«No alla benedizione a scuola» Ma il parroco vince sulla preside | Corriere.it
9 years ago
La polemica sulle benedizioni pasquali si allarga. Dopo che il rito è stato tenuto fuori dalle aule di alcune scuole del Bolognese, con successivo ricorso al Tar e coda di minacce alla maestra; dopo il caso di Casalguidi, frazioncina del Pistoiese, che da tre anni non autorizza la benedizione pasquale, è ora la volta di un’elementare, la Sanminiatelli e D’Acquisto, in provincia di Pisa, a Perignano. La preside ha vietato la benedizione pasquale delle classi. E questa volta, i genitori hanno organizzato un sit-in di protesta, chiamando il parroco respinto ad incontrare lo stesso gli alunni. È accaduto mercoledì, nel piccolo centro dove da 32 anni guida la comunità parrocchiale don Armano Zappolini, sacerdote conosciuto in Toscana anche per le sue simpatie politiche a sinistra e il suo ministero anticonformista. Il sottosegretario all’istruzione, Gabriele Toccafondi, ha commentato l’accaduto in una nota: «un grave errore – ha scritto -. Non è così che si favorisce l’integrazione, non è rinnegando le proprie radici che ci si apre agli altri».
Non in classe
Protagonista della vicenda, oltre a don Zappolini, la dirigente scolastica, Angela Gadducci, duramente contestata dai genitori che hanno accolto i suoi tentativi di spiegazione con fischi e lo slogan «Vergogna, vergogna». Un po’ di tensione, poi la soluzione della dirigente: genitori e bambini di fede cattolica, riuniti in aula magna, hanno ricevuto la benedizione pasquale da don Armando; gli altri sono rimasti nelle classi. Un punto di mediazione, che ha accontentato i genitori osservanti. Alla protesta contro la dirigente scolastica era presente anche una mamma di fede musulmana, che non ha condiviso il divieto imposto dalla scuola: «Mio figlio è musulmano – ha detto la donna – ma vorrei ugualmente che ricevesse la benedizione, altrimenti si rischia di insegnare il razzismo ai bambini già nei loro primi anni di età».
«Tradizioni territoriali»
Un concetto che in precedenza era stato espresso anche da don Armando: «Ci sono tradizioni territoriali che non si possono cancellare con un colpo di spugna. Nella mia parrocchia ho aperto una scuola islamica e sono il primo a incoraggiare il dialogo interreligioso ma non condivido un divieto del genere che rinnega la tradizione di un’intera comunità». «Da sempre qui a Perignano – ha detto ancora don Armando -, nel mercoledì santo, il parroco va a scuola per fare gli auguri. E impedirlo non serve a testimoniare la laicità dello Stato che io sono il primo a difendere, ma a far sentire altro chi arriva da fuori e non si contamina con le tradizioni del luogo dove ha scelto di vivere. Non c’entra niente quindi il rispetto di chi è musulmano o semplicemente non cattolico».
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