Donald Trump potrebbe ritrovarsi legalmente derubato della sua elezione il 19 dicembre, quando il Collegio Elettorale esprimerà il proprio voto, oppure il 6 gennaio, quando il Congresso si riunirà in seduta plenaria per contare questi voti. In questo momento, gli apparati di potere sono nel panico completo e sembrano essersi accordati sul fatto che “l’interferenza russa nelle elezioni” sarà il pretesto che si propongono di utilizzare per cercare di sottrarre la presidenza a Trump.
Come vedrete più avanti nell’articolo, c’è un grande sforzo per cercare di convincere i membri del Collegio Elettorale, che dovrebbero essere vincolati al voto per Trump, affinché diano invece la loro preferenza a qualcun altro. E se questo non dovesse funzionare, si sono già poste le basi affinché i voti del Collegio Elettorale possano essere potenzialmente invalidati quando il Congresso si riunirà in seduta plenaria per contare questi voti, il 6 gennaio. Più avanti nell’articolo spiegherò come questo potrebbe succedere, ma prima vediamo i 14 segnali che rivelano l’esistenza di un complotto per usare la Russia come pretesto per derubare Donald Trump della presidenza.
1) Un gruppo di 10 Elettori Presidenziali ha inviato
una lettera al direttore della National Intelligence, James Clapper, chiedendo di essere informati sui tentativi russi per interferire nelle elezioni di novembre. Questo gruppo è capeggiato dalla figlia di Nancy Pelosi, Christine.
2) L’entourage della Clinton
sta pubblicamente sostenendo la necessità che i membri del Collegio Elettorale vengano sottoposti ad un “
briefing di intelligence” sulle interferenze russe, prima del loro voto.
4) Il leader della maggioranza del Senato, Mitch McConnell,
ha annunciato che è favorevole ad una indagine “
sull’interferenza elettorale russa“.
5) Domenica, i senatori degli Stati Uniti Chuck Shumer, Jack Reed, John McCain e Lindsey Graham hanno annunciato che
desidererebbero molto un’indagine sulle interferenze elettorali russe.
6) Il deputato americano David Cicilline
ha esortato gli Elettori a prendere in considerazione, prima di esprimere il loro voto, “
l’entità delle interferenze straniere nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, che potrebbero averne influenzato il risultato finale”.
7) Il deputato americano Jim Himes ha definito Donald Trump “
un pericolo per la repubblica” e sta pubblicamente incoraggiando i membri del Collegio Elettorale a votare per qualcun altro, piuttosto che per Donald Trump, il 19 dicembre. Non ricordo che un esponente del Congresso abbia mai suggerito, in tutte le altre elezioni, ai membri del Collegio Elettorale, di fare una cosa del genere.
8) La rivista
Time sta apertamente facendo pressioni sui membri del Collegio Elettorale affinché votino per qualcun altro, piuttosto che per Donald Trump, il 19 dicembre.
9) L’ex direttore generale della CIA ha baldanzosamente dichiarato che i tentativi russi di alterare il risultato delle elezioni presidenziali di novembre sono stati “
l’equivalente politico dell’11 settembre“.
10) L’ex agente della CIA Bob Baer ha parlato di recente alla CNN e
ha pubblicamente chiesto nuove elezioni se, a causa delle interferenze russe, fosse provata l’illegittimità della prima votazione.
11) L’ex operativo della CIA e già candidato presidenziale Evan McMullin ha affermato che Trump “
non è un Americano leale“, perché i suoi orientamenti non sono abbastanza anti-russi.
14) Barack Obama ha ordinato alla comunità dell’intelligence di raccogliere tutte le prove possibili sulle interferenze elettorali russe e di consegnare a lui le suddette prove
prima del termine del suo mandato.
La maggior parte dei sostenitori di Trump non si rende conto di quanto tutto questo sia serio. Il potere in carica odia Trump nel modo più assoluto e vuole trovare un modo per impedire il suo insediamento. Ora che hanno incominciato ad usare questo pretesto dell'”
hackeraggio russo“, hanno in mente di utilizzarlo nel modo più aggressivo possibile.
Un articolo appena uscito sulla rivista Time spiega come questo problema potrebbe potenzialmente indurre qualche membro del Collegio Elettorale a cambiare il proprio voto.
E, come se non bastasse, adesso veniamo a sapere chei Russi hanno avuto un ruolo determinante nel manipolare le informazioni a disposizione del popolo americano, in un tentativo concordato di favorire l’elezione di Trump. Anche se Trump non fosse direttamente implicato, non è forse un dovere, per i membri del Collegio Elettorale, prendere in considerazione la possibilità che le elezioni presidenziali del 2016 siano state alterate da una potenza straniera? E non dovrebbe importare il fatto che tale potenza straniera abbia agito così per favorire l’elezione di un particolare candidato? Come aveva già chiarito Alexander Hamilton, questa era una delle preoccupazioni più importanti dei Padri Fondatori. Come illustrato da Hamilton nei “Federalist Papers”, la ragione principale (dell’istituzione) del Collegio Elettorale era la necessità di proteggere la nostra nazione dal “desiderio di potenze straniere di avere una impropria influenza sui nostri organi legislativi.facendo pervenire uno dei loro alla carica più alta dell’Unione”.
Tutto ciò e assolutamente e completamente ridicolo, ma questo è il genere di ginnastica mentale a cui si dedicano in questo momento. Vogliono una giustificazione per poter negare la presidenza a Donald Trump e per questo stanno trasformando questa “interferenza russa sulle elezioni” in un problema, il più grosso possibile.
Il che è ironico perché, come ha puntualizzato
Paul Joseph Watson, gli stranieri hanno influenzato le nostre elezioni e noi abbiamo interferito con elezioni straniere per molti, molti anni.
Non è affatto divertente che tutti voi Democratici, che vi lamentate delle influenze straniere, non abbiate avuto obiezioni di sorta sul fatto che l’Arabia Saudita finanziasse la campagna elettorale della Clinton. Non avevate problemi a prendere tutti quei soldi da George Soros, vero? Non avevate problemi con il Dipartimento di Stato di Obama che rovesciava il governo dell’Ucraina. Non avevate problemi con l’interferenza di Obama nel referendum del Regno Unito sulla permanenza nell’UE.
Ma, alla fin fine, tutto questo non riguarda l’interferenza russa nelle nostre elezioni.
La prossima data importante da tenere d’occhio è il 19 dicembre.
Lunedì, i membri del Collegio Elettorale si riuniranno a Washington DC, e nei parlamenti di tutti i 50 stati, per tenere la loro votazione. Sappiamo già che almeno un Elettore repubblicano, che dovrebbe essere vincolato a Trump, non voterà per lui, e il medesimo Elettore asserisce che
ve ne sono anche altri che non voteranno per Trump.
Se fosse possibile convincere 37 Elettori repubblicani a votare per qualcun altro, piuttosto che per Trump, questo rimanderebbe la questione delle elezioni alla Camera dei Rappresentanti e non è chiaro che cosa farebbe questo ramo del parlamento in un simile scenario.
Se Trump non fosse fermato a livello di Collegio Elettorale, c’è però la possibilità che possa venir sabotato quando il Congresso si riunirà in sessione plenaria, il 6 gennaio, per la conta dei voti elettorali.
Fin dal 1887, lo United States Code stabilisce le metodiche per le obiezioni ai voti elettorali. Durante la seduta plenaria, i membri del Congresso possono fare obiezione su singoli voti elettorali o, complessivamente, su quelli di tutto uno stato. Bisogna che l’obiezione venga fatta per iscritto e firmata da almeno un Deputato e un Senatore. Nel caso di un’obiezione, la sessione congiunta sospende i lavori e i due rami del parlamento votano, in separata sede, se accettare o meno l’obiezione, in una seduta che non può superare le due ore e in cui ogni membro (iscritto a parlare) parli per non più di cinque minuti. Dopodiché i due rami del parlamento votano se accettare oppure no l’obiezione, si ricostituisce la sessione plenaria ed entrambe le Camere rendono nota la loro decisione. Se entrambe sono in accordo con l’obiezione, i voti in questione non vengono conteggiati. Se una sola delle due Camere non è favorevole all’obiezione, i voti vengono contati.
Sia al Senato che alla Camera dei Rappresentanti ci sono Repubblicani anti-Trump che non si lascerebbero assolutamente sfuggire l’opportunità di sottrargli la presidenza.
Non so se questo succederà, ma questa storia dell’interferenza russa è quel genere di cosa che potrebbe essere utilizzata per giustificare un’azione del genere.
Naturalmente, se Donald Trump fosse derubato del risultato elettorale, la cosa getterebbe probabilmente l’intera nazione nel caos, ma penso che, a questo punto, le élites preferirebbero rischiare il tutto e per tutto, pur di tenere Donald Trump fuori dalla Casa Bianca.
*****
Traduzione a cura di Mario per Sakeritalia.it con alcune correzioni e inserimento di link delle citazioni a cura della Redazione di Megachip.
Source: megachip.globalist.it | 14 sintomi russofobi di un complotto per rubare la Casa Bianca a Trump