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    Vicenza, partigiani umiliati: “Cantate ‘bella ciao’ altrove” | IlGiornale.it

    9 years ago

    L’ira degli automobilisti durante una parata dei partigiani: clacson, grida e la richiesta di andare altrove

     

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    La Resistenza italiana [equivoci]

    Ricordiamo che l'ANPI è una associazione che

    1) non rappresenta affatto i Partigiani, poichè nasce in rappresentanza dei cosiddetti "partigiani comunisti", le cui milizie non operavano per la libertà delgi Italiani, ma, al contrario, per portare l'Italia nell'Unione Sovietica. E che, appunto, nell'ultima fase della Guerra hanno operato vari eccidi di Partigiani (quelli veri) e di innocenti (decine di migliaia di persone).

    Ricordiamo che i “partigiani” rappresentati dall’ANPI hanno dato vita alle Brigate Rosse, una estensione nel tempo del Terrorismo rosso praticato dai “partigiani comunisti”.

    2) con rammarico dei "partigiani comunisti", è ora l’ANPI è infiltrata ad ogni livello da forze dell’estrema sinistra come i No-Tav.

    Le commemorazioni dell’ANPI, deve essere chiaro, non sono commemorazione di Partigiani, ma commemorazione di “martiri comunisti”. Contestare l’appropriamento del suolo pubblico da parte dell’ANPI potrebbe essere considerato, in chiave democratica, come la constestazione di una Commemorazione del Nazismo o del Terrorismo rosso.

    E Bella Ciao non è affatto una canzone dei Partigiani (tra le altre cose, Giorgio Bocca, comunista, ha detto di non averla mai sentita tra i Partigiani prima della Liberazione). La canzone dei partigiani (comunisti) era “Fischia il vento”, dove di diceva di voler “a conquistare la rossa primavera “, e sarebbe stata troppo difficile da sdoganare nel nuovo corso del “Comunismo dal volto buono”. Solo venti anni dopo la fine della Guerra è cominciata a circolare Bella Ciao come simbolo della Resistenza (da parte delle Sinistre): una vera “invenzione di una tradizione”.

    Per rendersi conto di quanto funzionino le “invenzioni di una tradizione” da parte della Sinistra, basta pensare che ancora oggi si parla di Rivoluzione d’Ottobre per l’ascesa del Comunismo in Russia, quando non viè stata mai un evento del genere: in quel periodo i Comunisti hanno semplicemente eliminato ciò che era stato messo in piedi (Parlamento, Pravda, ecc …) con un colpo di Stato. Che oggi appunto, con un colpo di spugna sulla Storia, viene effettivamente ricordato dalle persone di sinistra come Rivoluzione d’ottobre.

    Bella ciao andate a cantarla a casa, senza occupare le strade“. Non ha usato mezzi termini l’automobilista che due giorni fa ha attaccato una delegazione dell’Anpi che stava commemorando lungo una strada provinciale i caduti partigiani della Seconda Guerra Mondiale.

     

     

    Bella ciao, suonatela a casa vostra; non si può bloccare il traffico in questo modo“, ha aggiuto l’uomo. Sostenuto nella rivolta da molti altri automobilisti a suon di clacson e fischi.Il tutto è successo a Monte di Malo (Vicenza) e alla commemorazione erano presenti le delegazioni dell’Anpi, dell’Avl dell’Ancr, degli alpini e dei fanti, gli assessori delegati di Monte di Malo e il sindaco di Cornedo.

    Come scrive il Giornale di Vicenza, il presidente provinciale dell’Anpi Mario Faggion si è limitato a dire che “c’erano le autorizzazioni prefettizie per la sfilata”. Autorizzazioni o meno, agli automobilisti non è piaciuta.

    Giorgio Fin, componente del direttivo del movimento Anpi di Cornedo, alla fine del le proteste: “Sono frutto di ignoranza e sottintendono anche malafede. I valori della Resistenza sono eterni, hanno costituito il fondamento della democrazia e della libertà del nostro paese. L’organizzazione del corteo lungo la strada provinciale “Priabonese” dovrà, probabilmente essere rivisto, per non creare problemi al traffico, ma è e deve avere un grande valore simbolico“. Ma La senatrice Erika Stefani della Lega Nord la pensa diversamente: “La mia è un’opinione personale. Va detto che la storia va ricordata nei suoi lati positivi e negativi. E ci deve essere la libertà di esprimere le proprie idee. Ci vuole rispetto e penso che questo tipo di rimostranze, come quelle degli automobilisti, siano un segnale di antipolitica. La gente vuole vedere risolti i problemi reali e contingenti piuttosto che ricordare momenti storici. Interpreto così le rimostranze degli automobilisti, preoccupati di raggiungere il loro posto di lavoro o i loro impegni sotto le feste. La gente è ormai stanca e disgustata dagli ideologismi“.

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