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    La lettera di Bobbio al Duce

    9 years ago
    #Double Truth - Double Moral          

    Ci si ricordi che l’obiettivo era di ottenere una promozione come professore all’interno dell’Università visto che si erano “liberati” alcuni posti a causa della deportazione dei Professori ebrei.

    Citiamo da http://lapiccolaatene.bloog.it/gli-antifascisti-duri-e-puri.html

    Bobbio il 15 maggio 1935, dopo un anno che aveva ottenuto la libera docenza in filosofia, viene condannato ad una lieve sanzione perchè frequenta ambienti antifascisti, a luglio scrive direttamente al Duce ,una lettera di tre pagine, perchè intervenga per far cancellare l’accusa di frequentare ambienti antifascisti. [1])Nel 1938 il quadrunviro De Bono , scrive al Duce, su raccomandazione del Generale Bobbio, zio di Norbrto, per difendere il filosofo che vuole partecipare al concorso per professore di ruolo. Bobbio vinse il concorso e fu chiamato all’Università di Siena. Ci furono interventi per far ottenere una cattedra universitaria a Norberto , del padre di Bobbio presso il Duce, di uno zio che si rivolgeva a De Bono e dello stesso Norberto che si raccomandava “ con devota fascistica osservanza” al ministro Bottai…..come quella sua ulteriore lettera a Giovanni Gentile in cui lo ringraziava per il favore infine concesso. Ci fu anche un intervento diretto di Gentile presso Mussolini per aiutare Norberto Bobbio.

     

     

      Dalla lettera di Norberto Bobbio al Duce in data 8 luglio 1935.

    «Torino, 8 luglio 1935 XIII

    Eccellenza!
    Vostra Eccellenza vorrà perdonarmi se oso rivolgermi direttamente a Lei, ma la cosa che mi riguarda è di tale e così grande importanza che non credo vi sia altro mezzo più adatto e più sicuro per venire ad una soluzione. Io, Norberto Bobbio di Luigi, nato a Torino nel 1909, laureato in legge e in filosofia, sono attualmente libero docente in Filosofia del Diritto in questa R. Università; sono iscritto al P.N.F. e al Guf dal 1928, da quando cioè entrai all’Università, e fui iscritto all’Avanguardia Giovanile nel 1927, da quando cioè fu istituito il primo nucleo di Avanguardisti nel R. Liceo d’Azeglio per incarico affidato al compagno Barattieri di San Pietro e a me; per un’infermità infantile, che mi ha lasciato l’anchilosi della spalla sinistra, sono stato riformato alla visita militare e non ho mai potuto iscrivermi alla Milizia; sono cresciuto in un ambiente familiare patriottico e fascista (mio padre, chirurgo primario all’Ospedale S. Giovanni di questa città, è iscritto al P.N.F. dal 1923, uno dei miei due zii paterni è Generale di Corpo d’Armata a Verona, l’altro è Generale di Brigata alla Scuola di Guerra); durante gli anni universitari ho partecipato attivamente alla vita e alle opere del Guf di Torino con riviste Goliardiche, numeri unici e viaggi studenteschi, sì da essere stato incaricato di tenere discorsi commemorativi della Marcia su Roma e della Vittoria agli studenti delle scuole medie; infine in questi ultimi anni, dopo aver conseguito la laurea in legge e in filosofia, mi sono dedicato totalmente agli studi di filosofia del diritto, pubblicando articoli e memorie che mi valsero la libera docenza, studi da cui trassi i fondamenti teorici per la fermezza delle mie opinioni politiche e per la maturità delle mie convinzioni fasciste.»