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    Renzi: “No tagli alla spesa e no aumento tasse”. Male…—di Uberto Cardellini – LeoniBlog

    10 years ago
    ., #Taxes          

    Sta per essere varato il Documento di Economia e Finanza del 2015. Non è nostra intenzione entrare nel merito della questione, ma la dichiarazione soddisfatta “non ci sono tagli e non c’è un aumento delle tasse” sembra che non si addica a un premier che abbia intenzione di far cambiare verso a questo Paese; essa offre anzi lo spunto per alcune considerazioni critiche.

    Anche ammesso che sia così, ci si può ancora accontentare di non aumentare le tasse?

    E teniamo conto che quando un Governo italiano non aumenta le tasse, aumenta i contributi ( che possono a buon diritto essere considerati una tassa sociale: non comportano un servizio definito, non sono riscattabili, vengono erogati solo nel lungo periodo).

    La tabella 1 mostra quanto un imprenditore sia costretto a pagare allo stato in forma di tasse e contributi. L’esempio si riferisce a un ipotetico commerciante single con un utile di circa 15000€ (il massimo utile che possa usufruire del regime dei minimi 2015) quindi non proprio a un nababbo

    Tabella 1

    Esempio imponibile: 15000€ *****

    Italia*

    USA**

    Germania***

    Tasse

    Contributi

    Tasse

    Contributi

    Tasse

    Contributi

    Aliquote medie

    15%

    23,5%

    10-15%

    15,30%

    0-14,5% 

    ————

    Valore in € ****

    1.821,25

    3.525

    1.682

    2.295

    1.416,86

    ————

    Totale trattenuto dallo Stato

         

    5.346,25

         

    3.822

        

    1.416,86

    Aliquota reale

         

    36,00%

         

    27,00%

        

    9,00%

    * Contributi interamente deducibili

    ** Contributi deducibili al 50%

    *** Contributi non obbligatori. Ciascun imprenditore versa quanto vuole e a chi vuole (stato o assicurazioni private). Per quanto riguarda le tasse, i primi 8.354€ sono esentasse a prescindere da quanto sia il reddito totale.  Redditi oltre questa cifra vengono tassati con aliquote progressive  continue dal 14% fino al 42% (vedere tabella 3)

    **** Imposte al netto dei contributi deducibili: base imponibile fiscale  italiana 16.000 euro per legge da cui si deducono i contributi

    ***** In Italia la base imponibile fiscale in questione, relativa ad un fatturato di 40.000 euro (regime “semplificato” dei minimi) e’ di 16.000 euro a prescindere dai dati effettivi. L’utile di 15.000 nasce invece dalla realtà commerciale. I contributi vengono calcolati su 15.000.

    La differenza è evidente. Inoltre bisogna considerare che l’esempio rientra, per l’Italia, nel cosiddetto regime dei minimi, per cui esistono alcune agevolazioni, la principale delle quali consiste nel non pagare l’IRAP. Se quell’utile fosse più alto, supponiamo a 25000€, le tasse per l’Italia aumenterebbero al 28% su tutto l’utile addizionali ed irap incluse: a differenza degli altri paesi le tasse locali in Italia sono incamerate dallo stato e non sono praticamente deducibili: in totale siamo attorno al 4,5% in media. Deducendo i contributi, l’aliquota netta sarebbe circa del 22%. Decadendo le agevolazioni date dal regime dei minimi, tra tasse e contributi lo stato tratterrebbe circa il 49,5%. Nel caso di un utile di 25000€, il 15% indicato in tabella per gli USA non cambierebbe (la soglia di aumento è 29500$, circa 27000€) mentre in Germania non si andrebbe oltre il 18%, grazie alla possibilità di pagare i contributi a parte (nella forma e quantità desiderate e con qualsiasi soggetto si scelga). Si aggiunga che sia in Germania che negli Stati Uniti è previsto il quoziente famigliare, quindi una riduzione consistente delle aliquote per chi è sposato. In Italia questo non esiste. La tabella 2 riassume quanto appena scritto.

    Tabella 2

    Imponibile: 25000€

    Italia*

    USA**

    Germania***

    Tasse

    Contributi

    Tasse

    Contributi

    Tasse

    Contributi

    Aliquote medie

    23-27%

    23,5%

    10-15%

    15,30%

    0-31%

    ————

    Valore in € ****

    5.712

    5.875

    3.076

    3.825

    4.261,14

    ————

    Totale trattenuto dallo Stato

         

    11.587

         

    6.901

        

    4.261,14

    Aliquota reale

         

    46,00%

         

    28,00%

        

    17%

    * Contributi interamente deducibili. Non sono considerate IRAP e addizionali

    ** Contributi deducibili al 50%

    *** Contributi non obbligatori. Ciascun imprenditore versa quanto vuole e a chi vuole (stato o assicurazioni private). Per quanto riguarda le tasse, i primi 8354€ sono esentasse. Redditi oltre questa cifra vengono tassati con aliquote progressive  continue dal 14% fino al 42% (vedere tabella 3)

    **** Imposte al netto dei contributi deducibili. Non si deducono da IRAP.

    Questo vale  anche per redditi più alti: a titolo di esempio con 75000 euro di reddito (la soglia della ricchezza per il fisco italiano), in Italia si dà allo Stato  il 55% dell’utile, in Germania il 33%, negli USA il 33%.

    Per dare una idea di quale sia la struttura delle aliquote nei tre paesi per le persone fisiche (imprenditori e dipendenti) single e senza figli  , alleghiamo la tabella 3 (esistono deduzioni ulteriori per i dipendenti in ognuno di questi stati)

    Tabella 3

    Italia

    USA*

    Germania **

    Reddito (€)

    Aliquota (%)

    Reddito (€)

    Aliquota (%)

    Reddito (€)

    Aliquota (%)

    fino a 15.000

    23

    fino a 8.400

    10

    fino a 8.354

    0

    Tra 15.001-28.000

    27

    Tra 8.400-34.200

    15

    Tra 8.354-13.469***

    14-23,97

    Tra 28.001-55.000

    38

    Tra 34.200-83.000

    25

    Tra 13.469-52.881 ***

    23,97-42

    Tra 55.001-75.000

    41

    Tra 83.000-173.000

    28

    Tra 52.881-250.730

    42

    oltre 75.000

    43

    Tra 173.000-376.000

    33

    oltre 250.730

    45

    oltre 376.000

    39,5

    * Cifre in € approssimate a causa della variabilità del cambio dollaro-euro. Esiste il quoziente famigliare che per persone sposate abbassa le aliquote a parità di reddito.

    ** Esiste il quoziente famigliare che per persone sposate abbassa le aliquote a parità di reddito. A questi scaglioni si aggiunge una imposta sociale per la Germania Est del 5,5% sulla  aliquota  stessa ( p.es: 5% del  14%). La presenza di una “no  tax area” riduce l’aliquota effettiva di ciascuno scaglione. Per i dipendenti la “no tax area” è maggiore di 1000 euro

    *** Le aliquote sino ai 42000 euro sono progressive senza soluzione di continuità  e con diversa  pendenza, non sono come in Italia  ed Usa “piatte”

    Come si vede, anche per i lavoratori dipendenti la tassazione è notevolmente più bassa negli altri due paesi (in Usa lo sono anche i contributi: 7,30% a carico del datore, 7,30% a carico del dipendente. In Italia sono rispettivamente il 20 ed il 10 %. La Germania invece ha un 20 e 20 %: ma nel maggior carico al dipendente è incluso l’assegno di disoccupazione  e l’assistenza infermieristica a casa. Se si paragona lo stipendio di un dipendente single italiano – tra i 24000 ed i 48000€ lordi all’anno – con uno tedesco si scopre che il netto è pressoché uguale.  I maggiori stipendi tedeschi sembrano essere legati alla minore tassazione/contribuzione sui datori di lavoro,  non sui dipendenti . Negli USA invece la t/c è in generale piu’ bassa su entrambi i soggetti).

    In Italia le tasse ed i contributi sono più alti a livello generale ed a partire dalla media e piccola borghesia. Non c’è da stupirsi dunque se USA e Germania vanno meglio di noi sul fronte della crescita. La nostra economia è asfissiata dal carico fiscale. Esso va drasticamente ridotto e per farlo l’unico modo è tagliare la spesa pubblica (che sia quella primaria o quella per interessi attraverso le privatizzazioni e quindi la riduzione del debito pubblico). Se l’intenzione fosse realmente quella di cambiar verso, soddisfazione andrebbe mostrata solo nel caso in cui, alla presentazione del DEF, sia possibile dichiarare “ci sono consistenti tagli alle spese e alle imposte”.

    Renzi: “No tagli alla spesa e no aumento tasse”. Male…—di Uberto Cardellini – LeoniBlog.