Abu Mazen s’arrende ad Hamas. E dà ragione a Israele | L’intraprendente
9 years ago
“Entro 24 ore il governo palestinese si dimetterà”, lo ha detto Abbas ai membri del Consiglio rivoluzionario del suo movimento Fatah e lo ha annunciato ieri sera la Agence France-Press, citando diversi funzionari presenti alla riunione. “Questo [il governo] è debole e non c’è nessuna possibilità che Hamas permetterà di lavorare a Gaza”, lo ha dichiarato Amin Maqbul, segretario generale del Consiglio rivoluzionario, commentando la decisione stessa del movimento.
Sempre secondo l’Agenzia di stampa francese il cosiddetto governo verrà ricostituito in qualche ora o in qualche giorno, pertanto senza le pericolose elezioni che potrebbero consegnare l’Autorità palestinese nelle mani di Hamas o di altri movimenti islamisti radicali. In ogni caso comunque la si voglia leggere la notizia la dice lunga sui cambi di equilibri politici in corso in Palestina e sulle tensioni politiche all’interno degli ambienti che contano. Considerando che il partito di Abu Mazen e lo stesso leader sono stati costretti dalla situazione particolarmente critica ad ammettere per la prima volta esplicitamente di non riuscire ad intervenire e lavorare nella Striscia di Gaza in alcun modo, quindi di aver fallito e che Israele aveva ragione. Nemmeno dopo l’accordo di governo raggiunto tra la stessa Fatah e Hamas l’anno scorso ce l’hanno fatta a collaborare concretamente ed a stabilizzare l’area. Devono essere proprio alle strette, perché con le loro stesse parole e con le loro dimissioni hanno implicitamente dato ragione al Governo israeliano che da sempre sostiene che Ap, Olp e Fatah non hanno alcuna voce in capitolo su ciò che accade a Gaza, ma che è soltanto Hamas a fare il bello e cattivo tempo nella Striscia.
Cosa dirà la Comunità internazionale ora che può essere dato per certo che Abu Mazen abbia completamente fallito? Ora che è appurato che nessuno può rendere più mansueti i terroristi che dettano legge a Gaza? Ora che però anche loro scricchiolano perché stanno nascendo gruppi simpatizzanti dell’Isis? Ora che il “Governo di larghe intese” ha ufficialmente concluso il suo percorso sarà meglio che anche l’Onu e l’Ue tornino sulla terra a ragionare seriamente sul da farsi e riflettano sul fatto che ogni aspettativa nell’assunzione di responsabilità da parte dei politici palestinesi è stata disattesa. Qualcuno vuole ancora parlare della necessità di veder riconosciuto uno Stato palestinese, che non controlla alcun territorio e nei fatti non esiste? Sarà forse il caso che quei Paesi che hanno riconosciuto, anche solo idealmente, un’inesistente Palestina ci ripensino seriamente, ma soprattutto riconoscano che Israele aveva ragione sin dal principio.
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