Lavoro e sviluppo con la sussidiarietà – Lo spiffero
9 years ago
Vogliamo che i principi costituzionali siano applicati in modo prioritario, al punto che diventi una vera e propria politica dell'Amministrazione Pubblica, addirittura con una delega specifica nella Giunta Comunale. Le nostre proposte
“Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa del Cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interessa generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
Questo dispone l’articolo 118 della Costituzione della Repubblica Italiana, ultimo comma. Forse sarebbe il caso di sostituire favoriscono con devono favorire. La Costituzione dice anche all’articolo 3 che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei Cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
La prima domanda è: questi due sacrosanti principi della nostra Costituzione interessano a quelli della solita politica? La seconda domanda è: che ne sanno di sussidiarietà quelli della solita politica? Se ne riempiono i discorsi per tutte le stagioni, ma nulla si fa davvero e sistematicamente nelle Amministrazioni Pubbliche. Se qualcosa si è fatto e si fa in termini di sussidiarietà, questo va a quasi esclusivo merito dei Cittadini volonterosi che si sono attivati e si muovono di fronte alle necessità dei singoli e della comunità. Mentre dovrebbe essere l’Amministrazione Pubblica, in ordine alla Costituzione, a promuovere e sostenere la sussidiarietà. Vien da pensare (a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca!) che l’applicazione del principio di sussidiarietà sia fastidioso, perché sposta competenze anche finanziarie e fiscali dallo Stato a Regioni ed Enti locali – SUSSIDIARIETA’ VERTICALE – e da questi ai Cittadini, quindi al privato, realtà sociali e imprese – SUSSIDIARIETA’ ORIZZONTALE – assicurando: una maggiore efficacia alle attività di interesse generale e una maggiore efficienza nello svolgimento di tali attività. In altri termini: il privato fa meglio con minori costi. E ancora: meno pastette, meno favori, meno spesa pubblica, meno tasse.
Fare sussidiarietà significa fare l’interesse generale. Un concetto difficile e astratto? No, se intendiamo, come è giusto, le attività di interesse generale come attività di cura dei beni comuni, con l’obiettivo di realizzare quelle condizioni della vita sociale che permettono il compimento del pieno sviluppo della persona umana secondo la Costituzione. Ed è certo che a impedire il pieno sviluppo della persona umana c’è il degrado dei beni comuni, materiali e immateriali.
Quanto più i Cittadini potranno essere attivi nel curarsi dei beni comuni (edifici, strade, monumenti, verde, siti abbandonati per esempio), tanto più questi beni potranno essere disponibili alla fruizione e tanto più sarà fatto ciò che serve a che essi siano fattori di utilità per tutti, colmando bisogni dei Cittadini e lacune/costi dell’Amministrazione Pubblica.
C’è di più. C’è in tutto questo la creazione di capitale sociale che, a sua volta, è elemento formidabile di sviluppo economico. Perché va da sé che l’interesse generale così inteso, cioè la sussidiarietà orizzontale, produce nuova occupazione, risorse economiche, socialità, cultura, aggregazione, sviluppo locale. Specialmente, ma non soltanto, nell’ambito di welfare, formazione, turismo, green economy. Una ricerca del 2015 dimostra che se la minima percentuale dell’1% di immobili abbandonati fossero dati ad attività di sussidiarietà, si produrrebbero 73.000 posti di lavoro, con un calo della disoccupazione di quasi il 5%.
Ecco perché noi di Civitas vogliamo che i principi della sussidiarietà orizzontale siano applicati in modo prioritario, che la sussidiarietà diventi una vera e propria politica dell’Amministrazione Pubblica addirittura con una delega specifica nella Giunta Comunale. Ecco perché noi di Civitas vogliamo che l’Amministrazione Pubblica sappia innovare e intraprendere, eliminando ostacoli e burocrazia. Noi cittadini dobbiamo pretenderlo. Dobbiamo pretendere che
la spesa pubblica sia tagliata, che
aumentino invece le risorse da destinare all’iniziativa privata
specialmente dei giovani, che ogni spazio inutilizzato sia messo a disposizione di esistenti e nuove attività, che si smetta di inventare cattedrali nel deserto e di cementificare a destra e a manca.
Lavoro e sviluppo con la sussidiarietà – Lo spiffero, quello che gli altri non dicono.
LibBLOG non condivide necessariamente il contenuto di questo testo, ma rileva in esso alcuni spunti interessanti.