessante il punto di vista di “Robert Kiyosaki”, autore di alcuni best seller sulla cultura dell’amministrazione del proprio denaro, ritenga che vi sia una sorta di cospirazione dal parte delle Istituzioni al fine di mantenere la povertà nel Sistema sociale. Una strategia che si basa innanzitutto sull’assenza nei programmi della Scuola pubblica di un insegnamento relativo alla amministrazione del prorpio denaro (cosa che porta la Scuola pubblica a creare dei futuri adulti che dipendono dallo stato per poter sopravvivere).
Quella dell’istruzione è quindi una delle questioni da affrontare se si vuole riformare in modo sostanziale la Democrazia europea.
Dobbiamo poi considerare che, a monte di tutto, una sostanziale riforma che porti la Democrazia europea verso una reale partecipazione dei cittadini al government, non può essere per sua natura, imposta dall’alto, ma deve venire spontaneamente dal basso.
E quindi che vi deve essere in un percorso di reale riforma, un percorso esperienziale nel quale le persone possano ;recuperare (1) la consapevolezza della reale causa dei problemi sociali nella attuale Social-democrazia e (2) la consapevolezza delle possibili alternative alla Social-democrazia (ossia dell’esistenza di forme di reale government diretto applicate per decine di migliaia di anni nei villaggi, ed ancora oggi i molte piccole città di provincia USA, con risultati molto migliori di quelli ottenuti dalla Social-democrazia europea).
▌ METODOLOGIE E PROBLEMI LEGATI ALLA CREAZIONE DI UNA DEMOCRAZIA DIRETTA
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La questione è quindi che la Democrazia è un sistema di soddisfazione dei bisogni dei cittadini. Ed i bisogni dei cittadini sono soddisfatti al meglio quando sono i cittadini stessi ad interessarsi attivamente alla soddisfazione dei loro bisogni.
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Ovvero solo quando il government e l’amministrazione vengono portati (in larga misura) a livello locale, si ottene una soddisfazione dei bisogni sociali (dei cittadini) molto migliore di quella ottenuta dal sistema centralizzato della Social-democrazia.
la semplificazione della “politica” come qualità della Democrazia diretta
Una delle qualità della Democrazia diretta è la semplificazione delle attività di government ed amministrazione della Cosa pubblica (rispetto a quelle della Social-democrazia europea).
Ciò avviene, tra le altre cose, per il fatto che passando da un government centralizzato ad un sistema di government locale vi è una importante semplificazione delle istituzioni e dei processi istituzionali.
Tutto diviene quindi più semplice nel momento in cui si porta la Democrazia al suo fine originario: la soddisfazione dei bisogni dei cittadini.
In questo modo infatti, tra le altre cose, si eliminano dalla Democrazia molte delle istituzioni che rendono insostenibilmente complessa la Social-democrazia (si tratta di sovrastrutture nate per soddisfare bisogni diversi da quelli dei cittadini).
Questa semplificazione permette appunto una comprensione del funzionamento delle strutture della Democrazia da parte dei “normali cittadini”, e quindi una loro effettiva partecipazione al government ed all’amministrazione.
Questo processo di ri-localizzazione del government è, se volgiamo, un processo di “umanizzazione” della Democrazia attuale nel quale i cittadini divengono nuovamente il fine dei processi di government.
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In sintesi, con la localizzazione di government ed amministrazione si ottengono i seguenti vantaggi:
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si eliminano le complessità superflue per quanto riguarda le decisioni da prendere: si eliminano cioè le questioni legate alle sovrastrutture superflue – rispetto ai reali fini della Democrazia – che nella Social-democrazia sono quali la maggioranza (sovrastrutture che nelle nella prima vera Democrazia moderna, quella degli USA, nella quale le cose funzionavano molto meglio che nella Social-democrazia, non esistevano).
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la “politica “ diviene molto più semplice, alla portata del “normale cittadino” poiché (1) i meccanismi di government ed amministrazione assumono una dimensione elementare (rispetto alle ordinarie competenze delle persone): ovvero molto simili a quelli che si ritrovano nella gestione dei vari aspetti della vita privata e professionale dei cittadini (gestione della famiglia, del lavoro, di associazioni, ecc …); (2) e le questioni trattate divengono comprensibili per il fatto che si tratta di questioni che i cittadini toccano con mano nella loro vita quotidiana; e di cui essi discutono frequentemente con i concittadini.
Criteri per la valutazione della reale democrazia
Per comprendere meglio come la Democrazia diretta rappresenti la forma di government più vicina alla Democrazia originaria, ricordiamo quanto detto in precedenza: la Democrazia nasce come forma di government ed amministrazione gestita direttamente dalle persone (dal Demos). Ossia nella forma definita da Abram Lincoln «government of the people, by the people, for the people» (e definita dalle Costituzioni europee come forma di government nel quale il popolo è Sovrano”).
Dobbiamo considerare che la
Democrazia è stata creata in origine dai cittadini stessi,
i quali volevano sbarazzarsi una volta per tutte dei “sovrani”
(per questa ragione la democrazia è definita come sistema di governo nel quale i cittadini sono Sovrani, ovvero che “stanno sopra tutti”).
La Social-democrazia, che si basa su di un modello nel quale vi sono nuovamente istituzioni sovrane rispetto ai cittadini, è quindi una forma di espropriazione del potere originario dei cittadini (la Social-democrazia, ossia la Democrazia europea, non è quindi, a rigor di termini, una Democrazia).
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Vediamo quindi quali sono i criteri sui quali si è deciso di creare il modello della Democrazia (si tratta dei criteri con i quali, a posteriori, è possibile valutare una forma di government per verificare che si tratti di una reale Democrazia – tali criteri che devono essere seguiti per qualsiasi tipo di azione di government: Legge, norma burocratica, delibera per l’attivazione di un servizio o di costruzione di un’opera pubblica, ecc ..):
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l’azione di government nasce da una reale richiesta dei cittadini.
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l’azione di government è effettuata da istituzioni che sono sotto l’effettivo (diretto) controllo dei cittadini: i cittadini devono cioè individuare se i risultati delle azioni a loro dedicate sia effettivamente rispondente alle aspettative (e devono poter intervenire laddove, nei processi di sviluppo di tali azioni, vi siano dei problemi).
Ricordiamo che questi criteri sono derivati da quello che è universalmente riconosciuto essere il Diritto fondamentale dell’uomo: la Libertà di essere, che significa anche la Libertà di intraprendere azioni per soddisfare i propri bisogni (purché queste azioni non ledano lo stesso diritto di altri cittadini).
∙ASSOCIAZIONISMO COME ESPRESSIONE DELLA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA GESTIONE DEL TERRITORIO
Il Diritto fondamentale dell’uomo ad agire liberamente (purchè non danneggi altre persone) riconosciuto delle costituzioni diviene, in una comunità umana, il diritto delle persone ad associarsi per intraprendere azioni.
L’associazionismo è infatti una della qualità fondamentali nella Democrazia diretta, dove i bisogni possono essere soddisfatti tramite la creazione di libere associazioni tra cittadini (la Democrazia partecipativa, o diretta, può essere definita come Associative Democracy).
LA CONTRATTUALITÀ SOSTITUISCE
IL SOVRAINTENDERE DELLO STATO
ALLE QUESTIONI SOCIALI
ç_contrattualità
Solo una volta che si è compreso (1) quali sono le cause della attuale crisi della Social-democrazia europea, e (2) quali siano i vantaggi della applicazione dei criteri di government della reale Democrazia, allora si può comprendere come sia possibile (ed auspicabile) introdurre i meccanismi della Democrazia diretta (reale) a livello locale (ossia come sia necessario rimettere nelle mani dei cittadini, a livello locale, il potere decisionale).
Detto in linguaggio più “tecnico”, creare una reale forma di Democrazia diretta significa in primo luogo reintrodurre il principio della Sovranità del cittadino (condizione nella quale il cittadino decide in prima persona, senza che istituzioni “sovrane” rispetto ad esso interferiscano con le sue decisioni).
Tale principio, che affermato nelle Costituzioni, ma è di fatto ignorato nel government socialdemocratico, è stato il criterio di base della “amministrazione” delle comunità umane (ad esempio, i Villaggi) per millenni.
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Ovvero ripristinare la reale Democrazia significa ripristinare i criteri di base della società tradizionale, che sono
libera iniziativa /
associazionismo tra cittadini /
contrattualità tra associazioni
La libera iniziativa del cittadino è nella Democrazia diretta, come era nella comunità tradizionale dell’uomo, direttamente collegata alla sua piena responsabilità delle decisioni (qualità questa che non esiste nella Democrazia a rappresentativa!).
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Per comprendere meglio perché tali criteri siano alla base della società tradizionale, ed anche della Democrazia diretta, dobbiamo considerare come in tale contesto sia possibile sviluppare le qualità legate a tali criteri:
● in tale contesto si ha uno spontaneo sviluppo della responsabilità dei cittadini nei confronti di se stessi (praticamente inesistente in Social-democrazia): nella reale Democrazia diretta i cittadini si prendono cura di se stessi per cui lo Stato interviene in loro supporto solo laddove essi prorpio non sono in grado soddisfare da sé (in associazione con altri cittadini) i loro bisogni (può trattarsi di un intervento chirurgico specialistico, ecc …). Si noti che si tratta non di principi utopici, ma del principio della Sussidiarietà indicato dalla UE per uscire dalla crisi della Democrazia europea.
● come si è detto, con la reale Democrazia diretta i Cittadini possono organizzarsi molto meglio delle Istituzioni dello Stato (si valuti come sono organizzate molto meglio le grandi aziende, anche a livello multi-nazionale, rispetto alle amministrazioni degli Stati nazionali).
Si tenga conto che nel momento in cui si adotta il modello di Democrazia diretta a livello locale la complessità dell’apparato statale (che effettivamente nella Social-democrazia a government centralizzato è molto complessa) si riduce in modo radicale – con il vantaggio di un notevole risparmio in tasse, e di una maggior qualità dei servizi.
( contrattualità )
In una dimensione di reale libertà/responsabilità di soddisfare direttamente i propri bisogni a livello locale i cittadini possono quindi auto-organizzarsi per creare e gestire “servizi sociali” nella dimensione dell’associazionismo: associandosi tra loro con normali patti contrattuali in associazione, cooperative, forme di imprenditoria sociale, ecc…
In questo modalità – indicata dalla UE come Sussidiarietà orizzontale – i cittadini possono soddisfare direttamente i bisogni sociali (ovvero i loro bisogni) come quelli della salute, sicurezza, scuola per i figli, ecc ..
Questa, si noti, è di per sé già una forma di government/amministrazione (pur non coinvolgendo nessuna istituzione della attuale Democrazia).
Sostanzialmente nella Democrazia diretta (reale Democrazia) si sostituisce – almeno in parte – il sistema di servizi pubblici concepiti e gestiti dall’alto, con un sistema di contratti privati tra cittadini che si impegnano in questo modo ad agire (in associazione tra di essi) per soddisfare i loro bisogni che in precedenza erano soddisfatti dalla Pubblica amministrazione.
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Il problema è, come vedremo in seguito, che vi sono forti ostacoli alla realizzazione di questa modalità di compartecipazione dei cittadini ad una soddisfazione diretta dei loro bisogni sociali. Ostacoli dovuti alla blindatura del potere da parte delle Istituzioni (della Classe politica) socialdemocratiche.
Per poter ottenere tale dimensione di “contrattualità” tra cittadini per le questioni relative ai servizi pubblici è infatti necessaria l’esistenza di due fattori:
● libertà delle persone di avviare iniziative per soddisfare i bisogni sociali – nella Democrazia diretta questa libertà è fortemente legata al concetto di responsabilità del cittadini nei confronti delle proprie azioni, poiché con i meccanismi diretti di “amministrazione” della comunità sociale è possibile bloccare nell’immediato azioni che la comunità ritiene inopportune o dannose (in tal caso è infatti direttamente la comunità ad intervenire, secondo un “interesse sociale” reale, e non secondo leggi dello Stato generalizzate e quindi astratte rispetto al contesto come avviene attualmente).
● libertà delle persone di associarsi (con una veste legale) tra loro per intraprendere le azioni di soddisfazione dei bisogni.
E’ paradossale, ma in Social-democrazia, come vediamo più avanti in questo capitolo, ciò non è possibile. Infatti
se le persone sono libere di “associarsi“ (relativamente) per creare imprese “di mercato” per soddisfare i bisogni delle persone (della cosiddetta Domanda del mercato), esse non sono invece libere di associarsi per soddisfare i loro stessi bisogni sociali.
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In una Democrazia reale le persone hanno invece la possibilità di associarsi per creare “servizi sociali” per loro stessi semplicemente applicando le ordinarie leggi che regolano i contratti. Creando in questo modo un sistema di contratti specifici tra cittadini – come è avvenuto dall’origine della società umana fino alla creazione della Social-democrazia – che sostituiscono le attuali normative e leggi “dall’alto”.
Oggi a causa del prevalere del pensiero unico, è cosa difficile da immaginare ma tutte le comunità umane sono nate con la modalità dei “reciproci accordi” volontari tra le persone (un tempo accordi verbali, divenuti poi contratti di valore legale).
Ancora all’epoca dei coloni del Nord America non esisteva uno Stato che avesse autorità e “competenze” per dire ai cittadini cosa dovessero fare per creare un nuovo villaggio, e come dovessero amministrarlo. Ovvero prima dell’avvento della Social-democrazia (con la Rivoluzione francese e l’Impero di Napoleone), per decine di migliaia di anni non vi sono state Leggi dello Stato per regolare quel contesto locale, ma gli abitanti del luogo erano perfettamente in grado di progettare “l’assetto urbanistico”, i “servizi di assistenza” – assieme alla Chiesa, creare e mantenere le opere pubbliche (edifici pubblici, strade, ecc …), gestire in proprio la Giustizia (anche le tirannie antiche non interferivano con loro Leggi sulle questioni relative ai cittadini di un villaggio).
Come detto, nella lunga tradizione sociale dell’uomo, le uniche Istituzioni governative ed amministrative era assemblee composte direttamente dai cittadini. E, appunto, le uniche leggi erano contratti tra i cittadini (e non vi era una polizia locale far rispettare la legge).
Questa modalità di vita sociale caratterizza ancora oggi le piccole cittadine nelle aree del mondo non ancora raggiunte dalla Regime della “Democrazia moderna” (Social-democrazia).
E si noti, cosa non meno importante, che nella dimensione tradizionale di auto-gestione dei bisogni della comunità le persone non erano costrette a lasciare una parte di quanto guadagnato ad una istituzione rispetto ad essi sovrana (è quanto accade oggi nei confronti dello Stato, con le tasse).
il Monopolio dei servizi da parte dello Stato socialdemocratico
Il problema nella realizzazione di forme di government ed amministrazione diretta all’interno di una Social-democrazia è, appunto, che in quest’ultima vi sono forti impedimenti nei confronti della possibilità per i cittadini di attivare iniziative che in qualche modo sostituiscono i “servizi pubblici” (oggi gestite dalla Pubblica amministrazione).
Ciò avviene sia per questioni ideologiche (il dogma socialista indica chiaramente che non è possibile per i “cittadini comuni” riuscire ad auto-organizzarsi la propria comunità sociale). Sia per questioni di opportunità “politica” (nella gestione del potere): dai servizi svolti dalla Pubblica amministrazione dipende infatti la possibilità per i Partiti di avere consenso elettorale in cambio di attribuzione di lavori, di “controllare” un ingente flusso di denaro, ecc …
Prorpio per queste ragioni di “opportunità politica” stata accantonata la direttiva della Sussidiarietà emessa dall’Unione Europea ha emesso la direttiva della Sussidiarietà.
Questa limitazione delle iniziative “sociali” da parte dei cittadini viene definito, nel linguaggio delle scienze politiche, come Monopolio dei servizi sociali da parte dello Stato.
Oggi, ad esempio, se i cittadini si organizzano per tagliare l’erba di un giardino pubblico incolta che potrebbe nascondere siringhe e quindi costituire un grave pericolo per i bambini, essi vengono pesantemente sanzionati dalle autorità (anche se i servizi pubblici in questo caso non sono intervenuti dopo le sollecitazioni dei cittadini).
Anche dove le Leggi prevedono espressamente la possibilità per i cittadini di creasi in proprio un servizio sociale (come una Scuola parentale per i propri figli), di fatto le normative estremamente restrittive impediscono la loro piena realizzazione (ovvero tali iniziative vengono avviate, ma con l’incertezza del futuro tipica della Social-democrazia, nella quale si cambia progressivamente il quadro normativo per renderlo sempre più restrittivo).
Nella caso della scuola parentale ad esempio, con una “circolare” del Ministero (le normative prodotte appunto in modo illegittimo al di fuori dal parlamento) si impone improvvisamente nel 2015 a tali scuole un esame annuale per verificare che durante l’anno siano state svolte i punti specifici del “Programma di stato”. In questo modo, di fatto, si pongono nell’illegalità scuole alternative di qualità come la Montessori (esse, infatti, pur arrivando alla fine del ciclo delle Elementari con un programma compatibile con quello dello Stato, utilizzano un percorso diverso per cui in alcuni anni gli allievi risultano essere “in ritardo”; e modificare il programma di studi globale significa annullare il valore di tutto l’insegnamento specifico della Montessori).
▌ I LIVELLI DI GOVERNMENT
NELLA DEMOCRAZIA DIRETTA
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In sintesi quindi, se si vuole risolvere il problema della crisi della Social-democrazia europea, è necessario mirare a risolvere il suo attuale problema di fondo: la distanza della politica dal mondo reale, ossia dai reali bisogni della società. Problema che produce, appunto, le cause della crisi attuale: incapacità di centrare i problemi dei cittadini (della Società), mancanza di controllo da parte dei cittadini sull’operato della Classe politica (quindi spese inutili, corruzione), ecc …
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Ovvero, per riformare la Democrazia europea è necessario, come si sente dire sempre più spesso, risolvere il “deficit democratico” che affligge attualmente la Social-democrazia. O, in altri termini, recuperare quella partecipazione dei cittadini che è alla base delle Democrazia.
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Si tratta cioè di recuperare quel Principio di Sovranità indicato come fondamentale dalle Costituzioni, che se applicato, porta inevitabilmente all’applicazione del modello della Democrazia diretta (almeno nella dimensione di government ed amministrazione locale).
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Il problema che si pone a quel punto, è che essendo la reale Democrazia diretta possibile solo a livello locale, è necessario trovare un modello di government a livello nazionale compatibile con la Democrazia diretta (con il Principio di Sovranità dei cittadini).
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Per comprendere meglio la questione analizziamo nei prossimi capitoli come possono essere impostati, in una Democrazia nel quale venga rispettato il principio di Sovranità del cittadino, i due differenti contesti locale e nazionale.
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Ovvero, nei prossimi due capitoli, analizziamo:
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il contesto del Governo a livello locale, nel quale è effettivamente possibile sviluppare una forma di government diretto (Democrazia diretta)
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il contesto del Governo a livello nazionale, nel quale è necessario definire una nuova forma di Rappresentanza parlamentare che sia compatibile con la Democrazia diretta applicata a livello locale (in una reale Democrazia, ossia in un contesto nel quale vige il Principio di Sovranità dei cittadini, prevale il government locale – government dei cittadini – sul government nazionale)
DEMOCRAZIA DIRETTA COME GOVERNMENT LOCALE
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Si è detto che la democrazia diretta può esistere solo a livello locale (e che essa può coesistere con la Democrazia indiretta a livello nazionale).
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Si è anche detto che s l’unica forma di Democrazia reale è quella di government diretto, poiché solo in tale contesto si ha la Sovranità dei Cittadini indicata come principio fondamentale della Democrazia nelle Costituzioni europee.
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Le considerazioni che stanno alla base della Democrazia diretta sono infatti:
1) la democrazia nasce come sistema di soddisfazione dei bisogni delle persone, ed il livello locale è il livello migliore nel quale si può operare in tale direzione, poiché in tale contesto i cittadini possono identificare i (loro) bisogni, e individuarne in modo circostanziato le sfumature. Ed il livello locale è anche il luogo in cui i cittadini possono, in dibattito diretto con i loro concittadini che condividono lo stesso bisogno, individuare le modalità migliori per soddisfarlo.
Ricordiamo che nella cittadinanza esistono comunque validi esperti i quali non solo sono meno in gamba di quelli di cui si può servire lo Stato nazionale, ma sono “dentro il problema” (conoscono in persona il problema,;conoscono le risorse migliori disponibili sul territorio per soddisfarli, le inclinazioni dei fruitori dei servizi, ecc .. – e sono quindi particolarmente adatti a risolvere i problemi sul territorio).
2) Affinchè si possa sviluppare al meglio questa azione di soddisfazione dei bisogni guidata direttamente dai portatori di tali bisogni, è necessario che questi ultimi possano decidere in proposito alle azioni da sviluppare sul territorio per soddisfare i loro bisogni.
Ovvero, in termini di linguaggio politico, per soddisfare i reali problemi della Società, i cittadini devono detenere il potere decisionale (si è detto in altro punto che qualsiasi intrusione – autoritaria – in questo processo fa deviare il processo verso la soddisfazione di altri interessi che non sono quelli dei cittadini).
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La Democrazia diretta è appunto la forma di government nella quale viene applicato questo criterio: in essa i cittadini possono individuare bisogni, analizzarli, proporre iniziative per soddisfarli, progettarne modalità di realizzazione ed infine creare opere e servizi realmente utili alla comunità (con costi inferiori e qualità superiore rispetto agli attuali servizi del Welfare socialdemocratico).
Si noti la novità (determinante) che si introduce in questo caso:
con la reale Democrazia diretta
si ha una partecipazione effettiva dei cittadini
al government e all’amministrazione dei servizi pubblici.
Per cui, ad esempio, i cittadini sono in grado di organizzare direttamente servizi che oggi sono organizzati dalla Pubblica Amministrazione.
Si tenga infatti presente che affinchè nella Democrazia diretta i cittadini possano ottenere importanti vantaggi (minori spese, maggior qualità dei servizi, ecc …) è necessario che essi non solo detengano il potere decisionale, ma anche che essi seguano tutto il processo di sviluppo dei servizi (affinché essi possano, come fanno per loro lavori “privati”, seguire la qualità dei lavori, e la bontà dei risultati – come si è detto i cittadini in questa mansione non sono meno competenti della classe politica, dei funzionari delle Pubblica amministrazione e degli esperti da essa consultati).
l’evolutività delle soluzioni sviluppate in Democrazia diretta
Si noti come la modalità di soddisfazione dei bisogni qui descritta, quella della Democrazia diretta, sia l’unico metodo realmente razionale, scientifico, di agire dell’uomo nei confronti della realtà: il metodo di prova e correzione dell’errore.
Ovvero se un primo vantaggio della dimensione di government diretto della Democrazia diretta è un miglioramento sostanziale della qualità dei “servizi pubblici” poiché essi in questo caso vengono ad essere in una dimensione “personalizzata” rispetto alle esigenze specifiche dei cittadini (ovvero sono ideati e gestiti dagli stessi portatori di bisogni), il sistema di government diretto permette anche di trasformare dello soluzioni statiche ai bisogni sociali (che nel sistema attuale le soluzioni rimangono legate loro definizione iniziale per lungo tempo, se non per sempre) in processi dinamici, fortemente evolutivi.
Nel regime di gestione dei servizi sviluppato direttamente “sul posto” dai cittadini, si ha infatti la possibilità di seguire “in tempo reale” l’evoluzione delle soluzioni (dei servizi), per il fatto che in tale dimensione vi sono le condizioni di:
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monitoraggio costante: a livello locale l’evoluzione di un problema o di una soluzione è sotto gli occhi di tutti, giorno per giorno; e di
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flessibilità del sistema: grazie alla modalità diretta di gestione dei servizi da parte dei cittadini, vi è la possibilità di cambiare facilmente dettagli quando emergano dei problemi o delle possibilità di miglioramento.
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Con il government e l’amministrazione diretta da parte dei cittadini delle questioni locali si ha non solo un sostanziale miglioramento dei servizi pubblici (gli utenti dei quali, che ne sono anche i gestori, possono evolverli continuamente per una miglior soddisfazione di loro bisogni). Ma si ha anche un miglioramento generale delle iniziative dei cittadini (anche di quelle private) per il fatto in questo caso il sistema di Leggi e Normative diviene dinamico (qualsiasi norma legata alle attività sul territorio può essere modificata “in tempo reale” dai cittadini stessi).
Mentre nella attuale Democrazia rappresentativa per cambiare le norme è necessario aspettare la fine di una legislatura e sperare di trovare un candidato da eleggere che prima o poi si muova per cambiare quella norma.
Come è definibile l’ambito locale?
Quindi il sistema di soddisfazione dei bisogni sociali funziona realmente solo a livello locale, ossia laddove:
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i cittadini possono toccare con mano i problemi da risolvere.
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i cittadini si conoscono tutti direttamente almeno di vista (o si conoscono comunque indirettamente, attraverso altre persone), e generalmente frequentano in luoghi dove vi è uno scambio di idee sui problemi e sulle possibili soluzione (mercato, bar, giardini, davanti alle scuole quando si va a prendere i figli, ecc …)
Questi due fattori sono indispensabili per creare nei cittadini quella consapevolezza civica necessaria ad un buon indirizzamento del potere decisionale esercitato direttamente da essi (consapevolezza che è comunque alla base del funzionamento del sistema democratico).
L’effettiva praticabilità della Democrazia diretta in ambito locale
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Ciò di cui oggi non si tiene conto quando si valuta la possibilità (l’opportunità) di introdurre la Democrazia diretta, è che essa non solo è praticabile (a livello teorico), ma che essa – o per lo meno le forme di government da cui essa sostanzialmente deriva – è stata per millenni alla base dell’organizzazione della comunità tradizionale dell’uomo (in ogni area del mondo).
Ciò è stato fino alla Rivoluzione francese, ovvero al momento in cui il Socialismo ha creato la Democrazia moderna sotto forma di Social-democrazia (e Napoleone ne ha “esportato” i principi in tutta Europa).
Si deve ricordare che in precedenza, anche nelle tirannie antiche, come nel caso dell’Impero romano, i tiranni non interferivano negli usi e costumi locali (nel government locale), poiché sapevano bene che altrimenti avrebbero impoverito il territorio dominato e non avrebbero più potuto ricavare da essi ricchezze.
I tiranni precedenti alla Rivoluzione francese (compreso le monarchie del Medioevo) pretendevano infatti il pagamento di tasse dai Villaggi, ma lasciavano alle istituzioni tradizionali preesistenti la libertà di amministrarsi, e di gestire in proprio la giustizia. E non imponevano dogmi ideologici, come avviene invece nella Social-democrazia (dogmi oggi definiti “politically correct”, con i quali si impone alle persone di abbandonare la loro concezione culturale dell’esistenza, per adottare nuove concezioni come quelle dei “gender”, ecc …).
Del resto è ancora oggi le aree del mondo non raggiunte dalla “democrazia moderna” sono governate con successo con un “government” diretto locale.
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Dobbiamo inoltre tener conto di una questione di fondamentale importanza:
la Democrazia è nata come sistema di government diretto locale.
E’ solo con l’avvento della Social-democrazia che si è preteso di trasformarne l’essenza originaria della Democrazia in una formula rappresentativa (che rappresentativa, come si illustra in altre parti del documento, non è affatto).
le attuali forme di “Democrazia dei cittadini”
E’ necessario ricordare che, come si è visto in precedenza, oggi sono diffuse forme etichettate come Democrazia diretta che non sono affatto tali (come quella applicata in California) per almeno due ragioni: (1) in tal caso il modello di base rimane sostanzialmente quello socialdemocratico della Democrazia rappresentativa; (2) a quest’ultimo modello si affianca un supposto sistema di ingerenza al government da parte dei cittadini che, di fatto, può essere facilmente neutralizzato dalle istituzioni governative centralizzate (ad esempio con provvedimenti legislativi eccezionali, appellandosi a cavilli, con azioni della magistratura).
Oggi vengono indicate due forme di government sviluppato dai cittadini:
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la Democrazia “partecipativa”, una forma più che altro consultiva – è la forma di falsificazione più ingenua, poiché si tratta di una sorta di concessione demagogica nelle quali i cittadini hanno di fatto alcun potere decisionale. Questa forma è la più diffusa, e la sua diffusione è nei programmi demagogici dell’Unione europea per distogliere l’attenzione dei cittadini dalle forme di Democrazia realmente partecipata.
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la forma deliberativa di Democrazia diretta, che è la vera forma di democrazia diretta, ovvero quella forma di government nella quale i cittadini possono effettivamente prendere decisioni relative alla loro vita sociale. Questa unica forma reale di Democrazia diretta è di fatto sconosciuta ai più, ma è applicata con successo in alcuni cantoni della Svizzera ed in molte cittadine di provincia degli Stati Uniti.
Un accenno al concetto di Democrazia privata
La reale Democrazia diretta è quindi un sistema di government nel quale i cittadini si occupano di assumere (direttamente) decisioni relative al soddisfacimento dei loro bisogni “sociali” sul loro territorio. Partecipando attivamente in ogni fase del processo: dall’individuazione dei problemi alla progettazione e alla gestione delle soluzioni.
Ovvero
in una reale Democrazia diretta i cittadini creano e gestiscono in prima persona le imprese-servizio ora gestite dalla Pubblica amministrazione
(in mondo simile a come i soci gestiscono un’impresa ordinaria).
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La Democrazia diretta può quindi in un certo senso essere definita, in contrapposizione alla Social-democrazia – nella quale i servizi sono creati e gestiti da enti “pubblici” nei quali sono esclusi i “privati cittadini” – come una sorta di Democrazia privata (l’argomento è sviluppato in un capitolo successivo).
Ovvero nella Democrazia diretta i cittadini si organizzano “in privato”, così come si fa (quasi) con una impresa, per individuare bisogni specifici delle persone e gestirne le soluzioni di soddisfazione. La differenza sostanziale – come vediamo più avanti – è che questa categoria di impresa non è finalizzata al classico profitto poiché i fruitori del servizio sono gli stessi gestori dell’attività (per questa ragione vengono appunto utilizzate forme di imprenditorialità decisamente differenti da quelle classiche).
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In questa dimensione ci si basa sui criteri tra loro legati di libertà d’iniziativa / associazionismo / contrattualità. Ossia sui principi della comunità umana tradizionale, nelle quale le persone, libere di agire per soddisfare in modo migliore i loro bisogni (nei limiti della non offesa dei diritti di incolumità fisica e di proprietà altrui), regolavano le loro azioni “sociali” tramite contratti (scritti o verbali).
Questo criterio di base della Democrazia – azioni dei cittadini regolate da reciproci accordi – vale, ovviamente, ad ogni livello. E quindi, ad esempio, nelle questioni di government anche per le relazioni tra aree locali indipendenti (governate da differenti amministrazioni di Democrazia diretta).
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In altre parole in una reale Democrazia diretta (in una reale demos-crazia) nel livello sovra-locale (ad esempio una provincia) ci si basa su accordi tra entità “private” (che sono, appunto, i Governi diretti locali). Ovvero in una dimensione di reale Democrazia, che non può non basarsi su di un sistema di government realmente partecipato a livello locale,
il livello sovra-locale diviene un network di Governi locali
(sostanzialmente una forma di federalismo).
Come vedremo in seguito, in questo modo si evita per lo più di utilizzare le Istituzioni “dello Stato” (che governano dall’alto).
∙The impossibility of having a real Democracy at the national level
Si è detto che la Democrazia diretta può essere sviluppata solo a livello a locale, e che essa probabilmente non può fare a meno di convivere con una forma di government “indiretto” a livello nazionale, la quale però deve essere differente dalla attuale Democrazia rappresentativa (parlamentare) affinché essa non finisca per condizionare pesantemente la Democrazia locale.
Uno dei problemi che impediscono oggi di attuare forme di Democrazia diretta a livello locale è rappresentato dal fatto che considerando che essa può essere sviluppata solo a livello locale, si arriva alla errata conclusione che essa non possa essere applicata nelle nazioni moderne poiché queste ultime costituiscono un contesto troppo vasto perché possa essere governato in modalità diretta.
La conclusione è errata perché la questione è mal posta.
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Per considerare la cosa in modo razionale, è necessario tener conto invece che:
la democrazia diretta può essere sviluppata, a livello locale, contemporaneamente alla democrazia rappresentativa di livello nazionale.
la democrazia rappresentativa (a livello nazionale) in ogni case deve essere un sistema realmente rappresentativo, ossia il Rappresentante deve essere gestito direttamente dagli elettori (come spiegato più avanti, ciò è possibile), e non deve mai avere potere sul government locale (diretto).
Una nuova forma di rappresentanza a livello nazionale
La questione è quindi: per recuperare la democraticità del sistema Democratico europeo perduta in anni di sviluppo della Social-democrazia, è necessario in primo luogo recuperare la partecipazione dei cittadini con la Democrazia diretta (ovvero recuperare l’unica forma di reale di Demos-crazia).
Ma è anche necessario riformare il sistema con cui la Democrazia diretta deve convivere, la Democrazia rappresentativa parlamentare a livello nazionale, affinché quest’ultimo non finisca nuovamente per sopraffare il cuore della Democrazia diretta (della Democrazia reale), il government locale (ricreando cioè l’attuale deficit di democraticità, e di conseguenza l’incapacità di soddisfare le reali esigenze dei cittadini e spese insostenibili).
Ricordiamo quanto analizzato in altri punti: fondamentalmente le questioni da risolvere a livello nazionale, in una reale Democrazia, sono praticamente inesistenti poiché la Democrazia è sostanzialmente un sistema di soddisfazione dei bisogni dei cittadini, e tali bisogni esistono sostanzialmente solo a livello locale.
Ossia le questioni oggi ordinariamente affrontate a livello parlamentare (nazionale) sono o (1) inventate dal Sistema socialdemocratico, e quindi sono non solo superflue, ma rendono anche insostenibile il sistema stesso; o (2) sono create per applicare maggior coercizione nei confronti dei cittadini (ovvero per aumentare il potere della classe politica, ponendosi quindi in conflitto con i Principi costituzionali della Sovranità del cittadino).
Il fatto è quindi che
per poter garantire di mantenere
una dimensione di reale Democrazia diretta a livello locale,
è necessario riformare
il government rappresentativo a livello nazionale.
Ciò significa che anche il sistema rappresentativo deve essere portato ad una dimensione di reale democraticità, nella quale i cittadini possano controllare in qualche modo tale il processo decisionale (nel caso contrario, il sistema parlamentare può facilmente finire per sovrastare il governo dei cittadini locale, ripristinando la condizione attuale).
Ovvero è necessario che i Cittadini possano controllare “direttamente” il government a livello nazionale con una formula che permetta ad essi di partecipare effettivamente allo sviluppo delle decisioni in sede parlamentare. Si tratta cioè, a livello parlamentare, di ripristinare una reale rappresentanza (che segua tutti i crismi della rappresentanza definiti dalla giurisprudenza) nella quale il cittadino, ad esempio, possa scegliere qualunque altro cittadino come rappresentante, mantenersi in continuo contatto con esso per dirigerne il voto del parlamento, e possa eventualmente revocare il mandato del Rappresentante se le azioni di questo non lo soddisfano (in molti paesi – come la California, la Svizzera – esiste in effetti tale diritto di revoca dell’eletto).
Il nuovo ruolo dei parlamentari
Nell’Iniziativa riforma dal Basso sono definiti processi e strumenti che permettono ai cittadini di partecipare ai processi decisionali operati nelle assemblee rappresentative (vedi in particolare il progetto “Rappresentanza partecipata” nel documento Rappresentanza 2.0).
In tale documento si delinea un ruolo del rappresentante parlamentare completamente differente da quello attuale: grazie alle nuove tecnologie della comunicazione, i cittadini possono essere in diretto contatto con il loro rappresentate – anche durante le assemblee, e indurre esso ad effettuare scelte a loro gradite (i cittadini legati al rappresentate sono anche in continuo contatto tra loro, in assemblee virtuali).
In questa nuova dimensione il Rappresentante può anch’esso partecipare a molti lavori del “governo centrale” in modalità remota, e per questa ragione esso può operare per gran parte del suo tempo nel contesto locale (nel suo collegio elettorale, a diretto contatto con gli elettori).
∙DIRECT DEMOCRACY AT INTER-LOCAL LEVEL
(Governance by Delegations)
In una reale Democrazia estesa a livello di una nazione vi sono quindi, per necessità “logistica”, due livelli di government: ● quello propriamente Democratico che si sviluppa a livello locale con l’esercizio diretto del potere decisionale da parte dei cittadini, ed ● il livello nazionale nel quale i cittadini, per problemi logistici oggettivi, non possono fare a meno di essere rappresentati da un Parlamentare da essi eletto (ma perché vi sia una reale rappresentanza, qualità assente nella attuale Social-democrazia, è necessario riformare questo aspetto creando nuove forme di rappresentanza “più diretta”).
Ma esistono delle questioni su cui è necessario dibattere e deliberare di interesse sovra-locale che però non riguardano un interesse nazionale (ricordiamo che, in una vera democrazia, le questioni di “interesse nazionale” da discutere nel Parlamento sono effettivamente poche [vedi più avanti il capitolo “La natura delle questioni da dibattere a livello inter-locale”]).
Vediamo in questo capitolo come non abbia senso creare a tale livello una Istituzione rappresentativa, ma come sia necessario invece creare un sistema di trattative tra i government locali.
In primo luogo è necessario stabilire con chiarezza quale sia il limite fisico (territoriale) da attribuire al termine “Locale”.
Ovvero è necessario definire il limite oltre il quale, per ragioni oggettive, non è più possibile praticare una reale Democrazia diretta (una forma di government diretto effettivamente funzionante). Tale limite è determinato dai fattori: le persone devono essere nella condizione di (1) toccare con mano le questioni su cui prendere decisioni; ma devono anche (2) potersi confrontare quotidianamente con i concittadini su tali questioni (condizione fondamentale perché nel cittadino si sviluppi la consapevolezza civica rispetto alle questioni da affrontare)
Le questioni di interesse sovra-locale che non sono però di pertinenza del governo nazionale, ma riguardano solo un certo numero di aree locali, devono quindi essere trattate:
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in modalità differente da quella locale, poiché in questo caso non è possibile per le persone dibattere di persona le questioni sulle quali è necessario prendere decisioni.
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in modalità differente da quella rappresentativa, poiché
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in questo caso si creerebbe una istituzione fotocopia del Parlamento nazionale, la quale finirebbe per avere ingerenze sulla democrazia diretta locale, che è il motore principale della Democrazia (ovvero è l’unico contesto nel quale è possibile definire una reale soddisfazione dei bisogni delle persone).
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non avrebbe comunque senso avere in questo caso avere un organo rappresentativo, poiché le decisioni relative alle azioni da intraprendere in questa sede sono già state prese a livello locale (in questo caso si tratta sostanzialmente di trovare accordi tra più contesti locali per mettere in piedi una iniziativa di interesse comune).
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Si tratta di questioni che riguardano sostanzialmente soluzioni di soddisfazioni di bisogni che coinvolgono cittadini di più località come possono essere una autostrada, un ospedale o il servizio di un treno interregionale ()vedi uno dei paragrafi successivi).
Ovviamente si tenga conto che nel contesto della reale Democrazia diretta molte delle questioni sovra-locali attuali non esistono più, poiché spariscono gran parte delle sovrastrutture legate al government socialdemocratico (uffici di government e di burocrazia nazionale, regionale, ecc ..), e gran parte delle opere pubbliche di utilizzo inter-locale vengono appunto gestite a livello locale.
Si noti che non esiste di per se (fisicamente) un livello di questioni sovra-locale. Ossia non esiste un’area geografica sovra-locale (al di sotto di quella nazionale), ma solo un ambito “virtuale”, senza contorni fisici, che potremmo definire inter-locale, determinato solo da interrelazioni tra aree locali (non necessariamente contigue).
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In altre parole, riassumendo, il Fine della Democrazia è la soddisfazione dei bisogni dei Cittadini: qualsiasi altro fine porta il government verso una dimensione non-democratica (diminuisce la capacità del sistema governativo di soddisfare realmente i bisogni sociali). Ed i bisogni sono una qualcosa di materiale, di concreto, legati al territorio nella quale il cittadino detentore del bisogno vive.
Dobbiamo quindi considerare non esiste un’area di bisogni sovra-locale, poiché i bisogni delle persone esistono nell’area in cui essi fisicamente vivono.
Ed i bisogni, nella Democrazia diretta, sono appunto soddisfatti direttamente dove essi esistono: a livello locale.
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Ovviamente le persone si spostano sul territorio anche in altre “aree locali”, per cui si può effettivamente dire che esiste una sorta di bisogni fisici non-prettamente-locali.
Ad esempio la definizione dell’orario di un treno non può essere definita a livello locale. Così come può esserci la necessità per i cittadini di un luogo di un ospedale dai servizi sofisticati che essi non hanno sul territorio da essi governato.
Ma questi bisogni sono statisticamente delle eccezioni: sono in percentuale pochi i cittadini che si spostano nella quotidianità in treno, o che hanno bisogno di cure specialistiche molto sofisticate: la grande maggioranza dei bisogni di spostamento e di cura sono soddisfatti direttamente sul territorio locale.
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In ogni caso
questi bisogni sovra-locali,
dal punto di vista governativo,
non sono che
una questione di coordinamento di bisogni locali.
In questo modello di government (di reale Democrazia diretta) è quindi sempre a livello locale che vengono discussi tali bisogni specifici, e che vengono prese decisioni (che viene deciso, ad esempio, se serva effettivamente che il treno si debba fermare anche alla stazione di tale località, o se si sente effettivamente la necessità di ricorrere a cure specialistiche non disponibili a livello locale).
Ovvero in questo modello si tiene conto che solo a livello locale i cittadini possono discutere e decidere con cognizione di causa a proposito di bisogni (appunto, una tale discussione portata lontano dalla “gente comune” diviene astratta, e perde gran parte delle sfumature necessario per prendere decisioni corrette).
Per queste ragioni a livello sovra-locale (inferiore al livello nazionale) sono inutili (se non dannose) assemblee popolari rappresentative.
Come vedremo, a tale livello si possono invece trovare accordi su decisioni prese a monte a livello locale, ad esempio con il modello delle delegazioni locali (come avviene ad esempio nei meeting del G8).
Come vediamo nelle prossime pagine, questo tipo di procedura offre innumerevoli vantaggi, tra i quali ● rispetto dei principi della Democrazia, ossia della Sovranità dei cittadini (i cittadini partecipano in questo caso direttamente ai dibattiti governativi, e non vi sono istituzioni rappresentative che prendono decisioni per conto di essi) ● minori spese (e quindi livelli inferiori di tasse) poiché in questo caso non si creano strutture permanenti (uffici, dipendenti, ecc …).
Questa mancanza di una fisicità del livello sovra-locale – inferiore a quello nazionale – può essere meglio compresa se si tiene conto che gli accordi di cui si parla possono esistere anche tra aree locali molto distanti: una cittadina della Lombardia può stipulare accordi con una cittadina che si affaccia sul mare per costruire in comproprietà nuovo porto (o per gestire servizi legati al trasporto marittimo) che può servire ad essa per favorire la sua industria.
● COME PUÒ ESSERE SVILUPPATO IL LIVELLO INTER-LOCALE
( quale metodo (brief))
Quale può quindi essere, più nello specifico, una metodologia utilizzata a questo livello inter-locale?
Poichè ci interessa in questo contesto individuare un metodo razionale, non ideologico (ovvero non legato a concetti ideali), è necessario analizzare metodologie già ampiamente collaudate nella storia del government”.
In primo luogo però è necessario definire con precisione il processo decisionale di cui stiamo trattando. In esso:
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le decisioni sul cosa e come fare sono già state prese a livello locale con la metodologia della deliberazione diretta dei cittadini: la questione in oggetto a livello inter-locale non è quindi che una estensione di un bisogno locale che a tale livello è già stata dibattuta; e della quale è già stata approvata la soluzione.
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a livello inter-locale si tratta quindi solo di definire accordi sulla cogestione (tra diversi ambiti locali) della soluzione del problema in oggetto. Si tratta qui di applicare il migliore dei modi utilizzati dall’uomo per risolvere i problemi “dal basso”, ovvero di utilizzare i principi della libera iniziativa / associazionismo / contrattualità (tra le parti che condividono gli interessi specifici in questione).
Possiamo notare che questo livello non è molto dissimile da quello di organismi come il G8 o l’ONU, nei quali si incontrano delegazioni che non hanno di per sé nessun potere, ma sono semplicemente portavoce degli interessi dei “governi locali” (in questo caso i governi nazionali).
La natura delle questioni da dibattere a livello inter-locale
Per comprendere a fondo quali sono le questioni che possono essere dibattute a livello inter-locale dobbiamo in primo luogo vedere quale è la natura di tali questioni; ma anche quali sono i meccanismi di gestione delle soluzioni di soddisfazione dei bisogni attuate direttamente dai cittadini.
Ricordiamo che con l’applicazione del principio fondamentale della Demos-crazia, ovvero della gestione diretta da parte dei cittadini (Sovrani) delle soluzioni dei problemi che li riguardano sul territorio, si introduce anche il principio fondamentale della “libertà democratica”, ovvero il diritto naturale dell’uomo alla libertà di agire per soddisfare i propri bisogni (purché esso non limiti, in tali azioni, il diritto alla libertà ed alla incolumità fisica dei concittadini).
Detto in termini più concreti, in una reale Democrazia i cittadini soddisfare il loro bisogni possono creare delle “associazioni di persone” (secondo le regole normalmente applicate nel mercato per le professioni, per le imprese), associazioni che vanno a sostituire le istituzioni della Pubblica amministrazione che oggi hanno la pretesa di svolgere tale compito.
Molto probabilmente le imprese di questo tipo seguiranno modelli di nuova generazione simili a quelli oggi definiti Social entrepreneurs, per molti aspetti simili alle Imprese ordinarie (vedi più avanti), ma con modelli più vicini a quelli di una cooperativa sociale.
un esempio di applicazione degli accordi inter-locale: una struttura ospedaliera
Dobbiamo riflettere sul fatto che quando si parla di innovazioni radicali è necessario valutare gli aspetti specifici della questioni rispetto ad uno scenario profondamente innovato (se invece si riferiscono nella nostra immaginazione tali dettagli alla situazione attuale, ovviamente, essi appaiono come insensati).
Nel caso della Democrazia diretta reale descritta in queste pagine, dove ad esempio i cittadini dispongono di una “ricchezza liberata” (da gran parte delle attuali tasse), la grande maggioranza delle persone appartiene alla attuale fascia di reddito dei “ricchi”: in un contesto profondamente innovato una persona con uno stipendio di basso livello può risparmiare in tasse ed oneri di vario genere tipici della Social-democrazia (una spesa che ha un ritorno in vantaggi estremamente basso) anche 10.000 euro all’anno (due coniugi risparmiano il doppio), con i quali esso può pagare agevolmente assicurazioni sulla salute (in alternativa alla sanità pubblica), la pensione, scuole private per i figli, ecc ..
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Vediamo quindi un esempio di come possa essere applicato questo regime di libertà di agire direttamente per soddisfare i propri bisogni (investendo il denaro in gran parte liberato dalle tasse della Social-democrazia).
Per quanto riguarda il settore della salute, che è considerato essere il settore più importante negli argomenti in difesa del Welfare socialdemocratico), dobbiamo considerare, tra le altre cose, che oggi il progresso tecnologico ha reso molto economiche anche le cure specialistiche e le analisi legate a strumenti sofisticati (oggi i piccoli centri privati dei quali si serve anche la mutua sono dotati di macchine di alto livello).
Nella nuovo scenario profondamente riformato, con le assicurazioni private i cittadini possono permettersi di pagare, con il nuovo “budget liberato” (denaro “liberato” dalle tasse), una assicurazione che garantisca, come minimo, tutte le diagnosi e le cure che oggi garantisce, con risultati scadenti, la Mutua (compresi i servizi come il trasporto d’urgenza in elicottero o un ricovero in un centro super-specializzato).
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Quindi in un regime di Democrazia diretta ogni cittadino che si serva del modello di amministrazione diretta (del nuovo modello di “mutua privata” che sostituisce i servizi dell’attuale Welfare socialdemocratico), anche quando abita in un paese di provincia molto piccolo, può essere servito da servizi “gratuiti” in loco di elevata qualità (pagati dall’assicurazione, che come dimostra il caso di Obamacare, non costa più delle tasse legate alla Sanità).
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E’ però possibile che i cittadini di una piccola località di provincia desiderino avere un maggior controllo su una struttura ospedaliera di alto livello non esistente nella loro area (ad esempio, per disporre di una sezione specialistica in un ospedale situato in una località vicina).
In questo caso è appunto possibile ricorrere ad accordi del loro governo locale con “imprese sociali” altre aree vicine (in questo caso un ospedale).
In questo modo è ovviamente possibile ottimizzare tutte le forme di soddisfazione dei bisogni del territorio.
Con accordi di questo tipo più ambiti locali possono decidere di compartecipare in un servizio o in un’opera con le seguenti modalità:
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attivazione ex-novo: costruzione di un’opera o attivazione in un servizio nel quale i cittadini delle varie aree compartecipano. E’ possibile decidere di partecipare alla creazione o anche al miglioramento di un servizio o di una struttura (ristrutturazione, ampliamento, apertura nuovi reparti specialistici, ecc ..). In questo caso i cittadini dell’area priva di ospedale divengono semplicemente, in qualche percentuale, comproprietari di tale struttura o dell’impresa sociale che gestisce il servizio
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partecipazione in una attività già esistente: in questo caso i cittadini dell’area a cui manca il servizio definiscono delle convenzioni rispetto all’uso di un servizio o all’uso di un’opera che rimane di proprietà dell’altra area.
Alcune caratteristiche di questa modalità di gestione di accordi inter-locali:
● Nella modalità descritta è possibile avere forme di comproprietà, e co-gestioni o convenzioni anche tra aree locali molto distanti.
● Si tenga conto che tale sistema è basato sulla effettiva libertà di iniziativa, ovvero libertà di scelta di ogni cittadino, e quindi che ogni patto di compartecipazione o di convenzione può essere stipulato non necessariamente dall’intera comunità locale, ma anche solo da un gruppo di cittadini comunità (in questo modo rispettando uno dei principi fondamentali della Democrazia diretta, quello di option-out).
le ragioni del “modello inter-locale”
(le Missioni delle Delegazioni)
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Vediamo qui alcune ulteriori considerazioni a proposito del livello di “government” inter-locale, intermedio tra il livello locale (Democrazia diretta reale) e quello nazionale di government rappresentativo. Un livello nel quale, come si è detto, sia ha una estensione delle modalità dirette applicate a livello locale.
Se si vogliono seguire principi realmente democratici, è necessario mantenere al livello inter-locale una dimensione compatibile con i principi della Democrazia diretta (della reale Democrazia), laddove invece oggi si ricorre al sistema rappresentativo (in Italia con le Province, ora Città metropolitane, e le Regioni),
Per soddisfare questa condizione è possibile utilizzare un sistema come quello descritto in precedenza, quello delle Delegazioni che non hanno di per sé un potere decisionale, ma sono solo portavoce delle decisioni prese a livello delle assemblee locali.
In questo caso si garantisce una assoluta democraticità del sistema (ossia ci si attiene al Principio di Sovranità dei cittadini), laddove oggi si ricorre al sistema rappresentativo (ad esempio il “Parlamento” delle Regioni) che produce i problemi che oggi abbiamo sotto gli occhi: abuso del potere (che annulla la condizione di Sovranità dei cittadini), lontananza dai reali bisogni della gente e quindi incapacità di soddisfarli, ecc ..
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( le questioni a livello nazionale sono quasi nulli )
Come si è detto, a ben vedere, in una reale Democrazia quasi tutte le questioni sovra-locali possono essere affrontate in questa in modalità di government diretto (a livello locale).
A questo proposito dobbiamo infatti ricordare che ● quasi tutte le questioni di pertinenza della Democrazia sono, per loro natura, questioni sostanzialmente locali (sono questioni legate ai bisogno di cittadini specifici, che vivono su un territorio specifico). E che ● in realtà gran parte delle decisioni prese nella attuale Social-democrazia non sono assolutamente necessarie in Democrazia; tali decisioni sono effettivamente necessarie solo nel regime di Social-democrazia per gestire attività ed istituzioni create ad hoc (nascono per soddisfare esigenze della Classe politica o per ragioni ideologiche, ma sono superflue rispetto alle reali esigenze della società, dei cittadini; e sono quindi in conflitto con i principi della Democrazia).
In effetti, come si è detto, i bisogni sociali (che sono i bisogni delle persone) nella Democrazia sono sempre e comunque legati al territorio specifico (e quindi agli abitanti di quel territorio).
Anche se si tratta di bisogni materiali che potrebbero essere definiti come bisogni “del territorio” (ripristino del territorio dopo una frana, salvaguardia di un bosco), questi sono problemi da risolvere solo nel momento in cui sono bisogni dei cittadini.
Perchè a livello inter-locale non ha senso in una struttura rappresentativa. Alcune caratteristiche del sistema delle Missioni di Delegazioni
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A tale livello sovra-locale (nel quale non si può rintracciare un vero interesse a livello nazionale) non ha quindi senso creare sovrastrutture istituzionali rappresentative che finirebbero per entrare in conflitto con gli organismi di government diretto locali, i quali permettono comunque di organizzare molto meglio opere e servizi “pubblici” sul territorio che non le forme di government rappresentativo.
Vediamo quindi quali sono le caratteristiche del sistema delle Missioni delle Delegazioni a livello inter-locale.
1. svantaggi del government rappresentativo
Riassumendo gli svantaggi dell’adottare a livello inter-locale un sistema rappresentativo (come quello utilizzato oggi in Italia a livello Provinciale e Regionale) sono:
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tali strutture sarebbero permanenti, con uffici utilizzati da personale per un lavoro quotidiano che nel nuovo scenario semplicemente non esiste (ciò comporterebbe, tra le altre cose, spese enormemente più elevate del sistema di Missioni di Delegazioni.).
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tali organismi finirebbero per assumere la supremazia sulle Democrazia dirette locali, potendo delle istituzioni dotate del potere di definire leggi e normative riuscire ad inibire il potere delle amministrazioni locali.
2.a caratteristiche del metodo delle Delegazioni
Tale livello può essere appunto coperto invece da Delegazioni temporanee (come è oggi per il G8) che hanno le seguenti caratteristiche:
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Sono costituite solo per le questioni specifiche non sono quindi permanenti, ovvero non producono di per sè le enormi spese attuali.
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Sono formate da persone con le competenze e gli interessi specifici relativi questione che vanno ad affrontare (uno dei vantaggi determinanti è che in questo caso le competenze sono “competenze locali”, ovvero declinate rispetto al territorio, mentre negli organi rappresentativi vi sono solo competenze generali, ovvero generiche: anche un organismo come quello della Provincia, o delle Città metropolitane, non è in grado di seguire i bisogni specifici di una piccola cittadina).
2.B vantaggi del metodo delle Delegazioni
Ricordiamo la natura di questo tipo di delegazione: essa porta le richieste della comunità locale dalla quale essa proviene, e riporta alla propria comunità il risultato dell’incontro, come, ad esempio, una variante della proposta richiesta dalla controparte (in IRDB si illustrano modalità di partecipazione diretta – in video-conferenza – da parte dei cittadini locali alla riunione della delegazione).
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Riassumendo i vantaggi del metodo delle Missioni delle Delegazioni nelle questioni da dibattere a livello inter-locale sono:
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le decisioni sono già prese in sede precedente, cosa che garantisce il rispetto dei principi della Democrazia diretta (e della reale Demos-crazia) con il sistema del government diretto: a livello di meeting di delegazioni non vengono prese decisioni, ma si cerca di trovare un accordo sulle specifiche definite a livello di assemblee locali.
Le Delegazioni, come avviene nei normali meeting per definire accordi, hanno definito a monte (in sede di assemblea governativa locale) quali sono le condizioni minime da accettare, e le condizioni massime da concedere. Quando non si trovi un accordo su tali basi o comunque vi siano delle incertezze, si può ricorrere a due alternative: ● nel caso più semplice, a teleconferenze con l’assemblea locale; ma più probabilmente ● si può aggiornare il meeting ad altra data per dare modo all’assemblea locale di esaminare le possibili varianti emerse nel meeting (anche eventualmente con esperti consultati in proposito); si tenga preseente che si sta parlando di distanze molto brevi, tra località normalmente interne ad una provincia.
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come si è detto, la Delegazioni esistono solo per la breve fase degli accordi con il vantaggio che in questo caso non vengono create sovrastrutture burocratiche (si pensi non solo ai politici, ma a tutti gli uffici e gli impiegati legati al lavoro di Province e Regioni, che oggi in Italiasuperano i 600.0002).
Non vi è luogo dedicato a tali riunioni, i meeting in questione possono essere tenuti in qualunque ambiente e dell’area ospitante (dalla sede dell’assemblea locale – che solitamente è un impianto polifunzionale, come palestra, teatro per eventi – alla saletta di un bar). Si tenga presente che solitamente a questi meeting partecipano poche persone, e che queste persone si spostano di pochi chilometri dalla loro abitazione e non hanno quindi bisogno di essere alloggiati in loco.
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Ricordiamo ancora che, in generale, adottando un metodo che elimina la necessità di strutture sovra-locali (ma inferiori di livello a quelle nazionali) si eliminano anche una gran parte delle decisioni oggi assunte a tali livelli che riguardano la gestione di queste gestioni in sé!
La composizione delle delegazioni
Per quanto riguarda le delegazioni, esse sono composte da “normali cittadini” scelti in sede di assemblee locali, che hanno particolari competenze rispetto alla questione da affrontare. Si tratta di persone che verosimilmente fanno già parte del “gruppo di lavoro” che opera a livello locale sulla progettazione della soddisfazione del bisogno specifico sul quale si cercano accordi inter-locali (questi gruppi di lavoro sono un po’ come delle Commissioni o Comitati dei quali si serve il governo della Social-democrazia).
La delegazione può anche essere composta da consulenti esterni, ma più probabilmente questi lavorano – a monte – con l’assemblea locale per mettere a punto i progetti di soluzione dei bisogni (è molto probabile che sul territorio locale vi siano esperti di un livello sufficiente per risolvere tali problemi).
■ ■ ▫appendice: ULTERIORI APPROFONDIMENTI SULLA DEMOCRAZIA DIRETTA
■ THE QUESTION OF BUREAUCRACY
IN DIRECT DEMOCRACY
Si è detto che la Democrazia diretta non è solo fatta di government diretto nel senso di gestione diretta delle assemblee nelle quali viene sviluppato il potere decisionale, ma anche di amministrazione diretta da parte dei cittadini delle spese generali sul territorio (oltre che della amministrazione delle imprese sociali con le quali i cittadini soddisfano i loro bisogni “sociali”).
Questo perché in una reale Democrazia (nel quale il demos è Sovrano: che sta sopra a qualsiasi istituzione) non possono esservi persone o istituzioni (non composte direttamente da cittadini) che “stiano sopra” ai cittadini organizzati per auto-governarsi ed auto-amminstrasi.
( buROcazia: intro )
A questo proposito dobbiamo tener presente che la Burocrazia (il settore amministrativo dello Stato) è oggi uno degli strumenti di potere effettivo più efficaci della Social-democrazia (si deve tener conto che la Burocrazia incarna una effettiva autorità nei confronti dei cittadini, e che non sottomettendosi ad essa si incorre nei “rigori della legge”).
Vi sono attualmente – nella Social-democrazia – due livelli di Burocrazia, formati da:
1) i burocrati normatori i quali oggi sempre più sostituiscono (illegittimamente) quello che dovrebbe essere l’unico contesto in cui è possibile creare norme: il Parlamento.
2) i burocrati esecutori i quali hanno in mano il potere di far rispettare normative che rappresentano un effettivo potere “governativo” (che rappresentano una autorità che impone ai cittadini azioni e limitazioni).
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In entrambi i casi si tratta di forme di potere illegittime in Democrazia.
(1) per quanto riguarda i burocrati-normatori, la loro opera è illegittima poichè essi operano al di fuori del Parlamento. Ovvero essi sono normali “impiegati” che sostituiscono le uniche persone che possono produrre, in una Democrazia, leggi e normative: i Rappresentati eletti dai cittadini.
(2) per ciò che riguarda la categoria degli impiegati-burocratici della Pubblica amministrazione, il fatto è che essi dispongono di un potere molto forte nei confronti dei cittadini tale poter interferire in modo significativo con la loro vita (tale tipo di “forza” in Democrazia può essere solo esercitata da Forze dell’Ordine sulla base di Leggi prodotte dal Parlamento, e non da burocrati in base a normative prodotte da altri burocrati).
Il problema è, sostanzialmente, che
nella Social-democrazia la Burocrazia regola la vita dei cittadini, mentre nella Democrazia diretta
sono i cittadini che normano la Burocrazia.
● THE PROBLEM OF BUREAUCRACY
Il problema della Burocrazia è che essa è divenuta un Potere indipendente. Ossia indipendente dai cittadini: e nessuna istituzione, in Democrazia, può essere indipendente dal Demos, altrimenti non è una istituzione democratica.
I Parlamentari sono (almeno teoricamente) dipendenti dalla volontà dei cittadini, che li scelgono. I Burocrati sono scelti da qualche funzionario della Burocrazia, e quindi non sono legittimamente autorizzati a produrre delle regole che riguardano i cittadini.
Quindi in una reale democrazia la Burocrazia dovrebbe svolgere unicamente compiti “passivi”; di svolgimento di processi indicate da Leggi e norme emesse dal Parlamento (a nome dei cittadini). Oggi invece la burocrazia detiene un vero e proprio potere legislativo.
( burocrazia: definizione )
Ricorrendo a questo uso illegittimo della Burocrazia-legiferante, la Socia-democrazia non è più una reale Democrazia: è una Burocrazia (un regime basato non sulla Sovranità dei cittadini, ma sulla Sovranità dei Burocrati). Non è più uno “Stato sociale”, ma uno Stato burocratico”.
Sostanzialmente la Social-democrazia è divenuta una Social-burocrazia.
l’origine della Burocrazia
La burocrazia nasce come “Ceto di funzionari” per: l’“’esigenza del sovrano di fondare il proprio potere su un ceto di funzionari alle sue dirette dipendenze (…) Il termine burocrazia fu coniato dall’economista francese Vincent de Gournay nella prima metà del 18° sec. proprio per stigmatizzare la potenza crescente dei funzionari pubblici nella vita politica e sociale, che configurava una vera e propria forma di «governo dei funzionari», fra l’altro del tutto inefficiente sul piano dell’amministrazione dello Stato“ (Treccani)
“Weber parlò di processo irreversibile di burocratizzazione universale, che tendeva a imprigionare gli uomini in una rete di regole minuziose e a sottometterli alla potenza anonima, irresponsabile e ogni giorno più necessaria degli apparati burocratici. Ciò costituiva, a suo giudizio, un enorme pericolo per il futuro della libertà e della democrazia nel mondo contemporaneo: un pericolo che si sarebbe ulteriormente acuito con l’eventuale trionfo del socialismo, veicolo di una burocratizzazione integrale della politica, della società e della stessa economia.”
Si rifletta su come la Burocrazia sia stata, nei paesi del Socialismo reale (comunisti) la modalità di esercizio del potere più utilizzata per dominare le persone nella loro vita quotidiana (tali regimi sono stati definiti come forme di Bureaucratic collectivism – e con il temine Nomenklatura ci si riferisce alle persone che avevano posizioni di potere all’interno dell’apparato burocratico dei paesi del Socialismo reale).
Grazie alla Burocrazia i regimi del Socialismo reale hanno potuto controllare in modo ossessionante la vita delle persone.
La proverbiale “situazione kafkiana” (termine che indica l’angosciante senso di impotenza nei confronti di abusi commessi da autorità, situazione che si percepisce come paradossale) deriva appunto dalla descrizione fatta da Kafka dell’uso totalitario della burocrazia sviluppata nei paesi dominati dall’Unione Sovietica nel romanzo “il Processo” (il concetto è riassunto nell’incipit: «senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato.»).
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Il Potere burocratico della Social-burocrazia è proprio il Grande fratello di Orwell: “Big Brother is watching you” (Orwell e Kafka avevano provato direttamente gli effetti del potere del Socialismo reale).
Oggi nelle forme di Social-democrazia più “avanzate” (come in Italia) si ha in effetti sempre l’impressione kafkiana di essere osservati da qualcuno che controlla i nostri comportamenti, che interviene arbitrariamente per punirci (classica è l’idea ossessiva del Vigile urbano che improvvisamente spunta fuori dal nulla è ci commina una multa con considerazioni che ci sembrano totalmente arbitrarie, paradossali).
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Uno dei problemi prodotti dalla Burocrazia è che i Burocrati-normatori hanno una carriera “a vita” (come i più privilegiati del Parlamentari, i Senatori a vita). Essi non vengono cioè sostituiti come accade per i legittimi Legislatori (i Parlamentari), che sono sostituiti periodicamente secondo la volontà dei cittadini.
Si consideri che inizialmente i Burocrati (in Francia nel 1604), che detenevano il possesso della loro carica (potevano venderla, trasmetterla in eredità, ecc), avevano cominciato a creare un potere in forte concorrenza con quello del Re.
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La burocrazia ha quindi oggi un potere enorme, che può offuscare (almeno nell’immediato) il potere reale dei Rappresentati eletti dal popolo. Può, ad esempio, limitare l’attività di un Sindaco, fino a revocarne il mandato popolare.
Si consideri il fatto frequente delle indagini dei Magistrati (semplici funzionati statali assunti per concorso come qualsiasi altro dipendete pubblico) appartenenti a correnti politiche socialdemocratiche, che annullano elezioni “corrette” (si tratta, appunto, di un esercizio di potere arbitrario, poiché la trasgressione delle norme punita con tale intervento è avvenuta da parte della maggior parte dei partiti, ma vengono puniti solo gli avversari dei partiti socialdemocratici).
Ma i funzionari burocratici possono costringere un Sindaco alle dimissioni con molti altri escamotage. Ad esempio i funzionari delle Aziende pubbliche assunti da giunte precedenti, possono creare situazioni critiche all’interno della città e spingere i cittadini ad identificare il Sindaco come il responsabile del disagio.
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Per comprendere il pericolo che la Burocrazia rappresenta per le Istituzioni democratiche, è necessario tener conto del fatto che (come si illustra nel documento “Oltre la Social-democrazia”) una anche piccola forma di potere può essere utilizzata per guadagnare sempre maggior potere (una istituzione che possa produrre Leggi o normative è in grado, agendo in modo scaltro, di produrre gradualmente nuove regole che accrescano sempre più la propria indipendenza dalla volontà dei cittadini, ovvero di rendere sempre più assoluto il proprio potere).
Ovviamente la Burocrazia non è indipendente in assoluto: la Burocrazia è indipendente dal controllo del demos, ma nella Social-democrazia essa è una dei bracci operativi dei Partiti socialdemocratici.
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( burocrazia esecutrice e normante )
I settori della burocrazia che rappresentano un problema sono quindi due: la Burocrazia normante (“legiferante”), ed a un livello inferiore la Burocrazia esecutrice, che opera per applicare le procedure definite dal livello superiore.
la Burocrazia esecutrice
Oggi l’assunzione di persone nella pubblica amministrazione è una pratica vitale per la gestione del potere da parte dei Partiti. La possibilità di assumere dipendenti della Pubblica amministrazione è di per sè una forma di potere sotterranea molto potente, in grado di portare vari benefici.
I benefici più evidenti sono quelli già menzionati: le assunzioni di un qualsiasi lavoratore dipendente dalla Pubblica amministrazione da la possibilità ai Partiti di avere un notevole ritorno in consenso elettorale; le spese per la Pubblica amministrazione permettono ai Partiti di “controllare” un ingente flusso di denaro, ecc …
Ma la possibilità di assumere a propria discrezione dipendenti della Pubblica amministrazione fornisce anche ai Partiti un tipo potere più sottile e potente, quello di sviluppare strategie nell’ambito della teoria dell’Egemonia culturale: ossia “inducendo” in tal modo nei cittadini una cultura funzionale all’esercizio del potere (ideologico) dei Partiti socialdemocratici.
I Partiti politici al potere tendono infatti ad assumere persone appartenenti alla loro stessa ideologia (persone che, appunto, votano per il loro partito). In questo modo essi non fanno che propagare la loro ideologia.
Ciò avviene puntualmente sia nel campo dell’informazione sia in quello dell’Educazione”.
Si pensi al potere che hanno in mano i “funzionari della Televisione di Stato” nell’eleggere funzionari ad essi sottoposti (direttori di rete, direttori di Telegiornali, ecc …) e di indirizzare quindi fortemente la cultura trasmessa dalla TV di Stato.
E si pensi anche ai docenti della Scuola pubblica (dall’Asilo nito all’Università).
In base alle scelte di funzionari-docenti da parte di altri funzionari di più alto livello i Partiti hanno il Potere di “formare” i futuri adulti secondo la loro visione ideologica (come avviene nel Socialismo reale). Ed avere, tra le altre cose, un appoggio elettorale a vita da parte di essi.
Non a caso oggi i Democrats USA hanno il loro appoggio più forte da parte di quella parte della popolazione che essi chiamano americani “istruiti”, ovvero che hanno frequentato l’Università di Stato (da essi gestite da decenni). Si tratta di quella parte della popolazione che crede veramente che l’economica reale sia un qualcosa di superato, e che si possa avere un “pasto gratis” e l’Università per tutti anche abbassando le tasse.
E non ha caso, come si vede in altro punto, la Sinistra osteggia in ogni modo (negli USA, ma anche in Italia) le Scuole alternative a quelle pubbliche, con normative che rendono loro la vita impossibile.
Un’altra branca delle Burocrazia che sviluppa un potere occulto determinante nella Social-democrazia è quella dei Magistrati inquirenti (i quali sono assunti con un semplice concorso, come gli impiegati di un Ministero). I Magistrati, nonostante siano scelti da qualche funzionario pubblico senza alcun controllo ufficiale da parte dei Parlamentari, oggi operano in modo “indipendente” dal Potere politico (essi rappresentano cioè un “potere assoluto” che è in grado di annullare qualsiasi forma di potere democratico legittimo).
Ma, di fatto, anche un qualsiasi ufficio burocratico (ad esempio l’anagrafe) ha un potere simile a quello della Magistratura, poiché se il cittadino non accetta le imposizioni da dagli operatori di tale ufficio, questi ultimi possono, come il Magistrato, ricorrere alle “forze dell’ordine” per costringere il cittadino ad eseguire i loro “ordini”.
Si pensi, ad esempio, alle “strisce blu” (parcheggi a pagamento), in gran parte letteralmente illegali rispetto alla Legislazione nazionale: se il cittadino rifiuta di pagare, viene prima sanzionato, e se non paga le multe gli vengono sequestrati dei beni.
Uno dei problemi che l’esistenza di questi “burocrati” (Magistrati, Insegnanti, dipendenti della burocrazia in generale) comporta è, tra le altre cose, che ad essi la classe politica deve ogni tanto dare un contentino affinché essi rimangano fedeli ad un partito: essi devono essere comperati con, ad esempio, un aumento di stipendio ed una politica di pre-pensionamenti (creando in questo modo un incremento della spesa pubblica).
la Burocrazia normante (“legiferante”)
La Burocrazia abilitata ad emettere norme (alla quale è illegittimamente attribuito un Potere legiferante) è, ovviamente, una fonte di potere molto più importante di quella che si limita a far applicare le norme attraverso i vari uffici della Pubblica amministrazione diffusi sul territorio.
La presenza di una Burocrazia legiferante fa della Social-democrazia una sorta di “dittatura burocratica” (si ricordi, appunto, che i burocrati-Magistrati hanno il potere “assoluto” di bloccare l’attività di un Parlamentare o di un Ministro, anche senza seguire vie strettamente la leggi).
Si noti che i Magistrati inquirenti hanno il potere di bloccare attività pubbliche o private (compresa quella di un Parlamentare) semplicemente aprendo una indagine (dal momento in cui essi decidono di intervenire).
● APPUNTI PER UN PERCORSO DI RIFORMA DELLA BUROCRAZIA
Oggi, nella Social-democrazia, la Burocrazia detiene quindi un notevole potere (illegittimo), in certi casi superiore a quello direttamente esercitato dalla istituzioni politiche.
Per questa ragione una riforma della Democrazia europea non può prescindere dalla neutralizzazione di tale potere della Burocrazia, poiché, in caso contrario qualsiasi tentativo di riforma, o di portare un rappresentante politico di un partito esterno all’establishment finirebbe per naufragare.
Vediamo, a monte di tutto, quali sono i due livelli di potere della Social-democrazia:
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Il livello di Government propriamente detto (che in Social-democrazia opera in modo illegittimo sotto le spoglie di government rappresentativo, e che è in realtà tutt’altro che rappresentativo: è completamente “indipendente” dal controllo da parte dei cittadini – si ignora cioè, in questo caso, il Principio costituzionale di Sovranità del cittadino)
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Il livello esecutivo: una forma “parallela” di potere a quella definita ufficialmente come government (un forma di potere che è ancora più lontana dalla possibilità di controllo da parte dei cittadini rispetto alla precedente).
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In questo capitolo ci si occupa della questione del potere esercitato dalla della Burocrazia (sia da quella meramente esecutiva, sia da quella “legiferante”).
Participatory bureaucracy
In realtà le questioni relative alla burocrazia sono le stesse che riguardano il Government propriamente detto. E sono quindi molto simili le azioni che vanno intraprese per riportare la Burocrazia nella dimensione di una reale democraticità. Ovvero, come si illustra nelle prossime pagine,
per passare dalla attuale pseudo-democrazia rappresentativa
ad una democrazia reale è necessario che
i cittadini divengano in grado di gestire (o perlomeno di controllare) tanto il Government quanto la Burocrazia.
Sostanzialmente si tratta di creare un forma partecipata anche per la Burocrazia.
Ossia una Burocrazia partecipata direttamente dai cittadini nella quale questi ultimi devono partecipare anche alla gestione delle questioni relative alla burocrazia (devono poter partecipare anche alle “faccende interne” della Pubblica amministrazione).
ç_Government come servizio
In altre parole nella Democrazia, per definizione, non vi è altro fine che quello di soddisfare i bisogni dei cittadini, ovvero tutto l’apparato dello Stato non può essere che al servizio del cittadino.
Da ciò consegue che per riportare anche la Burocrazia ad una dimensione di reale democraticità, si deve fare in modo che
sia i Burocrati normatori
che quelli meramente esecutori
(i dipendenti della Pubblica amministrazione),
tornino ad essere (realmente) al servizio dei cittadini
(tale è la situazione delle Democrazie dirette sviluppate dalla piccole cittadine di provincia degli USA!).
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Ciò significa che
i burocrati, i direttori e i dipendenti degli uffici pubblici,
come accade per i Politici,
devono venire in qualche modo
scelti e controllati dai cittadini
(in alcune parti del mondo i cittadini eleggono direttamente, ad esempio, i Magistrati).
i dipendenti della Pubblica amministrazione come dipendenti dei cittadini
(le aziende pubbliche sono di proprietà dei cittadini)
Sostanzialmente in una Democrazia diretta (in una reale Democrazia), come avviene in molte cittadine di provincia degli USA, i dipendenti della Pubblica amministrazione (dai direttori agli sportellisti) sono a tutti gli effetti dei dipendenti dei cittadini (si tenga conto che tali operatori operano per conto dei cittadini – per ordine dei cittadini o dei loro rappresentati – e che sono i cittadini a pagare i loro stipendi).
In tali città si applica il modello della Democrazia diretta (l’unica forma di government realmente compatibile con i principi della Democrazia: è la replica del modello di Democrazia originario – l’unico modello di reale Demos-crazia – quello Ateniese).
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In tale contesto i cittadini si ritrovano costantemente in assemblee dirette (non ci sono “istituzioni” di government ed amministrazione che non siano composte direttamente dai cittadini), e decidono qualsiasi azione “pubblico interesse” intraprendere.
E quindi decidono anche quali sono le cariche pubbliche che essi stessi devono ricoprire (e non dei “politici”). E decidono essi stessi quali sono gli operatori della Pubblica amministrazione: assumono, ad esempio, lo sceriffo (scelgono i membri della polizia locale), trattando con esso lo stipendio. Ed allo stesso modo assumono i dipendenti degli uffici pubblici (segretarie, sportellisti, ecc ..).
Sostanzialmente si tratta quindi di una modalità operativa non dissimile da quella di una normale impresa (come si vede in altro punto, con la differenza che qui non vi è scopo di lucro perché il guadagno di denaro non avrebbe senso visto che “i proprietari” sono in questo caso anche i clienti, i quali quindi pagherebbero con le loro stesse tasche il denaro che guadagnerebbero – in questo modello ciò che rimane è unicamente l’obiettivo di soddisfare i bisogni dei “clienti”).
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Il problema della Social-democrazia in questo caso è che pur essendo i cittadini (teoricamente) i legittimi proprietari dell’”Azienda pubblica” (le varie branche della Pubblica amministrazione con i suoi uffici e dipendenti), che essi pagano con i loro soldi, e che dovrebbe essere mirata unicamente a soddisfare i loro bisogni, su tali strutture i cittadini non hanno nessun controllo, nessuna voce in capitolo, nè a monte (decisioni su quali servizi vanno attivati, quali persone vanno scelte per condurre tali strutture, ecc …). Nè a valle: con la possibilità di valutare l’efficienza della struttura (ed eventualmente introdurre modifiche nelle strutture, nelle procedure, ecc … ).
Questa assenza di un ingerenza dei cittadini nel sistema burocratico della Social-democrazia permette, appunto, al settore della burocrazia di “distrarsi” dal suo compito, e di darsi delle finalità diverse da quelle della soddisfazione dei bisogni dei cittadini (e di assegnarsi arbitrariamente compiti, stipendi, ecc …).
Si prenda l’esempio della “Polizia locale” (i Vigili urbani), i quali dovrebbero essere al servizio dei cittadini, e che sono invece una forma di esercizio di potere sui cittadini (da parte del government locale).
Nella definizione di un percorso di riforma della Social-democrazia verso un sistema di Democrazia diretta a livello locale è quindi necessario prendere in considerazione il fatto che
laddove i cittadini perdono il controllo della Burocrazia
(in senso lato)
essi perdono anche il loro legittimo potere democratico.
▫un esempio della legittimità di gestione diretta della pubblica amministrazione: la Scuola
La democraticità della gestione diretta della Burocrazia da parte dei cittadini può essere forse più evidente nella gestione di una scuola da parte dei genitori.
(ricordiamo che stiamo parlando di una reale Democrazia, nella quale i cittadini hanno il diritto di partecipare alle varie forme di gestione della “Cosa pubblica”).
Per comprendere ciò dobbiamo tener conto che in un contesto di Democrazia diretta lo scenario è radicalmente differente da quello attuale. In tale contesto infatti:
1) le tasse sono pagate (come dovrebbe essere anche in una Democrazia rappresentativa) con la forma dell’Explicit spending, e del “purpose taxes”) ovvero con separazione delle voci dei pagamenti in relazione alle destinazione di spesa di quanto versato.
2) vi è la possibilità di option-out rispetto ai servizi pubblici: chi non partecipa ad un servizio del quale esso non può usufruire, non paga le tasse ad esso relative.
Ad esempio nel caso dei genitori della scuola dei loro figli, in una Democrazia diretta è evidente che sono i genitori a pagare le tasse per tale scuola. E che essi ne sono, anche per questa ragione, dei “proprietari temporanei”; e quindi che essi hanno il diritto di esercitare la loro Sovranità costituzionale (potere decisionale) nei confronti dell’istituzione.
Si noti che, come indicano gli studi di settore, se lo Stato social-democratico desse ai cittadini solo una parte di quanto esso spende per fornire l’educazione scolastica ai loro figli (lo Stato spende quasi il doppio del costo di una scuola privata), ci guadagnerebbe assai (e i genitori potrebbero utilizzare tale denaro per esercitare il loro democratico diritto di scelta, oggi negato, ed iscrivere il figlio ad una scuola privata; o creare essi stessi una Scuola parentale).
In ultima analisi i genitori di una scuola, in una dimensione realmente democratica, hanno il diritto – in base al fatto che essi pagano le spese della Scuola, e godono del diritto Patria potestà – ad occuparsi delle scelte scolastiche: scegliere le modalità di insegnamento, gli insegnanti, ecc…
In caso contrario si tratta non di una struttura educativa democratica, ma di una forma di educazione totalitaria, nella quale lo Stato decide al posto dei genitori, quale cultura debba assimilare il bambino.
la gestione partecipata della Burocrazia
La possibilità di ingerenza da parte dei cittadini nelle questioni relative alla Pubblica amministrazione deve essere applicata, in una reale Democrazia, a tutti i “servizi pubblici”.
Ovviamente risulta essere un po’ complesso gestire in modo partecipato l’amministrazione dei servizi pubblici nella attuale dimensione della Social-democrazia, ma con l’introduzione della Democrazia diretta locale (che implica anche una ristrutturazione delle strutture governative ed amministrative a livello sovra-locale) diventa tutto molto più semplice.
Nella Democrazia diretta vi sono infatti le condizioni per l’istituzione di una gestione diretta dei servizi pubblici: strutture minime, e quindi di facile amministrazione (molte strutture e servizi pubblici che divengono “privati” – nelle forme di Imprenditoria sociale); pochi uffici e dipendenti (cosa che possibile, tra le altre cose, riducendo gli adempimenti burocratici).
Ovvero nell’introduzione di una forma di Democrazia diretta (a livello locale) la “burocrazia” assume automaticamente una veste completamente differente (nell’ambito delle competenze locali), divenendo di per sé sostenibile, ed in grado di produrre un servizio di qualità.
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( bottom line )
Quindi è inutile pensare di riformare la Democrazia europea (verso una dimensione maggiormente democratica, ovvero di Democrazia realmente partecipata a livello locale) se non si pensa anche di riformare sostanzialmente il sistema della Burocrazia. Altrimenti il potere della Burocrazia può vanificare l’effetto di qualsiasi riforma con le seguenti modalità:
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non si è grado di creare le condizioni di base per lo sviluppo di una reale forma di government ed amministrazione diretta, poiché ● non si libera il tempo per i cittadini, fattore necessario affinchè i cittadini possano occuparsi direttamente delle questioni del territorio con strumenti di democrazia diretta (si tratta del tempo che i cittadini perdono nell’anno per espletare pratiche definite dalla attuale burocrazia) ● nè si ottiene la libertà d’azione necessaria per intraprendere forme di social-entrepreneuring (a causa delle normative fortemente limitanti) ● nè si libera denaro (oggi sottratto ai cittadini con le attuali ingenti tasse) indispensabile per poter attivare servizi alternativi sul territorio.
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i “poteri burocratici” istituzionali possono intervenire per far fallire giunte locali non gradite all’establishment (ad esempio creando disagi ai cittadini i quali finiscono per individuare nella nuova giunta il responsabile della situazione).
Il fatto è che nella Social-democrazia
la burocrazia norma la vita dei cittadini,
mentre nella Democrazia diretta
sono i cittadini che normano la Burocrazia.
■ SOCIAL ENTREPRENEURSHIP
AL POSTO DEI
SERVIZI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Uno degli aspetti interessanti della reale Democrazia diretta (dell’applicazione dei principi fondamentali della Democrazia) è quindi che in essa i cittadini si occupano direttamente di definire e gestire servizi ed opere pubbliche.
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Ciò avviene per il fatto che appunto, nella reale Democrazia diretta i cittadini seguono i principi di base della Democrazia (con i quali la Social-democrazia è entrata in conflitto), che sono da parte dei cittadini ● libertà di fruire delle proprie proprietà, e contemporanea ● responsabilità delle proprie azioni (nei confronti dei propri concittadini, che possono giudicare e sanzionare, quasi in tempo reale, comportamenti che la comunità ritiene essere errati).
Nella nuova condizione di reale Democrazia diretta i cittadini possono così sostituire gli attuali servizi della Pubblica amministrazione (attualmente decisi e gestiti dall’alto, senza nemmeno una minima compartecipazione dei cittadini) con iniziative gestite da essi stessi (in un linguaggio più tecnico, con “iniziative private”).
Come si vede in altri punti, in questo caso si hanno sia una nuova concezione di servizi pubblici, sia nuove forme di imprenditorialità.
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Ciò avviene, appunto, come il risultato inevitabile .dell’applicazione di principi della Democrazia sopra citati: nella reale Demos-crazia infatti
i cittadini sono co-proprietari delle strutture e servizi creati sul territorio poichè di tali strutture
essi pagano di tasca loro i costi di costruzione e di mantenimento.
Ciò vale anche per il contesto attuale della Social-democrazia (anche non si prende mai in considerazione tale concetto fondamentale della Democrazia). Ma vale a maggior ragione per il contesto di Democrazia diretta nel quale non vi sono più denari provenienti dalla Stato, ma i cittadini pagano direttamente le spese di gran parte di servizi ed opere pubbliche – con il risultato di minori costi e maggior qualità dei risultati).
In base a tali considerazioni, si comprende come in un certo senso che, come era per le comunità tradizionali dell’uomo (i Villaggi), i cittadini erano di fatto proprietari del territorio in sé, poiché essi lo lavoravano per renderlo abitabile e produttivo, e costruivano le loro strutture pubbliche e pagavano per la costruzione delle strutture “pubbliche” su essi (o lavoravano in prima persona, o pagavano direttamente le spese).
Ciò è vero anche per l’attuale Democrazia rappresentativa, poiché i cittadini pagano già ora, attraverso le tasse, le spese per la costruzione ed il mantenimento delle opere pubbliche (ed inoltre ereditano questa proprietà condivisa dagli antenati che ne sono stati, di fatto, con le stesse modalità, i costruttori).
Ciò diviene ancora più vero per la Democrazia diretta, poiché in tale dimensione sono i cittadini che decidono di costruire le opere pubbliche (edifici pubblici, lstrade, ponti, ecc …), e spesso oltre a pagarle essi partecipano direttamente, con il loro lavoro, se non alla costruzione, alla loro manutenzione (come accadeva un tempo, all’epoca dei “villaggi”).
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Si noti che l’azione di government del territorio nella Democrazia diretta lo è in senso lato: al puro government in quanto assemblea nella quale si deliberano le azioni da intraprendere, si aggiunge l’aspetto puramente amministrativo (l’amministrazione delle spese in generale; ma, ad esempio, anche amministrazione delle specifiche imprese dei “servizi pubblici”).
Questa forma di amministrazione, che è molto simile ad una forma di imprenditoria ordinaria (come vedremo nel prossimo capitolo), è in grado di produrre servizi molto migliori di quelli oggi prodotti dalla Social-democrazia. Ciò grazie:
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alla qualità dei servizi – per il fatto che coloro che progettano e gestiscono i servizi sono gli stessi fruitori del servizio.
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al contenimento delle spese – poichè i cittadini spendono denaro per i servizi direttamente dalle loro tasche (ed hanno una percezione diretta del ritorno dei loro “investimenti”).
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Ovvero a differenza di chi gestisce oggi la Pubblica amministrazione, i cittadini con il government diretto seguono le regole dell’economia reale. E sanno che un servizio non può essere in perdita. Sanno cioè, ad esempio, che facendo pagare un biglietto di un servizio di trasporto pubblico meno del dovuto, loro stessi dovranno poi pagare il passivo.
la differenza tra i due modelli di imprenditoria ordinaria e sociale
Il fatto è quindi che una Democrazia diretta (una Demos-crazia) si basa sulla gestione diretta da parte dei cittadini di ciò che oggi è gestito dalla Pubblica amministrazione.
Ciò significa che, sostanzialmente,
nella Democrazia diretta i cittadini si organizzano in forme di libera iniziativa per soddisfare direttamente i propri bisogni
(iniziative che possono essere “sussidiate”, come è previsto dalla Direttiva europea della Sussidiarietà).
Non si tratta di una invenzione moderna, ma delle modalità di gestione del Villaggio tradizionale che hanno funzionato per millenni, e che funziona ancora oggi in modo molto migliore di come funziona la Social-democrazia nelle piccole cittadine di provincia degli Stati Uniti. Modalità nella quale i cittadini si adoperano per gestire il territorio lavorando essi direttamente (ancora oggi in alcune piccoli paesi di provincia in Italia sono in auge le corveè dei cittadini per intervenire in opere di manutenzione del “bene pubblico” ), o pagando direttamente chi svolge i lavori.
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Una modalità evoluta di gestione della soddisfazione diretta dei bisogni sul territorio è quella definita con il termine Social entrepreneurship (vedi approfondimento in “Verso un Welfare 2.0).
In questo capitolo si analizza tale modalità di libera iniziativa.
Vi è una differenza fondamentale tra la classica “impresa privata” e la nuova forma di “impresa sociale” che è possibile adottare in una dimensione di amministrazione diretta.
Esse infatti hanno in comune la soddisfazione dei bisogni di un target. Ma diversa è la concezione del “profitto”: nel caso di una impresa sociale il profitto non è in denaro, ma è la soddisfazione degli imprenditori di propri bisogni.
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Dobbiamo specificare che quando si parla di “impresa sociale” non ci si riferisce al significato attuale del termine “sociale”: a iniziative motivate dagli ideali delle ideologie, ovvero al campo d’azione degli attivisti sociali, dei filantropi. Nè si tratta di imprese non-profit nel significato attuale del termine (con il quale oggi si indicano iniziative sovvenzionate dallo Stato nate molto spesso per ragioni ideologiche o interessi della classe politica).
Ma al contrario ci si riferisce ad iniziative finalizzate ad interessi “pratici” impostate sui criteri di massima efficacia (i promotori delle iniziative ne sono infatti anche i beneficiari), e di reale economia (vi è una attenta analisi del rapporto costo/benefici); criteri che oggi mancano totalmente nella Social-democrazia.
Il fatto è che l’assenza di una aspirazione al lucro non è qui nè una questione morale, nè una questione di “buon senso”, ma è semplicemente una condizione intrinseca alla natura dell’impresa: in una dimensione del genere non ha senso pensare ad un guadagno di denaro poiché in questo caso sono i clienti ad essere proprietari dell’azienda (il denaro guadagnato sarebbe quello esborsato da loro stessi che ritorna nelle loro tasche).
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Il fatto è che, appunto, sul piano operativo, nel caso delle nuove imprese di servizi “pubblici” abbiamo una impresa che non solo è “controllata” dai cittadini (come dovrebbe essere anche in Social-democrazia), ma che è creata ed amministrata direttamente dai cittadini.
Nel nuovo contesto cioè
i cittadini individuano direttamente i bisogni,
progettano le soluzioni di opere e servizi,
e ne amministrano la gestione
(ed assumono loro direttamente i dipendenti per le funzioni amministrative complesse).
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Si deve tener conto che nella cittadinanza ci sono amministratori (imprenditori) molto migliori di quelli che si trovano nella “pubblica amministrazione (questi ultimi sono selezionati in base a criteri elettorali, ideologici o peggio).
In effetti, sebbene già oggi vi sia comunque una diffusa coscienza imprenditoriale che può permettere a gran parte dei cittadini di gestire agevolmente le nuove imprese sociali, in un nuovo contesto di Democrazia riformata è possibile recuperare una educazione maggiormente mirata alla formazione di adulti in grado di amministrare le proprie attività al meglio (oggi l’educazione di Stato Social-democratica tende a formare adulti inclini a lasciare ad altri la responsabilità della gestione della propria vita; e con scarse competenze di “economia reale”)
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Nella fase di transizione dalla Social-democrazia attuale ad una reale Democrazia diretta possono essere utilizzate, come veste fiscale per le imprese sociali, le forme che per ora prevede la legge: società di mutuo soccorso, cooperative e cooperative sociali, e le varie forme di associazioni non a scopo di lucro (associazioni culturali, sportive, ricreative, ecc …)
Per fare un esempio, le associazioni non a scopro di lucro sono utilizzate oggi come escamotage da molti parenti che vogliono mandare i loro figli a scuole diverse da quelle di Stato, e creano appunto Associazioni di Scuola parentale prevista dalle normative attuali, con le quali riescono a creare vere e proprie “scuole private” (dai costi accessibili).
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E’ ovviamente prevedibile che diffondendosi il favore nei confronti della Democrazia diretta – man mano che i cittadini vedono i risultati positivi di government ed amministrazione diretti – si possano ottenere dai governi nazionali nuove leggi e normative che permettano di applicare nuovi modelli di servizi pubblici creati direttamente dai cittadini.
1 (Treccani) Ideologia: “ogni dottrina non scientifica che proceda con la sola documentazione intellettuale e senza soverchie esigenze di puntuali riscontri materiali, sostenuta per lo più da atteggiamenti emotivi e fideistici, e tale da riuscire veicolo di persuasione e propaganda”.
2 Il che significa che vi sono, per ogni regione, almeno 30.000 impegati.