La soluzione LiteMotive parte dal prendere in considerazione i fattori che oggi sono all’origine dei problemi della modalità: ● l’auto, in Città, da strumento di libertà è divenuta un problema (si fa prima ad andare in bicicletta) ed è ora insostenibile ● le soluzioni di mobilità fin’ora proposte sono basate sulle automobili tradizionali, e sono quindi insostenibili.
Ovvero, la soluzione LiteMotive ha origine dalla considerazione che
1: la città e le automobili (nella loro concezione attuale) sono intrinsecamente incompatibili; e che
2: le attuali soluzioni sono intrinsecamente insostenibili poiché sono progettate con il tradizionale approccio dei mega-progetti ad alti costi (in una fase storica nella quale vengono a mancare i finanziamenti pubblici).
la risposta di LiteMotive
LiteMotive parte da un ripensamento a monte del problema della Mobilità urbana,
● definendo una nuova Vision delle Mobilità (e della Smart City); ed in base ad essa,
● ridefinendo in modo radicale l’uso dell’auto in città, offrendo una soluzione che può essere adottata nell’immediato, a costi estremamente contenuti, anche da piccoli centri urbani.
Nello specifico LiteMotive definisce:
in primo luogo una totale differenziazione tra automobile e city car. In questo modo – senza creare conflitti con le grandi Marche automotive – diviene possibile sviluppare l’auto elettrica in modalità veramente sostenibile, tenendo conto dei fattori che l’automotive tradizionale non può prendere in considerazione (ade esempio massa/ingombro, adempimenti fiscali, utilizzo patente). In questo modo si è in grado di definire un veicolo che, paragonato all’automobile tradizionale, offre un miglioramento di efficienza, di comodità e sicurezza (per occupanti e per l’ambiente), delle prestazioni urbane e dell’utilità dell’automobile
una tipologia di Sharing 2.0 – Personal-Multimodal-Sharing/Pooling – porta la mobilità nella nuova dimensione di ● liquidità del possesso (una Personal Mobility nella quale si integrano, dai punti di vista fiscale e funzionale, la proprietà di una autovettura e l’utilizzo ”personal” di una vettura in sharing (/pooling) ● Seamless Multimodal Mobility nella quale si integrano in modo sincronizzato veicolo privato, car-share, bike-share e mezzi pubblici urbani ed extra-urbani, ecc … < vedi >
un elevato livello di compatibilità tra city car ed automobile (grazie ad una economica “compatibilizzazione” delle autovetture che accedono ai centri urbani) e con le infrastrutture attuali (non necessita di infrastrutture ad hoc; nè necessita di adattamenti delle infrastrutture per la circolazione preesistenti). Ciò è possibile grazie allo sviluppo di un un sistema altrettanto innovativo sistema di Mobility 2.0 che comprende uno Smart Traffic Management System economico e di facile implementazione (non necessita di nuove infrastrutture). Ed uno Smart Urban Mobility Plan in grado di restituire alla Città a dimensione umana. <vedi>
rilancio dell’economia locale (vedi capitoletto successivo): differenziando la autovettura tradizionale dalla City car si evita un conflitto di interessi tra settore Automotive attuale ed eventuali nuovi player nella produzione di City car: la facilità di costruzione del nuovo veicolo (e delle altre componenti del sistema) permette a piccole industrie locali di entrare in gioco, nel settore Mobilità urbana/City car; permettendo di rilanciare le economie locali (l’attivazione di queste nuove attività può avvenire anche in forma di social-business).