Antiseri e il massacro delle scuole paritarie | Tempi.it
9 years ago
Interessante commento oggi di Dario Antiseri sul Corriere della Sera. Antiseri si chiede come mai le scuole paritarie siano tante bistrattate e indifese all’interno del panorama politico e sociale italiano. Antiseri ricorda che lo stesso Antonio Gramsci era un difensore della libertà educativa: «Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera, della scuola lasciata all’iniziativa privata e ai comuni. La libertà della scuola è indipendente dal controllo dello Stato».
Se non «fa meraviglia» che i «sinistri» abbiano tradito questa idea di Gramsci, più sbalorditivo è il poco interesse che i cosiddetti liberali e, spesso, anche tanti sedicenti cattolici hanno per la libertà in campo educativo.
I NUMERI.«La scuola statale» scrive Antiseri «è un patrimonio grande e prezioso che va protetto – salvato innanzitutto dallo statalismo, cioè a dire dal monopolio statale – inefficienti e sciupone – nella gestione del sistema formativo». E tuttavia, annota, «di continuo viene additato come un furto pubblico alla scuola paritaria». Ma questo non è vero, come si vede dalla «miseria» che lo Stato italiano elargisce alle paritarie, «soprattutto se paragonato al contributo elargito alle scuole non statali da Paesi come il Belgio, l’Irlanda, la Germania, la Spagna o l’Inghilterra». Gli statalisti, poi «si guardano bene dal fare i conti e dal dire quanto la scuola paritaria (cattolica e laica) fa risparmiare allo Stato. Dai dati Miur 2012: alunni delle scuole statali: 7.737.639; alunni delle scuole paritarie: 1.036.403, di cui 702.997 iscritti alle scuole cattoliche. Finanziamento totale alle scuole statali: 40.596.307.956; finanziamento totale alle scuole paritarie: 498.928.558 euro.
– Costo allo Stato in media per alunno di scuola statale: 5.246,60 euro;
– costo allo Stato in media per alunno di scuola paritaria: 481,40 euro.
Le scuole paritarie, dunque, in un anno, hanno fatto risparmiare allo Stato la bella cifra di 5.000.000.000 (cinque miliardi) di euro. In dieci anni – con un calcolo per difetto, dato che il numero degli alunni iscritti alle paritarie è progressivamente diminuito – la scuola paritaria ha fatto risparmiare allo Stato oltre 50 miliardi di euro».
COMPRARE LA LIBERTA’. Questi numeri, però, non dicono tutto. Perché, oltre all’aspetto economico, c’è anche un aspetto di principi e valori. «Non è giusto – scrive l’editorialista –
e soprattutto non è libero un paese dove una famiglia che iscrive un figlio a una scuola paritaria debba pagare per questa sua scelta di libertà.
Uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà non è uno Stato di diritto. E, intanto, negli ultimi tre anni è morta una scuola libera ogni tre giorni – ogni tre giorni è morto un pezzo di libertà».
Questo «massacro» però è ignorato dagli stessi cattolici impegnati in politica. Eppure i vescovi e prima di loro Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco hanno più volte richiamato tutti a mantenere viva la «fiaccola della libertà in una lotta quotidiana per la sopravvivenza delle scuole paritarie, cattoliche e non».
DA CHE PARTA STA RENZI? «Una volta messi al sicuro gli edifici scolastici», scrive Antiseri, «il presidente Matteo Renzi come pensa di risolvere il problema della parità scolastica? È d’accordo o no con la Risoluzione del Parlamento europeo sulla libertà di insegnamento? Pensa che abbiano ragione i Vescovi, e non solo loro, o si sente schierato dalla parte dei tanti pretoriani del monopolio statale dell’istruzione? Considera o no il buono-scuola una urgente e necessaria terapia per i mali del nostro sistema educativo? Pensa anche lui che è servizio pubblico solo ciò che è statale? Aveva torto quel rappresentante di sinistra il quale, anni fa, dichiarò che il buono-scuola è una carta di liberazione per le famiglie meno abbienti?».
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