A differenza della sezione precedente, nella quale sono illustrate alcune soluzioni di azione partecipata dei cittadini strettamente legate alle attività di government e di amministrazione della cosa pubblica, qui sono illustrate soluzioni partecipate di Interactive Citizenship indipendenti dalla PA, che però sono in qualche modo  integrate nel sistema dei servizi pubblici (sono strumenti “privati” che però nascono già in un contesto – normativo, progettuale e tecnologico – in qualche modo creato e gestito dalle PA; per quanto tali strumenti possano anche essere utilizzati in modo autonomo rispetto PA)

A questo scopo si delinea una Open PA platform che mette in grado la PA di integrare nel proprio sistema di servizi questi nuovi servizi “privati” (sviluppati in modalità di imprenditoria sociale).

Si tratta di micro-soluzioni che nell’insieme concorrono a creare il Welfare 2.0  sussidiato descritto nel capitolo precedente.

Tali soluzioni sono, ad esempio, di mobilità privata con finalità di “servizio pubblico” come le Scuole parentali o le micro-soluzioni create da genitori per organizzare il trasporto a scuola dei figli. O soluzioni create dai cittadini per segnalare crimini ed abusi, o il ritrovamento di oggetti smarriti o rubati.

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Come si è detto in precedenza,  in una Democrazia realmente partecipata (la forma di government alla quale ci si riferisce in questo documento), il confine tra i servizi pubblici e quelli “privati” (per lo più impostati su un regime imprenditoriale “sociale”) diviene molto sottile. (poiché in essa i cittadini si occupano in qualche modo di progettare e gestire direttamente  i servizi)

Per questa ragione

qualsiasi istituzione governativa
che voglia aprirsi verso forme di partecipazione
deve prevedere la nascita
di servizi co-progettati (e co-gestiti) con i cittadini
e predisporsi per
L’INTEGRAZIONE DI SERVIZI “PRIVATI”
NEL SISTEMA DI SERVIZI PUBBLICI ESISTENTI

(possibilmente nati attraverso un percorso imprenditoriale sociale – come quello delle cooperative sociali –  che deve quindi essere, a monte di tutto, facilitato e stimolato).

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In uno dei prossimi capitoli è definita una piattaforma amministrativa – la Open PA platform – che prevede appunto l’apertura della Pubblica Amministrazione ai servizi privati – con finalità sociali – nel sistema dei “servizi pubblici”.

la necessità di favorire (incubare) una nuova dimensione di Welfare partecipato

Una delle cause della attuale crisi della Democrazia europea è il fallimento (economico e funzionale) del  Welfare di Stato, con il quale si è preteso di fornire una assistenza totale (incondizionata), dalla culla alla tomba, al cittadino: un sistema che, pur partendo dagli ottimi propositi si non lasciare indietro nessuno, ha portato ad una profonda deresponsabilizzazione di cittadini ed operatori che ha finito per produrre, tra le altre cose,  sovraccarico di domanda, superficialità (e disonestà) amministrative, caos gestionale.

L’alternativa che si sta delineando oggi (ma già dai primi anni ‘90, con la direttiva UE della Sussidiarietà) è quella di

un sistema, che
pur riuscendo a coprire i bisogni di “chi non ce la fa”,
PORTA AD UNA RESPONSABILIZZAZIONE DEL CITTADINO
NEI CONFRONTI DELLA SODDISFAZIONE DEI SUOI BISOGNI

 (e del “bene pubblico”). Ed una responsabilizzazione di chi opera per fornire servizi di pubblica utilità.

 (non si tratta altro che l’introduzione di principi e modalità della Democrazia partecipata nel sistema dei servizi della PA – e dell’applicazione della Direttiva UE della sussidiarietà per creare un Welfare 2.0, o Welfare della sussidiarietà [vedi in altri documenti  “Verso la Democrazia diretta” e “Oltre la Social-democrazia” ]

La maggior responsabilizzazione di chi opera nelle attività di soddisfazione dei bisogni pubblici deriva prorpio, tra le altre cose, dal fatto che in tale nuovo scenario sono i cittadini stessi, organizzandosi in nuove forme di imprenditoria sociale, ad operare in gran parte per la soddisfazione dei loro bisogni.

 .

Oggi l’amministrazione locale che intenda migliorare la qualità dei servizi pubblici deve quindi  

1) in primo luogo focalizzare i propri sforzi su iniziative che possano portare ad uno sviluppo spontaneo sul territorio di questa nuova tipologia di servizi “dal basso”,  diffondendo la cultura della partecipazione, dell’imprenditoria sociale; e creando istituzioni come facilitator, incubatori, ecc …

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2) aprendo il sistema della PA ad una integrazione di queste nuove attività private di pubblica utilità (vedi appunto il progetto Open PA descritto in altro punto).

Ovvero, per poter effettuare una riforma del Welfare, è necessario facilitare la formazione di un nuovo scenario, fatto di nuove regole di e nuove “abitudini di vita urbane” (supportate appunto dalla tipologia di servizi descritti in questo capitolo).

E

per facilitare la realizzazione di tale nuovo scenario in cui i cittadini possono soddisfare in gran parte direttamente i loro bisogni sono necessarie nuove regole a livello comunale.

La questione è che

1) le attuali regole (sull’imprenditoria nelle varie forme) sono infatti fortemente limitanti – la concezione attuale di PA come monopolio dei servizi porta all’impossibilità di creare una nuova base di servizi “dal basso”.

2) per favorire i servizi organizzati direttamente dai cittadini è necessario passare alla dimensione dei servizi sussidiati (direttiva UE sulla Sussidiarietà, fino ad oggi snobbata in favore di interessi peculiari delle amministrazioni accentrate).

(si tenga conto che, in ogni caso, le Soluzioni indicate in questo documento sono per lo più attuabili nel contesto normativo attuale).

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Le nuove tipologie di soluzioni “dal basso”, sono appunto in parte sussidiate dalla PA, e si integrano con il sistema dei Servizi pubblici tradizionali. E questi nuovi servizi sono in grado di creare importanti sinergie con le attività gestite direttamente dalle PA.

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E’ importante considerare che i beneficiari delle soluzioni qui proposte sono non solo i “privati” cittadini,  ma anche  il business svolto all’interno della città. Ciò è di grande utilità per lo sviluppo economico della città.

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Una ulteriore considerazione: in questa nuova dimensione si sviluppano anche si inducono nei cittadini nuove abitudini di vita (nuove good pratices). Infatti in tale dimensione vi possono essere interessanti evoluzioni dei servizi basati sul volontariato, come ad esempio persone che assistono i vicini di casa o anziani.

ESEMPI DI SOLUZIONI
DI INTERACTIVE CITIZENSHIP “PRIVATE”
(di servizi creati dai cittadini
complementari a quelli pubblici)

Per il fatto che, come si è detto, in una reale Democrazia (una Democrazia partecipata o diretta) il confine tra i servizi (e quindi anche “le app”)  prodotte e gestite direttamente dalla PA e quelle “private” è molto sottile (dipende anche solo da piccole sfumature della loro impostazione), dobbiamo considerare che alcune applicazioni possono trovare tanto posto tanto nel presente capitolo (soluzioni prevalentemente “private”) che in quello precedente, dedicato ad una nuova tipologia di servizi partecipati strettamente legati alle PA.

Le soluzioni qui indicate sono principalmente soluzioni di Imprenditoria sociale sussidiata) progettate direttamente dai cittadini; e da essi gestite (il ruolo della PA in questo caso è di creare un sistema di servizi Open, nel quale tali nuovi servizi si possano integrare i odo organico).

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Le iniziative (servizi) dal basso possono porsi come

iniziative complementari ai servizi della Pubblica Amministrazione,
ed alleggerire il carico di questi ultimi.

Si noti che questo alleggerimento di carico dovrebbe essere riconosciuto sussidiando le iniziative che si dimostrano realmente in grado di alleviare il carico (che garantiscono spese per la PA, maggior efficienza, ecc …).

Come si è detto in altro punto, si tratta di una forma di incentivo “passiva” nella quale non  viene elargito del denaro a priori, ma viene data una parte del denaro risparmiato al responsabile del risparmio, cosa che porta ad una responsabilizzazione dei cittadini.

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Come si è detto per poter arrivare a questo punto è necessario in primo luogo “liberare” i cittadini dalle attuali regole che impediscono ad essi di operare direttamente sul territorio anche laddove è palese la necessità di intervenire (e l’incapacità della PA di intervenire). Creando, ovviamente, nuove norme per regolare tali interventi (ad esempio autorizzazioni “dal basso”,  possibili nelle modalità descritte nel progetto Iniziativa Riforma dal Basso).

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 Qui di seguito sono descritti alcuni esempi di tale tipologie di servizio  (suddivise per categorie):

Ricordiamo che si tratta di progetti sviluppati assieme ad esperti dei vari settori

esempi di soluzioni-utilities che
MIGLIORANO LA QUALITÀ DELLA VITA URBANA

■ OGGETTI SMARRITI E RUBATI (ABBANDONATI)

Una App che permette di segnalare oggetti ritrovati rubati/smarriti (dal cappellino le chiavi alla auto/moto abbandonata).

Funzionamento di massima:  vi sono due possibilità, foto dell’oggetto  con l’App segna automaticamente la posizione sulla mappa; oppure, più tradizionale, chi ha perduto legge una descrizione superficiale e una indicazione della zona, e deve descrivere l’oggetto affinché chi lo ha ritrovato sveli il luogo preciso (nel caso di chiavi, o oggetti di valore, chi ritrova può portarseli a casa).

Può essere utilizzata per chiavi, animali domestici, ecc …

■  RACCOLTA ALTERNATIVA RIFIUTI INGOMBRANTI (EXCANGE)

App e Sito. Permette di riciclare alcuni degli oggetti che oggi vengono recuperati (ed eliminati) dalle Aziende di raccolta rifiuti.

In parte ciò riguarda la raccolta dei rifiuti pesanti (frigoriferi, armadi, ..) che spesso sono ancora utilizzabili (ma non solo, anche oggetti piccoli che vengono buttati nella spazzatura; vestiti; ecc …).

Ciò presenta almeno due vantaggi: (1) riciclo di oggetti usati; (2) alleggerimento del carico di lavoro della PA.

Poichè molti di questi oggetti sono ancora utilizzabili, si tratta di una vera e propria forma di exchange: una forma di consumismo 2.0 nella quale si riciclano gli oggetti che possono essere in qualche modo ancora utili.  

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Vi possono essere due modalità: (1) chi deve liberarsi dell’oggetto pubblica una inserzione sul Sito/App; (2) chi vede l’oggetto sul marciapiede lo segnala sulla App.

Per gli oggetti ingombranti, si tenga conto del vantaggio che può esserci una fase precedente a quella nella quale si mettono sul  marciapiede gli oggetti.

■  BIBLIOTECA DIFFUSA (VIRTUALE), COMPLEMENTARE ALLE BIBLIOTECHE PUBBLICHE

Le biblioteche pubbliche oltre ad essere notevolmente migliorare da nuovi strumenti software,  possono essere affiancate da applicazioni (Web, SmartPhone) che creano  biblioteche diffuse, formate da cittadini che si organizzano per scambiare libri che hanno già letto (in modalità simile a quelle delle biblioteche istituzionali; e con servizi integrati con quelli delle Biblioteche pubbliche)

■ RETI WI-FI DIFFUSE

I cittadini possono organizzarsi per creare reti “pubbliche” di spot wifi “peer to peer” (per chi circola per strada):  un network di accesso Wi-fi (sui principi della Demos-crazia 2.0) che non costa nulla alla PA (e quindi non deve essere supportato dai cittadini con ulteriori tasse).

Esso consiste molte semplicemente nello sharing degli accessi privati (come già ora fanno in molti con i vicini di casa).

Della rete possono far parte postazioni domestiche o accessi internet da device mobile.

■  RETE DI SOLIDARIETÀ PER IL TRASPORTO URBANO  (MOBILITÀ 2.0) – TRASPORTI CROWD (DIFFUSI)

– sposta in mobilità .. e qui sintesi .. –

Si tratta di una App che è una variante si servizi come  BlaBlaCar che opera per  i servizi dei “trasporti pubblici”: le persone in attesa di un mezzo pubblico possono essere raccolte da chi passa in auto e va nella direzione di chi è in attesa del mezzo pubblico.

Il servizio può essere gratuito (oggi sono molti i servizi gratuiti, come CoachSourfing, nel quale vengono offerti posti letto gratuiti) e/o a pagamento (come Arbnb, Uber, ecc …). Nel caso a pagamento vi possono essere mini-tariffe, anche solo 10 centesimi, che vengono scalate da denaro caricato su una card, come avviene per ToBike).

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Funzionamento: il telefonino di chi si muove in auto si mette direttamente in contatto con l’app di chi è alla fermata. Ovviamente vi sono richieste speciali da parte del richiedente (ad esempio richiede guidatore solo donna). E le forme di reputazione ormai tipiche di questi servizi Web.

Questo servizio può funzionare sia in città, che fuori città.

Vi sono molte possibili declinazioni di questa pratice: si possono creare pooling di persone che, ad esempio, vanno ogni mattina al lavoro.

esempi di soluzioni nel
SETTORE DELLA SICUREZZA E  DELLE GARANZIE SOCIALI

il ruolo delle authority dal basso (“lobbing sociale” – “lobbies di cittadini”)

Partecipazione significa non solo contributo dei Cittadini al miglioramento dell’attuale sistema dei servizi pubblici, ma anche un cambiamento radicale nell’atteggiamento dei cittadini nei confronti della soddisfazione dei loro bisogni. Significa un cambiamento di paradigma: i cittadini iniziano ad organizzarsi direttamente per:

gestire bisogni finora non presi in considerazione dai Servizi pubblici (in parte si tratta di nuove pratices possibili grazie all’esistenza di nuove tecnologie della comunicazione).

● far valere i propri diritti creando forme di “authority”  che vengono a costituire un vero e proprio potere istituzionale.

Nell’ultimo caso si tratta, di Associazioni di cittadini come le Associazioni di consumatori che, essendo organizzate in modalità efficaci di Democrazia partecipata, sono in grado di assumere un peso rilevante nelle politiche istituzionali.

In questo caso, per  paragonare questo tipo di approccio con forme di “politica” già esistenti, si può parlare di “Lobbies dal basso” (o di un sistema di “Citizen Lobbyng”).

Una dimensione nella quale le lobbies non sono più solo gruppi organizzati che sostengono interessi di settori di potere di fatto della società o del mercato, ma anche gruppi di “semplici” cittadini che si organizzano per sostenere loro interessi specifici (Advocacy groups).

In tali Advocay group i cittadini riescono a svolgere una azione che è in grado di effettuare una effettiva pressione sulle istituzioni in favore della protezione dei loro diritti e del soddisfacimento dei loro bisogni sociali, grazie alla possibilità di utilizzare di strumenti di partecipazione su Social network concepiti ad hoc che permettono tra le altre cose, di sviluppare Class actions (si tenga conto che tale Network permette anche di godere di un supporto fattivo di un network di altre Citizen lobbies).

Queste Lobbies di cittadini possonno essere considerate, sostanzialmente come vere e proprie Authority dal basso che si sostituiscono alle pseudo-Authority attuali che affermando di difendere i diritti dei cittadini in realtà non fanno altro che difendere  gli interessi delle Istituzioni politiche e del Mercato.

Si noti che nella nuova dimensione tali enti sono “ancora più dal basso” delle attuali associazioni di cittadini (ad esempio, delle Associazioni di consumatori) poiché sono organizzati realmente con una “piramide piatta” (in modalità di reale partecipazione).

Un esempio di queste “authority dal basso” è rappresentato da App che permettono di filtrare le telefonate grazie alla condivisione tra utenti delle informazioni sullo “spam” (telefonate, mail, ecc….).

<see my article “Towards a Welfare 2.0“>

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