La polizia lo aveva detto a chiare lettere subito dopo che la verità era venuta a galla, ancorché con imbarazzante ritardo: i responsabili di quei fatti sono quasi tutti profughi di origine nordafricana e araba. Un tabù in un Paese dove, come affermato dagli agenti in forma non ufficiale, gli aggressori (leggi: i rifugiati) sarebbero più protetti delle vittime. Considerazioni inappropriate? Non certo per una parte delle forze dell’ordine (dato che diversi poliziotti hanno parlato di veri e propri diktat imposti dall’alto) e del mondo politico, che si è subito posto in modo critico con la linea di apertura seguita dal Governo di Berlino in materia d’asilo, già prima dei fatti in questione. Clima di tensione Fatto sta, che per non infiammare il clima di tensione esistente (vale anche per altre città, dove i migranti, soprattutto di origine maghrebina, secondo gli atti di polizia sono accusati di aver commesso decine e decine di violenze e abusi sessuali ai danni di donne del luogo) i media tedeschi, secondo i bene informati, avrebbero stipulato una sorta di accordo segreto con la polizia che presupporrebbe il silenzio stampa su informazioni ritenute potenzialmente «a rischio».
Capito? Si cerca di nascondere il problema e le autorità invocano la comprensione dei media. Ma così lanciano il messaggio sbagliato: perché tre molestatori sono stati presi, ma altre decine no; che si sentiranno incoraggiati a ripetere le proprie gesta, e comunque a delinquere. Perché avranno l’impressione che in Germania si rischia poco. E il tentativo di non fomentare sentimenti razzisti rischia di trasformarsi in un boomerang ovvero, nel medio periodo, di provocare reazioni di rigetto da parte della popolazione tedesca, che non capisce, non accetta e che si sentirà tradita dalle proprie autorità.Colonia, la volontà di metter tutto a tacere,