La sezione è in versione bozza.
I contenuti sono indicativi di come essi possono essere sviluppati.

Le risposte alle domande più frequenti, mirate ad un chiarimento a proposito degli equivoci relativi alla Cultura liberalista e al Sistema social-democratico (è una sorta di “non è vero che … “).

Sezione dedicata a chiarire tanto i luoghi comuni negativi (sul Liberalismo), quanto a quelli positivi (sulla Social-demcorazia).

[segue un primo esempio delle D & R]

Sul Liberalismo (Libertarismo)

Il Liberalismo non è “individualismo” (egoismo)

>Nel Liberalismo non si persegue la realizzazione di una Società nella quale “ognuno può fare ciò che vuole” senza tener conto dei diritti altrui. Ma come è proprio l’opposto: nella visione liberale della Società si sostiene un controllo dei comportamenti lesivi nei confronti dei diritti altrui molto più diretto che nella Social-democrazia (ossia in modo decisamente più coerente con i Principi della Democrazia).
E la Società liberale non è quindi individualismo, poiché regole di base di essa mettono l’individuo in condizione di totale responsabilità nei confronti delle sue azioni (senso di responsabilità che viene meno nella Società social-democratica, che si occupa “dalla culla a la tomba” del Cittadino; società nella quale quindi il funzionamento spontaneo deve essere imposto dall’alto)

Il Liberalismo non è “fare ciò che si vuole”

(a) il Liberalismo è spesso genericamente inteso come una impostazione della Società nella quale le Persone sono libere di fare ciò che vogliono.

a) Ma il Liberalismo definisce un tipo di società di tipo opposto a questa definizione: il Liberalismo si basa su una più diretta limitazione dei comportamenti “lesivi” nei confronti dei Diritti fondamentali delle persone rispetto a quella attuata nella Social-democrazia: infatti mentre in quest’ultimo tipo di Società la limitazione delle azioni lesive viene attuata a Leggi “generalizzate” ed applicate da Autorità che stanno “sopra i Cittadini”, nella Democrazia liberale (vedi ad esempio il caso dell’Applicazione della Legge nel modello Anglosassone) i Cittadini giudicano in prima persona le azioni degli altri Cittadini (in modo “diretto”, quindi), e valutando il caso specifico (e non in modo “generalizzato”, come avviene nella Social-demcorazia).

Sulla Social-democrazia

La Social-democrazia non garantisce affatto i Diritti dei Cittadini

E d’altro canto canto si pensa che la Social-democrazia sia quella forma politica che (a) garantisce i diritti fondamentali delle persone, e (b) ne soddisfa al meglio i bisogni.

(b) Per quanto riguarda la soddisfazione dei bisogni dei Cittadini, allo stato dei fatti (dopo secoli di esperienze) è possibile affermare che mentre le realizzazioni di comunità Libertarie (dalle prime comunità dell’Uomo alle piccole cittadine degli Stati Uniti e della Svizzera di oggi) sono state in grado di soddisfare ampiamente i bisogni psico-fisici delle persone (secondo gli stessi interessati), le realizzazioni storiche dello Stato Social-democratico moderno (società dipendenti da forme di Governo che “sta sopra i Cittadini”), non sono mai state in grado di soddisfare realmente i bisogni delle Persone (la soddisfazione di tali bisogni è sempre stato un programma prioritario, ma, di fatto, nel medio e lungo periodo, il Welfare per come è stato concepito nel ‘900, ha sempre prodotto inefficienza e povertà).

Questo problema si è sempre, puntualmente, verificato nel medio-lungo periodo, qualora in una primissima fase gli elementi correttivi avessero dato un temporaneo (apparente) miglioramento del “tenore” di vita dei Cittadini con espedienti tesi a “sostenere” l’economia della Nazione in modo artificioso. Ovvero nella Social-democrazia del Welfare nella concezione attuale si è sempre ottenuta artificiosamente una fase economica positiva (“drogando” il Mercato) alla quale è sempre seguita una catastrofica esplosione della bolla” precedentemente creata (alla fine, cioè, si è sempre raggiunto un livello di maggior povertà dei Cittadini e di caos sociale).

Si noti che questo problema del Welfare del ‘900 è già stato individuato dalle Istituzioni internazionali che hanno definito una alternativa al Welfare attuale definita Sussidiarietà (possiamo chiamarla Welfare della Sussidiarietà) nella quale i Cittadini riprendono ad occuparsi in gran parte di sé stessi – lasciando gestire la le questioni relative alla loro vita alla pubblica amministrazione .solo per quanto riguarda i problemi che i Cittadini sono veramente incapaci di risolvere.

In realtà il concetto di Sussidiarietà è alla base della comunità tradizionale dell’umo, e sopravvive fino ad oggi, ad esempio, nei regolamenti comunali i quali indicano la responsabilità del condominio nel tenere pulito il marciapiede pubblico da neve e giaccio.