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    Il caso Verona: occupazione a livelli americani | L’intraprendente

    9 years ago
     

    Partiamo dal presupposto che Veneto e Lombardia sono i motori d’Italia, seguiti dall’Emilia Romagna che su per giù chiude il cerchio dell’efficienza produttiva italica. Dunque, salvo felici e rare eccezioni, può dirsi che i veneti siano tra i rari creatori di lavoro (e ricchezza) nostrani. Ecco, metti poi che un nuovo posto di lavoro su quattro viene creato a Verona e che la disoccupazione nella città di Flavio Tosi si attesta sotto il 5% e ti dici che sì, forse l’America non è così lontana.

    A dare la notizia un quotidiano che non può dirsi a palese sbilanciamento tosiano, il Corriere della Sera. I dati sono quelli noti, ufficiali, comprovati: la città di Romeo e Giulietta in quanto a occupazione ha numeri migliori di Usa e Germania. E mentre il ministro Poletti sottolinea che si tratta «di un esempio per tutto il Paese», noi faremmo notare l’anomalia per cui anche un’amministrazione simile sia sottoposta al patto di stabilità. E se il Veneto ha un tasso di disoccupazione che sgretola ogni competizione col resto della penisola (6,6%), ha in casa pure quello della provincia tosiana, fermo al 4,9. Numeri Istat risalenti al 2014 e quindi lontani da influenze renziane, come Jobs Act o decontribuzione. Nel terzo trimestre di quest’anno, inoltre, i posti di lavoro sono cresciuti dell’1, 18% rispetto all’anno passato e Confindustria, entro dicembre, prevede un ulteriore +1,2. Per chiarire, esiste un modello Verona. Forse forse sarebbe il caso di imparare qualcosa, forse.

    i on 11 novembre 2015.

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