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    Il sito che dice alle donne italiane come sottomettersi all’islam – IlGiornale.it

    9 years ago

    Niente auto e indossare il velo. Non c’è bisogno di far carriera al lavoro: le donne devono stare a casa a cucina

    Un magazine in tutto e per tutto. Un sito di informazione per le donne italiane che devono sottomettersi all’islam, all’uomo musulmano.

     

    È una sito “per la donna musulmana” e dimostra come, prima di parlare di integrazione degli islamici in Italia, bisognerebbe ragionarci sopra almeno due volte. Nel sito, infatti, si mette subito in chiaro che – sebbene “il ruolo della donna nell’islam non è legato esclusivamente alla maternità” – le attività che può svolgere la donna sono ridotte. Poche e quasi sempre da “casalinga”. “Una donna – si legge nel sito scoperto da Libero – può essere educatrice di bambini non suoi, istruttrice delle sue sorelle, compagna e saggia consigliera pe ril proprio marito e per i propri familiari”. Tutto bellissimo, ma in queste frasi non si legge per la donna la possibilità di trovarsi un lavoro ed uscire di casa. “Molte donne, musulmane e non, – aggiunge il magazine – oggi sono stressate da un nuovo bisogno indotto: immaginano che la propria realizzazione emotiva possa avvenire esclusivamente attraverso la realizzazione di una carriera lavorativa”. Ma

    per gli islamici la “realizzazione emotiva” della donna può avvenire solo se se ne rimane chiusa in casa, realizzando “torte rustiche superveloci”.

    Il sito, infatti, dà indicazioni anche su come realizzare cibi halal e altri consigli per essere delle buone musulmane. Il magazine si sofferma “sul tema della maternità, dell’educazione dei figli, dell’istruzione in generale, del lavoro femminile halal e dell’organizzazione domestica”. Ed è proprio nell’ambito domestico che si eleva la donna musulmana che, come scritto nel sito, dall’islam è “ben considerata”: “Lo status della donna musulmana nell’Islam è molto alto – si legge – La grande importanza che l’islam conferisce alla donna dipende dalla responsabilità che essa dovrà prendersi nei confronti dei figli, della famiglia e della costruzione di una società giusta”. Ecco, famiglia, figli e padelle. Nient’altro. Ovvio, “’islam non vieta alla donna di lavorare, sia chiaro” ma “l’islam vieta alla donna (e all’uomo) di rinunciare alla propria religione pur di realizzarsi professionalmente, mettendo da parte quella che è la priorità del musulmano e cioè l’adorazione di Allah”. Non mancano ovviamente inviti a mettere il velo e portarlo con rigore. Tanti gli inviti anche a non mandare i bambini nelle scuole italiane ma a educarli a casa. “Tutti pensano che in Italia ci sia l’obbligo di mandare i figli a scuola – si legge nel sito – ma educare i nostri figli seguendo i nostri modelli, significa procurare loro gli strumenti necessari per coseguire la felicità in questa vita e nell’altra, significa selezionare le materie di studio, approcciare i programmi scolastici in maniera critica, filtrare i contenuti atraverso metri di misura che appartengono alla nostra consapevolezza religiosa, insegnando loro non solo ciò che serve per superare l’esame e cio che possa formali culturalmente, ma anche e soprattutto la scienza utile che li avvicini al loro signore”. E poi si parla di integrazione.

    Il sito che dice alle donne italiane come sottomettersi all’islam – IlGiornale.it.