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    6.2 – Tasse / Spese

    9 years ago
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    L’aspetto più evidente del fallimento della Social-democrazia europea è quello economico (non ancora totalmente evidente per il fatto che il sistema viene “drogato” dal punto di vista economico).

    Il fallimento economico deriva da una causa prima: le spese “incontrollate” (che sono cioè spese non finalizzate al reale bisogno sociale, ovvero delle persone; ma finalizzate ad astratte finalità “pseudo-scientifiche” – spese non monitorate dai cittadini, che, come illustrato dalla Legge di Wagner, aumentano continuamente).

    Questo problema produce l’effetto che diviene una ulteriore con-causa: il sistema di tassazione nella concezione socialdemocratica.

    In altre parole il problema economico attuale deriva dal fatto che

    la Social-democrazia stravolge
    il sistema tradizionale della “tassazione”
    della comunità umana

    (ovvero la Social-democrazia stravolge i criteri dell’Economia, e con essi le modalità delle spese della comunità umana).

    l’Economia reale (le regole tradizionali delle Spese)

    In origine infatti si seguivano le regole dell’Economia reale. O, se volgiamo, si seguivano le regole naturali della comunità, finalizzate al benessere delle persone (tali modalità, utilizzate con successo per millenni, sono ancora oggi finalizzate nelle forme di Democrazia del Liberalismo classico, come nelle città di provincia USA).

    il ciclo tradizionale della tassazione

    Ovvero nella tradizione erano i cittadini, in prima persona, a:

    1) individuare i bisogni della comunità (i loro bisogni);

    2) definire le opere (o i servizi) con I quali soddisfare tali bisogni (definivano le spese da effettuare);

    3) decidere (votando direttamente) se ogni spesa specifica era sostenibile (ossia se approvare la spesa);

    4) raccogliere tra di loro il denaro per finanziare i lavori (per le opere pubbliche o i servizi).

    Questo è il punto,

    nelle comunità tradizionali
    (nella reale Democrazia)
    le “tassazioni” sono volontarie,
    e derivavano da “scelte consapevoli” dei Cittadini.

    Si noti che in epoche precedenti allo Stato sociale (ossia allo Stato che si sostituisce alle scelte dirette dei cittadini, nato in l’Europa negli ultimi secoli) nella società civile (al di fuori delle tirannie)

    le “opere pubbliche”
    non sono mai state create e mantenute
    dallo Stato.

    Nella storia dell’uomo sono sempre stati gli abitanti delle comunità territoriali (i Villaggi) che in prima persona, riuniti in “associazioni volontarie di persone”, si occupavano di tale compito. Ovvero nella società originaria dell’uomo (o tradizionale)

    i “lavori pubblici” erano effettuati dagli stessi beneficiari
    delle “opere pubbliche” e dei “servizi pubblici”.

    E l’unica “istituzione” (che non fosse non formata direttamente dagli abitanti dei Villaggi) che operava con il fine di soddisfare i bisogni delle comunità, era la Chiesa, la quale si pone, appunto, come ente che vive di “donazioni volontarie” (per lo più beni lasciati in eredità dai fedeli). In altre parole

    l’unica “Istituzione” dedicata al Welfare
    nella società tradizionale era,
    per utilizzare l’attuale linguaggio politico,
    una istituzione “privata”,
    che era sovvenzionata con “tasse volontarie”.

    La Chiesa operava in due direzioni: intervenendo direttamente nella costruzione di opere come ospedali, strade, bonifiche del territorio (vedi il caso dei Benedettini); e stimolando l’aggregazione di cittadini finalizzate ai “lavori pubblici”. E’ prorpio nel momento in cui questo sistema è stato abolito (dal Re o con le “rivoluzioni” socialiste, come quella Francese), che sono aumentate drasticamente le spese della Pubblica amministrazione, e quindi le tasse per i cittadini. Ed è iniziato il caos organizzativo e l’inefficienza delle opere pubbliche.

    Il problema creato dalla Social-democrazia è che in essa si nega (per Legge) ai Cittadini la possibilità di intervenire direttamente per soddisfare i propri bisogni (come era nella precedente società di “ordine spontaneo”). In questo modo si crea una condizione che è detta “monopolio dei servizi” da parte delle Stato, operando su più livelli:

    • creando servizi gestiti dallo Stato che non sono proposti come alternative alle precedenti (tradizionali) forme di “servizi” autogestiti: i nuovi servizi “di Stato” sono “obbligatori” (ovvero per i quali bisogna pagare comunque). In questa nuova dimensione ai Cittadini non rimante più la possibilità di spendere per servizi alternativi a quelli pubblici (che quindi spariscono dalla società, ovvero dal mercato).

    • mettendo fuori legge le attività di soddisfazione diretta da parte dei Cittadini (oggi non è possibile aggiustare una strada o sistemare un albero che sta cadendo in un parco – è, come si vede nel caso di Uber, lo Stato fa di tutto per mettere nella condizione di illegalità un servizio gestito “dal basso”)

    • mettendo sempre più in crisi le istituzioni spontanee di volontariato, come ad esempio viene fatto oggi con la tassazione di immobili dedicati al supporto sociale (oratori, ecc …).

    l’Economia “immaginaria” della Social-democrazia

    A livello più sofisticato, il problema risiede nel fatto che oggi, nella Social-democrazia (e nel Mercato del crony-capitalism) si ribaltano le regole dell’economia reale, la quale viene sostituita da una pseudo-scientifica Economia “creativa” nella quale non si è più limitati dalle “ingenue” regole tradizionali, come quella di “spendere i soldi che si hanno in tasca”.

    Nella nuova dimensione
    della Economia politica socialdemocratica
    (inventata da J.M. Keynes)
    si aggirano i limiti della realtà:
    la cosa sembra essere furba nell’immediato,
    ma diventa un problema fatale nel lungo periodo.

    La Scienza economica deriva dall’esperienza millenaria dell’uomo (di tentativi e correzione degli errori commessi) nella organizzazione della sua vita materiale. Essa diviene quindi una forma di saggezza grazie alla quale l’uomo è in grado di vivere al meglio in un Mondo nel quale le risorse sono limitate (materia, energie e tempo). E nel quale quindi le scelte rappresentano quindi sempre un certo livello di rischio (ad esempio di terminare anzitempo materie ed energie)

    Con la nuova Economia socialdemocratica, definita anche Economia politica, che Wikipedia dice essere nata dal Macchiavelli, si eliminano i limiti imposti della realtà, portando tutto su un piano “ideale” (ideologico) nel quale e con una sorta di trucco si può creare a proprio piacere il fattore materiale: il denaro.

    Il trucco non regge però alla prova della realtà: nel lungo periodo il sistema crolla.

    Oltre alla regole dell’Economia reale, nella Social-democrazia si stravolgono le regole di gestione della comunità umana (del government tradizionale). Il fine non è più l’individuo, ma un ideale “più elevato” (gli ideali dell’Ideologia socialista): i problemi non vengono presi in considerazione perché si ha una “fede cieca” nel dogma pseudo-scientifico, e si pensa che i problemi prodotti siano effetti collaterali irrilevanti, e che alla fine comunque si realizzerà una Società ideale.

    E qui sta il punto fondamentale: nel nuovo Sistema socialdemocratico:

    1) le spese non sono più individuate (e gestite) dai beneficiari dei servizi, ma da esperti” che ragionano, secondo i nuovi criteri ideologici, “per il bene dei beneficiari”. E

    2)

    le tasse della Social-democrazia divengono non più una auto-tassazione volontaria, ma un obbligo

    In altre parole nel nuovo sistema le spese (quali servizi ed infrastrutture devono venir attivati per i Cittadini) vengono decise dai governanti, e i governati sono obbligati a pagarle (secondo il nostro stesso codice questa pratica è da considerarsi una estorsione).

    Così emerge il problema della Social-democrazia che tutti conosciamo, quello delle “spese senza controllo”. E’ importante comprendere che si tratta non di un errore del sistema, ma di una caratteristica endemica della Social-demcorazia: come illustra la Legge di Wagner, il sistema socialdemocratico è costretto a spendere sempre di più (per mantenere se stesso) ed è quindi destinato a divenire insostenibile (esso entra immancabilmente in un circolo vizioso che lo porta immancabilmente alla bancarotta).

    Si deve tener conto che i Partiti che governano la Social-demcorazia non possono mantenersi (sopravvivere) se non creando nuove spese: solo “inventando” nuove spese essi possono avere un ritorno economico (tangenti, favori, ecc …) ed un ritorno in quanto consenso elettorale (ogni spesa attiva un “serbatoio di voti” per il partito).

    Per comprendere come possa effettivamente essere possibile instaurare un sistema alternativo a quello attuale delle spese pubbliche (e delle tasse) è necessario tener presente che nel modello originale di Democrazia (oggi ancora in vigore nelle Town di provincia negli USA) la “spesa” (in denaro) per quanto riguarda opere e servizi pubblici (ossia alla spesa pubblica) è quasi irrilevante. In tale contesto infatti i Cittadini operano per lo più in prima persona per soddisfare i bisogni della comunità, prestando direttamente la loro opera come volontari (corvee, associazioni di beneficenza, ecc …).

    Oggi questa modalità si rintraccia ancora in alcune attività che lo Stato non riesce ad eliminare come la Scuola parentale, completamente gestita dai genitori, che può essere anche praticata nell’alloggio di un genitore; o gli accordi tra genitori per portare a turno i figli a scuola.

    Lo Stato socialdemocratico elimina sempre più questo aspetto no-profit di soddisfazione dei bisogni sociali, garantendosi un monopolio dei servizi che garantisce ad esso (ai Partiti) sempre maggior potere ed introiti.

    Oltre alle modalità citate in precedenza, con le quali si arriva a vietare attività dirette dei cittadini, o a imporre tasse su edifici adibiti a ruoli di supporto sociale, si adottano nuove modalità, come quella introdotta nel 2015 che impone alle scuole parentali complessi esami annuali degli allievi (ciò obbliga qualsiasi tipo di insegnamento ad attenersi strettamente ai Programmi di Stato, cosa che, di fatto, mette fuori legge scuole “alternative” alla Scuola di Stato come la Montessori).

    Nella Social-democrazia le modalità tradizionali di “amministrazione” della comunità umana (e dell’Economia reale) permangono ancora nella amministrazione del condominio (il termine significa condivisione delle proprietà) nella quale lo Stato socialdemocratico non è ancora riuscito (del tutto) ad eliminare l’aspetto diretto di gestione della proprietà da parte del Proprietario.

    Ricordiamo che la Democrazia nasce come sistema che permette alle persone di gestire se stesse. Nel Condominio sono appunto applicati i principi della reale Democrazia (ed abrogati dalla Social-democrazia): il Diritto alla proprietà, ovvero il potere di decidere in modo “in modo pieno ed esclusivo“ per ciò che concerne l’”amministrazione” della propria vita (art. 832).

    Tasse/Spese – soluzione:

    Quando si afferma che non sono possibili alternative ad un regime governato dallo Stato (dall’alto)

    non si tiene conto del fatto che esiste il modello di reale Democrazia applicato nelle Town USA, nel quale non vi sono Istituzioni governative, ovvero nel quale i Cittadini amministrano direttamente se stessi (e che esso è l’unico sistema effettivamente – ed egregiamente funzionate oggi).

    E non si tiene nemmeno conto che

    riducendo del 50% le tasse i Cittadini potrebbero avere in mano ogni anno una somma che permetterebbe loro di fare tutte le assicurazioni private che coprirebbero tutti i settori dell’attuale Welfare “di Stato” ad un livello di qualità estremamente superiore.

    Per risolvere il problema delle eccessive tasse della Social-democrazia è quindi necessario che si consideri che a

    monte di tutto il problema è rappresentato dal sistema di spese tipico della Social-democrazia, nel quale si incamerano le tasse, e quindi lo Stato (a prescindere dalla volontà dei Cittadini) decide dove spendere quel denaro.

    Ovvero è necessario comprendere che la tassazione nella Social-democrazia ribalta completamente la concezione originaria (spontanea) nella quale la tassazione era una colletta finalizzata a coprire spese decise dai beneficiari dei servizi.

    Per poter risolvere il problema della eccessiva tassazione (ossia l’attuale problema della povertà) è quindi in primo luogo

    necessario riportare le spese
    ad una dimensione realmente democratica,
    nella quale sono i Cittadini a decidere
    quali siano le spese necessarie alla comunità sociale.

    Iniziativa Riforma dal Basso offre a tal proposito

    1) strumenti di Government partecipato che permettono ai Cittadini di amministrare dal basso i servizi sul territorio: individuando bisogni, raccogliendo idee, sviluppando progetti, aggregando altri cittadini alle proprie iniziative, ecc … E passando alla fase esecutiva proponendo progetti completi (con spese dettagliate), ed eventualmente “metterle in cantiere, e quindi gestire el opere realizzate.

    2) oltre alla Amministrazione partecipata (nella quale si tratta pur sempre di interagire con la Pubblica Amministrazione), con lgi strumenti di IRDB è possibile praticare tramite la Citizen Generated Initiatives Open Platform, una “amministrazione diretta alternativa” di servizi ed infrastrutture create e gestite in modalità privata (indipendenti dalla P.A.). In questo modo si ricorre ad un sistema di tasse realmente Democratiche, gestite (così come le spese) direttamente dal Demos, dai Cittadini (in questo sistema, appunto, seguendo le regole dell’Economia reale, si individuano prima le spese, con un processo di individuazione e progettazione “dal basso”, e quindi si individuano le tasse necessarie a sostenere tali spese)..

    Si tenga conto che il tipo di opere e servizi sviluppati in questo modo non è più intesto come business (come può essere una clinica privata), ma è una modalità “sociale” (in senso tradizionale) in parte no-profit (vedi esempi di Scuole parentali, accordi tra genitori per portare a scuola i figli, associazioni di Cittadini che in alcuni weekend dell’anno sistemano giardini e parchi del quartiere – in una dimensione conviviale, ecc …).

    Altri servizi di creazione e gestione diretta da parte di “privati”, più nella modalità “business”, possono essere ad esempio sviluppati sul modello di Uber (anche per servizi di autobus).