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    Abolizione del Natale

    9 years ago
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    L’abolizione del Natale negli spazi pubblici

    Il Natale è la celebrazione della nascita di Gesù Cristo, ossia la base della Religione cristiana. Non c’è altro Natale (il 25 dicembre).

    Inoltre il

    Natale è una “Festa di Stato”,
    poichè ciò è definito dalle nostre leggi come giorno festivo.

     

    Se una scuola (con il consenso dei genitori) non vuole festeggiare il Natale, in una Democrazia, può “contestare” la Legge specifica, e fare lezioni il giorno di Natale (ed i Partiti che la sostengono possono chiedere l’abolizione del Natale come Festa nazionale). Ma ci si mette contro le Leggi italiane se ci si oppone alla sua celebrazione (alla celebrazione della nascita di Gesù).

    Quello che oggi si chiede è uno snaturamento di una Celebrazione che equivale ad uno snaturamento della Festa della Repubblica (perchè si offendono gli stranieri senza cittadinanza che vivono in Italia, ed i Paesi stranieri); o ad uno snaturamento del Ramadan (abolendo il digiuno) perchè si offendono i Cristiani, o all’abolizione delle maschere che incutono paura ad Hallowen, per non offendere i tradizionalisti.

    Questo tipo di atteggiamento censorio:

    è l’opposto della Democrazia, poiché oggi le istituzioni negano ai Cittadini di festeggiare nelle modalità da essi desiderate (anche quando all’interno dell’Istituzione vi è una maggioranza a favore del festeggiamento.

    è l’opposto della tolleranza e dell’integrazione, dimensione nella quale ognuno può festeggiare ciò che desidera (gli altri sono liberi di non partecipare, ed organizzare poi, negli stessi spazi, la “loro” festa).

    La non-democraticità dell’abolizione del Natale

    Per qualsiasi gruppo di Cittadini che voglia praticare una qualsiasi disciplina, dallo Yoga alle arti marziali, è possibile affittare parti dell’edificio scolastico al di fuori dei programmi della scuola.

    Se si nega questo diritto ai Cristiani, significa che è in vigore una forma di Religione che considera peccato questo tipo di attività.

    La censura del Natale è uno dei tanti casi nei quali le strutture amministrative dello Stato si sostituiscono al processo democratico (decisione di un Consiglio regolarmente eletto).

    La non-neutralità di una attività è solo nella mente di chi vuole censurare una attività.

    C’è qualcosa che può non essere definito “non-neutrale” per qualche minoranza del mondo (le arti marziali per il loro approccio violente, lo Yoga per il loro aspetto spirituale, ecc…)?

    Si dovrebbe notare come gli attuali “ricorsi legali” contro la celebrazione del Natale non abbiano nulla di “legale”: non solo non esistono leggi che vietino le attività religiose in spazi pubblici (opportunamente affittati); ma esiste il principio legale di Libertà di espressione. Qualsiasi Avvocato o Magistrato che non tenga conto di ciò, dovrebbe essere richiamato dall’ordine per valutare la sua preparazione.

     

    Per chi sostiene che non si possano sovvenzionare scuole come quelle Cattoliche con i soldi pubblici, è bene ricordare che tali soldi sono in realtà dei Cittadini (pagati con le tasse), e che se un gruppo di cittadini decide di unirsi in una scuola Cattolica, è sacrosanto che i loro soldi (gestiti dallo Stato) vadano a quella Scuola (ciò vale, ovviamente, per qualsiasi forma di pensiero: persone di sinistra possono giustamente veder finanziate le “loro” scuole, ovvero le Scuole statali, nei quali si insegnano la teoria dei gender, e Berlinguer ha sostituito il Manzoni con Gramsci).

    Se in una Scuola vi è una maggioranza di genitori musulmani, è corretto che in una parte di essa ogni giorno si celebri un rito di tale Religione (ovviamente con frequentazione facoltativa, come è per l’ora di religione). Se la maggioranza dei genitori è Cristiana, essi possono chiedere la stessa cosa, o per lo meno la celebrazione della Messa di Natale.