4.1 – Le idee generali
9 years ago
In primo luogo il problema intrinseco nella Social-demcorazia dipende dalle Idee generali sulle quali si basa l’Ideologia, che sono, appunto, idee di “fantasia” (derivate dalle Utopie concepite dalle menti di alcuni pensatori idealisti del Medioevo, senza che queste siano state dotate di principi scientifico-razionali, di un progetto attuativo razionale).
Queste concetti “ideali” mai verificati (positivamente: hanno sempre fornito I risultati catastrofici illustrati qui di seguito.
● l’idea che la Società “giusta” debba mantenere gli uomini in una condizione di uguaglianza delle condizioni di vita
L’idea che la Società “giusta” debba mantenere gli uomini in una condizione di uguaglianza delle condizioni di vita viene attuata in base con il metodo della redistribuzione delle ricchezze nel quale si contraddice, tra gli altri, il Principio di diversità (principio scientifico che afferma la necessità, per la sopravvivenza di un comunità di esseri viventi, di mantenere una sostanziale molteplicità – diversità – delle qualità degli individui che la compongono). Espresso in termini di Diritti umani, questo Principio di base della Scienza umana (di diversità), è il Diritto fondamentale della Democrazia: la “Libertà di essere”. In altre parole, la Social-democrazia, poiché introduce il principio di uguaglianza, e la regola della re-distribuzione delle ricchezze, è viziata alla base dalla negazione del Diritto fondamentale dell’uomo: il Diritto alla Libertà.
Il concetto di Uguaglianza è appunto utopico, perché è una convinzione mentale che contraddice la realtà dei fatti
(ossia la necessità, verificata della Scienza, di preservare le diversità all’interno della comunità umana).
Il problema strutturale della Social-democrazia è determinato dal fatto che il concetto ideologico su sui essa è basata, il concetto di uguaglianza, produce un livellamento verso il basso della qualità di vita delle persone, che corrisponde ad un abbassamento della ricchezza della società.
In questo modo
la Social-democrazia paradossalmente produce quel problema dal quale essa vuole difendere la società: la povertà.
ç_giustizia
forse un po’ lungo e complesso qui
Per poter sostenere la validità del principio di uguaglianza, la Social-democrazia deve effettuare una “rivoluzione culturale”, con la quale si introduce (nelle menti delle persone) un senso di giustizia ideale, non legato al concetto originario della Giustizia (il giusto era nel concetto: “i diritti sono legittimi sino a che non ledono i diritti di altre persone”).
Si veda in altri punti l’analisi dei seguenti punti correlati: (1) il concetto originario della Democrazia è che tutti devono avere gli stessi diritti nei confronti delle leggi, ma non che abbiano il diritto di godere della proprietà altrui (le “ricchezze” non sono che una forma di proprietà). (2) il preteso diritto di avere una assistenza da parte dello Stato non è affatto un Diritto, ma un benefit (un privilegio, che è, di per sé, una limitazione dei diritti altri). (3) nella società tradizionale dell’uomo, nella quale non esisteva la regola della re-distribuzione delle ricchezze e della necessità di uguaglianza di condizioni di vita, si è sempre provveduto ad assistere “quelli che non ce la fanno”, mentre nella Social-democrazia ciò, di fatto, non avviene.
Nella nuova concezione diviene quindi “giusto” ciò che è stabilito a priori da alcuni pensatori che si vedono come “intellettualmente” superiori, i quali decidono di privilegiare una classe che essi individuano come strumento per realizzare la “nuova società. In questo modo si producono gravi ingiustizie nei confronti delle persone appartenenti ad altre classe sociali.
Di fatto avviene cioè che le classi medie e quelle più abbienti sono costrette, per instaurare l’”uguaglianza”, ad allinearsi ai “più poveri” (ad essi viene sottratta “ricchezza”). In altre parole nel processo di “ugualizzazione” socialdemocratico modo si abbassa il livello di ricchezza delle persone “produttive”, producendo in questo modo un maggior livello di povertà della società.
● idea che l’essere umano in quanto incapace di badare a se stesso
L’idea di una “uguaglianza” imposta dall’alto viene giustificata da una Idea del socialismo che sta a mante di tutto. Ossia dalla concezione dell’essere umano in quanto incapace di badare a se stesso.
Idea che non solo è confutata da migliaia di anni di esperienze delle comunità umane tradizionali. Ma che è anche talmente ingenua da essere in netta contraddizione con se stessa. In essa infatti non si tiene conto del fatto che se ciò fosse vero – che l’essere umano non fosse in grado di badare a se stesso – ancor meno qualche essere umano sarebbe in grado di gestire la vita di altri esseri umani.
Di fronte a questa contraddizione razionale (possibile nel mondo di fantasia dell’idealismo socialista, slegato dalla realtà dei fatti) nella Social-democrazia si è letteralmente inventata (con un artificio che fa dell’Ideologia una sorta di religione: l’idea delle persone “antropologicamente superiori” (questa è ancora la convinzione espressa pubblicamente dai Politici di sinistra). Idea “di fantasia” che le potenti strategie di “egemonia culturale” del Socialismo sono riuscite a far entrare nelle menti delle persone come razionali, reali.
● l’idea che esista un contratto sociale che autorizza alcune persone a “fare gli interessi” degli altri
L’Idea di una giustizia decisa “da altri” (da una elite di persone dalle qualità superiori a quelle dell’essere umano “ordinario”) è giustificata dall’Idea che alla base della società socialdemocratica vi sia un Contratto sociale tra il popolo e lo Stato. Contratto che giustificherebbe, appunto, la condizione di sottomissione del Popolo allo Stato in quanto scelta volontaria del primo (la formula, nel linguaggio delle attuali Scienze politiche, è di atto nel quale le persone cedono il loro potere democratico, la loro Sovranità costituzionale, in cambio di “sicurezze sociali”).
Anche questa idea esiste unicamente nelle menti ideologizzate (è stata inculcata dalle menti delle persone che la hanno accettata perché è data come giusta a priori, e non ne è mai stato approfondito il reale significato).
Il contratto sociale non esiste affatto poiché (1) tale patto non è mai stato scritto (né firmato) dai Cittadini, ma è stato concesso dall’alto dai Governanti (un po’ come avviene oggi con il “contratto unilaterale” con il quale, nelle Social-democrazie, le banche impongono nuove regole ai loro Clienti). Ma va ulteriormente considerato che (2) anche se questo contratto di sottomissione volontaria fosse stato realmente firmato dalla prima generazione di cittadini, esso non avrebbe più valore per I figli di tale generazione che si troverebbero in questo caso costretti a sottostare ad un contratto firmato dai loro padri (condizione assolutamente illegittima per lo stesso Diritto social-democratico.