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    La censura islamofila contro Van Gogh | L’intraprendente

    9 years ago

    Una scuola elementare di Firenze nega ai suoi studenti la visita alla mostra “Bellezza divina”,

    piena di Crocifissi e Pietà, per «venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche». Un insopportabile divieto che offende l’Arte prima ancora che la FedeVincent Van Gogh, La Pietà, 1889, Van Gogh Museum, Amsterdam

    Ora anche contemplare l’immagine dolente del Cristo crocifisso di Guttuso e Chagall, ammirare la straordinaria umanità e divinità della Pietà di Van Gogh o soffermarsi sulla commovente, intima e metafisica scena di preghiera di due contadini, che giungono le mani e si aprono al sacro dopo la fatica, ritratta mirabilmente da Millet nell’Angelus, è considerata una forma di islamofobia.

    È davvero insopportabile quanto successo alla scuola elementare Matteotti di Firenze, dove il consiglio di interclasse (composto da docenti e rappresentanti di genitori) ha deciso di negare la visita d’istruzione alla mostra Bellezza divina esposta a Palazzo Strozzi (che raccoglie capolavori di arte sacra realizzati tra 1850 e 1960) a tutte le terze elementari dell’istituto, allo scopo– così recita il verbale delle riunione – di «venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche, visto il tema religioso della mostra».

    Non si tratta di famiglie non-cattoliche, ma di famiglie intolleranti. E non si tratta di scuole democratiche, ma di scuole ideologiche.

    Insomma: l’esposizione e la contemplazione di opere sacre fondamentali nella storia dell’arte degli ultimi due secoli, da Picasso a Matisse, da Munch a Lucio Fontana (non certo autori sospettabili di essere bigotti), viene ritenuta offensiva nei confronti di altre religioni (leggi islam),

    poco coerente col clima di multiculturalismo terzomondista

    ormai imperante nei nostri istituti e quindi censurata perché “politicamente scorretta”.

    E’ la strategia del Socialismo: arrivare all’egemonia culturale eliminando le forme di Cultura non allineate. In questo caso il Socialismo si serve dell’l”alleato” Islam.

    In pratica, d’ora in poi, seguendo questa logica, pezzi d’arte meravigliosi (prima ancora che creazioni ad oggetto sacro) non potranno più essere esposti agli occhi di piccoli studenti, e

    la scuola italiana sarà costretta a bandire buona parte dei contenuti insegnati in storia dell’arte

    (che per tutto il Medioevo e fino all’età moderna e contemporanea – come dimostrano i quadri di cui sopra– è pregna di dipinti e sculture cristiani) e a scegliere solo quelli neutri, laici, magari filo-islamici. Al più, sarà consentito partecipare all’esposizione di opere dissacranti la nostra fede, dove il Cristo non è ritratto in un’aura serafica o colto nel suo dolore di martire, ma raffigurato immerso nell’urina o bagnato nel sangue stesso dell’autore dell’opera. Ma niente più immagini di un Cristo umile, offeso e indifeso, palesato davanti ai bambini, niente più quadri, foto o busti che colgano la sofferenza e la grandezza, l’umiltà e la straordinaria altezza della sua Passione. E certo, obiettano i prof multiculti, abbiamo fatto tanto per espungere il crocifisso dalle nostre aule e ora ce lo ritroviamo in una visita d’istruzione? No, basta, bisogna mettere una croce su questa Croce e dire stop a gite “offensive” verso chi pensa e prega diversamente…

    Se è per questo, allora, gli studenti della scuola Matteotti dovranno stare molto attenti a muoversi per le strade di Firenze, magari evitando di imbattersi nel Battistero di San Giovanni o nella Chiesa di Santa Maria del Fiore, dove di simboli cristiani è pieno zeppo così, per non parlare del pericolo di finire nella chiesa di Santa Maria di Novella, in cui potrebbero trovarsi loro malgrado di fronte a qualche tempera sacra di Giotto, o magari agli Uffizi, dove si nascondono temibili opere religiose. Non pensassero poi mai, i prof di quell’istituto, di portare i loro alunni a spasso per l’Italia, perché dal Duomo di Milano (magari visto di straforo durante una gita a Expo) alla Cappella Sansevero di Napoli (quella del Cristo velato), dalla Basilica di San Francesco ad Assisi a mezza città di Roma, correrebbero il rischio di esporre gli studenti a immagini “oscene” di crocifissi, di campanili e mosaici sacri.

    A questo punto agli insegnanti dell’istituto Matteotti resterebbero solo due soluzioni: mettere il velo su tutte le opere “incriminate”, nascondendo ogni riferimento cristiano – cioè offensivo –, bandendo le croci e pixellando il volto di Gesù e della Madonna, oppure mettere il velo (o una benda, fa lo stesso) sul volto dei loro studenti, in modo che vadano in gita, partecipino alle mostre ma non vedano nulla che possa turbarli.

    Renderli ciechi davanti alla Bellezza, prima ancora che davanti alla Fede. Questo insegnano nella scuola italiana. Oltre che ad inchinarsi – pardon a prostrarsi – al nuovo arrivato e alla sua religione che non produce arte divina, perché crede che Dio non abbia un volto e sia atto blasfemo rappresentarlo.

    La censura islamofila contro Van Gogh | L’intraprendente.