• Article

    “Il socialismo non funziona”: indovinate chi l’ha scoperto? Libero Quotidiano

    8 years ago

    Scoprire, di persona, l’acqua calda. E’ questa, benvenuta, l’esperienza di Jack Stauder, professore di antropologia della Universita’ del Massachusetts Dartmouth, una delle Ivy League. Marxista alla partenza, ha visitato 110 paesi nel mondo, compresi quelli comunisti, e ha concluso che “il socialismo non funziona”.

    Viaggiando per le sue ricerche accademiche ha via via visto crollare la sua stessa ideologia socialista, ed ora ha descritto il processo della sua disillusione in una intervista concessa a Kate Hardiman, della Universita’ di Notre Dame. “Gradualmente mi sono disinnamorato del marxismo visitando molti dei paesi che hanno tentato di modellare le loro societa’ per conformarsi alla dottrina di Marx. Mi sono disilluso per la realta’ che vedevo nei paesi socialisti – l’URSS, i paesi dellEst europeo, la Cina, Cuba eccetera”, ha detto Stauder al giornale universitario “The College Fix” via email.
    “Sono arrivato alla conclusione che il socialismo non funziona, e che la sua imposizione ‘rivoluzionaria’ porta inevitabilmente a crudelta’, ingiustizia e perdita della liberta’”, ha spiegato il docente. “Ho potuto costatare lo stesso andamento nelle molte rivoluzioni fallite in America Latina e altrove. Combinando quanto scoperto nei viaggi reali con lo studio storico del socialismo e della rivoluzione mi sono liberato dell’inganno delle nozioni utopistiche che fatalmente attraggono la gente verso le idee di sinistra”.
    Ha aggiunto Stauder: “Il tornare alle mie radici personali, le fattorie del Colorado e del New Mexico, ha favorito la mia transizione dall’ideologia di sinistra che esiste nell’atmosfera intellettuale della vita universitaria.

    Passando le estati nel Sud Est degli USA in compagnia di lavoratori rurali, cowboys e rangers ho maturato una prospettiva sul mondo reale molto differente da quella che prevale nel mondo accademico”.

    Per il “professore che ha visto la luce” le istituzioni accademiche sono terreno di cultura per gli ideali della sinistra “poiche’ gli accademici sono in genere intellettuali, e in quanto tali sono esposti a cedere alle ideologie”. E siccome la gente sembra sentire il bisogno di credere in qualcosa, quando gli intellettuali abbandonano la religione tradizionale, come molti di loro hanno fatto, tendono a cercare sostituti. E il marxismo e’ li’ per servire.
    Io non sono un docente di antropologia, ma mi ritrovo nell’analisi introspettiva del viaggiatore Stauder. Visitare alcuni paesi del socialismo reale (a me sono bastati Berlino Est, l’Ungheria e la Polonia, tutti prima della caduta del muro) e’ stata anche la mia lente per vedere i risultati dell’utopia comunista, che avevo abbracciato negli anni universitari, applicata in situazioni concrete, tra gli uomini e le donne sotto dittatura. Piu’ di recente (Anni ‘90) ho soggiornato anche a Cuba, ma ero gia’ “consapevole” dei guasti castristi e quella e’ stata, diciamo cosi’, una visita di verifica e conferma.
    Mi sono sempre chiesto, dopo queste mie esperienze nei “paradisi rossi”, come possono continuare ad essere attratti dal comunismo i moltissimi, forse tutti, turisti italiani dotati degli stessi miei occhi che vanno, vedono, e tornano di sinistra come sono partiti, incrollabili anche al giorno d’oggi. E’ vero che un conto e’ sperimentare sulla propria pelle il comunismo, e un altro conto e’ osservarlo con il biglietto aereo di ritorno in tasca, ma faccio lo stesso fatica a capire.

    di Glauco Maggi