Mario Giordano: no ai dietrologi, ma il killer è un utile idiota della Ue – Esteri – Libero Quotidiano
8 years ago
Lacrime&champagne nei palazzi d’ Europa, mai vista tanta euforia per un omicidio. Appena il pazzo Thomas Mair, già in cura per la sua follia, ha aggredito l’ onorevole laburista Jo Cox i mercati finanziari hanno cominciato a inebriarsi. Quando è arrivata la notizia del suo decesso, poi, la baldoria ha raggiunto il clou. Listini impazziti, impennate azionarie, prezzi alle stelle, gaudio e giubilo di tutto gli operatori. L’ esultanza dei sostenitori dell’ Europa traspare da tutti i bond: da una parte vergano necrologi pieni di commozione. Dall’ altra esultano come dei mandrilli. Si metteranno in coda al funerale, ma con lo spirito si sentiranno al party di Capodanno.
Nessuna dietrologia, sia chiaro. Nessun complottismo. Solo l’ osservazione della realtà, fredda come la morte. Il cinismo delle Borse davanti alla bara della giovane mamma infatti è imbarazzante. E ci pone con forza una domanda: a chi giova tutto ciò? Gianni Riotta sulla Stampa risponde a modo suo. E scrive che «tanti parleranno di follia, ma c’ è metodo in questa pazzia, il metodo feroce del risentimento populista». E così esplicita il pensiero di molti, il sottinteso sottile che circola su giornali e nei dibattiti Tv: Mair che grida «Britain First», pensano costoro, in fondo non è altro che il prodotto della campagna Brexit, la punta assassina dello schieramento anti-europeo, una specie di inviato speciale di Farage, Le Pen e Salvini. Il braccio armato, insomma, dei nemici di Bruxelles.
Il ragionamento è piuttosto pericoloso. Noi, infatti, siamo convinti che ad armare la mano di Mair sia soltanto la follia e che dietro quella follia ci sia soltanto una mente bacata, altro che metodo. Ma se dovesse davvero esserci un metodo, caro Riotta, siamo sicuri che sarebbe quello del risentimento populista? O piuttosto quello di chi brinda a cadavere caldo? Se davvero dovessimo pensare che quell’ assassinio non è il gesto di un pazzo isolato, chi dovrebbe esserci dietro? Farage o la finanza che esulta? Le Pen o Piazza Affari che s’ impenna? I nemici di Bruxelles o forse proprio Bruxelles?
Nessuna dietrologia, meglio ripeterlo. Nessun complottismo. Noi restiamo convinti che quel pazzo sia solo un pazzo, un povero disperato che si guadagnava da vivere aggiustando i giardinetti dei vicini e che è stato bollato come neonazista per via di un abbonamento a una rivista sudafricana. Fra l’ altro pare che non abbia nemmeno gridato «Britain First» prima di aggredire la deputata, come invece sembrava in un primo momento. Ma tant’ è. Il punto è questo: se si vogliono attribuire responsabilità più ampie, se si vuole cercare qualche altro colpevole, beh, forse sarebbe meglio guardare fra coloro che esultano di fronte all’omicidio. Più che a quelli che, con tutta probabilità, ne verranno elettoralmente travolti. Si dice: colpa della diffusione d’ odio.
Sul Corriere della Sera Beppe Severgnini arriva addirittura a paragonare il veleno della campagna elettorale per la Brexit al veleno che ha armato la mano dei terroristi islamici di Charlie Hebdo o del Bataclan. «Colpisce bestemmiando una religione, colpisce in odio a una minoranza, colpisce in nome di un’ ossessione, colpisce contro un’ opinione. Anche un’ opinione pacifica come quella di Jo Cox: l’ Europa è casa nostra, restiamoci».
Scrive così, arrivando di fatto a teorizzare lo jiahdismo formato anti-Bruxelles, l’ Isis-Brexit, il califfato del no Ue. Chi si oppone all’ Europa, insomma, produce odio paragonabile a quello dei tagliagole di Al Bagdadi. Anche su questo punto specifico, per altro, ci permetteremmo una pacata osservazione. Ammesso e non concesso che l’ odio prodotto nella campagna elettorale per la Brexit sia paragonabile a quello che sta dietro la strage del Bataclan (suvvia, Beppe, non ti sarà scappata la penna?), chi è il responsabile di quest’ odio? Quelli che hanno chiesto un semplice referendum o chi ha lasciato intendere (il tedesco Schauble) che in caso di Brexit si sarebbe scatenata la guerra contro la Gran Bretagna? Quelli che chiedono semplicemente il parere dei cittadini o chi ha scritto (editoriale del il Sole 24 Ore) che in caso di Brexit la Germania «cercherebbe di dare all’ Inghilterra una lezione durissima, facendole pagare cara l’ uscita»? Quelli che si appellano allo strumento più democratico che ci sia o chi minaccia, in pratica, di tornare a bombardare Londra?
La risposta è così chiara che la capirebbe persino un paracarro europeo: solo chi diffonde odio, infatti, è capace di esultare cinicamente davanti a un omicidio. Proprio come hanno fatto le Borse in queste ore.
di Mario Giordano