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Si analizzano qui le cause del problema rappresentato dal divieto dei barbecue nella città di Torino (2017): sostanzialmente dell’incapacità si seguire linee guida di governance, cosa che porta le Amministrazioni a vietare laddove dovrebbero invece sviluppare soluzioni.

E si coglie l’occasione per individuare soluzioni al problema, che in realtà sono soluzioni “universali” che possono essere utilizzate in molti altri casi.

Considerazione di fondo:
sviluppando una governance senza che si sia chiarito, a monte di tutto, quali siano le regole di base (Valori, Principi, Regole operative) si finisce per perdere il consenso dell’elettorato.

Ciò è quanto sembra accadere a Torino alla Giunta Appendino in conseguenza di casi dei quali il divieto dei barbecue ai parchi è un esempio significativo (estate 2017). Più nello specifico la Giunta, in assenza di linee guida sulla governance (vedi “Regole d’oro della governance”) non è in grado di seguire le regole government e di comunicazione necessarie per poter operare con successo in una Democrazia.

In particolare la Giunta Appendino, come vedremo in seguito:

dimostra di mancare di una conoscenza (1) del concetto di Partecipazione democratica; dei (2) beni comuni; (3) della realtà effettiva della quale parla, e sulla quale opera reprimendo attività dei cittadini; (4) e di non avere una corretta idea di come sviluppare una comunicazione con la cittadinanza, sviluppando posizioni personali e non giustificazioni razionali (per persone che conoscono la realtà dei fatti).

il caso del divieto dei barbecue

Nel caso del divieto dei barbecue nei parchi di Torino il problema è, appunto, sia nell’azione sviluppata, sia nelle dichiarazioni che hanno accompagnato tale azione. Ovvero:

1) il divieto appare ai Cittadini – come si evince dai feedback sui media – come una azione di repressione di attività dei cittadini, (quando il problema su cui si interviene riguarda unicamente di effetti collaterali delle attività vietate, i quali possono essere facilmente risolti).

In questo caso la giunta sembra non tener conto che le aree occupate dai barbecue sono già istituzionalmente dedicate ai pic-nic e che nel resto del mondo “il problema” dei barbecue è già stato risolto.

2) la motivazione del divieto appare “personalistica” a causa del fatto che, in primo luogo, si adducono come giustificazione alcune critiche marginali di pochissimi cittadini (rispetto agli utilizzatori dei parchi). E quindi si utilizzano affermazioni “non ritengo giusto”, laddove i cittadini ritengono il contrario,

Il punto è che in questo caso

si è agito (e comunicato) in modalità “sanzionatoria”
(repressiva, come nei “regimi forti”)
LADDOVE IN UNA DEMOCRAZIA (anche “minima”)
SI SAREBBE DOVUTO AFFRONTARE IL PROBLEMA
PER ARRIVARE AD UNA SOLUZIONE POSITIVA

in favore dei cittadini (soluzione già attuata nel resto del mondo).

In questo modo la Giunta Appendino cioè:

1) dimostra di non disporre una cultura della governance democratica (e dei beni comuni), poiché la Sindaca afferma “Qualche giorno fa, un signore abituato ad andare a correre nel parco, mi raccontava“. Ciò è semplicemente l’opposto di quanto dichiarato essere alla base del Movimento: la partecipazione democratica, i Gruppi di lavoro, i Referendum dei Cittadini (strumenti con con i quali Ella aveva promesso di governare).

2) dimostra di non conoscere la realtà cui si parla. Chiunque (come il sottoscritto) sia passato in un parco di Torino ha visto come nelle aree ora utilizzate per i barbecue sono presenti moltissime persone (sono Cittadini!) che si passano una domenica stupenda attorno a tavoli imbanditi (sono famiglie che non hanno i soldi per andare fuori Torino).

Si noti che le aree in questione cono comunque dedicate dal Comune ai pic-nic, e che quindi i problemi da risolvere in questo caso sono molto semplicemente quelli della musica ad un volume elevato (ma mai come per gli eventi organizzati dal COmune fino a tarda notte in centro); e dei rifiuti che vengono abbandonati nell’area.

Il problema prodotto dall’atteggiamento della Giunta risiede nel fatto che

L’AMMINISTRAZIONE DI UNA CITTÀ È ELETTA (ED È PAGATA) PER CREARE SOLUZIONI, E NON PER REPRIMERE ATTIVITÀ DEI CITTADINI.

In questo caso la Giunta si comporta come quando si impedisce ai ragazzini (in grandi parchi) di giocare a pallone invece di creare spazi dedicati. O – il problema dei barbecue sono i rifiuti – come se si impedisse ai Cittadini di fare la spesa ai supermercati perché in tal modo si producono rifiuti (invece di organizzare una raccolta rifiuti).

Tra le altre cose, si deve ricordare che partecipazione è non è solo dal basso verso l’alto, ma anche partecipazione dell’Amministrazione nei fatti dei cittadini: in cassi come questo non si tratta basarsi sul racconto di un cittadino, o di “mandare i Vigili” a verificare. Ma, su un problema così importante, si tratta di andare a mettere il naso nelle cose nella quali si interviene (e per lo meno effettuare un sondaggio)

3) dimostra di non avere l’idea dicosa sia la comunicazione con la cittadinanza: citare come motivazione il racconto di un cittadino, o affermare “non ritengo giusto” significa dare un’idea di gestione personalistica (per lo meno alle persone che hanno una conoscenza diretta del contesto). E di una amministrazione chiusa nelle sale di comando, staccata dalla realtà dei cittadini.