Crisi e rinascita della Società occidentale
[v. 2]
VERSO UNA NUOVA EVOLUZIONE DELLE CIVILTÀ’
Luca Bottazzi
Ricordiamo che il presente lavoro “Crisi e rinascita della Società occidentale”, finalizzato a comprendere come sia possibile ripristinare il benessere perduto, è suddiviso in 3 Volumi:
vol. 1: ci si occupa di individuare le cause del continuo peggioramento delle cose nella Società occidentale indagando sulle radici dell’attuale malessere (della Società in generale, e della attuale forma di Democrazia.
Vol. 2: il presente volume, nel quale ci si occupa più nello specifico di chiarire come sia possibile ripristinare la condizione di benessere perduta.
Vol. 3: si indagano le possibilità di realizzare una Comunità di tipo tradizionale dalla quale iniziare lo sviluppo di una nuova modalità di vita (che altro non è che la Società di Ordine naturale).
Abbiamo visto nel precedente volume che la nostra Società:
● non solo non si è più in grado di produrre benessere (le istituzioni globali hanno preso atto della “fine dell’era dell’abbondanza”), ma anche che
● essendo qualsiasi tentativo di risolvere il problema della nostra Società dal suo interno destinato a fallire (sarebbe voler risolvere il problema con gli stessi strumenti che lo hanno creato), è necessario operare in qualche modo dal suo esterno.
In base a tali considerazioni, per cercare una via d’uscita alla attuale crisi, in questo volume si sviluppano i seguenti punti:
1) una approfondita analisi dei problemi attuali: per non ricadere nell’errore che si commette oggi di ragionare a un livello teorico, slegato dalla realtà effettiva, si prende come riferimento un modello di società che ha effettivamente funzionato: il modello del Villaggio che dal neolitico ai giorni nostri è in grado di produrre un reale benessere.
Si è infatti detto nel Vol. 1 che il tipo di organizzazione della Società nella quale negli ultimi 10.000 anni l’Uomo è stato in grado di sviluppare un benessere migliore di quella attuale è la società cosiddetta dell’Ordine naturale, quella che l’uomo ha creato con l’”invenzione” del Villaggio nel Neolitico (quando esso ha cominciato a vivere in modo stabile abbandonando la vita nomadica precedente).
2) uno studio per individuare quale possa essere il modo per ripristinare una effettiva Società del benessere
PREAMBOLO
Nel precedente volume abbiamo visto come la Civiltà dell’Uomo abbia potuto generare benessere per millenni; e come nella attuale fase di sviluppo della modernità si sia perduto gran parte di quel benessere.
Vediamo qui come problema sia oggi che la Società moderna occidentale dopo decenni di crisi – che anche i migliori esperti non sono stati in grado di risolvere – è arrivata, secondo i suoi stessi governanti, ad un punto di collasso: Macron, nel 2022 riportando le conclusioni di un meeting dei più importanti Governi del mondo, ha descritto l”attuale situazione come “la fine dell’era dell’abbondanza” (ossia la fine dell’era del benessere moderno).
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Ora per i Cittadini occidentali il problema è che
(1)
ora non c’è più un “altro posto” in cui andare.
Ovvero come dice Douglas Rushkoff, un attento analista della società, se fino a qualche decennio or sono per sfuggire ad una società nella quale si vive un sempre maggior malessere era possibile ritirarsi in qualche posto all’esterno del “Sistema”, oggi le Istituzioni governative sono arrivate ad estendere il loro Sistema sociale in crisi praticamente in ogni parte del mondo (vedi cosa è accaduto per le “vaccinazioni” anti-Covid, che sono divenute obbligatorie in ogni parte del mondo). Per cui oggi non è più possibile trovare un modo di vita alternativo a quello imposto dalle Istituzioni.
Un altro problema è che
(2)
non è possibile cambiare il Sistema occidentale dal suo interno,
attraverso gli strumenti offerti ai Cittadini dalla Politica, poiché come abbiamo visto, si tratterebbe di cercare di risolvere il problema con gli stessi metodi e strumenti che lo hanno creato.
Si vedano a tal proposito i miei articoli che illustrano come oggi sia impossibile operare un cambiamento (un miglioramento del sistema di government ed un miglioramento di qualità della vita) per il fatto che il Potere dell’Establishment è divenuto assoluto (“blindato”).
– ”The question of the armor of Social Democracy: the immune system”>.
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Inoltre, come si è detto a livello istituzionale, un problema è che
(3)
oggi le “opposizioni” ragionano
allo stesso modo dell’Establishment istituzionale,
e quindi non sono in grado di comprendere cosa si possa fare per ristabilire una società in grado di sviluppare un reale benessere.
Vedi i miei articoli:
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Si tratta quindi di
1) studiare attentamente la situazione attuale per comprendere dove stanno le radici dei problemi che affliggono la nostra Società.
2) creare delle situazioni nella quali alcune persone possano essere in grado di ri-creare la condizione della Società nella quale si poteva godere di un effettivo benessere.
Oggi è ancora possibile ottenere un certo livello di indipendenza dalla Istituzioni che permetta di fare ciò (utilizzando in modo ottimale le attuali Leggi).
La peculiarità della presente analisi
In questo documento di sviluppa un percorso di analisi dei problemi che affliggono la società che verte in particolare sull’essenza della questione: la qualità della vita delle persone nella società.
Ovvero il problema delle analisi critiche della Società moderna è che in essa:
●
manca l’Idea di quale
sia effettivamente il fine di una Società civile
(di una Democrazia)
Ciò è causato in primo luogo dall’impoverimento della Cultura occidentale (afflitta da decenni dal cosiddetto Cancel culture) [vedi più avanti il cap. “Il ruolo del “Cancel culture” nella crisi della Società moderna”] la cui conseguenza è la mancanza di una idea di quale sia nella sostanza il risultato che una società dovrebbe ottenere. Ovvero oggi manca l’idea di cosa le strategie di sviluppo della Società occidentale moderna – government e Mercato – abbiano sbagliato.
[sul fine della Democrazia vedi anche nel vol. 1 il cap. “Cosa è una Democrazia?”]
●
nessuno è in grado di spiegare come la comunità del Villaggio abbia potuto produrre in continuità per millenni un effettivo benessere.
Ovvero a causa dell’impoverimento della Cultura tradizionale (della perdita dalla memoria collettiva di elementi fondamentali del passato dell’Umanità) oggi non si è in grado di comprendere come l’essere umano abbia potuto per millenni organizzare da sé la propria comunità del Villaggio senza doversi sottomettere ad istituzioni governative. Oggi
●
manca proprio l’idea che sia possibile per l’Essere umano organizzare una società nella quale le persone non dipendano da istituzioni.
Questo è il problema tipico delle persone che nascono in regimi autoritari (le dittature): esse non cercano di cambiare le cose perché l’essere cresciuti all’interno ‘totalitario”, nel quale si può fruire solo di una Cultura nella quale sono stati cancellati o modificati molti elementi fondamentali, li mette in condizione di non credere che esistano alternative la sistema in cui essi vivono.
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Per tali ragion, al fine di riuscire ad individuare possibili soluzioni alla attuale crisi, se nel precedente volume ci si è occupati a proposito del benessere delle popolazioni (affrontando le questioni più “sottili”), nel presente testo ci si occupa di questioni più “pratiche” relative all’organizzazione della società.
COME È POSSIBILE RECUPERARE IL BENESSERE PERDUTO
(QUALE È STATO IL PERCORSO DI SVILUPPO DELLA SOCIETÀ TRADIZIONALE)
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Più nello specifico, per poter arrivare a comprendere come sia possibile ripristinare la dimensione di una società come quella del Villaggio che era in grado di produrre produce un reale benessere, consideriamo essere determinante analizzare come (e perché) sia nato il villaggio:
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– quali sono le motivazioni che hanno spinto l’Uomo a creare il primo villaggio.
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– come l’Uomo abbia fatto ad aggregarsi con le persone “giuste” per poter far funzionare il Villaggio in modo che producesse un effettivo benessere.
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– quali sono stati i fattori che hanno permesso di creare un modello di organizzazione che è durato millenni.
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In questa analisi emergerà come l’uomo abbia creato la Comunità stanziale del Villaggio basato su un Ordine “naturale” basandosi in questo processo già dall’inizio non su teorie e dogmi, ma su intuizioni ed azioni spontanee.
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(ossia in tale caso l’Uomo non è partito da idee preconcette – come sono le Ideologie sulle quali si basa la Società moderna – ma ha sviluppato il modello di organizzazione della comunità con ripetuti tentativi e successive azioni di correzione degli eventuali errori commessi).
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In questa analisi emergono inoltre le effettive differenze tra la società moderna e quella tradizionale del Villaggio.
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PERCHÈ E COME IL MODELLO DEL VILLAGGIO
SI È DIFFUSO IN TUTTO IL MONDO
Quindi se si vuole stabilire nuovamente una Comunità sociale basata sul modello tradizionale del Villaggio, a monte di tutto è importante comprendere:
1) come e perché è nato il Villaggio: le motivazioni che hanno spinto l’Uomo a creare il nuovo modello di Comunità, e le modalità con le quali il Villaggio è stato sviluppato.
Come vedremo, il punto fondamentale è che il Villaggio è nato in modo spontaneo: nessuno ha creato una teoria, nessuno ha imposto di seguire un certo metodo.
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Ed è importante comprendere
2) come il Villaggio si sia diffuso nell’intero Globo sempre in una modalità spontanea, e non attraverso argomentazioni di chi voleva convincere altri della bontà dell’idea, ma attraverso l’esempio (le persone che vedevano la vita del Villaggio tendevano a volerla replicare.
Si noti come il modello del Villaggio nella sua essenza fosse universale per tutti gli esseri umani: tale universalità è testimoniata dal fatto che i villaggi si sono diffusi – tutti con caratteristiche simili – anche in parti del mondo che non erano in contatto tra loro. [vedi nel vol. 1 il cap. “La necessità di individuare le caratteristiche di una “società che funziona””]
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Dobbiamo tener condo che i vantaggi offerti dalla nuova modalità di vita erano molto evidenti per le popolazioni nomadi che vivevano nella modalità pre-Neolitica: abbondanza di cibo, sicurezza, sviluppo di rapporti sociali migliori di quelli che si avevano nella vita nomadica [vedi più avanti il cap. “1) Come e perché è nato il Villaggio (i vantaggi delle vita nel Villaggio)”]
Tali vantaggi derivavano non solo dallo sviluppo di
● tecniche finalizzate ad ottenere di più dalla Natura (allevamento, agricoltura, creazione di canali, ecc …), ma anche da
● “tecniche” (nuovi strumenti e metodi) inventate per poter organizzare la Comunità nella sua nuova dimensione stanziale (in precedenza la tribù nomadi erano organizzate in modalità completamente differenti).
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Quello effettuato con la costruzione del Villaggio
è stato il salto evolutivo più importante
nella Storia dell’Uomo,
che ha permesso di sviluppare una qualità della vita decisamente superiore rispetto a quella precedente (grazie appunto a vantaggi come abbondanza, sicurezza, miglioramento dei rapporti sociali, ecc .. ).
Successivamente l’Uomo con la “Modernità” – sostanzialmente con lo sviluppo del Capitalismo industriale – si è posto un obiettivo di minor portata: migliorare sotto certi aspetti il modello di società creato dall’uomo 10.000 anni prima.
Ma, ma come si è visto, non solo esso in questa seconda fase non è riuscito a centrare quell’obiettivo, ma in tale tentativo esso ha ottenuto un regressione della qualità della sua vita. Ovvero, con la modernità, al posto del miglioramento sperato
l’Uomo moderno ha ottenuto un malessere che comincia ad essere in molti casi simile a quello precedente al salto evolutivo del Neolitico.
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Per cercar di capire come si possa nuovamente sviluppare il modello del Villaggio di ordine naturale è necessario analizzare a fondo come esso sia nato, e quindi diffuso all’intero Globo.
1) Come e perché è nato il Villaggio (i vantaggi delle vita nel Villaggio)
In primo luogo, per quanto riguarda la motivazione:
Il Villaggio è nato perchè l’Uomo ha scoperto che vi erano dei vantaggi nel vivere in modo stabile rispetto alla vita nomadica praticata in precedenza.
Ovvero l’Uomo ha sviluppato il nuovo modello di Comunità quando esso ha compreso che
la vita del Villaggio offriva vantaggi di tipo materiale e psicologico come: comodità, sicurezze ed abbondanza.
Più nello specifico tali vantaggi principali sono:
● abbondanza: l’Uomo ha creato il Villaggio per superare la condizioni di scarsità di cibo dovuta alla sua precedente dimensione di raccoglitore e cacciatore.
Nel Villaggio infatti si poteva avere abbondanza di cibo (grazie a tecniche di coltivazione ed allevamento).
Ma rispetto ad oggi in tale dimensione si aveva anche abbondanza di risorse: acqua (che veniva incanalata verso il Villaggio e i campi), energie (per il riscaldamento si utilizzavano le risorse rinnovabili del bosco, utilizzate in modo responsabile poiché gli abitanti ne erano proprietari). [vedi più avanti il cap. “Il problema della scarsità: dalla abbondanza alla scarsità”]
Si noti come il termine abbondanza aia stato utilizzato per definire la qualità peculiare dell’Era moderna, del benessere moderno (“Era dell’abbondanza”). E come oggi si prenda atto del fatto che nella società moderna l’abbondanza non esiste più (ovvero del fatto che non esiste più un benessere moderno – si veda la dichiarazione di Macron, che parlando a nome dei maggiori governi mondiali ha affermato che sono finiti i tempi del benessere moderno [vol. 1 il cap. “La presa d’atto della gravità del problema”]).
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● comodità e sicurezza: con la creazione del Villaggio l’Uomo si è dotato di una abitazione sicura e confortevole (che, tra le altre cose, gli permetteva di sviluppare la Famiglia – cosa che non era possibile nella vita nomade [vedi nel vol. 1 “La diversità delle caratteristiche di benessere> un miglior sviluppo di rapporti sociali> la nascita della Famiglia”]).
Con la nuova vita stanziale l’Uomo non doveva più muoversi costantemente, era ben protetto dai predatori, e poteva quindi sviluppare nuove forme di benessere. I vantaggi erano, tra gli altri: protezione dalle intemperie e dal freddo dell’inverno, vita familiare, educazione dei bambini, possibilità di disporre dell’arredamento della casa, utilizzare un abbigliamento più confortevole, animali e carri per muoversi sul territorio, una dispensa fornita anche con cibo conservato, ecc …
Inoltre nel Villaggio vi era sicurezza in quanto possibilità di sopravvivenza (protezione da predatori, anziani che non dovevano essere abbandonati perché incapaci di migrare, ecc …), ma anche di supporto da parte degli altri abitanti per molte necessità personali (due caratteristiche della vita del Villaggio, l’essere come una grande famiglia, e la specializzazione delle mansioni, permettevano di avere una sorta di “Welfare naturale” [vedi nel vol. 1 il cap. “Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)”]).
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● socializzazione: il Villaggio permetteva non solo di avere una nuova struttura familiare, ma anche di sviluppare nuove forme di socializzazione che contribuivano ad elevare la qualità della vita (un miglioramento a livello materiale e psicologico).
[vedi più avanti il capitolo “bassa qualità dei rapporti sociali della vita nomade”]
2) Come è avvenuta la diffusione della modalità di vita stabile del Villaggio?
È importante notare come i vantaggi del Villaggio fossero universali per l’Essere umano, cosa che ha permesso al nuovo modo di vivere di diffondersi nel Mondo.
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Secondo i vari studi sin qui effettuati, la modalità di vita del Villaggio ha cominciato a diffondersi secondo due diverse modalità:
● il Villaggio poteva divenire troppo grande per continuare ad essere “sostenibile”: a causa della crescita della popolazione le risorse naturali divenivano scarse per poter continuare a sviluppare benessere, ed alcuni abitanti si spostavano per creare una nuova comunità al di fuori da quella originaria.
● alcune popolazioni di nomadi che nei loro spostamenti vedevano l’esempio dei villaggi ed comprendevano i segreti del vivere più confortevole e sicuro delle comunità stanziali si stabilivano in modo fisso in qualche parte del territorio.
Come è possibile recuperare la qualità della vita del Villaggio
Quindi
come è possibile recuperare
tale forma di organizzazione tradizionale della vita sociale?
Come detto in più punti, in questo testo non ci si basa su teorie, ma ci si riferisce sempre a fatti realmente accaduti nella Storia della Civiltà umana (e molto spesso ci si riferisce ad esperienza ancora in corso, e quindi verificabili direttamente). Ciò per non cadere nell’errore che si commette oggi con l’utilizzo di concetti ideologici (privi di effettivi legami con la realtà) per definire la tipologia di organizzazione della Società.
Come si è detto il problema della Democrazia europea è proprio quello di essere stata definita “sulla carta”, senza avere riscontri pratici del suo funzionamento. In questo caso si è agito come quando si mette in commercio un farmaco mai testato.
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Nel caso di questo testo, il riferimento di base è quello della Società che ha funzionato per millenni producendo un reale benessere per i suoi abitanti (compatibilmente con le risorse e le conoscenze tecnologiche disponibili al momento): la Società del Villaggio creata dall’Uomo nel Neolitico.
Di questo modello di società non solo vi sono moltissime testimonianze, ma esso è ancora funzionante in molte aree rurali del mondo (ad esempio le piccole Town USA). E quindi di esso si può avere un’idea precisa sia di come (e perché) è stato creato, sia di come si è diffuso.
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Questo approccio basato su fatti concreti è molto importante poichè
per ricostituire tale Società
basata sul modello tradizionale della comunità del Villaggio
è necessario ripercorrere il percorso seguito in origine dall’Uomo.
O in un certo senso si tratta di ripercorrere all’inverso il percorso di “cancellazione” di tale società attuato con la modernità.
L’importanza di praticare un “percorso esperienziale” (il problema della condizione di cattività dell’Umanità)
Il problema principale che si incontra in questo percorso di ricostruzione della Società tradizionale è che quest’ultima è nata attraverso un processo esperienziale (e non attraverso un processo di messa a punto attraverso lo sviluppo di speculazioni teoriche).
In altre parole in tale processo originario le persone sono state spinte a creare un nuovo Villaggio stabile secondo quel tipo di ordine lo hanno fatto perché hanno toccato con mano quali fossero i vantaggi di tale modello (e non, come accade, oggi perché degli “esperti” teorici hanno indicato ad esse la strada).
Il processo di tipo esperienziale è ormai estraneo alla forma mentis occidentale, nella quale ci si basa quasi unicamente su ciò che “è stato detto” da fonti autorevoli.
Tale processo è cioè ciò che oggi si definisce come “learning by example , nel quale
non valgono le spiegazioni a livello di parole,
ma le persone imparano ciò che è meglio per loro nell’esperienza del “fare”,
e quindi toccano con mano ciò che è meglio per loro.
Ciò è stato non solo per la creazione dei primi Villaggi, ma anche per la diffusione del modello con la creazione dei milioni di nuovi Villaggi che dal neolitico è avvenuta fino ad oggi: in questo caso è stata proprio l’osservazione diretta dei vantaggi della vita di chi viveva nei Villaggi a stimolare la diffusione del modello (ovvero la diffusione del modello del Villaggio è avvenuta grazie al senso di imitazione tipico dell’Uomo, che, come il bambino fa quello che vede e non quello che gli viene detto).
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Il problema che rende difficoltosa la creazione di una Comunità sociale tradizionale è che oggi non vi è la spinta a cambiare a causa di:
● mancanza del modello di riferimento, ovvero di quell’”esempio vivente” della comunità del Villaggio che ha portato le persone a ricreare tale modello nei millenni passati (fortunatamente ciò è vero solo in parte, poiché oggi esistono ancora alcuni esempi funzionanti che come i Villaggi di aree rurali di paesi non ancora “perfettamente “ modernizzati; molte piccole Town USA; e sempre più numerosi casi di “eco-villaggi” – ad esempio i cosiddetti “permaculture”).
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Ma, problema ancora maggiore è la
● perdita della memoria delle effettive potenzialità dell’Essere umano (condizione di cattività).
Ovvero le persone “civilizzate” vivendo per generazioni “in cattività” sono convinte che non sia praticamente possibile vivere in una società diversa da quella attuale (ossia in una Società nella quale non vi sia qualcuno che le comanda e le accudisce “dalla culla alla tomba”).
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Rispetto all’uomo appartenente ad altre Civiltà,
l’Uomo occidentale oggi è come un animale nato in cattività.
Esso infatti vive ormai da generazioni in una condizione di cattività, e come all’animale nato in uno zoo, ha perso di vista la sua peculiare modalità di vivere, e non la può più recuperare (come accade per quegli animali che, nati in cattività, si vogliono rilasciare nel loro ambiente naturale, ma non sono più in grado di sopravvivere in esso).
Fortunatamente a differenza dell’animale (che nasce già “programmato” per vivere nel suo abitat) l’Essere umano può imparare cose nuove
<vedi il capitolo “The role of education in the human” nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”>
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Il fatto è cioè che nella loro attuale condizione gli Esseri umani non sono più in grado di vivere “autonomamente”, e quindi sentono la necessità di avere “un padrone” che li accudisce (come detto in altri punti, l’Uomo moderno si è confinato in una condizione di schiavitù [si veda nel vol. 1 il capitolo “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)”]).
Il problema di fondo per la popolazione occidentale è che oggi
“il padrone” (“Governanti”) prende decisioni
che possono portare all’estinzione della sua specie.
[vedi più avanti il capitolo “Mancanza di competenze individuali a proposito del “come si fa a vivere””]
Fattori legati al processo esperienziale di recupero di una dimensione di società di Ordine spontaneo
Quindi per poter attivare un percorso di recupero è necessario, tra le altre cose, operare sui seguenti punti:
● ovviare al problema della mancanza del riferimento di un modello funzionante (la necessità di cominciare a fare esperienza di organizzazione della propria comunità)
Il vedere casi funzionanti del modello del Comunità tradizionale auto-gestita dai Cittadini è quindi determinante per spingere le persone a voler cambiare la loro condizione sociale.
A questo proposito, come si è detto, fortunatamente vi sono casi che si possono osservare direttamente come molte cittadine di provincia, e i nuovi “bio-villaggi”, che funzionano meglio delle Comunità che dipendono da istituzioni esterne come lo Stato.
Ma
la coscienza delle persone può anche essere risvegliata da esperienze semplici, a “basso livello”
Queste esperienze possono anche avvenire, ad un livello più basso, nelle Città, dove gruppi di persone – in accordo con le Istituzioni locali – operano per manutenere il verde pubblico, o con il Placemaking (con il quale i Cittadini ottengono in gestione una porzione di suolo pubblico per organizzare varie attività di quartiere – anche costruendo piccole casette di legno). <sul Placemaking vedi il mio articolo “La necessità di ridefinire il concetto di Città (e di government della città)”>
O anche in piccoli villaggi per il tempo libero (vacanze, weekend) creati e gestiti dagli stessi proprietari.
Ovvero è importante cominciare a sviluppare iniziative di auto-organizzazione della propria comunità per fare esperienza di ciò che va fatto in questi casi (tenendo conto che grazie a Internet, ogni iniziativa può essere supporta da network di persone sul Web).
[vedi più avanti il cap. “ La necessità di re-imparare le cose attraverso un percorso esperienziale”]
● la “questione culturale”: la necessità di recuperare la memoria delle modalità di organizzazione “dal basso” della Comunità sociale (del sapere tradizionale).
Sebbene sia determinante l’esperienza diretta di pratica dell’organizzazione delle propria comunità sociale,
un ruolo molto importante nel recupero dell’organizzazione della Società lo ha il recupero della Cultura tradizionale del vivere
(a livello individuale e di interazione sociale).
Il supporto sul piano “teorico” può essere infatti determinante per lo sviluppo della Società descritta in questo testo:
● sia a livello propedeutico per avvicinare le persone ai concetti delle organizzazione tradizionale della Comunità sociale, in modo che esse siano stimolate a sviluppare modalità di vita in grado di garantire un maggiori benessere di quello attuale.
La “questione culturale” è di importanza vitale in particolare in questa fase dell’evoluzione dell’Occidente nella quale la cultura è stata fortemente spurgata da quelle informazioni relative a modalità di vita che nella storia hanno permesso di un effettivo benessere (problema che porta le persone a non poter immaginare che esistano alternative al sistema di vita – e di government – attuale).
In altre parole
per poter cambiare le cose le persone devono comprendere a fondo quali siano state le motivazioni che hanno spinto l’Uomo a creare i primi Villaggi.
Un ruolo determinante in questo caso lo ha l’educazione dei giovani. [vedi più avanti il cap. “Il possibile rimedio al problema dell’individualismo (de-responsabilizzazione) della nostra società > ● attivando canali di informazione e di educazione scolastica alternativi a quelli istituzionali” e “La necessità di ricostruire l’eco-sistema culturale”]
Come detto, riferirsi ad un caso esistente di Comunità di Ordine tradizionale rimane comunque una necessità (anche nella formazione dei giovani).
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● sia a livello di supporto al processo di sviluppo della Comunità.
Un supporto teorico è anche importante per aiutare le persone durante lo sviluppo di tale tipo di comunità.
Si tenga conto che oggi Internet può facilitare questo tipo di supporto, che può avvenire con un Network di volontari che comprendere esperti di vario genere (attraverso manuali, forum, video – ma anche consulenze).
[a proposito della “questione culturale” vedi i miei articoli:
– “L’aspetto culturale della crisi: la perdita della memoria di nozioni fondamentali per l’organizzazione della società” nel mio articolo “La necessità di recuperare la cultura che un tempo permetteva all’uomo di gestire in modo efficace la società”
– “Che fare? La necessità di divenire consapevoli di essere parte del problema“]
GLI STEPS PRELIMINARI PER LA RICOSTRUZIONE DELLA COMUNITÀ TRADIZIONALE
Vediamo quindi più in dettaglio, in sintesi, come per ricostituire la Società del tipo tradizionale sia necessario
1) ricreare un modello di Società tradizionale effettivamente funzionante, e successivamente
2) fare in modo che tale modello possa essere diffuso.
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Sostanzialmente, in una prima fase si tratta di
ri-cominciare come i primi “coloni” della Terra
ad organizzare la propria comunità
in base al modello di Società tradizionale
Ovviamente non si tratta di ricostruire la Comunità proprio come hanno fatto gli Uomini del Neolitico, e i Coloni del Nord America, poiché nel frattempo molti sono stati i progressi ottenuti dall’Uomo. Si tratta però, per non ricadere negli stessi errori commessi dalla attuale Società, di riuscire ad individuare quali tra questi progressi siano quelli realmente sostenibili (ossia che siano in grado di fornire un benessere realmente superiore a quello originario, senza però produrre i gravi effetti negativi che vediamo oggi).
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E successivamente alla creazione dei primi casi di Comunità di tipo tradizionale, si tratta di fare in modo (come è accaduto nel lontano passato) che l’esempio delle prime iniziative possa servire per la diffusione di tale Modello affinchè altre persone comincino ad aspirare ad vivere in una Società dove i loro bisogni possono essere effettivamente soddisfatti.
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In un prossimo capitolo vediamo dal punto di vista operativo come si possa creare e quindi diffondere il modello di Società tradizionale. [si veda più avanti il cap. “Alcune considerazioni operative sulla creazione di una comunità di ordine tradizionale (la necessità di ripartire da capo)”].
Gli elementi da recuperare per poter avere una comunità sociale funzionante
Per essere in grado di sviluppare nuovamente una Comunità di tipo tradizionale (di Ordine spontaneo) è necessario individuare quali fossero gli elementi più importanti della vita del Villaggio tradizionale.
► a livello umano si tratta di avere una aggregazione delle persone basata su Valori comuni
Il primo passo da effettuare è quello di creare la Comunità sociale partendo dal definire una fondazione corretta, poiché
nella Società tradizionale basata sull’”Ordine spontaneo” quando vi sono delle fondazioni solide tutto il resto avviene di conseguenza.
Ovvero per avere una Società in grado di produrre un reale benessere – poichè la qualità della vita in essa dipende dalla qualità degli abitanti, o meglio dalla qualità delle loro relazioni – è opportuno che gli abitanti siano in sintonia tra loro per quanto riguarda le regole a cui attenersi quando essi agiscono all’interno della Comunità.
Per comprendere come ciò sia possibile, è necessario per prima cosa analizzare i riferimenti storici dei “casi di successo”, per scoprire quali siano state quelle qualità degli abitanti che hanno permesso di ottenere per millenni una buona qualità della vita.
Sostanzialmente, appunto, si tratta di scoprire quali sono i criteri in base ai quali gli abitanti hanno scelto le altre persone alle quali aggregarsi. Ciò è più facile per i casi delle Comunità create dai Coloni del Nord America, per i quali oltre ad esserci una dettagliata documentazione, vi è la possibilità di osservarli in funzione (si parla delle piccole Town).
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Da tale analisi emerge come il processo di aggregazione delle persone che dovranno formare la Comunità è di importanza fondamentale, poiché
solo quando le persone si aggregano in base a certi criteri
esse saranno in grado di originare quei processi
che sono alla base del benessere di tale tipo di comunità.
Ed emerge come
il criterio fondamentale per l’aggregazione delle persone
SIA LA COMUNANZA DI VALORI,
poiché solo quando in un gruppo di persone vi sono convinzioni morali comuni, è possibile avere una integrazione sinergica degli abitanti (è possibile conseguire una condizione nella quale le persone sono sono spontaneamente solidali – e collaborative – con le altre persone della Comunità).
Questo è l’esempio fornito, ad esempio, dai Coloni del Nord America, i quali si aggregavano in base alla loro cultura originaria (in base ai loro paesi di origine), o in base alla loro Religione.
Ma ancora oggi si può vedere come
gli immigrati che arrivano nelle Metropoli
tendono spontaneamente ad aggregarsi in base all’etnia di provenienza,
creando “ghetti” in cui sono separati Neri, Bianchi, Latino americani, Cinesi, ecc ..
[vedi più avanti il cap. ”Il punto critico dell’aggregazione delle persone (integrazione)”]
► a livello strutturale, si tratta di trovare una autonomia materiale (almeno parziale) dal Government nazionale
Se la questione qualitativa della aggregazione delle persone (attorno a Valori comuni) è fondamentale per avere una fondazione solida della Comunità, per cominciare nel migliore dei modi a definire le modalità di organizzazione della Comunità è in ogni caso molto importante comprendere come la Comunità sociale di ordine tradizionale sia sempre stata caratterizzata da un modello specifico di organizzazione .(oggi si direbbe del government).
Ovvero la caratteristica fondamentale
del government del Villaggio tradizionale
È IL SISTEMA DI AUTO-GOVERNO, NEL QUALE LA COMUNITÀ PRENDE DECISIONI IN MODO INDIPENDENTE DA ISTITUZIONI GOVERNATIVE ESTERNE.
Come si è detto in altri punti, anche le “dittature” come quella dell’Antica Roma avevano compreso che era meglio per tutti che le popolazioni locali di autogovernassero secondo la loro tradizione. E quando le piccole Town del Nord America si sono viste sopraffare dalla tirannia della Monarchia inglese esse si sono ribellate per dotarsi di un self-government (che in gran parte esiste ancora oggi).
Ancora oggi nelle metropoli alcune etnie, non solo si aggregano in aree specifiche della Città, ma tendono anche a crearsi un loro sistema di government e di giustizia autonomo rispetto a quello ufficialmente in vigore (come è il caso dei Musulmani).
Ed inoltre nella Società occidentale sono ancora molti i casi nei quali i Cittadini, in una dimensione ultra-locale, adottano sistemi di autogoverno: Circoli privati, Condomini, Cooperative, ecc …).
Questi sistemi di autogoverno “privati” sono sostanzialmente ciò che oggi è definito come Democrazia diretta.
Le precondizioni necessarie per poter sviluppare una tale tipo di government autonomo rispetto ad un Governo centrale
Le precondizioni per poter sviluppare un tale tipo di government sono quelle tipiche del Villaggio tradizionale (oggi, appunto, rappresentato dalle piccole Town USA).
Nello specifico si tratta cioè di
rendersi indipendenti il più possibile dalle istituzioni (Governo e Mercato), dal punto di vista legale, economico, burocratico, ecc ..
(senza tale autonomia non è letteralmente possibile creare una Società di tipo tradizionale basata sul comportamento spontaneo dei suoi abitanti).
Come vedremo in altri punti, ed in particolare nel vol. 3, nel quale sono descritti in modo più dettagliato gli step operativi per la creazione della Comunità sociale di tipo tradizionale, quest’ultima è basata sulla creazione di un Villaggio sviluppato su un territorio privato – come avviene oggi per le comunità come quelle dei “bio-villaggi”, ed anche nelle “Città private” – nel quale, come in un condominio, tutte le parti comuni sono si proprietà degli abitanti (proprio come le parti comuni di un condominio) e quindi non dipendendo da istituzioni esterne.
Come vedremo questi nuovi “Villaggi privati” sono soliti avere condizioni di favore dalle amministrazioni in questo con essi si propone una modalità di vita particolare la quale è molto appetibile per organismi governativi locali che vogliano adeguarsi alle nuove leggi e direttive ecologiche.
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Si tratta di agire:
● reintroducendo basi non-economiche della vita sociale,
Per ottenere ciò è necessario seguire un percorso che, già dall’inizio,
permetta di essere indipendenti dall’utilizzo del denaro:
il sistema sociale deve cioè essere basato sul volontarismo, su scambi non monetizzabili (a livello di prestazioni e di beni materiali).
Non utilizzando il denaro, tra le altre cose, non si è soggetti a tassazioni: ricordiamo che si parla di un ambito privato poichè tutto il Villaggio è una proprietà privata degli abitanti, e quindi ogni “transazione” – scambi di favori o di beni come cibo già cucinato – tra le persone equivale a quella dei proprietari di alloggi nella stesso condominio.
[si veda più avanti il cap. “Verso una nuova Economia 2.0”]
● reintroducendo un elevato livello di indipendenza materiale della Comunità (quel livello che oggi esiste in USA nelle piccole Town e nelle nuove “Città private”).
Si tratta di una indipendenza materiale che deve essere relativa tanto alle strutture della Pubblica assistenza (Welfare) quando al Mercato.
Questa condizione oggi
si sta sviluppando in molte parti del mondo dove sorgono nuove comunità
come quelle definite della “self-reliant life” (il caso forze più interessante è quello delle comunità basate sulla Permaculture).
Si noti che la crisi dell’Occidente ha aperto gli occhi anche ad intere nazioni come gli USA e l’Ucraina, le quali hanno compreso che per loro è necessario essere indipendenti a livello materiale dalle altre (ad esempio da Russia e Cina).
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Si veda più avanti un approfondimento di questo argomento nei capitoli “Alternative di vita rispetto al Mercato (al Consumismo)” e “Alternative rispetto al Government centralizzato (e al Welfare)”.
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● reintroducendo una autonomia legislativa dalle Istituzioni ufficiali (almeno in una certa misura).
Una autonomia che permetta di sviluppare sul proprio territorio azioni di government “in parallelo” rispetto a quelle del Government istituzionale.<vedi il mio testo ’‘A transition model: Advocacy Democracy (how to govern ””in parallel”)’ in ’’Introduzione al progetto Open Government Platform’>
Tali azioni sono possibili poiché, come hanno dimostrato i casi esistenti,
– nell’immediato, seguendo le modalità già utilizzate dai molti casi di comunità di questo tipo già esistenti, si possono stipulare accordi con vari livelli di government/amministrazione “sovra-locale” (Comune, Regione, Stato).
In tal modo si possono ottenere vantaggi per quanto riguarda la regolamentazione urbanistica, i tributi, ecc ..
Ricordando che una delle peculiarità di questo tipo di Comunità è di essere una sorta di un unico condominio nel quale tutte le strutture comuni fanno parte di una unica proprietà privata (sono l’equivalente del cortile del condominio), è possibile contattare le Istituzioni governative locale proponendo reciproci vantaggi.
Il successo di queste contrattazioni deriva dal fatto che, tra le altre cose, si tratta di una iniziativa “politically correct” dalla quale il Comune ospitante può ottenere notevoli vantaggi (come accesso a sovvenzioni, visibilità internazionale e conseguente salto di qualità nella carriera politica di chi partecipa al patto).
Come si illustra in un capitolo successivo, il Comune ospitante può favorire la nuova Comunità facendo delle “eccezioni”: ad esempio per lo smaltimento dei rifiuti (in una comunità del genere i rifiuti sono enormemente inferiori, e si può pagare solo per i pochi cassonetti esterni); o eccezioni per quanto riguarda gli oneri urbanistici (la comunità è autosufficiente).
Dobbiamo inoltre tener conto all’interno della Comunità non esistono oneri per le Istituzioni locali per ciò che riguarda costruzione di infrastrutture per le abitazioni, pulizia delle strade, sgombero neve, manutenzione strade e aree pubbliche, poiché si tratta dal punto di vista legale dell’equivalente di Condominio e del suo giardino.
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Benchè si possano ottenere risultati migliori, più completi, quando si mette in piedi un vero Villaggio, è possibile ottenere dei buoni risultati parziali quando si raggiunge un certo livello di autonomia dalle Istituzioni governative (e dal Mercato) con iniziative molto semplici come quelle già citate nelle quali le persone si uniscono in un gruppo per sviluppare attività che aumentano il benessere pur vivendo in un contesto urbano (come gruppi di acquisto – ci si rende indipendenti dalle ingenti spese ordinarie, e si ha una miglior qualità dei prodotti; o Placemaking, manutenzione del verde pubblico, ecc … – iniziative che possono essere facilmente finanziate con denaro pubblico).
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Ma nell’immediato, è anche possibile
– operare contemporaneamente in sede Politica nazionale per migliorare la situazione legislativa.
Ovvero è possibile arrivare ad un maggior livello di autonomia nei confronti delle Istituzioni governative nazionali, operando in modo graduale a livello di Politica nazionale per ottenere un miglioramento del quadro legislativo generale che favorisca – o che per lo meno ostacoli in modo minore – la creazione di “Villaggi privati” indipendenti dalle Istituzioni governative centrali.
Ciò può essere fatto confrontandosi con la Politica istituzionale facendo pressioni per ottenere miglioramenti della situazione attuale: quando si raggiunge un certo livello di consenso della popolazione nei confronti di tale tipo di iniziative, i Politici non possono più permettersi di non prendere in considerazione tale tipo di richieste (vedi il caso limite di Nigel Farage, leader della Brexit, che per supportare l’uscita dell’Inghilterra dalla EU si è fatto eleggere al “nemico” Parlamento europeo).
[Come indicato in un capitolo successivo – “Lo sviluppo di una Società alternativa è sostanzialmente una “Secessione morbida” (“State-exit”)” – si prevede una “exit strategy” basata sull’attivazione di semplici istituzioni autonome che governano “in parallelo” rispetto alle istituzioni centrali]
<vedi anche:
– il mio articolo “La Politica dei Cittadini (3): Manifesto della Politica dei Cittadini (Sintesi delle caratteristiche di un Movimento di opposizione di successo)“
– il mio testo “A transition model: Advocacy Democracy (how to govern “in parallel”)”
– il mio testo “The acquisition of a new ‘de facto power’”> ]
In questo testo ci si occupa prevalentemente di iniziative finalizzate alla creazione di una comunità urbana ex-novo, ma si delineano anche iniziative di “riconversione” di parte del territorio già urbanizzate.
Si veda un approfondimento nel capitolo successivo “le due modalità di sviluppo della comunità indicate in questo testo: ricostruire la comunità ex novo, e riconvertire parti delle le comunità urbane esistenti”
ALCUNE CONSIDERAZIONI OPERATIVE SULLA CREAZIONE DI UNA COMUNITÀ DI ORDINE TRADIZIONALE (LA NECESSITÀ DI RIPARTIRE DA CAPO)
Come detto nel vol. 1, per poter recuperare il benessere (dal punto di vista materiale e psicologico) perduto con l’evoluzione della modernità è necessario intraprendere un percorso nel quale si ripristino .. quelle caratteristiche della Società tradizionale dell’uomo oggi perdute.
Ricordando che
per costruire una Comunità sociale di tipo tradizionale
che possa effettivamente funzionare
è indispensabile seguire
i Principi fondamentali di tale Sistema sin dall’inizio,
è quindi necessario in primo luogo definire con chiarezza quali sono tali Principi.
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Sostanzialmente per poter costruire una Comunità sociale basata sul modello tradizionale è necessario a monte di tutto ripristinare quelle condizioni operative che hanno permesso all’Essere umano di fare un salto di qualità con la creazione del Villaggio.
(premessa) le due modalità di sviluppo della comunità indicate in questo testo: ricostruire la comunità ex novo, e riconvertire parti delle le comunità urbane esistenti
Per comprendere meglio come in questo sia qui sviluppata l’idea dello sviluppo di una Comunità sociale di ordine naturale è necessaria una premessa: vi sono due principali modalità per ricostruire una comunità sociale di un nuovo modelle che devono essere presi in considerazione:
● la creazione ex-novo di una Comunità sociale costruendo un “Villaggio” letteralmente dal nulla.
(Nel presente testo ci si occupa in prevalenza di questa modalità)
Questa è la strada più efficace, poiché essa permette di essere indipendenti da Government istituzionale e Mercato
ad un livello sufficiente per poter sviluppare effettive modalità di organizzazione tradizionale della comunità. Esempi di questa modalità si possono vedere, ad esempio, nel caso degli eco-villaggi.
Attuare questa modalità è relativamente semplice poiché in questo caso si approfitta di un un trend spontaneo che sta portando allo sviluppo di iniziative di questo genere: per tale ragione è possibile riferirsi ai casi già realizzati per vedere come tecnicamente si possa realizzare il Villaggio, come si possano avere accordi proficui con le Istituzioni locali, ecc ….
L’importanza di tale tipo di iniziativa è dovuto al fatto che essa porta ad una
crescita di consapevolezza
di come si possano avere grandi vantaggi già nelle prime fasi.
Vantaggi come
– forti risparmi rispetto al vivere nella società attuale (si tratta del cosiddetto “denaro liberato” rispetto alla vita urbana): in primis si risparmia sugli affitti, su molte spese come quella del cibo, dei trasporti, delle manutenzioni di casa e strumenti, energie, ecc … (le persone sono in grado di soddisfare direttamente tali bisogni grazie ai loro skills, e alle attitudini alla cooperazione), e sulle tasse (ciò poiché le transizioni sono nella maggior parte “private”; ed in ogni caso, come hanno dimostrato i nuovi eco-villaggi, si raggiungono accordi con le Istituzioni locali).
Ed inoltre si possono avere facilitazioni e sovvenzioni dallo Stato.
Si tenga conto dell’entità del“denaro liberato” grazie al nuovo modello di vita: si possono risparmiare ogni anno 11.000 € (500 € al mese) per gli affitti, più di 5.000 per utenze e riscaldamento, almeno 2.000 per l’uso individuale dall’auto, almeno 2.000 per il cibo, ecc … Ed inoltre si può avere un supporto economico per le iniziative “green” da parte delle istituzioni.
[vedi ulteriori considerazione sulla questione del “denaro liberato” nel volume 3]
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– investimenti (denaro e fatiche) progressivi: è possibile iniziare da un livello minimo (che garantisce comunque già maggior benessere) con espedienti come l’uso di “case mobili”. (vedi approfondimenti nel vol. 3)
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Con la costruzione di una Comunità sociale ex-novo diviene relativamente facile creare forme di government autonomo rispetto alle attuali Istituzioni governative (grazie appunto agli accordi che si possono stipulare, come dimostrano appunto i casi già attuati di eco-villaggi).
[vedi più avanti il capitolo “Perché il cambiamento qui prospettato all’atto pratico è facile ed economico“]
Si ricorda che si parla in tutto e per tutto di “comunità sociali private”, le quali sono sostanzialmente dei “condomini” (ciò è definito dalle Leggi attuali), ossia sono degli spazi privati nei quali i condomini si possono organizzare in autonomia rispetto alle Leggi che regolano l’organizzazione della Città (anche gli scambi di beni e servizi diventano un “fatto privato”).
Le “comunità private” sono legittime – come illustrato nel volume 1. [vedi nel vol. 1 il cap. “Liberazione da tassazioni a livello nazionale (la Comunità come condominio)”]
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● la riconversione di una parte della organizzazione delle attività sociali urbane è una delle opzioni di sviluppo graduale di una Comunità di ordine tradizionale: è possibile creare tale tipo di organizzazione di una comunità all’interno dell’attuale modello di Società (sul territorio urbano).
Ovvero, per quanto la creazione ex-novo di un un nuovo Villaggio sia la cosa migliore per poter recuperare una buona qualità della vita, è anche possibile ottenere dei vantaggi con la “riconversione” di alcune parti della struttura urbana esistente che si basa su forme di auto-gestione.
Ciò avviene sempre in accordo con le istituzioni governative, ed in molti casi con il loro appoggio.
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Questa modalità si basa sulla creazione di Comunità “private” in ambiti reali (organizzazione di spazi autogestiti) o “virtuali” (basate su organizzazione di attività come “gruppi di acquisto”).
Per quanto riguarda l’ambito reale si possono avere:
– la gestione della vita sociale in spazi comuni privati (come ambienti condivisi nei quali si organizzano circoli privati, homeschooling, ecc .. .
– creazione nel tessuto urbano di veri e propri spazi di vita sociale auto-organizzata dai Cittadini che sono affidati dalle Istituzioni ai privati.
In questo caso non si può ottenere una gestione totalmente autonoma del territorio (come è invece nel caso precedente), ma si possono creare – in collaborazione con il government istituzionale – Comunità di Cittadini che gestiscono una porzione del territorio con una certa autonomia.
Si tratta, tra le altre cose, di comitati di Cittadini (dell’area specifica) che si occupano di curare il verde pubblico, di riparare i marciapiedi, ecc … Una tipologia di tali iniziative è quella del Placemaking, grazie alla quale i Cittadini ottengono dalle Istituzioni locali la gestione di una parte del territorio (ad esempio viene chiusa una parte di una strada, ed in essa vengono piazzate aree verdi, casette per lo sviluppo di attività sociali.
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Sebbene in questo caso non vengano definite forme di government complete – come è nel caso della costruzione di un vero e proprio villaggio – possono comunque essere definite forme di government “privato” nel quale i Cittadini possono gestire in relativa autonomia ambiti specifici della loro vita sociale.
I vantaggi di questo primo livello di autonomia sono:
– grazie a tali modalità di organizzazione della comunità sociale nella quale i Cittadini sviluppano la consapevolezza di come si possa vivere in un modello di società diversa da quella attuale.
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In questo caso si ottengono comunque molti vantaggi:
– È molto più facile da realizzare della vera e propria comunità del Villaggio [vedi più avanti il cap. “perché il cambiamento qui prospettato all’atto pratico è facile ed economico“].
– la gente può partecipare a tali iniziative senza cambiare radicalmente il proprio modo di vivere (cosa che permette di attirare anche chi non ancora convinto di voler cambiare modello di società).
– è un esempio per gli scettici i quali sono fortemente contrari al cambiamento: in questo caso essi possono toccare con mano i vantaggi del modo tradizionale (diretto) di organizzazione della vita sociale.
<vedi sull’argomento i miei testi:
– “The path of change begins by rethinking Cities (reforming urban governance)”
– “Introduction to the Open Government Platform project” a proposito degli strumenti per la aggregazione dei Cittadini in “gruppi di lavoro” (in “Social Network” dedicati allo sviluppo di Politiche dei Cittadini).
► COME È POSSIBILE RIPARTIRE? CONSIDERAZIONI GENERALI
I PASSI DA INTRAPRENDERE PER RICREARE LA COMUNITÀ DI ORDINE NATURALE
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In questo capitolo vediamo come si possa sviluppare il primo punto, la creazione “ex-novo” di un Villaggio che sia in grado di produrre quel benessere che oggi è venuto a mancare.
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La questione fondamentale è tale comunità deve in primo luogo funzionare sotto l’aspetto umano, ovvero è necessario comprendere come si possibile recuperare quell’”ordine spontaneo” che è alla base della società in grado di produrre benessere.
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I due punti critici sono:
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1. la questione fondamentale del recupero della cultura tradizionale (oltre la dimensione ideologica)
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2. l’aggregazione delle persone (dell’integrazione): un punto essenziale è avere quella omogeneità della popolazione che permette di avere non solo una condizione nel quale si minimizzano i conflitti, ma che permetta anche di avere quella omogeneità di intenti che è alla base dell’armonia della comunità.
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Per ottenere nuovamente benessere si tratta quindi sostanzialmente di ricreare quella che era l’essenza della Comunità del Villaggio.
Nei prossimi due capitoli vediamo come ciò vada fatto dai punti di vista:
● dell’aspetto umano: si tratta di recuperare quel “fattore umano” che è alla base della Società di ordine tradizionale.
● dell’aspetto dell’organizzazione della comunità sociale (della componente “governativa”): si tratta qui di recuperare quella modalità di organizzazione della vita sociale sviluppata in modo spontaneo (grazie alle attitudini delle persone e all’imposizione di regole).
(A) Ricreare la comunità: DAL PUNTO DI VISTA DELLA COMPONENTE UMANA
Ricordiamo che la qualità di una società è determinata dalla qualità delle persone che la compongono [vedi nel vol.1 il cap. “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]
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La considerazione essenziale è che
la comunità del Villaggio tradizionale ha funzionato per millenni per il fatto che i suoi abitanti avevano una base comune di valori
(di Principi fondamentali)
impressa nelle loro coscienze.
Questa è l’unica modalità che si può seguire per creare una comunità che, come quella tradizionale del Villaggio, si sviluppi in modo ‘naturale’, spontaneo (in tal modo le persone stesse, con l’esperienza, possono definire le regole della vita sociale).
Il fatto è che il costringere le persone a seguire regole scritte a priori da altri, impedisce la spontaneità nel seguire le regole fondamentali (che in tale comunità sono “registrate” nella coscienza delle persone), e porta inevitabilmente alla condizione di caos sociale attuale. Ed ad graduale peggioramento poiché il fatto che inizialmente le regole imposte che non vengano seguite (perchè non sono ‘sentite’ dai Cittadini) porta inevitabilmente al dover ricorrere ad una rafforzamento delle regole imposte dall’alto.
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Deve cioè essere chiaro a monte di tutto che
una comunità sociale che sia in grado di produrre reale benessere
non può essere definita da qualcuno
con un processo dall’alto in basso.
Ma
la definizione di una Comunità sociale di tipo tradizionale
È UN PROCESSO SPONTANEO
CHE PUÒ AVVENIRE SOLO
LADDOVE INIZIALMENTE LE PERSONE ABBIANO POTUTO SCEGLIERE CON QUALI ALTRE PERSONE AGGREGARSI,
(si tratta di una scelta effettuata in base a vari criteri, ma fondamentalmente in base ad un riconoscimento istintuale di una comunanza di idee sulla vita – si tratta sostanzialmente di un processo di aggregazione per empatia).
In caso contrario all’interno della comunità viene a mancare la capacità da parte dei Cittadini di occuparsi della Comunità, cosa che impedirebbe di sviluppare la Comunità in modo sostenibile.
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In altre parole, per la costituzione di una comunità sociale che sia in grado di produrre un reale benessere – che quindi veda ogni abitante della comunità agire spontaneamente in funzione del benessere di essa
non esiste la soluzione universale
ma esistono solo
dei principi universali dell’essere umano da seguire.
Principi sui quali, appunto, nella sua Storia l’Uomo ha costruito nel tempo un bagaglio culturale specifico di regole, principi morali che erano alla base della Società tradizionale prima dell’avvento della attuale modernità.
Ovvero
(1)
per creare una società che produce benessere
NON SI PUÒ SEGUIRE UN PROGETTO UNIVERSALE
(come viene fatto per la Società moderna)
ma è necessario a monte di tutto
SCOPRIRE I PRINCIPI NATURALI DELLA VITA DELL’UOMO
E SEGUIRLI
Ogni progetto che parta dall’idea di qualcuno che pensa di sapere cosa è meglio per gli altri, finisce appunto per creare un sistema basato su imposizioni, che può funzionare per anni (con continue imposizioni alla popolazione), ma alla fine implode, come è accaduto ai totalitarismi del “900.
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Inoltre, analizzando la Storia notiamo che il tratto comune della formazione di Comunità sociali che abbiano saputo produrre benessere è stato quello di
(2)
SEGUIRE I PRINCIPI FONDAMENTALI SIN DALL’INIZIO.
Poiché, in caso contrario, differenti visioni su convinzioni fondamentali come possono essere quelle morali, o metafisiche, come ci mostra la Storia, portano inevitabilmente a conflitti nei quali i “vincitori” finiscono per imporre la loro visione agli altri. E a tal punto la Società comincia ad assumere le caratteristiche di quella attuale nella quale l’imposizione di regole da parte di qualcuno ha portato alla generazione del circolo vizioso nel quale le persone non rispettano più le regole, e di conseguenza si rende necessario inasprire le imposizioni.
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La difficoltà di integrare persone dalle differenti “convinzioni di base” (differenti culture) è dimostrato da quanto accade nelle Metropoli nelle quali l’integrazione delle persone che migrano in esse si ha solo quando gruppi della stessa etnia riescono a costruire una loro enclave separata del resto della comunità urbana.
I fattori costituzionali di una comunità che funziona in modo spontaneo
In sintesi quindi, le esperienze millenarie dell’Umanità ci mostrano come
1) le comunità dell’uomo abbiano funzionato nel produrre benessere solo quanto esse erano nella condizione di gestire se stesse (anche grazia ad una azione spontanea da parte degli abitanti).
2) tale condizione esista solo se tale Comunità si basa su fattori fondanti indispensabili per creare una interazione corretta tra gli abitanti.
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Per per creare una Comunità sociale che – come era il Villaggio sviluppatosi dal Neolitico – funzioni in modo spontaneo (e non abbia bisogno di Istituzioni che impongano regole agli abitanti)
è necessario in primo luogo definire con chiarezza
quali sono i suoi fattori costituzionali.
Ossia, riassumendo, tale comunità si basa su una condivisione del paradigma che consiste in:
► una base comune di valori fondamentali: questa condivisione è indispensabile per avere sinergie tra le persone a livello istintuale.
Ovvero una imposizione di “convinzioni di base” porta inevitabilmente a conflitti interni alla società, ed alla necessità di imporre “l’ordine” utilizzando al forza.
► una comunanza delle modalità di vita (dei vari aspetti pratici della vita).
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Inoltre nel nostro caso è necessario che le persone abbiano
► attitudini compatibili con una Comunità che recupera modalità di vita che in alcuni casi sono molto differenti da quelle attuale delle “modernità urbana”.
Ovvero il fatto di portarsi dietro le attitudini tipiche della attuale Società occidentale (prevaricazione, dipendenza da molti processi insostenibili, ecc …) può essere un ostacolo all’integrazione sinergica che è alla base di una Comunità sociale tradizionale.
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Sono inoltre necessarie:
► molte competenze specifiche poiché per il fatto che è indispensabile rendersi indipendenti Sistema assistenziale pubblico (Welfare) e dal Mercato (forniture, riparazioni, ecc …) gli abitanti della comunità devono essere in grado (come avveniva un tempo) di risolvere le questioni di produzione di cibo ed energie, di costruzione e riparazione di edifici e strumenti, ed in parte della salute.
Ovvero, poichè in tale tipo di Comunità le soluzioni avvengono grazie alla collaborazione spontanea tra gli abitanti, è necessario:
1) che ogni abitante abbia le competenze di base.
2) che all’interno della comunità vi siano tutte le competenze necessarie per risolvere i problemi (per lo meno la maggior parte di essi).
Ricordiamo che nella nuova dimensione la Comunità sociale di ordine spontaneo:
– la Comunità funziona in modo corretto per il fatto che tra le persone vi sono forti sinergie, e sono sviluppate modalità di collaborazione.
– la Comunità è supportata da una rete di solidarietà che comprende altre comunità anche geograficamente distanti.
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Si deve tener ben presente che se in questo processo di “ricostruzione” di una Comunità in grado di svilupparsi in modo spontaneo con il contributo degli abitanti vengono a mancare tali elementi fondanti “non scritti” (il “paradigma condiviso”) il gruppo di persone non diventerà mai una comunità,
Ovvero in tal caso si avrà un Villaggio residenziale probabilmente caratterizzato da una qualità della vita (inizialmente) migliore della media attuale, ma tale comunità non sarà in grado di sostenere se stessa in modalità “fisiologia”, spontanea, e sarà quindi necessario ricorrere ad ingenti spese nel suo sviluppo (come accade oggi nelle Città occidentali), ed al ricorso di supporti esterni, per cui il Villaggio sarà sempre assoggettato alla attuale politica istituzionale.
Il problema delle forti spese introduce la questione dei debiti.
Escludendo che nella condizione economica attuale i futuri abitanti della comunità possano essere tutti piuttosto ricchi, una mancanza di competenze che induca la necessità di effettuare forti spese per la creazione del Villaggio costringerebbe tali abitanti – come è costume della nostra società – a ricorrere a debiti (ad esempio ad un mutuo).
Ed i debiti rappresentano un debolezza che per come è impostato il sistema di Mercato attuale può essere fatale: il debito (credito) è infatti oggi una strategia di chi impresta i soldi per rendere dipendente da esso chi li riceve. Ovvero il credito oggi è utilizzato dai finanziatori (Banche, Istituti finanziari) – spesso con l’appoggio dello Stato, che ad esempio modifica le modalità di restituzione dei mutui – per prendere possesso delle proprietà poste come garanzia.
Il caso forse più significativo di questa strategia predatoria è quello della Cina, che sta riuscendo a prendere possesso politico di altre Nazioni elargendo crediti, e quindi facendo in modo che per queste ultime sia impossibile restituire il denaro ricevuto.
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In altre parole gli abitanti della comunità, quando manca in essa una condivisione dei Valori e dei Fini – e quindi del senso di solidarietà e della spinta alla cooperazione – non saranno in grado di adottare quelle modalità di vita “alternative” che permettono alla comunità di essere indipendente dalle Istituzioni governative esterne (come per la raccolta rifiuti, per i servizi del Welfare, ecc …) e dal Mercato del super-consumismo attuale (dal meccanismo insostenibile del Consumo).
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Come detto in altri punti, qui ci si occupa prevalentemente del modello di comunità costituita ex novo, un nuovo villaggio, che rappresenta la via più diretta allo sviluppo di una Comunità di tipo tradizionale. Ma, come detto, è anche possibile costituire una comunità in una zona urbana già esistente.
(B) ricreare la comunità: dal punto di vista della componente governativa
Nella comunità di ordine tradizionale in sintesi quindi
l’organizzazione della vita sociale è un qualcosa di spontaneo:
essa si basa sulle attitudini delle persone e non sull’imposizione di regole.
Ovvero per definire nello specifico come debba essere organizzato (governato) tale tipo di comunità non è necessario fare molti ragionamenti, perché una volta che viene fondata in modo “fisiologico” (rispetto alle qualità naturali dell’Essere umano) essa si sviluppa in modo spontaneo verso lo sviluppo di benessere.
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Il fatto è che in una comunità in cui nel prendere decisioni tutti si basano sulle stesse intime convinzioni, e su una condivisione di Valori, porta la popolazione a vivere in una dimensione di empatia nella quale si riesce quasi sempre a trovare soluzioni che soddisfino un po’ tutti (si veda il prossimo capitolo).
Ciò è favorito dal fatto che in tale contesto, come vediamo poco più avanti, vi è la possibilità di option-out che permette ai Cittadini di non aderire (non pagare le spese) per iniziative sulle quali essi non sono d’accordo.
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Nelle Comunità del modello tradizionale
le decisioni vengono prese attraverso forme di “government” direttamente partecipato dai Cittadini
come quelle utilizzate ancora oggi in molte piccole Town USA: Assemblee dei Cittadini nelle quali i cittadini si ritrovano a proporre e discutere ciò che va fatto per migliorare la qualità della loro vita.
La necessità di comprendere come il modello di sviluppo spontaneo della Comunità sia radicalmente differente da quello utilizzato oggi
Si tenga conto che per comprendere come sia possibile che una comunità possa produrre benessere organizzandosi da sé, è prima di tutto necessario comprendere che
si tratta di uno scenario
radicalmente differente
da quello in cui si sviluppa l’attuale Società occidentale.
Alcune tra le molte e profonde differenze tra la governance del modello attuale di Comunità sociale e quella tradizionale consistono nel fatto che in quest’ultima:
● nelle assemblee della popolazione non ci si limita a votare proposte definite a priori, ma si propone direttamente ciò che si vuole attuare e quindi si dibatte la questione fino a che si trova un accordo.
In tal caso l’accordo è possibile anche per il fatto che nella modalità tradizionale di “government” si possono deliberare soluzioni che non creano scontentezze, poichè in tale dimensione vi è:
● la libertà di “option out”, ovvero la possibilità per un cittadino di non aderire ad una iniziativa è una altra peculiarità della Comunità di ordine tradizionale.
In tal caso cioè i Cittadini che non sono d’accordo su una iniziativa, non pagano per la sua attuazione – e non utilizzano l’opera pubblica in questione – come è, ad esempio, nel caso dell’installazione di un ascensore in un condominio (dove chi non partecipa alle spese non usa l’ascensore).
In realtà chi non abbia vissuto in comunità di tal tipo deve comprendere che in essa le cose funzionano perché le persone si sono aggregate in base ad una condivisione di Valori e di Fini che porta a senso di rispetto per il prossimo (in tale comunità non vi è l’individualismo tipico della modernità, ma si vive in una dimensione di solidarietà). [vedi più avanti nel cap. ”Le qualità fondamentali della società che si sviluppano spontaneamente quando esistono le condizioni precedenti” il punto “Solidarismo, associazionismo”i
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Si noti come in questo modo di governare la comunità, tra le altre cose si elimina il problema della “dittatura della maggioranza” che in molti individuano nella forma di government moderno (la quale di fatto oggi è una “dittatura delle minoranza”, poiché il partito al governo rappresenta un minoranza della popolazione). <si veda il capitolo “The Problem of the Dictatorship of the Majority (and of the Minority)” nel mio articolo “Politics (of the 20th century) is dead: it is necessary to restore real democratic politics”>
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Ricordiamo che
per quanto riguarda il government della comunità
non si deve inventare nulla:
TUTTO È GIÀ TUTTO STATO SPERIMENTATO CON SUCCESSO
Ovvero non solo vi sono i casi dei Villaggi dell’uomo dal Neolitico, ma ancora oggi possiamo vedere i casi delle Town USA che, dal tempo della creazione della prima Democrazia moderna, quella USA, sono governate direttamente dai loro abitanti (in modo spontaneo, senza la presenza di istituzioni).
Si tratta quindi di utilizzare ciò che è stato sperimentato con successo per millenni, e ed aggiungere a tali metodi e strutture ciò che delle scoperte dell’ultimo secolo può renderle migliori [vedi la possibilità di utilizzare quella parte di tecnologie effettivamente sostenibili, come la Rete internet che permette ad esempio alle persone di interagire a distanza, con dibattiti, gruppi di lavoro, votazioni, ecc .. [vedi più avanti il cap. “La questione della sostenibilità delle tecnologie” ]
Le caratteristiche peculiari del government della Comunità tradizionale
In sintesi le caratteristiche del government della Comunità tradizionale differiscono in modo radicale da quelle del government attualmente in uso nella Nazioni occidentali nei punti esposti qui di seguito.
Nel tipo di organizzazione tradizionale della Comunità le persone decidono direttamente cosa la comunità debba fare (in tale contesto le persone sono realmente sovrane – “We the People” – come in effetti dovrebbe essere in una vera Democrazia). Ovvero in tale situazione:
● non vi sono “professionisti della Politica”: le cariche istituzionali sono temporaneamente tenute da persone che svolgono altri lavori (e ricevono unicamente un “rimborso spese”). E la loro attività a livello del government è minima, poiché le iniziative vengono sviluppate da gruppi di lavoro formati dai Cittadini.
Vi sono normalmente pochi dipendenti della Amministrazione per svolgere lavori di segreteria, per le pratiche burocratiche.
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● tutte le opere pubbliche sono decise dai Cittadini stessi.
Ricordiamo che si tratta di un contesto che non è altro che una sorta di condominio e quindi in esso
– si è liberi di scegliere cosa fare (o non fare): si fanno le cose per le quali si ritiene valga la pena investire del denaro. In tale contesto opere pubbliche e servizi di prima necessità – come ospedali – possono essere create in sinergie con altre comunità locali sul territorio <vedi il capitolo “Il livello sovra-locale del government (di opere e servizi dello stato)” nel mio testo nel mio testo “Oltre la Social-democrazia”>
– vi è la possibilità di option-out, ossia la libertà di non pagare per opere che si considerano inutili, e che non si vogliono utilizzare.
<vedi l capitolo “Le spese della P.A. effettuate con l’attuale sistema di tassazione producono risultati inefficaci” nel mio articolo “Il problema del sistema delle tasse utilizzato attualmente in occidente”>
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In sintesi quindi in un sistema del genere:
● non vi sono Tasse nel senso attuale, ma solo contributi volontari
Nella Comunità di tipo tradizionale non vi sono infatti spese obbligatorie (vedi possibilità di option-out, e quindi possibilità di sovvenzionare solo ciò che si vuole vedere realizzato).
In tale contesto
le tasse sono cioè delle “collette pubbliche”:
un’altra particolarità – determinante per garantire un livello sostenibile delle spese, e una buona qualità di ciò che viene realizzato – è il fatto che tali tasse volontarie
– sono riferite a scopi specifici, e
– sono pagate a posteriori (ossia solo quando è stata deliberata una spesa specifica) mentre oggi i Cittadini sono costretti a pagare Tasse senza che si sappia ancora per quali spese verranno utilizzate.
Nel linguaggio attuale si può parlare di explicit spending/dedicated taxes (in italiano è, grosso modo, “Tasse di scopo”).
Ad esempio in tale contesto non vi è più una tassa per la pensione, o per l’assistenza sanitaria, ma solo Assicurazioni tradizionali. Si tenga conto che risparmiando sulle tasse tradizionali – come è permesso già in altre nazioni a Comunità che non utilizzano tali servizi, come gli Amish – è possibile sottoscrivere assicurazioni private molto più efficaci (a “livello svizzero”).
Una caratteristica importante: in questo caso le persone non dicono più “qui tanno facendo un’opera pubblica”, ma dicono “qui noi stiamo facendo un’opera pubblica”.
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● non vi sono regole (Leggi) da rispettare che non siano create direttamente dai Cittadini, E tali leggi possono possano essere cambiate il giorno dopo, se si vede che esse non funzionano.
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● l’ordine nella comunità è tenuto dai Cittadini stessi, che pagano del personale (la politica locale) se che interviene se se ne sente il bisogno.
Ricordiamo che in questo caso l’intero Villaggio è una comunità privata, come un condominio. E quindi
Dal punto di vista del government si tratta sostanzialmente di ricreare la forma originaria di Democrazia (con una partecipazione diretta dei Cittadini ai processi deliberativi)
Dal punto di vista strettamente operativo della definizione di metodi e strutture di organizzazione della Comunità
non si tratta altro che di
fondare da zero una Democrazia.
Si parla cioè di creare una “vera Democrazia”, ossia quella forma di government che è stata definita inizialmente nella antica Atene, e poi nel ‘700 creata nuovamente come prima Democrazia moderna con la Rivoluzione americana (che oggi sopravvive in molte cittadine di provincia USA, ed in altre realtà locali come in parte della Svizzera)
Come vediamo nel Vol. 1, oggi le cose possono funzionare molto meglio di come funzionavano a quel tempo – nel ‘700 – quando ci si muoveva a cavallo e si comunicava tramite lettere. Oggi è possibile fare di meglio con le nuove tecnologie della mobilità e della comunicazione.
[si veda nel vol. 3 il cap. “Le opportunità di miglioramento della Democrazia “by the People” offerte dalle nuove tecnologie”]
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Ovvero si tratta della Democrazia in quanto formalizzazione del tipo di “government” della Comunità sociale utilizzata dal Neolitico nei Villaggi:
– il modello di government della Democrazia di Atene infatti non era altro che quello già utilizzato nella aree rurali da migliaia di anni; e
– la Rivoluzione americana non ha fatto altro che eliminare il “Governo centrale” della Monarchia inglese, per continuare a praticare in autonomia il government diretto dei Villaggi stabilito dai primi coloni del Nuovo continente.
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Quindi, per formare una Comunità sociale che possa auto-governarsi in modo spontaneo, si tratta di aggregare delle persone che condividano i Valori (la visione) della Democrazia (del government descritto da Lincoln con la famosa frase “that government of the people, by the people, for the people”.
<vedi il capitolo “The need to reflect on the qualities of government “by the citizen”” nel mio articolo “The need to develop a dimension of effective participation in the government of citizens (bottom-up governance modality)”>
Come specificato in altri punti,
il problema è che oggi manca la percezione di cosa sia veramente una Democrazia (perché essa possa effettivamente funzionare), e quindi la maggior parte delle persone preferisce essere governata da altre persone.
COME È POSSIBILE RECUPERARE QUELL’”ORDINE SPONTANEO” CHE È ALLA BASE DELLA SOCIETÀ IN GRADO DI PRODURRE BENESSERE?
Quindi, per creare una comunità che come la società del modello tradizionale del Villaggio possa cominciare a produrre un reale benessere, è necessario ripristinare quelle condizioni operative che erano alla base di tale modello.
In essenza si tratta di reintrodurre i fattori di quello che è definito come “ordine spontaneo”.
Una riflessione sull’importanza del fattore “spontaneità” nello sviluppo della Comunità sociale
Vediamo quindi un po’ più nel dettaglio alcuni punti critici da affrontare per la creazione di una Comunità sociale che possa funzionare nella modalità del cosiddetto “Ordine spontaneo.”
La chiave del buon funzionamento di tale tipo di Comunità sociale è la spontaneità: tale società infatti produce un effettivo benessere solo quando
l’organizzazione della Comunità
funziona con un contributo spontaneo
da parte degli abitanti.
[vedi nel vol.1 il già citato cap. “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]
É quindi necessario innanzitutto riflettere sul concetto di spontaneità.
La prima considerazione è che la dimensione di spontaneità è un qualcosa di opposto alla dimensione che è oggi alla base della modello di organizzazione della Società moderna.
La spontaneità che è alla base della Comunità di tipo tradizionale è, appunto, un atteggiamento caratterizzato dalla “tendenza abituale a comportarsi con naturale franchezza e immediatezza” (enciclopedia Treccani). In tale dimensione le persone decidono direttamente, di volta in volta, quali siano le cose da fare per soddisfare i loro bisogni (potendo ritornare immediatamente sulle loro decisioni).
All’opposto accade nella attuale Società occidentale, dove lo sviluppo della società è pianificato e le azioni dei Cittadini sono imposte dall’alto.
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In altre parole oggi alla dimensione di spontaneità di organizzazione della Comunità tradizionale si è sostituita la modalità della “Ingegneria’ sociale” con la quale si pretende migliorare la vita delle persone che vivono in una dimensione di effettiva libertà (quella maggioranza di persone che quando si è avviato il “progresso” moderno vivevano ancora in una dimensione dei Villaggi tradizionali).
L’esperienza degli ultimi decenni di impostazione “dall’alto” del government ha messo in luce come essa abbia paradossalmente creato un risultato opposto a quello che si era prefissa: invece di miglior qualità della vita, si è ottenuto un profondo malessere materiale e psicologico.
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Per queste ragioni ci si occupa qui di cercare di comprendere come si possa recuperare quella dimensione di spontaneità del modello tradizionale di Comunità sociale.
Come è possibile recuperare l’Ordine spontaneo tradizionale della società? Il caso dei Coloni del Nord America e la “memoria storica”
L’ordine spontaneo ‘inventato’ dall’Uomo nel Neolitico è rimasto per millenni alla base delle Comunità sociali create dal esso:
ancora i Villaggi dei coloni europei che sono si sono trasferiti nell’America del Nord alcuni secoli or sono sono nati in modo spontaneo,
e si sono attribuiti una forma di organizzazione (“government”) di tipo altrettanto spontaneo.
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Ovvero, nel creare nuove Comunità basate sull’Ordine spontaneo, i Coloni del Nord America hanno seguito le seguenti modalità:
● nella fase di aggregazione le Comunità sociali le persone si sono spontaneamente unite con altre persone con le quali vi era una affinità culturale, con le quali era facile creare un legame perché vi era un accordo di base sui modi di concepire la vita, sulle modalità di relazioni tra le persone e quindi sul modo di organizzazione la comunità (si trattava sostanzialmente di una comunanza di Valori).
Sostanzialmente, per quanto riguarda l’organizzazione della loro Comunità sociale, vi era una visione comune del “come si possa vivere” senza il supporto di istituzioni.
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● tali Coloni hanno adottato spontaneamente il modello tradizionale di government del Villaggio che loro avevano vissuto nei loro villaggi d’origine, nei quali per secoli gli abitanti si erano governati da sé, e vedevano con ostilità l’ingerenza di Istituzioni governative esterne alla Comunità.
Si noti che tali Coloni si erano recati nel Nord America proprio per fuggire dall’oppressione che i governi centrali (Monarchie) esercitavano sulle popolazioni locali, e ritrovare la dimensione di autonomia rispetto ad essi.
Tale formazione dei Coloni
li ha portati poi ha combattere
– con la Rivoluzione americana –
la Monarchia inglese,
ed a recuperare nuovamente
l’autonomia che i Villaggi avevano alla loro fondazione.
Significativo è il fatto che tali Coloni dopo la Rivoluzione americana non abbiano sentito la necessità di creare una istituzione governativa di livello superiore a quella dell’assemblea degli abitanti del paese.
Infatti solo successivamente quando l’influenza della Rivoluzione francese su alcuni intellettuali americani i quali sono rimasti affascinati dal potere che avevano conseguito i loro colleghi francesi adottando il modello di government “socialista” (nel quale lo Stato impone appunto il suo potere ai Cittadini). <vedi “There are no longer right or left, but establishment and (real) conservatives” / conservatives”>
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Si notino le due opposte finalità (in conflitto tra loro) delle due rivoluzioni: con la Rivoluzione americana il Popolo si è liberato di chi imponeva ad esso le regole (e ha ricominciato ad autogovernarsi), mentre con la Rivoluzione francese una elite si è impossessata del Potere precedente (i nuovi intellettuali socialisti hanno sostituito le Classi dominanti precedenti).
È importante considerare i due livelli di consapevolezza della popolazione nei due casi: nel caso della Rivoluzione americana la ribellione è stata portata avanti da persone consapevoli di cosa significhi auto-governarsi (da generazioni erano aduse alla vita del Villaggio), le quali hanno deciso in prima persona di liberarsi del tiranno.
Mentre nel caso della Rivoluzione francese (la “Madre” della società moderna europea) le coscienze delle persone – prive di una effettiva cultura tradizionale, poiché non erano persone in grado di badare alla loro vita vivendo esse nella condizione di sottomissione dei Cittadini urbani – sono state manipolate per servire, con la prima fase della Rivoluzione, ad abbattere i Governanti del tempo, ed a mettere il Potere nelle mani di nuovi Tiranni.
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Sostanzialmente, la differenza tra le due rivoluzioni è nella presenza o assenza di una memoria della vita in tempi in cui la qualità della vita era migliore per il fatto che la Comunità sociale era libera di prendere decisioni in autonomia rispetto a governi centrali.
A causa di tale di tale assenza di una memoria del passato le persone finiscono in una condizione di inconsapevolezza a proposito di cosa sia meglio fare, e di conseguenza per finiscono sentire la necessità di farsi guidare dal altri.
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E, appunto, è proprio tale condizione di assenza di memoria delle condizione di vita del Villaggio tradizionale che in Francia ha messo i Cittadini nella condizione di essere strumentalizzati dai Rivoluzionari francesi, facendoli combattere ingenuamente conto il tiranno per poi dover subire un regime di terrore che per molti è stato molto peggiore di quello precedente (si veda ad esempio lo sterminio da parte del governo rivoluzionario dei Cristiani nella Vandea).
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Alla base della attuale crisi, e della difficoltà di recuperare una dimensione organizzativa in grado di creare nuovamente benessere, è
il problema della perdita della “memoria storica”
di come l’uomo abbia potuto per millenni
godere un reale benessere
in una condizione di autonomia rispetto alle istituzioni.
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In altre parole, come vediamo nel prossimo capitolo
la questione oggi è
RITROVARE QUELLA CONSAPEVOLEZZA
DI COME POSSANO ESISTERE
DELLE COMUNITÀ IN GRADO DI GOVERNARSI IN MODO AUTONOMO,
la consapevolezza che aveva spinto i Coloni del Nord America
a sbarazzati del “governo centrale”.
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Quindi, se si vuole creare una Società nuovamente in grado di sviluppare benessere, è necessario a monte di tutto recuperare l’idea della possibilità che si possa effettivamente vivere in una condizione migliore di quella attuale [vedi nel Vol. 1 il cap “1.b – il problema culturale: di perdita della memoria del passato”]
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Più nello specifico, per arrivare a tale risultato è necessario ripartire con un “ripasso” delle fondamenta della Società civile, ad esempio
diffondendo nuovamente la conoscenza di cosa siano la Democrazia, un Carta costituzione, i Diritti fondamentali dell’Uomo.
[argomento trattato nel Vol. 1]
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Nei due capitoli successivi vendiamo quindi le due questioni fondamentali relative al recupero dell’”Ordine spontaneo” che è alla base della società in grado di produrre benessere:
1) la questione fondamentale del recupero della Cultura tradizionale.
2) il punto critico dell’aggregazione (integrazione) delle persone
– 1 – LA QUESTIONE FONDAMENTALE DEL RECUPERO DELLA CULTURA TRADIZIONALE
Per risolvere un problema è importante, in generale, cominciare a valutare le cose partendo dall’essenza di del contesto che si analizza.
In questo caso si tratta di considerare, a monte di tutto, che la qualità di una società è data dalla qualità delle persone che la compongono: la Società dell’uomo ha prodotto per millenni un reale benessere (rispetto alle risorse naturali ed alle tecnologie che essa aveva a disposizione in quella fare storica) perché erano gli abitanti stessi a sviluppare benessere;
nella Società moderna, di contro,
ci si basa sull’idea che siano i governanti a sviluppare benessere,
ma essi in meno di due secoli hanno creato l’attuale situazione di drammatico malessere.
[si veda
– nell’appendice “Quale è la differenza sostanziale tra le due tecnologie (progresso e benessere vengono solo dal basso)”
– nel vol. 1 il cap. “Alcune caratteristiche peculiari del malessere sviluppato dalla Società moderna: il difetto di fabbrica della Società moderna”]
La necessità di re-imparare le cose attraverso un percorso esperienziale
Quindi se si vogliono cambiare veramente le cose nella nostra Società,
è necessario trovare il modo di creare la condizione tradizionale nella quale le persone sono in grado
di organizzare direttamente la loro vita sociale e privata.
In altre parole si tratta di recuperare la Cultura tradizionale dell’Uomo (la quale non è un insieme astratto di nozioni – come si intende oggi – ma è un qualcosa impresso nel profondo della coscienza degli individui – a livello inconscio – che determina una attitudine a reagire in modo istintivo alle circostanze in cui esse si trovano.
Uno dei problemi attuali della nostra Società è appunto quello di aver eliminato la fase fondamentale della formazione tradizionale dei giovani basata su percorsi formativi esperienziali (oggi sostituiti con un percorso astratto, di insegnamento puramente verbale).
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In altre parole
ciò che manca alla popolazione della Società moderna è un “imprinting” culturale di tipo tradizionale, il quale può essere recuperato unicamente attraverso un percorso esperienziale.
Attraverso una “registrazione” nelle coscienze degli individui di una conoscenza che può essere sviluppata unicamente in modalità esperienziale [come si vede in un successivo capitolo “Come si può arrivare a definire una exit strategy dalla attuale condizione di malessere“]
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Si tratta quindi di definire una modalità di formazione delle persone nella quale esse – attraverso una esperienza diretta (learning by doing) – riescano a mettere a punto le loro conoscenze (si tratta del classico percorso che serve a migliorare le proprie conoscenze sviluppato attraverso un “tentativo e correzione dell’eventuale errore” con il quale cui si è sviluppata per millenni la Cultura dell’Uomo).
Più nello specifico si parla di una “ricostruzione” della Cultura tradizionale dell’uomo che permetta:
– di ripristinare le conoscenze che permettevano ai nostri antenati come vivere in quanto a individuo o a famiglia, come organizzare la propria comunità, come affrontare le questioni di tutti i giorni, ecc…
– di ottenere una visione di come vada organizzare una Comunità sociale nella quale si possa sviluppare un reale benessere.
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Come si illustra in altri punti, questo percorso di formazione avviene attraverso esperienze anche di piccola portata, come le già citate sempre più diffuse esperienze nelle quali i Cittadini di un vicinato si riuniscono per gestire una parte del loro territorio locale (vedi il caso del Placemaking, nel quale i Cittadini, con il permesso del Comune, ottengono in gestione del territorio pubblico del vicinato per attrezzarlo con casette prefabbricate per attività sociali, per la creazioni di spazi verdi, ecc … ) [vedi approfondimento nel Vol. 3].
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Riassumendo, questo recupero della cultura tradizionale avviene attraverso:
– educazione scolastica: con scuole private che creino alternative alle modalità di formazione attuale dei giovani (si tratta di annullare l’attuale modalità di “cancel culture”).
Oggi ha un gran successo l’Homeschooling, che permette di creare nuove modalità di educiazione.
– nuovi canali di informazione che diffondano una cultura alternativa a quella Mainstream.
Attraverso i nuovi media online è possibile divulgare non solo le esperienze di vita tradizionale del lontano passato, ma anche quelle attuali di comunità come quelle dei nuovi eco-villaggi, o quelle degli Amish.
– dibattiti nei quali vengano chiariti i dubbi delle persone a proposito di modalità di vita alternative a quella della attuale modernità.
– esperienze di vita sociale anche a basso livello, come quelle del Placemaking, della creazione di Circoli per la gestione da parte dei Cittadini del verde pubblico, ecc ..
– 2 – IL PUNTO CRITICO DELL’AGGREGAZIONE DELLE PERSONE (dell’integrazione)
Riassumendo quindi:
– una Comunità sociale nella quale vi sia un reale benessere, è una comunità che funziona per il fatto che i suoi abitanti operano in modo spontaneo in sinergie gli uni con gli altri. E ciò può avvenire solo
– quando vi sia una forte integrazione tra le persone: vi deve essere una comunanza di “convinzioni di base”, in assenza della quali tale “ordine spontaneo” non può funzionare.
[si veda il capitolo precedente “Una riflessione sull’importanza del fattore “spontaneità””]
Per tale ragione il processo di aggregazione delle persone è punto fortemente critico nel processo di sviluppo di una Comunità di tipo tradizionale.
Il recupero del fattore umano (la questione dell’integrazione )
In altre parole una Società il cui l’ordine non venga per lo più imposto da regole definite da una Istituzione, si deve basare sul quel “fattore umano” che non esiste più nella Società occidentale.
E
tale fattore umano deve essere già presente nella fase di aggregazione delle persone poiché esso è la guida “spontanea” per la creazione della Comunità sociale.
Si veda nel vol. 1 come il benessere sia legato a tale fattore umano [“la necessità di individuare i criteri per lo sviluppo del benessere: il recupero del “fattore umano””].
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In cosa consiste questo “fattore umano”?
Alla base del “fattore umano” di una Società vi sono sostanzialmente quelle qualità legate al funzionamento fisiologico (fisico e psicologico) della persone – e quindi all’interazione delle persone, ovvero al funzionamento fisiologico della Comunità in cui si vive.
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Il problema è, appunto, che oggi si è perduta la memoria di quelle qualità che permettevano all’individuo di comprendere quali fossero le scelte corrette per mantenere un buon livello di salute, di serenità e di qualità nei rapporti sociali.
Ed avendo perduto la percezione di tale stato fisiologico oggi si persegue la soddisfazione di piaceri voluttuari e di “comodità moderne” che alterano la conformazione psico-fisica delle persone.
Si osservino ad esempio le “comodità moderne” più recenti, come quelle fornite dalle tecnologie di comunicazione, le quali finiscono per sostituire le modalità di interazione tra individui, e portano quindi ad una perdita della dimensione fisiologica delle relazioni umane. Si vedano i risultati fortemente negativi dell’esasperazione di queste modalità di interazione, quella del caso delle lezioni via Internet.
O le “comodità” dell’uso di mezzi di trasporto pubblici e privati, il cui utilizzo finisce per minare la salute delle persone.
Inoltre la mancanza di qualità negli attuali cibi creati in funzione della comodità (velocità di preparazione) è alla base di problemi come l’obesità e le epidemia attuali (che, come si è visto, sono dovute anche alla scarsa presenza nelle persone di elementi che proteggono dalle malattie, come le vitamine).
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Un altro appeal del Sistema moderno è quello delle “sicurezze” (rivelatesi un bluff) promesse dalla Assistenza sanitaria pubblica (la quale con il Covid ha imposto cure errate che hanno causato, e causerà ancora per molto tempo, milioni di morti); l’istituzione della Pensione che oggi di fatto risulta essere un fallimento; e ancora la Pubblica istruzione, che invece di rendere gli adulti più saggi, li rende più ignoranti ed inconsapevoli di un tempo).
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Come si illustra nel Vol. 1, la perdita di questo fattore umano nella Società moderna pone in una condizione di schiavitù simile a quella delle tirannie di un tempo [in Vol. 1 il cap. “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)”]
[vedi più avanti il cap. “Disumanizzazione (alienazione) > recupero delle qualità umane degli individui”]
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Uno dei fattori responsabili della perdita del fattore umano è
la concezione ideologica del mondo, la quale non corrisponde alla realtà effettiva, e rende le persone inconsapevoli del funzionamento della loro vita,
e li costringe a dipendere dai pareri degli “esperti” [vedi nel vol. 1 “L’errore di non considerare il “fattore umano”, e di forzare il funzionamento naturale delle relazioni sociali”]
Più nello specifico il problema dell’astrazione del pensiero moderno ha prodotto l’Economia moderna, la quale ha finito per fondare la vita delle persone sul denaro.
<vedi
– il mio articolo “Il problema dell’Economia moderna”>
– il mio testo su “Il circolo vizioso generato dalla “via economica” alla gestione della società”>
– il capitolo “Recuperare la dimensione di Economia reale” nell’articolo “Manifesto della politica dei cittadini”>
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Recupero del fattore umano significa appunto recuperare quelle qualità che hanno permesso per millenni all’Essere umano di saper badare a se stesso sia a livello della sua coscienza che delle questioni materiali. Ovvero significa per l’Uomo saper educare i propri figli (e saper scegliere gli insegnanti giusti per le competenze speciali); saper badare in prima persona alla propria salute (sia in modalità preventiva, c cibandosi in modo corretto, e sviluppando abitudini salutari; sia sapendo curare la maggior parte dei malanni); saper gestire in modo efficace le questioni di economia familiare.
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In generale ciò che le persone devono recuperare è:
– la cultura tradizionale, grazie alla quale le persone sono consapevoli che la qualità della loro vita dipende dalle loro scelte.
– la concezione dell’economia reale, nella quale si è consapevoli che si può spendere solo ciò che “si ha in tasca”, e che per mantenere una buona qualità della vita non è possibile basarsi sul supporto di Istituzioni pubbliche, ma ci si può basare solo su quello che in Inglese è definito come “hard work”.
I problemi causati dall’integrazione forzata
L’aggregazione delle persone è quindi un punto critico nello sviluppo della società di tipo tradizionale: il gruppo di persone deve essere già dall’inizio “integrato” (ovviamente alcune persone possono essere integrata successivamente, ma esse devono essere una eccezione).
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Ciò è testimoniato dai casi di comunità che nella Storia hanno prodotto effettivo benessere: oltre al caso citato dei Coloni del Nord America, ci sono molti altri casi, come quello dei Valdesi, una popolazione occitana perseguitata per motivi religiosi, ha trovato rifugio in Italia (in Piemonte) creando dal nulla una florida comunità.
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Ma una analisi della Storia ci mostra anche come la strada opposta, quella delle “integrazione forzata”, abbia sempre fallito.
Si parla cioè della pratica della “ingegneria sociale” tipica dei regimi ideologici come quelli comunisti, ed oggi praticata in Europa con l’Immigrazione clandestina (che è appunto “forzata”), la quale è una dei fattori alla base della crisi della Società europea.
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La forma più conosciuta di ingegneria sociale è quella sviluppata in Unione sovietica, ed è appunto adottata delle “Scienze politiche” moderne.
«Dal punto di vista delle scienze sociali […] vi sarà una crescente richiesta di ingegneria sociale [per risolvere] problemi di adattamento individuale, verranno sempre piú determinate da decisioni politiche e da regolamentazioni pubbliche. Entriamo in un’epoca in cui teorie operazionali e teorie scientifiche dei rapporti causali saranno considerate mezzi di pianificazione del cambiamento sociale controllato» [“Un paradigma per l’ingegneria sociale” Cambridge University Press, 14 June 2016]
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Si noti come i “problemi di adattamento individuale” che qui si vogliono risolvere, sono creati a monte di tutto dalle stesse strategie impositive dei Governi centrali.
Il disegno è lo stesso di quello dell’ingegneria sociale praticato all’interno dell’Unione sovietica ad esempio nell’Ucraina del ‘900 (sebbene oggi sia mitigato), nella quale “problemi di adattamento individuale” sono stati prima creati imponendo ai contadini di divenire “operai” della Terra (che era sequestrata dallo Stato sovietico), e poi eliminati fisicamente quando sorgevano i “problemi di adattamento”.
È interessante notare come nel progetto del Comunismo
non debbano esserci “lavoratori indipendenti” (come i contadini),
ma solo persone che ricevono una “stipendio statale”,
esattamente come è nel programma della Finanza globale (World Economic Forum) stilato da Mario Draghi definito come “distruzione creativa”, la quale implica una eliminazione dei lavoratori indipendenti per creare una classe di persone che ricevono uno stipendio direttamente dallo Stato.
[si veda nel vol. 1 il cap “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione”]
Ovvero in Occidente, applicando il modello del Comunismo sovietico si sta eliminando l’Ordine spontaneo della Società (il quale ha funzionato per millenni) per sostituirlo con un ordine “artificiale” – concepito cioè dalle menti umane senza che vi sia un riferimento a casi reali. Una dimensione nella quale il “Sistema democratico” non è – come è descritto nelle Costituzioni moderne – fondato sulla Sovranità del Popolo il popolo sovrano (che in qualche modo partecipa direttamente ai processi di governo). Ma è una forma di governo imposta dall’alto.
Oltre alla dimensione ideologica
É importante considerare come le qualità della Comunità sociale debbano essere presenti già nella fase di aggregazione delle persone. Ovvero come
la spontaneità debba caratterizzare
già le primissime fasi
del processo di sviluppo delle nuova Comunità sociale
(si tratta cioè di una aggregazione delle persone che deve avvenire in modo spontaneo in base a valori comuni).
Ciò che va evitato è quindi l’approccio ideologico nel quale si definiscono a priori criteri e modalità, e quindi “educate” (plasmate) a divenire buoni Cittadini. Approccio che finisce appunto per creare quella disumanizzazione della società che ha come conseguenza l’impossibilità di sviluppare un reale benessere. [vedi più avanti il cap. “Disumanizzazione (alienazione) > recupero delle qualità umane degli individui”]
La spinta al cambiamento come consapevolezza di andare verso una condizione migliore
Per poter riuscire a definire una nuova Comunità sociale è anche importante comprendere come
un cambiamento radicale della società implichi che le persone arrivino in modo spontaneo a desiderare il cambiamento.
Il fatto è che il passaggio dall’attuale modello di società a quello tradizionale comporta un impegno notevole, e sofferenza: si tratta infatti di lasciare le vecchie abitudini che, sebbene sia chiaro che nel medio-lungo periodo esse creano una situazione insostenibile, rappresentano comunque sul momento una sicurezza perché sono l’unica realtà conosciuta.
Come abbiamo detto non si tratta di rinunciare a nulla in tale cambiamento: anzi con esso si recuperano molte qualità della vita del modello di Comunità sociale tradizionale.
Viene cioè recuperata una migliore qualità della vita caratterizzata, tra le altre cose, da – ambiente che fornisce un maggior benessere non solo materiale, ma anche psicologico – cibo più gustoso e compatibile con la salute – nuova modalità di rapporti sociali (quelli tipici del Villaggio tradizionale) maggiormente gratificanti (i quali divengono una rete di supporto che definisce un “Welfare spontaneo” [si veda nel vol. 1 il punto”Una migliore “sicurezza sociale”” nel cap. “La diversità delle caratteristiche di benessere “]
[vedi più avanti il cap. “Quali sono i fattori positivi nell’abbondanza della Società tradizionale, e quelli negativi nella società moderna”]
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Il fatto è che oggi, a causa della mancanza di consapevolezza che sia possibile avere un tipo di vita migliore di quello attuale e dell’idea di perdere i riferimenti conosciuti, il cambiamento viene percepito come un salto nel buio. Ovvero per tale ragione
perché si possa avere un cambiamento di tale portata è necessario che vi sia una forte spinta a lasciare il tipo di vita attuale, la quale può venire solo dall’intuizione di poter andare verso una condizione nettamente migliore.
L’attuale inconsapevolezza deriva dalla mancanza di una memoria della vita della Comunità tradizionale, memoria che è viva nelle persone che abbiano vissuto in tale forma di società.
[si veda più avanti il cap. “Perché la gente dovrebbe decidere di cambiare ? L’insostenibilità delle condizioni di vita attuali”].
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Tale desiderio di cambiare deve essere presente già nella fase di aggregazione di persone attorno al progetto di una Comunità basata sul modello tradizionale: ovvero
perché si possa avere un cambiamento
è necessario che vi sia un desiderio condiviso.
L’aspetto delicato della fase di aggregazione è che questo desidero deve essere basato su qualità tradizionali, profondamente umane.
Ovvero se si è attratti da un miglioramento delle qualità attuali che si basa su considerazioni che si limitano a considerare la superficie dei vantaggi ottenuti – come il risparmiare dei soldi, il lavorare meno, il pagare meno tasse, l’avere meno rischi di violenza – vene a mancare quel fondamento di valori fortemente umani condivisi necessari per avere un reale cambiamento.
PERCHÉ È NECESSARIO
(E POSSIBILE) CAMBIARE
QUALE PUÒ ESSERE UN PERCORSO DI RECUPERO DI QUELLA DIMENSIONE DI VITA TRADIZIONALE CHE HA PERMESSO ALL’ESSERE UMANO DI SVILUPPARE BENESSERE PER MILLENNI
PREMESSA: PERCHÉ IL CAMBIAMENTO NON SOLO È POSSIBILE, MA È PROBABILE CHE AVVENGA COMUNQUE
(il crescere della disillusione nei confronti della modalità di vita moderna)
PERCHÉ LA GENTE DOVREBBE DECIDERE DI CAMBIARE ?
L’INSOSTENIBILITÀ DELLE CONDIZIONI DI VITA ATTUALI
Per valutare le possibilità di cambiamento – come in tutti i casi in cui si vuole fare qualcosa di radicalmente nuovo – è in primo luogo opportuno chiedersi perché la gente dovrebbe voler cambiare.
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L’aspetto positivo a proposito di un tale cambiamento è il fatto che
oggi si vive in una situazione
che presenta alcune condizioni che favoriscono il cambiamento
(esse favoriscono l’adesione della gente ad iniziative di cambiamento).
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Tali condizioni sono:
– oggi la gente non è più in grado di sopravvivere all’interno di questo sistema (e si rende conto che nessuno è in grado di suggerire una soluzione nel breve periodo).
Oggi si comincia cioè a comprendere che l’attuale modalità di vita n Occidente non è più sostenibile anche per il fatto che dal 2022 ciò è ammesso dalle stesse istituzioni: si veda la dichiarazione di Macron, che parlando a nome dei maggiori governi mondiali ha affermato che sono finiti i tempi del benessere moderno.
– oggi in molti cominciano a comprendere come il modello di vita tradizionale (che si propone in questo testo) sia sostanzialmente migliore di quello attuale sia dal punto di vista del benessere materiale che di quello psicologico [vedi più avanti il cap. “L’attuale tendenza al post-urbanesimo”].
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Ma
come fa la gente a comprendere che il modello di vita tradizione – abbandonato con la modernità – è migliore ?
Tenuto conto che oggi la gente è veramente disperata (ormai per molti è in dubbio la possibilità di sopravvivenza materiale a causa delle “politiche della salute”, e delle politiche economiche che producono un livello di povertà insostenibile),
oggi cominciano a vedersi sui Social network iniziative di successo di modelli di vita alternative (come quelle degli “eco-villaggi”).
Una altro fattore importante da tenere in considerazione: nonostante sia in atto una “rivoluzione culturale” che tende ad eliminare ricordi significativi del passato, oggi sono ancora presenti in qualcuno i ricordi di modalità di vita tradizionale che garantivano un maggior benessere di quello attuale.
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Rimane però il problema che
per la gente
è difficile abbandonare stili di vita
a cui si abituata da generazioni.
La fine dell’”Illusione della modernità”
Uno dei fattori che ostacolano il cambiamento dell’attuale modello di società è quindi una dimensione mentale delle persone nella quale esse vengono convinte che quello attuale sia il modo migliore di vivere (o meglio, dalla loro mente viene cancellata l’idea che esistano effettive alternative alle modalità di vita attuali).
Ma in ogni caso
l’illusione della superiorità del tipo di vita attuale
si sta gradualmente dissipando,
non solo a causa del fatto che il “Sistema” stesso ha dichiarato di non essere più in grado di produrre benessere (la dichiarazione del gruppo dei maggiori Governi mondiali per bocca di Macron), ma anche per il fatto che le persone sono direttamente toccate dalle gravi forme di malessere prodotte dal “Sistema moderno” (malessere che in alcuni casi arriva a causare la morte delle persone, come è accaduto per i milioni di morti “accidentali” nel caso del Covid).
Il fatto è che nonostante l’impegno dei migliori esperti le cose continuino a peggiorare da alla gente una percezione diretta della “fine dell’era del benessere moderno”.
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In sintesi cioè, sebbene la “modernità” offra forme di piacere a cui è difficile rinunciare – poiché esse creano forti dipendenze – oggi le forme di malessere prodotte dalla Società occidentale sono talmente forti che
SEMPRE PIÙ PERSONE
PERDONO QUELLA FEDE CIECA NEL SISTEMA MODERNO DEL BENESSERE
(al sistema della “Politica” e del Welfare di Stato)
nel quale esse hanno fino ad ora vissuto.
<vedi il mio testo “The novelty of modern empires: the psychological dictatorship (Ideology)“>
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Come sta avvenendo nello specifico questa disillusione?
Il fatto è che se è vero che per anni il Sistema moderno moderno di benessere ha potuto offrire solo piaceri a livello emozionale (voluttuari, effimeri, e privi di conseguenze costruttive per l’esistenza di una persona) [vedi nel vol. 1 “Le due differenti qualità di benessere (di piaceri)”], è pur vero che tale sistema ha comunque fornito una certa sicurezza proiettata verso il futuro (l’illusione che in futuro si sarebbero migliorate, appunto, aveva presa sulla gente).
Si è cioè creata in Occidente una sicurezza che è una sorta di Fede simile a quella delle religioni (le quali in molti caso si basano sulla promessa di un miglioramento della vita – significativo è il concetto di “salvati in speranza” di alcune dottrine religiose) <vedi il capitolo “Through the process of ideological manipulation” nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”>
Significativo è il fatto che in tale condizione mentale le persone si affidino per la soluzione dei loro problemi alle stesse persone che li hanno creati.
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La Fede “senza un Dio” è creata dalla Società moderna con una “Scienza” che sposta l’attenzione dal presente verso un ipotetico futuro spacciato come reale.
In questa condizione le persone mancano di una effettiva consapevolezza del presente: esse non danno importanza ai problemi che li affliggono, poiché essi hanno la mente proiettata al futuro, e distratta dai piaceri voluttuari offerti loro dalla modernità.
<vedi il mio testo “How and why this transformation of the Government of Western democracy took place (beyond panem and circenses: emergency government)“>
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Appunto, in tale condizione mentale in Occidente la popolazione non si rende conto che la sicurezza che viene prospetta dai Governi si fonda su un presunto miglioramento che sarebbe basato sugli stessi metodi e strumenti che hanno creato i problemi: in primo luogo le tecnologie chimiche ed elettroniche (cure e vaccini, Intelligenza artificiale, energia nucleare, ecc …).
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Il problema è per due secoli il Cittadino moderno è vissuto in una dimensione simile a quella di un bambino che può permettersi bagordi, pensando che comunque ci sono i genitori a proteggerlo, e che comunque verrà salvato se si trova nei guai. [si veda nel vol. 1 il cap. “La fuga nel Paese dei balocchi: le analogie tra la nostra Società e la favola di Pinocchio”]
Ma oggi, con l’arrivo di un malessere che mette in dubbio le possibilità di sopravvivenza (economia e salute), e per il fatto che gli “esperti” dimostrano di non saper più come risolvere i problemi (quando non sono stati essi stessi la causa dei problemi),
le persone hanno sempre maggiori dubbi
sulla validità delle promesse dei Governi e del Mercato
Ovvero è sempre più facile identificare le responsabilità dell’attuale profondo malessere: nel sistema sanitario incapace di curare (il quale, anzi, è responsabile della morte di milioni di persone, come nel caso delle “cure” per il Covid – con i Medici che si rifiutano di curare i pazienti, somministrano “vaccinazioni” che non vaccinano, e creano virus nei loro laboratori), nel sistema scolastico che non è più in grado di formare i loro figli; in un Sistema giudiziario che funziona al contrario, assolvendo i criminali e condannando le persone oneste; in un sistema pensionistico che non è più in grado di dare agli anziani quando serve per vivere, ed in leggi che mettono l’ambiente in condizione sempre più catastrofiche.
Il fattore positivo della crisi: l’indebolimento delle Istituzioni
L’aspetto positivo della attuale crisi è che oggi
nella Società occidentale sta venendo meno
quella speranza nel futuro
che aveva tenuto in piedi il sistema.
<vedi il mio articolo “Why the development of authoritarianism represents an opportunity it is not just a drama”>
Ovvero oggi viene a mancare quella sicurezza esistenziale che lo Stato del welfare ha potuto mantenere per quasi un secolo.
E si comincia a percepire che
i piaceri offerti dalla modernità non sono affatto sostanziali
(sono effimeri, ed allontanano le persone dalla loro condizione fisiologica, e portano inevitabilmente a malessere).
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Ovvero, oggi da un punto di vista strutturale comincia a cadere la fiducia nelle istituzioni, ed i Governi perdono quel consenso popolare che ha permesso ad essi di mantenere il potere per più di due secoli.
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Il fatto positivo della attuale crisi è quindi che
in tale condizione di malessere
la gente diviene necessariamente aperta a proposte di alternative.
[vedi più avanti il cap. “L’opportunità di sfruttare l’indebolimento del Sistema istituzionale per cominciare a sviluppare una alternativa ad esso”]
Fattori di cambiamento: consapevolezza del passo da fare e forte desiderio di accedere ad una nuova (ma tradizionale) modalità di vita
In sintesi quindi sino ad oggi il cambiamento è stato per anni impedito da una cortina sugli occhi della gente che non ha permesso di vedere gli “errori” commessi dalle varie istituzioni di government. Un velo che però oggi sta cadendo, rendendo finalmente possibile il cambiamento.
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Rimane il problema del fatto che
le maggior parte delle gente non è ancora in grado di comprendere
quanto sia possibile (e quanto sia valida)
la realizzazione di un sistema sociale (e di government)
diverso da quello attuale.
Come detto in altri punti, quello qui prospettato non è un cambiamento verso un qualcosa di nuovo – come si sta facendo con l’attuale strategia del cosiddetto Reset sviluppata dall’Establishment di Governi e Mercato – ma di un recupero di quel sistema di organizzazione della comunità umana che, prima dell’avvento delle modernità, ha saputo per millenni produrre un reale benessere.
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Per tale motivo, affinchè il cambiamento possa effettivamente avvenire le persone:
● devono poter individuare un nuovo modello di organizzazione della società (ma già utilizzato con successo per millenni) che permetta di recuperare il benessere perduto.
● devono cominciare ad aspirare ad un cambiamento radicale delle loro modalità di vita.
Ovvero
le persone devono avere una forte percezione di come tale cambiamento porti verso un netto miglioramento della loro qualità di vita.
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Nei prossimi capitoli vedremo quali sono i problemi da risolvere (a più livelli) per poter uscire dalla attuale crisi della Società occidentale moderna. E quali siano i requisiti da recuperare per avere una società in grado di sviluppare un reale benessere.
Vedremo come non si tratta solo di recuperare il modello del Villaggio tradizionale (dell’Ordine naturale), ma come sia anche necessario:
– adattare tale modello ai tempi (senza perderne l’essenza).
Si tratta di costruire la Comunità sul modello tradizionale, ma tenendo conto che nel frattempo vi sono stati alcuni progressi significativi: è però necessario valutare con attenzione quali tra tali progressi siano realmente sostenibili (ossia quali siano in grado di fornire un benessere realmente superiore a quello originario, senza però produrre i gravi effetti negativi che vediamo oggi).
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Ma si tratta anche di
– trovare una modalità di transizione, che permetta di affrontare le difficoltà rappresentate dall’attuale mancanza della Cultura tradizionale dell’Uomo, e dalla attuale forma di government centralizzato.
Tra le altre cose è necessario creare nuove condizioni che facilitino una transizione dalla attuale società fatta di regole imposte dall’alto, ad una società di Ordine tradizionale, nella quale le persone gestiscono direttamente la loro Comunità (la loro vita sociale)
Ma è anche necessario intraprendere una “Politica di transizione” che permetta di favorire lo sviluppo del percorso del Government diretto dei Cittadini con la creazione di nuove leggi ad hoc. [vedi il capitolo successivo “Alternative rispetto al Government centralizzato (e al Welfare)”]
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Per tali ragioni per poter ottenere la diffusione della volontà di cambiamento è determinante:
1) individuare inizialmente un percorso di creazione della nuova Comunità che permetta di sviluppare una nuova cultura (nuove aspettative) sia attraverso canali di informazione (e di dibattito), sia attraverso l’attivazione di nuove iniziative (che pur essendo eventualmente definite a livello molto semplice, mostrino già i vantaggi del cambiamento).
2) e quindi trovare il modo di diffondere tale conoscenza anche a chi non ancora coinvolto nel cambiamento, attraverso l’esempio rappresentato dalle prime iniziative.
[vedi più avanti il cap. ““La necessità ripartire operando dall’esterno del “Sistema”]
WHY THE CHANGE PROPOSED HERE IS IN PRACTICAL ACT EASY AND CHEAP
Quindi oggi
sono molti i motivi per cui la gente è sostanzialmente motivata a cercare alternative all’attuale sistema di vita.
In sintesi, nella situazione attuale vi sono almeno due fattori che possono facilitare il cambiamento verso un differente tipo di società:
► l’attuale sistema di organizzazione della società sta paradossalmente creando le condizioni di una sua autodistruzione.
Come si è accennato, attualmente la Società occidentale ha raggiunto il livello più basso di qualità della vita (di insostenibilità):
la Società occidentale si è oggi riportata
ai livelli critici del periodo della Rivoluzione industriale
nel quale nelle Città (Inghilterra nel ‘800) masse di contadini affamati a cause delle nuove leggi sugli espropri dei loro terreni si accalcavano per vivere in condizioni terribili.
Anche in Italia si aveva una situazione del genere: Centro e Sud all’epoca erano “conquistati” dalla casa Savoia (la Monarchia piemontese) che imponeva condizioni estremamente dure per i contadini, che per lo più in precedenza lavoravano sui terreni della Chiesa (i terreni che ad essi erano stati donati dai Fedeli) potendosi permette una qualità della vita dignitosa: con la confisca di tali terre (e la loro vendita da parte del Governo ai latifondisti) divenivano essi estremamente poveri, e non essendoci città industriali nelle quali trasferirsi, furono costretti ad emigrare in America.
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Il problema della Sistema moderno di government e Mercato è che esso ha creato una crisi nella quale le cose continuano a peggiorare (nonostante i maggiori esperti si diano da fare per risolvere i nuovi problemi).
Tali condizioni pongono un sempre maggior numero di persone al limite della sopravvivenza, facendo nascere la consapevolezza di quanto sia necessario cambiare.
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► Nella attuale crisi della Società moderna vi sono degli elementi del “progresso moderno” che possono facilitare – di molto – il cambiamento.
Si tratta di fattori positivi come:
● le potenzialità offerte da una parte delle tecnologie moderne (quelle “sostenibili”) sono un importante facilitatore del cambiamento.
Infatti le tecnologie create dall’Era moderna – sebbene esse siano state sviluppate dal Mercato non in funzione di un reale benessere per l’Uomo – oggi sono in gran parte utilizzabili in una modalità utile all’Essere umano.
Uno dei fattori positivi riguardo alle Tecnologie, è che molte di quelle che sono nate come Super-Tecnologie (con la finalità di indurre i consumatori a spendere ad acquistare prestazioni “super” che più che altro soddisfano piaceri voluttuari), sono oggi superate da tecnologie più potenti, e oggi sono quindi disponibili a prezzi irrisori.
Il fatto è che tali “vecchie tecnologie” (le cui prestazioni solo pochi anni or sono erano considerate essere eccezionali) dal punto di vista delle “prestazioni utili” sono ancora in grado di soddisfare le esigenze dei Consumatori.
< vedi
– nell’appendice “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo del benessere” il cap. “La necessità di un uso sostenibile delle tecnologie”
– il mio aritolo “The role of tecnologies in innovation” >
Si veda come un vero e proprio computer in grado di gestire cose come l’”automazione domestica” e produzione di energia a livello familiare possa costare pochi Dollari.
Tali schede, della dimensione di un pacchetto di sigarette, permettono di sviluppare “l’intelligenza” per apparecchiature di automazione delle funzioni di una abitazione, di gestire in modo sostenibile le energie (produzione e consumo), di creare tipologie radicalmente nuove di elettrodomestici e di veicoli elettrici <vedi il mio progetto “LiteMotive: new future of Mobility”>
Ovvero con la nuove generazione di tecnologie è possibile portare tutto ciò che oggi viene sviluppato per un uso a livello professionale (di pochi esperti) ad un livello di massa ad un livello “User” (gestibili direttamente dagli utenti ad esempio nella la produzione delle energie rinnovabili – eolico, solare, idrico)
Si veda come questa nuova fase di “Disruptive innovation” abbia portato ad una nuova generazione di fattorie “smart” basate sulla auto-costruzione di strumenti (compresi i trattori). <vedi il capitolo “The causes of the recession (the failure of current innovation)” nel mio articolo “The concept of innovation (introduction to the disruptive innovation)” >
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Per quanto riguarda le tecnologie software, oggi è possibile – riciclando parti di codice open Source – creare con facilità Piattaforme sociali più potenti di quelle quelle attuali (come Facebook, Twitter, ecc .. ). Esse possono infatti presentare migliori possibilità di comunicazione e dibattito (nuovi Canali di informazione stanno già sostituendo i tradizionali Canali TV) e migliori possibilità di collaborazione (che permettono di cominciare ad operare online, in modo efficiente, a sviluppare nuove Comunità sociali).
Tali argomenti sono approfonditi nei miei testi relativi alla Iniziativa riforma dal Basso e all’Open Government Platform.
Vedi i miei articoli:
– “Bottom Up Reform Initiative: introduction”
– “Le iniziative di Iniziativa RIforma dal Basso” .
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Se le potenzialità offerte da una parte delle tecnologie moderne sono un importante facilitatore del processo di cambiamento, una altro fattore importante è quello che consiste nel
● continuo nascere di nuovi trend spontanei verso forme di alternative al modello di vita attuale.
Si vedano le tendenze che portano le persone a creare sistemi di organizzazione di iniziative – alternative a quelle istituzionali – gestite direttamente dagli “User” che permettono di recuperare quelle qualità sociali che si sono perdute con l’ultima fase della modernità.
Si tratta di avanguardie formate da persone che, pur non comprendendo appieno che l’attuale Sistema di organizzazione della Società va cambiato alle sue fondamenta, cominciano a sviluppare iniziative che in contesti specifici permettono di migliorare la qualità della vita.
Tali iniziative (sia “materiali” che “online”), per quanto esse possano essere di importanza limitata, sono per tutti un importante esempio di come si possa attuare un cambiamento dell’attuale modalità di vita.
Esse sono sviluppate nelle modalità di sharing, di collaborazione con strumenti software ed hardware a bassissimo costo.
L’utilità di tali iniziative risiede nel fatto che esse permettono alle persone di sperimentare direttamente un approccio all’organizzazione della vita sociale che non è normalmente possibile attuare nella attuale Società. E che mostrano come sia possibile (e conveniente) cominciare ad occuparsi direttamente degli aspetti organizzativi (amministrativi) della propria Comunità sociale.
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Più avanti vi è una intera sezione dedicata ai fattori che rendono il cambiamento verso una Società nuovamente in grado di produrre benessere: “Opportunità e facilitazioni offerte dalla congiuntura attuale/la nascita spontanea di nuovi trend che portano le persone ad essere indipendenti dal mercato e dalle istituzioni governative” nella quale si illustrano nello specifico:
– le alternative di vita rispetto al Mercato (la Consumismo)
– le alternative rispetto al Government centralizzato (e al Welfare)
ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLE POSSIBILITÀ DI DEFINIRE UN PERCORSO DI CAMBIAMENTO (LA DEFINIZIONE DI UNA EXIT STRATEGY DAL SISTEMA DI VITA ATTUALE)
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Abbiamo quindi detto che la gente oggi ha la percezione che un cambiamento sia in ogni caso necessario, per il fatto che:
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● non è più una questione se sia meglio cambiare, ma il cambiare diviene una necessità .
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● la gente comincia ad essere disillusa nei confronti di un “sistema di benessere” che non è più in grado di produrre un effettivo benessere (cosa sancita anche, per bocca di Macron, dalle istituzioni internazionali).
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E inoltre oggi il cambiamento – a differenza di qualche decennio or sono – è più facile grazie ad una crescita di consapevolezza delle persone sull’esistenza di modalità di vita alternative a quella attuale caratterizzata da un benessere migliore di quello attuale (modalità realizzate da molte “avanguardie” come quelle degli eco-villaggi).
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L’aspetto più critico della situazione attuale è che oggi per la gente non è più possibile trasferirsi in altri luoghi come altre nazioni, o in aree rurali (trasformandosi ad esempio in “coltivatori diretti”) per sfuggire all’imposizione di regole e tasse che rendono la vita insostenibili, poiché, come dice Douglas Rushkoff,
ora non c’è più un “altro posto” in cui andare.
Ovvero oggi
OGNI PARTE DEL TERRITORIO TERRESTRE
È STATA “COLONIZZATA” DALLO “STATO CENTRALE”
(sia quello del proprio Stato nazionale che quello dell’Unione europea), e si è creata una sorta di dittatura come quella descritta in 1884 di Orwell:
oggi tutto si basa su una imposizione di regole decise dall’alto che annullano le qualità fondamentali dell’Essere umano
(imposizioni che sono entrate anche nella vita privata delle persone).
Ad esempio oggi non è più possibile non pagare tutte le “tariffe” urbane nemmeno se si vive in modalità completamente autonoma, auto-producendosi energie e cibo; e non creando rifiuti.
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Come vedremo
in realtà esiste la possibilità di creare
“un luogo in cui andare”
per sviluppare una vita alternativa
a quella attuale.
Ciò è stato dimostrato in alcuni casi “di successo” nei quali persone dalle idee chiare si sono riunite in gruppi riuscendo – con opportuni stratagemmi, e dialogando in modo efficace con le istituzioni governative – a creare Comunità sociali in grado di produrre un reale benessere
La questione è appunto che
tale luogo
dove sia possibile vivere in modo alternativo
deve essere creato da chi ci vuole andare
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In questo volume si illustra appunto come si possa creare una comunità sociale alternativa al modello della Società moderna, la quale, riprendendo le qualità di quella tradizionale dell’Uomo, sia in grado di riportare quel benessere che negli ultimi decenni è stato perduto.
Come si può arrivare a definire una exit strategy dalla attuale condizione di malessere
Quale può essere dunque una exit strategy che permetta di uscire dalla attuale situazione di monopolio del governo da parte di Istituzioni impositive centrali?
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Per comprendere ciò dobbiamo analizzare un po’ più nello specifico come si sia arrivati all’attuale punto di non ritorno di declino della Società occidentale (dichiarato da Macron con la frase “è finita l’Era dell’abbondanza”).
Il punto è cioè che oggi:
(1)
non è più fisicamente possibile
continuare sulla strada della “Modernità”
poiché le persone cominciano letteralmente a morire
a causa delle scelte dei Governi e del Mercato
Si veda il caso del Covid, nel quale – sia che i laboratori “moderni” abbiano creato un nuovo virus, sia che si tratti di “montatura” organizzata dal Sistema Government/Mercato – sono morte nel mondo milioni di persone in un anno.
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(2)
il sistema di government attuale è irriformabile,
ovvero non può essere trasformato dal suo interno
ma deve essere ricreato all’esterno di esso.
Il perché di questa situazione, e come sia possibile uscire da essa è illustrato nel in un capitolo successivo “La necessità ripartire operando dall’esterno del “Sistema”.
Che tipo di cambiamento si può quindi operare?
Una traccia di cosa si debba cambiare per poter arrivare a sviluppare un sistema sociale in grado di produrre nuovamente benessere (“abbondanza”) la possiamo avere attraverso lo studio di quali siano state le modalità di vita nelle comunità sociali del passato che hanno garantito una qualità della vita superiore a quella attuali (alcune delle quali esistono tutt’ora, e ci permettono quindi di osservare direttamente quale sia il suo funzionamento) .
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Si tratta quindi
non di inventare qualcosa di nuovo
ma di recuperare un modello che è già esistito per migliaia di anni
Potremmo dire che in un certo senso
“il futuro verso cui si vuole andare c’è già stato”
Si tratta cioè di recuperare quella parte del passato che si è perduta con l’avvento della modernità spinta attualmente in auge.
Ovviamente si tratta anche di considerare che quel modello tradizionale che si recupera può essere migliorato in molti aspetti grazie a quella parte di Progresso (di “invenzioni” ) che si individuano come “sostenibili”.
[vedi nella appendice “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo del benessere” il cap. “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo di benessere nella società: verso un uso sostenibile delle nuove tecnologie”]
VERSO UN CAMBIAMENTO EPOCALE
Si deve considerare che
il cambiamento che è necessario effettuare è un cambiamento epocale, che trasformi in modo radicale l’attuale struttura organizzativa della Società
Un cambiamento di cui gran parte di noi probabilmente potrà vedere solo l’inizio.
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La questione è cioè che
● si tratta di
(1)
ARRIVARE AD AVERE UN CAMBIAMENTO DEL PARADIGMA
su cui si basa la nostra società,
E NON DI INNOVARE IN QUALCHE MODO IL SISTEMA ATTUALE.
In altre parole non si tratta di inventare qualcosa ex-novo, di creare sulla carta un nuovo sistema sociale, come è avvenuto per la definizione della attuale modello di società occidentale (della cosiddetta Democrazia rappresentativa occidentale).
Si tratta invece di riferirsi ad un modello di Società del quale può essere verificato il funzionamento: il modello tradizionale di Comunità sociale.
E il nuovo (ma antico) modello è osservabile sia nei i casi passati (negli ultimi 10.anni), sia in quelli ancora esistenti in molte parti rurali del mondo (come le piccole Town USA).
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● bisogna inoltre tener conto del fatto che
(2)
IL CAMBIAMENTO DEVE ESSERE GRADUALE,
a causa delle criticità che bisogna affrontare
Il fatto è che non è possibile trasformare una situazione come quella attuale nella quale “il Sistema“ (l’organizzazione sociale, ed il bagaglio culturale) non offre alcuna opportunità di cambiamento.
È quindi necessario, come illustrato in altri punti,
partire dal piccolo,
per crescere con un processo di “learning by doing”,
recuperando al Cultura tradizionale che ha permesso all’Uomo di saper badare a se stesso per millenni.
Come vedremo anche un piccolo inizio di cambiamento è molto utile in questo percorso graduale di cambiamento, poiché tale cambiamento si diffonde “per esempio”: anche piccoli casi di successo possono mostrare al resto della popolazione come sia vantaggioso cambiare.
È anche necessario instaurare, man mano che si sviluppa tale percorso, un dialogo con le Istituzioni che permetta di facilitare le cose (le Istituzioni politiche ad un certo punto, vista la crisi in cui versano, non potranno evitare di prendere in considerazione le istanze di cambiamento dei Cittadini).
Come può avvenire il cambiamento graduale (e perché si deve seguire la modalità learning by doing)
Come vediamo poco più avanti si tratta di non cadere nella trappola delle ideologie nella quale si pensa che ciò che è concepito da persone intelligenti possa essere valido senza che si debba prima verificare l’idea nella realtà.
In tal caso sarebbe come se si volesse far volare un nuovo aereo con i passeggeri del quale vi sono solo disegni, e non sono stati fatti gli opportuni test.
Ciò è quanto accaduto con la Società occidentale moderna, la quale è stata adottata perché è stata creata nella testa di qualche intellettuale, senza che vi fosse alcun riferimento ad esperienze già fatte dall’Uomo (ciò che è peggio è che quando si sono riscontrati effetti negativi, non si è pensato a rivedere il modello iniziale, ma si è proseguito nell’applicare i metodi originari) [vedi più avanti il capitolo “La necessità non ricadere nella trappola dell’ideologia”]
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Per costruire una “nuova” Società é quindi necessario
individuare un caso che abbia già dimostrato di funzionare.
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A tal proposito è importante considerare come la creazione del Villaggio non sia stato una invenzione, ma una scoperta.
<vedi il capitolo “La società dell’uomo è una scoperta e non una invenzione” nel mio testo “Oltre la Social-democrazia>
Non si tratta di una invenzione nel senso che l’essere umano non ha riflettuto a priori per definire un modello in che cosa sarebbe consistito il passare dalla vita nomadica a quella stanziale (tra le altre cose, non sembra possibile che all’epoca del Neolitico vi fosse una alfabetizzazione che permettesse di creare teorie).
Nel processo di creazione dei primi Villaggi l’Uomo ha seguito quindi un processo di learning by doing nel quale giorno per giorno ha valutato cosa era meglio fare.
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In altre parole per poter individuare il modello di una società che possa produrre un reale benessere,
si tratta di riflettere sul processo
con il quale l’Uomo, dal Neolitico,
ha sviluppato
la sua nuova dimensione di Comunità sociale fissa,
il Villaggio.
Nell’analisi dello sviluppo del Villaggio nella Storia (dal Neolitico all’epoca della creazione delle cittadine dei Coloni americani) emerge come in tale percorso la caratteristica di base sia stata la spontaneità.
Quello che va attuato oggi è quindi
un percorso spontaneo
nell’aggregazione delle persone
e nella definizione delle regole della comunità.
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In altre parole si deve considerare che
un cambiamento radicale
che permetta di recuperare
quelle qualità della Comunità sociale tradizionale
che ha funzionato per millenni
PUÒ AVVENIRE SOLO “DAL BASSO”.
Ovvero una cambiamento così radicale non può essere pianificato in modo razionale dall’Uomo, ma può avvenire unicamente con un processo spontaneo nel quale le persone gradualmente definiscono cosa va fatto, senza la guida di “teorici” o istituzioni .
LE CARATTERISTICHE OPERATIVE DEL CAMBIAMENTO (della exit strategy)
La necessità di sviluppare strategie tenendo conto del conflitto che si crea con le Istituzioni
La questione è che si tratta di fare i conti con la realtà dei fatti. Ossia non ci si può concentrare su cosa è meglio fare in assoluto per avere una società che produce benessere, ma
si tratta di comprendere cosa si può fare
NELLO SPECIFICO DELLA ATTUALE SITUAZIONE SOCIO-POLITICA
Si tratta ad esempio di valutare cose come quale sia il livello di competenze delle persone rispetto all’auto-gestione di una comunità, come si possano aggirare gli ostacoli posti dalle attuali Leggi e scoprire come alcune Leggi possano essere sfruttate allo scopo dello sviluppo della comunità.
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Come prima cosa è necessario riuscire a definire in una condizione di sufficiente autonomia rispetto alle imposizioni delle Istituzioni
con le quali ci si deve confrontare, considerando che si troverà una forte resistenza da parte di esse poiché ci si pone in forte conflitto con i loro “interessi”. <vedi il mio articolo ”“The question of the armor of Social Democracy: the immune system”>
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Per tale ragione è necessario definire una strategia sviluppata su due differenti livelli di azione:
● mettersi in grado di agire in autonomia rispetto alle istituzioni governative, sfruttando al meglio le Leggi.
Come vediamo in altri punti, ci sono fortunatamente molte opportunità per fare ciò: in primo luogo le leggi attuali, per quanto siano “restrittive”, lasciano ancora una certa libertà di azione (si tratta naturalmente di capire come fare per sfruttarle al meglio).
● nel lungo periodo, organizzarsi per cambiare le cose intervenendo anche a livello governativo (per poter ulteriormente facilitare lo sviluppo di progetti di Comunità alternative è possibile ottenere una appoggio significativo di una parte della politica che ha tutto da guadagnare da una tale posizione).
Questa azione è possibile poiché, come si descrive in altri punti, la Politica istituzionale è arrivata ad un tal punto di fallimento – e quindi ad una perdita di elettori – che i Politici, se vogliono continuare ad essere eletti, non possono permettersi di rifiutare di supportare istanze di cambiamento che anno già ottenuto un certo consenso presso i Cittadini.
Si tratta di ottenere anche solo piccoli vantaggi: il non subire forti ostruzioni nello sviluppo delle comunità, la creazione di Leggi apparentemente insignificanti che però utilizzate nel mondo opportuno possono portare ad un netto miglioramento della situazione, ecc ….
<vedi il mio articolo “La Politica dei Cittadini (3): Manifesto della Politica dei Cittadini (Sintesi delle caratteristiche di un Movimento di opposizione di successo)“>
Un esempio di strategia basata sull’operare all’interno delle Istituzioni politiche per ottenere risultati in conflitto con il loro interesse è quello utilizzato da Nigel Farage – leader della Brexit – che per supportare l’uscita dell’Inghilterra dalla EU si è fatto eleggere al Parlamento europeo.
La necessità di non ricadere nella trappola dell’ideologia
Come si è detto, nel definire il modello di società che possa sostituire quello attuale è necessario non cadere nella stessa “trappola delle ideologie” che ha portato alla crisi della nostra Società.
Ovvero si tratta di uscire dalla forma mentis attuale nella quale si pensa che alcune persone particolarmente intelligenti siano in grado di sviluppare idee che, pur non essendo mai testate dall’uomo, possano essere applicate al mondo reale (alla Società) con successo.
Si tratta appunto della “trappola mentale” tipica delle Ideologie che finisce per produrre danni fatali.
Una caso significativo è quello delle cosiddette “vaccinazioni” per il Covid, che si è pensato che potessero essere utilizzate sugli esseri umani senza che si dovesse fare dei test, e che in questo modo si sono rivelate essere (1) inefficaci in quanto a vaccinazione, e (2) molto dannose per la salute.
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Come illustrato in altri punti, ciò è appunto quanto accaduto alla Civiltà occidentale: la Democrazia europea è stata fondata partendo da elucubrazioni mentali sviluppate dalla mente di qualche intellettuale (gli Illuministi e poi i Rivoluzionari francesi), e quindi non fondata sull’osservazione della realtà.
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Uno dei problemi creati dalla forma mentis ideologica è che – poichè le menti ideologizzate non sono in grado di prendere in considerazione la realtà effettiva – quando emergono effetti negativi di una strategia, non si è in grado di comprendere quali errori si siano commessi.
Per questa ragione la Civiltà occidentale non è in grado di imparare dai propri errori, ed è destinata – nella attuale configurazione – al collasso.
CONSIDERAZIONI SULL’APPROCCIO OPERATIVO AL PROBLEMA
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Abbiamo visto che è necessario cambiare le modalità di government della Società occidentale perché quelle attualmente in uso hanno portato all’insostenibilità della vita (e, come ha chiarito Macron annunciando la “fine dell’era dell’abbondanza”, hanno portato al collasso della società).
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Ma abbiamo anche detto che l’insostenibilità della vita nella Società occidentale si manifesta nei sondaggi nei quali chi vive in Città sta programmando di trasferirsi nelle piccole cittadine di provincia (circa il 50% della popolazione); ed ha già portato molte persone a creare comunità basate sul modello della Società tradizionale del Villaggio. [argomento approfondito più avanti nella sezione “opportunità e facilitazioni offerte dalla congiuntura attuale”]
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Ed abbiamo visto inoltre come il cambiamento sia relativamente facile ed economico [cap. “Perché il cambiamento qui prospettato all’atto pratico è facile ed economico”].
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(A) CONSIDERAZIONI PRELIMINARI:
LE PRECONDIZIONI NECESSARIE PER POTER EFFETTUARE IL CAMBIAMENTO
A1 – I DUE PASSI PRELIMINARI NECESSARI PER POTER ATTUARE IL CAMBIAMENTO
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Il cambiamento da effettuare per poter nuovamente sviluppare il benessere che la Società moderna non è più in grado di offrire è un cambiamento radicale che non è solo una soluzione di alcuni problemi specifici della Società attuale, ma è più in generale un accesso ad un nuovo modo di vivere (in realtà si tratta di recuperare la modalità di vita tradizionale dell’uomo, fisiologicamente compatibile con le qualità psichiche e fisiche dell’Essere umano).
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Tale cambiamento, si è detto,
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– deve essere effettuato in modo graduale per non ricadere nella “trappola ideologica” dell’applicazione modelli preconcettuali (tale cambiamento deve essere sviluppato in una modalità “learning by doing”)..
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– deve avere come riferimento il caso di una società che abbia (per lungo tempo) sviluppato un reale benessere.
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Tale cambiamento fortunatamente è già in atto in vali livelli della Società occidentale, e oggi diviene quindi di attuazione facile ed economica.
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Nei prossimi due capitoli vediamo come per poter arrivare a creare una Comunità sociale in grado di recuperare il benessere perduto negli ultimi decenni della “modernità” sia necessario:
1) recuperare precondizioni di base del modello di comunità sociale tradizionale.
Ovvero sia necessario recuperare quelle condizione umane che caratterizzavano la società in grado di produrre un reale benessere.
2) sviluppare il processo di sviluppo della nuova Comunità operando dall’esterno del “sistema” attuale.
Ciò per il fatto che .non è possibile risolvere un problema utilizzando gli stessi metodi e strumenti che hanno creato il problema. Ovvero cercando di cambiare le modalità di organizzazione della Società moderna sarebbe agire in modalità autoreferenziale (come il Barone di Munchausen che pretende di salvarsi dall’annegamento afferrando se stesso per il capelli.
(1) LA NECESSITÀ DI RECUPERARE PRECONDIZIONI DI BASE DELLA SOCIETÀ DEL BENESSERE
La necessità di affrontare i problemi di fondo della Società attuale
Come detto nel precedente capitolo, per recuperare una società in grado di sviluppare un reale benessere non si tratta di effettuare qualche miglioria al modello attuale di Società occidentale (come cambiare alcuni aspetti delle modalità di organizzazione della società), ma
si tratta di effettuare un cambiamento radicale della società
CHE COMPORTA UNA ABBANDONO
DELL’ATTUALE MODELLO ORGANIZZATIVO
E DELLE MODALITÀ DI VITA.
Ripetiamo: non si tratta di creare qualcosa di nuovo, ma di recuperare le qualità della vita tradizionale dell’Essere umano (del Villaggio sviluppato dal Neolitico ad oggi).
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In sintesi il cambiamento radicale da effettuare consiste in primo luogo nel recupero delle modalità di della Comunità sociale di tipo tradizionale. Ciò va fatto nei due ambiti delle modalità di vita, e del sistema governativo.
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Nello specifico si tratta di passare dalla attuale condizione di società governata dall’alto, ad una struttura sociale di tipo tradizionale, basata sulla partecipazione diretta dei Cittadini alla gestione del territorio.
Ciò può essere fatto in due fasi:
1) in una prima fase sviluppando piccole iniziative specifiche (anche solo aggregazioni di persone in gruppi che organizzano iniziative private come quelle di sharing, o a livello locale si organizzano per accudire il verde pubblico del vicinato).
E quindi in una fase successiva, quando si sarà raggiunta una maggior consapevolezza di come si possa creare un nuovo tipo di Comunità sociale (e si sarà raggiunta una massa critica di adesioni)
2) si potranno creare nuove vere e proprie Comunità sociali (Villaggi “privati”).
.
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Nei prossimi capitoletti analizziamo nelle specifico la questione delle qualità che vanno recuperate alle quali si è accennato in precedenza:
● recupero della qualità della vita perduta: salute, abbondanza, qualità dei rapporti sociali.
● recupero della autonomia rispetto allo Stato: autonomia necessaria per avere un certo livello di libertà nello sviluppare le iniziative.
(A) ● recupero della qualità della vita perduta
Per poter definire una transizione tra il modello di organizzazione della società attuale e quella tradizionale, è necessario in primo luogo
comprendere quali sono
le qualità della vita che si vogliono recuperare.
E per fare arrivare a tale consapevolezza è opportuno analizzare i problemi di fondo che oggi affliggono la nostra società (questo è, in generale, l’unico modo di risolvere i problemi).
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A livello generale i problemi di fondo che oggi impediscono di ottenere ad una buona qualità della vita sono, quelli della
– salute (causati, tra le altre cose, da scarsa qualità di cibo ed ambiente, da organizzazione di Sanità che produce danni come quelli causati dalle “ricerche” su virus, e da cure con effetti collaterali molto dannosi),
– povertà (aumenta sempre di più il divario tra ricchi e poveri, ed una famiglia non riesce più a sopravvivere) e
– bassa qualità dei rapporti sociali: nel Villaggio tradizionale vi è una nettamente miglior qualità dei rapporti sociali che garantiva maggior benessere sia a livello materiale (il villaggio diveniva una sorta di rete di solidarietà), sia a livello psicologico (nel villaggio vi erano rapporti “familiari” tra gli abitanti).
[ vedi nel vol. 1 “La diversità delle caratteristiche di benessere/un miglior sviluppo di rapporti sociali”]
Tali problemi sono analizzati in un successivo capitolo “Quali sono i macro-problemi da risolvere”.
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Questi problemi possono essere appunto risolti solo con una radicale trasformazione delle modalità di funzionamento della società con la quale sostanzialmente si ottenga un recupero del modello di soddisfazione effettiva dei bisogni degli esseri umani.
Il punto fondamentale è qui che
la qualità della società
dipende dalla qualità delle persone.
Come detto nel vol 1 la società è fatta dalle persone, e non come si pensa oggi, il contrario [vedi nel vol. 1 il capitolo “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]
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In una società che sia in grado di funzionare per quello che è il fine di ogni società dell’uomo, il benessere della popolazione, è quindi essenziale che essa sia costituita da persone caratterizzate da opportune qualità.
Ovvero, un po’ più nello specifico, in una società che sia effettivamente in grado di sviluppare una buona qualità della vita, gli abitanti devono sentirsi responsabili della loro vita, ovvero essi devono essere in grado di di gestire da sé i problemi della propria vita (si tenga conto che si parla non nella società individualistica attuale, ma di una società nella quale tra le persone esistono sinergie spontanee che fanno in modo che nessuno sia lasciato a se stesso) [vedi il capitolo “Individualizzazione (de-responsabilizzazione) delle persone nella Società moderna”].
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Fondamentalmente
si tratta di recuperare il “fattore umano”
che si è perduto nella Società moderna.
Il problema di fondo di questa perdita della qualità tradizionali della Comunità umana, è che si è perduta persino la memoria di tale condizione di vita: la maggior parte della gente oggi non pensa che sia possibile vivere come si viveva nei Villaggi (o come si vive oggi in molte piccole cittadine che hanno mantenuto la modalità di vita tradizionale).
Tale problema è la conseguenza delle strategie di “modernizzazione” le Pensiero occidentale con strategie come il Cancel Culture, l’educazione scolastica, il “neo-linguaggio” usato dai Media, ecc.. .. …
Il problema è cioè che in Occidente
la gente è portata a pensare che
nella condizione di vita della Comunità sociale tradizionale dell’Uomo
manchino i piaceri fondamentali della vita.
E contemporaneamente non si rende conto del fatto che i piaceri della Società moderna attuale sono definitivamente finiti.
Ciò di cui la maggior parte della gente non si rende conto è che i piaceri della vita offerti dalla attuale Società moderna sono sostanzialmente effimeri, e portatori di importanti conseguenze negative.
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Per tali ragioni fino a che la gente non acquisisce un minimo di consapevolezza sulle reali cause dei problemi attuali, e sulla possibilità di accedere ad un benessere maggiormente a “misura d’uomo” non è possibile fare nulla per cambiare le cose.
Gli unici a avere un consapevolezza di ciò sono appunto gli abitanti di quelle Comunità che funzionano ancora in base al modello del Villaggio tradizionale, come quelli delle piccole cittadine rurali che mantengono ancora un sistema di autogoverno, come moltissime piccole Town USA.
Ma tale consapevolezza si sta estendendo anche agli abitanti della grandi Città: si vedano le tendenze nei sondaggi USA che indicano come sempre più persone si trasferiscano in piccole cittadine per avere una qualità di vita migliore.
(B) ● recupero di un certo livello di autonomia rispetto alle Istituzioni
Il fatto è che è inutile cominciare a ragionare su quali possano essere i modi per recuperare una condizione di società del benessere se mancano le condizioni operative di base per realizzarla.
Una di tali pre-condizioni è, come si è detto, quella di
avere un certo livello di autonomia rispetto alle “Istituzioni”, le quali sono oggi sono divenute uno strumento di imposizione che non lasciano lo spazio per qualsiasi iniziativa di cambiamento
(sia perché esse prosciugano le ricchezze dei Cittadini con tasse e tariffe ingiustificate, sia perché esse reprimono qualsiasi tentativo di creare qualcosa di alternativo alle forme di organizzazione attuale della società).
Un esempio significativo di tale impedimento al cambiamento da parte delle Istituzioni è quello della Scuola: se i Cittadini volessero creare una alternativa all’Istruzione di Stato essi non sono in grado di farlo a causa di
– mancanza di denaro da parte dei genitori, poiché essi pagano comunque tasse con le quali lo Stato fa funzionare la Scuola pubblica: per la maggior parte delle famiglie mandare i figli ad una scuola privata sarebbe possibile solo se lo Stato desse loro l’equivalente di quanto viene speso per l’Istruzione dei loro figli (come si vede in altro punto, lo Stato spende più per ogni studente di quanto spenderebbe se pagasse per esso una Scuola privata).
– limitazioni dovute a regole repressive (di fatto lo Stato non vuole che i futuri adulti ricevano una educazione diversa da quella istituzionale). Tra le altre cose, il fatto di dover comunque seguire un “programma di Stato” (verificato puntualmente con esami presso scuole pubbliche) rende impossibile sviluppare programmi alternativi a quelli definiti dallo Stato.
Quali sono le pre-condizioni necessarie per poter sviluppare forme di comunità sociale alternative a quella attuale?
In realtà, al di la del problema posto dalla “resistenza” da parte delle Istituzioni governative, la questione di sviluppare una forma di organizzazione della comunità sociale di tipo tradizionale non è di per sé un problema, poiché in tale tipo di società (quando vi siano le opportune pre-condizioni), tale processo di sviluppo diviene spontaneo (in caso contrario, se mancano tali pre-condizioni, si perde la spontaneità di funzionamento, e non si riesce a sviluppare nessun tipo di organizzazione alternativa).
Ricordiamo che essere nella condizione (anche solo relativa) di autonomia rispetto alle Istituzioni governative è semplicemente una questione di applicazione dei Diritti fondamentali dell’uomo (ancora oggi riconosciuti dalle Costituzioni e dalla carta dell’ONU): si tratta del diritto di un individuo di decidere come sviluppare la sua vita secondo la sua volontà (nella Costituzione italiana questa condizione è definita come “Sovranità” del Cittadino).
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La questione è quindi nella impostazione iniziale del progetto.
Impostazione nella quale è in primo luogo necessario ripristinare la precondizione di autonomia (almeno parziale) dalle Istituzioni. Ciò avviene su due fronti:
● autonomia come “non-impedimento” da parte delle Istituzioni.
Ossia si tratta di non dover dipendere da una parte di quelle regole che oggi impediscono praticamente qualsiasi possibilità di sviluppare “iniziative private”, e quindi impediscono la possibilità di sviluppare la costituzione di comunità abitative alternative.
Un riferimento di tale condizione di libertà di sviluppare nuovi modelli di comunità abitative è quello degli Stati Uniti, dove dove in molti Stati non vi sono limitazioni di piani regolatori urbani definiti da una Istituzione centrale, e dove non vi sono tassazioni su terreni ed edifici.
Ma oggi vi sono altri riferimenti come quelli dei cosiddetti “eco-villaggi” che riescono ad arrivare a compromessi con le istituzioni locali.
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● autonomia come possibilità di auto-gestire in modo efficace la propria comunità sociale.
Per poter arrivare a sviluppare una tipologia di organizzazione di società alternativa a quella attuale, è cioè necessario dotarsi di strumenti e metodi opportuni, i quali, si noti, sono poco più complessi di quelli utilizzati per la gestione di un condominio.
Questi strumenti possono facilmente essere sviluppati su Internet, grazie alla possibilità di utilizzare moduli software già esistenti (è anche possibile utilizzare applicazioni online dedicate).
In quali ambiti operare per sviluppare i cambiamenti
Il processo di creazione di una comunità sociale di tipo tradizionale (basata su un “ordine spontaneo”), per quanto riguarda la parte operativa della organizzazione della Comunità va sviluppata a due livelli:
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● il livello di interazione tra individui: le “leggi” come un regolamento di condominio (di una comunità basata su contratti privati tra le persone)
La parte più importante dell’organizzazione in una comunità di tipo tradizionale – che si autogoverna in modo spontaneo – è quindi l’interazione tra le persone, poichè in essa, non essendovi istituzioni di governo nel senso attuale, sono i Cittadini che organizzano direttamente le cose.
In tale contesto (come vediamo nel prossimo punto)
il livello formale di government
è cioè accessorio
poichè la Società si regola in modo spontaneo in base ai principi della Proprietà privata e del diritto ad essa accessorio di stipulare patti tra “Proprietà” private (principi che sono impressi nella coscienza dei Cittadini).
In altre parole nella Comunità sociale di tipo tradizionale per regolare i rapporti del Cittadino con la comunità non vi sono Leggi predefinite (come Piani urbanistici, Ordinanze comunali, ecc …) ma quasi tutto si risolve con accordi tra proprietari delle abitazioni nel contesto comunitario interessato.
Per comprendere meglio la cosa, in tale contesto la “regolamentazione urbanistica” o quella del traffico esiste, ma in una modalità completamente differente da quella attuale.
Ovvero in questo caso
tale regolamentazione è definita direttamente dai Cittadini,
caso per caso
in base alle circostanze specifiche.
In questo modo vi è la certezza – che non è garantita dalle leggi moderne – che le azioni delle persone non finiscano per ledere i diritti legittimi di altri.
Ricordiamo che quando vi è una lesione dei diritti di una persona, nella Comunità sociale di tipo tradizionale – come accade oggi negli USA – il “sistema giuridico” interviene tempestivamente con i processi basati sulle giurie popolari. Ovvero
anche nel caso di ricorso al giudizio di un Tribunale
tutto viene deciso direttamente “tra Cittadini”.
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In ultima analisi,
in una comunità tradizionale del Villaggio
tutto viene risolto con patti tra Cittadini,
e, ad esempio, due proprietari confinanti possono decidere che una proprietà possa sconfinare in quella dell’altro. O più proprietà confinanti (un “vicinato”) possono decidere di utilizzare alcuni spazi in comune per creare un parco giochi per i bambini.
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Ricordiamo che la fattibilità di tutto ciò è nel fatto che l’intera comunità non è altro che una unica Proprietà privata, e che quindi i rapporti tra i Cittadini sono sostanzialmente quelli che si hanno nel Sistema sociale attuale tra condomini (le Leggi sono in questo caso sostanzialmente dei un regolamento condominiale).
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In una Comunità di tipo tradizionale quindi diventano fondamentali non delle Leggi di concezione attuale – definite a priori da qualcuno che non vive nella comunità – ma è fondamentale che gli abitanti “funzionino” in modo opportuno. Quando esiste questa precondizione l’organizzazione della Comunità si svolge in modo spontaneo.
Per questa ragione se si vuole ripristinare il modello di Società tradizionale è in primo luogo necessario recuperare la Cultura (forma mentis) tradizionale.
Sostanzialmente si tratta di recuperare
la mentalità del sentirsi responsabili della propria vita.
Senza questa qualità un tale tipo di società non ha proprio alcuna possibilità di funzionare.
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Ovvero per le persone vi è la necessità d
– recuperare la consapevolezza di quali sono nella sostanza i loro Diritti (Diritti che, “sulla carta”, altro non sono che quelli concessi dalle Costituzioni europee). [questo argomento è sviluppato nel vol. 1, in particolare nel cap. “Diritti umani ed impostazione della società”]
– recuperare la conoscenza degli strumenti (Leggi) che oggi sono messi a disposizione dalle Istituzioni governative e che possono essere applicati con profitto nella loro Comunità.
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Ma oltre al “funzionamento” spontaneo degli individui per quanto riguarda l’interazione sosciale, è anche necessario recuperare le capacità operative di essi per quanto riguarda
● il livello di government vero e proprio.
Nel modello di società tradizionale il government – in quanto a struttura decisionale formalizzata – è quindi un qualcosa di accessorio. Ma esso ha comunque un ruolo importante.
In ogni caso il Government è radicalmente differente da quello utilizzato oggi.
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Sebbene si tratti di un contesto nel quale praticamente tutte le forme di organizzazione si sviluppano in modo spontaneo (con accordi tra un numero limitato di cittadini),
VI SONO DEGLI ACCORDI CHE VANNO PRESI A LIVELLO DI COMUNITÀ,
e quindi è necessaria l’esistenza di una assemblea
nella quale i Cittadini possano portare proposte, dibatterle e renderle esecutive.
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In sintesi gli accordi che vengono presi direttamente tra i Cittadini sono a due livelli:
– a livello di vicinato, ossia accordi presi tra un numero limitato di cittadini: come, ad esempio, limiti di velocità nella strada senza uscita che serve alcune case, sviluppo del verde pubblico del vicinato, o costituzione di una scuola di tipo parentale (tra i genitori),.
– a livello dell’intera comunità: in questo caso si tratta degli accordi che vengono presi per l’intera comunità: si tratta di decisioni sulla comunità in generale, come quelle relative alla piazza centrale, ai servizi di emergenza (Pompieri, Pronto Soccorso, Polizia locale, ecc ….), ai locali istituzionali della comunità,
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Per tale ragione è necessario creare un sistema formalizzato di metodi e strumenti, come un’assemblea della Comunità, un sistema di gruppi di lavoro che operano sui progetti, ecc …
Bisogna però ricordare che questo livello di government formale non è che una estensione delle modalità diretta tra Cittadini (ed è ad esse assolutamente subordinato).
Ossia le varie parti di tale sistema di government non diventeranno mai istituzioni a se stanti, ma saranno sempre un luogo fisico nel quale si trovano in “normali cittadini”.
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Questo livello di gestione delle questioni generali della Comunità viene utilizzato anche nelle relazioni con altre comunità, con le quali si possono trovare sinergie [ad esempio creare opere o servizi condivisi, come possono essere un ospedale o una una scuola].
Si veda come sia possibile creare un organismo simile a quello del G8 nel quale non vi siano persone con ruoli stabili, non eserciti alcun potere sui membri e sia composto da delegazioni che di volta in volta stipulano accordi tra i contesti locali nel cap. “Il livello sovra-locale del government (di opere e servizi dello stato)” del mio testo nel mio testo “Oltre la Social-Democrazia”.
La necessità di interagire in modo efficace con le Istituzioni governative attuali
Se è necessario definire i rapporti tra gli abitanti della Comunità, è anche importante tener conto che è necessario essere in grado di mantenere rapporti efficaci con le attuali Istituzioni governative, le quali hanno comunque in mano il potere effettivo.
Per questo aspetto si tratta di sviluppare una sempre maggior autonomia rispetto alle Istituzioni governative.
In realtà, come si vede in altri punti, oggi è ancora possibile – con una astuta interpretazione delle Leggi nazionali – ottenere un un certo livello di indipendenza dalle regole (e tasse) oggi imposte dalle Istituzioni governative.
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Ovvero, come abbiamo detto in precedenza, una volta cominciato un percorso di cambiamento, ad ottenuta una buona visibilità dei risultati ottenuti, i Politici oggi fortemente in crisi non possono permettersi di rifiutare di supportare istanze di cambiamento che hanno già ottenuto un certo consenso presso i Cittadini [si veda il capitolo precedente “La necessità di cambiamento sviluppare strategie tenendo conto del conflitto che si crea con le Istituzioni”].
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In questo caso, tra le altre cose, è possibile – con il supporto dell’elettorato – cominciare a sviluppare nuovi strumenti che permettano ai Cittadini di interagire con le Istituzioni governative in nuove modalità come quelle della Rappresentanza diretta, della revoca del mandato, della rappresentanza per delegazioni descritte in altri documenti.
<si vedano
– il mio articolo “Representation initiative 2.0: a new real democratic representation model”
– il mio testo “Linee guida per un programma politico”
– il mio testo “Partecipazione: la Open Government Platform”>
E grazie a tali nuovi strumenti diviene più facile ottenere dei cambiamenti del quadro legislativo che favoriscano la creazione di Comunità sociali organizzate in modo alternativo a quello attuale.
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[excursus] le “Leggi” in una Comunità di tipo tradizionale
Si noti come sostanzialmente in una reale Demos-crazia, per definizione, le “regole” debbano essere concepite a vantaggio dei Cittadini:
la Democrazia è infatti una Istituzione dei Cittadini (Demos) che operano per i Cittadini.
(nella visione di A. Lincoln: “government of the people, by the people, for the people”.”)
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Riassumendo quanto detto in precedenza, in una Democrazia:
1) le regole devono esistere solo per poter soddisfare un bisogno dei cittadini .
In una reale Democrazia, l’applicazione di una specifica regola deve servire chiaramente per soddisfare un bisogno dei Cittadini (che vivono in quell’area).
In questo caso per il fatto che l’unica ragione per il limite di velocità è la soddisfazione del bisogno di sicurezza dei cittadini di quella zona, devono essere i Cittadini che abitano quel territorio che stabiliscono un limite di velocità.
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2) le regole le devono essere create unicamente i detentori dei bisogni (si tratta del principio cardine della Democrazia – “il popolo è Sovrano”).
Questo è uno dei cardini della Democrazia, la sovranità dei Cittadini. Ossia i diritto assoluto dei Cittadini di prendere dedizioni (sovranità: non vi è nessuno che “sta sopra” ai Cittadini).
In una reale Democrazia sono quindi solo i Cittadini che possono stabilire regole.
Ricordiamo che la Democrazia è stata creata dai Cittadini stessi in base alla considerazione che essi, in quanto detentori dei bisogni, sono i veri esperti delle questioni da affrontare. [si veda il capitolo “Perché l’opera dei governanti è intrinsecamente fallimentare” nel vol. 1]
(2) LA NECESSITÀ RIPARTIRE OPERANDO DALL’ESTERNO DEL “SISTEMA”
Riassumendo:
il sistema istituzionale di organizzazione della Società non può essere trasformato dal suo interno (esso non permetterà mai di farlo).
Ed è quindi necessario, se si vuole sviluppare un nuovo modello di Comunità sociale, farlo all’esterno di essa.
Operare all’esterno del sistema significa non solo sviluppare l’iniziativa in un territorio dove vi possa essere una certa indipendenza rispetto alla istituzioni governative (i casi che stanno funzionando indicano come ciò possa essere fatto con opportune trattative con le Amministrazioni locali, le quali vengono ad avere vantaggi nel supportare una iniziativa del genere).
Ma significa, più in generale,
creare una condizione nella quale
si è il più possibile indipendenti dalle istituzioni governative e del Mercato.
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Più nello specifico, la considerazione di fondo è che oggi non è possibile modificare l’attuale Sistema sociale (di government) riformandone alcune parti, poiché
● l’attuale Sistema governativo presenta un “difetto d’origine”: MANCA DEGLI ELEMENTI CHE POSSONO PERMETTERE DI CREARE BENESSERE.
Come si è visto esso è stato in grado di produrre un benessere particolare – che sebbene fosse basato su piaceri voluttuari, effettivamente è stato apprezzato dagli Occidentali – ma solo per poco più di un paio di decenni in due secoli. E per il resto il Sistema governativo attuale non ha fatto che produrre malessere (mentre nella Comunità sociali di tipo tradizionale, come nei piccoli paesi delle aree rurali non ancora completamente “modernizzate”, si è continuato a vivere il benessere di un tempo). [si veda il capitolo “Il vizio di fondo del benessere della modernità: il circolo vizioso si un benessere non a misura d’uomo” del Vol. 1]
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In ultima analisi il Sistema sociale occidentale è di fatto irriformabile:
anche se esso venisse riformato in modo sostanziale,
rimarrebbero comunque i suoi problemi di fondo che
renderebbero impossibile sviluppare nuovamente un reale benessere.
Problemi di fondo che, come illustra in altri punti, sono:
– la Democrazia moderna europea è impostata su principi opposti opposti a quelli delle Democrazia, la quale è nata per soddisfare meglio i bisogni degli Esseri umani rispetto a quanto facevano i “regimi” autoritari del tempo.
Ovvero la Democrazia è nata prima nella sua forma originaria (nella antica Atene per risolvere i problemi creati dalle elite aristocratiche), e poi come Democrazia moderna, con la Rivoluzione negli USA (con la quale si è creato, come ha detto Lincoln, “that government of the people, by the people, for the people”).
<vedi il capitolo “The need to reflect on the qualities of government “by the citizen”” nel mio articolo “The need to develop a dimension of effective participation in the government of citizens (bottom-up governance modality)”>
– nella Società attuale si sono perduti importanti elementi della Cultura tradizionale dell’Uomo che sono determinanti per sviluppare una società in grado di produrre un reale benessere [vedi uno dei successivi capitoli “La necessità di ricostruire l’eco-sistema culturale”]
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● l’attuale Sistema governativo È IMPOSTATO IN MODO DA IMPEDIRE QUALSIASI CAMBIAMENTO.
Ovvero
il Sistema governativo attuale è blindato.
Il “regime” attuale infatti non solo non non può essere migliorato (non possono essere risolti i suoi problemi dal suo interno), ma esso è impostato proprio per impedire qualsiasi cambiamento.
<Si vedano a tal proposito i miei già citati articoli:
– ”“The question of the armor of Social Democracy: the immune system”>
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Per queste ragioni
tutti i tentativi di riformare la Democrazia moderna europea dal suo interno (operando a livello della Politica parlamentare) sono falliti
Si noti come tali tentativi non solo non abbiano portato ad alcuni miglioramento, ma abbiano in qualche modo contribuito ad arrivare alla situazione di crisi attuale (come diceva Einstein, il problema è di chi dice di voler migliorare il sistema, ma operando in modalità superficiale rispetto all’essenza del problema, non fa che permettere al sistema di sviluppare in modo più marcato le sue qualità negative). [vedi il capitolo successivo]
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Quindi, se si vuole veramente migliorare le condizioni in cui attualmente versa l’attuale società occidentale, lo si può unicamente fare operando all’esterno di esso.
Ovvero per sintetizzare quanto detto in precedenza, è necessario agire in una condizione nella quale si abbia un certo livello di indipendenza dalle regole (e tasse) oggi imposte dalle Istituzioni governative e al Mercato (come è detto, gli esperimenti come Eco-villaggi hanno dimostrato che ciò si può fare).
Come detto in precedenza, per quanto la cosa migliore sia la creazione ex-novo di un un nuovo Villaggio, è anche possibile operare operare con una “riconversione” di alcune parti della struttura urbana esistente, creando nuove comunità auto-gestite all’interno della città [vedi in precedenza il cap. “Le due modalità di sviluppo della comunità: ricostruire la comunità ex novo, e riconvertire parti delle le comunità urbane esistenti”]
L’errore di cercare di cambiare le cose dall’interno del Sistema (sul piano della Politica parlamentare)
Il problema dell’incapacità di recuperare il benessere perduto negli ultimi decenni è appunto nel fatto che:
oggi si cerca di modificare il Sistema di governo
(il Sistema sociale)
dal suo interno.
A causa di ciò:
– le iniziative che hanno delle effettive potenzialità di cambiamento vengono sistematicamente neutralizzate (per mezzo del Sistema giudiziario, dei Mainstream media, ecc …).
– gli altri tentativi vengono assorbiti dal “Sistema”, trasformandoli in un qualcosa che opera in favore dell’Establishment (di fatto vengono “comperate” le persone).
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Questa impossibilità di migliorare il Sistema sociale moderno dal suo interno deriva, in generale, dalla perdita della Cultura tradizionale dell’Uomo, a causa della quale oggi tanto chi è dalla parte dell’Establishment quanto i “Dissidenti” si sono formati nello stesso sistema culturale che propone un sapere “riveduto e corretto”.
Ovvero oggi la censura operata dal “Sistema” elimina qualsiasi riferimento a idee che possano creare conflitti con le Idee mainstream. E quindi, ad esempio, elimina qualsiasi informazione relativa a sistemi sociali basati sull’ordine spontaneo sviluppato nella Storia, ed a quelli tutt’ora in funzione, come le Town USA. [si veda il capitolo “Un breve excursus sul riduzionismo della Cultura moderna” – [vedi nel vol. 1 il capitolo “Il problema che impedisce di trovare una soluzione: la visione riduzionistica della realtà”].
<vedi inoltre il capitolo “The question of scientific reductionism” nel mio articolo “The misunderstanding on ecology (we need disruptive innovation in ecology)”>
In tale situazione non rimane quasi più nessuno in grado di comprendere il fatto che il problema sia alla radice della nostra società, e che sia possibile creare una società alternativa a quella attuale.
In un certo senso potremmo dire che, prive di una cultura sostanziale (basata su riferimenti scientifici),
oggi le persone
non sono in grado di comprendere come
esse siano parte del problema che si vorrebbe risolvere.
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Come detto in precedenza, in tale condizione, chi afferma di voler migliorare l’attuale Sistema governativo è uno dei maggiori responsabili della condizione di malessere attuale, poiché operando per decenni in modo totalmente inefficace, esso ha in qualche modo contribuito al peggioramento della situazione (non ci interessa qui definire se tali persone siano “ingenue” o in malafede) <vedi il capitolo “I must del percorso di cambiamento” nel mio articolo “Che fare? la necessità di divenire consapevoli di essere parte del problema”>
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Se si vogliono cambiare le cose oggi è quindi necessario uscire dalla “trappola culturale” nella quale oggi si è soggetti, e
riuscire a vedere cosa c’è oltre i filtro dei preconcetti ideologici inculcati nelle coscienze dalla cultura mainstream,
secondo la quale, ad esempio, non si può vivere senza un governo-chioccia che si occupi di noi; o solo le super-tecnologie moderne – elettroniche (gli algoritmi) e chimiche (la attuali “vaccinazioni”) – possono permetterci di ritrovare il benessere perduto.
Si tratta cioè di non incorrere negli stessi errori commessi in passato, e di
cominciare a ricostruire
all’esterno del sistema di government attuale,
una società organizzata in modo diverso da quello attuale
(come si è detto in precedenza, ciò può essere fatto o creando una Comunità sociale ex novo, o attivando delle iniziative di minor portata all’interno del territorio urbano).
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<vedi i miei aritoli “La necessità di recuperare la cultura che un tempo permetteva all’uomo di gestire in modo efficace la società”>
– “La necessità per le opposizioni di sviluppare una nuova via indipendente dalle istituzioni (sinossi)”
– “Why and how it is absolutely necessary to change [wake up call-2]” >
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A proposito delle strategie di recupero di una Società in grado di sviluppare nuovamente benessere, in altri documenti viene illustrato come sia possibile ripartire dalla base della Democrazia ricostruendo pezzo per pezzo ciò che è stato distorto o cancellato negli ultimi due secoli.
Ovvero
si tratta di recuperare ciò che si è perso del sistema di organizzazione della comunità del Villaggio (dell’assetto tradizionale della società)
Si noti che qui non si parla del “Big reset” attuato dall’Establishment (Government e Mercato), il quale mira a costruire qualcosa di nuovo: ma si parla del recupero di ciò che è andato perduto della Società tradizionale.
<see my article “Towards a Democracy Reboot (synopsis)”>
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Dal punto di vista operativo, per arrivare ad un effettivo cambiamento è necessario, come si illustra in altri documenti:
● creare strutture alternative che possano governare in parallelo rispetto al governo centrale: ciò è possibile utilizzando in modo intelligente gli spazi disponibili che le leggi non hanno eliminato).
● creare esempi che facciano comprendere alla popolazione ormai allo stremo come essa possa avere grossi vantaggi nel confluire nell’organizzazione alternativa del governo del territorio basato sulla democrazia diretta.
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<vedi i miei articoli:
A2 – CONSIDERAZIONI PRELIMINARI: LA NECESSITÀ DI OTTENERE L’INDIPENDENZA DELLE ISTITUZIONI CON UNA “SECESSIONE MORBIDA”
Come è possibile sviluppare una “exit” strategy dallo Stato centrale (una “Central State exit” come “secessione morbida“)
Se per cambiare il Sistema di organizzazione delle Società occidentale è necessario operare dal sua esterno, come è possibile fare ciò?
Si è detto che l’unico modo certo per sviluppare una soluzione ad un problema sociale è quello di riferirsi ad una caso “di successo” della Storia. E che per quanto riguarda la questione della qualità della vita che si è drasticamente ridotta, si è visto che il caso di riferimento è quello della Comunità sociale tradizionale che per millenni è stata in grado di produrre un benessere reale per le persone.
Quindi nel nostro caso – per sviluppare nuovamente un tale modello di società – è necessario seguire le modalità seguite originariamente nel processo si sviluppo di tale società.
Ovvero tale processo deve essere
(1)
un processo esperienziale
che inizi con lo sviluppo di iniziative molto semplici.
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Come si è detto, l’esperienza diretta della cose – attraverso un processo di “prova e correzione degli errori” – è per l’Uomo l’unico modo per poter mettere a punto soluzioni funzionanti.
Si tratta di un percorso esperienziale che porti gli individui a prendere coscienza di come essi possano effettivamente operare in modo diretto per organizzare le attività sociali sul proprio territorio.
Ma il percorso esperienziale è anche l’unico modo con il quale la coscienza dell’uomo può comprendere a fondo i significati delle cose. Nel nostro caso si tratta, a monte di tutto, di recuperare la consapevolezza di essere in grado di gestire direttamente la propria vita, e di relazionarsi con gli altri abitanti della loro comunità in modo da ottenere uno sviluppo di benessere superiore a quello disponibile oggi.
<vedi il mio testo “The problem of the loss of the original culture“>
In tale percorso esperienziale – che può essere anche solo la costituzione di una associazione privata di Cittadini che gestiscono, con il benestare del Comune, un’area verde del vicinato – le persone possono acquisire consapevolezza del loro ruolo all’interno della comunità sociale (e di come si debba fare per “amministrare” la comunità – learning by doing).
[vedi il capitolo successivo “Le qualità di un individuo funzionale alla sua comunità sociale possono solo essere recuperate attraverso un processo esperienziale”]
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(2)
diffusione dell’idea
della possibilità di migliorare la società tramite l’esempio.
Per poter diffondere l’idea che i Cittadini associandosi tra loro siano in grado di creare strutture di gestione della società alternative a quelle istituzionali – e quindi accelerare il processo di cambiamento – è necessario, ad un certo punto, raggiungere una massa critica di abitanti delle nuove comunità che permetta di avere importanti sinergie tra varie comunità (ed anche una voce in capitolo nel dibattito parlamentare).
Per arrivare a tal punto è necessario sviluppare una diffusione della nuova cultura che induca in chi sino ad allora è stato scettico rispetto a tale modalità di organizzazione delle Comunità sociale, un nuova consapevolezza di quali siano i vantaggi di una Società organizzata direttamente dai Cittadini (è la modalità “driven by example”).
Tale processo può essere cioè sviluppato anche solo con l’azione iniziale di una piccola “avanguardia” che crei dei risultati che possono essere toccati con mano da altri Cittadini (può trattarsi anche solo una iniziativa che permetta di gestire il verde pubblico in modo migliore da come viene fatto ora).
In questo modo si creano delle “cause” bi-partisan che permettono di avere un sempre maggiore engagement di persone al processo di sviluppo di Comunità sociali organizzate direttamente dai Cittadini.
[un approfondimento di questo punto è nel Vol. 3]
Lo sviluppo di una Società alternativa è sostanzialmente una “Secessione morbida” (“State-exit”)
Una strategia mirata a sviluppare una organizzazione della società alternativa a quella attuale per poter avere successo deve arrivare – in una fase matura – ad ottenere un certo livello di indipendenza rispetto allo Stato centrale.
Ovvero, dal punto di vista operativo
SI TRATTA SOSTANZIALMENTE DI EFFETTUARE UNA SECESSIONE,
in questo caso attuata in modalità morbida, e progressiva.
(Treccani – Secessione: ”Separazione, distacco di una parte (…) dall’unità sociale, politica, militare di cui faceva parte“). Una Secessione è tata quella attuata dalla Rivoluzione americana, con la quale i Coloni americani si sono separati dallo Stato inglese (sancendo appunto, con la Dichiarazione di indipendenza, la loro sovranità).
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Nel nostro caso si tratta quindi di una secessione che non arriva a praticare uno scontro violento con le Istituzioni, ma attua
un confronto dialettico con le Istituzioni nel quale
la popolazione guadagna un sempre maggior potere,
fino al punto in cui essa ottiene
UNA SORTA DI SCACCO MATTO NEI CONFRONTI DELLA POLITICA.
Tale potere viene ottenuto sfruttando il fatto che la Classe politica è attualmente in crisi: essa non solo non è in grado di risolvere i problemi che essa stessa ha creato, ma continua a far peggiorare la situazione (povertà, salute, inefficienza del Welfare, ecc ….). E di conseguenza continua a perdere consenso elettorale.
In questa condizione – come detto in altri punti – i Politici non possono permettersi di non supportare iniziative popolari che promettono di pervenire ad una qualità della vita superiore a quella attuale.
<vedi il mio testo “La necessità di cambiare in modo radicale il proprio approccio (ripartire da una Politica dei Cittadini)” >
Si tratta di acquisire un potere che una volta ottenuto difficilmente può essere revocato, per lo meno senza uno scontro armato.
Si consideri che le forze armate (Polizia, esercito) sono composte da cittadini (con famiglie) che molto probabilmente non seguirebbero ordini di reprime le iniziative popolari di sviluppo di Comunità in grado di produrre benessere (in Italia la Polizia si è rifiutata di eseguire repressione nei confronti di chi non rispettava il lockdown per il Covid).
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In sintesi si tratta di una secessione radicalmente differente da quelle conosciute, una “secessione diffusa” (uno “State exit”) che
● viene applicata in modo non violento: viene sviluppata senza creare conflitti con le Leggi vigenti (è quindi assolutamente legittima dal punto di vista legale).
● è sviluppata in modalità costruttiva e non contro qualcosa o qualcuno: essa è cioè focalizzata non sull’operare contro Istituzioni e Politici attuali, ma unicamente sul costruire la nuova realtà sociale.
Essa
si sviluppa cioè costruendo giorno per giorno una realtà di auto-governo da parte dei cittadini ad ogni livello:
della amministrazione del territorio, della somministrazione di servizi pubblici, della regolamentazione della Comunità locale, ecc …
Quindi si tratta di una “Secessione dal basso”, nella quale, agendo in modo opportuno, la popolazione a livello locale sviluppa diverse forme di autonomia che ad un certo punto pone lo Stato centrale in una condizione di scacco matto: in tale situazione lo Stato deve “abdicare” la nuovo “Potere diffuso” in mano alla popolazione.
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Ovvero sebbene non ci si aspetti il permesso da parte delle Istituzioni, si tratta comunque di muoversi mantenendo al minimo i conflitti.
(il conflitto con le istituzioni porta quasi sempre a perdere la causa, e comunque costringe a mantenere il focus sul conflitto.)
Come si è detto, ciò è possibile utilizzando al meglio gli spazi concessi dalle attuali Leggi.
E sfruttando il fatto che nella attuale situazione di crisi della Politica, con i Politici che non sono in grado di far nulla per risolvere i problemi – e che quindi rischiano di non essere più eletti – non possono permettersi di osteggiare iniziative che una parte della cittadinanza vede come una possibile soluzione.
<vedi alcune indicazioni sulle strategie che possono essere adottate nell’Indice ragionato dei miei articoli a proposito della “Iniziativa Riforma dal Basso”>
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La riuscita di questa Secessione morbida dipende dal fatto:
● che essa, già nell’immediato, può creare risultati positivi che possono convincere molte persone della bontà dell’iniziativa.
Come detto, oggi uno dei fattori che impediscono un miglioramento del Sistema sociale è il fatto che la gente non sa dell’esistenza di alternative possibili ad esso. E quindi poter dimostrare come si possa sviluppare benessere utilizzando metodologie alternative a quelle attuali, anche laddove si ottengano risultati positivi su una piccola scale (come situazioni di gestione diretta di una parte del territorio urbano da parte dei Cittadini), la situazione può cambiare di molto.
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● nel medio periodo tali tipi di iniziativa, grazie alle deroghe anche minime rispetto alle regole fino ad ora imposte (come sta già avvenendo per gli Eco-villaggi che sono sempre più diffusi) si indebolisce la resistenza della Politica attuale nei confronti dello sviluppo di alternative (ossia cominceranno a vincere i programmi elettorali che in qualche modo tengono conto di questa richiesta della popolazione di cambiamento in direzione di un nuovo modo di vivere più sostenibile).
Una secessione sviluppata anche nel Mercato
Come si è detto, è possibile arrivare nell’immediato ad un livello di autonomia che permetta comunque di creare una comunità di ordine naturale sviluppando trattative con i Comuni che gestiscono il territorio, e ricorrendo a vari sotterfugi legali. Ma nel lungo periodo si può pensare di cambiare le cose anche a livello più generale con un confronto a livello della Politica parlamentare. [vedi il capitolo precedente “La necessità di sviluppare strategie tenendo conto del conflitto che si crea con le Istituzioni”]
Per quanto riguarda quest’ultimo punto, è necessario liberare “il Mercato” dalla forte dipendenza delle Istituzioni governative, nel senso che Professionisti ed Imprenditori devono poter tornare alla dimensione della “libera iniziativa”.
Ciò, si noti, ha delle conseguenze determinanti per “consumatori” dei loro prodotti e servizi.
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In altre parole, perché si possa arrivare ad una condizione di reale benessere generale,
anche Professionisti ed Imprenditori
devono effettuare
una secessione nei confronti delle Istituzioni governative.
Secessione del Mercato: il caso degli Ordini dei professionisti
La secessione morbida di cui si parla (ovvero una secessione sviluppata in una modalità nella quale si evitano conflitti, ma si pone il focus sugli aspetti costruttivi delle proprie iniziative) deve quindi essere sviluppata ad ogni livello della società, ed un esempio significativo di quanto una raggiunta autonomia di una parte del “Mercato” possa incidere sulla qualità della vita delle persone è quello degli attuali Ordini professionali riconosciuti (imposti) dallo Stato,
Oggi la situazione è fortemente penalizzante per la popolazione che deve servirsi delle prestazioni di professionisti iscritti ad un Ordine professionale – come si è visto con le misure prese per il Covid che solo in Italia hanno prodotto 190.000 morti a causa del fatto che i Medici sono stati costretti a seguire Protocolli errati (i Medici che non li hanno seguiti – ma sono riusciti a guarire i loro pazienti – sono stati espulsi dall’Ordine, e quindi non hanno più potuto curare le persone).
Ma nel nuovo contesto di una società dove vige effettivamente la libera iniziativa (ed i Clienti dei Professionisti possono ad esempio scegliere questi ultimi in base alla reputazione attribuita ad essi attraverso meccanismi già ampiamente utilizzati sul Web) si sviluppa nuovamente una meritocrazia effettiva che premia chi meglio sa curare i propri pazienti.
Si noti come il caso del Covid dimostri proprio come il Sistema governativo attuale non sia riformabile, visto che lo Stato non solo non ha riconosciuto i propri errori, ma non ha nemmeno cambiato posizione nei confronti delle “cure errate” che continuano quindi a produrre morti.
Nel nuovo scenario si sviluppa cioè un circolo virtuoso nel quale la “libertà di cura” (che è un aspetto della “Libertà di scelta” che sulla carta è uno dei fondamenti della Democrazia moderna) permette non solo un miglioramento delle cure diffuse offerte dalla medicina, ma permette anche di sviluppare quelle modalità di vita con le quali si prevengono le malattie (anche le indicazioni su queste modalità nel caso del Covid sono state censurate dalle Istituzioni governative governative – di fatto se ne è impedita la diffusione).
Il Diritto alla Libertà di scelta è compreso nell’elenco dei Diritti dell’Uomo dell’ONU [sulla questione della Libertà di scelta vedi nel vol. 1 i capitoli “1) Cosa è un Diritto” e “I diritti derivati dal fondamentale il Diritto alla Vita”]
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Il problema della necessità per i Medici di seguire le indicazione dei “Prontuari” (che sono sostanzialmente delle tabelle nelle quali per ogni sintomo viene indicato un farmaco da prescrivere – e sono definiti ufficialmente come “lo strumento predisposto per gli operatori del settore al fine di favorire una prescrizione (…) del farmaco.”) pone i Medici nella impossibilità di eseguire la tradizionale diagnosi, ovvero impedisce ad essi di andare alla ricerca della cause della malattia.
Secessione del Mercato più in generale
I “protocolli” sono in generale un problema del Mercato, poiché Professionisti ed Imprenditori sono fortemente limitati nelle loro possibilità di azione a causa della sovra-regolazione burocratica imposta dagli Stati (la quale fa parte del piano globale del Word Economic Forum illustrato da M. Draghi con il termine “Distruzione creativa”, con il quale si vuole arrivare alla fine dell’era di Professionisti ed Imprenditori per mettere qualsiasi prodotto o servizio nelle mani della Multinazionali finanziarie)
[si veda nel vol. 1 il cap “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione”]
Problema che, appunto, influisce in modo determinante sulla qualità di prodotti e servizi offerti dal mercato.
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Un problema non molto dissimile è quello dei “Piani di studio” (sostanzialmente dei “protocolli” scolastici) che portano i futuri adulti ad una dimensione della perdita di quella Cultura tradizionale che per millenni è servita all’Uomo per sviluppare un reale benessere. [si veda il capitolo “La questione fondamentale del recupero della cultura tradizionale”]
Una secessione sviluppata con la creazione di “istituzioni” esterne al Sistema della pubblica amministrazione (gli Ordini professionali “privati”)
Perchè i Cittadini possano trovare nuovamente un reale benessere, si tratta quindi di ovviare ai problemi come
● le imposizioni dello Stato nei confronti di Professionisti ed Imprenditori, la liberazione dalle quali altro non è che la conseguenza della corretta applicazione dei Principi di base della Democrazia (dei Diritti civili): in essenza si tratta del Diritto di scelta.
Nel caso della Medicina per i Cittadini si tratta dei Diritti di Scelta della cura e di Trasparenza.
Con il Covid le Istituzioni governative hanno reso obbligatorie alcune cure – che si sono rivelate essere motali – ed hanno impedito l’uso di farmaci che invece guarivano in modo efficace.
si sivluppnao immediatamente nuove modalità non solo di cura, .. ma di prevenzione delle malattie ..
● liberazione dall’attuale sistema di tassazione: liberando i Cittadini di anche solo una parte delle tasse pagate attualmente, si permette ad essi di tornare ad una dimensione di “libera scelta”, nella quale essi possono ad esempio sottoscrivere assicurazioni private che permettono di scegliere le cure (non essendo più vincolati dall’offerta di un Sistema sanitario nazionale).
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Per il fatto che non è possibile riformare l’attuale sistema della Pubblica amministrazione, è necessario (come si vede in altri punti) cominciare ad operare creando alternative all’esterno del sistema. [vedi il capitolo “La necessità ripartire operando dall’esterno del “sistema””]
In realtà è possibile riformare l’attuale sistema di Pubblica amministrazione mettendolo nelle mani dei cittadini, come si illustra nel cap. “La riforma del sistema sociale come risultato della attivazione della democrazia partecipata” del mio articolo “Introduzione a policy non-convenzionali che permettano ad un partito “ousider” di realizzare l’obiettivo di una reale democrazia partecipata”.
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Per il caso dell’Ordine dei Medici è possibile creare dall’Immediato (con gli opportuni espedienti legali) una istituzione governativa “in parallelo” rispetto all’ordine dei Medici. Si parla di un Ordine dei Medici “privato” nel quale alcuni Medici confluiscono spontaneamente.
Si noti che l’Art. 4 del Codice deontologico dei Medici indica che il Medico debba svolgere la sua professione in piena «libertà e indipendenza» seguendo principi di «libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità».
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Vi è un caso in cui una Associazione di Medici alternativi ha funzionato per curare in modo efficace pazienti che non venivano curati dai Medici che seguivano i Protocolli istituzionali: è il caso dell’Associazione Ippocrate.org, che durante “l’epidemia” del Covid, ha permesso di guarire centinaia di migliaia di malati Covid.
Sebbene tale Associazione sia stata dissolta dallo Stato italiano (impedendo ai Medici di esercitare la loro professione – inoltre il sito che dava indicazioni sul come curarsi a casa è stato chiuso), le conseguenze dell’intervento delle Istituzioni governative nel caso del Covid sono state tali (190.000 morti in pochi mesi a causa di scelte istituzionali errate; i problemi causati dalle “vaccinazioni”, e l’azione del governo che ha portato a sequestrare medicinali che permettevano di guarire dal Covid) che nei Cittadini si sta sviluppando una nuova consapevolezza che può portare un forte consenso a chi sviluppasse strategie per ottenere una effettiva “libertà di cura” (e quindi portare libertà per i Medici di creare associazioni dedicate a cure negate dalle Istituzioni sanitarie ufficiali).
Alcuni casi che possono aprire la strada alla creazione di nuovi Ordini professionali
Due cose sono da notare a questo proposito: una sentenza del Tar del Lazio ha annullato una disposizione governativa secondo la quale i malati di Covid non potevano curarsi, per poi ricorrere alle cure ospedaliera quando si aggravavano; inoltre alcune Regioni hanno emanato, in contrasto con quanto imposto dallo Stato, protocolli di cure domiciliari per il Covid.
Si noti che la “Libertà di Associazione” che permette di creare “Ordini alternativi”, in realtà porterà alla costituzione di più “Ordini” . E darà ai Cittadini una ampia possibilità di scelta.
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Ma altri casi più generali possono far comprendere come la creazione di un ordine dei Medici alternativo possa essere creato:
– il caso dell’incremento della creazione di Scuole private – nella versione di Scuola parentale – che, sebbene siano obbligate a seguire i “Programmi di Stato”, possono avere una grande libertà di insegnamento. Si tratta appunto della nascita di modalità di sviluppo di “servizi” alternativi a quelli che fanno parte del Monopolio dello Stato (ciò mostra come il Monopolio statale si stia indebolendo).
– la perdita del valore del Titolo di studio, un riferimento “sacro” sino a poco tempo or sono, che sta venendo meno: lo Stato aveva creato tale consuetudine richiedendo specifici Titoli di studio per poter lavorare negli uffici della Pubblica amministrazione, ma oggi le Aziende preferiscono valutare l’effettivo valore di una persona che assumono, piuttosto che giudicarla in base al Titolo di studio.
– fenomeni come quello di Uber ci hanno mostrato che lo Stato non sia più in grado di difendere il proprio monopolio.
La secessione dal Mercato per quanto riguarda la Comunità
La Comunità sociale qui prospettata crea automaticamente una “secessione dal Mercato”, ovvero si rende indipendente da quest’ultimo per il fatto che in essa si sviluppa una produzione diretta di molti generi di prodotti da parte dei Cittadini (cosa che rende quest’ultimi indipendenti da regolamenti e da tassazioni).
Ricordiamo che la Comunità sociale di cui si parla è sostanzialmente un contesto privato che è di fatto una sorta di condominio, nel quale non vi è più una vendita ma un libero scambio di prodotti (alimenti, semplici manufatti) e di “servizi” (collaborazioni) che è, come avviene tra gli abitanti di un condominio, uno scambio di favori che non è più basata sul denaro (e quindi, appunto, non può in nessun modo essere tassata).
(B) RIFLESSIONE INTRODUTTIVA SUI PROBLEMI DELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE
I PROBLEMI DA RISOLVERE A MONTE DI TUTTO
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Abbiamo visto perché è necessario (e possibile) cambiare l’attuale il modello di Società occidentale.
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In questa parte vediamo quali siano i problemi specifici da risolvere per poter sviluppare nuovamente benessere.
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Nel definire un processo che possa permettere all’Occidente di recuperare il benessere perduto è necessario seguire il processo tipico di soluzione dei problemi seguito per millenni dall’Uomo:
per risolvere un problema è necessario
in primo luogo comprendere in cosa consiste tale problema.
Vediamo vediamo quindi quali, nella attuale Società occidentale, siano
– i problemi a livello delle persone,
– i problemi a livello delle strutture organizzative del sistema sociale .
THE PROBLEMS THAT HAVE TRANSFORMED HUMAN BEINGS
Quali sono i difetti di fondo della attuale società sui quali è necessario intervenire?
Ricordando che la qualità del benessere di una società dipende dalla qualità delle persone [vedi il capitolo “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società” nel vol. 1] il problema del malessere prodotto attualmente dalla Società occidentale è dovuto sostanzialmente a due fattori che agiscono nell’influenzare la qualità delle persone (e di riflesso la qualità della Società):
● i problemi intrinseci all’Essere umano moderno (psicologici, culturali, ecc …) causati in generale dalle modalità di vita attuali.
● i problemi causati dalle istituzioni che mettono le persone nella condizione di non essere più in grado di contribuire a sviluppare benessere.
Nei prossimi capitoli si analizzano questi due punti.
► The problems inherent in the modern human being (a deeply transformed individual)
La Società occidentale, imponendo nuove abitudini che hanno letteralmente rivoluzionato il modello di vita mantenuto dall’Uomo per millenni, e formando i futuri adulti con programmi che hanno alterato la coscienza delle persone,
ha profondamente trasformato l’essere umano il quale oggi manca delle qualità che tradizionalmente gli permettevano di sviluppare benessere.
Si tratta di una trasformazione delle persone indotta, ad esempio, dalle modalità di vita indotte da
1) un Mercato che ha finito per convincere le persone di avere dei bisogni che non sono affatto reali. E dal
2) un sistema di governo che per decenni si è posto come supporto essenziale per la vita dei Cittadini.
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Nei prossimi punti vediamo come più nello specifico tali problemi intrinseci all’essere umano – che rendono difficile un miglioramento della Società – siano sostanzialmente
– un profondo decadimento del livello culturale (la perdita dei “life skills”),
– il fatto che le persone non sappiano più badare a se stesse
– il Darvinismo sociale.
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● profondo decadimento del livello culturale (la perdita dei “life skills”)
Si parla qui di Cultura intesa nel suo significa originario: non di un bagaglio di nozioni, ma una “filosofia di vita essenziale” impressa nelle coscienza degli individui che permette ad essi di comprendere la realtà (comprendere se stessi ed il mondo che li circonda). E quindi di comprendere come sia opportuno vivere per mantenere una buona qualità della vita.
In tal senso
la Cultura tradizionale dell’Uomo
è stata profondamente alterata.
Una alterazione sulla quale ha profondamente influito la formazione scolastica istituzionale nella quale ai futuri adulti non vengono più insegnate cose che hanno fatto parte per millenni del bagaglio culturale dell’Uomo; e di Media che quotidianamente propongono una visione alterata della realtà.
Il risultato di tutto ciò è che
le persone hanno perduto
LA LORO IDENTITÀ DI ESSERI UMANI.
Ad esempio oggi la Storia che viene insegnata a Scuola e divulgata dai Media è una versione ricostruita in funzione degli interessi del Government e del Mercato: ciò rende gli esseri umani privi di capacità critiche, e di conseguenza essi finiscono per accettare per vero tutto ciò che gli viene detto.
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Nella nuova condizione
l’Essere umano non solo non comprende cosa sta realmente accadendo,
ma esso non si rende nemmeno conto del fatto che gli attuali problemi possano essere evitati.
(Ad esempio: in seguito ai problemi economici creati dal Governo Biden nel 2022, la Cultura istituzionale ha letteralmente riscritto la definizione di recessione, per cui la gente pensa che non vi siano problemi economici strutturale, ma solo alcuni problemi temporanei legati ad alcuni eventi contingenti).
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Ciò che l’Uomo moderno ha perduto sono quelle qualità che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito Life Skills (definite dall’OMS come quelle competenze necessarie all’Uomo per per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi).
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● le persone non sanno più badare a se stesse
Una delle conseguenze della “formazione” degli individui impoverita di quelle qualità che sono state tramandate per millenni di generazione in generazione, e dell’aver abituato i Cittadini all’idea di dover contare sul supporto delle Istituzioni per vivere in ogni aspetto della loro vita, ha creato generazioni di persone che non solo non sono in grado di badare a se stesse, ma che non hanno più nemmeno l’idea che un Essere umano abbia la possibilità di vivere in una maniera differente.
Si noti come l’OMS riconosca che “Per insegnare ai giovani le Skills for life è necessario introdurre specifici programmi nelle scuole o in altri luoghi deputati all’apprendimento” come attività estive extrascolastiche correttamente strutturate per lo sviluppo di tali competenze (Tratto da Bollettino OMS “Skills for life” n. 1 1992)
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Ovvero ciò che manca oggi – e che va ripristinato se si vuole recupera un buon funzionamento della Società – è la consapevolezza delle potenzialità dell’essere umano nei due aspetti:
– mancanza di consapevolezza dal punto di vita personale: deve essere ripristinato un recupero delle conoscenze che permettevano all’uomo di vivere sostenendo se stessi e la propria famiglia.
Si tratta cioè di un recupero di capacità come quelle di curarsi i malanni ordinari (oggi la gente ricorre al medico per i disturbi più lievi), di manutenere l’abitazione e gli strumenti (oggi si ricorre all’idraulico anche solo per ripara un rubinetto o un vestito). E delle capacità di essere autonomi rispetto a molte delle “forniture” da cui oggi si dipende, come energie e cibo.
Si tratta, appunto, delle competenze rispetto alla vita definite anche Life Skills come saper utilizzare le risorse disponibili dall’ambiente, avere le competenze produrre cibo o per fare riparazioni nella prorpia casa, ecc …
Il problema infatti oggi non è nella scarsezza di risorse, ma nella incapacità di un loro uso sostenibile, e nella capacità di rigenerarle: nella nuova vita modernizzata mancano la capacità (ed in città manca proprio la possibilità) per allevare animali da cortile e per fare un orto.
Il problema è però più profondo: oggi le persone proprio non sanno che ciò sia effettivamente possibile (ho assistito ad una visita di una scolaresca ad una fattoria nella quale i bambini negavano che le mucche producessero il latte, poiché essi pensavano che il latte fosse prodotto nella “fabbrica” della Centrale del latte.
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– mancanza di consapevolezza per quanto riguarda l’organizzazione delle proprie comunità
Oggi mancano anche le competenze rispetto all’organizzazione della propria Comunità sociale: oggi si stanno perdendo anche le capacità di gestire direttamente il proprio Condominio. E non vi è la possibilità di organizzare il proprio vicinato per migliorarne la qualità.
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● darvinismo sociale: uno dei problemi maggiori a livello della coscienza individuale è che la formazione culturale moderna, e l’imposizione da parte delle Istituzioni delle regole di vita delle persone (modalità che finiscono per creare caos e povertà),
costringono le persone
a trovare soluzioni individualistiche
per riuscire raggiungere un minimo di benessere.
Si tratta del fenomeno del cosiddetto Darwinismo sociale (la cosiddetta legge della giungla, in base alla quale l’animale più grosso mangia l’animale più piccolo). Una condizione nella quale ognuno deve essere più scaltro degli altri per poter sopravvivere .
(si veda anche solo il caso del traffico automobilistico, ambito nel quale oggi ognuno trasgredisce le regole pur di passare davanti agli altri ed arrivare al lavoro in tempo). [si veda il capitolo successivo “Il Darwinismo sociale della società moderna, e la meritocrazia al contrario”]
Questa condizione della “coscienza moderna” è diffusa ad ogni livello: l’esperienza del vivere nel sistema della modernità fa sì che
in ognuno si sviluppi la convinzione che
SOLO I PIÙ SCALTRI POSSANO RAGGIUNGERE UN REALE BENESSERE.
E così diviene costume ordinario il trasgredire le regole, l’evadere le tasse, il truffare gli altri quando si vende loro qualcosa, usare a proprio vantaggio il bene pubblico, ecc …
Il problema è che a causa del diffondersi di questa mentalità del vivere in modo individualistico – infischiandosene dei danni che si creano – tra le altre cose
oggi vengono meno le qualità spontanee
che sono necessarie
per avere una società che funziona producendo benessere
(senso di solidarietà, impulso alla collaborazione, ecc …). E si crea l’attuale meritocrazia al contrario che favorisce gli incompetenti.
In tale condizione delle persone arrivano alle posizioni di potere le persone che seguono il motto di Marx – in una nuova versione: “furbi di tutto il mondo unitevi” (e, nonostante la vostra incompetenza, potrete governare il mondo).
► problemi “istituzionali” che influiscono sulla qualità delle persone
La trasformazione delle coscienze che il tipo di vita della Società moderna induce nelle persone è solo una parte dei problemi che stanno affondando la nostra società. Infatti ad essa si aggiungono i problemi causati da una impostazione della struttura organizzativa della Società (Government e Mercato) che rendono materialmente impossibile per esse godere di un effettivo benessere.
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Ciò è dovuto al fatto che le due istituzioni che nella Società occidentale moderna, il Government ed il Mercato, sono fortemente invasive, e modellano la vita dei Cittadini mantenendo essi in una condizione di dipendenza da essi.
Ovvero l’origine della attuale mancanza di benessere deriva dal fatto che tali istituzioni hanno cambiato in modo radicale i loro fini originari: dall’essere finalizzate allo sviluppare benessere per gli altri, esse si sono focalizzate sul soddisfare interessi che sempre più spesso sono in conflitto con il benessere dei Cittadini.[vedi nel vol. 1 il cap. “La modernizzazione per quanto riguarda l’organizzazione della società”]
Il fatto è che dal punto di vista strutturale, nell’ultimo secolo in Occidente vi è stato un cambiamento radicale:
■ nel Mercato, il cui funzionamento inizialmente era determinato dalla Legge della domanda e dell’Offerta. Ovvero in origine il successo del Mercato (di un Business) dipendeva dall’essere in grado di proporre un qualcosa che soddisfacesse dei reali bisogni della gente.
In tale contesto era il pubblico “a comandare”: laddove le persone non davano la loro preferenza ai prodotti di una azienda, questa falliva (appunto, essa viveva unicamente per il fatto che si dedicava a soddisfare problemi delle persone).
Sostanzialmente inizialmente anche il Mercato era basato sulla Sovranità del Cittadino.
Ma oggi il Mercato ha imparato che, grazie a forme sofisticate di “comunicazione” (pubblicità), può vendere ciò vuole, anche se il prodotto non ha alcuna reale utilità per il consumatore. <vedi il mio articolo “Business problems: the difference between original and current marketing”>
Il problema per il buon funzionamento della società è che tale strategia del Mercato:
□ ingabbia i Cittadini in una condizione di dipendenza da fornitori e manutentori di dei prodotti che essi devono usare nella loro vita (i prodotti tradizionali infatti non si trovano più sul mercato). Il problema è cioè che
– i Consumatori sono costretti ad acquistare prodotti che è impossibile manutenere senza ricorrere spesso al servizio “esperti” (si pensi ai sistemi di riscaldamento, o alle reti informatiche degli uffici) e di riparatori (oggi si ricorre ad un riparatore anche per un rubinetto che gocciola, o una foratura della bici).
– i Cittadini finiscono per spendere tutto ciò che guadagnano per comperare prodotti che hanno una vita estremamente breve (gli attuali prodotti sono concepiti in base alla filosofia dell’”obsolescenza programmata”).
Inoltre oggi si è arrivati al punto che le sinergie tra Mercato e Government (Crony Capitalism) portano alla creazione di Leggi che costringono i Cittadini a buttare prodotti che funzionano ancora perfettamente (la giustificazione di ciò è la necessità di adeguamento a nuove normative, emesse appunto dai Governi).
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□ inibisce lo spirito critico delle persone, che comperano qualsiasi cosa si proponga ad essi .
L’azione di continuo martellamento delle coscienze dei cittadini per indurli ad acquistare prodotti a prescindere dalla loro qualità, porta i Cittadini a considerare un prodotto valido solo perché ciò gli è stato detto dai Media (si arriva al punto che le gente non si accorge nemmeno dopo l’emergere di dati inequivocabili che le vaccinazioni “salvifiche” che sono stati costretti a fare non proteggevano dalle malattie, e producevano importanti effetti collaterali negativi).
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■ il Government democratico, che nasce per essere al servizio del cittadino, oggi è divenuto una Istituzione che pone i Cittadini al suo servizio [nel vol. 1 si illustra come oggi si sia arrivati alla condizione di Schiavitù simile a quella dei tempi antichi: capitolo “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)”].
Più nello specifico, oggi le Istituzioni governative sono da un lato sempre meno supportive (a causa della inefficienza del Welfare), e dall’altro lato sono sempre più impositive: paradossalmente le istituzioni governative per risanare la situazione attuale (che esse stesse hanno creato) impongono nuove tasse e nuove regole, ottenendo così un peggioramento della condizione dei Cittadini.
Ovvero oggi praticamente ogni aspetto della vita delle persone continua a peggiorare: tra le altre cose l’inflazione rende i cittadini sempre più poveri (aumenta sempre di più il divario tra ricchi e poveri: ed una famiglia non riesce più a sopravvivere) e peggiora la qualità dell’ambiente e della salute (durante il Covid il Sistema sanitario dei vari paesi ha creato milioni di morti).
I PROBLEMI INTRINSECI ALLE STRUTTURE DI GOVERNMENT E MERCATO
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Nel capitolo precedente abbiamo visto che alla base della attuale crisi della Società occidentale moderna vi sono due tipi di problemi:
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● i problemi creati nell’Uomo dalle modalità di vita “moderne” (psicologici, culturali, ecc …)
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● i problemi creati nell’Uomo da una impostazione della struttura organizzativa della Società (Government e Mercato) sempre più impositiva.
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Qui Vediamo più nello specifico in cosa consistano i problemi prodotti dall’attuale impostazione delle Istituzioni governative.
ALL’ORIGINE DELLA CRISI: L’INSOSTENIBILITÀ MATERIALE DELLA SOCIETÀ ATTUALE
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La dichiarazione di Macron nel 2022 (“fine dell’era dell’abbondanza”) che è una presa d’atto che si è arrivati al termine dell’era del benessere moderno (“Era dell’abbondanza”). Ovvero la crisi attuale non è altro che il culmine di una lunga crisi che si fa sempre più profonda da decenni [vedi nel vol. 1 il cap. “Quello sviluppato dall’occidente in europa nel ‘900 è stato un reale benessere (a misura d’uomo)?”]
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In sostanza oggi la vita nella Società occidentale moderna è divenuta materialmente insostenibile: gli attuali problemi minacciano letteralmente la vita delle persone (si vedano i problemi di povertà e violenza).
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Il problema di fondo, come si è rilevato in più punti, è che questa insostenibilità è intrinseca alla società moderna: ovvero la Società occidentale è afflitta da un difetto di origine che fa sì che essa non possa essere riformata (e quindi le cose, se non si effettua un cambiamento radicale sono sono destinate a peggiorare ).
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In questo capitolo vediamo come per poter ripristinare nuovamente un reale benessere nella Società occidentale sia necessario modificare in modo radicale il sistema di organizzazione della società per quanto riguarda il Government e il Mercato.
Come più volte ripetuto, il cambiamento qui prospettato non si basa sul “rivoluzionare” la Società umana (come si tenta di fare oggi con il “Big reset”), ma al contrario esso si basa sul recupero di ciò che della società tradizionale (la Società che è stato in grado di produrre, per millenni all’interno delle Comunità sociali locali, benessere) è stato cancellato con la “rivoluzione morbida” degli ultimi decenni.
L’inesorabile peggiorare della crisi (i difetti di fondo di Government e Mercato)
Quali sono le ragioni per le quali la crisi è destinata a peggiorare?
Il problema è che l’impostazione della nostra società – del Government e del Mercato – è viziata da un difetto di fabbrica
che porta inesorabilmente qualsiasi strategia di correzione della crisi a creare un danno maggiore di quello che si aveva in precedenza.
Più nello specifico, come anticipato in precedenza, questo difetto di fabbrica si manifesta negli ambiti:
1) della Democrazia europea, che è condotta da Governanti che da decenni non perseguono affatto gli interessi della Società, e che quindi hanno creato il problema attuale:
un Sistema governativo
che non è più in grado di soddisfare i bisogni della società.
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2) del Mercato che dagli anni ‘50, avendo compreso che con una corretta promozione è possibile indurre le persone all’acquisto di prodotti totalmente superflui (che non sono in grado di soddisfare reali bisogni delle persone) ha creato un circolo vizioso che porta le popolazione verso la povertà, a causa
– di prezzi troppo elevati: ciò è determinato dalla insostenibilità dei prodotti (ad esempio auto sovradimensionate per il loto effettivo utilizzo: concepite per portare 5 persone e per andare ai 150 KM/ora sono utilizzate per la grande maggioranza del tempo nel traffico cittadino, con una sola persona a bordo), e dalla insostenibilità dei sistema di produzione e distribuzione (ad esempio il latte invece di essere versato dal venditore in un contenitore dell’acquirente con avveniva un tempo, ora è prodotto con macchine molto care, e per arrivare al consumatore deve fare centinaia di chilometri).
– della necessità di sostituire continuamente i prodotti con altri nuovi: per trarre maggior profitto, il Mercato ha creato prodotti dalla rapida obsolescenza,
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In entrambi i casi chi gestisce il “Sistema” (Governi e Multinazionali finanziarie) non è in grado di risolvere il problema dell’aggravamento del malessere della Società occidentale moderna, poiché esso è totalmente incompetente in materia, e per sopravvivere continua a rilanciare la vendita di prodotti insostenibili.
Si noti come il Mercato si sia assestato sulla creazione di prodotti che si pongono come soluzione a problemi creati da esso stesso. Si veda ad esempio il caso dei medicinali, che oggi vengono venduti come cura ad esempio delle malattie dovute all’inquinamento o alla scarsa qualità di cibo prodotto in modalità industriale (il caso più sofisticato è quello della Pfizer la quale, come ha dichiarato il suo dirigente, essi hanno il vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza di essere loro stessi il creatore del virus a cui i loro Vaccini” sono dedicati).
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Nel frattempo le cose continuano a peggiorare (il problema di fondo è che chi dirige Government e Mercato non comprende che nel medio-lungo periodo la crisi procurerà la loro fine).
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Questa mancanza di competenze all’interno delle Istituzioni di Governo e del Mercato fa sì che se si vogliono veramente migliorare le cose, è necessario agire dall’esterno del Sistema, con metodi e strumenti differenti da quelli utilizzati oggi dai Governanti e dai grandi gruppi finanziari internazionali che dirigono il Mercato. <vedi il mio articolo “The concept of innovation (introduction to the disruptive innovation)”>
In altri punti si vede più in dettaglio il ruolo dell’incompetenza (“meritocrazia al contrario” ) diffusa ad ogni livello della società nella impossibilità di risolvere il problema dall’interno [vedi più avanti il cap. “Il Darwinismo sociale e la meritocrazia al contrario”]
The root problem of all is the collusion between the Market and government institutions (Crony Capitalism)
Il problema della Società occidentale che non è più in grado di produrre benessere è aggravato dalle forti sinergie che si sono create tra il Mercato e le Istituzioni governative (Crony Capitalism) che operano in direzione della soddisfazione di fini che sono in conflitto con le necessità della società (con la soddisfazione dei bisogni delle persone).
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Tali sinergie sono evidenti in molti casi, come in quelli:
– del Covid, nel quali i Governi hanno finanziato gli Istituti di ricerca privati per sviluppare i super-virus che sembrano essere alla causa della pandemia. E successivamente hanno acquistato i “vaccini” prodotti dalla stesse aziende (ed hanno annullato la legge che avrebbe obbligato tali aziende a sperimentare il prodotto prima di metterlo in commercio).
– del FBI (negli USA) che mette suoi uomini in punti chiave dei Media, e li obbliga a censurare informazioni non gradite alla Politica (vedi i casi degli scandali che coinvolgono la famiglia Biden, e delle informazioni sugli effetti negativi delle “vaccinazioni”).
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Ma molti sono i casi di “sinergie” tra Governi e Mercato più tradizionali (Crony Capitalism): un caso esemplare è quello con i quali
i Governi obbligano i consumatori ad acquistare beni perfettamente funzionanti ma messi “fuori norma” da nuove leggi
(oppure finanziano direttamente aziende permettendo ad esse di continuare a creare prodotti che non servono a nessuno).
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Questo nuovo approccio è appunto all’origine della spirale viziosa nella quale Government e Mercato, nell’agire sviluppando interessi che sono in conflitto con quelli della Società, porta al collasso del mondo occidentale: si veda ad esempio ciò che accade con l’innalzamento dei prezzi dell’energia, che non solo mettono le persone in una condizione di sempre maggior povertà, ma creano anche un aumento della disoccupazione (poiché molte aziende sono costrette a chiudere a causa di tali rincari).
<vedi il mio articolo “The sharing of the socialist ideology between social democracy and the protagonists of global financial capitalism”>
[vedi più avanti nel cap. “Gli errori del Mercato, e la “contro-rivoluzione industriale”” il punto “cercare di ovviare al problema di un Mercato ormai quasi totalmente orientato alla produzione di “Valore immagine””]
La criticità delle due strategie di base della Cultura del progresso moderno: Crescita e Globalismo
Dal punto di vista della operatività istituzionale della nostra società (della strutturazione delle Istituzioni governative e delle pianificazioni di Mercato e marketing) vi sono due strategie di base sulle quali si fonda la Cultura del progresso moderno responsabile della attuale crisi.
● il problema della “Filosofia della crescita”
(1)
SVILUPPO DI STRATEGIE DI CONTINUA CRESCITA
Il “meta-problema” che sta a monte di tutto è quello della “ideologia” della crescita (economica): in tale concezione dell’Economia si ritiene che le cose vadano bene solo se anno dopo anno vi è una crescita materiale (economia, popolazione, ecc …).
La questione è cioè che
nella Società moderna occidentale
si pensa che per sopravvivere si debba crescere all’infinito.
Ma
il Mondo è un “sistema” finito,
ED UN PROCESSO CHE PRETENDE DI SVILUPPARE UNA CRESCITA INFINITA
PORTA NECESSARIAMENTE AD UN COLLASSO DEL SISTEMA
(Mercato e Government).
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L’idea della “crescita” è applicata a molti aspetti della Società moderna occidentale:
● aumento dei consumi indotto dalla pubblicità (grazie alla quale oggi il Mercato è in grado di indurre i Consumatori all’acquisto di qualsiasi prodotto); ma anche imposto dalle Istituzioni governative che obbligano i Consumatori a cambiare prodotti ancora funzionanti (la scusa in questo caso è la necessità di adeguarsi a nuove normative).
● crescita continua dell’Industria: l’industria cresce e c’è sempre più bisogno di energia, ma la disponibilità di energia non è infinita.
● crescita forzata della popolazione, strategia che in precedenza era supportata con incentivi economici per la nascita di nuovi figli, e poi si è evoluta con l’immigrazione forzata (clandestina) di una massa ingente di persone.
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In sintesi, appunto, la “filosofia della crescita” è in conflitto con la limitatezza delle risorse disponibili sulla terra.
La necessità di crescere porta infatti, tra le altre cose, a sempre maggiori consumi (che significa sempre maggior produzione e trasporti), ed alla sovrappopolazione. Con le conseguenze di un sempre maggior consumo di risorse del Pianeta, inquinamento, degrado dell’ambiente, alla diffusione di pandemie (storicamente legate alla sovrappopolazione).
Ed inoltre con tale filosofia si ha una continua crescita delle Istituzioni governative (sempre più assunzioni, sviluppo degli apparati governativi e burocratici – oggi si aggiunge l’apparato governativo-burocratico dell’Europa Unita) la cui conseguenza è un continuo aumento delle tasse (il che vuol dire un aumento della povertà).
Tutto ciò diviene ad un certo punto insostenibile: si arriva al collasso del sistema.
● il problema del “Globalismo”
Un’altra delle strategie di base sulle quali si basa la Cultura del progresso moderno è quella del
(2)
GLOBALISMO
(centralizzazione del potere decisionale – Government e Mercato)
Il globalismo nasce per il fatto che per poter attuare la strategie della crescita in modo efficace è necessario trasformare le attuali istituzioni nazionali (Government e Mercato) estendendole a livello globale. In questo modo
si controllano i fattori chiave del successo delle Istituzioni: le masse di consumatori (e degli elettori), e “la forza lavoro”
(con politiche come quella dell’immigrazione clandestina).
Inoltre per per le Istituzioni governative globali è più facile “esportare” l’attuale modello occidentale anche nei paesi non ancora “sviluppati”.
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Questa centralizzazione del potere decisionale avviene nelle seguenti modalità:
● nel Mercato, il business diffuso in milioni di piccole aziende indipendenti viene concentrato in pochi gruppi di grandi multinazionali finanziarie.
Queste elite finanziarie finiscono così per possedere, direttamente o indirettamente, la quasi totalità del business (si veda il progetto di Draghi, il teorico del “Grande reset” che definisce le strategie della “Finanza globale” – riunita in organi come il World Economic Forum – con le quali si pensa, attraverso la “Distruzione creativa”, di costringere le piccole e medie aziende ad essere inglobate nelle grandi multinazionali. [si veda nel vol. 1 il cap “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione”]
<si veda anche il cap. “The lack of the entrepreneur figure” nel mio articolo nel mio articolo “Introduction to the Innova approach:the problems of the society and the market”>
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● nel Government, che viene sempre più centralizzato come nel caso della Europa e degli USA: il potere decisionale nega sempre di più ai Cittadini la possibilità di esprimere la loro volontà (Sovranità) .
[vedi nel vol. 1 il cap. “La questione del potere nella democrazia moderna: l’inganno della rappresentanza”]
In Europa i Governi nazionali hanno lasciato il loro potere costituzionale in mano al Parlamento Europeo.
Si noti come quest’ultimo non sia un reale Parlamento: esso non può presentare leggi, ma chiedere alla Commissione europea di farlo (essa si può rifiutare), ed il vero potere è esercitato da un Consiglio dei Ministri che non è eletto direttamente dai cittadini delle varie nazioni.
E negli USA con il governo Obama il potere centrale di Washington ha finito per sovrapporsi ai poteri costituzionali degli Stati.
Il problema dell’indebitamento
Vi è un un ulteriore tendenza indotta dal Sistema Government/Mercato che aggrava la condizione dei Cittadini: il largo ricorso la debito.
L’arma del debito viene utilizzato sia a livello individuale (si costringono le persone ad indebitarsi, ad esempio ricorrendo a mutui e rateizzazioni) sia a livello di Nazioni (si impone l’accettazione di “prestiti”, come è successo per l’Italia e la Grecia).
La costrizione all’indebitamento deriva dalle Politiche globali che creano povertà (viene creata l’inflazione con un aumento delle tasse e con lo stampare nuovo denaro) e con misure “d’emergenza” come lockdown o regole restrittive per il business legate al “Piano verde”.
Il problema dell’indebitamento è che le Nazioni cedono sostanzialmente la loro Sovranità (indipendenza) alle Nazioni più potenti (Germania – negli USA al governo di Washington), e a livello individuale i Cittadini finiscono per essere espropriati delle loro proprietà (si veda la strategia di Draghi, secondo la quale le persone ad un certo punto non avranno più proprietà (nemmeno un conto in banca), ma dipenderanno in tutto e per tutto dallo Stato (come era in Unione Sovietica).
[si ceda nel Vol. 1 il cap. “ l’incoscienza nello sperperare denaro: il problema dell’indebitamento”]
(C) VERSO UNA SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE
(introduzione alle soluzioni specifiche)
C.1 ANALISI PRELIMINARE DEI PROBLEMI SPECIFICI DA RISOLVERE
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In precedenza abbiamo visto quali sono i problemi generali della Società occidentale, che sono alla radice della attuale crisi della Società occidentale (che minano alle fondamenta la capacità di sviluppare benessere)
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Qui vediamo nello specifico alcuni problemi specifici (definendo possibili soluzioni)
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Riassumendo quanto visto in precedenza, la situazione in cui versa attualmente la Società occidentale è che, a causa tra le altre cose di un impoverimento delle qualità umane, essa ha assunto una condizione non fisiologica per l’essere umano. A causa di ciò, appunto, la Società occidentale è passata da una condizione di relativo benessere ad una condizione di definitivo malessere che ha reso la vita delle persone letteralmente insostenibile (cosa attestata dalla dichiarazione da parte dei maggiori Governi mondiali di “fine dell’abbondanza”).
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Più nello specifico tale condizione è dovuta:
● al tipo di strutturazione della Società (del government) che contemporaneamente impone regole sempre più restrittive (impedendo alle persone di soddisfare da sé i propri bisogni) ed diviene sempre più inefficiente.
● ad un Mercato che non è più in grado di soddisfare i reali bisogni delle persone.
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In questo capitolo approfondiamo l’analisi di alcuni problemi generali per poi spingerci a definire alcune soluzioni.
QUALI SONO I MACRO-PROBLEMI DA RISOLVERE
Quali sono i macro-problemi della attuale Società occidentale?
Si tratta
1) di problemi peculiari della nostra società, che non esistevano nella Comunità sociale tradizionale (per lo meno non a livello generale).
2) di problemi endemici, strutturali: non si tratta di “errori” del sistema con il quale è organizzata la società, ma di problemi creati dall’impostazione del “Sistema” (Mercato e Government).
Ovvero il problema di fondo è nell’impostazione del sistema della Democrazia moderna che finisce per produrre più problemi di quelli che riesce a risolvere.
Come detto in altri punti, le strategie che producono tali problemi in molti casi sono sviluppate senza la consapevolezza delle conseguenze che esse sono destinate a produrre.
Un chiaro esempio di ciò è la già citata strategia della “Distruzione creativa” perseguita a livello globale congiuntamente da Governi e Mercato, che secondo il suoi ideatori pur portando nell’immediato maggior povertà e altre forme di malessere (come quella che deriva dai lockdown), dovrebbe nel lungo periodo portare ad un maggior benessere generale.
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Questa caratteristica di endemicità della crisi della Società occidentale moderna fa si che esso non possa essere riformato dal suo interno [vedi capitolo precedente “La necessità ripartire operando dall’esterno del “sistema””] per il fatto che:
1) il Sistema non offre strumenti culturali ed operativi che permettano di modificare le cose.
2) il Sistema è blindato, ossia distrugge qualsiasi tentativo di cambiamento.
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Questi problemi problemi di fondo che rendono l’attuale Società occidentale ormai materialmente insostenibile sono:
● povertà.
● scarso livello di salute.
● bassa qualità dei rapporti sociali
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Vediamo nelle specifico di cosa si tratta.
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● POVERTÀ
Quello della povertà è il problema oggettivo forse più facilmente individuabile.
Come detto nel Vol. 1,
la Democrazia moderna
ha finito per creare un livello di povertà
superiore a quello precedente alla sua creazione,
quello esistente alla fine del ’700: fino a quel periodo infatti nei Villaggi (dove viveva la quasi totalità delle popolazione) gli abitanti godevano di abbondanza materiale di beni, e di un buon livello di felicità (a livello delle relazione sociali. [vedi il cap. “Il problema della scarsità: dalla abbondanza alla scarsità”]
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Il caso significativo di questo incremento del livello di povertà è quello che si è avuto con la prima fase del “Progresso” moderno: la Rivoluzione industriale.
Per favorire la “modernizzazione” della Società (per favorire la Rivoluzione industriale), a quel tempo sono già intervenute le Istituzioni governative in sinergie con il Mercato, ed il Governo inglese ha promulgato una legge che, espropriando i Contadini dalle loro terre, li metteva nella condizione di non riuscire più a sopravvivere, e quindi di dover andare in città dove vivevano in condizioni miserrime.
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Ma dopo questa prima fase di impoverimento radicale durato più di un secolo (l’800), la Società occidentale ha vissuto una fase di effettivo benessere che però è durata solo un paio di decenni (i due “boom economici” dei primi del ‘900), per cominciare poi una fase di progressivo di aumento della povertà che è culminata con la “fine dell’abbondanza” decretata da Macron nel 2022 (in tal modo è stata appunto decretata la fine Era del benessere, ovvero un ritorno all’era della povertà).
[vedi nel Vol. 1 il cap. “Alcune caratteristiche peculiari del malessere sviluppato dalla società moderna: il difetto di fabbrica della Società moderna”]
Più nello specifico nell’ultimo secolo si passati da una condizione di povertà – le famiglie a fine mese erano costrette comperare il cibo a credito – nella quale solo un coniuge lavorava, alla stessa condizione con l’aggravante che oggi sono entrambi i coniugi a lavorare.
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Uno degli aspetti paradossali di ciò è che
la Democrazia sociale moderna,
che dichiara di voler diminuire il divario tra i “ricchi” e poveri,
in realtà lo incrementa.
(le tasse ad esempio dagli anni ‘70 sono raddoppiate – tra le altre cose, con l’introduzione dell’IVA – e le Politiche economiche hanno prodotto una inflazione insostenibile per la maggior parte dei Cittadini).
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Fine dell’era dell’abbondanza non significa solo scarsa disponibilità di denaro, a causa della quale oggi le persone possono appena permettersi di sopravvivere in condizioni di miseria.
Ma significa anche fine della abbondanza di qualità che non dipendono direttamente dal denaro:
– delle qualità psicologiche fondamentali per il raggiungimento di un benessere morale.
– delle qualità come quelle del cibo, dell’ambiente e della salute (problema quest’ultimo che viene analizzato nel prossimo capitoletto).
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La questione è qui che
i problemi che generano tale perdita di qualità della vita sono endemici.
Essi non sono cioè un errore commesso dalla Società occidentale, ma sono intrinseci all’impostazione di essa.
E che per tale ragione il Sistema non è più in grado di salvare se stesso dal collasso.
● SCARSO LIVELLO DI SALUTE
Un’altra conseguenza della crisi della Società occidentale moderna è il peggioramento della salute (fisica e mentale) dei Cittadini (vedi problemi come obesità e tutte le gravi patologie croniche peculiari della nostra epoca; ma soprattutto l’abbassamento della vita media delle persone).
Oggi l’Uomo è afflitto da peculiari malattie croniche e degenerative (come cancro, diabete, sclerosi multipla, Alzheimer, Parkinson, Depressione).
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A tali problemi di salute concorrono le strategie del Mercato e di Government, come le Leggi sempre meno restrittive (come quelle sull’uso degli zuccheri come conservanti, che oggi sono praticamente in qualsiasi prodotto), o l’allargamento delle uso sostanze nocive nel cibo.
Ma un caso particolarmente significativo di strategie che divengono una minaccia per la salute dell’Uomo è quello dell’opera sinergica tra Mercato e Government per la creazione di super-virus in laboratorio, ed il successivo obbligo di utilizzo di cure e “vaccinazioni” (ancora in fase sperimentale).
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Le stime ufficiali parlano di 85% di malattie croniche e degenerative .. sono collegate a caratteristiche tipiche della modernità, come dieta, stili di vita e un sell-being emozionale [citazione da “Modern Disease and the Rise of the Allopathic Model” del sito “Chelsea Green Publishing” <go>]
Interessante il dato che ci dice che in 25 anni si è passati dal 1% al 20% nell’uso di psicofarmaci.
● BASSA QUALITÀ DEI RAPPORTI SOCIALI
Una delle qualità della società Società stanziale che hanno stimolato l’Uomo a creare il Villaggio è stata quella del miglioramento della qualità dei rapporti sociali.
[vedi nel Vol. 1 il capitolo “un miglior sviluppo di rapporti sociali”]
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Oggi tali rapporti,
si sono praticamente estinti
a causa delle nuove modalità di vita
indotte dalla struttura sociale moderna
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Ovvero oggi vengono a mancare quelle caratteristiche di base della società che permettevano alle persone di avere un buon livello di qualità dei loro rapporti sociali. Qualità che vanno appunto ristabilite se si vuole arrivare a costruire nuovamente una società in grado di produrre un reale benessere.
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Tali qualità erano:
● famiglia estesa (e senso di solidarietà diffuso)
La qualità della vita nella società di ordine naturale dipendeva sostanzialmente dal fatto che tale comunità fosse basata sulla famiglia allargata (nonni, nipoti, genitori, affini, padrini, ecc .. ) che gradualmente si era estesa in modo che nel Villaggio tutti quanti erano legati da rapporti affettivi simili a quelli familiari, essendo cresciuti tutti assieme.
In tale condizione il Villaggio si autoregolava in modo spontaneo, senza la necessità di avere regole scritte, che di fatto avviene nella famiglia.
Oggi viene a mancare anche solo la possibilità materiale di includere nella famiglia nucleare (genitori e figli) i nonni. In primo luogo viene a mancare lo spazio materiale perché ciò possa avvenire.
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È quindi determinante recuperare questa qualità per poter avere nuovamente usa Società in grado di sviluppare benessere.
[vedi più avanti il cap. “Famiglia estesa (e autosufficienza)”]
● “spazi pubblici di relazione” all’interno della Comunità
Se la dimensione della famiglia estesa – la familiarità dei rapporti come base della struttura sociale – è fondamentale per poter avere una Comunità sociale che produce un reale benessere, diviene determinante avere una struttura sociale che permetta di sviluppare tale tipo di Famiglia.
Già al tempo della fondazione dei primi villaggi l’Uomo ha creato degli spazi in cui ciò poteva avvenire: l’abitazione che permetteva alla famiglia di “allargarsi” per ospitare figli e nipoti. Ed nel Villaggio l’Uomo ha creato spazi di relazione nei quali le persone si potevano incontrare come i Luoghi di culto, gli edifici per le assemblee e la Piazza.
Tali luoghi offrivano la possibilità:
– di “familiarizzazione” tra gli abitanti, creando tra le altre cose integrazione e senso di appartenenza (identità socioculturale comune). [vedi nel Vol .3 il cap “la questione dell’appartenenza al territorio: come recuperare il senso di appartenenza”]
Un costume che si è perduto è quello dello star seduti su una sedia davanti a casa e parlare con le persone che passano nella via.
– di sviluppo di dibattito e “progettualità” nella comunità.
Per un po’ di tempo tali luoghi di socializzazione sono esistiti anche nella società moderna urbana, come la Chiesa, il Circolo delle bocce, ed il “Bar sport”. Ma con la modernizzazione degli stili di vita tali luoghi stanno sparendo, e sono soppiantati da abitudini individualistiche come il vedere la TV o frequentare la Domenica – invece della Chiesa – gli Ipermercati.
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Oggi
la mancanza di occasioni di socializzazione
produce una perdita del senso di comunità.
La nuova strutturazione della Società, e le modalità di vita moderna producono:
– una perdita della familiarità tra gli altri abitanti del luogo, a causa della quale viene meno il senso di solidarietà.
– una perdita di quel senso di comunità che portava le persone a prendersi carico del loro territorio (si perde quel senso di appartenenza che fa sentire le persone responsabili del “bene pubblico”). Ed ha sentire la necessità di “seguire le regole” della Comunità.
– una perdita di qualità delle relazioni sociali che è una componente essenziale della qualità della vita.
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Nella nuova condizione sociale società si sviluppano l’individualismo ed il “furbismo” [vedi più avanti il cap. “Individualizzazione (de-responsabilizzazione) delle persone”]. Ed i rapporti da amicali divengono conflittuali (si veda ad esempio cosa accade nel traffico cittadino, o nei condomini): la società diviene una sorta di “zona di guerra” tra le persone, dove ha la meglio solo chi sa combattere nel migliore dei modi (ad esempio attraverso i Tribunali).
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Dal punto di vista dell’organizzazione della Comunità è quindi necessario recuperare i luoghi pubblici di socializzazione che un tempo permettevano proporre idee, dibatterle, di progettare soluzioni. [a tale questione è dedicato il Vol. 3]
● capacità di cooperazione nel risolvere i problemi della Comunità
Fondamentali nella Comunità sociale tradizionale erano quindi l’esistenza della Famiglia estesa, e dei conseguenti
senso di solidarietà e senso di responsabilità verso il proprio territorio
che induceva le persone a cooperare con gli altri abitanti della Comunità
per risolvere i problemi.
Oggi la cooperazione non solo è inibita dalla nuova strutturazione della Società, ma è anche ostacolata dalle Istituzioni governative che pretendono di avere il monopolio delle attività di interesse pubblico.
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● Ciò che favoriva la cooperazione nella comunità di tipo tradizionale erano strumenti e metodi consolidati da secoli.
Nel Villaggio vi erano appunto condizioni che permettevano agli abitanti di sviluppare le loro attività in modalità di cooperazione.
Ciò era vero per entrambi gli ambiti:
– le attività della Comunità, come le “corvee” per manutenere o migliorare il bene pubblico (ricordiamo che nel Contesto del Villaggio gli abitanti sono essi stessi la “Pubblica Amministrazione”).
– le attività personali, familiari, come manutenzione o riparazione della abitazione, lavorazione agricole, ecc …
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Sostanzialmente, grazie all’attitudine alla cooperazione, il Villaggio poteva godere di una sorta di “Welfare spontaneo”.
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● Ciò che oggi inibisce o reprime la cooperazione è la nuova impostazione della Società occidentale moderna.
Nella attuale fase di evoluzione della Società moderne le cose sono cambiate a livello strutturale, e di attitudini delle persone.
La nuova forma mentis indotta dalle istituzioni [vedi in precedenza il cap. “La questione fondamentale del recupero della cultura tradizionale”], e i nuovi stili di vita sono di per sè una inibizione di quella modalità di collaborazione che caratterizzava la vita nella Società tradizionale.
Ma vi sono delle condizioni materiali che rendono impossibile la cooperazione tra Cittadini:
● dipendenza dalle istituzioni della Pubblica Amministrazione (e dal Mercato).
Lo Stato induce una sempre maggiore dipendenza dalle istituzioni eliminando a livello Legislativo le possibilità per i Cittadini di sviluppare attività alternative a quelle della Pubblica amministrazione (che ormai coprono quasi ogni aspetto della vita del Cittadino).
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Il risultato di queste politiche è che il “Welfare tradizionale”, che si basava sulla cooperazione volontaria degli abitanti, è stato sostituito dal nuovo Welfare che oggi non funziona più.
Si deve ricordare che agli inizi del ‘900 esistevano Società di mutuo soccorso che erano in grado di garantire la costante assistenza medica ai lavoratori al prezzo annuale di una giornata di lavoro.
Tali Istituzioni, sono state abrogate con varii pretesti dalla Democrazia moderna per dare spazio al sistema di government che impone ai Cittadini il proprio sistema di “assistenza sociale”.
<si vedano i capitoli
– “La questione delle sussidiarietà: come recupero dell’ordine naturale della società” e
– “La questione delle cure mediche in un sistema non-statale”
nel mio testo “Oltre la socialdemocrazia: superare l’attuale crisi della Democrazia europea riportandola alla sua dimensione originaria nella quale i cittadini sono in grado di agire direttamente per soddisfare i loro bisogni”>
[vedi nel Vol. 1 il cap. “Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)”]
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Il fatto è che oggi lo Stato è arrivato a sanzionare i Cittadini che si organizzano per manutenere il territorio anche quando le condizione del Bene comune è disastrosa.
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Nel caso della salute, ad esempio, in essenza i Cittadini dipendono completamente dalle Istituzioni:
– a livello strutturale: a causa della messa fuori legge delle cure “alternative”, costringe le persone a ricorrere a cure istituzionali.
In altri ambiti oggi è necessario ottenere permessi per qualsiasi attività svolta nelle propria proprietà (ad esempio per tagliare la legna); o è necessario ricorrere a “tecnici” con licenza (per qualsiasi cosa, dalla riparazione dell’impianto elettrico alla manutenzione dell’impianto di riscaldamento).
– ma anche a livello di conoscenze “pratiche” le persone dipendono completamente dalle Istituzioni: non sapendosi più mantenere in salute (stili di vita, qualità del cibo e dell’ambiente, ecc … ) esse ricorrono continuamente al medico, e a strutture sanitarie, che non sono più in grado di funzionare per il carico che devono sopportare).
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Un’altra dipendenza è quella che si ha nei confronti del Mercato (consumismo): le abitazioni, ad esempio, sono strutturate in modo che sia molto scomodo lavare i piatti nel lavello, ed è quindi necessario acquistare la lavastoviglie; e elettrodomestici, telefonini, automobili devono essere buttati via dopo poco tempo.
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● monetizzazione di ogni aspetto della vita sociale: tutto si basa sul denaro, per cui la gente si abitua a dover pagare per essere aiutata a fare qualcosa. E gli scambi tra abitanti della comunità sono sempre e comunque soggetti a tassazione.
(Significativo è il caso di Uber, il sistema di trasporti organizzati tra privati, viene messa in molti casi fuori legge – oppure gli autisti sono costretti a pagare elevati costi di “licenza”, e tasse,).
[si veda nel Vol. 1 il cap. “La qualità di fondo che sono andate perdute”]
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● mancanza di risorse.
– in quanto a mancanza di denaro (indispensabile in un mondo “monetizzato”).
Si veda come nel caso della Scuola i Cittadini, dovendo pagare le tasse per la “Scuola obbligatoria”, non abbiano il denaro sufficiente per creare Scuole private (come minimo uno Stato democratico dovrebbe restituire i soldi ai genitori che non mandano i figli nella Scuola di Stato – e risparmierebbe comunque molto).
Dobbiamo tener presente che l’Unione europea prevede che i Cittadini possano ricevere sovvenzioni per sviluppare iniziative di pubblica utilità attualmente sviluppate dalla Pubblica amministrazione (Sussidiarietà) [si veda a proposito della Direttiva sulla Sussidiarietà nel cap. “Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)” del Vol. 1]
– oggi vengono a mancare gli spazi per organizzare attività comuni, spazi che invece esistono ancora nel “Villaggi” sopravvissuti in quanto piccole Town USA.
In alcune città si sta ovviando a questo problema con iniziative come quella del Placemaking con le quali i Cittadini del vicinato prendono in gestione piccole porzioni di strada per creare luoghi di ritrovo all’aperto, e per istallare casette prefabbricate. Si tratta di un processo virtuoso di partecipazione nel quale i Cittadini possono “imparare facendo”, sviluppando tra le altre cose il senso di comunità (l’identità locale ed il senso di appartenenza), il rafforzamento dei legami di prossimità ed il recupero della dimensione di convivialità delle interrelazioni sociali tra abitanti. <sul Placemaking vedi il mio già citato articolo “La necessità di ridefinire il concetto di Città (e di government della città)”>
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Nel capitolo successivo si analizzano in modo più approfondito i problemi che impediscono alle persone di aspirare ad una condizione nella quale esse si occupano di gestire direttamente della loro Comunità sociale: Dipendenza (fisica e psicologica) dall”Assistenzialismo” e dal Consumismo – Mancanza di competenze individuali a proposito del “come si fa a vivere” – Attitudine alle scelte impulsive che produce povertà, sprechi di risorse e ricerca di piaceri voluttuari – Mancanza di capacità operative di auto-sufficienza (e auto-produzione).
WHAT ARE THE CAUSES OF THE MACRO-PROBLEMS SEEN PREVIOUSLY? OR WHAT ARE THE FUNDAMENTAL POINTS ON WHICH IT IS NECESSARY TO INTERVENE
I macro-problemi visti in precedenza (povertà, scarso livello di salute, bassa qualità dei rapporti sociali) sono generati da cause profonde che oggi affliggono la Società occidentale.
Quali sono queste cause?
Si tratta di cause interne agli individui (indotte dalle modalità di vita “moderna”).
Come è quindi possibile eliminare queste cause che impediscono la trasformazione della società moderna in qualcosa che possa produrre nuovamente benessere?
How is it possible for a substantial change in a society to occur? (change can only happen spontaneously)
Per risolvere i problemi di un sistema complesso come è la Società dell’Uomo, è necessario individuare le cause di tali problemi.
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In primo luogo è necessario considerare che
le cause dei problemi “sociali” sono nell’Essere umano,
poiché, come si è detto
1) la società non è altro che l’inseme delle persone che la compongono. Ovvero
la Società non esiste di per sé, e quindi il benessere può essere unicamente prodotto dalle persone che la compongono
(il benessere non può essere prodotto dalla Società – da Istituzioni sociali – come si pensa nell’Ideologia moderna),
[si veda il capitolo precedente “Recupero della qualità della vita perduta” e nel vol 1 il cap. “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]
.
In altre parole
2) i problemi della società sono risolti solo quando le persone, che in quel momento non sono in grado di produrre un reale benessere, cambiano qualcosa nel loro modo di essere essere: qualità della coscienza, attitudini, ecc …
.
Per tali ragioni quindi
(1)
non è possibile intervenire direttamente sui problemi della società
(il persistere del problemi della Società occidentale deriva proprio da tale approccio).
Ma
(2)
per risolvere i problemi della Società
è necessario che in qualche modo le persone cambino.
Si noti come anche se si considera il problema dal punto di vista più strettamente materialista, emerge che l’attuale Democrazia europea non è stata creata con l’applicazione della forza, (ad esempio con colpo di stato armato, come è accaduto ad esempio in nazioni come l’Unione sovietica), ma è nata con una scelta “volontaria” dei Cittadini che continuano a scegliere i loro Governanti (allo stesso modo i Big del Mercato detengono il potere per il fatto che i Consumatori continuato ad acquistare i loro prodotti).
Ovvero emerge come, appunto, il problema di fondo della nostra Società siano le persone, le quali hanno in qualche modo permesso alle varie Istituzioni del sistema Government/Mercato di arrivare alla attuale dimensione di potere praticamente assoluto.
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Ovvero se si vuole uscire dalla crisi della Società europea, è necessario fare in modo che le persone che compongono la comunità sociale raggiungano una condizione (culturale, mentale, attitudinale) che permetta ad esse di sviluppare da sé un processo miglioramento della Società.
.
.
Per definire una soluzione della attuale crisi è necessario tener conto di quali sono alcuni dei
problemi che hanno fatto in modo che i continui tentativi di soluzione
– che durano da più di un secolo –
siano sempre falliti
a causa
– del voler intervenire direttamente sui problemi.
– del voler correggere i problemi sul piano economico.
(come è illustrato nel Vol. 1 la Società occidentale europea, a parte alcune brevi parentesi, è sempre stata afflitta da crisi economiche [cap. “Come il (breve) momento di reale benessere della società europea moderna sia stato favorito da condizioni fortunate particolari“]).
.
Cosa significa quindi non intervenire direttamente sui problemi, ossia fare in modo che i Cittadini cambino il loro modo di essere per poter poi essere in grado si sviluppare da sé il proprio benessere?
In altre parole ciò che conta nella società è lo sviluppo di strategie organizzate basate sul “fattore umano”: ovvero
un cambiamento della Società
che sia in grado di produrre nuovamente benessere
può avvenire solamente
QUANDO VI SIA UN CAMBIAMENTO DI QUALITÀ
DEGLI ESSERI UMANI CHE LA COMPONGONO.
Ed il cambiamento di un individuo è un processo che non può essere forzato da qualcuno, ma deve essere un processo interiore nel quale in qualche modo ognuno è in grado di sviluppare un nuovo modo di essere (di vedere le cose, di pensare, ecc …).
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Ovvero
(3)
il cambiamento delle persone
può avvenire solo in modo spontaneo,
con un approccio maieutico
nel quale sono le persone stesse a trovare una nuova dimensione del loro modo di essere.
<vedi “L’educazione maieutica” nel testo “La manipolazione delle masse: la civiltà delle ideologie (english)”>
Il reale cambiamento delle persone avviene cioè in primo luogo come cambiamento delle coscienze – e di conseguenza del modo di essere – attraverso un percorso esperienziale nel quale esse sono stimolate a riconoscere cosa è meglio per loro (per migliorare la loro qualità della vita).
La necessità di ripristinare le qualità che l’Uomo possedeva nella Società di ordine tradizionale
Questo percorso spontaneo di cambiamento delle coscienze delle persone non è altro che quel percorso che l’Essere umano ha seguito nel suo cambiamento epocale quando, all’inizio del Neolitico, esso ha sviluppato la nuova consapevolezza della necessità di vivere in una Comunità sociale con una sede fissa.
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In sostanza, come si è detto, tale percorso di cambiamento
consiste nel mettere nuovamente le persone in grado di sviluppare direttamente valore per sè e per la comunità,
ripristinando così il “fattore umano”
che ha fatto funzionare la Comunità sociale dell’Uomo per millenni.
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Ovvero per avere una società in grado di sviluppare un reale benessere
è necessario che le persone recuperino
quelle qualità originarie dell’essere umano
perdute con lo sviluppo della modernità spinta.
.
.
In altre parole, dal punto di vista operativo, per ripristinare le “qualità umane” che l’uomo aveva nella società tradizionale è questione di
1) intraprendere una sorta di percorso inverso rispetto a quello sviluppato dalla società moderna recuperando ciò che si è perduto.
2) farlo in modo che le persone arrivino ad intuire da sé i vantaggi di un cambiamento verso il modello sociale tradizionale: un cambiamento radicale come quello di cui si parla è molto difficile da effettuare, e se la gente non ha un forte desiderio di cambiare in una certa direzione, non si ottiene alcun risultato.
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La difficoltà di percepire i vantaggi di un cambiamento
Si deve tener conto che un cambiamento così radicale come è necessario fare oggi se si vuole ritornare a godere di un reale benessere è un processo estremamente impegnativo, che – come tutti i processi di cambiamento – implica sofferenza.
Il fatto è che per quanto il Sistema in cui si vive produca malessere, esso rappresenta comunque per i suoi abitanti una sicurezza per il fatto che in esso si è imparato a sopravvivere. E che non si conoscono alternative ad esso, per cui ogni idea di cambiamento radicale rappresenta un passo verso una condizione totalmente sconosciuta, un “salto nel vuoto”.
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Si veda come un personaggio del film “Le ali della libertà” non voglia uscire di prigione dopo una lunga pena (arriva a ferire un compagno per ottenere una nuova condanna) perché, come dice un suo compagno, è ormai “istituzionalizzato”: la prigione è il mondo nel quale esso ha imparato a vivere, ed il mondo “della libertà” esterno lo spaventa. Infatti quando esso viene rilasciato, finisce per suicidarsi perché non ha più la consapevolezza che gli potrebbe permettere di vivere nella acquisita libertà.
Un altro film che mostra come è il carne animato di Spielberg “Galline in fuga” nel quale il papero che ha fatto un buco nel muro del lager della galline non riesce a spiegare ad esse che dovrebbero di fuggire: le galline non ascoltano il papero quando parla della libertà che c’è fuori dal lager perché esse proprio non sono in grado di capire cosa esso stia dicendo (non hanno idea dell’esistenza di tale realtà alternativa), e quindi rimangono nel lager a morire. <si veda il capitolo “La questione di fondo: il problema culturale” nel mio articolo “La politica dei cittadini: perchè movimenti e partiti di opposizione sono inevitabilmente destinati a fallire”>
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Questa difficoltà di percepire i vantaggi di un cambiamento vale appunto per le persone “istituzionalizzate” dalla modernità (“civilizzate”): esse sono spaventate dal dover affrontare una vita che non conoscono, e quindi accettano ciò che viene loro detto dai “guru” dell’Establishment qualsiasi imposizione (come sono state ad esempio le mascherine o i lockdown per il Covid).
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In una condizione del genere l’Uomo è divenuto come un animale addomesticato, e se si vuole riuscire ad attuare un cambiamento è necessario risolvere il problema del condizionamento mentale che esso ha subito.
Il problema è che oggi
l’uomo non solo vive in cattività,
ma le attuali generazioni sono nate in cattività
e quindi, a differenza dei primi abitanti dell’Era moderna (che avevano ancora una memoria di quale fosse il tipo di vita tradizionale) pensano veramente che quello della Società moderna sia l’unico modo di vivere.
[vedi in precedenza il capitolo “L’importanza di praticare un “percorso esperienziale – perdita della memoria delle effettive potenzialità dell’Essere umano(condizione di cattività)” (il problema della condizione di cattività)”]
<vedi anche il già citato capitolo “The role of education in the human” nel mio testo ““La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”>
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Nel definire un percorso di cambiamento è però necessario evitare di ricadere nella trappola dell’Ideologia moderna, ossia non si deve pensare che il problema possa essere risolto operando sullo stesso piano dell’Ideologia moderna, operando cioè una “propaganda” di segno opposto a quella istituzionale.
Si tratta invece di attuare un processo nel quale le persone recuperino la conoscenza tradizionale dell’Uomo, e quindi la consapevolezza di come esse possano migliorare la loro condizione abbandonando (in gran parte) le attuali modalità di organizzazione della società, e riprendendo a gestire direttamente la loro comunità (riprendendo in mano il proprio destino).
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Si parla cioè di definire un percorso nel quale le persone possano recuperare le qualità perdute operando:
– a livello propedeutico, in modalità divulgativa proponendo esempi e riflessioni di casi esistiti e tutt’ora esistenti [si veda in precedenza il capitolo “La questione fondamentale del recupero della cultura tradizionale”]
– a livello “pratico”, proponendo un percorso esperienziale nel quale le persone possano toccare con mano in vantaggi del nuovo modo di vivere – che è in realtà quello tradizionale.
[si vedano altri punti di questo testo:
– in precedenza il punto “un processo esperienziale che inizi dallo sviluppo di iniziative molto semplici” Nel cap. “Come è possibile sviluppare una “exit” strategy dallo Stato centrale“.
– più avanti il capitolo “Le qualità di un individuo funzionale alla sua comunità sociale possono solo essere recuperate attraverso un processo esperienziale”. ]
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In ogni caso per poter sviluppare tale tipo di processo di recupero della consapevolezza originaria dell’Uomo è necessario in primo luogo individuare quali sono le qualità umane che sono state perdute con la modernità (si sviluppa tale analisi nel prossimo capitolo).
QUALI SONO LE ATTUALI CARATTERISTICHE DEGLI INDIVIDUI CHE CAUSANO I MACRO-PROBLEMI DELLA SOCIETÀ
Quindi le principali cause dei macro-problemi individuati in precedenza – povertà, scarso livello di salute e bassa qualità dei rapporti sociali – sono le condizioni materiali e psicologiche nelle quali l’Uomo vive attualmente. Condizioni sulle quali è quindi necessario operare per poter ricreare una società in grado di sviluppare un reale benessere.
In questo capitolo analizziamo appunto le cause di tali macro-problemi della Società occidentale moderna in questa fase della sua evoluzione, che sono:
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► Dipendenza (fisica e psicologica) dall”Assistenzialismo” e dal Consumismo
► Mancanza di competenze individuali a proposito del “come si fa a vivere”
► Attitudine impulsiva (incapacità di ponderare le proprie scelte)
► Mancanza di capacità operative di auto-sufficienza (e auto-produzione)
► Dipendenza (fisica e psicologica) dall’”Assistenzialismo” e dal Consumismo
L’essere umano è stato portato dall’impostazione della Società della Democrazia europea a dipendere da altre persone. Ciò avviene
– sia a livello mentale: esso sente l’assoluta necessità di basarsi sulle indicazioni di “esperti”, fino a volersi sottomette alle loro decisioni.
– sia a livello materiale: la sua vita dipende totalmente dal supporto di altri. La maggior parte dei Cittadini della Democrazia europea dipende dall’assistenza dello Stato (Welfare); e dipende da “datori di lavoro” per la sua sussistenza.
Ma anche quando le persone sono autonome rispetto al lavoro ed al Welfare, esse non hanno la consapevolezza – tipica dei loro antenati – di come fare a risolvere da sè la maggior parte dei propri problemi senza ricorrere ad “esperti”.
Essi ricorrono ad “esperti” per sapere cosa è bene mangiare, o come comportarsi in modo corretto con le altre persone; e per porre rimedio ai propri guai come quelli della salute (ricorrono al medico anche solo per un piccolo malanno, ed allo psicologo per risolvere le proprie ansie), e della manutenzione della casa, auto e strumenti vari (essi ricorrono ai vari tipi di riparatori).
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Questa dipendenza è un fattore di potere determinante tanto per Sistema governativo quanto per il Mercato:
a causa di questa loro dipendenza
I CITTADINI VIVONO IN UNA CONDIZIONE DI TOTALE SOTTOMISSIONE
NEI CONFRONTI DEL “SISTEMA” MODERNO
(Mercato e Government)
Già Macchiavelli sosteneva, nel suo “Il Principe”, che uno Stato dovesse in primo luogo rendere i Cittadini dipendente da essi.
Ed il Cancelliere Bismarck riprese il concetto fondando il Welfare moderno: Bismarck affermava esplicitamente che essendo il suo uno Stato militare (la Prussia imperiale dell’800), egli avesse bisogno di una popolazione sottomessa (dipendete dalle Istituzioni assistenziali pubbliche) per poter continuare con i successi militari. E che per avere i cittadini sottomessi egli avesse dovuto creare il Welfare state.
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Il problema è che, essendo vissuti per generazioni in tale condizione di dipendenza dalle Istituzioni pubbliche
i Cittadini
HANNO PERDUTO LA CONSAPEVOLEZZA DELLE LORO POTENZIALITÀ:
essi proprio non ricordano più come i loro antenati siano stati in grado per millenni di badare a se stessi (e di vivere una qualità della vita migliore di quella attuale).
Questa condizione di sottomissione delle persone viene indotta su più livelli:
1) a livello delle abitudini: con il vivere a lungo in una dimensione di Stato assistenziale, come aveva intuito Bismarck, si è annullata quella capacità dei Cittadini di concepire una vita indipendente che aveva l’Essere umano quando ha fatto il salto di qualità passando dalla vita nomade a quella del Villaggio.
[vedi il capitolo “Il principio fondamentale della democrazia: la libertà di scelta (sovranità)” nel mio testo “Oltre la Socia-democrazia”]
2) a livello culturale, sviluppando un imprinting psichico in grado di creare delle coscienze sottomesse, con la Scuola pubblica (tenendo i futuri adulti nell’ignoranza rispetto alle potenzialità dell’essere umano). E con il sistema del Mainstream media – totalmente dipendente dalle Istituzioni governative – che, in sinergie con le Istituzioni governative oggi mantengono tale condizione di inconsapevolezza con le strategie del “Pensiero unico” (l’egemonia egemonia culturale definita da A. Gramsci, ed alla base della società descritta da George Orwell in 1984).
<vedi il mio testo “Il nuovo indirizzo totalitario dei regimi autoritari (il prevalere dell’ideologia sulla ragione”)>
Per le strategie di Pensiero unico oggi applicate con sinergie tra Mainstream media e Government si vedano casi come quelli dei Social network obbligati dall’FBI a censurare alcuni tipi di informazione non gradite al Governo USA
<vedi il capitolo “Oltre l’ideologia: la necessità di un recupero della consapevolezza civica” nel mio testo “Introduzione alla democrazia diretta:un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla Democrazia europea di uscire della crisi“ >
► Mancanza di competenze individuali a proposito del “come si fa a vivere” (il nuovo Sapere che non è più reale conoscenza)
La dipendenza delle persone dai consigli o dall’opera di “esperti” deriva, tra le altre cose, dalla mancanza di corrette competenze rispetto al “come si fa a vivere” in questo Mondo (nel rapporto con la Natura delle cose, e con la propria comunità sociale) che affligge oggi le persone.
Ovvero oggi le persone non solo non sono consapevoli delle loro potenzialità, ed accettano passivamente l’unica realtà che essi ritengono essere possibile: la dipendenza da “esperti” ed Istituzioni che dicano loro cosa fare. Ma
i Cittadini delle Democrazie europee
mancano a tal punto di “competenze sulla vita”
che se oggi si oggi fossero lasciati liberi di sviluppare in una società realmente democratica, essi non saprebbero cosa fare (come invece saprebbero fare i loro antenati), e cercherebbero nuovamente Istituzioni alle quali sottomettersi.
Come detto si tratta della stessa situazione degli animali nati in cattività: come tutte le specie costrette a vivere in cattività, l’Uomo moderno è un animale che è uscito dalla a sua nicchia ecologica. In un certo senso, essendosi voluto emancipare dalla dipendenza dalla natura, l’uomo ha rinnegato se stesso. <vedi il capitolo “The “eradication” of Man” nel mio testo “Introduzione alla Democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla Democrazia europea di uscire della crisi“>
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Il problema di fondo è che nel Villaggio vi era una competenza diffusa: ognuno sapeva come fare per sviluppare da sé la propria vita, e come relazionarsi con gli altri per poter sviluppare una società in grado di creare reale benessere.
Ossia nel Villaggio le competenze rimanevano sempre patrimonio della popolazione, mentre oggi
si è passati dalle competenze diffuse
a competenze di pochi (di elite)
In tali condizioni
i Cittadini finiscono
per mettere nelle mani degli “esperti”
(delle Istituzioni)
il potere che la Democrazia nelle costituzioni attribuisce da essi.
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Al fine di mantenere i Cittadini in tale condizione di “incompetenza”, è la Società moderna ha sviluppato un nuovo Sapere che ha sovrascritto quello originario dell’Uomo (grazie, tra le altre cose, al Cancel culture). Un nuovo sapere nel quale, ad esempio, vi è una Super-scienza che è incomprensibile per in normali Cittadini.
Questa incomprensibilità del nuovo Sapere (ad esempio di Medicina, Politica, Tecnologie) mette i Cittadini nella condizione di accettare come corrette le scelte di Government e Mercato.
Ma come oggi
il nuovo Sapere
non è nemmeno più comprensibile per gli stessi esperti,
viste che le catastrofi come pandemie e recessioni che sono state create dalla Istituzioni che si servono di essi.
Come detto in altri punti, si è arrivati ad una situazione nella quale
il Sapere non è più una reale conoscenza.
► Attitudine impulsiva (incapacità di ponderare le proprie scelte)
Il problema della dipendenza è reso più grave da una altro problema: l’attitudine a prendere decisioni impulsive (agire in base alle proprie emozioni, senza riflettere).
Questa attitudine è stata indotta in particolare dal Mercato, il quale attualmente deve il suo successo all’acquisto d’impulso da parte dei Consumatori: esso è riuscito a fare in modo che le persone acquistino dei prodotti senza rendersi conto di cosa fanno.
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Si veda come si sono evolute le strategie del Mercato (in parallelo con quelle del Government) negli anni ‘50, quando l’Occidente ha studiato le modalità di lavaggio del cervello operate dai paesi del Comunismo, ed ha cominciato ad ottenere il consenso delle persone (elettori, consumatori) attraverso strategie psicologiche peculiari.
<vedi
– il capitolo “Cosa si intende per cultura/l’aspetto ‘psicologico’” nel mio articolo “LA necessità di recuperare la cultura che un tempo permetteva all’uomo di gestire in modo efficace la società”>
– il capitolo “The causes of the recession (the failure of current innovation)” nel mio articolo “The concept of innovation (introduction to the disruptive innovation)” >
– il mio articolo “Hypno-governance: Mass hypnosis”>
– il capitolo “I meccanismi psicologici delle strategie di gestione delle masse” nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”
Vedi anche:
– “La manipolazione delle persone attraverso la paura“
– “The basis of the transformation process implemented by the Cultural Marxism“>
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Questo è, appunto, uno degli aspetti della attuale dipendenza:
l’Uomo moderno finisce sempre
per fare ciò che gli dicono gli altri,
senza riflettere su cosa stanno facendo.
Ciò vale non solo per il Mercato (acquisti d’impulso), ma anche per le scelte “politiche” (si veda il caso significativo delle “vaccinazioni”, nel quale i Cittadini si sono vaccinati nonostante vi fossero chiari segnali del fatto che tali prodotti non garantissero un reale immunità, e presentassero gravi controindicazioni).
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In tale condizione
L’ESSERE UMANO È ETERODIRETTO.
Ovvero gli individui non hanno più una loro coscienza, ed essi accettano tutto ciò che viene loro proposto come verità effettiva: ciò è in gran parte dovuto ad un impoverimento della Cultura moderna (grazie alla Scuola ed al Mainstream media).
Privo della Cultura tradizionale (che era stata evoluta per millenni con il processo di “errore e correzione dell’errore”) oggi l’Essere umano è in balia delle Istituzioni governative e del Mercato..
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Questa accettazione acritica da parte delle persone di ciò che viene proposto da “fonti autorevoli” è alla base della crisi della nostra società. Infatti
tale tipo di scelte portano gli individui a perseguire interessi (del business e della politica) che sono in contrasto con gli interessi delle persone.
Ed in tal modo che si arriva a produrre povertà, spreco di risorse, indebolimento della salute, ecc …
La Democrazia funziona solo quando sono i Cittadini a definire soluzioni per la soddisfazione dei loro bisogni
Si rifletta sul fatto che
quando vi è una incapacità da parte dei Cittadini
di scegliere ciò che è meglio per loro,
la Democrazia non può funzionare in modo coretto,
e di conseguenza si arrivi ad una situazione di caos ed inefficienza (si arrivi cioè ad una condizione rispetto alla quale potrebbe anche essere meglio – teoricamente – una “dittatura”, purché non sia mascherata da Democrazia).
Aldous Huxley, tra l’altro professore di Orwell: «La dittatura perfetta avrà sembianza di Democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù».
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Il fatto è che – si è detto in altri punti –
1) la Democrazia nasce come strumento per soddisfare i bisogni dei Cittadini (questo è il suo unisco scopo: essa è stata concepita dagli Ateniesi che erano insoddisfatti di un governo che imponeva ad essi le sue idee).
E per tale ragione:
2) la Democrazia è impostata per funzionare in base alle scelte consapevoli dei Cittadini: i Cittadini devono sapere scegliere cosa è meglio per loro, altrimenti – se sono altri a decidere quali sono gli interessi che si devono perseguire – nel lungo periodo si “perdono di vista” i loro effettivi bisogni (in pratica si pone l’attenzione sul perseguimento di altri interessi).
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Ovvero il problema è che quando in una struttura operativa di tipo democratico entra in gioco una Classe di governanti che operano secondo le loro idee – ovvero che non perseguono più gli interessi dei Cittadini – il sistema degenera e nel lungo periodo si crea un caos insostenibile (il conflitto di interessi che si genera in tale situazione crea soprusi e risentimenti, povertà, ecc .. ).
<si veda come solo laddove i detentori dei bisogni partecipano direttamente alla definizione dei processi di soddisfazione di tali bisogni questi possono essere effettivamente soddisfatti:
– nel mio testo “The users of the Services are essential co-designers of the solutions to satisfy their needs“>
– nel il mio articolo “The basic rules of Democracy: Democracy works only when citizens are directly concerned with government actions“>
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Paradossalmente vi è una miglior qualità della vita in una Monarchia, nella quale chi governa si rende conto che la sua vita (le sue ricchezze) dipendono dalle condizioni di vita della popolazione, e quindi non arrivano mai a porla in condizione di povertà assoluta.
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In altre parole il fatto che il Cittadino perde quella Sovranità attribuitagli dalle Costituzioni, non è una questione di principi astratti, ma è una questione funzionale: come detto, la Democrazia è stata concepita in origine dai Cittadini stessi, e se la sovranità passa nelle mani di altri (la Classe politica) il sistema non può funzionare.
<vedi anche
– il mio articolo “Innovation is intrinsically (historically) bottom-up”>
– il capitolo “The Problem of the Dictatorship of the Majority (and of the Minority)” nel mio articolo “Politics (of the 20th century) is dead: it is necessary to restore real democratic politics”>
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Per comprendere il problema attuale delle modalità di government della Democrazia europea si rifletta sul fatto che in una Democrazia la delega da parte dei Cittadini di anche una solo una piccola parte del potere attribuito ad essi dalla Costituzione a qualcun altro, quest’ultimo finisca per sfruttare la situazione per accrescere il suo potere fino ad arrivare in una condizione di potere assoluto (come quello delle Monarchie).
<see my text “Having even a small amount of power in a system allows you to increase that power“>
► Mancanza di capacità operative di auto-sufficienza (e di auto-produzione)
Ai problemi della totale dipendenza delle persone dalla Istituzioni, della mancanza di competenze ed della incapacità di ponderare le proprie scelte visti in precedenza, si aggiunge un problema operativo insito nella attuale condizione dei Cittadini che rende difficile il cambiamento verso una reale Democrazia (ossia verso una modalità di organizzazione della società che permetta lo sviluppo di un maggior benessere).
Ovvero
nella Democrazia moderna
i Cittadini mancano di effettive possibilità operative
(metodi e strumenti)
per sviluppare forme di auto-sufficienza
che permettano ad essi di rendersi in qualche misura indipendenti dalle strutture messe a disposizione (o meglio, imposte) della Istituzioni pubbliche e private.
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Ovvero, come vediamo nei prossimi paragrafi, per recuperare una dimensione di Società realmente in grado di produrre benessere, in un contesto di Comunità sociale locale, è necessario recuperare metodologie e strumenti che permettano di ottenere rispetto a Government e Mercato, un buon livello di auto-sufficienza e di auto-produzione.
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● auto-sufficienza strutturale
Si parla di strutture sociali basate sull’adesione spontanea delle persone – ossia su un apporto volontaristico dal basso, libero dall’ingerenza di Istituzioni – nelle quali i Cittadini possano creare “servizi” di pubblica utilità alternativi (o complementari) a quelli oggi forniti dalla Pubblica Amministrazione.
Si tratta di iniziative indicate ad esempio nel progetto Iniziativa riforma dal Basso, ed anche nei successivi capitoli, le quali spaziano dai gruppi di acquisto alla creazione di scuole private a basso costo (sviluppate secondo i criteri dell’home schooling, e quindi a costi estremamente bassi, abbordabili da praticamente ogni famiglia).
[si veda il capitolo precedente “Recupero di un certo livello di autonomia rispetto alle Istituzioni”]
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Come si illustra nella parte operativa (vol. 3), tali iniziative sono facilmente realizzabili ricorrendo ad opportuni stratagemmi legali unitamente a strategie innovative di “Comunitarismo 2.0” (le quali, sotto molti aspetti, sono già in via di realizzazione).
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Tali iniziative permettono di avere, oltre ad maggior qualità dei servizi, anche un alleggerimento per ciò che riguarda le tassazioni (le Istituzioni governative possono riconoscere per esse, come è già stato fatto, una diminuzione del carico di tasse e tariffe in base al fatto che in tale modalità di organizzazione della comunità si alleggerisce il lavoro delle Pubbliche Amministrazioni).
Si tenga conto che – come spiegato in altri punti – questa modalità di accordo con le istituzioni è prevista dall’Unione Europea (è definita Sussidiarietà).
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Lo sviluppo di tali iniziative di autogestione alternativa ai servizi pubblici da parte degli abitanti del luogo permette di sviluppare, partendo da livelli molto basici, importanti iniziative di servizi privati di pubblica utilità direttamente co-gestiti dai Cittadini.
Lo sviluppo di tali iniziative è importante non solo perché essere rendono i Cittadini indipendenti dalla Istituzioni governative, ma anche per esse divengono per gli altri Cittadini un esempio di come possano migliorare le cose se essi cominciano a gestire direttamente la loro vita sociale.
<vedi il capitolo “Alcuni esempi di soluzioni di smart citizenship indipendenti dalle istituzioni” nel mio articolo “Introduzione a policy non-convenzionali che permettano ad un movimento “outsider” di realizzare l’obiettivo di una reale Democrazia partecipata”>
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● auto-produzione
La capacità di produrre direttamente ciò che necessita per vivere permette ai Cittadini di avere un maggior livello di indipendenza, questa volta nei confronti del Mercato, In questo caso si ottengono inoltre: maggiori qualità dei beni (di consumo o durevoli), minori spese, ecc ….
[si veda più avanti il cap. “L’Era del post-consumismo (consumismo 2.0): auto-sufficienza ad riduzione delle aspirazioni consumistiche”]
C.2 LE QUALITÀ ESSENZIALI DELLA COMUNITÀ SOCIALE CHE VANNO RICUPERATE
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Nei capitoli precedenti sono stati esposti ● i macro-problemi strutturali della società moderna, e quindi ● le loro cause profonde (le mancanze nell’essere umano).
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In questo capitolo, per comprendere come sia possibile recuperare il benessere perduto negli ultimi decenni (ossia cosa debba essere recuperato negli individui) si individuano alcune possibili soluzioni di tale questione.
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Ricordando che la qualità di una società dipende dalla qualità delle persone che la compongono [vedi nel vol. 1 il cap. “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”] vediamo qui quali sono le qualità essenziali della comunità sociale tradizionale che vanno ricuperate.
Per ogni punto analizziamo il problema alla radice, e quindi indaghiamo su possibili soluzioni di esso.
I problemi sono suddivisi nelle due tipologie:
– i problemi fondamentali legati alla condizione interiore dell’Uomo
– i problemi legati alla struttura della Società occidentale moderna.
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Segue un elenco dei problemi analizzati in modo più approfondito nei prossimi capitoli.
1. Problemi legati alla condizione interiore dell’Uomo
♣ DISUMANIZZAZIONE (ALIENAZIONE) > RECUPERO DELLE QUALITÀ UMANE DEGLI INDIVIDUI
La causa prima degli attuali problemi della Società occidentale è la perdita della cultura tradizionale che ha supportato per millenni lo sviluppo delle Civiltà umana. Perdita che ha portato ad una radicale trasformazione della natura dell’Uomo (della sua psiche, e del suo organismo).
Dal punto di vista strutturale in conseguenza di ciò è avvenuto un sostanziale cambiamento dell’organizzazione della Società: l’Ideologia moderna, con il suo vedere il Mondo che non corrisponde alla realtà effettiva, ha portato l’Uomo moderno a dover cercare di adattare la realtà alla sua concezione del Mondo; ovvero alla creazione di un Nuovo ordine “artificiale” che, tra le altre cose, ha prodotto una disumanizzazione dell’Umanità (e della Società).
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Per pervenire ad una soluzione del problema della disumanizzazione della popolazione occidentale è necessario recuperare la condizione nella quale le persone sono state in grado di sviluppare per millenni un effettivo benessere.
Ovvero si tratta di individuare un percorso nel quale le persone possano recuperare le qualità dell’Uomo che gli permettevano di vivere in modo fisiologico: in sinergia con la Natura e con gli altri membri della loro comunità.
Un percorso che sostanzialmente è quello seguito dagli esseri umani quando essi hanno creato la società evoluta del Villaggio stanziale.
♣ INDIVIDUALISMO (DE-RESPONSABILIZZAZIONE) > VERSO IL RECUPERO DELLA CAPACITÀ DI VIVERE IN UNA COMUNITÀ
Una delle conseguenze della trasformazione dell’Essere umano attuata con la “rivoluzione culturale” attualmente sviluppata dalle Ideologie moderne è la perdita di vista di quelle “Leggi di natura” (il cosiddetto “Ordine naturale” della Società) che per millenni sono state alla base della Società umana. Leggi interiorizzate nelle persone che portavano le persone a sviluppare un senso di comunità che produceva sinergie spontanee tra gli abitanti della Comunità sociale. E portavano la Società a sviluppare un effettivo benessere.
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Il problema è che con l’Ideologia moderna, con la sua pretesa di razionalizzare i comportamenti dell’uomo, si è voluta forzare la natura dell’Uomo trattandolo come se esso fosse un animale addomesticabile. Ed in questo modo si è creata una Società nella quale, dovendo seguire regole non percepite a livello istintivo, le persone non sono più in grado di sviluppare comportamenti utili per il buon funzionamento della Società. Laddove invece nella società tradizionale (basata appunto sull’Ordine spontaneo) le persone seguivano spontaneamente le regole fondamentali della Comunità sociale.
Il problema di fondo è che:
● questa radicale trasformazione della Cultura dell’Uomo ha prodotto la responsabilizzazione degli individui rispetto alla loro vita. E che
● questa de-responsabilizzazione è alla base della crisi della Democrazia.
,
Il risultato è che la Società moderna ha raggiunto nuovamente la condizione che vi era prima dell’inizio della Civiltà dell’Uomo: ora la vita è nuovamente una questione di sopravvivenza.
Nella nuova Società occidentale vige nuovamente le regola del “cane grosso che mangia il cane piccolo (o meglio la gente di basa sull’idea che “solo il più furbo ce la può fare”).
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Per pervenire ad una soluzione del problema della de-responsabilità delle persone è necessario in primo luogo fare in modo che le persone recuperino le qualità perdute negli ultimi due secoli, tra le quali:
– la mancanza della consapevolezza di come l’Essere umano sia effettivamente in grado di gestire da sé la propria vita (e di partecipare attivamente all’organizzazione della sua Comunità sociale).
– la perdita della capacità di riconoscere l’effettiva qualità delle persone, cosa che porta la Società occidentale ad una condizione di incompetenza generalizzata (e di “meritocrazia al contrario).
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Ovvero per un recupero della capacità delle persone di essere responsabili di se stesse, tra le altre cose è necessario iniziare creare strutture alternative a quelle istituzionali, come possono essere ad esempio forme di servizi pubblici privati gestite direttamente dai Cittadini, o alternative al Mercato che consistono in forme di auto-produzione o di distribuzione auto-organizzata. Attività nelle quali le persone possono gradualmente prendere dimestichezza con le practices che un tempo permettevano alle persone
di organizzare in prima persona la loro vita sociale
2. Problemi legati alla struttura della Società occidentale moderna
I problemi in precedenza sono la causa di alcuni problemi strutturali che rendono la società moderna insostenibile. Nei prossimi capitoletti analizziamo due di questi problemi.
♣ ECCESSIVA COMPLESSITÀ DELLA SOCIETÀ > SEMPLIFICAZIONE DEL MODELLO DI VITA (E DI GOVERNMENT) ATTUALE
Uno dei problemi strutturali è quello della eccessiva complessità delle strutture organizzative della Società (e del Mercato).
La complessità eccessiva finisce per essere un fattore del caos della Società occidentale, e quindi della sua graduale implosione.
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Alla base del problema della eccessiva complessità vi è sostanzialmente l’impostazione culturale della Civiltà occidentale (la forma mentis tipica della modernità), ossia l’ideologia moderna nella quale si vede la realtà come un qualcosa che deve essere “razionalizzata” dall’Uomo.
Visione che porta l’Essere umano a voler plasmare la realtà ad immagine e somiglianza dei suoi pensieri. Con tale approccio un sistema che si era sviluppato in modo spontaneo per millenni (le Comunità sociali basate sull’Ordine naturale che producevano un reale benessere per le persone – compatibilmente con la disponibilità di tecnologie e con i regimi alle quale erano sottomesse) viene gradualmente sostituito con un sistema sociale strutturato in modo razionale: l’attuale Società che dopo due secoli di “razionalizzazione” e divenuta talmente complessa che oggi nemmeno gli esperti sono in grado di gestire.
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Le conseguenze della complessizzazione della Società sono due:
● il Progresso è ora radicalmente differente da quello sviluppato per millenni dall’Uomo: non è più spinto a soddisfare direttamente gli interessi delle persone, ma è orientata alla soddisfazione di interessi dei Governanti (che agiscono in “sinergie” con il Mercato finanziario globale).
● la Democrazia entra in crisi per il fatto che tale forma di razionalizzazione della società è in contrasto con i principi della Democrazia, la quale ha bisogno della partecipazione effettiva dei Cittadini per funzionare.
Ovvero la complessizzazione della società porta gli individui a non essere più in grado di comprendere come il sistema di vita moderno funzioni (a comprendere come fare ad adempiere i vari doveri burocratici e fiscali, come gestire le tecnologie che sono alla base della sua vita privata, ecc …).
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In ultima analisi l’Uomo, nella sua fase di Modernità
(1) paradossalmente, volendo “ordinare” il Mondo ha creato il caos.
E
(2) pensa ingenuamente di risolvere il problema della complessità ricorrendo ad una maggiore complessità.
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Ovvero il problema di fondo del nuovo ordine moderno è che esso è destinato al collasso perché in esso le persone, presi nella “trappola della forma mentis ideologica, insistono nell’applicare gli stessi metodi e strumenti che hanno prodotto i problemi.
La “razionalizzazione” della realtà inizia con il meccanicismo di Galileo e Cartesio (la Natura, compresa quella dell’Uomo, sarebbe un meccanismo come quello di un orologio, che può essere descritta nelle sue determinazioni più profonde con la Matematica). La nuova cultura moderna si focalizza già nel ‘700 sulla costruzione degli Automi, e si sviluppa sino ad arrivare alla creazione di forme di presunta “Intelligenza Artificiale” (che in realtà è stata dimostrato dalla Fisica – K. Godel – essere intrinsecamente irrealizzabile).
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Sostanzialmente, con la sua volontà di migliorare il Mondo adattandolo alla idea che ha di esso,
l’Uomo ha creato un mostro, un Frankenstein,
che finisce per minacciare l’esistenza dei suoi stessi creatori.
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Per pervenire ad una soluzione della eccessiva complessizzazione della Società moderna è necessario operare sui fattori che sono all’origine della complessizzazione della nostra Civiltà, nei vari ambiti della Società.
Ovvero si tratta di intraprendere un percorso che permetta di arrivare alla realizzazione di una società che sia amministrabile dall’”uomo comune” (dai Cittadini).
Fondamentalmente si tratta di rimettere nelle mani delle persone la gestione della loro vita.
E, dal punto di vista prettamente operativo, si tratta di de-complessizzare la Società operando un decentramento del potere decisionale, in primo luogo sviluppando nuove iniziative che in qualche modo siano utili per arrivare a creare la Comunità tradizionale di cui si parla in questo testo
In un secondo momento si potrà passare ad una più generale de-complessizazione delle strutture attuali (government, burocrazia, mercato, ecc … ).
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Più nello specifico più avanti si analizza come questa de-complessizzazione dei processi organizzativi verso una dimensione di gestione diretta delle persone debba essere sviluppata su due fronti:
– de-complessizzazione della gestione della comunità sociale.
– de-complessizzazione dei processi individuali (“privati”).
♣ la società della scarsità (scarsità by design) > verso il recupero dell’abbondanza originaria
Una ulteriore importante conseguenza negativa dell’approccio ideologico (“razionalizzante”) è la scarsità (oggi il gruppo delle Nazioni più importanti ha preso atto di questa condizione decretando la “fine dell’era dell’abbondanza”).
Ovvero la Società occidentale moderna, paradossalmente, volendo garantire un benessere (prosperità) superiore a quello ottenuto dalla società di tipo tradizionale, è arrivata a produrre un grave malessere (si è passati dall’abbondanza disponibile nella Comunità sociale del Villaggio ad una condizione di scarsità morale e materiale insostenibile).
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É importante comprendere che
il problema della scarsità
è un problema creato dall’Uomo,
con le sue strategie di organizzazione della Società.
Una delle cause della attuale scarsità è infatti la visione economico-centrica della società: in Occidente il benessere si basa quasi unicamente sul possesso di denaro per cui quando viene a mancare il denaro è impossibile avere benessere.
In altre parole la scarsità non è un errore di gestione della Società moderna, ma è un effetto dell’impostazione del Sistema di gestione di essa:
è un problema intrinseco alla modernità.
E tale problema non può quindi essere risolto sino a quanto non si cambiano, alle fondamenta, le modalità di gestione della Società.
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I problemi di scarsità nella Società occidentale moderna cominciano con la Rivoluzione del Capitalismo industriale per molti motivi: ma alla base di tutto vi è il fatto che
la scarsità è
la conditio sine qua non
per lo sviluppo del Capitalismo.
Ovvero sin dall’inizio, per potersi sviluppare, il Capitalismo industriale ha dovuto creare una condizione di diffusa scarsità.
Come vedremo più avanti, il fatto è che senza scarsità non c’è business.
E senza il “business” (il Mercato) non vi può essere la Società moderna di tipo europeo.
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Si noti come sia paradossale lo sviluppo della Società occidentale: l’Uomo ha inventato il Villaggio stanziale per uscire dalla condizione di scarsità della vita nomadica dei cacciatori/raccoglitori, e dopo 10.000 anni di sviluppo di un reale benessere (compatibilmente con le tecnologie del tempo e le imposizioni dei Regimi) si è tornati alle condizioni precedenti alla Rivoluzione del Neolitico.
Si è cioè tornati alla condizione di scarsità di cibo, di risorse naturali, di qualità dei rapporti sociali; e ad una condizione di schiavitù che si era vissuta solo durante le peggiori “dittature” dell’antichità).
Come illustrato in altri punti, uno dei problemi è che l’abbondanza perseguita nella modernità non è sostenibile nel senso che nel lungo periodo essa produce effetti negativi (è una abbondanza non fisiologica che nel lungo periodo deteriora le funzioni organiche dell’Essere umano e della Natura).
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Per risolvere il problema della “fine dell’era dell’abbondanza” è necessario individuare le differenze che vi sono tra i modelli di società tradizionale e quello moderno.
Una di queste differenze risiede sul piano della Cultura: nella modernità si è sviluppato una sorta di “pensiero unico” nel quale sono state escluse tutte le valenze culturali tradizionali, per cui oggi non è più possibile ragionare in modo diverso da quello “istituzionale”.
Questa condizione mina alla base lo sviluppo della Democrazia, poiché il suo funzionamento dipende essenzialmente da un rapporto dialettico tra le diverse istanze interne alla società.
[si veda più avanti il cap. “Il possibile rimedio alla scarsità indotta dal sistema moderno di organizzazione della società”; e la sezione “Le precondizioni necessarie per lo sviluppo spontaneo di un reale benessere: qualità umane da recuperare”]
I PROBLEMI FONDAMENTALI LEGATI ALLA CONDIZIONE INTERIORE DELL’UOMO
DISUMANIZZAZIONE (ALIENAZIONE) > RECUPERO DELLE QUALITÀ UMANE DEGLI INDIVIDUI
La causa principale dei problemi della Società occidentale moderna
È LA RADICALE TRASFORMAZIONE DELLA CULTURA DELL’UOMO:
OVVERO LA RADICALE TRASFORMAZIONE DELLA NATURA DELL’UOMO
(la sua psiche, e il suo corpo).
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La disumanizzazione oggi è anche definita come alienazione (estraneazione), ovvero allontanamento dell’Uomo dal suo modo di essere naturale. Condizione che produce una conseguente perdita di qualità degli individui come quella della propria responsabilità nei confronti della prorpria vita (privata e sociale).
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Il ruolo del “Cancel culture” nella crisi della Società moderna
Questa trasformazione radicale dell’Uomo occidentale moderno
è il risultato di una “Rivoluzione” culturale
che ha cambiato il modo tradizionale di pensare dell’Uomo.
Un nuovo modo di pensare che deriva dall’adozione del pensiero Illuminista: si tratta di quel modo di vedere la realtà nato nel ‘700 nel quale l’Uomo si è convinto che debba prevalere il livello “mentale” del pensare sulle modalità “sottili” del percepire la realtà – e del trarre conclusioni – utilizzato dall’uomo per decine di migliaia di anni dalla sua comparsa sulla Terra.
Si noti come il pensiero illuminista sia alla base del Socialismo: tale Ideologia (forma di government) è stata sviluppata dai Rivoluzionari francesi (i Giacobini che in nome della Democrazia tagliavano le teste a chi non era d’accordo con loro) ed poi è stata utilizzata come base per la Definizione della Democrazia moderna.
Si tratta della stessa ideologia che grazie ad alcuni teorici (Marx, Lenin, Gramsci, ecc…) è stata poi evoluta nel Socialismo reale dell’Unione Sovietica e del Nazional-socialismo (Fascismo e Nazismo).
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In particolare la Democrazia moderna europea deriva da una “Rivoluzione culturale” oggi sviluppata nella versione di Antonio Gramsci (il fondatore del Partito Comunista Italiano) che è divenuta una “rivoluzione morbida” oggi detta anche “Marxismo culturale”: una forma di Socialismo reale, il Comunismo dalla faccia buona, sviluppata non più attraverso la violenza fisica, ma attraverso una manipolazione della Cultura che viene anche definita come Cancel Culture . Tale ideologia è stata denunciata da Orwell in 1984 in quanto modalità per trasformare la Civiltà occidentale in una dittatura simile a quella dell’Unione Sovietica).
<vedi il capitolo “Il ruolo del “Marxismo culturale”: la Rivoluzione morbida del Cancel culture” nel mio testo “Introduzione alla Democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla Democrazia europea di uscire della crisi“>
Quella “Rivoluzione culturale” attuata dal ‘700 ad oggi ha portato alla creazione di una nuova forma di società, l’attuale Società occidentale: una società “artificiale” che ha sostituito la precedente società di ordine naturale – artificiale: “Ottenuto con accorgimenti o procedimenti tecnici che imitano o sostituiscono l’aspetto, il prodotto o il fenomeno naturale:” (Encicl. Treccani).
A tal proposito vedi anche i miei testi:
– “L’Egemonia culturale del Marxismo gramsciano (Cultural Marxism)”
– “Il ruolo del “Marxismo culturale”: la Rivoluzione morbida del Cancel culture”
– “the Cultural Revolution that generated Social Democracy“
– “The basis of the transformation process implemented by the Cultural Marxism“
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Ciò che è accaduto, è sostanzialmente che nella nuova dimensione – nella nuova forma mentis – l’Essere umano ha cambiato radicalmente il modo di vedere la realtà: della realtà è visto solo ciò che è affine alla nuova concezione razionale delle cose (in quest’ultima è vero solo tutto ciò che può essere “ridotto” ad un modello matematico). Tutto il resto non viene più preso in considerazione.
La nuova visione ideologica del Mondo (che è all’origine della crisi)
Dal punto di vista della struttura della Società il problema è che nella attuale dimensione culturale le idee che si hanno delle cose non corrispondono più alla realtà effettiva. E che per tale ragione, come vediamo nei prossimi paragrafi,
nel modo di ragionare moderno
l’Uomo è portato ad adattare la realtà effettiva alle sue idee:
In tal modo con la modernità si crea una nuova realtà “razionalizzata” nella quale si vengono a perdere valenze determinanti per lo sviluppo di una vita fisiologica dell’uomo e dell’ambiente.
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Ciò accade per il fatto che con l’adozione del “Pensiero illuminista” l’uomo ha creato le Ideologie (sistemi nei quali una Idea concepita nelle mente di qualcuno diviene la Verità assoluta).
Ovvero il problema di questa “rivoluzione culturale” (che finisce per rivoluzionare anche la realtà della struttura sociale) è che
nella dimensione Ideologica qualcosa è vero solo perché è stato pensato,
e non perché lo si è dedotto da fatti reali.
In altre parole nella nuova dimensione culturale l’Idea è più importante della realtà effettiva.
Ciò avviene appunto per il fatto che seguendo una Idea che è considerata essere “la Verità assoluta”, si pensa sia doveroso applicarla alla realtà (l’idea di base su cui si basa l’ideologia è “il fine giustifica i mezzi”; ossia poichè alla fine si conseguirà un risultato positivo, allora i problemi che vengono creati da essa devono essere ignorati).
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Il fatto è che nel caso dell’Ideologia dalla quale è nata l’attuale Democrazia europea le “Idee” di base nascono in una modalità astratta (astratto: “privo di corrispondenza con la realtà oggettiva e con i dati dell’esperienza “ – Treccani). Ovvero, a differenza dei concetti sui cui si basava la precedente Cultura dell’uomo,
le nuove idee non si basano su considerazione derivanti dall’osservazione delle realtà effettiva.
In altre parole il problema della nostra Società risiede nel fatto che:
1. l’Idea che si ha del “come funzionano le cose nel Mondo” non deriva da una osservazione di fatti reali, come è invece per stato per le idee prodotte dall’uomo prima della “rivoluzione culturale” illuminista: le idee a proposito di questioni come le innovazioni tecnologiche, le modalità di organizzazione della società, sono sempre state basate su conclusioni che venivano da una osservazione delle realtà.
2. non si è mai in grado di comprendere quando tale idea non funziona.
In altre parole una implicazione negativa della concezione ideologica della realtà è che
tali Idee continuano ad essere considerate valide nonostante le varie esperienze negative che la sua applicazione produce.
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L’applicazione di una ideologia è quindi paragonabile al caso in cui si metta in commercio un farmaco mai sperimentato, solo perché si ha fiducia nella mente di chi lo ha concepito.
In questo caso, come nell’Ideologia, si considera essere buona “a priori” l’idea di base, e quindi anche quando si osservano risultati negativi, continuando a credere nell’”Idea”, si considerano tali risultati come sono qualcosa di temporaneo che va sopportato poiché si pensa che alla fine il Bene prevarrà in ogni caso [vedi nel vol. 1 il cap. “Alcune considerazioni sul metodo scientifico (i difetti dell’ideologia)”].
Si veda come il modo di ragionare delle Ideo-logie (l’idea che la realtà prevalga sulla realtà effettiva) oggi pervada anche la Scienza biologica (medicina) nel caso delle supposte “vaccinazioni” per il Covid delle quali si è scoperto che non prevengono affatto la malattia (e quindi la sua diffusione), ma che vengono comunque imposte alle popolazioni in nome di una presunto Bene sociale.
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Come cambia la società nella quale si attua tale tipo di Ideologia?
Nella sostanza
secondo l’Ideologica moderna
vi è la necessità di razionalizzare il Mondo
instaurando un “Nuovo ordine” nel quale le persone sono costrette ad adeguarsi a nuovi modelli di comportamento.
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Il problema è qui che
nel Nuovo ordine si ribalta la concezione della Comunità tradizionale
Si passa cioè dal modello tradizionale della Società che ha funzionato per millenni producendo benessere, nella quale erano i comportamenti (spontanei) dei Cittadini a fare la società, ad un nuovo modello di Società nel quale è uno Stato che dovrebbe “fare” i Cittadini.
Famosa è la frase dell’Ideologo italiano che ha supportato la guerra di conquista con la quale il Regno del Piemonte si è annesso le altre ragioni creando l’attuale Nazione italiana: “abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani”.
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Questo nuovo modo di pensare nella attuale fase di sviluppo della modernità è alla base sia della concezione della organizzazione della Società (government) sia del Mercato.
Per comprendere come la Società occidentale non sia in grado di sviluppare una strategia per uscire dalla crisi che la affligge da più di un secolo bisogna comprendere come l’Ideologia istituzionale pervada anche il “Pensiero di opposizione”. [vedi più avanti il cap. “Quale è l’errore di fondo del “Pensiero d’opposizione”?
(ovvero come le Utopie sono state riciclate sotto la forma delle Ideologie)”].
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La dimensione ideologica della forma mentis della società occidentale, che come si è detto è fondata su un elevato livello di astrazione, produce una sorta di alienazione (“estraneazione dalla propria natura”) dell’Essere umano. Ovvero
nella nuova dimensione del pensiero
l’essere umano perde il suo modo di essere tradizionale:
Esso cioè, tra le altre cose, perde l’uso della sensibilità con il quale esso percepiva la realtà (le altre persone e l’ambiente), e di conseguenza perde il modo di concepire le sue relazioni all’interno della sua comunità sociale.
L’ideologia moderna porta appunto
ad una disumanizzazione dell’Umanità.
E la Società umana assume una nuova connotazione nella quale si perde quel fattore umano che ha permesso all’Uomo di produrre per millenni un reale e continuo benessere.
Vediamo alcuni esempi di come la società moderna, nel suo tentativo di razionalizzare, i comportamenti dell’essere umano abbia generato caos.
Al traffico automobilistico vengono applicate regole sempre più complesse, ed i Cittadini finiscono per non rispettarle più: in questo modo si genera un circolo vizioso, per cui attenersi alla regole significa non riuscire più a muoversi in città.
Un caso ancor più significativo è quello dell’”emergenza Covid” nella quale si è di fatto creata una ulteriore disumanizzazione delle persone, con misure che si sono presto rivelate essere prive di ogni fondamento scientifico: lockdown, uso di mascherine in pubblico o l’impossibilità di avere un contatto fisico.
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Si noti come il pericolo insito in tale dimensione di disumanizzazione dell’Essere umano consista nel tentativo di sostituire il modo di essere spontaneo delle persone con un nuovo modo “più razionale”.
Tale modalità è stata deplorata in passato da importanti pensatori.
Secondo Platone il tentativo di razionalizzare la vita delle persone portasse ad una dimensione di schizofrenia.
Ed Eric Formm – uno dei più importanti psicologi del ‘900 – predisse negli anni ‘60 che nel 2.000 la Società occidentale sarebbe stata disumanizzata dalla eccessiva razionalizzazione tecnologica: egli parlò della “mega-macchina” che consiste in un sistema di vita organizzato nel dettaglio in modo razionale nel quale le persone sono l’estensione delle macchine (e non viceversa). E previde che a causa di ciò si sarebbe diffuso l’individualismo (qualità illustrata nel successivo capitolo).
Un breve excursus sul riduzionismo della Cultura moderna
Per pervenire alla soluzione del problema della perdita del fattore umano dalla società è necessario partire dal problema di base: il quale è che, come si è accennato, il fatto che
dalla Cultura occidentale (dalla coscienza delle persone) è stata eliminata la capacità di prendere in considerazione molti di quegli aspetti dell’esistenza dell’essere umano che sono stati alla base dello sviluppo millenario di un benessere reale e duraturo all’interno della comunità sociale umana.
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Tale problema è stata causato dal fatto che
l’Uomo ha voluto “rivoluzionare” la sua Cultura
(il suo Sapere)
apportando ad essa una “riduzione” di elementi fondamentali.
Questa “semplificazione” della Cultura, che è definita dalla Scienza moderna Riduzionismo, impedisce all’Uomo di vedere la realtà per quella che è. E quindi di agire su di essa in modo appropriato.
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Il “Riduzionismo scientifico” è una delle caratteristiche di base dalla attuale Cultura scientifica occidentale, in base alla quale la Scienza oggi prende in considerazione solo una parte della realtà. Si tratta della modalità con la quale la Scienza moderna analizza la realtà, e si basa sull’idea che una disciplina scientifica possa tralasciare gli aspetti della realtà che essa non riesce a prendere in considerazione, rendendo in questo modo più facile il suo compito.
Wikipedia: “si intende per riduzionismo la tendenza a ricondurre la spiegazione di un dato fenomeno ad agenti quanto più elementari e meno numerosi possibile” .
Enciclopedia Treccani: “Il riduzionismo fa (…) largo impiego del modello meccanicistico, basato sull’ipotesi che tutta la realtà fisica possa essere in definitiva ‘ridotta’ (e spiegata) in termini di particelle materiali (…).“.
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Per quanto riguarda le Scienze sociali, la Scienza moderna nella attuale modalità riduzionistica opera con una visione ridotta della Società (ad esempio, essa non prende in considerazione le caratteristiche della realtà studiate dalla Psicologia, che sono determinanti nello sviluppo delle dinamiche sociali).
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Sostanzialmente con il Riduzionismo scientifico si prende in considerazione unicamente ciò che della realtà si riesce a descrivere con delle formule matematiche.
In questo modo, ovviamente, l’uomo è visto (e viene trattato) come un “meccanismo”. Ovvero la Società diviene la mega-macchina descritta dal E. Fromm nella quale
l’azione dell’Essere umano si riduce appunto
ad essere quella di un ingranaggio.
Nella migliore delle ipotesi, in tale visione della realtà la Società diviene una società di animali che agiscono con riflessi basici degli esseri viventi, e quindi vanno addomesticati e chiusi in recinti (Hobbes, uno dei pensatori che hanno influenzato il pensiero Socialista che è alla base della attuale Social-Democrazia europea, sosteneva infatti che gli esseri umani – per il loro bene – dovessero essere .. chiusi in recinti).
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Nella nuova forma mentis l’Essere umano cambia radicalmente il modo di vedere la realtà, poichè ora della realtà è visto solo ciò che è affine alla nuova concezione razionale delle cose: in essa è vero solo tutto ciò che può essere “ridotto” ad un modello matematico. E quindi tutto il resto non viene più preso in considerazione.
In questo modo
il Riduzionismo diviene una “trappola culturale”
poiché in esso si perde di vista il “fattore umano” che è alla base dell’esistenza dell’individuo, e di conseguenza del funzionamento di una società in grado di sviluppare un benessere a misura d’uomo.
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Una delle conseguenze del nuovo modo di vedere l’Essere umano è che in base ad esso
si realizza una società che in molti aspetti è simile a quelle del passato basate sulla schiavitù
(ricordiamo come la Social-democrazia moderna – il Welfare – sia stata inventata da Bismarck, il quale dovendo gestire una Nazione perennemente in guerra, aveva bisogno di una popolazione fortemente sottomessa).
[vedi nel vol. 1 il capitolo “La nuova visione ideologica del Mondo (che è all’origine della crisi)”].
<vedi anche il capitolo “In che senso si tratta di un “mondo astratto” (il difetto di fabbrica dell’Economia politica)” nel mio testo “Il problema dell’Economia moderna”>
Il Transumanesimo come ultima applicazione dell’Ideologia moderna
Il fatto è che nella sua nuova dimensione “culturale” della modernità l’Uomo, con l’Idea illuminista che la ragione umana debba migliorare il Mondo “come è”, sta trasformando anche l’Essere umano in un qualcosa di “nuovo” che esso pensa essere migliore di come è in natura.
Si tratta del “transumanesimo”, il quale oggi è alla base delle strategie di gran parte delle ricerche scientifiche finanziate dalla multinazionali finanziarie.
Wikipedia «Il transumanesimo è un movimento culturale che sostiene l’uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l’invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana.»
Oggi per migliorare le “capacità cognitive” umane si fa ricorso ai cosiddetti algoritmi (oggi chiamati impropriamente esso chiama “Intelligenza Artificiale”). Si veda il programma del World Economico Forum nel quale si annuncia che nel 2030 saranno gli algoritmi a scegliere quali pasti debbano mangiare le persone.
[vedi il testo completo del “Manifesto” del World Economic Forum su Forbes]
Questo voler andare oltre alla natura dell’Uomo porta appunto l’Establishment a voler sviluppare forme di soddisfazione che non soddisfano le necessità fisiologiche dell’Essere umano.
L’ideologia come trappola culturale che impedisce di risolvere i problemi
La “trappola culturale” nella quale si vive oggi esiste per il fatto che, basandosi su una visione del mondo alterata (rielaborata dalla cultura ideologica),
l’Uomo moderno non ha una visone corretta della realtà.
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Il problema è chenon volendo abbandonare la nuova concezione del Mondo – che si considerare preconcettualmente essere quella corretta –
/
l’Uomo moderno decide di trasformare il Mondo reale
“ad immagine e somiglianza” dell’Idea.
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Questa è appunto la situazione creata dall’Ideologia moderna.
[vedi il cap. nel vol.1 “premessa sul metodo: scienza o ideologia?”]
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Sostanzialmente cioè, seguendo l’Idea che esso si è fatta del Mondo,
oggi l’Uomo si è messo in testa
di dover controllare (modificare) la Natura dell’Essere umano
e dell’Ambiente,
CREANDO UN “ORDINE NUOVO” ARTIFICIALE.
(artificiale: “Fatto, (…) in contrapposizione a ciò che è per natura (…) ottenuto per opera dell’uomo” – Dizionario Treccani ).
In questo modo
si è arrivati ad una incompatibilità del modo di essere delle persone
(e della organizzazione della Società)
con la natura dell’Uomo (e dell’Ambiente) .
Incompatibilità che crea appunto gli effetti collaterali negativi che sono alla base della crisi della Società occidentale.
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Il problema creato dalla dimensione ideologica con la quale viene governato il Mondo occidentale moderno è aggravato dal fatto che in essa non è più possibile di imparare dai propri errori.
Il fatto è che nella trappola del pensiero ideologico moderno, poiché in tale dimensione si considera che l’idea (Ideo-logia) che è alla base del proprio modo di vedere le cose sia in assoluto quella corretta, qualsiasi effetto negativo dell’applicazione dei propri metodi viene considerato come qualcosa di temporaneo, che va sopportato per avere alla fine un successo delle proprie strategie.
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In tale modo di vedere le cose il problema di fondo è cioè che
si pretende di risolvere i problemi
con gli stessi metodi e strumenti che li hanno creati
(si continua cioè all’infinito a commettere gli stessi errori).
È questa la ragione per cui
l’attuale crisi della Società occidentale è destinata a peggiorare.
In tale modalità operativa infatti si continuano ad accumulare problemi, fino a quando si raggiunge il punto in cui si ha un collasso del “Sistema”.
Si consideri come il fatto di rimanere attaccati all’idea della bontà assoluta dell’Idea di base crei una “blindatura” della mente del livello dirigenziale della Società a causa della quale in caso di risultati negativi si è portati a pensare che il problema non possa essere il fatto che si è sbagliato ad applicare i principi dell’Ideologia, ma, al contrario,
si pensa che il problema sia
nel non avere ancora applicato abbastanza tali principi.
Un esempio significativo di questa forma mentis è quello del ricorso alle nozioni della Economia moderna (ossia l’Economia politica, che consiste nel ribaltamento dei concetti dell’Economia tradizionale) nel continuare a sviluppare le strategie istituzionali nonostante tale scelta sia chiaramente alla base della attuale crisi economica (sostanzialmente si continua a spendere più di quanto si ha a disposizione, e finendo per stampare nuovo denaro ed aumentare le tasse – scelte che dovrebbe essere ovvio – impoveriscono la popolazione)..
<si vedano i miei articoli “Il problema dell’Economia moderna (la perdita del “fattore umano”) e “Il livello astratto della politica attuale: una sovrastruttura su cui non ha senso intervenire” >
Si noti come nell’Unione Sovietica si sia continuato ad applicare con accanimento il modello di government dell’’Ideologia sociale” (dell’Economia moderna) fino al tracollo del sistema.
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Queste considerazioni ci portano alla conclusione sviluppata in altre parte di questo testo: per uscire dalla attuale crisi della Società occidentale è necessario operare dall’esterno di essa.
[vedi il capitolo precedente “La necessità ripartire operando dall’esterno del “sistema”” ed i miei già citati articoli “La Politica dei Cittadini (3): Manifesto della Politica dei Cittadini (Sintesi delle caratteristiche di un Movimento di opposizione di successo) “ e “re-thinking – The elections are now irrelevant: it is necessary to act on the foundations of the institutions“>
IL POSSIBILE RIMEDIO ALLA DISUMANIZZAZIONE DELL’UOMO
Uno dei problemi che sono alla base del collasso della Società moderna è quindi la disumanizzazione degli individui, i quali oggi hanno sostanzialmente perduto le loro capacità fondamentali di vivere una vita fisiologica, nella quale vengono soddisfatti i loro reali bisogni materiali e psicologici.
In conseguenza di ciò
gli esseri umani anche perduto
la capacità di vivere in modo sinergico con i loro concittadini
(capacità che era comune tra i loro antenati).
Questa condizione ha portato allo sviluppo di un processo di evoluzione della Società occidentale che oggi è arrivato alla fase di caos nella quale, tra le altre cose, gli individui sentono la necessità di ricorrere al “furbismo” per sopravvivere [si veda il capitolo successivo “Il Darwinismo sociale della società moderna, e la meritocrazia al contrario”]
Tale problema è creato in gran parte dalla sostituzione della cultura tradizionale (quella che, appunto, ha permesso all’Essere umano per millenni di sapere “come si fa a vivere”) con una cultura “ridotta” attraverso i filtri delle Ideologie (ad esempio, con il Cancel culture).
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Per poter uscire dalla crisi attuale è quindi necessario in primo luogo divenire consapevoli di quale siano i vari aspetti del funzionamento della Società dell’Uomo (e prima ancora di quelli dell’essere umano), per
comprendere quale sia la condizione da recuperare:
la dimensione nella quale le persone sono in grado
di sviluppare spontaneamente per millenni una società del benessere
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Gli aspetti fondamentali del “funzionamento” dell’Essere umano (in quanto persona che sa agire in prima persona per sviluppare benessere all’interno della sua comunità sociale) sono :
● consapevolezza delle sue potenzialità di essere in grado di gestire la sua vita da sé (all’interno di una comunità sociale.
● consapevolezza di quali siano le modalità di interrelazione tra uomini le quali permettano di avere la collaborazione sinergica con gli altri abitanti della comunità (sostanzialmente, che permettono di avere una comunità in grado di sviluppare un reale benessere).
Le qualità di un individuo funzionale alla sua comunità sociale possono solo essere recuperate attraverso un processo esperienziale
Ricordando che la società è fatta dalla persone che vivono in essa, ossia che la Società funziona nel migliore dei modi solo quando essa è formata da persone che “funzionano” dal punto di vista sociale, e che fortunatamente abbiamo un modello di Società di tale tipo di Società a cui riferirci (che ha permesso per millenni agli esseri umani di sviluppare un reale benessere), si tratta di recuperare le qualità di tale Società.
Ovvero si tratta, rispetto alla dimensione di tale Società, di
● recuperare le qualità interne all’uomo.
Le qualità di base per lo sviluppo di una società in grado di generare benessere sono, per l’individuo, quelle che gli permettono (1) di essere consapevole di avere le potenzialità per gestire direttamente la sua comunità sociale, e (2) l’avere l’esperienza che gli permette di sapere come tradurre la sua potenzialità in una effettiva organizzazione della sua Comunità sociale.
Ovvero, dal punto di vista operativo si tratta di:
● recuperare le qualità strutturali della società che permettono agli individui di sviluppare in modo spontaneo le loro qualità sociali.
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In realtà il percorso di recupero di qualità intrinseche all’Uomo, e di quelle strutturali della Società, devono procedere di pari passo: un piccolo progresso nel recupero delle citate forme di consapevolezza dell’individuo permette di sviluppare le qualità strutturali fondamentali dell’organizzazione sociale (pensiamo ad un piccolo organismo di gestione di un ambito specifico – ultra-locale – del territorio che i Cittadini, con il permesso delle autorità comunali, mettono in piedi).
Successivamente, l’esperienza della gestione diretta di tale micro-organizzazione sociale aiuterà le persone ad avere maggior consapevolezza di cosa essi siano in grado di fare.
(Tali micro-organizzazioni di auto-gestione possono costituire un embrione di organizzazioni di amministrazione del territorio direttamente gestite dai Cittadini – Democrazia diretta – più complesse).
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Per quanto riguarda le modalità di tale percorso di ripristino del tipo di società precedente a quello della attuale “disumanizzazione”,
si deve tener conto che in tale processo
è necessario attenersi a quegli step
che hanno caratterizzato il processo avvenuto in origine
nello sviluppo di tale società.
Ovvero tale processo essere sviluppato (1) in modalità maieutica (non si deve insegnare alle persone cosa fare, ma è necessario che le persone imparino da sé, altrimenti si ricadrebbe nel problema intrinseco alla attuale Cultura che produce persone non in grado di ragionare da sè) (2) un processo esperienziale (non esiste un altro modo per comprendere a fondo i significati delle cose).
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Nello specifico si tratta di tener conto di ciò che delle qualità fondamentali della società è stato “cancellato” con la modernità:
● cancellazione della Cultura tradizionale dell’uomo; il che significa che le persone hanno perduto quella memoria tramandata da millenni di come l’uomo sia effettivamente potuto vivere in una società nel quale esso era effettivamente in grado di sviluppare benessere.
Il rimedio: in questo caso è il porre le persone in una condizione di esperienza di vita nella quale esse possano recuperare la consapevolezza di essere in grado di gestire direttamente la propria vita, e di relazionarsi con gli altri abitanti della loro comunità in modo da ottenere uno sviluppo di benessere superiore a quello disponibile oggi.
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.● ribaltamento dell’”Ordine tradizionale” della comunità sociale: la dimensione nella quale le persone un tempo erano in grado di sviluppare direttamente soluzioni ai problemi che riguardavano la loro esistenza (la dimensione tipico del Villaggio che dal Neolitico è stata mantenuta fino ai nostri giorni nelle Town USA) è stata “rivoluzionata” per arrivare ad una strutturazione della società nella quale le soluzioni ai problemi sociali sono sviluppate da pochi governanti (i quali pretendono di conoscere quali sono le cose da fare meglio dei beneficiari delle azioni).
< si veda come ciò, tra le altre cose, non funzioni per il fatto che solo chi detiene i bisogni è in grado di individuare le vere cause di essi: e di definirne le soluzioni
nel mio già citato articolo “Innovation is intrinsically (historically) bottom-up”>
nel mio testo “The users of the Services are essential co-designers of the solutions to satisfy their needs“>
nel mio articolo “The basic rules of Democracy: Democracy works only when citizens are directly concerned with government actions“>
Il rimedio: in questo caso il percorso esperienziale di recupero delle qualità strutturali della società consiste nel cominciare a praticare forme di “gestione diretta” di una comunità sociale anche ad un livello molto basso: ad esempio nelle dimensioni minime della gestione di una associazione privata di cittadini che, con il benestare del Comune, si occupano della gestione del verde pubblico.
(in realtà si può anche ripartire dal riportare la gestione del Condominio ad una dimensione più tradizionale, nella quale i condomini sono maggiormente liberi di governarsi da sé).
In questo tipo di percorso le persone possono sviluppare l’esperienza di effettive forme di government diretto: veri tipi di associazione privata che rendendosi indipendenti dall’attuale struttura centralizzata di government cominciano a creare in embrione quelle che possono diventare vere .. strutture autonome di comunità sociali auto-gestite sul territorio (si vedano i molti esempi di “villaggi residenziali privati” soprattutto negli USA).
<si vedano
– il mio articolo “Bottom Up Reform Initiative: introduction”
– il capitolo “le finalità del progetto Iniziativa riforma dal Basso” nel testo “Introduzione al progetto Iniziativa di riforma dal basso: il percorso di coinvolgimento dei Cittadini nella ‘Nuova Politica’”>
INDIVIDUALISMO (DE-RESPONSABILIZZAZIONE) > verso il recupero della capacità di vivere in una Comunità
In precedenza abbiamo visto come una delle caratteristiche negative della Società occidentale moderna sia quella di aver creato una cultura che ha prodotto una disumanizzazione della Società.
Qui vediamo una delle conseguenze di tale fenomeno: l’individualismo.
Una delle conseguenze dell’adozione da parte della Società occidentale moderna del Pensiero illuminista (delle Ideologie moderne) è
la diffusione dell’individualismo
come modo di essere delle persone.
L’“individualizzazione” della società deriva appunto dalla nuova forma mentis dell’Uomo, basata
sull’idea della necessità di razionalizzare la vita umana,
la quale ha portato
ad uno “snaturamento” dell’Essere umano e della Società.
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Su tale strada cioè l’Uomo, nel tentativo di creare un “nuovo ordine” razionale della Società migliore di quello tradizionale,
paradossalmente ha creato una situazione di regresso della Società
verso la dimensione precedente della Civiltà umana
nella quale vigeva la “legge della sopravvivenza”
(condizione spesso descritta come la condizione nella quale “il grosso grosso mangia i cani piccoli”). [vedi nel vol. 1 il cap. “[vedi in precedenza il cap. “L’ordine razionale moderno si sviluppa cancellando l’ordine tradizionale: il Progresso diviene un regresso”]
Si tratta della dimensione del cosiddetto Darwinismo sociale, nella quale – come descritto in un prossimo capitolo – il cittadino più forte ha la meglio sui cittadini più deboli.
La perdita di vista delle Leggi di Natura
La causa di questa nuova condizione dipende appunto dalla perdita di vista di quelle “Leggi di natura” che per millenni sono state alla base della Società umana. Quelle “regole di vita” che nella Società tradizionale erano sempre presenti poiché impresse nelle coscienze degli individui.
In particolare si parla della perdita di quella dimensione della Società tradizionale che ha funzionato per millenni producendo un reale benessere per il fatto che essa si basava su un Ordine naturale della comunità, ossia sulla spontaneità degli atteggiamenti sociali degli abitanti.
Una spontaneità delle sinergie tra le persone che derivava dal fatto che le coscienze degli individui erano tutte sintonizzate su Valori comuni; situazione derivante, come spiegato nel Vol. 1, da un imprinting operato della cultura tradizionale nella coscienza degli individui).
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Il fatto è che in un contesto del genere la spontaneità dell’operare dei cittadini all’interno della comunità era dovuta all’intima percezione dell’esistenza di un piacere – o se volgiamo, di una convenienza – a comportarsi in modo compatibile con le regole (non scritte) della loro Comunità sociale.
Il problema è che oggi la Società su basa sulla necessità per i Cittadini di seguire delle Regole decise ed imposte dall’alto: si sostituisce cioè una forma di piacere con un dovere, e di conseguenza le persone non sono più in grado di seguire spontaneamente le regole.
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Il problema che si è creato con la volontà dell’Ideologia moderna di creare un “Ordine nuovo” (che si pensava che potesse essere migliore di quello tradizionale) è che paradossalmente si è creata una società nella quale le persone non sono più in grado di sviluppare comportamenti utili per il buon funzionamento della Società.
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In sostanza il problema è che introducendo delle regole “non sentite” dalle persone, che però esse sono obbligate ad osservare,
si è snaturata l’essenza di quelle modalità di comportamento dell’uomo che per millenni lo avevano portato a seguire scrupolosamente le regole su cui era fondata la sua Società.
Nella nuova dimensione, cercando di fare della Società una mega-macchina in grado di funzionare in modo “razionale”, si è voluto cioè forzare la natura dell’Uomo trattandolo come se esso fosse un animale addomesticabile.
In tal modo, avendo annullato quell’ordine naturale che aveva funzionato per millenni nel Villaggio, si è creato un ordine “forzato” che non è compatibile con la natura dell’Uomo, e si è paradossalmente ottenuta una sorta di anarchia rispetto alle regole intrinseche alla natura dell’Essere umano, e quindi il caos attuale.
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Analizzando più nello specifico il problema, tutto ciò è avvenuto per il fatto che nella Società moderna occidentale si è perduto il “fattore umano” che è alla base della società dell’Uomo.
Ovvero
con l’attuale forma di modernità
si è perduta l’empatia tra le persone,
ed il senso di responsabilità nei confronti del “bene comune”. E quindi si si sono perdute le sinergie tra le persone (il senso di solidarietà e collaborazione che era alla base del benessere nella Comunità sociale tradizionale).
Si tenga conto della differenza di mentalità tra le due forme di società: un tempo lo standard etico era “fai qualcosa che vorresti fosse fatto a te”, mentre oggi è “NON fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”.
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Questo nuovo modo di essere della società produce un forte regresso dell’Umanità, ovvero
in questo modo la Società moderna a raggiunto nuovamente la condizione che vi era prima dell’inizio della Civiltà dell’Uomo:
ora la vita è nuovamente una questione di sopravvivenza.
Il Darwinismo sociale della Società moderna, e la “meritocrazia al contrario”
Il problema di fondo dell’applicazione della attuale concezione ideologica della vita sociale è che il nuovo tipo di Società i cittadini hanno cominciato a rendersi conto dell’esistenza di
una nuova regola: “solo il più furbo ce la può fare”.
Ed in tale dimensione quando qualcuno a cominciato a comprendere come sia possibile essere abbastanza furbi da poter avere successo eludendo le regole, si è cominciato a sviluppare il trend del “furbismo” (della trasgressione delle regole, della prevaricazione) che pian piano ha coinvolto una parte significativa delle persone.
(si veda anche solo il caso del traffico automobilistico, ambito nel quale ognuno trasgredisce le regole pur di passare davanti agli altri).
Quella del “furbismo” è sostanzialmente
una dimensione di bullismo istituzionalizzato
oggi praticato ad ogni livello: si veda la diffusione di auto e motociclette con la marmitta svuotata; ma anche i politici che impongono censure all’informazione.
Il Darwinismo sociale e la meritocrazia al contrario
Nello sviluppo del trend del furbismo, la nuova Società moderna ha raggiunto un punto in cui la maggioranza della popolazione ha – purtroppo – preso coscienza del fatto che
il fare le cose a proprio vantaggio (a scapito degli altri) diviene l’unico modo efficace per procurarsi il benessere.
Già dagli anni della Scuola l’individuo impara ad essere furbo per prendere bei voti, e poi per trovare un lavoro, per vedere la propria merce , ecc …
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Tra gli altri problemi di questa aspetto tipico della società moderna e l’instaurarsi di
una meritocrazia al contrario
che porta la società ad un livello generalizzato di incompetenza
(cosa che vale sia per il Mercato che per la Politica).
In questa nuova dimensione all’interno della Società si perdono competenze specifiche determinanti: gli esperti che operano per le istituzioni non sono più esperti di nulla.
Ciò avviene appunto a causa di una selezione operata per decenni secondo criteri che non sono più quelli della qualità della persona rispetto al settore in cui essa dovrà operare: in questo modo nei posti di importanza strategica del settore pubblico e privato si sono piazzati degli yes men, che sono privi di intelligenza, capacità comportamentali e di competenze specifiche (essi eccellono nel furbismo, nella capacità di blandire i superiori per far carriera).
Esempi significativi di ciò sono il dirigente di Pfizer che nel video di Project Veritas si comporta in modo infantile, distruggendo la reputazione della sua Azienda e di se stesso; e l’esperto delle scorie nucleari del Governo Biden che pubblica sul Web sue foto con indumenti femminili che ha rubato in aeroporto.
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Il problema di fondo è che
l’attuale sistema delle gerarchie dirigenziali
non è più in grado di reclutare persone di qualità,
per almeno due ragioni:
– non vi sono più persone all’interno delle aziende e della politica che siano in grado di riconoscere quali siano le competenze effettive.
– dei nuovi arrivati effettivamente competenti non potrebbero resistere all’interno della attuali istituzioni pubbliche e private che funzionano senza metodi razionali (e questi ultimi non si abbasserebbero a dire cose prive di un senso effettivo – prive di validità scientifica – che invece sono sostenute oggi dalle aziende e dalla politica).
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Il risultato di anni di applicazione della meritocrazia al contrario ha prodotto una dimensione di generalizzata incompetenza “per scelta” nella quale versa la Società occidentale moderna: oggi
il Mercato e la Politica hanno perduto le persone più capaci.
In tale condizione diviene impossibile rimettere le cose a posto (riformare il sistema per riportarlo alla situazione precedenza di efficienza) poiché l’incompetenza ed il furbismo hanno hanno ormai contaminato ogni livello della gerarchia manageriale.
Il problema di fondo è che oggi Politica e Mercato, per poter sopravvivere, devono per forza procedere con le attuali linee strategiche, ossia insistere nell’applicare strategie strettamente basate sul “furbismo” (corruzione e forzature giuridiche a livello istituzionale, e a livello mediatico inganno e censura).
Uno dei problemi della Società moderna è che il Capitalismo finanziario ha assorbito le migliori aziende con un processo nel quale sono stati sostituiti gli Imprenditori (che avevano con la loro sensibilità concepito ed evoluto un prodotto di qualità) con Manager la cui regola è non interessarsi alla qualità del prodotto per mantenere il focus sull’aumentare gli introiti dell’azienda tramite forme di pubblicità che inducono i Consumatori ad acquistare il prodotto nonostante la sua bassa qualità.
<vedi i miei articoli
– Towards a New Marketing (1): beyond the Analytic Marketing, toward a pro-sumer Market
In altre parole l’attuale condizione di incompetenza non più reversibile, ovvero
il sistema di government e le grandi aziende non possono più essere riformate dal loro interno
poiché il sistema immunitario di tali istituzioni produce una ineludibile reazione di rigetto che annulla qualsiasi tentativo in tal “riforma”.
<vedi il mio articolo ”“The question of the armor of Social Democracy: the immune system”>.
Un miglioramento del Mercato e del Government può quindi avvenire solo attraverso iniziative esterne sviluppate da “new comers”
che guadagnino la fiducia di Elettori e Consumatori offrendo ad essi nuovamente “prodotti” dei qualità (qualità dei Consumi e della vita sociale).
La buona notizia è che al punto in cui si è arrivati non è difficile sviluppare una qualità migliore di quella attuale.
<vedi anche
– il mio articolo “Towards a Democracy Reboot (synopsis)”>
– il capitolo “What cannot be done for the big companies” nel mio articolo “Come possono le aziende cambiare se stesse”>
Il problema per le Istituzioni, come si vede nei casi di Pfizer e nel governo Biden, è che l’incompetenza ha raggiunto un livello di insostenibilità tale che porta all’autodistruzione del livello dirigenziale.
Si vedano i casi specifici del dirigente di Pfizer che ammette candidamente i rischi mortali a cui Pfizer ha deciso di sottoporre i cittadini; e dei politici e funzionari del Governo Biden che creano disastri e poi si giustificano con argomenti che ridicolizzano l’amministrazione.
Ovvero oggi accade che gli “utili idioti”, i quali hanno permesso ai politici Social-democratici ed al Capitalismo finanziario di raggiungere l’attuale livello assoluto di potere, stanno divenendo la causa dell’implosione del sistema da essi sviluppato.
Il Darwinismo sociale come fattore di successo della attuale politica socialdemocratica
Dal punto di vista strutturale, l’aspetto più negativo di questa dimensione di caos della Società occidentale è che
la dimensione di furbismo
viene sfruttata da alcune persone particolarmente scaltre
per guadagnare sempre maggior potere
(nel Mercato e nella Politica).
La condizione di furbismo che oggi pone in crisi il sistema ha comunque permesso, grazie allo sviluppo di strategie basate su espedienti come accordi sotterranei tra i Big del Mercato e le Istituzioni governative, alla censura di informazione non gradite, agli interventi del sistema giudiziario (nel quale le regole “valgono per gli altri ma non per me”) che grazia il Mercato e punisce la concorrenza,
ha permesso a politica e mercato di arrivare
alla attuale posizione di potere assoluto.
Di fatto la Società occidentale, con lo sviluppo del government Social-democratico (Crony Capitalism) si è ritornati alla condizione di potere assoluto che i cittadini con le rivoluzioni americana e francese – sacrificando le loro vite – avevano voluto abbattere.
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Questa nuova dimensione emerge dalle strategie congiunge delle grandi Multinazionali finanziarie e dei Governanti.
Un caso significativo è quello di Mario Draghi, che è stato contemporaneamente stratega della coalizione della maggiori Multinazionali finanziarie, e Politico (Primo Ministro in Italia). Draghi spiega proprio come i “poteri forti” del Mercato possano trarre vantaggio dal caos sociale e dalla povertà delle popolazioni con la sua teoria della distruzione creativa [si veda nel vol. 1 il cap “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione”]
Il problema del Darwinismo sociale nella de-responsabilizzazione degli individui
Ora la società occidentale sta implodendo – come ci ha ricordato Macron a nome dell’Alta finanza globale – e le popolazioni occidentali, se vogliono recuperare il benessere di un tempo (in realtà si tratta per lo più di riuscire a sopravvivere) devono essere in grado di ripristinare quella Società a misura d’uomo che è stata in grado di produrre benessere per millenni.
E per fare ciò è in primo luogo necessario recuperare le condizioni delle persone che sono state i fattori alla base dello sviluppo della Società tradizionale dell’Uomo. Uno dei quali è appunto, la responsabilizzazione degli individui rispetto alla loro vita (e quindi all’organizzazione della loro Comunità sociale).
Come detto in precedenza, uno dei problemi principali oggi è il Darwinismo sociale, dimensione nella quale “solo il più furbo ce la fa”, la quale produce l’individualismo (incapacità delle persone di operare in modo sinergico nella loro comunità sociale).
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A livello più profondo,
il Darwinismo sociale deriva dalla de-responsabilizzazione degli individui
prodotta come effetto collaterale da una società che abitua le persone ad una dipendenza “dalla culla alla tomba” dalle strutture pubbliche.
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Il fatto è che la Democrazia – che sia essa diretta o rappresentativa – è in essenza il “governo dei cittadini”, e quindi essa funziona unicamente quando i Cittadini sono in grado di fare scelte consapevoli (anche nel caso, ad esempio, della scelta dei loro rappresentanti).
Il che significa che in primo luogo i cittadini devono sentirsi responsabili delle loro scelte a livello sociale (a livello politico); e quindi essere consapevoli di come sia possibile esercitare in modo efficace il potere che la Democrazia attribuisce ad essi (anche nella moderna Democrazia rappresentative vi sono molte azioni che i cittadini possono sviluppare per esercitare il loro potere a prescindere del momento delle Elezioni).
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Il problema è appunto che l’attuale Social-democrazia europea, eliminando con il suo sistema di supporto da parte delle Istituzioni per qualsiasi problema di vita (Welfare), e con l’imposizione di regole di vita dall’alto (cosa che fa venire meno la responsabilità delle scelte), ha annullato il senso di responsabilità dei Cittadini.
Il problema per il funzionamento della Società moderna è che con la diffusione del Darwinismo sociale si perde il fondamento della Democrazia: l’effettivo potere di scelta.
Si veda nel mio documento“ Oltre la Social-democrazia” come in una Democrazia la delega da parte dei Cittadini di anche una solo una piccola parte del potere attribuito ad essi dalla Costituzione a qualcun altro, quest’ultimo finisca per sfruttare la situazione per accrescere il suo potere fino ad arrivare ad una condizione di potere assoluto (come quello delle Monarchie).
<vedi il già capitolo articolo “Having even a small amount of power in a system allows you to increase that power” nel testo “Oltre la socialdemocrazia”>
< vedi anche il capitolo “The Problem of the Dictatorship of the Majority (and of the Minority)” nel mio articolo “Politics (of the 20th century) is dead: it is necessary to restore real democratic politics” >
Le conseguenze della de-responsabilizzazione a livello della organizzazione della società
Si tratta quindi di operare sul problema della de-responsabilizzazione degli individui rispetto all’andamento della loro vita: de-responsabilizzazione che ha minato alle fondamenta la Società occidentale poichè con essa si è avuta non solo la perdita da parte dei Cittadini delle loro potenzialità positive nei confronti della società, ma anche l’impossibilità di uscire dalla crisi attuale (a causa, appunto, della mancanza delle qualità di base dell’elemento fondante della Democrazia, il Cittadino che è in grado di percepire – come responsabile della Società in cui vive – per lo meno quali sono le persone giuste per governare la Società).
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Per uscire dalla crisi della Società occidentale è quindi necessario operare sui problemi di fondo che generano una perdita delle qualità delle persone.
E, come si è detto, questa perdita di qualità fondamentali dei Cittadini è dovuta al fatto che nella attuale Società occidentale essi si vedono imporre le scelte di vita (ed annullare gradualmente la loro libertà di organizzare da sé la propria vita).
Più nello specifico, in sintesi, il problema è che oggi
1) i cittadini hanno perduto la consapevolezza delle loro potenzialità di apporto positivo alla comunità sociale.
Ma addirittura, imbrigliati in una condizione nella quale il “sistema delle regole” non funziona più
2) i Cittadini hanno cominciato ad avere la sensazione che
per procurarsi un reale benessere sia necessario essere più furbi degli altri
nell’interpretazione delle regole – ciò vale tanto per i “normali” Cittadini, quanto per le persone che governano Stato e Mercato.
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In tal modo nella società si sono quindi perdute le condizioni che hanno permesso per millenni lo sviluppo di un reale benessere nelle Comunità sociali: associazionismo spontaneo, vita sociale sviluppata in modalità cooperativa, ecc …
Alcune qualità di base che oggi mancano ai Cittadini
Essendo la de-responsabilizzazione delle persone nei confronti della loro vita uno dei fattori primari della Crisi della Società occidentale moderna (che produce una incapacità delle persone di operare in modalità contributiva per la società) vediamo in quale modo si possa risolvere tale problema.
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Ricordiamo che, a monte di tutto,
la qualità di una Società
dipende dalle qualità dei cittadini che la compongono
e quindi per superare al crisi attuale
è necessario recuperare le qualità fondamentali delle persone
in quanto esseri sociali.
[vedi più avanti il capitolo “Recupero della qualità della vita perduta” e nel vol. 1 il cap “ Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]
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Vediamo quindi come si determina questa perdita di responsabilità delle persone, cercando di comprendere in cosa consistesse la responsabilità degli abitanti delle Comunità sociali tradizionali che sono state in grado di produrre benessere per millenni. E cerchiamo anche di comprendere perché per uscire dalla crisi attuale sia necessario recuperare tale dimensione umana.
Solo recuperando a monte di tutto il senso di responsabilità delle persone nei confronti della propria vita, e di conseguenza nei confronti dell’andamento della loro Comunità sociale, è possibile per le persone passare dall’attuale condizione di passività nei confronti dello Stato impositivo/assistenziale, ad una condizione di auto-organizzazione della propria vita, e della propria comunità (ossia passare alla condizione di reale benessere tipica della comunità tradizionale).
Si tratta di null’altro che dell’essenza del modello della Democrazia originaria (Atene), e della prima Democrazia moderna (USA).
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Riassumendo, sostanzialmente la de-responsabilizzazione è la condizione che porta le persone all’incapacità di badare a se stesse (e quindi all’incapacità di badare alla qualità della vita all’interno della loro comunità sociale).
E le cause che hanno portato i Cittadini a tale condizione di assenza di senso di responsabilità all’interno della Democrazia europea sono:
i Cittadini
(1) si sono visti imporre le scelte di vita fondamentali,
(2) ed annullare la possibilità di organizzare da se la propria vita.
Si ricorda che non si parla unicamente della “vita sociale” ma il problema riguarda anche i vari aspetti della vita privata delle persone: il sistema moderno Mercato/Government ha fatto in modo che le persone dipendano in tutto e per tutto dalle Istituzioni governative e da beni e servizi offerti dal mercato.
A tal proposito un caso significativo è quello delle Leggi emanate per la cosiddetta pandemia Covid, con le quali i Governi hanno stabilità addirittura limitato il numero di persone che potevano vivere in un alloggio.
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Perchè l’essere umano recuperi la dimensione in cui esso è responsabile della propria vita (ed in grado di gestire la propria comunità), dal punto di vista operativo vanno corretti i seguenti fattori che riguardano direttamente l’individuo:
● mancanza di conoscenza di come si possa gestire la propria vita.
● mancanza di esperienza di organizzazione diretta della vita sociale
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■ MANCANZA DI CONOSCENZA
Il problema è che
oggi le persone proprio non sanno
come l’essere umano
sia in grado di gestire da sè le propria vita:
esse hanno perduto la memoria di come i loro antenati hanno potuto farlo – in sinergia con gli altri abitanti della comunità – ottenendo in tale modo un benessere migliore di quello di cui godono attualmente.
Questa deficienza deriva da molti fattori della “vita moderna” come:
● mancanza di esperienza della vita reale
Il problema è cioè che oggi l’Essere umano vive in una sorta di condizione di cattività (come un animale addomesticato in un allevamento): vivendo per o più in un ambiente urbano fortemente artificiale, e con uno Stato (Welfare) che ha finito per occuparsi dei problemi delle persone “dalla culla alla tomba”, attualmente l’Uomo manca dell’esperienza nell’affrontare la vita che avevano i suoi antenati che vivevano nelle Comunità sociali dei Villaggi.
<vedi il capitolo “The “eradication” of Man” nel mio testo “Handling the masses – the civilization of ideologies: from the community of man to the mass society”>
Questo problema viene creato:
– da una formazione dell’individuo durante l’età infantile che manca di un fattore fondamentale: l’esperienza del mondo in quanto “Natura” regolata da proprie leggi.
Un surrogato di tale formazione rimane ancora quella attuata nei gruppi degli Scout.
A causa di questa formazione “artificiale” gli individui non hanno più la consapevolezza che vi possano essere delle alternative migliori all’attuale modo di vivere come quella che ha permesso all’Essere umano di vivere nei Villaggi tradizionali (come le attuali Town USA) con condizioni di benessere superiori a quelle attuali.
– da una esperienza diretta nel creare e gestire beni fondamentali per la propria esistenza (come abitazione, impianti, strumenti).
Oggi infatti si ricorre all’opera di “tecnici” anche solo per ovviare ai problemi di lieve entità (la gente va al pronto soccorso per un raffreddore, e deve chiamare l’idraulico per un rubinetto che perde, ecc …)
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● mancanza di trasmissione di una valida Cultur.
Alle nuove generazioni, oltre all’esperienza diretta con il “Mondo reale”, viene a mancare anche quella trasmissione della cultura tradizionale (che deriva dalle esperienze di vita fatte in passato dai propri antenati) che avveniva nelle Comunità sociali di ordine naturale. [si veda nel vol. 1 il cap. “Il salto nell’evoluzione della cultura umana della rivoluzione neolitica è basato sulla creazione della Famiglia”]
Oggi si sostituisce quella modalità di trasmissione della cultura che l’intero villaggio era in grado di formare individui maturi, con
l’educazione di una Istituzione scolastica
che non insegna “come si fa a vivere”,
poichè insegna concetti “astratti” e spesso errati (come nel caso de Big Bang, della attrazione di gravità, delle modalità di sviluppo delle malattie, ecc …) . E con la diffusione di informazioni “rivedute e corrette” diffuse dai Media maintream.
In questo modo si arriva ad una condizione nella quale
il Sapere non è più reale Conoscenza.
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Questo impoverimento della Cultura (conoscenza) umana è appunto responsabile della crisi della Società occidentale moderna. Per tale ragione,
oggi è necessario che le persone
riacquistino questa cultura tradizionale del “come si fa a vivere”
mantenendosi in salute, manutenendo abitazione ed altri beni, ecc .. Ed in ultima analisi riacquistino la conoscenza di come si fa ad organizzare la propria Comunità sociale..
Un percorso di tal genere, come detto in altri punti, non può essere effettuato con le modalità della Pedagogia moderna (“imparando” le persone), ma con il metodo maieutico: facendo in modo che le persone imparino direttamente da una esperienza diretta delle cose.
● MANCANZA DI ESPERIENZA DI ORGANIZZAZIONE DIRETTA DELLA VITA SOCIALE
Per arrivare ad un recupero da parte dei Cittadini delle capacità di organizzare la loro Comunità sociale nel modo utilizzato dai loro antenati nel Villaggio, è necessario che vi sia, oltre al recupero della Cultura generale del “come si fa a vivere” anche, ovviamente, un recupero delle conoscenze specifiche di come si faccia a “governare” direttamente la propria comunità.
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In questo percorso di recupero è necessario tener conto che tale condizione di incapacità deriva dal fatto che alle persone per generazioni non sia stata concessa una effettiva libertà di scegliere cosa fare o non fare per sviluppare la loro vita (a questo punto esse non hanno più memoria di una condizione di reale libertà di scelta).
Ovvero i cittadini sono assuefatti alla assistenza capillare (il Welfare “dalla culla alla tomba”) da parte delle Istituzioni, ed a una imposizione di regole di vita che elimina la possibilità per le persone di sviluppare iniziativi personali per migliorare la qualità della loro vita.
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Questa mancanza di consapevolezza dei Cittadini è tale che se ad essi fosse consegnata di punto in bianco la possibilità di contribuire attivamente alla organizzazione della loro comunità sociale, essi non saprebbero cosa fare, e si metterebbero in cerca di persone a cui mettersi comandare.
Significativo è il caso, già citato, degli Irakeni liberati dall’oppressione di Saddam Hussein, che ai giornalisti che li intervistavano nel giorno della liberazione, dicevano “ma adesso noi come facciamo a vivere”.
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Nel prossimo capitolo vediamo come sia possibile rimediare a alla mancanza di conoscenza riguardo alle questioni essenziali della vita, la quale è dovuta in gran parte dalla interruzione della trasmissione di generazione in generazione di quella Cultura tradizionale (che deriva dalle esperienze di vita fatte in passato dai propri antenati) che avveniva nelle Comunità sociali di ordine naturale.
IL POSSIBILE RIMEDIO AL PROBLEMA DELL’INDIVIDUALISMO (DE-RESPONSABILIZZAZIONE) DELLA NOSTRA SOCIETÀ
Vediamo qui in che modo si possa risolvere il problema di un individualismo che rende la società occidentale difficile da riportare ad una dimensione nella quale essa sia in grado di produrre nuovamente benessere.
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Quindi il problema individuato in precedenza è quello della de-responsabilizzazione che porta gli individui ad una condizione di individualismo nella quale essi non sono più in grado di fornire quell’apporto positivo alla comunità sociale che per millenni ha permesso lo sviluppo di un reale benessere nelle Comunità sociali.
Ciò che conduce a tale condizione sono questioni come il fenomeno della meritocrazia al contrario, il quale che produce una profonda incompetenza ad ogni livello della società; e tendenze negative come quella del Darwinismo sociale che induce nelle persone che finisce per premiare il “furbismo” (dimensione nella quale ognuno cerca di fare le cose a proprio vantaggio a discapito degli altri),.
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Per quanto riguarda le qualità interiori delle persone, la difficoltà nell’uscire dalla attuale situazione di crisi consiste nel fatto che
oggi a causa dell’individualizzazione della popolazione
le persone non sono sostanzialmente
più in grado di badare a se stesse.
Per quando riguarda il cambiamento della forma di government attuale, come vediamo più avanti, per uscire da tale condizione vi sono due strade da percorrere contemporaneamente:
– agire direttamente nella gestione dell’organizzazione della Comunità sociale, attivando sul territorio iniziative indipendenti dalle Istituzioni governative: anche solo iniziative di livello minimo, come quelle quelle della cura del verde pubblico del vicinato (per arrivare gradualmente a veri e propri sistemi di Democrazia diretta locali).
– agire sul livello del Government istituzionale, con una “Politica di transizione” che permetta di favorire lo sviluppo del percorso del Government diretto dei Cittadini con la creazione di nuove leggi ad hoc.
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In ogni caso, poiché come si è detto, la qualità di una società dipende dalla qualità dei suoi abitanti,
si tratta in primo luogo
di fare in modo che le persone
recuperino le qualità perdute negli ultimi due secoli.
A livello operativo si tratta cioè di ovviare ai problemi specifici illustrati in precedenza:
► mancanza di consapevolezza di come l’essere umano sia effettivamente in grado di gestire da sé la propria vita (e partecipare attivamente all’organizzazione della propria Comunità sociale).
Come si è detto, questo problema consiste in:
– mancanza di esperienza di organizzazione diretta della vita sociale.
– cessazione della trasmissione di una valida Cultura (condizione che è in gran parte dovuta alla mancanza di una opportuna formazione nell’età infantile).
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Si tratta quindi, a monte di tutto, di definire un percorso esperienziale che permetta agli individui di prendere coscienza di come essi possano effettivamente operare in modo diretto per organizzare le attività sociali sul proprio territorio.
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E, parallelamente a questo percorso esperienziale, è necessario sviluppare una condizione che permetta di reintegrare la Cultura tradizionale dell’Uomo.
Essendo il problema in questo ambito che chi gestisce la Cultura oggi (Istituzioni scolastiche, Media mainstream, Istituzioni scientifiche le quali promulgano una sapere che non corrisponde più alla realtà) ha creato negli anni una nuova Cultura nella quale sono stati cancellati elementi fondamentali del Sapere tradizionale,
si tratta di ricostruire dalle fondamenta la conoscenza dell’Uomo.
È importante comprendere che non si vuole qui creare una “nuova Cultura”, come sta facendo ora l’establishment: ma che si tratta di recuperare la cultura tradizionale in quanto conoscenza della realtà effettiva (quella conoscenza che permetteva agli abitanti della Comunità di ordine tradizionale di sviluppare un reale benessere).
Si tratta di cioè di recuperare una “Cultura utile” all’essere umano, e non ad istituzioni che gestiscono dall’alto la Società. In altre parole per le persone si tratta di prendere nuovamente confidenza con la realtà che oggi si pensa di conoscere in base a una “Pedagogia” impostata dall’alto (diffusa dalla Scuola, e dal Maintream media).
Il fatto è che non si può sostituire una “Pedagogia di Stato” con un altro tipo di Pedagogia (“induzione” di una sapere preconfezionato negli individui), perché si tratterebbe sempre di sostituire una Ideologia con un altra, e ciò non risolverebbe il problema (le persone sarebbero nuovamente indotte a credere in una verità, invece di riuscire comprendere a fondo i significati delle cose).
Si tratta invece di sviluppare forme di effettivo apprendimento. E l’apprendimento avviene, appunto, attraverso l’esperienza diretta di ciò che si apprende (Wikipedia: l’apprendimento “deriva da una nuova esperienza o dalla pratica di nuovi comportamenti (…) derivante dalle esperienze di vita e/o dalle attività dal soggetto. Esso è dunque un processo “esperienziale”)
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Quindi per risolvere il problema della de-responsabilizzazione delle persone nei confronti della loro vita (e di conseguenza nei confronti dalla loro comunità sociale) è necessario recuperare la tradizionale Cultura dell’Uomo. E per fare ciò
è necessario sviluppare
una modalità alternativa di formazione delle persone,
UN PERCORSO ESPERIENZIALE
CHE PORTI LE PERSONE AD ESSERE NUOVAMENTE CONSAPEVOLI
di quali siano le modalità per conseguire un reale benessere (a livello individuale ed a livello delle comunità sociale).
Si tratta di un percorso nel quale le persone ritornano a contatto con la realtà effettiva, nel rapporto con la natura dell’ambiente, e con l’organizzazione della propria Comunità sociale: il nuovo percorso di apprendimento si sviluppa con il processo esperienziale di “errore e correzione dell’errore” con il quale l’Uomo ha sviluppato la sua Cultura nel processo millenario di sviluppo della sua Civiltà.
<vedi il mio testo “The problem of the loss of the original culture“>
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Per un programma per il lungo periodo è necessario comprendere come sia necessario uscire dalla trappola culturale basata su una educazione dei giovani fortemente ideologizzata, che non è modificabile. Per questa ragione uno dei primi punti da sviluppare è la creazione di forme di educazione scolastica indipendenti dalle istituzioni <vedi il mio testo “School reform: the need to recover the traditional role of the School“>
Per la stessa ragione è necessario definire forme di informazione gestite direttamente dai Cittadini <vedi il mio testo “Reform information tools and methods“>
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Per arrivare a sviluppare una società in grado di produrre un reale benessere, si tratta anche di bypassare (inizialmente) i fattori che sono responsabili dei problemi citati in precedenza:
[vedi il precedente capitolo “Il Darwinismo sociale e la meritocrazia al contrario”]
► perdita la perdita della capacità di riconoscere l’effettiva qualità delle persone – e conseguente condizione di meritocrazia al contrario – fenomeno che porta ad una impossibilità da parte delle strutture organizzative (Mercato e Government) di sviluppare efficienza a causa del fatto che crea una condizione nella quale le Istituzioni sono pervase ad ogni livello da persone incapaci (o peggio, da persone che pensano unicamente al loro profitto).
Ciò vale appunto per le strutture delle grandi aziende, o della Politica e della Pubblica Amministrazione, della sanità, ecc ..
Per creare nuovamente strutture basate su una effettiva competenza,
è necessario iniziare creare strutture alternative a quelle istituzionali:
vedremo come si possa, ad esempio, creare forme di Servizi pubblici privati o alternative al Mercato che consistono in forme di auto-produzione o di distribuzione auto-organizzata.
In ogni caso, come detto in precedenza, si tratta anche di agire direttamente sul livello istituzionale, in questo caso partecipando – in modo strumentale – alla politica ufficiale, per riuscire a far passare leggi (probabilmente locali) che permettano di creare nuove modalità della burocrazia, ad esempio portando le persone a partecipare in qualche modo all’amministrazione dei servizi locali.
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► Darwinismo sociale che definisce una struttura sociale che premia i più scaltri, e non permette di far nulla per neutralizzarli: cosa che
rende impossibile alle persone più capaci di inserirsi nel “sistema”
dando un loro contributo effettivo allo sviluppo di un reale valore per la Società.
Ciò vale tanto per il Mercato dove oggi il valore realmente utile prodotto per il Consumatore è estremamente basso (ed anzi, in molti casi i prodotti creano danni ad esso), qquanto per le Istituzioni governative dove l’incompetenza diffusa ad ogni livello continua ad accrescere i problemi di povertà, salute, ecc ..
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I problemi da affrontare, in questo ambito, sono dovuti al fatto che con l’istituzionalizzazione del Darwinismo sociale i più capaci sono censurati, estromessi dal sistema; ed anche condannati da una Giustizia che ha solo più un ruolo ideologico (di supporto all’establishment).
<vedi il mio già citato articolo ”“The question of the armor of Social Democracy: the immune system”>
In questo caso è quindi necessario agire, in una modalità alternativa rispetto alle istituzioni,
● attivando una sorta di giustizia sviluppata dal basso per punire tali comportamenti di bullismo istituzionalizzato.
Ciò deve avvenire ai diversi livelli nei quali si sviluppa il furbismo: da quello dei “normali” cittadini, a quello dei vertici di Potere.
Si veda ad esempio la possibilità per i cittadini di organizzarsi in un sistema che permetta ad essi di ottenere sanzioni per chi trasgredisce le regole [descritta in alcuni miei testi].
In questo caso i cittadini, utilizzando al meglio le leggi attuali, possono organizzarsi – con l’opportuno supporto legale – per produrre alla polizia locale le prove di trasgressioni del traffico ed altro (più cittadini documentano le infrazioni con immagini e video, e firmano le loro testimonianze in documenti appositi).
E per quanto riguarda i vertici di potere, ad esempio, è possibile sviluppare iniziative popolari simili a quelle delle audizioni degli attuali Comitati parlamentari: in questo caso i Cittadini possono istituire una sorta di processo pubblico nel quale si circostanziano gli “errori” attribuibili al personaggio, e lo si invita a difendersi sotto giuramento. Ovviamente il personaggio può non aderire all’invito, ma la sua reputazione viene macchiata dal fatto che egli rinunci a difendersi da accuse molto ben definite – e la sua carriera, pubblica o privata, viene compromessa (e nel caso di una azienda, ne viene compromesso il nome dell’azienda.
<vedi il mio testo “The acquisition of a new “de facto power””>
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● attivando canali di informazione e di educazione scolastica alternativi a quelli istituzionali
Come si è detto, l’attuale crisi è dovuta in gran parte dalla perdita di una Cultura effettivamente valida (è il problema del Cancel culture) a causa sia ad un sistema di informazioni (Manistream Media) che diffonde una cultura strettamente riveduta e corretta in funzione delle finalità attuali dell’Establishment (si veda la descrizione di questa modalità nel romanzo 1984 di Orwell), sia da una formazione scolastica che crea individui “incompleti”, che necessitano di essere supportati dalle Istituzioni e dagli “esperti” nella loro vita da adulti.
Si tratta cioè, nei due ambiti, di
– creare canali di informazione dal basso (Crowd sourcing information) che si contrappongano al potere quasi assoluto dell’attuale Mainstream media.
Oggi è infatti possibile possibile creare nuovi canali di informazione interamente gestiti dai Cittadini, di qualità equivalente a quella del Mainstream media (in realtà tale tipologia di informazione può presto divenire più efficace della attuale modalità di informazione, basata su canali TV e Social network di concezione ormai obsoleta).
<si veda a questo proposito la definizione di iniziative di informazione auto-organizzata bottom-up nel mio testo “How to define a new approach to dissident information“>
– creare forme di educazione scolastica alternative a quelle offerte dallo Stato
Oggi è possibile fare ciò grazie a Leggi come quella sulla Scuola parentale (con la quale è possibile creare veri e propri istituti scolastici), e grazie alle nuove tecnologie che permettono, tra le altre cose, di creare libri di testo in PDF, condividere con altre scuole lezioni in remoto e materiali, ecc ..
<vedi il mio già citato articolo “School reform: the need to recover the traditional role of the school”>
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Nel prossimo capitolo vediamo più nello specifico come possano essere impostate queste iniziative dal basso.
“A hint of possible initiatives that can help recover citizens’ sense of responsibility towards their social community”
Quindi per poter arrivare ad una Società in grado di produrre nuovamente benessere, uno dei problemi da risolvere è quello dell’individualismo che porta alla mancanza di senso di responsabilità nei confronti della propria Comunità sociale, e quindi alla mancanza di di quella attitudine alla cooperazione che faceva funzionare “dal basso”, in modo spontaneo, la Comunità di tipo tradizionale.
Per porre un rimedio a tale problema, tra le altre cose, si tratta di attivare iniziative gestite direttamente dei Cittadini che – in modalità “learning by doing” – possono permettere ad essi di recuperare la forma mentis tradizionale della Comunità sociale. Ossia generare nuovamente l’attitudine alla cooperazione e forme di associazionismo spontaneo. E come conseguenza, portare consapevolezza di quale sia la strada per organizzare una Comunità sociale in grado di produrre nuovamente benessere.
Vediamo qui, in sintesi, come si possano sviluppare delle iniziative basate sull’attività dei Cittadini “iniziative dal basso” che permettano di superare le barriere al cambiamento create dagli attuali problemi della disumanizzazione e deresponsabilizzazione/individualizzazione dell’Essere umano.
In un capitolo successivo vediamo in modo più approfondito come si possa recuperare il senso di responsabilità dei Cittadini (“Le precondizioni necessarie per poter avere una società in grado di produrre benessere (persone responsabili di se stesse,
e indipendenti da Istituzioni esterna alla Comunità)”)
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Un aspetto importante di queste iniziative è di essere di semplice ed economica realizzazione.
Si tratta di soluzioni specifiche che fanno parte di
un percorso progressivo di più ampia portata:
partendo dal piccolo e dal semplice
si aiuta la gente a prendere dimestichezza
con le practices che un tempo permettevano alle persone
di organizzare in prima persona la loro vita sociale
(practices che permettevano a chi viveva nella Società di ordine tradizionale di organizzare direttamente loro comunità).
Ovvero la funzione di tali iniziativa “dal basso” è di
– portare la gente a sviluppare una nuova forma mentis nella quale nasce un forte desiderio di creare una propria comunità indipendente dall’attuale “Sistema” sociale occidentale, nella quale ognuno si prodiga per strutturare la propria vita sociale in funzione del conseguimento della soddisfazione dei propri reali bisogni.
– creare nuove condizioni – a livello strutturale – che facilitino una transizione dalla attuale società fatta di regole imposte dall’alto, ad una società di Ordine tradizionale, nella quale le persone gestiscono direttamente la loro Comunità (la loro vita sociale)
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Ricordiamo che il percorso di recupero della qualità perdute dalla società moderna (in linee generali) non è che il percorso seguito dall’Uomo quando esso è passato dalla vita nomadica a quella del Villaggio: un percorso esperienziale nel quale le persone comprendono via via quali siano le cose da fare per migliorare la loro vita (learning by doing).
La necessità di ricostruire l’eco-sistema culturale
Per risolvere i problemi dell’allontanamento dell’Uomo dal suo modo di essere naturale (disumanizzazione), e della conseguente perdita di qualità come quella della propria responsabilità nei confronti della propria vita privata e sociale (individualizzazione) è necessario tener conto che
tali problemi derivano in gran parte
della perdita della Cultura originaria dell’Uomo.
Si tenga conto che la Cultura non è un insieme di nozioni mentali, ma è un qualcosa che è impressa nella coscienza delle persone ad un livello più profondo di quello della mente conscia: la Cultura è fondamentalmente un modo di essere (una serie di memorie impresse a livello inconscio.)
<vedi il mio testo “L’assenza di realtà nel pensiero ideologico”>
Ovvero la Cultura è una serie di memorie impresse negli individui durante un percorso di esperienze di vita, che quindi
si può recuperare solo attraverso un percorso esperienziale.
[si veda uno dei capitoli precedenti “La questione fondamentale del recupero della cultura tradizionale”]
L’idea che è alla base della definizione di tali soluzioni è che sostanzialmente la cura contro al deresponsabilizzazione delle persone (individualismo) si basa sul definire nell’immediato iniziative per portino ad
un decentramento delle funzioni organizzative centralizzate.
Ovvero ad un decentramento del potere decisionale a livello locale (o ultrà-locale).
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Come vedremo nel già citato prossimo capitolo, tali soluzioni sono indirizzate a produrre una responsabilizzazione degli individui rispetto alla qualità della loro via, e quindi, tra le altre cose, rispetto:
● all’efficacia di servizi ed opere di interesse pubblico.
● all’uso sostenibile delle risorse: ad esempio nel caso dello sfruttamento delle energie rinnovabili (solare, idroelettrica, eolica).
Oggi la questione delle risorse è sviluppata secondo un falso concetto di sostenibilità.
Ad esempio sostenibilità non significa solo acquisto di pannelli solari (una modalità “di consumismo” che non apporta grandi vantaggi all’utente e all’ambiente), ma significa soprattutto creare contesti sostenibili nel loro insieme come abitazioni che siano “solari” in senso completo (esempio: solare passivo), e che non sprechino risorse come avviene oggi (recuperando ad esempio l’acqua dei tetti e dai lavandini (è possibile irrigare interi giardini).
Il Solare passivo permette di avere alloggi che (grazie ad esempio all’effetto serra) sono di per se meno freddi di quelli attuali. E molti accessori possono essere aggiunti con successo, pannelli solari di basso costo (non forniti dal Mercato, ma facilmente costruibili), riscaldamento dell’acqua in serpentine, forni solari (di facile utilizzo, permetto di risparmiare ingenti cifre sulle bollette), eolico personale (in ville ma anche in condomini di città) e sistemi di raffrescamento naturali.
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A monte di tutto, si tratta di ricostruire da capo l’intero eco-sistema della Cultura,
creando istituzioni alternative per quanto riguarda
i settori dell’Informazione e
della Formazione dei futuri adulti.
In entrambi gli ambiti si deve essere in grado di contrastare il Mainstream culturale attuale che,opera per mantenere le persone nell’ignoranza di molte cose che facevano parte del bagaglio di conoscenze di un tempo.
Si tratta cioè di sviluppare
– un nuovo modello di Informazione sviluppata dal basso, basato su nuovi canali di informazione creati e gestiti direttamente dai Cittadini (seguendo il trend del Crowdsourcing, in auge già da tempo)
– nuove modalità di trasmissione delle cultura tra generazioni.
Come si è detto l’individualizzazione della Società tipica della modernità, ha portato alla perdita di un effettivo contatto delle persone con le generazioni precedenti (ma anche dei genitori, nella loro fase di crescita)
In questo caso si tratta quindi non solo di ripristinare le istituzioni dedicate alla formazione dei futuri adulti (la Scuola), ma anche di ripristinare l’ambiente nel quale i ragazzi imparavano grazie al contatto diretto con persone che detengono conoscenze e competenze pratiche importanti (si tratta dell’apprendimento per osservazione, a livello empatico, come forma di emulazione) di genitori, parenti ed altri abitanti della comunità sociale.
Si tenga conto che è anche necessario creare strutture di “formazione” per età post-scolastica come una sorta di Università della “Seconda età” nella quale le persone possano imparare ciò che ad esse è stato negato dalla Scuola pubblica (ovviamente, vista l’impostazione culturale della attuale Società occidentale, tali istituzioni sono forse ancora più utili per chi l’Università istituzionale la ha frequentata).
Alcune possibili iniziative
Per permettere alle persone di recuperare le qualità umane che caratterizzavano (e caratterizzano tutt’ora in alcune parti del Mondo) gli abitanti delle comunità tradizionali, è necessario non solamente rigenerale l’eco-sistema della Cultura, ma anche sviluppare iniziative “pratiche” che permettano alle persone di uscire materialmente dalla attuale condizione di dipendenza da uno Stato impositivo/assistenziale.
Si tratta cioè di andare in una direzione opposta a quella attuale nella quale il potere decisionale è sviluppato dall’alto verso il basso,
creando soluzioni
che permettano ai Cittadini
di gestire direttamente il loro territorio.
Tali soluzioni sono, come si vede più avanti, per lo più nei due differenti ambiti
– organizzazione di attività ora gestite dalla Pubblica amministrazione le quali, anche quando sono molto limitate, come è per gestione degli spazi verdi del vicinato, sono molto utili alla comunità (nei giardini pubblici, con il cambiamento del clima, sempre più spesso appassiscono le piante per il fatto che nessuno le annaffia). Ma possono essere anche attività più complesse, come il citato Placemaking, una practice con la quale i Cittadini ottengono dal comune spazi pubblici all’interno della Città per creare orti o istallare casette prefabbricate utili per sviluppare attività di quartiere. O più in generale i Cittadini del vicinato si organizzano per sviluppare direttamente servizi “privati” di pubblica utilità come il trasporto dei bambini a scuola, o attività post-scuola.
<sul Placemaking vedi il mio già citato articolo “La necessità di ridefinire il concetto di Città (e di government della città)”>
[vedi anche più avanti il capitolo “Alternative rispetto al Government centralizzato (e al Welfare)”]
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Ma per quanto riguarda le iniziative che i Cittadini possono sviluppare direttamente sul loro territorio vi sono anche:
– iniziative complementari ai vari settori di Government: un Government in parallelo che permetta agli abitanti del luogo di guadagnare un ruolo per lo meno di suggerimento delle azioni da intraprendere a livello esecutivo.
Si vedano i miei articoli relativi alla Politica di transizione mirata a facilitare un graduale recupero del Potere (Sovranità) da parte dei Cittadini, dove si descrivono iniziative come “Spending Review By Citizen” e “Rappresentanza partecipata”.
<si veda il capitolo “Activation of initiatives complementary to information, which allow citizens to develop an experiential knowledge process” nel mio articolo “Considerations on the need to innovate the strategies of the dissidents (towards the recovery of “by the people” strategies)”>
Si tratta di una modalità di “Government in parallelo” che pian piano si evolve da un ruolo marginale, consultivo ad un ruolo primario di Government sul territorio locale.
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Si tratta appunto di iniziative che creano condizioni che permettono ai Cittadini di superare l’attuale situazione di individualismo, portandoli ad una consapevolezza delle loro effettive possibilità di gestire in prima persona le attività sociali (il Government) sul territorio.
Ovvero portano i Cittadini alla capacità di organizzare direttamente la propria vita sociale, qualità che altro non è che l’essenza del modello della Democrazia originaria (Atene), e della prima Democrazia moderna (USA).
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Come si vede in altri punti, è altrettanto importante che i Cittadini comincino a sviluppare iniziative che li portino ad essere in gran parte indipendenti dal Mercato (dal Consumismo).
I PROBLEMI FONDAMENTALI LEGATI ALLA ALLA STRUTTURA DELLA SOCIETÀ
ECCESSIVA COMPLESSIZZAZIONE: DALLA COMPLESSITÀ ALLA SEMPLIFICAZIONE
In precedenza quindi si è detto che uno dei problemi di fondo della Società occidentale, moderna dal punto di vista delle qualità dell’individuo, sia la disumanizzazione, ossia un “allontanamento dell’Uomo dalla sua natura”. E come una delle conseguenze di tale fenomeno sia l’individualizzazione della Società.
In questo capitolo vediamo una delle caratteristiche strutturali della Società moderna: la complessità eccessiva che finisce per essere un fattore responsabile del caos attuale, e quindi della sua graduale implosione.
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Il problema di fondo della Società moderna, la quale negli ultimi due secoli ha vissuto una crisi quasi costante interrotta solo da pochi momenti di effettivo benessere, è sostanzialmente
la dimensione ideologica della cultura occidentale
(la forma mentis tipica della modernità)
nella quale si vuole vedere la realtà come
un qualcosa che deve essere “razionalizzata” dall’Uomo.
Come detto nel vol. 1, il fatto è appunto che la Società occidentale dalla sua nascita ha vissuto due secoli di crisi quasi costante:
– nel primo secolo della Società moderna europea (dalla Rivoluzione industriale della fine del ‘700) la qualità della vita è stata terribile, come mostrano le descrizioni delle masse ridotte ad una dimensione di schiavitù simile a quella dei tempi antichi [vedi nel vol. 1 il capitolo La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)]
– e nel il secolo successivo, il ‘900, vi sono stati solo due brevi momenti di reale benessere che sono durati pochi anni, e sono stati seguiti da lunghe crisi delle quali la fine dell’Era del benessere moderno” è la conseguenza ultima (Macron: “fine dell’abbondanza”).
Ovvero, più nello specifico, nell’ultimo caso di benessere, il Boom “artificiale” successivo alla Seconda Guerra mondiale (intervento di “doping” economico del Mercato europeo con il Piano Marshall, e la particolare dimensione emotiva degli Europei che sentivano il bisogno di acquistare beni che potessere far dimenticare loro le terribili condizioni vissute) è stato seguito da profonde crisi che si è cercato di risolvere con vari espedienti (poltiiche fiscali e monetarie) che pur avendo alleviato momentaneamente il malessere, hanno prodotto nuove crisi sempre più profonde.
Fino ad arrivare, appunto, all’annuncio di Macron (da parte delle grandi potenze globali) della “fine dell’era dell’abbondanza”.
<vedi quanto illustrato nel Vol. 1, nel cap “Lo sviluppo del benessere nella storia della società moderna europea: perché la nostra Società occidentale ha cessato di produrre benessere (si è trattato di un reale benessere?)”>
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Il problema della razionalizzazione che il pensiero Occidentale moderno vuole imporre alla realtà è che si ottiene una complessizzazione dei sistemi ai quali essa viene applicata.
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Nel nostro caso, il tentativo di razionalizzare la realtà produce la complessizzazione della Società.
Ovvero processo di razionalizzazione moderno – sviluppato sempre più a fondo per decenni – ha creato un tipo di organizzazione della Società (Government/Pubblica Amministrazione e vita dei Cittadini) estremamente complessa che può essere compresa (e gestita) solo da una élite di esperti (i quali in realtà nelle recenti crisi hanno dimostrato di non essere in grado di comprendere l’essenza dei problemi, ovvero di riparare i danni creati da essi stessi).
Questo percorso di sviluppo del “progresso” moderno è radicalmente differente da quello del progresso che l’Uomo aveva sviluppato per millenni nelle modalità di vita tradizionali:
tradizionalmente la Società si evolveva con delle innovazioni che erano sempre a misura d’uomo (gli Esseri umani mantenevano la percezione del fatto che l’innovazione delle tecniche doveva essere finalizzata unicamente ad un effettivo – e diretto – miglioramento delle qualità della vita).
L’innovazione – la vera innovazione, quella che consiste in “invenzioni” che migliorano la qualità della vita – tata sviluppata delle persone che sentivano il bisogno di nuovi strumenti. Oggi, all’opposto, è sviluppata da persone che prescindono dai reali bisogni delle persone, e seguono direttive date dal Mercato per creare “invenzioni” che sono spesso in contrasto con la qualità della vita dei cittadini .
<vedi sulla innovazione sostenibile il capitolo “Sez 3 – Il nuovo mercato post-industriale:open manufacturinge hardware open source” (p. 73) nel testo “Uno smart-approach per le Smart City: un nuovo percorso di innovazione della la Città note per la stesura di un Manifesto per un nuovo approccio realmente efficace alle Smart City” (PDF)>
IL PROBLEMA DELLA COMPLESSITÀ:
L’ALIENAZIONE DELL’UOMO MODERNO
In sintesi il problema da affrontare oggi è che nel suo tentativo di razionalizzazione della realtà
la Società occidentale
ha raggiunto un livello di complessità
nel quale anche gli “esperti”
sono divenuti incapaci
di gestire la realtà che essi stessi hanno creato
[vedi un successivo capitolo “Gli “esperti” ed il problema della specializzazione della conoscenza”]
E quindi che questa incapacità ha generato la crisi che oggi sta portando, appunto, alla “fine dell’era del benessere moderno”.
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Il costante declino della Società occidentale è dovuto, tra le altre cose, al fatto gli “esperti” (del Mercato, del Government), intrappolati nella loro forma mentis ideologica, non sono in grado di imparare dalle loro esperienze. Ossia essi non sono in grado di comprendere, dopo i continui fallimenti nell’applicazione delle loro idee, della fallacia dei presupposti delle loro strategie.
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Analizzando più a fondo il problema della eccessiva complessizzazione della Società moderna emerge l’insostenibilità di essa. E come tale insostenibilità derivi dal fatto che il nuovo modo di concepire il Mondo del pensiero occidentale moderno (la visione delle cose che porta alla volontà di razionalizzare la realtà) produca una perdita della tradizionale capacità dell’Uomo di percepire il senso delle cose (quel “senso comune” che ha permesso all’Essere umano per millenni di vivere producendo benessere nella sua Comunità sociale).
Tale condizione è generato dalla forma di pensiero fortemente ideologizzato adottato ora, nel quale vi è una concezione della realtà che si basa su idee di come essa funzioni che nascono “a priori” nella mente di qualche intellettuale, invece che – come è sempre accaduto in precedenza – su di una effettiva osservazione di essa. [vedi il capitolo precedente “La nuova visione ideologica del Mondo (che è all’origine della crisi)”]
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Il problema insito in questa perdita del senso della realtà (per ciò che riguarda la percezione dell’ambiente naturale e della natura dell’Uomo) è che quanto l’Uomo moderno ha scoperto che nella sua visione Ideologica del mondo (preconcettuale) tale visione non corrisponde alla realtà effettiva, esso
invece di cercare di adeguare la sua visione,
ha cominciato a tentare di modificare la realtà.
La conseguenza di questa tendenza è che
il un nuovo Mondo creato in base alla nuova visione della realtà
non è più in sintonia con la vita dell’Uomo (e con l’ambiente).
(esso è sostanzialmente un mondo “artificiale”)
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In sintesi, dal punto di vista sociale la razionalizzazione spinta ha portato ad una complessizzazione dei sistemi creati dall’uomo (organizzazione sociale, government, Mercato, ecc ) che ha reso la Società occidentale insostenibile.
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Più nello specifico il risultato di tale complessizzazione è che il Mondo creato dall’uomo
1) non è più a misura d’uomo.
2) è incomprensibile per chiunque, anche per “esperti” che lo dovrebbero gestire.
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A livello strutturale il problema è che tale “nuovo ordine” del Mondo creato dall’Uomo è divenuto:
1) non solo troppo complesso per essere gestito: è divenuto sostanzialmente insostenibile.
2) ma il vero problema è che
il mondo complesso della modernità
È DESTINATO AL COLLASSO
poiché in esso non si riesce ad uscire dalla forma mentis ideologica secondo la quale la razionalizzazione spinta del Mondo è un must, per cui si insiste nell’applicare gli stessi metodi e strumenti che hanno prodotto i problemi.
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Sostanzialmente, con la sua volontà di migliorare il Mondo adattandolo alla idea che ha di esso,
l’Uomo ha creato un mostro, un Frankenstein,
che finisce per minacciare l’esistenza dei suoi stessi creatori.
(e che nessuno sa come arrestare).
L’Uomo, nella sua fase di Modernità
paradossalmente, volendo “ordinare” il Mondo hanno creato il caos.
Perchè si è arrivati al collasso della Società moderna
Come detto in un capitolo precedente, la dimensione ideologica della Società occidentale – che pretende di applicare la propria “ragione” al mondo “naturale” dell’ambiente e dei comportamenti umani (ossia all’ordine spontaneo del mondo che ha funzionato per millenni) – produce una sorta di alienazione (“estraneazione dalla propria natura”) dell’Essere umano.
Questa alienazione porta, appunto, alla perdita da parte dell’uomo della percezione di quale sia una dimensione fisiologica della sua esistenza (e dell’Ambiente). Ossia in tale condizione l’Uomo perde la percezione di quale sia la dimensione sostenibile delle sue relazioni all’interno della comunità sociale (esso perde il senso delle “leggi di natura” che l’Uomo ha seguito spontaneamente per millenni).
In tale direzione, tentando di adattare l’essere umano a nuove regole (artificiali) nelle quali l’uomo non è a suo agio (sono per lui innaturali), la Società perde quel rapporto costruttivo che l’abitante di una comunità ha sviluppato in modo spontaneo per millenni.
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In ultima analisi, dal punto di vista sociale, l’Uomo moderno negli ultimi due secoli è passato da una dimensione nella quale esso viveva in una società a misura d’uomo (nella quale cioè la sua sensibilità lo portata a saper gestire direttamente “l’ordine spontaneo” della sua Comunità), ad una dimensione nella quale esso è divenuto una pedina passiva del sistema sociale (dimensione nella quale esso è costretto a seguire delle nuove regole “artificiali”).
La complessizzazione della società porta gli individui a non essere più in grado di comprendere come il sistema di vita moderno funzioni (a comprendere come fare ad adempiere i vari doveri burocratici e fiscali, come gestire le tecnologie che sono alla base della sua vita privata, ecc …).
Tale situazione crea:
1) dipendenza da altre persone: la vita di una persona viene a dipendere – per praticamente ogni aspetto della sua vita – da esperti e tecnici. Di fatto tale situazione rende l’uomo succube di altre persone per poter sopravvivere.
2) perdita di controllo del sistema: la complessità dei Sistemi moderni finisce per portare gli stessi gestori del sistema (gli “esperti”) a perdere il controllo del loro funzionamento.
(1) Dipendenza da altre persone (succubanza)
La razionalizzazione del mondo moderno (Società, Mercato, Medicina, ecc …) porta l’uomo a dipendere da esperti in molti aspetti della sua vita: gestione di abitazione e strumenti, salute, gestione dei risparmi, ecc ….
Questa dipendenza diviene totale quando si tratta di ambiti di importanza vitale, nei quali le persone finiscono per pendere dalle labbra delle persone che si pongono come esperti (come è per la salute, per la gestione dei risparmi).
Il fatto è che in un mondo che le persone non conoscono più (che non è più spiegabile con il “buon senso” tradizionale), esse sono costrette a fidarsi di chi dice loro cosa devono fare.
In tale condizione
le persone incorrono nell’ovvio rischio
di essere portate
– senza esserne minimamente consapevoli –
a fare cose che vanno contro i loro interessi.
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Attualmente chiunque riesca ad assumere un ruolo di “esperto” diviene un “falso guru” (dal Medico al Meccanico), ed è in grado di indurre le persone a fare cose che vanno contro i loro interessi (cose che alle volte hanno conseguenze fatali, come nel caso delle “cure” per il Covid, che in Italia hanno causato la morte di 190.000 persone in un solo anno).
In altre parole il valore della nuova generazione di “Esperti” non dipende più né dalle loro competenze, né dai risultati da essi ottenuti: la loro coscienza è stata formata in una modalità ideologica, nel quale i concetti (le “Idee” dell’ideologia) non derivano da una osservazione della realtà, ma sono un una assunzione acritica di quanto viene detto loro da alcuni “guru”.
Ricordiamo che nel mondo moderno le persone vivono in una sorta di bolla mentale nella quale (come in una religione – questa volta senza la Fede in un Dio)
la loro coscienza è sottomessa ad una Idea ”a priori”.
Il fatto è che pensando che l’Idea – il Dogma – sia giusta in assoluto, ad essi non importa cosa effettivamente accade nella realtà, quali sono i risultati che ottengono: pensando che l’idea di base sia “giusta”, il loro compito è continuare a combattere per la “giusta causa”.
Si noti come nella dimensione ideologica i concetti risiedano ad un livello metafisico (“oltre la realtà materiale”) – ed a differenza dei concetti della “fisica”, che derivano invece dalla osservazione della realtà, tali concetti non abbiano un legame con la realtà effettive (non sono dimostrati). In altre parole tali Idee sono vere solo “per ci ci crede” (con ciò non si vuol dire che a livello metafisico non vi siano delle verità: ma a tale livello le verità sono valide solo a livello soggettivo, sono una esperienza interiore utile per la crescita personale, ma non possono essere utilizzate come idee obiettive applicabili ad un sistema razionale condiviso da più persone (come una comunità sociale).
Un esempio significativo di questo utilizzo di concetti che sono il prodotto di alcune menti e non provengono da una osservazione della realtà (sono di fatto “irreali”, e nessuno li può provare in modo scientifico) è quello del Virus. Dal punto di vista scientifico i Virus non esistono, poiché a proposito di essi non vi sono le prove che la Scienza richiede (i Postulati di Koch): nessuno li ha mai visti, e tutti i tentativi di infettare una persona sana con quelli che si ritengono essere tessuti di una persona afflitta dal virus non sono riusciti.
Questo caso clamoroso oggi viene sottovalutato al punto che sull’idea (di pura fantasia) che esistano i virus è creato un intero mondo (virologi, vaccinazioni, ecc …).
La questione del Virus è appunto un “difetto” delle ideologie, come ha descritto Orwell in 1984 “Se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera.” (Orwell).
[vedi nel Vol. 1 il capitolo: “Premessa sul metodo: Scienza o Ideologia?” ].
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Qui arriviamo al problema di fondo delle Ideologie: quando esse creano dei problemi si addossano le colpe alle persone asserendo che queste non avrebbero assecondato le regole imposte dall’Ideologia, e quindi deducono che sia necessarie applicare in modo più forte il dogma.
Questo è, come si è detto, il problema intrinseco alle ideologie: le persone assorbite da esse non sono in grado di imparare dai propri errori, e quindi i sistemi che esse mettono in piedi non solo producono danni enormi, ma finiscono immancabilmente per implodere [vedi il capitolo “La nuova visione ideologica del Mondo (che è all’origine della crisi)”]
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Le ideologie hanno una gran seguito per il fatto che esse fanno leva sul sentimento della paura: è sufficiente seminare la paura nella società, e le persone si fideranno ciecamente di chi si propone come salvatore.
Si veda cosa è accaduto nel caso del Covid: le istituzioni hanno diffuso il terrore nella popolazione, e sono riuscite a convincere la gente ad adattarsi a misure estreme come i lockdown e le vaccinazioni (poi rivelatesi essere come minimo inutili): le persone hanno accettato volentieri limitazioni estremamente forti della loro esistenza perché ad esse è stato detto di credere che la loro vita era in pericolo
I Governi oggi sfruttano la “dimensione ideologia” delle coscienze occidentali per gestire le popolazioni a loro piacere.
(2) La perdita di controllo del sistema di una realtà artificiale troppo complessa per essere gestita dall’Uomo (anche dei migliori esperti)
Un’altra conseguenza del processo di razionalizzazione del mondo moderno è quello della
progressiva complessizzazione dei Sistemi organizzativi moderni:
società, industria, vita individuale.
Il fatto è che il concetto di “progresso moderno” implica la necessità di ottenere qualcosa di sempre più complesso.
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Ovvero nella società moderna tutto diviene sempre più complesso fino che si arriva al punto in cui
anche i più importanti esperti
non hanno più l’idea di come si possa fare
per gestire i vari aspetti dei sistemi organizzativi moderni
(e dei sistemi tecnologici).
Il problema della perdita di controllo dei Sistemi organizzativi moderni è, appunto, dovuto al fatto che questa difficoltà di gestire l’organizzazione della Società finisce per creare caos: ad un certo punto nessuno – nemmeno i migliori esperti, come è dimostrato nell’incapacità di uscire dalla crisi economica attuale – è in grado di comprendere come gestire un sistema così complesso.
Come si è detto l’Uomo, con l’idea del Progresso moderno paradossalmente, volendo “ordinare” il Mondo hanno creato il caos.
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[excursus] Gli “esperti” ed il problema della specializzazione della conoscenza
Uno dei problemi creati dalla complessità della realtà prodotta dal pensiero moderno è lo sviluppo del Pensiero razionalista. Ed uno degli aspetti peculiari del Pensiero razionalista è la specializzazione della conoscenza, dimensione nella quale
il Sapere è suddiviso in tante branche, ognuna della quali è di competenza esclusiva di “esperti” che si occupano unicamente di quella parte della realtà.
Di conseguenza questa situazione
impedisce all’umanità di avere
una visione d’insieme dei contesti nei quali si sviluppano i problemi.
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Si ricorda come per risolvere un problema sia necessario avere una visione d’insieme del contesto nel quale esiste tale problema: in caso contrario si modificano solo alcuni elementi un sistema fallato alla base, ed il problema continuerà a ripresentarsi.
[si veda il caso delle nuove generazioni di veicoli elettrici nel mio articolo The need to see the whole picture: integration of products into an ecosystem]
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Il fatto è che nell’attuale era della specializzazione si pensa che le conoscenze, che per definizione sono all’interno della mente di un individuo («Il conoscere, come presenza nell’intelletto di una nozione » – Encicl. Treccani), possano essere presenti in una sorta di “individuo virtuale” che consiste nella somma di varie menti individuali.
Il problema è che
tale “individuo virtuale” non è altro che un magazzino di informazioni,
e di per sé non è in grado di fare ragionamenti.
Ed i ragionamenti sono determinanti per arrivare a comprendere l’essenza di un problema.
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Tale difetto è sintetizzato in una antica metafora che descrive una comunità di persone che per la prima volta vedono un enorme e misterioso oggetto sulla spiaggia (oggetto che rappresenta, nella metafora, la realtà ancora sconosciuta alla Scienza).
In una attualizzazione di tale metafora troviamo delle persone che cercano di analizzare tale oggetto senza comprendere che si tratta di una nave: infatti dividendosi per esplorare l’oggetto c’è chi vede una pala (che sarebbe il timone) ed altri che vedono all’interno di esso una grossa ruota (la ruota del timone che essi provano a girare).
Ma ma nessuno riesce a comprendere il fatto che tali elementi sono collegati tra loro: chi gira la ruota del timone non sa che sta muovendo la pala sottostante, e viceversa chi vede la pala del timone muoversi non comprende perché ciò accade.
Quindi quando quei “ricercatori” che operano in modo “specializzato” (su aspetti differenti della realtà) si ritrovano assieme per riferire cosa hanno visto, e cercare di comprendere collettivamente quale fosse l’oggetto della loro osservazione, essi non riescono ad avere una vera conoscenza di esso (del suo “insieme”). Essi cioè in tal modo non comprenderanno mai la funzione dei vari elementi (non saranno mai in grado di produrre una realtà funzionante).
Ciò è quanto accade oggi con la divisione della ricerca (e della pratica delle tecniche moderne, come la Medicina) in diverse specializzazioni.
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Uno dei problemi creati dalla specializzazione è il riduzionismo scientifico. Ossia il fatto che nella modernizzazione del Sapere, tra le altre cose, si escludono dal bagaglio di conoscenze quelle che non possono essere prese in considerazione dalla Cultura razionale (nella modernità si vede la Realtà come un sistema “meccanico”, che può essere descritto solo con dei numeri). E quindi si perdono tutte quelle valenze “sottili” su cui si basa la vita dell’Essere umano.
Ad esempio, per quanto riguarda il sistema sociale, nel tentare di risolvere i problemi si omette del rilevare il fattore umano che è il vero responsabile di tali problemi.
< vedi “The specialization of knowledge” nel nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”>
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Si noti come sostanzialmente oggi l’Establishment abbia compreso il fallimento degli esperti nei vari settori della Cultura moderna, e paradossalmente insista sullo sviluppo della razionalizzazione della Cultura (delle super-tecnologie) cercando di fare un salto evolutivo con l’Intelligenza Artificiale.
Perché la Società occidentale non funziona più, e perché paradossalmente le nuove scelte finiscono per peggiorare la situazione
In questa fase dello sviluppo della modernità
la società viene quindi gestita in base
AD UNA CONOSCENZA INCOMPLETA.
Ovvero essa viene gestita in base alle modalità del riduzionismo e della specializzazione, le quali portano alla creazione di apparati organizzativi radicalmente differenti da quelli “originali” (della comunità sociale tradizionale). E questi ultimi, mancando del fondamentale tradizionale del “fattore umano”, non funzionano per il loro scopo: il produrre benessere.
In sintesi, il problema di fondo è quindi che agendo in tal modo si crea:
– una società che manca del suo elemento fondante tradizionale: il fattore umano (l’anima della Società).
– una società troppo complessa per essere gestita da Esseri umani.
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Si veda il caso delle imprese definite come le più innovative dal punto di vista tecnologico, quelle di Elon Musk: Tesla e Space X.
Tesla ha visto fallire il tentativo di creare una innovativa auto elettrica (non solo Musk non è mai riuscito a fare una autovettura in grado di fornire profitti – costa più di quanto incassa, ma Tesla ha dovuto rinunciare all’Intelligenza artificiale, il fiore all’occhiello del prodotto, perché causava troppi morti).
Il primo test del razzo Space X si è concluso con la sua esplosione.
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La nostra Società, e questo è il punto, diviene quindi troppo complessa (tecnologie, strutture di amministrazione pubbliche, regolamenti, ecc …) per essere gestita anche dai migliori esperti.
E CESSA DI PRODURRE BENESSERE
(creando forme sempre più gravi di malessere).
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La questione dell’esasperazione del “metodo moderno”, e l’affidamento a nuove super-tecnologie
Come detto in altri punti, il fatto che non si sia in grado di risolvere i problemi è dovuto alla questione che nella “bolla culturale” dell’ideologia nella quale vive l’uomo moderno si pensa che i problemi debbano essere risolti applicando ulteriormente, come maggior intensità, i metodi della modernità applicati in precedenza.
<si veda il capitolo “Our current scientific system is founded on a “theology”” nel nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”>
Accade infatti che di fronte al fallimento dei sistemi organizzativi fortemente basati sulle tecnologie, invece di ridurre il tasso tecnologico per portare nuovamente la gestione della vita pubblica e privata ad una dimensione umana, si pensa di fare un ulteriore salto in avanti con una applicazione di nuove super-tecnologie.
Si parla in particolare dell’uso di “algoritmi” sempre più sofisticati (impropriamente chiamati Intelligenza Artificiale).
L’”Intelligenza artificiale” è infatti l’ultimo credo della Civiltà moderna: gli occidentali pensano oggi che il ricorso a tale “intelligenza” sia il modo per salvarsi dai problemi creati sino ad ora.
Il Pensiero occidentale diviene quindi una sorta di Teologia nella quale contano le Idee a livello metafisico (astratte rispetto alla realtà) e non più i concetti derivati dall’esperienza della realtà effettiva.
Questo aspetto fideistico porta le persone a continuare ad affidarsi all’”Idea” di base anche quando tutto fallisce.
Ovvero oggi ci si comincia ad affidare totalmente “alle macchine” (ai computer), come dicono Huxley e Latouche (“la Megamacchina”). L’ultima evoluzione della modernità è infatti l’Intelligenza Artificiale. La quale, in linea con la narrativa attuale, nella quale si utilizzano termini snaturati del loro significato originario, non è affatto una Intelligenza artificiale, ma è un “algoritmo” impostato da qualche essere umano per ottenere uno scopo specifico.
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<see The misunderstanding on Artificial Intelligence: why AI cannot be the future of innovation >
Interessante è il fatto che nel 2023 ben 100 scienziati ed imprenditori che operano nel settore della Intelligenza Artificiale hanno firmato una lettera pubblica nella quale chiedono di abbandonare l’applicazione di tale tecnologia perché non fa altro che creare gravi problemi all’Uomo.
IL PROBLEMA DELLA ECCESSIVA COMPLESSIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ È EVIDENTE NELLA STRUTTURAZIONE DELLE CITTÀ MODERNE
(IL PROBLEMA DELLA DIMENSIONE URBANA DELLA SOCIETÀ)
Oggi il problema dell’eccessiva complessizzazione della Società moderna è particolarmente visibile visibile nell’ambito tipico della vita moderna: la Società urbana.
Ai tempi della Società del modello tradizionale (dall’inizio del Neolitico all’Era moderna) la quasi totalità delle persone viveva nella atee rurali, in piccoli Villaggi. Ancora nel ‘800 negli USA il 94% della popolazione viveva al di fuori delle Città. Nella seconda metà del ‘900 il numero di persone che abitavano in città è quadruplicato (secondo l’Unione europea oggi l’85% della popolazione vive nelle aree urbane).
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La questione è che la Società occidentale è diventata sostanzialmente una Società urbana.
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Quindi per comprendere a fondo in cosa consista l’attuale complessità della Società moderna, e quali siano le sua competenze negative, è bene comparare la vita delle Città e quella dei piccoli paesi delle aree urbane (come quelle piccole Town USA che ancora si organizzano con la partecipazione diretta dei cittadini, senza forti interferenza da parte di istituzioni governative esterne).
In tale analisi si possono paragonare le due differenti qualità della vita (povertà, salute, qualità dei rapporti sociali, ecc …), ed individuare le differenze dei modelli di società tradizionale e modero.
Ciò che emerge è, appunto, come la Società moderna sia un sistema troppo complesso per essere gestito in modo sostenibile (sia dal punto di vista economico, che da quello della qualità della vita in generale).
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Per poter cambiare le cose – per ripristinare quelle qualità della Società che permettevano di avere un reale benessere – è importante comprendere in che modo la comunità sociale dell’essere umano si è trasformata da società a misura d’uomo (del Villaggio) alla società complessa della Città (il Villaggio del neolitico è ancora osservabile nelle piccole cittadine delle aree rurali – come le piccole Town USA) ..
Ovvero è necessario comprendere come (e perchè) i vantaggi iniziali ottenuti con la creazione deolle piccole aggregazione di case dei Villaggio con l’espandere del Villaggio in una Città si siano trasformati in problemi sempre più gravi.
Ricordiamo che il trasferimento delle persone dalle aree rurali alle Città nell’Era moderna sia stata forzata dalle Istituzioni governative: le persone non si sono trasferite spontaneamente in Città per trovare un benessere migliore di quello della comunità di ordine tradizionale, ma perché è stata messa nelle condizioni di doverlo fare.
L’urbanizzazione della Società moderna è avvenuta in varie fasi:
– nella fase iniziale della modernità – la Rivoluzione industriale – i proprietari della fabbriche, per le quali non avevano un numero sufficiente di operai, si sono accordati con le Istituzioni governative (prime fasi del Crony Capitalism) le quali hanno varato leggi che espropriavano le terre dei contadini (Enclosure Acts) [si veda nel Vol. 1 il cap. “Alcune caratteristiche peculiari del malessere sviluppato dalla società moderna: il difetto di fabbrica della società moderna”]
– tra gli altri casi, a metà dell’800 in Italia con l’estensione del regno del Piemonte (evento definito come “Unità d’Italia”) sono state sequestrate le terre che la Chiesa metteva a disposizione dei contadini, i quali sono stati costretti a migrare verso le Americhe (in Italia non vi erano alternative di Città industriali).
– oggi la stessa cosa accade con l’immigrazione clandestina, con la quale si forzano popolazioni messe in condizione di forte malessere dal “Sistema moderno” a trasferirsi nelle Città “civilizzate” (degli Stati Uniti e dell’Europa:
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Ricordiamo che a sostegno dell’importanza fondamentale della vita nei piccoli paesi di provincia
il Mahatma Gandhi ha detto “The real India lives in villages”.
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Valutando le differenze tra le Metropoli moderne e i piccoli paesi di campagna si nota come le prime siano insostenibili a causa di fattori legati alla loro complessità: costi, logistica, spostamenti, ecc .. (più avanti in questo capitolo vediamo più nello specifico questi problemi).
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Le caratteristiche dei problemi legati all’insostenibilità della “Società urbana” sono:
1) i problemi sono in gran parte dovuti all’urbanizzazione in sé, e non a errori di valutazione nella definizione di strategie di sviluppo ed organizzazione delle città. Ovvero i problemi sono intrinseci al concetto di Città in sé.
2) i problemi non possono essere risolti senza trasformare alle fondamenta la “Società urbana”.
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Si parla, tra le altre cose, dei problemi creati dalla complessità delle Città in quanto:
● problemi materiali.
Problemi come le difficoltà materiali negli spostamenti come quello per recarsi al lavoro perdendo una parte significativa della giornata). Gli spostamenti della Città portano a spreco risorse, inquinamento, perdite di tempo, costi (cibo, manutenzione abitazione, mezzi di trasporto, smaltimento rifiuti, approvvigionamento risorse come acqua ed energie).
Con una impostazione “di prossimità” (del lavoro, degli approvvigionamenti, ecc .. ) come è quella del Villaggio tali problemi possono essere risolti.
Come si è detto nei Villaggi in aree rurali la sostenibilità è dovuta al fatto che i costi ed i tempi persi nella città sono estremamente ridotti.
Si pensi agli spostamenti (in Città non è raro perdere un’ora al giorno per andare al lavoro, ed i costi per gli spostamento sono elevatissimi), al riscaldamento, alle utenze (energie, acqua), ai servizi pubblici obbligatori (come raccolta rifiuti), cibo.
Per comprendere la differenza tra i due contesti, è necessario ricordare come i Villaggi sostenibile che stanno nascendo siano radicalmente differenti nelle modalità di vita tipiche della attuale “vita urbana” su cui sono impostati oggi anche i piccoli paesi di provincia.
In essi infatti, come si illustra in questo documento: – vi è auto-produzione del cibo (è possibile produrne più del 50%) – le energie sono gratuite (se utilizzate in modo opportuno): in tale contesto si possono disporre di energia idroelettrica, eolica, legname (che in città non si possono avere). – gli spostamenti sono minimi (vi sono Scuole di tipo parentale) [si veda più avanti il capitolo “La qualità intrinseca alla famiglia che permetteva di avere benessere sociale: l’autonomia materiale“]
Inoltre in tale tipo di villaggio non vi sono costi di affitto o mutui (le case sono auto-costruite – magari con l’aiuto di esperti – con la partecipazione di altri abitanti, e molti materiali sono disponibili sul posto (legname, pietre, ecc …), le tasse sono ridotte (come si è detto i Villaggi eco-sostenibili riescono ad ottenere condizioni di favore con le amministrazioni locali (ad esempio per il fatto che essi producono una quantità irrisoria di rifiuti).
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Un altro problema materiale della Città è quello della mancanza di spazio vitale per gli abitanti:
– a livello di vita sociale: ciò è dovuto al fatto che le Città, a differenza dei Villaggi, non si sviluppano in modo spontaneo (in base alle reali esigenze delle persone), ma sono pianificate in base a teorie ideologiche, e in base ad esigenze dell’Establishment (la Città moderna è nata come quartiere-dormitorio per gli operai della fabbriche).
– a livello privato: non è possibile strutturare le abitazioni urbane per soddisfare i bisogni primari di una famiglia (come si è detto l’impossibilità di vivere con parenti stretti costringe, ad esempio, a spendere dei soldi per “posteggiare” i figli). Ed in molte Città è necessario pagare per posteggiare la propria auto.
● problemi non materiali:
La strutturazione materiale della Città (ed il quadro legale nel quale esse sono inquadrate) induce problemi come incapacità delle persone di contribuire spontaneamente al benessere della Comunità (esse non possono nemmeno sistemare le cose che non funzionano). E gli abitanti mancano del senso di appartenenza che permette alla Comunità di vivere in una condizione di cooperazione e di pace (e si sviluppa una forma di Darwinismo sociale nella quale si finisce per subire forme di violenza incontrollabili).
La necessità dell’”imprinting naturale”
Uno dei problemi prodotti dalla “vita urbana” è che
l’uomo moderno nato nelle Città non ha avuto quell’”imprinting naturale” (formazione nell’età giovanile) che avevano avuto i suoi antenati.
Come si è detto, l’essere umano ha bisogno nell’età in cui apprende come funziona il mondo di vivere direttamente il legame di causa/effetto che c’è in Natura.
Ciò vale per tutti gli ambiti della realtà: un giovane che cresce quasi unicamente nella vita urgana sostanzialmente non conosce il ruolo della Natura nella sua vita, ed il significato del vivere in una comunità sociale nella quale gli abitanti sanno come badare a se stessi (si sentono responsabili di se stessi chiudi parentesi nella quale vi sia un Armonia di interazioni).
[si veda anche nel vol. 1 il cap. “I problemi legati all’urbanizzazione della società”]
L’attuale tendenza al post-urbanesimo
In ultima analisi, per arrivare ad una sostanziale de-complessizzazione della Società moderna (condizione sine qua non per arrivare a recuperare il benessere perduto negli ultimi decenni) .è necessario definire una fase di post-urbanesimo nella quale le persone si trasferiscono dalle Città in aree rurali (come si è detto non si possono migliorare le cose se non agendo all’esterno dell’attuale sistema sociale [vedi il capitolo “La necessità ripartire operando dall’esterno del “sistema””])
La buona notizia è che ciò sta già avvenendo: è in corso un trend nel quale un sempre maggior numero di persone di trasferisce dalla città nella campagna. Un trend che può quindi favorire la transizione dalla Società urbana ad una società di modello tradizionale.
Un sondaggio Gallup nel 2020 ha messo in evidenza come circa metà della popolazione delle città vorrebbe vivere in un’area rurale (un incremento del 9% rispetto a due anni prima).
Considerazioni conclusive sul problema della complessità
La complessità alla quale è arrivata la Società occidentale la rende ingestibile:
essa è uscita dal percorso sul quale era stata impostata, e
(1)
nemmeno i miglior esperti sanno come fare a rimetterla in carreggiata.
Il problema non è in qualche errore commesso nella gestione:
(2)
il problema è che sono proprio i principi sui quali è impostata la Società moderna che portano inevitabilmente al fallimento delle strategie
(ovvero al suo collasso)
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A tal proposito si deve notare come come gran parte delle tragedie che affliggono la Società moderna siano create proprio dalle strategie impostate dalle sue Istituzioni (Government e Mercato, che ormai agiscono in totale sintonia). Si vedano i casi come:
● le strategie con le quali si pensa di risolvere i problemi della salute dell’Uomo moderno attraverso l’uso di super-tecnologie chimiche (“medicina”), come quelle che hanno portato alle sperimentazioni di dei laboratori di Wuhan (finanziati dalle Nazioni occidentali), dalle quali è nato il super-virus del Covid.
Si tratta di un caso in cui è possibile notare come i principi – basati su una falsa scienza – utilizzati dalla Società occidentali portino ad una spirale viziosa nella quale i problemi non fanno che peggiorare: la sperimentazione di Wuhan è nata per risolvere il problema di un cattivo livello di salute causato delle condizioni di vita moderna, ed ha a sua volta peggiorato il problema. E successivamente, per per rimediare a tale “errore”, ricorrendo alla somministrazione coatta di “vaccinazioni” che non solo non vaccinano, ma che creano effetti collaterali fatali per una parte della popolazione, si è arrivati alla tragedia attuale.
Si noti come l’idea di fondo del pensiero “scientifico” moderno non sia molto differente da quella del Socialismo nazista (dell’eugenetica con la quale il Dr. Meghele voleva creare un uomo di qualità superiore), nella quale nuove sostanze chimiche venivano sperimentate direttamente sulla popolazione, di fatto senza il loro consenso.
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● le centrali nucleari sono un altro esempio di come il Progresso moderno crei delle tragedie che coinvolgono intere popolazione (vedi Cernobil).
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Ma l’eccessiva complessità della Società moderna continua a creare gravi problemi, ad esempio per quanto riguarda la cosiddetta logistica (processi di trasporto di merci) negli USA nel 2022 si sono verificate esaurimento di scorte anche di generi di prima necessità. E il deragliamento di treni e l’affondamento di navi con sostanze tossiche hanno creato gravi danni per le popolazioni.
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Il più recente livello di sviluppo fideistico della razionalità moderna ha portato appunto l’Uomo moderno, nella speranza di poter risolvere i problemi che esso continua a creare, a pensare di ricorrere all’Intelligenza Artificiale per gestire un Mondo che è divenuto troppo complesso per essere gestito da Esseri umani,
Si tratta dell’idea di poter usare Super-computer che, come si è detto, è già fallita prima di iniziare.
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Nel prossimo capitolo vediamo come sia possibile uscire da questa trappola del pensiero moderno, che
ha creato il problema della complessità e pensa ingenuamente di risolverlo ricorrendo ad una maggiore complessità.
IL POSSIBILE RIMEDIO
ALLA ECCESSIVA COMPLESSIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ
Per poter affrontare il problema della eccessiva complessizzazione della società moderna con cognizione di causa, è necessario analizzare un po’ più nello specifico
come sia possibile ritornare ad una dimensione meno complessa che possa essere compresa (e gestita) anche dalla persone “normali”.
Poichè si tratta per lo più di partire da una situazione esistente di forte complessità, e non con una creazione di una Società partendo dal nulla (ossia in ogni caso si parte da una condizione nella quale si è assoggettati ad un sistema di Istituzioni governative centrali), è necessario individuare un percorso di de-complessizzazione delle strutture organizzative attuali.
Si tratta quindi prima di tutto di
individuare quali sono i fattori
che sono all’origine della complessizzazione della nostra Civiltà,
nei vari ambiti come la struttura sociale, il sistema di produzione e distribuzione, il sistema della burocrazia e la vita privata delle persone.
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La de-complessizzazione deve essere applicata:
– in primo luogo alle nuove iniziative che serviranno per creare la Comunità tradizionale indicata in questo documento (in particolare nel vol. 3). Si tratta cioè di concepire strutture organizzative sostanzialmente differenti da quelle attuali:
le nuove strutture devono essere definite
in modo da poter mantenere nel tempo un livello di “semplicità” comprensibile e gestibile direttamente dalle persone.
– in un secondo momento si potrà passare ad una più generale de-complessizazione delle strutture attuali (government, burocrazia, mercato, ecc … ), con una diffusione del modello tradizionale nella quale le nuove Comunità sociali serviranno da riferimento per altre persone.
La necessità di una puntualizzazione dei macro-obiettivi
Prima di entrare nello specifico delle soluzioni da sviluppare è bene ricordare che il proposito è quello di conseguire i seguenti risultati:
(1)
REALIZZARE UNA SOCIETÀ
CHE SIA IN GRADO DI SODDISFARE I REALI BISOGNI DELL’UOMO
(per quanto riguarda: organizzazione della società e tecnologie).
Si tratta quindi di
ritornare ad una dimensione della Società
nella quale il fine siano gli interessi dei Cittadini,
e non più quelli dei vari “Gruppi di interesse“
.
Ciò che va cambiato, a monte di tutto, sono cioè i due approcci attuali:
– il basarsi sulla l’applicazione “divulgativa” dell’ideologia moderna: si tratta di non più seguire un percorso ideologico nella quale il fine delle attività dell’Uomo non è la soddisfazione dei bisogni delle persone, ma è una “ottimizzazione” della società in sé, attraverso razionalizzazione della realtà sociale (ossia la creazione di una “mega-macchina” formata da un insieme di Società e Mercato).
Si tratta cioè di smettere di sviluppare un tipo di società che mette in secondo piano l’essere umano, e finisce per creare una condizione di schiavitù simile a quella delle tirannie antiche.
Ricordiamo che questa è la condizione che ha voluto creare Bismarck – con l’invenzione del Welfare moderno – per avere a disposizione cittadini ubbidienti, in uno stato che si basava fondamentalmente sull’efficienza dal proprio esercito). [vedi in precedenza il capitolo “Dipendenza (fisica e psicologica) dall’Assistenzialismo e dal Consumismo”]
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Questo perseguire il progetto di una società meccanicistica, dove l’essere umano – con i suoi sentimenti e la sua intuizione – non conta più, è appunto l’ideologia della mega-macchina descritta da Eric Fromm, uno dei più importanti psicologi del ‘900:
la Società è attualmente concepita come una macchina di cui gli esseri umani sono una estensione, laddove nella Società tradizionale per millenni
le modalità organizzative sono state una estensione degli Esseri umani.
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– il basarsi sull’applicazione “avanzata” dell’ideologia moderna.
Se per cambiare l’approccio precedente per liberare le persone dalla trappola mentale dell’Ideologia affinché comincino a pensare che sia possibile cambiare in meglio la loro Società è necessario andare oltre la forma mentis dell’Uomo moderno, qui si tratta di affrontare il problema che a livello operativo diviene un forte impedimento al cambiamento: l’atteggiamento delle persone di Potere che sfruttano il dogma ideologico per realizzare i loro interessi personali e corporativi.
(2)
REALIZZARE UNA SOCIETÀ
CHE SIA AMMINISTRABILE DALL’”UOMO COMUNE”
Il problema attuale, come si è detto, è che oggi viviamo in un mondo ingestibile dagli esseri umani (non solo dalle persone comuni, ma anche dagli esperti). Ovvero oggi tutto è basato sui dati numerici, ed essi sono divenuti troppo numerosi, e ciò non permette più alla mente umana di gestire i sistemi organizzativi creati dall’uomo.
Si tratta cioè di
ritornare a quella dimensione di una società nella quale l’intuito dell’Uomo era in grado di gestire qualsiasi sistema organizzativo
all’interno della sua comunità.
Ovvero nella nuova dimensione di Società “a misura d’uomo” le persone devono essere in grado di comprendere i “sistemi” da essi utilizzati: nel caso del government esse devono essere capaci di amministrare direttamente la loro comunità sociale (come accade ancora oggi nelle piccole Town USA), nel caso dei sistemi tecnologici esse devono essere in grado di comprendere a livello intuitivo il loro uso, e di ripararle direttamente (come vedremo, si tratta anche di poter auto-assemblare per creare i propri strumenti domestici e professionali).
Verso un recupero di spontaneità e decentramento del potere decisionale
Vediamo quindi un po’ più nello specifico in che cosa consista la de-complessizzazione che è necessario attuale.
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Il problema è quindi che la razionalizzazione della realtà operata attualmente dalla Cultura occidentale porta ad una progressiva complessizzazione della realtà a causa della quale ad un certo punto l’essere umano non è più in grado di gestire in modo efficace le strutture organizzative da lui create.
Uno dei fattori responsabili di tale problema è la perdita della “dimensione umana” di tali strutture organizzative: ovvero
la perdita della spontaneità dell’approccio dei Cittadini
alla soluzione dei loro problemi.
Il fatto è che laddove nella comunità tradizionale tutto avveniva in modo spontaneo, poiché tutto ciò che si affrontava era intuibile dalle persone (come funzionano le cose, come è meglio agire, ecc …),
oggi tutto è complesso al punto
che solo gli esperti sanno cosa si debba fare
di fronte ad un qualsiasi problema
delle vita dei cittadini problema
(ma abbiamo visto che nel livello di complessizzazione attuale nemmeno gli esperti sono in grado di fare le cose giuste).
Al contrario, dal punto di vista operativo, nella Comunità sociale tradizionale
tutto veniva risolto
in modo intuitivo, spontaneo, volta per volta dai Cittadini.
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Il problema è, da tale punto di vista, che oggi le cose sono decise dall’alto e sono pianificate nel tempo, e queste caratteristiche rendono la Società occidentale insostenibile.
Vediamo quindi come per risolvere tale problema sia necessario passare:
● dalle decisioni dall’alto alle scelte da parte dei Cittadini
● dalla pianificazione alla spontaneità
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● DALLE DECISIONI DALL’ALTO ALLE SCELTE DA PARTE DEI CITTADINI
Un sistema che si basa su decisioni dall’alto crea il problema che in esso viene a mancare la possibilità di definire soluzioni efficaci.
Per comprendere come ciò avvenga è necessario comprendere:
– che la struttura della Democrazia è stata pensata proprio per soddisfare i bisogni delle persone. Ma anche che
– una soddisfazione dei bisogni può essere ottenuta solo con la partecipazione diretta ai processi di definizione dello soluzioni di chi detiene tali bisogni. Quando questa condizione viene a mancare non è possibile soddisfare i bisogni di una popolazione.
In sintesi, per arrivare a creare soluzioni valide i motivi per i quali i detentori dei bisogni da soddisfare non possano non essere co-progettisti di tali soluzioni sono:
– solo chi detiene il bisogno conosce le sfumature del problema da risolvere (e senza la conoscenza di tali caratteristiche del problema, non vi può essere una soluzione efficace).
– non esiste una Soluzione che possa considerarsi definitiva, poiché tutte le soluzioni di soddisfazione dei bisogni sociali sono in progress (devono essere continuamente monitorate, e messe a punto).
– non esistono soluzioni “universali”, ma solo soluzioni legate al contesto specifico (a causa di differenti situazioni culturali, morfologiche, ecc ..).
<vedi il mio articolo “I Cittadini sono le uniche persone che possono (co)progettare soluzioni efficaci“
Vedi anche
– il mio testo “The users of the Services are essential co-designers of the solutions to satisfy their needs“>
– il mio articolo “Innovation is intrinsically (historically) bottom-up”>
– il mio articolo “The basic rules of Democracy: Democracy works only when citizens are directly concerned with government actions“>
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● DALLA PIANIFICAZIONE ALLA SPONTANEITÀ
Con la pianificazione delle azioni di sviluppo di soluzioni si inibisce la possibilità di arrivare a risultati soddisfacenti poiché il successo di una soluzione dipende, come si è detto, dalla capacità (quindi dalle possibilità) di trarre conclusioni da quanto si vede a proposito di cosa si sta facendo; e quindi dalla possibilità di prendere decisioni per migliorare il progetto iniziale.
Ovvero, con la pianificazione a priori di un processo, si perde quella spontaneità dello sviluppo di esso che si basa sull’intuito delle persone coinvolte.
Oltre alle imposizioni dall’alto e alla pianificazione
Quindi
per sviluppare una Comunità sociale in grado di produrre una effettiva soddisfazione dei bisogni della popolazione
è appunto necessario eliminare le caratteristiche moderne
delle decisioni dall’alto e della pianificazione dei processi
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Si è detto che solo quando i detentori dei bisogni co-progettano le soluzioni per la soddisfazione dei bisogni si ottengono risultati soddisfacenti.
Quindi sostanzialmente si tratta di
rimettere nelle mani delle persone la gestione della loro vita.
Ciò vale per i due aspetti della vita sociale e della vita privata.
Ovvero si tratta di ridurre la complessità non solo dei sistemi organizzativi della società (government, burocrazia, ecc ..), ma anche, più in generale, di rendere più semplici i processi “privati” (quelli sviluppati a livello individuale, domestico) in modo che tutto sia comprensibile e gestibile (manutenibile ed in gran parte riparabile) dagli stessi utenti dei processi.
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Più nello specifico questa de-complessizzazione dei processi organizzativi ad una dimensione di gestione diretta delle persone deve essere fatta su due fronti:
– de-complessizzazione della gestione della comunità sociale
– de-complessizzazione dei processi individuali (“privati”)
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● DE-COMPLESSIZZAZIONE DELLA GESTIONE DELLA COMUNITÀ SOCIALE
Si tratta di intervenire nei processi di gestione della Comunità sociale (government, amministrazione, ecc …) in aspetti specifici come quelli della Burocrazia (rapporti dei Cittadini con le Istituzioni), delle Regolamentazioni (definizioni delle limitazioni delle libertà di azione).
Ricordiamo che la Comunità sociale qui prospettata è strutturata in modo radicalmente differente dalla Società occidentale moderna (ricalcando essa, appunto, il modello di Società tradizionale dell’Uomo).
Ovvero la vita in tale Comunità, come è ancora oggi in molte piccole Town USA, si basa su rapporti di solidarietà tra gli abitanti, e non vi sono “autorità” esterne che impongano cosa deve essere o non deve essere fatto.
È quindi necessario operare per
semplificare le strutture organizzative ed i processi
utilizzati per organizzare
la vita privata e la comunità sociale.
In generale la questione è nel riportare strutture e processi ad una dimensione umana di comprensibilità e di gestibilità da parte dei Cittadini/Utenti.
Nella nuova dimensione della Comunità sociale (che in realtà non è nuova, ma è la dimensione tradizionale), non vi sono più barriere nel comunicare con le “Istituzioni” poiché i Cittadini stessi sono le istituzioni, suddivisi eventualmente i vari comitati che si occupano di cose specifiche: tutte le comunicazioni sono “dirette” (questa è l’essenza della Democrazia diretta, ossia della reale Democrazia attuata nella antica Atene, e nella prima Democrazia moderna, quella USA).
Si ricorda che si parla di piccoli “villaggi”, al massimo di qualche migliaio di abitanti.
In tale Comunità sociale non solo non vi sono più impedimenti nell’occuparsi delle questioni dei “beni pubblici”, ma i cittadini provvedono essi stessi a gestire il territorio.
È necessario considerare che
– si tratta di un “Villaggio privato”, nel quale gli abitanti sono i proprietari anche delle parti “pubbliche” del Villaggio (di fatto, si tratta di un condominio).
– le “tecniche” utilizzate sono alla portate delle “persone comuni”: possono esserci tecnologie utilizzate per le riunioni in teleconferenza, per le votazioni in remoto, ma sono tecnologie di nuova generazione con interfacce comprensibili anche per i tecnoanalfabeti. Ed in ogni caso tutti i processi possono essere sviluppati anche in modalità tradizionale, come votazioni per alzata di mano (in Svizzera votano in questo modo migliaia di persone in una piazza), raccolta firme presso banchetti, ecc ..
<see my Article “Why disruptive innovation is not an option”>
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Nella nuova dimensione di Comunità sociale quindi
non vi sono più inefficienze, “tempi morti”
tra la percezione del problema e la sua soluzione,
incomprensioni su quali siano i veri bisogni da soddisfare,
soluzioni insoddisfacenti.
Si ricordano alcune caratteristiche dei nuovi processi organizzativi:
1. il fatto che siano i Cittadini non solo a creare le soluzioni, ma anche a modificarle nel tempo in modo da migliorare costantemente la loro efficacia.
2. nel nuovo contesto vi sono qualità sociali oggi perdute: competenze diffuse, [vedi il cap. precedente “Mancanza di competenze individuali a proposito del “come si fa a vivere””] , tempo liberato, [vedi il cap. “La questione del tempo liberato” nel mio articolo “Partire dalle persone, partire dal piccolo, dal locale”], attitudine alla solidarietà ed alla cooperazione [vedi il cap. precedente “Capacità di cooperazione nel risolvere i problemi della Comunità”]
È anche importante ricordare che i Cittadini possono servirsi degli stessi esperti ai quali fa ricorso lo Stato (si consideri che in una dimensione di rete di solidarietà, le informazioni possono essere condivise abbassando notevolmente i costi: nel contesto di cui si parla, gli esperti operano spesso in modalità di volontariato, essendo alla volte membri della Comunità).
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Si noti che
non si tratta di una utopia,
ma si tratta di ciò che è accaduto per millenni ed accade tutt’ora.
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● SEMPLIFICAZIONE DELLE MODALITÀ DI VITA INDIVIDUALI (A LIVELLO “PRIVATO)
Se, come abbiamo visto, per ridurre al minimo la complessizzazione dei processi organizzativi a livello della Comunità è necessario intervenire, è anche necessario intervenire a livello “privato” per per mantenere il più possibile semplici le strutture ed i processi individuali (“domestici”).
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Evitare la complessità significa mantenere ogni cosa a quella dimensione umana di spontaneità nella quale ogni individuo è in grado di comprendere come “funzionano le cose” in quel contesto, e quindi sapere cosa fare per mantenere e riparare ciò che non funziona, e per migliorare la propria vita.
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Ciò che fa funzionare questa spontaneità, in un contesto correttamente impostato, è il senso di responsabilità degli individui rispetto alla loro vita (ed alla comunità sociale).
Per comprendere come ciò possa funzionare dobbiamo tener conto che non si tratta del senso di responsabilità in senso moderno (ideologico, stabilito “sulla carta”): ossia dell’essere “responsabile” in quanto ad obbligo imposto da qualcuno (Istituzioni governative) – una interpretazione che implica sostanzialmente rinunce .
Ma si tratta del “senso di responsabilità” in primo luogo nei confronti di se stessi: una dimensione nella quale ogni individuo percepisce di essere l’unico vero responsabile della qualità della propria vita, e quindi decide di assumere in prima persona la gestione della sua vita.
[vedi poco più avanti il capitolo “L’importanza della responsabilizzazione degli individui”]
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La conseguenza di ciò è che nel contesto di una società di “Ordine naturale” – basato sulla spontaneità – non si va verso una austerity (che è il metodo utilizzato dalla Società moderna quanto si devono risolvere problemi come quello della povertà), ma va verso una migliore qualità della vita in ogni senso [si veda il mio articolo “Il problema dei tagli economici (dell’austerity)”]
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Tra le altre cose è infatti necessario considerare che ricuperare la vita tradizionale non significa fare un salto indietro, ossia non significa abbandonare il benessere ottenuto con la modernità.
In tale dimensione è cioè comunque possibile godere di quelle comodità e piaceri che si godono oggi (almeno di quella parte di benessere sostenibile – compresi piaceri effimeri, voluttuari – la quale non produce forti conseguenze collaterali negative). [vedi nel Vol. 1 il cap. “I due diversi tipi di benessere della Storia dell’Uomo”]
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Questo recupero della spontaneità a discapito della complessità attuale può essere appunto raggiunto
reintegrando a livello del tessuto sociale l’effettiva necessità di responsabilizzazione delle persone nei confronti della qualità della loro vita
Ovvero nel nuovo contesto
(1)
ogni persona diviene consapevole del fatto che vi siano delle risorse che essa può usare migliorare la sua vita
Ed anche comprendere che sul supporto di Istituzioni pubbliche non vi possono – nel lungo periodo – essere effettivi miglioramenti della qualità della vita.
Nel sistema tradizionale la consapevolezza delle necessità di usare in modo sostenibile le risorse disponibili è automatico, poiché tali risorse sono di proprietà diretta o indiretta (se un “bene comune” del Villaggio). Mentre attualmente si cerca di inculcare questa consapevolezza in modalità “ideologica”, e come si è vista, non emerge.
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Ed inoltre in tale contesto:
(2)
è comunque possibile ottenere una “abbondanza” di risorse
(e quindi di paceri)
superiori a quelli offerti dalla vita moderna .
Oggi, come vediamo nel prossimo capitolo, vi è una generale scarsità (“fine dell’era dell’abbondanza”), e l’abbondanza si è avuta solo quando le persone hanno sfruttato in modo insostenibile le risorse disponibili.
O meglio oggi l’abbondanza esiste ancora ma solo per i pochi che sono in grado di migliorare il loro benessere a scapito del benessere degli altri.
Un esempio di ciò è, in Italia, quello della ristrutturazione di edifici pagata dai contribuenti, iniziativa nella quale non solo chi non è riuscito ad accedere a tale “privilegio” ha dovuto pagare (in Tasse) per gli altri, ma nella quale. “i più ricchi” hanno potuto farsi pagare dalla Classe meno abbiente (la quale solitamente non è proprietaria di un alloggio, ma vive in affitto).
L’importanza della responsabilizzazione degli individui
Come detto una Comunità sociale è in grado di produrre benessere quando i suoi abitanti si sentono responsabili del suo funzionamento.
Un esempio significativo della responsabilizzazione dell’individuo è quello delle questioni relative al riscaldamento/raffrescamento dell’abitazione:
– nel caso del riscaldamento la responsabilizzazione si ottiene per il fatto che ognuno è responsabile della parte di bosco che viene utilizzata per riscaldare l’abitazione. E quindi diventa per lui chiaro che il suo benessere dipende dall’uso sostenibile (“responsabile”) di tale risorsa (che deve appunto rigenerare dopo ogni taglio).
Ma anche dal fatto che essendo lui stesso a produrre l’energia, il proprietario utilizzerà metodi di produzione efficaci, ed ottimizzerà i consumi.
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– lo stesso vale per il raffrescamento (e la refrigerazione): le nuove abitazioni sono fatte per essere fresche d’estate (grazie a tecniche utilizzate già nel 400 A.C, ma ora in disuso), e calde d’inverno (grazie ad esempio ai criteri del “solare passivo),
THE PROBLEM OF SCARCITY: FROM ABUNDANCE TO SCARCITY
Una ulteriore importante conseguenza negativa dell’approccio ideologico (“razionalizzante”) che produce una disumanizzazione degli individui (e della società), ed una complessizzazione dei sistemi organizzativi istituzionali (government e Mercato), è la scarsità,
Essa è dovuta al fatto che paradossalmente con tale approccio, volendo garantire un benessere (prosperità) superiore a quello ottenuto dalla società di tipo tradizionali, si è arrivati a produrre un grave malessere.
In altre parole
con l’avvento dell’Era moderna,
si è passati da una generale condizione di abbondanza,
ad un condizione di scarsità (morale e materiale).
Ovvero con l’evoluzione della Società occidentale si è arrivati ad un livello di povertà materiale, e di malessere psicologico superiori a quelli che si avevano prima dell’avvento della modernità.
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Vediamo quindi quali sono gli aspetti della scarsità che la Società occidentale sta vivendo:
● scarsità materiale (il problema economico).
Per quanto riguarda la condizione di scarsità che viviamo oggi (la “fine dell’era dell’abbondanza” sancita da Macron)
il problema che sta a monte di tutto è il fatto che
nella Società occidentale moderna tutto dipenda dal fattore economico,
ossia dal denaro.
Il fatto è che nel contesto della nostra Società la povertà dal punto di vista economico (scarsità di denaro) mette le persone nell’impossibilità di compensare tale condizioni operando su altri aspetti della vita (gli aspetti che nelle condizioni tipiche del Villaggio permettono di risparmiare il denaro speso per l’acquisto di cibo, di energie, ecc …).
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● “scarsità” (malessere) per quanto riguarda gli aspetti non-materiali della vita: oggi vi è una scarsità anche di quelle qualità sottili come il benessere che proviene dai rapporti con altre persone (e con l’ambiente).
Oggi anche questi rapporti dipendono dalla disponibilità di denaro.
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In altre parole oggi manca quella Felicità che ancora nel ‘700 è stata indicata come qualità fondamentale della società nella carta costituzionale della prima Democrazia moderna, quella degli Stati Uniti.
Si tratta, appunto, di quel benessere fornito dai rapporti stretti tra le persone, possibili solo quanto vi è quella familiarità tra le persone che fa della Comunità sociale una rete di solidarietà (una sorta di famiglia estesa) nella quale vi sono, tra le altre cose, una spontanea “ridistribuzione delle ricchezze” (nessuno è lascito a sé quando è in condizione di povertà), ed un “Welfare spontaneo” (i rapporti “familiari” tra le persone permettevano di avere una rete di collaborazioni – a livello volontaristico – tra gli abitanti).
[vedi il capitoletto “Un miglior sviluppo di rapporti sociali” nel Vol. 1]
La scarsità come prodotto della visione economico-centrica della società (il problema del “doping economico”)
La povertà della Società occidentale, paradossalmente,
non è altro che un prodotto
della visione della Società
come di un qualcosa basato su regole economiche.
Il problema deriva dal fatto che
in Occidente il benessere si basa quasi unicamente sul possesso di denaro
(è necessario spendere del denaro per qualsiasi forma di benessere – si consideri che anche il “benessere gratuito” fornito dal Welfare oggi lo si paga con le tasse).
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Ovvero, nella nostra Società
(1)
quando viene a mancare il denaro
è impossibile avere benessere.
Ed il problema è che:
(2)
la scarsità del denaro per gli individui
è una tendenza intrinseca della Società moderna
Ovvero il sistema di government moderno, basandosi sull’idea che il denaro sia alla base del funzionamento della vita (il funzionamento della Comunità sociale avviene unicamente attraverso il pagamento di Tasse e Tariffe, ad a livello persona il benessere può essere ottenuto unicamente spendendo del denaro), ha creato una spirale viziosa: nella quale si crea sempre maggior povertà.
Il problema è, appunto, nella contraddizione che è alla base del “Sistema moderno”:
● per cercare di sviluppare benessere si opera con misure che rendono le persone più povere.
● ma le persone hanno bisogno di denaro per procurarsi benessere, e di fatto diminuendo il denaro a disposizione, diminuisce il benessere.
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In altre parole il fatto è che le Istituzioni (Government e Mercato) possono sopravvivere solo quando prendono del denaro dalle tasche dei Cittadini. Ed oggi tali Istituzioni sono in crisi, e quindi hanno bisogno di molto denaro.
Ciò crea appunto nei processi governativi una spirale viziosa nella quale
sottraendo “ricchezze” ai Cittadini si crea maggior povertà,
e per risolvere il problema si sottrae ulteriore denaro (Tasse, Tariffe) ai Cittadini aumentando la povertà.
Ed il Mercato, per sopravvivere in tale situazione, ossia per ottenere profitti crea prodotti che devono essere cambiati con sempre maggior frequenza, costringendo i Consumatori a spese non necessarie [vedi la questione dell’”obsolescenza programmata” in un precedente cap. “Problemi istituzionali che influiscono sulla qualità delle persone”]
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Questo circolo vizioso si sviluppa da decenni (da quando si sono esauriti gli effetti del “doping economico” del piano Marshall, alla fine degli anni ‘60) creando un continuo aumento della povertà che – paradossalmente – deriva proprio dalle misure “anti-povertà” prese dalle Istituzioni governativo (il Mercato viene “dopato” costringendo i Consumatori ad acquistare prodotti ancora funzionati perché messi fuori legge da nuove normative).
Si noti come questa contraddittorietà delle politiche governative emerga nel fatto che la povertà si sia sviluppata proprio dopo il Boom degli anni ‘60 in seguito che la “Guerra alla povertà” dichiarata dal presidente USA Lyndon Johnson. [vedi nel Vol. 1 il cap “Il circolo vizioso generato dalla “via economica” alla gestione della società/Come la pianificazione economica della società paradossalmente sviluppa povertà”]
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Da allora vi è stato appunto un costante aumento della povertà dovuto al fatto che si è ricorsi a varie forme di “doping economico” finanziate sostanzialmente con prestiti come i BOT – Buoni emessi dallo Stato – o da prestiti da altre Nazioni. Creando così la classica sensazione di miglioramento che si ha quando si ottiene un prestito, che subito si trasforma – se quel prestito era “sopra le nostre possibilità” – in una condizione di malessere (povertà).
Altre modalità di finanziamento dei vari “doping economici” sono la creazione di nuove Tasse, o la stampa di nuovo denaro (in questo caso si crea una “bolla economica” che presto porta al tracollo economico della Società – l’ultima dimostrazione di questo fenomeno è l’intervento del Governo Biden negli USA).
<vedi capitolo “Recuperare la dimensione di Economia reale” nell’articolo “Manifesto della politica dei cittadini”>
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Questa modalità di intervento economico si basa sul concetto che è alla base dell’Ideologia socialdemocratica: il Deficit spending, ossia la possibilità di spendere più di quanto “si ha in cassa”.
Si veda la descrizione di come non esista il cosiddetto “pasto gratuito” e di come il Deficit spending sia responsabile del tracollo della Società occidentale nel capitolo ”Le strade pubbliche sono nate spontaneamente da iniziative private” del mio testo “Oltre la Socialdemocrazia: superare l’attuale crisi della Democrazia europea riportandola alla sua dimensione originaria nella quale i Cittadini sono in grado di agire direttamente per soddisfare i loro bisogni”.
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Come illustrato in altri punti, il problema del circolo vizioso creato dalle Istituzioni governative è dovuto al fatto che “ingenuamente” oggi si pensa di poter risolvere i problemi con gli stessi metodi e strumenti che li hanno creati.
IN COSA CONSISTE LA SCARSITÀ?
La “fine dell’era dell’abbondanza” annunciata nel 2022 dal gruppo dei governi più importanti per bocca di Macron, rende necessaria una considerazione:
quello della scarsità
non è un problema
legato alla natura del Mondo,
ma un problema prodotto dall’Uomo.
(ovvero la scarsità non è accidentale, ma è prodotta – di proposito – dalle politiche moderne).
Anzi, come l’essere umano ha pensato per millenni (Buddismo, Cristianesimo, Induismo, ecc …), il Mondo è in grado di produrre abbondanza, se approcciato nel modo opportuno.
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Vediamo quindi nello specifico come
1) sostanzialmente la scarsità è una conseguenze della concezione del Mondo che oggi guida le politiche governative
e come
2) l’incapacità di uscire dalla condizione di scarsità sia dovuta al fatto che gli “esperti” che dovrebbero risolvere il problema continuano ad analizzarlo, e a cercare di concepire soluzioni, stando all’interno del contesto che ha sviluppato il problema: in questo modo essi non sono grado di vedere dove sia il problema.
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Ovvero il problema è che
oggi si ragiona sempre all’interno di un Sistema capitalistico-centrico,
nel quale si concepisce sostanzialmente la Società umana
come un sistema di Mercato:
un sistema nel quale c’è (1) qualcuno che produce i beni e i servizi (per “fare business”), e (2) chi diventa un “consumatore” di tali beni e servizi.
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Oggi non esiste alcuna alternativa a questo sistema.
Inizialmente c’erano alternative, ma poi “il Sistema” (Governo e Mercato) ha creato un Monopolio eliminando materialmente possibili alternative:
– inizialmente costringendo le persone – che al tempo vivevano al 95% nelle aree rurali – ad andare a vivere nelle Città [come vediamo nei prossimi paragrafi].
– e successivamente promulgando Leggi che hanno prodotto l’impossibilità di creare alternative ai Servizi pubblici istituzionali, e varie forme di produzione “in proprio” (si vedano, tra gli altri, i casi delle Società di Mutuo soccorso che permettevano agli operai di avere un anno di assistenza medica al costo di un giorno di paga; o la proibizione di consumare in classe cibo che non sia stato acquistato – con regolare scontrino.
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Ricordiamo che non si è contro il Capitalismo in sé, per quanto si riconosca che esso sia uno “snaturamento” della modalità di vita sociale tradizionale, ed abbia prodotto grossi guai: essere “contro” qualcosa non porta alcun risultato positivo. In altre parole si pensa semplicemente che il Capitalismo nella sua forma attuale (prima il Capitalismo industriale, e quindi l’attuale Capitalismo finanziario che opera per ottenere un Potere globale attraverso la creazione di un Nuovo ordine mondiale che impone alla popolazioni un “nuovo normale” ) sia fallito, e che quindi sia necessario trovare una alternativa ad esso.
Senza ricorrere a conflitti, ma operando unicamente su un piano costruttivo.
La necessità di analizzare con attenzione le caratteristiche dalla attuale condizione di scarsità
Per concepire una strategia che permetta di uscire dalla attuale crisi del Sistema sociale moderno è quindi necessario vedere
● come ha avuto inizio la condizione scarsità.
Si parla della Rivoluzione del Capitalismo industriale nella quale il Governo (Inglese) ha espropriato le terre di chi viveva in campagna, dove appunto si viveva in una condizione sostenibile, costringendo la popolazione a lasciare tale dimensione per andare nelle Città, dove essa ha cominciato a vivere in una condizione di profonda “scarsità” a livello materiale e morale (una povertà che ha portato alla morte un numero enorme di persone). [vedi nel vol. 1 il capitolo La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)]
Come visto in precedenza la questione è che nella aree rurali la sostenibilità della vita derivava dalla condizione di auto-sufficienza delle famiglie, condizione impossibile nelle Città.
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Ed è anche necessario vedere anche
● “il perché” della scarsità:
la scarsità è la conditio sine qua non
per la sopravvivenza del Capitalismo.
Ovvero si dall’inizio, per potersi sviluppare, Capitalismo industriale ha dovuto creare una condizione di diffusa scarsità, per almeno due ragioni:
1. le merci prodotte dall’Industria possono essere vendute solo quando vi sia scarsità di esse (non si può vendere l’acqua in bottiglie laddove tutte le abitazioni abbiano tutte acqua corrente proveniente da una sorgente).
2. per poter pagare salari minimi è necessario che per le persone vi sia scarsità di posti di lavoro (che il numero di persone disponibili sia superiore a quella dei posti disponibili – ovvero che vi sia disoccupazione).
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In altre parole
senza scarsità non c’è business.
E
senza il “business” (il Mercato)
non vi può essere la Società moderna di tipo europeo.
Cosa è la scarsità in sé
Vediamo più in generale come si è determinata la scarsità nella storia dell’Uomo ?
1) La scarsità è stata la condizione iniziale dell’Uomo, che esso ha già vissuto centinaia di migliaia di anni quando le popolazioni vivevano allo stato nomadico.
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2) l’Uomo è passato dalla condizione di scarsità a quella dell’abbondanza quando ha compreso che era possibile ottenere una miglior qualità della vita stabilendosi in modo permanente in un luogo: scoprendo come sia possibile “addomesticare” la Natura (agricoltura ed allevamento), e concependo la vita di sinergie tipica della popolazione del Villaggio ..
Con una abitazione stabile non solo diveniva possibile avere cibo e risorse in abbondanza, ma per l’abitante del Villaggio era anche possibile mettere da parte un po’ di scorte che gli permettevano di superare periodi di eventuale scarsità (siccità, epidemie degli animali, ecc …).
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3) l’Uomo, con l’”invenzione” della modernità è tornato nella condizione di scarsità.
Ovvero l’Uomo “rivoluzionando” il suo modo di vivere tradizionale – che gli ha permesso di vivere per 10.000 anni nell’abbondanza:
– ha per il primo secolo ottenuto condizioni di grave scarsità con la Rivoluzione industriale [vedi nel Vol. 1 il cap. La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)”].
E nel
– secolo successivo, dopo aver un paio decenni di benessere (negli anni ‘20 e ‘60), e ricaduto nuovamente nella condizione di scarsità (che ora è divenuta definitiva, con la presa d’atto della “fine dell’era del benessere moderno” da parte di Macron).
Come detto i momenti di reale benessere negli ultimi due secoli sono durati poco più di un paio di decenni, per il resto è stato un susseguirsi di crisi drammatiche: per l’intero ‘800 la vita nella “modernità” era una lotta per la sopravvivenza, e nel ‘900, a fronte di un paio di decenni di benessere, vi sono state le drammatiche crisi degli anni ‘20 ‘30 (con milioni di morti a causa della povertà), e più di recente la crisi causata dall’Uomo, quella del Covid, ha creato nuovamente povertà e milioni di morti nel mondo. (in Italia le “misure” per il Covid hanno causato in un anno 190.000 morti). [vedi nel Vol. 1 il cap “Quello sviluppato dall’occidente in europa nel ‘900 è stato un reale benessere (a misura d’uomo)?”]
Come nel Neolitico, con la creazione del sistema sociale del Villaggio, l’Uomo ha superato il problema della scarsità
Il fatto è che la Natura in condizioni ordinarie non è in grado di produrre in abbondanza per l’Uomo .
Per tale ragione prima dell’Invenzione del Villaggio l’Uomo era costretto, come gli animali selvaggi, a “lavorare” tutto il giorno per potersi nutrire a sufficienza.
Ma la peculiare intelligenza dell’Uomo gli ha permesso di andare oltre alla condizione di scarsità della vita animale, ottenendo appunto “abbondanza” dalla Natura. Ciò è accaduto quando esso
ha compreso che la Natura opportunamente “addomesticata” è in grado di fornire molto di più di quanto essa fornisce normalmente .
Ovvero l’Uomo nel Neolitico ha compreso come fosse possibile addomesticare gli animali (invece di cacciarli), ed applicare le tecniche dell’Agricoltura invece di limitarsi a raccogliere ciò che la Natura produceva in modo spontaneo.
Oggi si è compreso, con la crisi della Società moderna, come per avere una dimensione di abbondanza costante sia necessario utilizzare la Natura in modo fisiologico – “sostenibile” – come è stato fatto per migliaia di anni nelle comunità dei Villaggi.
Si noti come anche i problemi di scarsità oggi attribuiti a cause naturali, come quelli che affliggono i Paesi del terzo mondo, siano in massima parte create dalla strategie occidentali di modernizzazione di tale parte del mondo (politiche agrarie, urbanizzazione del territorio, ecc …).
Si veda più avanti il cap. “Differenze qualità tecnologie e quindi di benessere” come l’Occidente abbia indotto un ciclo di innovazione insostenibile inducendo le Nazioni africane a passare a forme di agricoltura “industriale”, che hanno portato all’impoverimento dei terreni che si ha oggi.
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Nell’Era moderna
l’utilizzo sostenibile della Natura è stato dimenticato,
sovrascritto da altre modalità di organizzazione della vita
(e di utilizzo delle risorse della Natura)
Ovvero, appunto, l’Uomo moderno
ha rivoluzionato il sistema di vita tradizionale
con una nuova modalità che è divenuta insostenibile .
In altre parole con la nuova vita tipica della modernità
oggi si è portata la Natura nella quale vivono le persone
ad una condizione nella quale
essa non è più in grado di produrre abbondanza.
L’insostenibilità dell’abbondanza perseguita dall’Uomo moderno
In che senso oggi la Natura viene vista in modo innaturale, e quindi utilizzata in modo insostenibile?
L’insostenibilità delle modalità di interazione con la realtà nella modernità si determina in due aspetti:
● insostenibilità per l’ambiente (nei confronti della le risorse che servono all’uomo per vivere in condizione di benessere):
Il fatto è che con la nuova concezione della Realtà (il razionalismo moderno)
si crea una abbondanza “insostenibile”,
ovvero una falsa abbondanza che finisce per creare scarsità.
Qui risiede il problema di fondo dell’”abbondanza” moderna:
ciò che oggi si produce in abbondanza in realtà in realtà deriva da un super-sfruttamento delle risorse (della Natura).
Diviene sempre più evidente come la modalità moderna porti ad una condizione di scarsità, come si vede delle questioni:
– del super-sfruttamento della Natura, come nel caso delle energie.
– della super-produzione, una produzione che va oltre il fabbisogno reale, la quale oltre ai problemi di esaurimento delle risorse, crea il problema dell’inquinamento e dello smaltimento dei rifiuti.
Il fatto è che il Mercato è preso nella trappola della “crescita”: nell’Ideologia moderna vi è l’idea che vi debba essere una continua crescita materiale (economia, popolazione, ecc …).
Anche lo Stato ha adottato la filosofia della continua crescita, e gli apparati governativi/amministrativi vengono continuamente ampliati con la creazione di nuove funzioni (e quindi con nuove assunzioni) creando così un Sistema sempre più complesso che crea problemi come impedimenti burocratici (nuove funzioni significano maggiori imposizioni) e maggiori tasse.
Ma questo tipo di strategie è in conflitto con la limitatezza delle risorse disponibili sulla terra. E non può che portare al collasso del Sistema moderno (Mercato e Government).
[vedi in precedenza il capitolo “La criticità delle due strategie di base della Cultura del progresso moderno: Crescita e Globalismo”]
Un esempio di come l’Uomo abbia sostituito le practices sostenibili di un tempo con le nuove modalità “moderne” è quello dell’agricoltura.
Nell’agricoltura si sono sostituite le tecniche che un tempo permettevano di avere abbondanza per la Famiglia, con le tecniche industriali, che permettono di sviluppare l’”abbondanza artificiale” moderna.
Con la filosofia dello spingere la gente ad acquistare continuamente prodotti nuovi, si sono convinti gli agricoltori a comperare nuove aratro (con l’idea errata che solchi più profondi danno maggior produzione) che hanno scoperto che i precedenti trattori dovevano essere sostituiti con altri più potenti per poter utilizzare tali aratri.
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● insostenibilità per l’individuo stesso: la nuova concezione razionale della realtà (dell’abbondanza) diviene anche insostenibile per l’Uomo stesso.
Il problema è che, ricordando quanto detto in precedenza (nel capitolo sulla “disumanizzazione”) che con il Pensiero illuminista (quello che è alla base della Cultura moderna) si sviluppa l’idea che:
– i piaceri importanti risiedano ad un livello materiale (la cosiddetta concezione della vita nella quale “l’avere” diviene più importante dell’”essere”). Con tale idea si creano forme di piacere che non soddisfano i bisogni fisiologici dell’Uomo, e creano conseguenze negative per la salute mentale e fisica delle persone.
[vedi nel vol. 1 il capitolo “Quello sviluppato dall’occidente in Europa nel ‘900 è stato un reale benessere (a misura d’Uomo)?]
<vedi Why Hi-Tec and disruptive innovation are incompatible (the “Human factor”) ed a proposito delle possibilità di cambiamento New modality of Consumerism (Key of Changes #2)>
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E che addirittura
– si debba migliorare a livello materiale l’essere umano, «per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l’invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana.» (definizione di Transumanesimo in Wikipedia). [vedi in precedenza il capitolo “Il Transumanesimo come ultima applicazione dell’Ideologia moderna”]
.
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Alla ricerca di una nuova dimensione di abbondanza (un nuovo tipo di prosperità che ci si è spinti a definire come opulenza) si sviluppano piaceri che non sono non più in sintonia con le “funzioni organiche” dell’Essere umano (per ciò che riguarda la salute fisica e psichica), e che non solo non producono un miglioramento effettivo della vita, ma nel medio-lungo periodo producono un profondo malessere.
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Come si è detto, appunto,
l’Uomo moderno ha finito per vivere in una sorta di “Paese della cuccagna” i cui bagordi sono pagati il giorno dopo (oggi) con un forte malessere.
Perché la Società occidentale non riesce a ritornare all’”Era dell’abbondanza”: gli equivoci fatali del Pensiero occidentale
Come si è detto, l’uomo moderno è .intriso nella sua forma mentis nella quale di pensa preconcettualmente che un mondo razionalizzato sia migliore del mondo tradizionale.
Ed in tale condizione esso non riesce a vedere quale sono i problemi che sono alla base della crisi, e quindi continua a seguire le stesse strategie che di per sé producono il problema.
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Più nello specifico il problema di base è che
oggi si vede tutto in chiave di “Capitalismo”:
si estendono le regole del Mercato alla Società
(ovvero alla vita privata delle persone)
Nella nostra Società è cioè ridotto ad una questione di “Domanda ed Offerta”: ci deve sempre essere qualcuno che soddisfa i bisogni della gente in cambio di un pagamento in denaro (i prezzi nel Mercato, le tasse nei Servizi pubblici).
In tale contesto la scarsità non è quindi più un problema legato alle risorse naturali, ma diviene un problema:
● di scarsità in quanto difficoltà di distribuzione sul territorio (“logistica) di quanto prodotto dall’Uomo a causa della complessità dei processi del Capitalismo industriale.
Si veda come ultimamente si cominci ad inceppare il sistema moderno della logistica: negli USA dal 2021, con il Governo Biden che opera totalmente in base alla Ideologia nella nuova Economia politica, si sono avute importanti disfunzioni della logistica (ad esempio della distribuzione del cibo).
Il problema è sostanzialmente che nella dimensione della Società tradizionale i beni vengono utilizzati laddove vengono prodotti (consumo di prossimità), mentre attualmente la distribuzione di tali prodotti ha bisogno di una logistica complessa. [si veda in precedenza il punto “Problemi materiali” nel capitolo “Il problema della eccessiva complessità è evidente nella strutturazione delle Città moderne
(il problema della dimensione urbana della Società)”]
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● di scarsità in quanto inaccessibilità dei prodotti dal punto di vista economico: la “fine dell’abbondanza” è dovuta in gran parte alla mancanza di disponibilità economica da parte dei Consumatori (ovvero la scarsità è nel denaro effettivamente disponibile, non nell’offerta di prodotti).
Ciò è dovuto a più fattori indotti dalle strategie prodotte dalla forma mentis moderna: inflazione creata con la nuova Economia politica, regole che impongono alle persone di comperare continuamente nuovi prodotti (a causa della obsolescenza programmata e delle Leggi che rendono inutilizzabili prodotti ancora funzionanti), aumento delle tasse per far sopravvivere un sistema governativo sempre più complesso e costoso, ecc ….
Mentre nel contesto della Società tradizionale i bani hanno un costo notevolmente inferiore per il fatto che essi:
– sono prodotti in regime di prossimità, modalità nella quale si evitano i costi di distribuzione.
– sono beni auto-prodotti direttamente dai “consumatori”.
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Nel prossimo capitolo vediamo più in dettaglio come appunto la scarsità non sia una caratteristica della Natura, ma sia creata dalle Politiche sviluppate congiuntamente dalle Istituzioni governative e dal Mercato.
IL POSSIBILE RIMEDIO ALLA SCARSITÀ INDOTTA DAL SISTEMA MODERNO DI ORGANIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ
Il problema della scarsità è quindi dovuto, come si è visto nei capitoli precedenti, ad un Mondo che è stato “disumanizzato”, ed è diventato troppo complesso per essere gestito dall’intelligenza umana.
Ovvero in tale condizione si è portata l’attenzione su una dimensione che non è quella della realtà effettiva nella quale i problemi potrebbero essere risolti:
nella concezione attuale della Realtà
non è quindi possibile soddisfare i reali bisogni delle persone
Ricordiamo che la soddisfazione dei bisogni è l’unico obiettivo di una società civile, ossia di una Democrazia <see “Democracy was born as a system for satisfaction of citizens needs”>
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La nuova concezione del “denaro”: il “Valore immaginario” del nuovo Mercato
La nuova visione “inventata” della Realtà vede quest’ultima basata sull’uso del Denaro, nell’ambito pubblico ed in quello privato “tutto è denaro” [vedi cap. precedente “La scarsità come prodotto della visione economico-centrica della società”].
vedi i già citati articoli
– “Recuperare la dimensione di Economia reale” nell’articolo “Manifesto della politica dei cittadini”
– “In che senso si tratta di un “mondo astratto” (il difetto di fabbrica dell’economia politica)” nell’articolo “Il problema dell’economia moderna”
– “Il problema dell’Economia moderna”
– “Il circolo vizioso generato dalla “via economica” alla gestione della società”
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Il problema di una società fondata sull’uso del denaro è acuito dal fatto che
oggi ci si basa su una nuova concezione del “denaro”.
Una concezione nella quale la Realtà diviene ancora più astratta rispetto alla prima fase del Capitalismo (Industriale): si tratta della concezione “finanziaria” della ricchezza nella quale non contano più il Valore sostanziale di un prodotto (utili per il Consumatore), di una azienda (la sua capacità di offrire prodotti di qualità), ma ciò che conta è unicamente la possibilità di produrre una valore finanziario utile per l’investitore (le grandi Multinazionali).
Con più il Valore percepito dalla Borsa (che diviene il vero Mercato, il “Mercato finanziario”) che non il valore sostanziale dell’Azienda (che dovrebbe derivare dalla qualità dei suoi prodotti).
Ciò funziona (per il nuovo Capitalismo) poiché si è scoperto il “trucco” che permette di vendere qualsiasi prodotto (anche se privo di qualità) grazie alle sofisticate nuove forme di pubblicità.
Si pensi che oggi la maggior parte delle aziende, le quali sono state inglobate nelle multinazionali, non sono più guidate dagli imprenditori originari (dalle cui capacità derivava la qualità del prodotto) poiché essi sono stati sostituiti da Manager ai quali viene ad esempio insegnato di non assaggiare il prodotto venduto per non essere fuorviati nella loro opera di inventare “ragioni d’acquisto” per il pubblico (dal “Valore immaginario”, appunto)
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In altre parole il Valore che conta nel Mercato non è più quello che nel Capitalismo imprenditoriale veniva prodotto dall’azienda, ma il Valore immaginario (astratto) attribuito dal “Mercato finanziario” (Borsa) all’azienda – al prodotto.
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I problemi che nascono da questa nuovo concezione del valore sono a questo punto:
– la fine del Capitalismo imprenditoriale – che nel Sistema sociale moderno è alla base della qualità della vita poiché tutto si basa soddisfazione dei bisogni attraverso i suoi prodotti – non produce più un vero valore (Valore d’uso, ossia qualità effettive del prodotto). In questo modo si arriva ad un esaurimento delle qualità della vita.
– oggi quel “trucco” che permetteva al nuovo Capitalismo di vendere prodotti senza qualità effettiva comincia a non funzionare più, poiché si è andati troppo in la nel tentativo di sfruttare un valore preesistente (il Valore creato in origine dagli Imprenditori oggi sostituiti dai Manager).
Ovvero oggi si è arrivati al punto in cui la gente non può più permettersi di spendere perché “Il Sistema Government/Mercato ha prosciugato le sue possibilità di spendere, e quindi crolla il Mercato e la Società che da esso dipende.
Sebbene oggi siano applicati altri “trucchi” come l’acquisto coatto (imposto dalle legge che mettono fuori leggi prodotti ancora funzionanti), il credito (carte di credito, rateizzazioni, mutui), il sistema sta crollando poiché la gente non è più in grado di restituire i soldi avuti in prestito (né di pagare le tasse con le quali i Governi cercano di salvare le aziende che non riescono più a vendere).
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Ed in questa situazione al problema della povertà della popolazione, si aggiunge quello della disoccupazione per la chiusura delle aziende.
<vedi i miei articoli – The need of an Ecosystem of Innovation e – “The need for a new generation of automation (& digitalization) towards a human oriented automation”>
Il problema dell’”abbondanza non fisiologica” per l’Uomo
In altre parole il drammatico problema della scarsità (della “fine dell’era dell’abbondanza”) è causato dal fatto che l’abbondanza che si era ottenuta negli ultimi decenni della modernità era una “abbondanza artificiale” nella quale il fine non era più quello di vendere beni che offrono una effettiva qualità per le persone, ma quello di ottenere guadagni “finanziari” (sia per lo Stato che per il Mercato ).
La questione è, come si illustra in altri documenti, vi è una differenza fondamentale tra il Capitalismo originario, nel quale vi erano persone (imprenditori) che guadagnavano sviluppando un valore effettivo per l’acquirente, ed il Capitalismo attuale (il Capitalismo finanziario delle “multinazionali”) nel quale la maggior parte dei guadagni avvengono sfruttando “valori immaginari” (grazie al nuovo Mercato sulla propaganda, e sul “gioco” della Borsa)
<vedi alcuni miei articoli sul nuovo valore del Mercato qui>
Quali sono i fattori positivi nell’abbondanza della Società tradizionale, e quelli negativi nella Società moderna
Per risolvere il problema della scarsità – e tornare all’Era dell’abbondanza – è quindi necessario analizzare a fondo il processo con il quale si è sviluppato tale problema.
Ovvero è necessario riflettere su quali siano le caratteristiche dell’effettiva abbondanza sostenibile di un tempo ?
Le caratteristiche dell’abbondanza (materiale e psicologica) che si aveva nel modello di Società di tipo tradizionale sono, nei vari aspetti specifici:
► cibo di una qualità che non fornisce solo una piacere per il palato, ma contribuisce anche a mantenere in salute l’Essere umano.
► ambiente che funziona in modo fisiologico per sé e per l’essere umano, e fornisce un benessere non solo materiale, ma anche psicologico (si pensi ai bambini che nella Società moderna crescono senza poter vivere direttamente i processi della Natura).
► rapporti sociali: nel nella Comunità tradizionale è possibile avere una qualità dei rapporti tra le persone che non è possibile avere nella Società moderna. Dei rapporti sociali in primo luogo basati in primo luogo dal fatto che tutto il Villaggio è una sorta di “famiglia estesa”.
► supporto: all’interno della Comunità sociale la tipologia di rapporti sociali permette di avere il supporto di altre persone per la soluzione della maggior parte dei problemi.
[vedi nel vol. 1 il capitolo”Perché l’uomo ha creato la comunità sociale stanziale del Villaggio? Come la comunità tradizionale permetteva di ottenere un miglior benessere rispetto a quello attuale?”]
[vedi anche nel vol. 3 il capitolo “Il villaggio tradizionale 2.0: i vantaggi rispetto alla vita attuale””]
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Quali sono invece le caratteristiche della Società moderna che finiscono per creare problemi come quelli che viviamo attualmente?
Riassumendo quanto si è accennato in precedenza, i fattori “alienanti” della modernità sono:
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● l’impostazione della vita sul piano “economico” (del denaro)
Nella visione “materialista” della nuova Cultura occidentale – e del Nuovo mercato – la qualità della vita è basata sulla ricchezza (sulla disponibilità di denaro).
Si tratta di una dimensione “semplificata” della vita che, oltre a portare a livello individuale ad una alienazione dell’individuo rispetto al suo funzionamento fisiologico (all’individuo vengono a mancare quelle qualità della vita che un tempo garantivano all’Uomo un effettivo benessere psicologico e materiale [vedi nel vol. 1 il cap. “I due diversi tipi di benessere della Storia dell’Uomo”]), a livello sociale porta ad una focalizzazione sul denaro in sé, e di conseguenza il Mercato non è più orientato allo sviluppo di qualità utili all’uomo, ma all’accumulo di denaro <vedi il mio articolo “Business problems: the difference between original and current marketing”>.
[a proposito del riduzionismo vedi in precedenza il cap. “Un breve excursus sul riduzionismo della Cultura moderna”]
Questa deformazione della concezione delle vita, dovuta all’aver portato l’attenzione sul denaro in sé, ha portato ad un cambiamento radicale del concetto di denaro: se il denaro un tempo era uno strumento per creare indirettamente prodotti utili al pubblico (in questo modo si creava la “ricchezza”), oggi il denaro è utilizzato direttamente per produrre ricchezza ad esempio “giocando” in Borsa.
La Borsa infatti riassume bene il senso del denaro nella nostra società, il quale in tale contesto assume un valore immaginario sviluppato a livello emozionale.
<si veda il capitolo “The new values of the Market” nel mio testo “La manipolazione delle masse: la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”>
Si noti il fatto che le persone più ricche del mondo non abbiano affatto più beni di molte altre persone (vedi Warren Buffet), ma solo una ricchezza nominale.
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● l’impostazione “tecnologica” della vita: oggi le tecnologie contano più delle qualità umane.
[si veda più avanti il cap. “La questione della sostenibilità delle tecnologie” del Vol 2]
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● modalità impositiva nell’organizzazione della Comunità sociale, la quale finisce per portare le persone in una dimensione di incapacità di risolvere i problemi della propria vita, per il fatto che esse:
1. perdono di vista quella spontaneità del comportamento funzionale al benessere sociale tipica del Villaggio tradizionale.
2. sono bloccate dall’imposizione dei comportamenti da parte dei Governanti nello sviluppare quelle iniziative “dal basso” che per millenni hanno permesso alla popolazione di sviluppare il progresso della società.
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● complessità dei sistemi
La razionalizzazione spinta della Società moderna ha portato appunto ad un livello di complessità che non è più misura d’uomo. Tale dimensione non solo non è più funzionale ad una qualità della vita degli individui, ma non è nemmeno più gestibile da chi governa.
Ciò crea un circolo vizioso: le regole sono troppo complesse, e sono quindi costantemente trasgredite dai Cittadini. Cosa che costringe le Istituzioni ad essere sempre più impositive: in tal modo si arriva all’attuale condizione di caos sociale.
Dove nasce il problema della scarsità?
Una Democrazia basata su una falsa dialettica tra Governi e Popolazione (tra Establishment e “Dissidenti”)
Quindi per affrontare con cognizione di causa il problema della “fine dell’era dell’abbondanza” – ossia della crescente scarsità di elementi vitali per la popolazione – a monte di tutto è necessario prendere atto delle caratteristiche generali dei due tipi di Società, quello tradizionale e quello moderno.
I fatti incontrovertibili sono cioè:
1) nelle Comunità tradizionali del Villaggio vi era un sufficiente abbondanza per soddisfare i bisogni degli abitanti. Una abbondanza che, appunto, come si è riconosciuto nel 2022 dalle Istituzioni governative internazionali per bocca di Macron, è definitivamente finita.
Si tenga conto che, nel paragone tra la qualità della vita del Villaggio tradizionale e quella della attuale vita nella Democrazia europea moderna, si deve valutare che nel primo contesto si potrebbe avere un netto miglioramento (ottenere di più con meno fatica) con l’utilizzo di quella parte delle invenzioni del progresso che sono realmente sostenibili.
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2) E che nella realtà attuale, al di la dell’illusione (ideologica) che si sarebbe potuta ottenere una abbondanza qualitativamente e quantitativamente migliore, dopo pochi decenni di tale tipo di vita si è arrivati ad una dimensione di forte scarsità (di profondo malessere, che in molti casi mette in crisi la possibilità di sopravvivenza).
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La questione è quindi individuare
la differenza che vi è, a monte di tutto, tra i due tipi di Società. Differenza che risiede sostanzialmente nella diversità di base tra le due Culture
(nella differenza tra le due filosofie applicate nell’impostazione della Società).
Come detto in altri punti la differenza culturale risiede nel fatto che nel caso della Comunità tradizionale le persone seguivano una Cultura che era registrata nelle loro coscienze: una Cultura era stata sviluppata per millenni nei quali si erano gradualmente migliorate le conoscenze con un processo di “errore e correzione dell’errore”.
Mentre oggi ci si basa su una Cultura radicalmente nuova (prodotta con la “rivoluzione culturale” iniziata con la Rivoluzione francese, con la quale si è voluto cancellare il sapere precedente). Una Cultura creata ex-novo da alcuni intellettuali del ‘700 che hanno imposto un modo radicalmente nuovo di vedere le cose (una nuova concezione della realtà). E che da quel momento ha prodotto una artificializzazione del Mondo (della Natura, dell’Essere umano) che nel lungo periodo ha portato alla attuale disumanizzazione della società, con tutte le conseguenze ad essa connesse [vedi un capitolo precedente “Disumanizzazione > recupero delle qualità umane degli individui”]
Perché il Sistema moderno non è in grado di correggere se stesso?
La questione è:
perché nessuno è in grado di correggere gli attuali gravi problemi della nostra Società nonostante oggi vi sia l’evidenza di come essi stiano portando l’Occidente al collasso?
Si tratta appunto di quella situazione della quale le Istituzioni governative globali hanno preso atto affermando che si è arrivati alla “fine dell’Era dell’abbondanza”.
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Il problema di fondo risiede a livello della Cultura, cioè del modo di vedere le cose che nei due secoli precedenti si è diffuso in ogni livello della società,
appiattendo la Società occidentale su una sorta di “Pensiero unico” nel quale non si prende più in considerazione la possibilità di ragionare in modo diverso.
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Ovvero oggi non solo il “Pensiero dominante” ha adottato la Cultura “rivoluzionata” (rispetto alla tradizione) delle modernità, ma qualsiasi persona ragiona secondo tale Cultura.
Il che significa che anche chi assume una posizione di “dissidenza” rispetto al “Pensiero dominante” utilizza proprio il pensiero dominante per sviluppare le sue tesi.
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In altre parole
paradossalmente
oggi l’ideologia della modernità è seguita contemporaneamente
da chi detiene il potere, e da chi a tale potere si oppone.
Ideologia che vede la necessità di imporre una “razionalizzazione” della Società per ottenere una migliore qualità della vita rispetto a quella tradizionale (nessuno ricorda più che esiste il modo tradizionale di vedere le cose).
Nello specifico oggi tutti sono totalmente immersi nella forma mentis moderna :
● i detentori del potere, i quali utilizzano il dogma ideologico per mantenere il loro potere (il potere di per sé richiede l’acquisizione di sempre maggior potere, e quindi essi sono costretti a evolvere costantemente le loro strategie).
L’attuale Establishment è l’erede di chi nell’800 ha attuato le “contro-rivoluzioni” dell’800 con le quali esso si è voluto riprendere il comando della Società che gli era stato tolto dai precedenti “oppositori” (dai Rivoluzionari socialisti). A tal punto l’Establishment ha creato l’attuale Classe dei Politici, che governa non più con l’uso diretto della forza, ma con gli strumenti più sottili della Politica moderna.
I Maestri di tale forma di government sono stati Macchiavelli e Marx: il primo con una profonda conoscenza dei meccanismi di potere ha indicato quali siano le sottigliezze necessarie per sviluppare in modo efficace l’arte del governo. Ed il secondo ha evoluto i concetti del Macchiavelli delineando una nuova modalità di esercizio del Potere basato sulla forza (basato fondamentalmente sul “terrore”, ispirandosi all’esempio della Rivoluzione francese).
Ricordiamo come Bismarck sia uno dei primi ad adottare il Pensiero unico: egli annunciò di aver adottato il Socialismo nella gestione della popolazione – creando il Welfare moderno – perché aveva bisogno – essendo continuamente coinvolto in guerre – di cittadini-soldati sottomessi al potere. <si veda il capitolo “Il principio fondamentale della democrazia: la libertà di scelta (sovranità)” nel mio testo “Oltre la Social-Democrazia”> [vedi anche in precedenza il già citato capitolo “Dipendenza (fisica e psicologica) dall’Assistenzialismo e dal Consumismo”]
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In sostanza i “detentori del potere” dagli inizi del ‘900 utilizzano la stessa Ideologia socialista (dello Stato sociale, ossia uno stato nel quale alla popolazione vengono imposte dall’alto le regole) delle “opposizioni”, poiché essa soddisfa la loro necessità di sottomettere le masse senza ricorrere all’uso della violenza esplicita.
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La novità degli ultimi anni è che il Potere politico si è sottomesso alla classe del Capitalismo finanziario (le “Multinazionali”), la quale si è sempre mossa unicamente nella “prassi” senza affidarsi a dogmi specifici, e che di fatto ha adottato solo a livello di facciata l’Ideologia “socialista” per potersi allineare con le posizioni delle Istituzioni governative,
In realtà David Rockefeller .- l’iniziatore del della “finanza globale” – ha già negli anni ‘60 affermato come il modello ideale di società fosse quello comunista (a quel tempo Cina di Mao ed Unione Sovietica) la quale è, grazie al fatto che si basa sul Capitalismo centralizzato, è più facilmente “governabile”.
“Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati .” – David Rockefeller, 1991
Queste due entità, Mercato e Government, oggi operano in perfetta sinergie in quello che viene definito Crony Capitalism.
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● gli oppositori attuali sono gli eredi di quei “rivoluzionari” che dal ‘700 non avevano fatto altro che sostituirsi nei ruoli di potere all’Aristocrazia che per millenni aveva governato il Mondo.
In origine si trattava appunto di qui i Rivoluzionari francesi – indicati da Marx come riferimento per la creazione del regime socialista – i quali avevano utilizzato il Popolo per abbattere l’Aristocrazia, e creare a loro volta un regime basato sull’imposizione al Popolo delle loro Idee (allo stesso modo si sono avuto le “Rivoluzioni” del ‘900 – che in realtà, appunto, sono i tradizionali “colpi di stato” – in Russia, Cina, Vietnam, Cuba, ecc …).
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Il problema della attuale Democrazia occidentale è appunto che
il suo funzionamento dipende essenzialmente
da un rapporto dialettico tra le istanze interne alla società:
l’organizzazione della Società in una Democrazia funziona perché in essa i Cittadini si confrontano in modo che alla fine vi sia una soluzione che in qualche modo riesce a soddisfare i vari bisogni sociali.
Ovvero la Democrazia funziona solo quando al suo interno vi è una dialettica tra le diverse istanze di soddisfazione dei bisogni (porzioni diverse della popolazione hanno istanze diverse che posso essere motivate da bisogni materiali, ma anche morali – convinzioni ideologiche, religiose, ecc… ).
In altre parole
in una Democrazia è proprio la diversità di idee portate a livello di government che permette di avere un miglioramento della società,
poiché in tale sistema – quando funziona – nel confronto tra idee diverse ciò che prevale e la parte di tali idee sulle quali sono tutti d’accordo (o meglio lo è la maggioranza delle persone). Il che vuol dire che prevale ciò che è “il meglio per la Società.
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Il fatto è che
nella Democrazia moderna
è venuto a mancare questo confronto tra idee diverse,
poiché in essa si è attuata per decenni una omogeneizzazione della Cultura (attraverso l’educazione scolastica ed il Mainstream media, che ha ovviamente interesse a mantenere buoni rapporti con “il Potere”). Ed ora quelli che erano diversi punti di vista (diverse posizioni) rispetto a cosa è meglio fare per organizzare la Società hanno finito per coincidere.
Il problema di una Democrazia che si occupa solo della superficie del problemi
Il problema è che oggi per quanto si litighi sulle strategie specifiche, si pensa tutti allo stesso modo rispetto a come debba essere impostata la società (si è infatti dimenticato come per millenni sia stata organizzata con successo la società di Ordine naturale). Il che significa che viene a mancare la possibilità di riflessione sulle effettive cause dei problemi che affliggono la società, ossia l’attenzione viene portata su questioni superficiali (senza pensare che le strategie usate potrebbero essere fallate alla radice).
In altre parole oggi anche quando è chiaro che i problemi sono causati dalle politiche legate all’approccio moderno, non si pensa minimamente che vi possa essere una causa profonda di quanto avviene (un difetto nell’approccio in sé) poiché si da per scontato che l’approccio sia corretto ed il problema sia dovuto al fatto che qualcuno abbia commesso un errore specifico nell’applicazione di tale approccio
Questo, per inciso, è il modo di ragionare delle Ideologie: per i Comunisti il Dogma è sempre e comunque corretto, ed i problemi creati dai Regimi comunisti sarebbero solo causati dai “compagni che sbagliano”. E quindi anche se non esiste un solo caso di Regime comunista di successo – tutti i regimi sono inevitabilmente falliti non solo portando morte e povertà, ma anche travolgendo nel loro collasso gli stessi “governanti” –
i continua imperterriti ad applicare il Dogma
nella speranza che prima o poi
qualcuno sappia applicare il dogma nel modo giusto.
Si tratta appunto di un modo di pensare che risiede a un livello non-razionale (metafisico), come quello delle Religioni, nelle quali si ritiene che il sistema adottato sia corretto semplicemente perché alcune persone autorevoli dicono che è così. Ed in tale contesto anche quando i risultati dell’applicazione del Dogma sono disastrosi, non si riflette sul fatto che il sistema possa avere in sé dei difetti, ma si pensa sempre che il problema sia causato da “qualcuno che ha sbagliato nell’applicare il Dogma”.
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Nella Democrazia moderna nel cui sistema tutti oggi hanno appunto una fede cieca – semplicemente perché non si conoscono più le alternative per il fatto che esse sono state cancellate dalla loro memoria – si procede imperterriti in nell’applicare i dettami della “Dottrina della Politica parlamentare moderna” senza mai chiedersi se il sistema in sé possa essere in qualche modo migliorato.
Ovvero oggi il dibattito che è alla base della Democrazia verte solamente su questioni che costituiscono la superficie dei problemi attuali, ed esso si riduce ad un confronto tra diverse fazioni che promettono di risolvere tali problemi castigando i “compagni hanno sbagliato” nell’applicare il Dogma.
In tal modo la Democrazia si è trasformata da un sistema costruttivo (che tende costantemente a migliorare le condizioni di vita della Comunità sociale – come è ancora nei casi di Società basata sull’ordine spontaneo, come le molte piccole cittadine di provincia USA), ad un sistema caratterizzato da un continuo conflitto nel quale ogni fazione cerca di sopraffare l’altra (non a caso i partiti di maggior successo – le Sinistre – non presentano programmi di soluzioni pratiche dei problemi, ma solo dichiarazioni di guerra agli avversari).
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Oggi sono evidenti i risultati di questa modalità con la quale
la Classe politica pretende di risolvere i problemi
con gli stessi metodi e strumenti che li hanno creati
senza cercare di risolverli a livello di cause.
Il problema è appunto che non si tiene conto che, come diceva anche Einstein, “Se ripetuti tentativi di cambiare un sistema falliscono, significa che vi sono degli errori nei principi [della propria azione]”. Ovvero che in tal caso è necessario ripartire sanando le radici del Sistema (che è necessario fare un passo indietro prima di ripartire).
<vedi il capitolo “I must del percorso di cambiamento” nel mio articolo “Che fare? la necessità di divenire consapevoli di essere parte del problema”>
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In particolare le conseguenze di tale modalità di cercare di risolvere i problemi con gli stessi metodi e strumenti che li hanno creati è evidente nei seguenti casi:
● del settore dell’Economia (ossia con l’applicazione dell’Economia politica che contraddice i principi dell’Economia tradizionale) dove dopo il breve periodo i reale benessere del boom economico degli anni ‘50 si sono succeduti interventi di Politica economica che hanno puntualmente portato ad un peggioramento della situazione economica (sino ad arrivare al definitivo collasso della “fine dell’er dell’abbondanza”).
<si veda a proposito dell’Economia politica nel vol. 1 il capitolo “Gli errori di fondo del metodo moderno”>
● nel settore delle Politiche per la salute, nel quale gli interessi politici (e quindi del Mercato) hanno inquinato la Scienza e si è arrivati al disastro della cosiddetta “pandemia” (in questo caso si sono creati i problemi con le super-tecnologie del “potenziamento dei virus”, e successivamente si è voluto risolvere tale problema con altre super-tecnologie (intubazione dei malati, “vaccinazioni” mRNA che hanno aggravato il problema).
Ovvero si è visto come
un problema causato dall’incompetenza
si sia voluto risolvere con le stesse (in)competenze
producendo in questo modo milioni di morti in pochi mesi.
Si tratta di conseguenze tragiche dovute al fatto che si è evitato di cambiare direzione arrivando a considerare che il problema era nella concezione di una medicina basata sulle super-tecnologie (e su una modalità di vita della super-modernità che rende la salute della popolazione sempre più precaria).
● nel caso del cosiddetto “cambiamento climatico” che è stato (possibilmente) creato dall’uso di tecnologie e dal consumismo moderno, problema che si cerca di correggere – invece che con un sostanziale cambiamento di direzione – con insistendo nello sviluppare nuove tecnologie ancora più sofisticate (le quali, tra le altre cose, sono fallite già nelle fasi iniziali, come è per le auto elettriche), ed una ulteriore evoluzione del Consumismo (come si vede nei programmi del World Economic Forum stialti da M. Draghi).
Si noti che se non si fosse cancellata dalla mente della popolazione occidentale l’esistenza (passata e presente) delle forme di organizzazione delle Comunità umana tradizionale vi sarebbe una importante fonte di riferimento per cambiare in direzione di una società maggiormente sostenibile (fortunatamente una parte della popolazione sta cambiando radicalmente direzione creando, anche se per ora su piccola scala, nuove realtà come quelle degli eco-villaggi).
Si tratta di un cambiamento di direzione nel quale si prendono modalità della vita tradizionale del Villaggio (come un government della comunità nel quale gli abitanti si assumono direttamente la responsabilità dell’organizzazione), aggiungendo ad esse quella parte di progresso effettivamente sostenibile sviluppato negli ultimi due secoli, come abitazioni impostate sul riscaldamento solare passivo, eolico e solare, recupero delle acque.
Perché la Democrazia nella attuale impostazione proprio non può funzionare
Nella attuale impostazione dell’organizzazione del government, nella quale non si è capaci di analizzare le cause dei problemi che affliggono la società, i Governanti sono afflitti da un duplice problema
● i Governanti sono intrinsecamente incapaci di risolvere i problemi, a causa della limitatezza della loro visione delle cose: in un sistema così impostato, anche se chi governa fosse geniale (e onesto), operando nelle modalità attuali della Politica parlamentare nelle quali non vi è un confronto con una effettiva “opposizione” (che proponga programmi sostanzialmente alternativi) finirebbe comunque per non comprendere quali sono gli errori che esso commette continuando ad applicare i principi della sua ideologia (si è detto che appunto che gli attuali Governanti, presi dalla convinzione della giustezza delle loro idee, considerano i fallimenti essere un fatto accidentale).
● i Governanti sono esposti dal Sistema di governo nella condizione di tentazione di soddisfare i propri interessi invece di quelli dei Cittadini.
Il fatto cioè di non avere alcuna reale opposizione alle loro scelte, li porta a scegliere ciò che secondo loro è “il meglio”. E si perde di vista ciò che è effettivamente meglio per la gente.
Si deve tener conto del fatto che essi si sentono giustificati in questo atteggiamento, poiché essi sono immersi nella Ideologia che fa credere loro di essere quelli che possono guidare la Nazione nel modo migliore. Ovviamente a causa di tale convinzione per loro diventa necessario – “per il bene della Società” – mantenere il potere ad ogni costo (a tal punto il loro atteggiamento viene giustificato con il noto motto “il fine giustifica i mezzi”).
In ogni caso, come già gli antichi filosofi facevano notare, vi è il fatto che l’essere umano si “affeziona” facilmente alla condizione di Potere (il concetto è stato ripreso da Lord Acton, uno storico inglese del 19 secolo – che è stato anche consulente dei governanti del tempo).
Proprio a questo proposito sono state create le Costituzioni moderne, per assicurarsi che il Potere (la Sovranità) rimanga sempre al Cittadino. Ma oggi purtroppo, con vari espedienti, i Governanti sono riusciti a convincere i Cittadini a lasciare la loro sovranità nella mani di persone “migliori di loro” .
<vedi il capitolo “La questione del potere che corrompe [exursus]” nel mio articolo “Cosa è la Democrazia: il perché e il come di un government democratico”>
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“In Psicologia [si è notato come] quando una persona assume una posizione di potere, essa tende a comportarsi in modo maggiormente egoistico, impulsivo ed aggressivo, e gli è più difficile vedere il mondo dal punto di vista degli altri” [fonte]
Un interessante esperimento in proposito è lo Stanford Prison Experiment (1971) nel quale si è attribuito ad alcuni studenti il ruolo di “guardie della prigione”, e questi studenti hanno presto cominciato ad abusare del loro potere nei confronti dei “detenuti”.
Come diceva Macchiavelli, per chi comanda “è molto piú sicuro essere temuto che amato”. [N. Machiavelli, Il Principe, cap. XVII]
<vedi anche il mio testo Having even a small amount of power in a system allows you to increase that power“>
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Più nello specifico il sistema di government della Democrazia occidentale, che si basa sulla modalità rappresentativa, funziona grazie ad un confronto tra due coalizioni parlamentari che portano avanti le due principali istanze della popolazione (ad esempio: quelli che vogliono uno Stato più interventista e quelli che voglio più libertà d’azione – quelli che vogliono una Polizia più forte, e quelli che vogliono ridurre la forza della Polizia – quelli che vogliono l’obbligo vaccinale, e quelli che invocano la libertà di scelta – ecc …).
Ma
per il fatto che oggi questo confronto è venuto a mancare, il sistema democratico non può più funzionare in modo fisiologico
(è a causa di questo malfunzionamento che la Democrazia sta appunto collassando).
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Il punto, dal punto di vista operativo, è che entrambe le fazioni – Establishment e Opposizioni – si basano sostanzialmente sulla stessa concezione di come debba essere il sistema di government (di quali siano il ruolo dei Governanti e quello dei Cittadini).
La concezione oggi condivisa è cioè – in contrasto con quanto l’Uomo ha pensato per millenni – che per il bene della Popolazione il Potere debba essere esercitato dall’alto, perché i Cittadini non sono in grado di comprendere da sé cosa devono o non devono fare (e quindi che il Potere vada mantenuto forzando le resistenze dei Cittadini).
E più nello specifico i Governanti pensano che i futuri Cittadini debbano essere educati con programmi scolastici imposti dallo Stato, che sia necessario usare la forza per obbligare i cittadini a fare ciò che ha deciso lo Stato, che cercare di favorire il proprio Partito sia un dovere morale (perché, alla fine, la linea del proprio partito porterà un miglioramento della Società), ecc …
Nuova concezione del government che, si noti, è in contrasto con quella della società tradizionale – dell’Ordine spontaneo – che ha funzionato fino alla nascita dell’Ideologia dello stato moderno.
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Ovvero oggi le due fazioni parlamentari che dovrebbero confrontarsi presentando programmi sostanzialmente contrastanti, in realtà sono allineate sulle stesse posizioni (le differenze sono insignificanti, ed il confronto è più che altro sulla moralità dei singoli personaggi politici).
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Si noti come tali convinzioni fossero inizialmente quelle dei Rivoluzionari francesi, i quali con tali idee hanno sviluppato il periodo del Terrore (e che sono state adottate dai Socialisti moderni e da Marx), e che solo di recente sono divenute anche le convinzioni dei “Conservatori”, ossia di quelli che un tempo si opponevano a alla Concezione di uno Stato che prevale sul Volere dei Cittadini.
Quali sono dunque i veri responsabili della crisi dell’Occidente? Il difetto d’origine dell’Ideologia sociale
Come ha detto Einstein i maggiori responsabili dei problemi non sono quelli che detengono in modo esplicito il Potere – è scontato che essi per raggiungere e mantenere il potere perseguano i propri interessi a discapito di quelli della popolazione e dell’ambiente.
Ma
i veri responsabili dell’errato funzionamento di un sistema di government sono coloro i quali dicono di operare in opposizione rispetto a chi detiene il Potere ed in realtà non fanno nulla per cercare di cambiarne la direzione.
Ovvero paradossalmente chi oggi si pone in una posizione di opposizione rispetto a chi ha in mano il Potere – esattamente come i Governanti – pensa ed agisce sostanzialmente in una modalità superficiale rispetto al livello dove risiedono effettivamente le cause dei problemi, per cui di fatto esso finisce per permettere un peggioramento delle condizioni della Società.
Come si è accennato poco prima accade che
chi dice di voler risolvere i problemi
si limita a sviluppare soluzioni che di fatto non solo non risolvono nulla,
ma che permettono al problema di divenire sempre più grave.
Nel caso del “cambiamento climatico”, ad esempio, i Partiti che sostengono il “Piano verde 2030” non solo non propongono vere soluzioni, ma continuano ad agire come si è fatto sino ad oggi, creando centrali termiche per l’energia (che però con un eufemismo oggi sono definite “valorizzatori” per nascondere la loro vera natura), inventano un raccolta differenziata che crea ulteriori problemi di inquinamento (invece di continuare a sviluppare i piani di qualche decennio prima, che miravano ad eliminare alla radice i rifiuti ad esempio con la vendita dei prodotti sfusi, e l’approvvigionamento di prossimità – a Km Zero).
E per la Salute essi permettono che si continui a sviluppare “il male” nei laboratori adibiti al “potenziamento dei Virus”, per poi favorire le grandi case farmaceutiche rendendo obbligatori i “Vaccini” (che non vaccinano affatto, e quindi … )
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Detto in altri termini, nella loro scarsa lucidità (o meglio nella loro lucidità rispetto al conseguimento delle loro strategie di potere assoluto) essi operano non tanto sul problema, ma operano per aumentare il loro potere (perseguendo l’idea che ottenendo il potere assoluto – eliminando la concorrenza politica – essi potranno realizzare quella sorta di “Paradiso in terra” indicato dalla loro Ideologia).
Questo monopolio della Politica (potere assoluto) viene realizzato:
– sul piano ideologico, oltre che con l’eliminazione degli avversari, con la diffusione di notizie attentamente selezionate attraverso i Mainstream media, con un indottrinamento dei futuri adulti nella Scuola di Stato, e con l’apertura delle frontiere ai clandestini che rappresentano nuovi voti per il loro Partito.
– sul piano economico essi con le nuove strategie di Crony Capitalism operano in sinergie con le grandi lobby delle grandi multinazionali.
[si veda nel vol. 1 il capitolo “Anche la cultura alternativa attuale non è in grado di risolvere il problema”]
Quale è l’errore di fondo del “Pensiero d’opposizione”?
(ovvero come le Utopie sono state riciclate sotto la forma delle Ideologie)
Il problema è quindi che
oggi si è arrivati alla creazione di un “Pensiero unico”
che è divenuto alla base del modo di pensare tanto di chi governa,
quanto di chi è all’opposizione.
Una forma di pensiero che deriva dalle Idee di quegli intellettuali dell’Illuminismo che ritenevano di poter fondare una forma di Pensiero migliore del “Pensiero tradizionale” con le strategie che oggi sono definite “Cancel culture”.
Le Idee di tale “Pensiero d’opposizione” sono poi state utilizzate dai Rivoluzionari francesi come giustificazione per per l’imposizione delle loro volontà alla Popolazione (per l’uso della violenza).
Ma il “Pensiero d’opposizione” assume l’attuale connotazione ideologica (di “Filosofia politica”) nell’800, con altri pensatori che trasformano il Pensiero illuminista portando l’idea della necessità di creare un nuovo ordine sociale che sostituisse quello precedente (creando, appunto, il tipo di Politica attuale).
In tal modo è nato il Pensiero socialista (dello “Stato sociale”) che in un primo tempo si opponeva al “Sistema” dominante (della Politica e del Mercato del Capitalismo), e che oggi è alla base delle strategie delle “Sinistre” (ma che è condiviso anche da gran parte dei Conservatori, i quali hanno perduto di vista, a causa del Cancel culture, quale sia il modello di società che in precedenza essi volevano “conservare”).
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Il fatto è che
l’attuale “Pensiero di opposizione” alle politiche governative
è fallato alla sua radice
(esso è fasullo nelle sue premesse,
ed è ovviamente fallace nei suoi risultati).
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Il difetto di origine del Pensiero d’Opposizione risiede nel fatto che l’analisi dei nuovi Ideologi dell’800 si focalizzano su una realtà artefatta, che non rappresenta affatto la realtà effettiva della società umana: ovvero essi analizzano la terribile realtà delle nuove città del “progresso” industriale, nelle quali si viveva nella più profonda miseria, e si moriva con facilità.
Ciò che essi non avevano compreso è che
la terribile realtà che essi osservavano era già il risultato dell’applicazione dei quella “razionalizzazione” della realtà che era alla base del loro pensiero.
Ovvero tali Ideologi (primo fra tutti Marx):
– non conoscevano una realtà diversa da quella della Società moderna della imposizione di regole dall’alto (e della “pianificazione sociale”).
(ciò accade ancora oggi ad esempio per quelle persone che sostengono vivere in Cina sia preferibile per il fatto che in essa vi è una maggiore sicurezza per quello che riguarda le rapine: il loro giudizio dipenda dal fatto che essi non hanno mai visto una Società libertaria in funzione).
– prospettavano una soluzione dei problemi con gli stessi strumenti e metodi che li hanno creati.
In altre parole il problema di fondo è che tali Ideologi non hanno mai avuto il riferimento di una realtà effettivamente funzionante alla quale riferirsi per cercare di definire una alternativa alla terribile realtà urbana del momento.
E per tale ragione
gli Ideologi socialisti hanno inventano dal nulla
la realtà ideale professata dalle nuove Ideologie.
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Il problema è che mancando tutt’ora essi di una visione di una società dell’Uomo che funzioni creando effettivamente benessere per la popolazione, continuano a cercare di creare una realtà che si rivela essere disastrosa.
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Tale ignoranza derivava dal fatto che essi non avevano mai vissuto la vita dei Villaggi nei quali per millenni si era conservato lo sviluppo del benessere sociale (compatibilmente con le risorse con le risorse disponibili, con le conoscenze tecnologiche del tempo e con le imposizioni dei Regimi).
Ovvero tali ideologi o erano borghesi che vivevano in una elite privilegiata – come Marx che mandava le figlie in scuole private perché non voleva che si mischiassero con il popolino – o erano figli nel nuovo urbanesimo e della vita umana conoscevano unicamente i problemi dell’urbanizzazione forzata del nuovo Capitalismo industriale.
Il fatto è che l’unico riferimento che avevano gli Ideologi socialisti dell’800 era quello astratto delle Utopie dell’Illuminismo. Ma mentre queste Utopie erano dichiaratamente dei “racconti” di fantasia che non avevano nessuna pretesa di poter essere realizzati nella realtà, le Ideologie derivate da esse, pur senza avere un costrutto razionale, sono state poste alla base di un progetto di una Nuova Società.
(nelle Ideologie le idee di fondo non sono infatti definite in modo razionale, ma sono solo una serie di slogan programmatici).
<vedi anche il mio testo “L’assenza di realtà nel pensiero ideologico/Le caratteristiche biologiche del pensare“>
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In sintesi il problema di fondo è quindi che i fondatori del Pensiero socialista (“di Sinistra”):
● non erano consapevoli che l’Uomo avesse già sviluppano un modello di Società in grado di sviluppare benessere, ed hanno quindi inventato ex-novo – con la loro fantasia – una Utopia/Ideologia che non si basa né su un modello effettivamente funzionate, né su ragionamenti razionali.
Una Ideologia che, considerando l’essere umano incapace di auto-organizzare la propria comunità sociale, prevedeva l’esistenza di istituzioni governative impositive.
Istituzioni governative nella quali, considerandosi essi essere superiori al resto della popolazione, essi si impossessavano.
Si noti la contraddizione di fondo che esiste nel pensiero socialista (“di Sinistra”): in esso si afferma che l’essere umano non è in grado di gestire la propria vita sociale (ciò viene considerato essere una caratteristica intrinseca all’Uomo, infatti nell’Ideologia socialista non vi è l’idea di sviluppare programmi per portare l’Essere umano ad un livello di consapevolezza superiore). Ma in contraddizione con tale considerazione l’Elite di intellettuali – essi stessi esseri umani – pensa di essere in grado addirittura di saper gestire in modo corretto la vita di altre persone (in nessun punto dei Dogmi viene spiegata questa questione fondamentale; probabilmente tali intellettuali pensavano, come i Monarchi che essi avevano scelto, di essere dei “prescelti” , di essere eletti a quel ruolo da Dio).
Tale spiegazione razionale non è infatti necessaria nelle Ideologie, poiché esse vengono applicate unicamente a livello emozionale.
<vedi il capitolo “Psycho-politics – the armor (mental barrier)of the minds: bigotry” nel mio articolo “An elementary (reassuring) approach of “dissident information””>
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Inoltre i creatori della attuale Ideologia “di Sinistra”
● non vedevano la possibilità di una alternativa al Capitalismo industriale che era evidente essere alla base della misera esistenza degli abitanti delle Città.
Infatti il Socialismo di Proudon ed il “Socialismo reale” (il Comunismo di Marx applicato ad esempio in Unione Sovietica e nella Cina di Mao) sono fondati sul Capitalismo, ma riveduto e corretto:
nel Socialismo non vi è più un Capitalismo in mano agli imprenditori,
ma un Capitalismo governato direttamente dallo “Stato-sociale”.
E quindi in occidente le azioni dei Governi – che provengano esse dai partiti di Destra o da quelli di Sinistra – sono comunque basate sulla stessa concezione del Capitalismo come fondamento della Società.
In altre parole nel Pensiero unico della Politica moderna si vede la società come un qualcosa basato sostanzialmente sul denaro (le valenze “umane” delle interrelazioni sociali sono considerate essere qualcosa di frivolo – un “sentimento borghese” ); e gli individui sono considerati essere ingranaggio di una struttura di una società che altro non è che una mega-macchina [vedi il Taylorism nel cap. “Il metodo moderno di government nel quale le persone devono seguire regole definite dall’alto da istituzioni governative” del vol. 1]
All’atto pratico quindi i creatori dell’Ideologia sociale moderna – quella che adottata oggi congiuntamente tanto dalle Sinistre quanto dalle Destre – non conoscendo la condizione dell’Uomo precedente alla “rivoluzione industriale”, non erano in grado di comprendere che la società che loro avevano concepito come modello, era quella del Capitalismo industriale (seppur in una forma rivista e corretta). Ovvero
che la Società da essi concepita era una degenerazione della originaria società dell’uomo nella quale si era sviluppato per migliaia di anni un effettivo benessere
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Le conseguenze dell’operare di tali Ideologi (Russeau, Marx, Lenin, ecc …), sono dovute appunto ad un progetto concepito in modo astratto che né si riferisce ad un modello che abbia dimostrato di funzionare in modo efficace, né è stato testato prima di essere applicato (si è fatto come se si volesse costruire un aeroplano basandosi sui disegni di una persona che, anche se è particolarmente “creativa”, non ha esperienze tecniche del settore).
In che modo le Ideologie hanno creato una società insostenibile: il difetto di fondo di teorie mai verificate nella realtà effettiva
Questa creazione dal nulla di una modalità di organizzazione della società (di Government) comporta conseguenze che oggi stanno portando la società occidentale al collasso.
Il difetto fatale di questa situazione è duplice:
1) i modelli applicati sono di fatto un “esperimento” di applicazione dell’Idea (Ideologia) direttamente sulla popolazione (vengono usate le persone come cavie come è accaduto nel caso delle “vaccinazioni” per il Covid).
Ma, ciò che è peggio, è che in tale forma mentis
2) non si impara dai problemi creati dall’applicazione dell’Ideologia, poiché nelle ideologie (che sono una sorta di religione senza Dio) l’idea di base è aprioristicamente considerata essere corretta (il caso della vaccinazioni per il Covid è appunto significativo di ciò)
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Basandosi su tali fondamenti la Società moderna ha continuato a svilupparsi in una modalità che non tiene conto della realtà effettiva pensando che, a prescindere dai risultati via via ottenuti, si trattasse comunque della via giusta.
E in questo modo si è “rivoluzionato” il Mondo:
– annullando la Cultura tradizionale che aveva permesso per millenni alle persone di badare a se stesse (e le ha messe in una condizione di totale dipendenza dalle Istituzioni pubbliche)
– trasformando materialmente la Società (Stato e Mercato), organizzandola in modo da produrre una abbondanza artificiale che con il tempo si è trasformata in una definitiva scarsità (arrivando, appunto, al punto di “fine dell’era dell’abbondanza”).
Oltre il perseguimento dell’abbondanza economica (la necessità di uscire dalla “trappola ideologica”)
Una premessa necessaria: per risolvere il problema della scarsità di beni e di risorse naturali che si ha oggi in Occidente (condizione riassunta nel concetto “fine dell’era dell’abbondanza”, ovvero inizio dell’era della povertà della Società occidentale).
è necessario non ricadere nell’errore
di cercare di conseguire una abbondanza basata su questioni economiche,
ma perseguire altri tipi di abbondanza
(quelli tipici della società tradizionale)
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In tale percorso di recupero del benessere perduto, si tratta cioè per prima cosa di non commettere nuovamente gli errori commessi dagli Ideologi della modernità – sostanzialmente l’errore di concepire soluzioni astratte, che non si basano su fatti reali che abbiano dimostrato la loro validità.
Si tratta cioè di riferirsi a fatti reali, ossia a quei casi che la Storia ci mostra aver funzionato. Ma ancor meglio, sono quei casi che possiamo osservare direttamente in quelle comunità che hanno mantenuto fino ad oggi l’Ordine tradizionale concepito dall’uomo all’inizio del Neolitico .
Ovvero per quanto riguarda la Società di Ordine naturale non solo vi è una ampia ed approfondita documentazione, ma tale tipo di società può essere valutata direttamente negli attuali casi delle piccole Town USA.
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In altre parole, sostanzialmente, per recuperare l’abbondanza perduta in primo luogo
si tratta di uscire dalla trappola
della visione della vita sociale basata sul denaro
(dell’economia come metodo per risolvere i problemi)
Ovvero è necessario
ritornare a perseguire quel benessere che si viveva nella Società tradizionale, nella quale di fatto non esisteva il denaro.
(O, per lo meno, il denaro aveva un aspetto marginale)
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Per fare ciò è quindi necessario riuscire a comprendere quali siano stati i fattori che hanno permesso all’essere umano di creare un reale benessere, e quindi ad applicarli in modo compatibile con l’Era in cui viviamo.
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Sostanzialmente
si tratta di ripristinare quei fondamenti della Società umana
che sono effettivamente funzionali alla natura dell’Essere umano,
i quali altro non sono che i fondamenti della Società dell’Uomo che è stato in grado di produrre benessere per millenni.
Come è possibile ripristinare l’”Era dell’abbondanza “
Vediamo quindi più nello specifico in quale direzioni si debba andare per recuperare quella qualità della vita perduta nell’ultima fase della modernità.
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Ricordiamo innanzitutto che la qualità della vita di una società dipende dalla qualità delle persone. Il benessere è cioè prodotto dalle stesse persone che godono di esso, ovvero
(1)
sono gli abitanti della comunità a sviluppare l’abbondanza che rende la qualità della vita migliore.
[vedi nel. Vol. 1 il cap. “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]
Inoltre bisogna considerare che
(2)
LA SCARSITÀ NON È UN QUALCOSA DI NATURALE,
MA È PRODOTTA DALLE POLITICHE DELL’UOMO.
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Fondamentalmente si tratta quindi di
mettere le persone in grado di produrre nuovamente abbondanza .
Quali sono i fattori da recuperare (quali erano i fattori che tradizionalmente permettevano di sviluppare benessere)
Essendo gli abitanti della Comunità sociale i primi responsabili dello sviluppo del loro benessere, vediamo quali sono le qualità dell’essere umano che contribuiscono a produrre il benessere nella Società.
In generale per riportare l’abbondanza nella nostra Società,
si tratta di ridurre quella degenerazione dell’Essere umano che abbiamo definito in precedenza come “disumanizzazione”.
Ovvero si tratta di riportare il fattore umano che nella Società tradizionale è stato per millenni l’elemento di base per lo sviluppo del benessere.
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Gli altri fattori della crisi della Società occidentale (individualizzazione, complessizzazione, scarsità di beni e risorse, ecc …) si riducono automaticamente quando l’Essere umano recupera il suo modo di essere tradizionale (la sua dimensione fisiologica).
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Più nello specifico, le qualità degli individui che hanno permesso di sviluppare benessere per millenni sono:
1) capacità di utilizzare la Natura “addomesticandola” per riuscire ad ottenere abbondanza (e ad avere una miglior qualità della sua produzione, come avviene ad esempio con l’ibridazione delle piante).
E
2) capacità di fare ciò in modo sostenibile, ovvero fisiologico tanto per l’essere umano e quanto per la Natura: come si vede oggi, la modalità moderna di sfruttamento della Natura ha portato a danneggiare tanto la natura delle cose quanto l’essere umano.
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Nei prossimi capitoli vediamo alcune di queste specifiche qualità della Comunità sociale necessarie per ottenere un reale benessere:
– conoscenze scientifiche utili a livello operativo, “competenze di vita” e consapevolezza della possibilità di cambiare.
– sufficiente livello di autosufficienza.
► Conoscenze operative legate alla realtà effettiva (competenze di vita” e consapevolezza della possibilità di cambiare)
Si parla di quelle conoscenze specifiche che hanno permesso all’Uomo – nel Neolitico – di
ottenere di più dalla Natura
di quanto era stato possibile fare in precedenza
per centinaia di migliaia di anni, permettendogli di fare quel salto di qualità che ha portata “abbondanza” nella sua comunità.
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In essenza con tali conoscenze l’Uomo nel Neolitico ha creato processi sociali ed una struttura della società che gli hanno permesso accedere ad un nuovo livello di comodità, sicurezza, sollevazione dalle fatiche, possibilità di godere di nuovi piaceri, ecc .. [vedi in precedenza il capitolo “1) Come e perché è nato il Villaggio“]
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Per poter recuperare le qualità degli esseri umani tipiche del modello tradizionale di Comunità sociale dobbiamo considerare le caratteristiche fondamentali di quest’ultimo:
● esse derivavano da esperienze diretta della realtà
Non erano qualità costruite su idee “teoriche” come è per la Società attuale, ma erano idee di strutturazione della società sperimentate direttamente (o comunque erano tramandate attraverso i racconti degli anziani).
● si trattava di conoscenze “diffuse” nella popolazione, ovvero esse non erano confinate all’interno di una elite di esperti come è oggi.
Vi erano ovviamente persone particolarmente esperte di settori specifici, ma ogni persona aveva le competenze di base
per sapere quali scelte fare anche in tali settori.
In altre parole le conoscenze proprie di ogni persona davano ad essa un “quadro d’assieme” della vita che consisteva in una forma di saggezza che permetteva di fare le scelte corrette per il proprio benessere.
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Oggi
“la conoscenza” è confinata in una minoranza della popolazione:
(l’elite di esperti) che sostituisce le “competenze diffuse” non è più utile alla Società occidentale per molte ragioni, tra le quali quali:
● tali esperti in realtà non sono affatto esperti del loro ambito per il fatto che la loro presunta competenza deriva da cose non imparate per esperienza diretta, ma dal fatto che ad essi è stato detto di credere che quella loro insegnata è una verità (in realtà la loro è una competenza fasulla, basata su una narrativa).
Il problema è che tali esperti, immersi nella condizione fideistica dell’Ideologia moderno, non pensano mai di verificare di persona la validità di ciò che è stato loro insegnato.
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● il fatto che la qualità di tali competenze non possa essere valutata dalla popolazione, mette la Classe degli esperti nella condizione di essere utilizzata come strumento di Potere da parte dell’Establishment.
Si veda come tali competenze, spesso di importanza vitale, siano in realtà delle narrative come è nel caso dei Medici ai quali, sebbene essi abbiano causato milioni di morti con procedure errate nel periodo della “pandemia” del Covid (errori che avrebbero dovuto essere rilevati già nelle prime fasi), la popolazione continua a rivolgersi per risolvere problemi di salute.
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In essenza si tratta di quelle “competenze di vita” che davano alle persone, come vediamo nel prossimo punto, la capacità di vivere in una condizione di reale benessere.
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In ultima analisi
se non viene recuperata la dimensione
di competenze diffuse nella popolazione,
nulla può cambiare verso
una dimensione di maggior qualità della vita delle persone,
poiché queste ultime – che sono sostanzialmente responsabili della loro vita – saranno sempre prive delle competenze essenziali “per vivere”.
Ovvero non si potrà mai avere una reale Democrazia laddove le conoscenze fondamentali siano confinate in una elite di persone: la Democrazia si basa sulle capacità di gestire la Comunità sociale (in modo diretto, o scegliendo dei rappresentanti). Nella condizione in cui i Cittadini dipendono dagli “esperti”, essi dovranno sempre sottostare a qualcuno che li comanda.
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Quelle che devono essere recuperate sono sostanzialmente “conoscenze della realtà” – della Natura e di se stessi – che portino nuovamente l’Essere umano al livello di saggezza che permetteva ad esso nel Villaggio di tipo tradizionale di saper gestire direttamente – in modo responsabile – la propria Famiglia e la propria Comunità sociale.
Tali conoscenze, si noti sono anche indispensabili
per stimolare il processo di cambiamento:
tali conoscenze producono infatti la consapevolezza del fatto che sia possibile cambiare l’impostazione attuale della società (la consapevolezza di come sia possibile vivere in una condizione di benessere migliore di quella attuale)
[si veda nel vol. 1 il capitolo “1.a – per quanto ci si sforzi, oggi nessuno è in grado di risolvere la crisi della Società occidentale”]
► Un buon livello di autosufficienza (indipendenza della Famiglia e della Comunità)
Quindi per poter recuperare quel benessere tradizionale che oggi si è perduto (ed in particolare per poter godere nuovamente di “abbondanza”) vi è la questione che a monte di tutto le persone devono riacquistare quelle qualità intellettuali e morali tipiche dell’abitante del Villaggio tradizionale descritte in precedenza.
Ma se in tal modo le persone si liberano della dipendenza intellettuale (morale) dalla attuale cultura (che consiste in un imprinting delle coscienze che rende le persone incapaci di concepire modalità di vita differenti da quelle della società moderna), una questione altrettanto importante è che dal punto di vista operativo
è necessario che esse
RIESCANO SUPERARE L’OSTACOLO DELLA DIPENDENZA MATERIALE
dalla attuale strutturazione della Società
(Government, Welfare e Mercato).
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Ciò che si deve raggiungere è cioè:
● l’indipendenza dalle imposizione delle attuali Istituzioni governative.
● l’indipendenza materiale da Pubblica Amministrazione/Welfare e dal Mercato.
● l’indipendenza dalle imposizione delle attuali Istituzioni governative
La necessità a monte di tutto di raggiungere un certo livello di indipendenza dalle istituzioni governative è dovuta al fatto che esse, grazie alla posizione di potere assoluto che hanno raggiunto, impediscono materialmente qualsiasi cambiamento.
Ricordiamo che una comunità sociale di tipo tradizionale funziona esclusivamente per il fatto le “istituzioni governative” non sono altro che i Cittadini stessi, e quindi che il government di tipo attuale non ha ragion d’essere.
Si parla cioè della vera Democrazia, nella quale non possono trovar posto le attuali Istituzioni governative le quali si impossessano della Sovranità che le Costituzioni attribuiscono ai Cittadini.
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Per riuscire a creare una comunità di Ordine tradizionale è quindi necessario, già dalle prime fasi, attuare alcuni stratagemmi con i quali si utilizzano al meglio Leggi e Regolamenti attuali per conseguire un certo grado di indipendenza dalle Istituzioni governative (vi sono ancora alcuni gradi di libertà che se individuati, ed utilizzati con la dovuta intelligenza, permettono di muoversi in tale direzione).
Si tenga conto che nello sviluppare nuove Comunità basate sull’Ordine spontaneo si è supportati da un Network di solidarietà composta da persone che in tutto il Mondo operano in tale direzione: esperti di Legge, Politici (in cerca di nuovi elettori), architetti ed ingegneri, ecc …
Per poi, una volta raggiunta una massa critica di adesioni, fare pressioni sulla Politica istituzionale per portare alla creazione di nuove leggi, nuovi regolamenti che facilitino ulteriormente il processo di sviluppo del nuovo tipo di Comunità (si consideri che la Politica istituzionale non potrà più permettersi di osteggiare iniziative che a quel punto hanno già dimostrato di essere valide alternative alle loro politiche [si veda in precedenza il capitolo “Lo sviluppo di una Società alternativa è sostanzialmente una Secessione morbida”])
● Material independence from Public Administration/Welfare and from the Market (towards natural welfare)
L’indipendenza materiale è anch’essa – oltre all’indipendenza “politica” – un prerequisito fondamentale per avere la possibilità di sviluppare una Comunità sociale in grado di recuperare il benessere perduto (in caso contrario si sarà sempre alla mercé di chi, attore privato o pubblico, terrà le persone in una condizione di dipendenza).
E tale indipendenza materiale è legata in gran misura alla capacità delle persone di operare in modo da produrre da sé stessi ciò che oggi viene dato loro da strutture assistenziali pubbliche e dai vari canali del Mercato.
Si tratta quindi di raggiungere il livello di competenze e abilità necessario per creare all’interno del nucleo familiare – e della comunità – processi di auto-produzione.
– l’indipendenza dalle attuali Istituzioni di supporto ai Cittadini (dal Welfare)
Per liberarsi dalla dipendenza dalle strutture assistenziali governative è necessario in primo luogo considerare che esse:
– forniscono un supporto non sufficiente per quanti riguarda la soddisfazione dei bisogni specifici per cui esse sono state create (salute, trasporti, sicurezza, pensione, scuola, ecc … ).
In particolare ciò è evidente nel caso della salute, nel quale le cure “istituzionali” che si basano quasi unicamente Protocolli basati sui sintomi – laddove nella tradizione esse derivavano una ricerca nel paziente delle cause specifiche della malattia – finiscono per portare la salute della persona ad un peggioramento.
Ma anche la Scuola pubblica è sempre meno in grado di svolgere il suo compito, ossia di formare adulti in grado di vivere in modo responsabile la loro vita.
– costringono i Cittadini a pagare una sempre maggiore quantità di tasse: il risultato è che dovendo i Cittadini mantenere le sempre più costose strutture dello Stato, ad essi non rimane più il denaro per ricorrere a servizi alternativi ai fallimentari servizi istituzionali (come prestazioni mediche alternative, scuole private, ecc …).
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Per quanto riguarda la necessità di rendersi indipendenti dai Servizi pubblici (ossia dalla necessità di pagare – in tasse e tariffe obbligatorie – per servizi che non danno più alcun beneficio) è possibile ricorrere a quelle strategia oggi già attuate dalle nuove comunità “private” le quali arrivano ad ottenere “compromessi” con le Istituzioni governative (a livello nazionale e locale) che permettono di avere una esenzione da alcune regole (Leggi nazionali e Regolamenti locali) ed un alleggerimento delle tasse laddove si un non utilizzino alcuni dei servizi del Welfare.
Un caso significativo è quello degli Amish negli USA, i quali non utilizzano servizi del Welfare come quello della Sanità. Ma vi sono altri casi come quelli dei nuovi eco-villaggi che non producono rifiuti.
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Per arrivare all’indipendenza necessaria a far funzionare una Comunità di tipo tradizionale, a monte di tutto è necessario recuperare le qualità che caratterizzavano le persone prima che la creazione del “Welfare di Stato” (dimensione, quest’ultima, nella quale i Cittadini sono stati abituati a servirsi dei Servizi pubblici per soddisfare i loro bisogni a livello sociale).
Ciò è vero ad esempio per l’assistenza medica e per la scuola: in una Comunità di tipo tradizionale si possono attivare iniziative dai costi irrisori, come servizi di volontariato che permettevano agli inizi del ‘900 agli operai di avere una assistenza medica gratuita pagando annualmente l’equivalente di una giornata di lavoro; o iniziative di scuole private basate sul modello dell’Home schooling.
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A proposito dei servizi del Welfare moderno, abbiamo visto come una comunità di ordine tradizionale sviluppi spontaneamente sorta di Welfare naturale.
Ovvero una comunità nella quale le persone si sono aggregate secondo il criterio tradizionale della comunanza di Valori, sviluppa spontaneamente un forte senso di solidarietà ed una attitudine alla collaborazione che porta alla creazione spontanea di un Welfare spontaneo [si veda nel vol. 1 il cap. “Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)”].
[vedi anche
– in precedenza il cap. “Dipendenza (fisica e psicologica) dall’Assistenzialismo e dal Consumismo”
– nel vol. 1 il cap. “Il recupero del benessere tradizionale non significa la perdita delle ‘comodità moderne’”]
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Più nello specifico questo Welfare naturale è possibile in una nuova Comunità di ordine naturale per il fatto che liberandosi anche solo di una parte delle tasse – per il fatto che in tale contesto l’utilizzo di Servizi pubblici è nullo e minimo – (Sanità, Scuole, raccolta dei rifiuti, ecc ..) permette, tra le altre cose:
– di ricorrere a cure alternative a quelle delle Medicina istituzionale la quale si è trasformata in pochi decenni da una medicina finalizzata ad un buon mantenimento della salute dei pazienti, ad una Medicina che non solo non interviene sulle cause effettive dei problemi – a causa dell’obbligo di seguire i protocolli – ma finisce per causarne la morte come è avvenuto per le cure e le vaccinazioni per il Covid.
Per quanto riguarda la salute, il denaro liberato dalle tasse permette ai Cittadini di stipulare assicurazioni con le quali essi possono accedere a servizi di assistenza sanitaria privata.
– di ricorrere ad alternative rispetto alla Educazione di Stato la quale tende a educare i ragazzi all’ignoranza rispetto alle competenze tradizionali dell’Essere umano. La maggior disponibilità di denaro, e la maggior libertà di azione permette ai cittadini di organizzare scuole private dai costi molto bassi. [si veda più avanti il cap. “Un nuovo modello di istruzione: il recupero della Scuola tradizionale”]
– di ricorrere ad alternative rispetto a servizi come trasporti, smaltimento rifiuti, sicurezza pubblica (ricordiamo che tali comunità sono sostanzialmente dei “villaggi privati”, inquadrati legalmente come dei condomini, per cui, in casi come quello dei rifiuti, all’esterno del territorio della comunità vi possono essere pochi cassonetti per la raccolta tradizionale).
– indipendenza dal Mercato (auto-produzione della gran parte di beni di prima necessità – il “tempo liberato”)
Per riuscire a creare una comunità nella alternativa al modello di società attuale è quindi necessario stabilire una modalità di vita nella quale si spenda (si sperperi) meno denaro.
In parte si tratta appunto di liberarsi dalle tasse (e quindi dalla dipendenza dell’uso di strutture pubbliche). Ma per limitare le spese legate all’attuale Sistema sociale moderno è anche necessario liberarsi della dipendenza dal “Mercato” (è necessario uscire dalla trappola del consumismo).
Il Consumismo è in realtà una modalità di sprechismo nella quale, per permettere al Mercato moderno di fiorire, porta i consumatori a sbarazzarsi di prodotti poco tempo dopo l’acquisto. Questa è una delle prima cause della scarsità che oggi affligge le popolazioni occidentali.
Come si è detto, a causa dell’essere privati forzosamente del denaro che si guadagna i Cittadini non hanno la disponibilità finanziaria per investire in servizi alternativi agli inefficaci servizi della Pubblica Amministrazione. Ovvero tale situazione mette i Cittadini in una condizione di schiavitù nella quale essi sono costretti a vivere all’interno del Sistema sociale imposto dallo Stato. [vedi nel vol. 1 il cap. “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)”]
Per liberarsi da tale condizione si tratta di liberarsi di quelle strutture che forniscono benessere legato al denaro.
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In altre parole si tratta cioè
● di accedere ad una condizione di “denaro liberato” che può essere investito in modalità di vita alternative allo “stile di vita” attuale.
Come si vede in altri punti, liberandosi delle “spese inutili” (tasse superflue e tariffe obbligatorie per opere e servizi che non si utilizzano, acquisti forzati dalle Leggi che rendono inutilizzabili prodotti che funzionano benissimo) è possibile risparmiare almeno il 50% del denaro sprecato oggi [vedi nel vol. 1 il già citato capitolo “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)]
Avendo una maggiore disponibilità del denaro che si guadagna rende ad esempio possibile uscire dalla dipendenza dei Servizi pubblici stipulando assicurazioni che permettono di raggiungere una “qualità svizzera” dei servizi come quelli della Sanità (ad esempio medici e cliniche i prima qualità). Ciò vale anche un servizio di fondamentale importanza come quello della scuola: avendo maggiore disponibilità finanziaria è possibile creare delle scuole private.
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● di accedere ad una condizione di “tempo liberato”, che permette appunto di migliorare nettamente la qualità della vita, e di migliorare le proprie conoscenze (ed evolvere le coscienze).
Il tempo liberato tra le altre cose riduce notevolmente la necessità di spendere per servizi come quelli delle badanti: nella nuova (ma tradizionale) dimensione della famiglia allargata è possibile ricorrere a tale servizio con il contributo diretto dei parenti (o di volontari del vicinato).
A livello sociale il tempo liberato significa maggiori possibilità di volontariato, e di “libera imprenditorialità”, grazie alla quale i cittadini possono sviluppare nuovi prodotti alternativi a quelli del Mercato (tra le altre cose ripristinando il reale Progresso, il quale non può che essere sviluppato dal basso) [vedi nel vol. 1 il cap. “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione (il Progresso diviene regresso)”].
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Per raggiungere una condizione di indipendenza dal Mercato attuale si tratta di uscire dalla dimensione dello “sprechismo” attraverso strategie come quelle dell’economia circolare, economia di prossimità (produzione e commercio).
<vedi il capitolo “The essence of the new market “revolution”: the crowd-ization of the market (of social organization)” nel mio articolo “Towards a radically new model of industry 4.0”>
Più nello specifico, come si vede in modo più approfondito nel vol. 3, si tratta di entrare in una dimensione di:
– di auto-produzione per lo meno delle cose essenziali che servono per vivere a livello familiare ed a livello di comunità (sia per beni consumabili e che durevoli).
– auto-manutenzione, ossia capacità di manutenere e riparare gli strumenti che si utilizzano.
[si veda uno dei capitolo precedenti “Mancanza di capacità operative di auto-sufficienza (e di auto-produzione)”]
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Questa capacità di auto-sussistenza – in quanto capacità operative di auto-produzione ed auto-mantenimento – deve essere sviluppata sia a livello individuale (Familiare) sia a livello di Comunità, ossia
– a livello di produzione individuale (di produzione per la propria famiglia).
[vedi più avanti nella parte “Le precondizioni necessarie per poter avere una società in grado di produrre benessere“ il capitolo “La qualità intrinseca alla famiglia che permetteva di avere benessere sociale: l’autonomia materiale”]
– a livello di produzione della comunità
Per sviluppare una comunità che possa indipendenza dal Mercato è necessario che le persone nella nuova comunità sviluppino le qualità di competenze ed abilità indicate in altri punti.
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Si ricorda che tale dimensione di auto-sufficienza della Comunità è ciò che ha permesso per millenni di produrre abbondanza (materiale e morale). Ma è necessario considerare che oggi è possibile fare di meglio grazie ad una parte delle “tecniche” offerte dal Progresso moderno (si tratta di scegliere quelle tecnologie che sono sostenibili, ed evolverle eventualmente in una dimensione di maggior sostenibilità).
Il fatto è che è possibile utilizzare “tecniche” che allevino le fatiche e migliorino la qualità dei prodotti ottenuti dalla natura senza ricorrere alle attuali super-tecnologie insostenibili (che creano effetti collaterali negativi).
Si tratta di fare un salto di qualità tecnologico ma questa volta in modalità sostenibile. Risultato che può essere ottenuto
● sia con un recupero delle tecnologie tradizionali (oggi soppiantate dalle super-tecnologie) migliorate grazie alle conoscenze scientifiche;
● sia con un recupero di quella parte delle “tecnologie moderne” potenzialmente sostenibili, ma ora evolute in modalità insostenibile.
[vedi più avanti il cap. “La questione della sostenibilità delle tecnologie” ]
LE PRECONDIZIONI NECESSARIE PER LO SVILUPPO SPONTANEO DI UN REALE BENESSERE: LE QUALITÀ UMANE DA RECUPERARE
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Abbiamo visto quali sono quei fattori che sono alla base di alcuni problemi della Società moderna come, a livello degli individui, disumanizzazione ed individualizzazione dell’Essere umano. Ed a livello sociale complessità e scarsità della struttura della Società. Problemi che sono, appunto, alla base dell’attuale malessere che si sta vivendo nella nostra società.
Abbiamo anche visto – in linea di massima – come sia possibile rimediare a tali problemi.
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In questo capitolo analizziamo più a fondo la questione delle qualità della Società che è necessario recuperare per arrivare – risolvendo i problemi esposti in precedenza – a sviluppare nuovamente un effettivo benessere.
Ovvero, poiché è la qualità delle persone che definisce la qualità di una società, vediamo quali siano le qualità delle persone che sono in grado di sviluppare benessere nella loro comunità (si parla delle qualità degli abitanti dei Villaggi di ordine tradizionale che hanno sviluppato spontaneamente per millenni un effettivo benessere). [vedi nel vol. 1 il cap. “La nuova concezione della Società come entità che esiste di per sé”]
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Vediamo quindi quali sono le qualità di base da recuperare per poter avere una comunità sociale effettivamente in grado di produrre benessere.
Più in generale, come si è detto
il problema dell’Era moderna è che
in essa si è avuta una “disumanizzazione” della società.
E che questa disumanizzazione ha portato nuove qualità negative come “individualismo” e complessità delle strutture sociali – a causa delle quali si è persa la dimensione umana della Società. E di conseguenza si è avuta una perdita del benessere tradizionale (abbondanza materiale e psicologiche ).
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Quindi,
a monte di tutto,
si tratta di portare nuovamente la Società a misura d’uomo.
Ed una volta che le persone hanno recuperato le loro qualità umane tradizionali,
si tratta di cominciare
a ricostruire una società
che sia in tutto e per tutto alla portata delle “persone comuni”
(una Società strutturata in modo che sia comprensibile e gestibile dai suoi abitanti, e nella quale essi siano gli artefici delle iniziative atte a soddisfare i loro bisogni).
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Più nello specifico, riassumendo quanto detto nei capitoli precedenti, si tratta:
● di andare oltre all’attuale forma mentis dell’individualismo – del darwinismo sociale – ricreando le condizioni affinché avvenga una effettiva integrazione degli abitanti, e si sviluppi quel senso di solidarietà che è la condizione sine qua non per poter a avere una società che si sviluppa spontaneamente in direzione di un maggior benessere rispetto a quello attuale.
Tra le altre cose, si tratta di mettere le persone in condizione di sviluppare nuovamente quella consapevolezza dell’Uomo che permetteva ad esso di sintonizzarsi empaticamente con le altre persone e quindi di percepire sempre cosa era meglio fare per mantenere una buona qualità della propria vita.
[questo recupero dell’aspetto umano è descritto nel precedente articolo “Disumanizzazione (alienazione) > recupero delle qualità umane degli individui”]
Si noti che ripristinare a monte di tutto tale qualità degli individui significa anche indurre in essi la spinta persone a voler cambiare il loro modo di vivere attuale.
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E, come vediamo anche nel capitolo successivo,
● dal punto di vista operativo si tratta per le persone di ritrovare indipendenza materiale e psicologica rispetto alle Istituzioni governative al Mercato [vedi alla fine del capitolo precedente ”Un sufficiente livello di autosufficienza (a livello di Famiglia e di Comunità)“]
LE PRECONDIZIONI NECESSARIE PER POTER AVERE UNA SOCIETÀ IN GRADO DI PRODURRE BENESSERE
(persone responsabili di se stesse,
e indipendenti da Istituzioni esterna alla Comunità)
Ricordando che la qualità della società dipende dalla qualità delle persone [vedi nel vol. 1 il cap “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”] vediamo quindi
quali sono le qualità individuali di base da recuperare per poter avere una comunità sociale effettivamente in grado di produrre benessere.
In linea generale si tratta di recuperare quelle qualità degli individui che nella società di tipo tradizionale per millenni hanno portato le persone a comportarsi spontaneamente in modo che nella loro Comunità sociale vi fosse un reale benessere (in tale tipo di società non vi sono regole scritte, e appunto tutto dipende da come le persone si comportano in modo spontaneo).
Tali qualità sono:
– autonomia materiale: la Famiglia estesa
– autonomia psicologica: individui responsabili di se stessi (e proprietari)
► AUTONOMIA MATERIALE: LA FAMIGLIA ESTESA
Abbiamo detto che forse il maggior problema alla base della attuale crisi della Società occidentale risiede nel fatto che in essa è venuta a mancare l’elemento che era il fondamento della Società tradizionale: la Famiglia allargata. [si veda in precedenza il cap. “Il possibile rimedio alla scarsità indotta dal sistema moderno di organizzazione della società”]
La possibilità di sviluppare una Famiglia allargata
è quindi un presupposto fondamentale
per poter sviluppare una società
che possa produrre un reale benessere.
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Vediamo quindi in sintesi quali sono le qualità della Famiglia allargata.
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Ricordiamo che la Famiglia non poteva essere sviluppata prima del Neolitico perché nella precedente Società nomadica non esistevano le possibilità di poterla creare. Ovvero:
– in precedenza, come è per gli animali, era la madre che cresceva da sola i figli.
– i nonni non potevano essere portati dietro nelle continue migrazioni, e quindi veniva a mancare sia la possibilità di accudire i nipoti, sia la possibilità di trasmettere saggezza sviluppata nel giro di millenni dalla comunità.
Mentre nel Villaggio per la prima volta si è creato un ambiente stabile (l’abitazione) nella quale per la madre era possibile allevare i figli con il concorso del padre e degli altri parenti.
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(Si noti che già pensatori antichi come Aristotele e Confucio indicavano come la Famiglia fosse l’elemento fondamentale di una Comunità sociale. E Licurgo a proposito della Democrazia dice “Inizia, amico, e crealo nella tua famiglia”)
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Con il tempo il Villaggio ha finito per essere una sorta di Famiglia allargata a centinaia di membri (diretti ed indiretti). Questa conformazione del Villaggio ha fatto sì che in esso vi sia stato un forte livello di integrazione e di cooperazione.
Dopo qualche generazione dalla sua nascita nel Villaggio gli abitanti erano infatti quasi tutti legati da rapporti affettivi simili a quelli familiari.
Più nelle specifico nel Villaggio gli abitanti erano tutti:
– parenti consanguinei, o parenti acquisiti (affini).
– conoscenti “intimi” (con le quali si ha comunque familiarità): persone cresciute assieme (oggi diremmo “ex compagni di scuola”); inoltre vi erano figure come quella dei padrini.
Si tenga anche conto che ancora nel nuovo millennio un matrimonio nei piccoli paesi può avere più di 1.000 invitati.
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L’”Ordine tradizionale” del Villaggio deriva dal fatto che, appunto, esso si basa su una organizzazione “spontanea” (non codificata) che induce le persone un’attitudine spontanea alla solidarietà, alla collaborazione (in tale contesto vi era una sorta di “Welfare naturale”).
[vedi in vol 1 “La società nuova società stanziale del Villaggio non è altro che una sorta di Famiglia allargata”]
Per tale ragione, come specificato in uno dei precedenti capitoli [“I passi da fare per ricreare l’essenza della Comunità”] già la fase della aggregazione delle persone che abiteranno la Comunità deve avvenire in modo spontaneo.
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La crisi della società moderna è appunto dovuta in gran parte alla perdita della Famiglia, che è appunto il fondamento della Comunità sociale tradizionale dell’Uomo.
La “Famiglia moderna” oggi si è per lo più dissolta, poiché essa è dispersa sul territorio, e a causa di ciò viene a mancare quella collaborazione tra i componenti del nucleo esteso della famiglia padre, madre, figli, nonni, zii, cugini, nipoti, ecc….
In tal modo vi è una forte riduzione del livello dell’eduzione dei bambini, ed un forse aumento delle spese per la gestione della famiglia.
La qualità intrinseca alla Famiglia che permetteva di avere benessere sociale: l’autonomia materiale
Una delle qualità positive della Famiglia allargata consiste nel fatto che tale conformazione, nel contesto del villaggio tradizionale, rende il nucleo famigliare materialmente autosufficiente.
La famiglia allargata rappresentava anche un notevole vantaggio per la Comunità del Villaggio:
la Famiglia allargata favoriva lo sviluppo di un Villaggio consistente in un’unica famiglia estesa a tutta la Comunità,
e quindi permetteva una auto-sufficienza dell’intera Comunità di essere auto-sufficiente.
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Il punto fondamentale qui è che
LA FAMIGLIA ERA GIÀ DI PER SÉ UNA PICCOLA SOCIETÀ
che permetteva ai suoi appartenenti
di auto-produrre (e di mantenere)
elementi essenziali per la loro esistenza.
Si noti come nella dimensione della vita del Villaggio tradizionale i costi (materiali e “fiscali”) fossero enormemente inferiori rispetto a quelli attuali. Più nello specifico ciò è rilevabile negli ambiti di:
– abitazione, cibo, strumenti di lavoro, energie (che venivano dagli animali, dal vento; e per il riscaldamento e per cucinare si disponeva l’energia “infinita” dalla legna del bosco). L’acqua arrivava direttamente dalla Natura.
– mezzi di trasporto: cavalli e buoi mangiavano l’erba (costo zero), producevano automaticamente individui giovani che li potevano sostituire, e quanto non erano più utili potevano essere mangiati (in ogni caso nella Società di ordine tradizionale le distanze da coprire di routine erano minime, ed anche il “capoluogo” con il mercato, la Chiesa principiale, era facilmente raggiungibile a piedi.
– non vi erano tassazioni sugli scambi e sui guadagni – ne potrebbero esserci oggi – perché gli scambi non erano basati sul denaro (e quindi non c’è modo di tassarli).
In più il vantaggio economico rispetto alla configurazione attuale della Società consisteva nel fatto che, essendo la Comunità una sorta di famiglia, grazie alla collaborazione tra gli abitanti, si potevano ottenere prestazioni e ”servizi” gratuiti (i contadini “specializzati” nei lungo periodo di scarsa attività dell’Inverno aiutavano a riparare le abitazioni; e gli abitanti si riunivano in corvee per effettuare i “lavori pubblici”).
La perdita delle qualità fondamentali con l’avvento della “Famiglia moderna”
Con l’avvento della modernità, e della Famiglia moderna, nasce il problema che
la perdita della struttura familiare tradizionale
rende l’Uomo incapace di badare a se stesso,
L’individuo finisce cioè per ricadere nella attuale situazione di “dipendenza” (finisce per dipendere da prestazione da pagare in denaro ad altre persone, o allo Stato – il quale viene pagato attraverso le Tasse).
E quindi il Cittadino finisce per dipendere dai Governanti, che si arrogano il diritto di dire cosa esso deve o non deve fare. Ciò accade, appunto, per il fatto che
nella Società di tipo tradizionale
era la Famiglia a “comandare”
mentre nella Società attuale,
essendosi dissolta la Famiglia tradizionale,
il suo potere è stato preso in carico dai “Governanti”.
In altre parole nel Villaggio la Famiglia era Sovrana.
<vedi nei capitoli precedenti “”Dipendenza (fisica e psicologica) dall”Assistenzialismo” e dal Consumismo> e anche “Come la complessità del sistema di vita moderno abbia creato un individuo incapace di gestire la propria vita, e succube di altre persone” – “● Dipendenza da altre persone (succubanza)”>
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Il fatto è cioè che
con la perdita della Famiglia tradizionale (la famiglia allargata)
si perde la precondizione fondamentale
che permette di avere
una Società che funziona producendo reale benessere.
<vedi in vol 1 “La qualità di fondo che sono andate perdute”>
Come è possibile ristabilire la tradizionale Famiglia allargata (ed il Villaggio come un’unica famiglia estesa)?
Per poter nuovamente avere i vantaggi offerti da una Comunità sociale fondata sulla Famiglia è quindi necessario che la Comunità sociale sia predisposta
1) per favorire lo sviluppo della Famiglia allargata (avere la possibilità di sviluppare una famiglia nella quale convivono sulla stessa proprietà più generazioni); ed anche
2) per favorire l’integrazione della varie famiglie in modo che il Villaggio divenga una vera comunità [parola che deriva appunto da “comunanza”] nella quale tutti sono in qualche modo legati da qualche relazione affettiva.
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Più nello specifico è necessario avere
► la possibilità di sviluppare la Famiglia in modo che comprenda più generazioni
Questa possibilità deve essere sviluppata sui due livelli:
● a livello materiale, per poter di ricreare la Famiglia allargata è necessario avere un Villaggio strutturato in modo che ogni famiglia abbia a disposizione una estensione di terreno che le permetta
– di ospitare i vari membri della famiglia nelle sue varie fasi di evoluzione, con anche nonni.
Con le attuali tecnologie è possibile costruire in modo facile (auto-costruzione) ed economico abitazioni modulari, che possano essere modificate rapidamente per adattarle alle varie fasi di evoluzione della famiglia allargata (figli piccoli con i nonni, figli adulti senza più i nonni, ecc …).
– di produrre cibo e risorse in quantità sufficiente per avere un certo livello di autonomia rispetto al Mercato (ed essere ad esempio indipendenti dai fornitori di energie e di acqua – vedi in vol. 3 come sia possiibile il recupero della acque piovane ).
Come detto nel vol. 1 le abitazioni possono essere costruite seguendo i criteri del “solare passivo” (oggi dimenticati in favore dello “sprechismo”); e si possono utilizzare strumenti per la creazione di energia eolica e solare; e gli anziani possono coltivare l’orto, o allevare agli animali da cortile.
E come vedremo nel vol. 3, ciò – con gli opportuni espedienti – può essere fatto anche nella cintura delle città.
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● a livello culturale e psicologico
Per poter sviluppare una Famiglia allargata è necessario anche recuperare la Cultura della Comunità tradizionale,
Da questo punto di vista è indispensabile predisporre le cose in modo che i bambini crescano in un ambiente adatto, che disponga ad esempio di Scuole (private) che sviluppano modalità di apprendimento nuove rispetto alla Scuola pubblica attuale; le quali comprendano esperienze in grado di fornire competenze “tecniche” che servano ai futuri adulti di essere autonomi rispetto allo Stato ed al Mercato.
La vicinanza con i parenti nel contesto della Famiglia allargata è già di per sé un modo per i bambini di assorbire le competenze necessarie a vivere in modo autonomo.
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► la possibilità di estendere la Famiglia allargata alla Comunità sociale
Come detto in precedenza, la comunità sociale tradizionale non è che l’estensione della Famiglia.
Uno dei vantaggi del Villaggio creato nel Neolitico era quello di avere degli spazi nei quali gli abitanti potevano riunirsi per svolgere insieme varie attività: i luoghi dedicati al culto e ai dibattiti, la Piazza, ecc… [vedi un capitoletto precedente “spazi pubblici di relazione all’interno della Comunità”]
Questi luoghi favoriscono una reale integrazione che permette alle varie Famiglie di integrarsi nella Comunità.
A questo fine si possono osservare le modalità con le quali i Coloni dell’America del Nord hanno creato le loro Town.
► AUTONOMIA PSICOLOGICA: INDIVIDUI RESPONSABILI DI SE STESSI (e proprietari)
Per poter uscire dalla trappola della attuale incapacità di badare a se stessi e cominciare a sviluppare una comunità sociale che possa garantire nuovamente un reale benessere è quindi determinante rifondare la Comunità sociale sulla Famiglia (sulla Famiglia allargata ).
Ciò è necessario perché, tra la altre cose, la Famiglia di tipo tradizionale (ancora esistente nella aree rurali) permette alle persone di vivere un buon livello di autonomia materiale rispetto a “fornitori di Benessere” esterni come le Istituzioni del Welfare o il Mercato dell’attuale consumismo (che sostanzialmente in cambio di quel tipo di benessere prosciugano le risorse finanziarie delle persone).
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Ma per arrivare a poter sviluppare una Società in grado di produrre nuovamente benessere è anche necessario il recupero della “autonomia delle coscienze”.
[vedi anche in precedenza il cap. “Conoscenze operative legate alla realtà effettiva (competenze di vita” e consapevolezza della possibilità di cambiare)”]
Ovvero è necessario recuperare la qualità intrinseche agli esseri umani che vivevano nel Villaggio tradizionale, come il senso di responsabilità che porta ad un impegno spontaneo nel contribuire alla qualità della vita della Comunità.
[vedi in precedenza il cap. “Il possibile rimedio al problema dell’individualismo (de-responsabilizzazione) della nostra Società”]
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Quindi
un requisito morale fondamentale per la creazione di una Comunità sociale che funzioni in modo spontaneo,
È IL SENSO DI RESPONSABILITÀ DEGLI ABITANTI.
Il fatto è che tale qualità morale porta gli individui
1. a comprendere di essere responsabili della loro esistenza (della qualità della loro vita), e quindi
2. a comprendere di doversi impegnare nel gestire la propria vita personale e sociale (nel gestire in prima persona la loro comunità sociale).
Come vediamo poco più avanti, una qualità della società che si recupera in tale dimensione è quello della meritocrazia, la cui perdita è una delle cause della attuale crisi della Società occidentale.
L’importanza della Proprietà per poter recuperare il senso di responsabilità
Per poter recuperare il senso di responsabilità (e la struttura della Famiglia estesa) è necessaria la presenza di alcuni prerequisiti.
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Il prerequisito forse più importante è quello della Proprietà.
Una precondizione materiale indispensabile per poter avere un effettivo benessere è infatti quella di disporre di abitanti effettivamente responsabili di ciò che a loro serve per vivere.
Enciclopedia Treccani: «[secondo Aristotele]
Gli uomini tendono a occuparsi con maggiore impegno
di ciò che sentono come proprio rispetto a ciò che è di tutti:
ne consegue che in un regime comunistico essi lavorerebbero con minore impegno e ciò condurrebbe all’impoverimento generale della società. Inoltre, una società senza proprietà privata – oltre a non consentire lo sviluppo di virtù come la generosità – sarebbe piatta e conformistica, perché verrebbero meno le differenze individuali: ma l’armonia sociale non scaturisce dall’abolizione delle differenze, bensì dalla loro compresenza, così come l’armonia musicale scaturisce dalla varietà degli accordi e dei toni. »
<vedi il capitolo “Il Diritto fondamentale dell’uomo riconosciuto universalmente dalle società civili” nel mio testo “Oltre la Social-Democrazia>
<vedi nel vol. 1 il capitolo “Perchè i Diritti dell’Uomo sono indispensabili per avere un reale benessere”>
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Il senso di responsabilità degli individui nei confronti della propria Famiglia si può sviluppare appieno solo quando la Famiglia è proprietaria di ciò che le serve per vivere: in caso contrario essa manca di quel senso di necessità che si ha quando gli atri sono proprietari ci ciò che utilizziamo (in questo la nostra esistenza – la qualità della nostra vita – dipende dalle decisioni di altri).
L’importanza delle questioni della cooperatività e della meritocrazia
Dal punto di vista operativo l’avere abitanti della Comunità che sono effettivamente responsabili della propria vita permette di avere
●
un strutturazione meritocratica della comunità sociale.
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Si noti che la “meritocrazia” che esiste in una Comunità sociale nella quale le persone sono libere di sviluppare il proprio talento, le proprie abilità,
► è una dimensione spontanea della reale Democrazia, nella quale non vi è qualcuno che decide quanto vale una persona per un certo ruolo, ma il “merito” viene attribuito dagli altri che interagiscono con quella persone.
► in una dimensione del genere – di una Comunità sociale nella quale le persone sono tutte unite da legami amicali – non è vi è competitività, ma attitudine alla collaborazione.
In tale contesto la sensazione condivisa è infatti:
è meglio cooperare
che competere.
Il fatto è che in una comunità come quella del Villaggio nella quale tutte le persone sono profondamente integrate in essa, è quindi tutte operano in modo sinergico:
● la qualità della vita di una persona è legata alla qualità generale della Comunità (ossia alla qualità della vita delle altre persone). E ciò è ben chiaro ad ogni persona.
In un certo senso tale dimensione è quella citata nella letteratura scientifica:
– da A. Smith quanto afferma che il Mercato è guidato da una “mano invisibile” la cui regola di base è: l’interesse dell’Imprenditore è di soddisfare il Cliente, e quando un prodotto soddisfa una reale necessità del Cliente, l’Imprenditore ha la soddisfazione del denaro che guadagna).
Oggi questa “legge” (della “Domanda e dell’Offerta”) non funziona più, poiché la Società occidentale è stata portata in una condizione non-meritocratica per il fatto che le Istituzioni governative decidono dall’alto quali sono “i meriti” delle persone (ovvero, a de esempio, già nell’educazione scolastica vengono tolti i meriti a chi si impegna di più, e nel nuovo tipo di Mercato vengono favoriti o sfavoriti i business secondo criteri definiti dall’alto). <vedi il capitolo “The recovery of the Demand principle” nel mio articolo “Introduction to the Innova approach:the problems of the society and the market”>
In tal modo viene appunto a mancare quella “mano invisibile” che guida le persone – operando nella loro coscienza – nelle loro scelte (“mano invisibile” esiste solo quando esiste la “libera iniziativa”, che oggi è praticamente annullata degli interventi dello Stato
– John Nash (premio con il Nobel per questa teoria) con gli studi sul “gioco cooperativo”, nei quali egli ha studiato le conseguenze dei due tipi di interazione tra persone conflittuale o cooperativo, evidenziando come il “gioco cooperativo” permetta di sviluppare un interesse comune nelle persone (seguendo una tendenza alla cooperazione); e quindi di ottenere risultati migliori [vedi prossimo punto “Cooperatività”]
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Ma in comunità come quella tradizionale del Villaggio:
● se una persona si comporta in modo “non cooperativo” (o peggio egoistico), essa dissolve attorno a sé quella dimensione spontanea di sinergie con le altre persone che (in quel tipo di comunità sociale) è alla base del suo benessere.
Il problema per una persona che non sia spontaneamente cooperativa è doppio:
– essa non può più godere delle sinergie dell’eco-sistema nel quale essa agisce (sinergie che erano alla base del suo Valore all’interno della comunità), e quindi subisce un impoverimento del valore di ciò che esso offre agli altri.
– essa sarà punita dalle altre persone – clienti, fornitori (a qualsiasi livello) e dai con-cittadini – che lo snobberanno, le toglieranno supporto e amicizia, condizione che in un ambiente dove la qualità della vita dipende dal supporto che le danno gli altri significa lo sviluppo di malessere.
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La condizione di sinergie tra gli abitanti è naturalmente possibile solo dove le persone si conoscono, e dove vi è un certo “feeling” tra di esse:
Già David Hume – uno dei filosofi di riferimento del liberalismo – ci porta l’esempio di due confinanti che decidono di bloccare un corso d’acqua che inonda i loro terreni, notando che tale progetto può funzionare dove vi è un ottimo rapporto tra le persone, ma non può funzionare su larga scala, dove sono coinvolte migliaia di persone poiché «è molto difficile, anzi impossibile, che migliaia di persone possano mettersi d’accordo su azioni del genere poiché (…) ognuno cerca un pretesto per sottrarsi alla preoccupazione ed alla spesa e cerca di scaricarne l’intero peso sugli altri. » David Hume, A Treatise of Human Nature, Volume II (1739)
E Rousseau (Jean-Jacques Rousseau, Discourse on the Origin and Foundations of Inequality among Men (1755)) nota come in una battuta di caccia (si pensi alle popolazioni nomadi) ognuno è consapevole di dover mantenere il suo ruolo perché la battuta di caccia abbia buon fine, mentre un comportamento egoistico porterebbe ad risultato peggiore per tutti.
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Nella condizione opposta a quella della cooperatività, vi è necessariamente quella della competizione, ossia vi è una situazione win-lose:
nella dimensione di competizione
a qualcuno che riesce ad ottenere benessere per sé
corrisponde inevitabilmente qualcun altro
che subisce una diminuzione del suo benessere.
Si noti il problema che si introduce nella interazione tra gli abitanti di una Comunità che originariamente viveva in una condizione di benessere diffuso quando entra in ballo una entità esterna come lo Stato che si assume anche solo una parte del Potere decisionale. In questo caso infatti si crea per gli abitanti non situazione lose-lose, in cui tutti hanno un qualcosa da perdere.
[excursus] La differenza tra concorrenza e competizione
Il problema descritto in precedenza di una Società moderna nella quale manca il senso di cooperazione è acuito dall’equivoco sui significati dei termini competizione e concorrenza: in Inglese – la lingua utilizzata dagli autori a livello internazionale – non esiste il termine concorrenza, ma si usa unicamente il termine competizione, che ha un significato profondamente differente dal primo.
Più nello specifico i significati sono:
● concorrenza: «dal latino cum + currĕre (correre insieme)”, inteso nel modo figurato di “Andare tutti insieme a un medesimo luogo» (Encicl. Treccani). Ed anche nel significato di contribuire, partecipare, cooperare con altri: «Cooperare, partecipare con altri a un’azione comune: (…) alla realizzazione di un’impresa; dare il proprio contributo (…) alla spesa (…): tutti i cittadini hanno concorso per l’erezione del monumento»
Ovvero il termine concorrenza indica una condizione nella quale tutti cooperano alla realizzazione di un qualcosa.
In altre parole in una dimensione di concorrenza ognuno fornisce il suo contributo per la realizzazione di qualcosa che corrisponde al meglio che esso sa dare (in questo modo cioè – poiché ogni essere umano ha capacità diverse dagli altri – ognuno è in grado di dare qualcosa di peculiare per la Comunità).
Ad esempio una persona che apra un negozio in un’area dove ne esistono già altri della stessa categoria commerciale, in una dimensione di concorrenza differenzierà la sua offerta in base a quelle che sono le sue capacità peculiari.
In tal modo i clienti in qualche modo ci guadagnano: anche i “concorrenti” saranno stimolati a migliorare l’offerta utilizzando in modo migliore le loro capacità peculiari.
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● Competizione indica invece una dimensione di conflitto (Treccani «Gara, lotta, contrasto fra persone o gruppi che cercano di superarsi, di conquistare un primato e sim.» e «In ecologia, qualsiasi manifestazione di antagonismo tra individui»).
Dal latino: “dal latino cum + petĕre (andare, dirigersi verso): il gareggiare, il confrontarsi, il contendere, il cercare la soluzione in modo agonistico “
Ovviamente la dimensione di concorrenza può esistere solo in una Comunità sociale dalle qualità del Villaggio tradizionale – dove cioè si sviluppa un commercio che segue la legge della Domanda e dell’Offerta, che è cioè attento a seguire i reali bisogni dei clienti – altrimenti si sviluppa un Business come quello attuale che è totalmente indirizzato al guadagno, il quale pone principalmente l’attenzione sul sopraffare i “competitori”.
Ed in tale ottica invece di porre l’attenzione sulle qualità su ciò che si offre, ci si concentra su qualsiasi strategia che possa mettere in difficoltà “l’avversario”.
In questa dimensione emerge la “filosofia” della Politica di Sinistra, nella quale “il fine giustifica i mezzi (il proprio operato)”, nelle quali si finisce per giustificare corruzione, violenza, ecc … Tutto a discapito del benessere della Società.
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In ultima analisi, a livello sostanziale, la differenza tra i due termini concorrere e competere è che in quest’ultimo una persona si pone necessariamente contro gli altri. Si tratta di una situazione win-lose: uno vince, gli altri perdono.
Il pensiero Social-democratico si basa sulla competizione
Il Pensiero Social-democratico si basa appunto sull’idea della necessità di competizione: per far prevalere la propria idea è necessario sopraffare l’avversario (ciò significa che “il fine giustifica i mezzi”).
Questo approccio deriva dal fatto che nel Pensiero di Sinistra (ed oggi più in generale nel Pensiero moderno) si vede il Mondo in chiave darwinista: l’umanità sarebbe soggetta alla “legge della giungla” nella quale il pesce grande magia il pesce piccolo.
In tale concezione, si noti, non esiste una razionalità nello sviluppo delle cose all’interno della Società, poiché secondo l’Ideologia darwinista i cambiamenti nella Storia sono avvenuti, attraverso una successione di fatti accidentali <vedi a proposito di Darwin il cap. “Il negativismo positivista” nel testo “La manipolazione delle masse”>. E quindi (in particolare secondo il Socialismo attuale, che è di matrice Marxiana) la Società si evolve non in base ad un disegno razionale posto in essere dagli Uomini, ma in base allo sviluppo degli istinti di base dell’Uomo, che sarebbero violenti (per Marx “la violenza è la .levatrice della storia”, e quindi solo con la violenza si può avere uno sviluppo della Società).
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Marx afferma appunto che «La storia di ogni società sinora esistita è storia di lotte di classe.». Egli vede cioè la Società come storicamente basata su un conflitto, e non su una cooperazione tra le persone (come detto più avanti gli “Ideologi” del Pensiero moderno socialista non prendevano in considerazione il modello tradizionale di società semplicemente perché non lo conoscevano).
Nella dimensione del Socialismo l’unico modo per ottenere benessere è eliminare una classe sociale, poichè fino ad allora vi sarà un “conflitto di classe” che impedirà di avere una condizione di pace (per Marx «Non vi è progresso senza conflitto: questa è la legge che la civiltà ha seguito fino ai nostri giorni.» ).
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É necessario porre l’attenzione sul reale significato della “filosofia” socialista, poiché in essa
l’unica forma possibile di impegno sociale non è un impegno costruttivo rispetto alla comunità sociale, ma sarebbe un impegno di “lotta” contro le persone che costituirebbero il male
(un impedimento alla condizione condizione di pace sociale).
Ovviamente in tale dimensione di pensiero si è condannati a vivere eternamente in una condizione di malessere.
Nessuno infatti, in tale contesto, è in grado di dire quanto si sia effettivamente soppressa la Classe di persone che deve essere eliminata: anche dove è stato pienamente realizzato, nel Comunismo si è sempre mantenuto il focus sul combattere – con ogni mezzo -un nemico interno alla società .
Il problema è infatti che il Socialismo (in questo caso il cosiddetto Socialismo reale), a causa della sua natura che gli impedisce di vedere l’aspetto costruttivo della Società, continua inevitabilmente a produrre malessere, e la mente dei Governanti in tale contesto, continua a cercare un “nemico” da eliminare che viene individuato come causa di tale malessere.
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É per tale ragione che il Socialismo ha sempre e comunque mancato l’obiettivo di sviluppare benessere (ha sempre e comunque creato situazione drammatiche dove esso è stato adottato). <vedi il cap. “The substantial differences between Democracy and Socialism” nel mio articolo “What is social-democracy: state sovereignty (differences between Socialism and Democracy)”>
Più nello specifico l’Ideologia Socialdemocratica è fondata sulla visione di un aspetto degenerato della società rispetto a quello del modello di Società tradizionale, nel quale vi è scarsità ad ogni livello.
Ovvero il problema è che nel modo di vedere la Società del Socialismo:
● non si prende in considerazione il modello di Società tradizionale che ha funzionato sviluppando un reale benessere per millenni (come si è detto, tali ideologi avevano unicamente esperienza della condizioni terribili della nuovo Società industriale dell’800, e non conoscevano affatto la vita del Villaggio di tipo tradizionale).
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Ed inoltre nell’Ideologia socialista (e più in generale nell’Ideologia della modernità)
● non si ha la consapevolezza delle reali potenzialità degli Esseri umani, ossia della loro capacità di essere in grado di badare a se stessi, e quindi dare una apporto positivo alla comunità: è per tale convinzione preconcetta che oggi si pensa che una società “naturale” non possa che produrre malessere, e che sia quindi necessario di creare un “Ordine nuovo” artificiale, nella quale, tra le altre cose, si attua un “re-distribuzione delle ricchezze” [vedi un capitolo precedente “L’ideologia come trappola culturale che impedisce di risolvere i problemi”]
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In altri termini nella attuale Ideologia si vede il proprio malessere come la colpa di “qualcun altro” (a differenza della visione tradizionale nella quale il malessere è considerato essere come una propria mancanza). E quindi si pensa che invece si migliorare il proprio impegno sia necessario “lottare”.
In tale visione della realtà proprio non è possibile concepire strategie costruttive che portino un effettivo benessere (ci si limita a cercare di eliminare le persone che sarebbero la causa del malessere).
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E di conseguenza, pensando che la Società sviluppata in modo spontaneo dall’Uomo non possa che essere conflittuale, si arriva alla conclusione che per far funzionare la società sia necessaria la presenza di Istituzioni governative impositive (lo Stato sociale moderno tipico delle “Politiche della Sinistra”).
LE QUALITÀ FONDAMENTALI DELLA SOCIETÀ CHE SI SVILUPPANO SPONTANEAMENTE QUANDO ESISTONO LE CONDIZIONI PRECEDENTI
Vediamo quindi come le due precondizioni viste in precedenza – (1) famiglia che si estende a tutto il Villaggio, e (2) individui responsabili di se stessi – permettano di sviluppare spontaneamente alcuni fattori determinanti per lo sviluppo di una società in grado di fornire un reale benessere: ● senso di solidarietà e ● attitudine alla cooperazione.
Solidarismo, associazionismo e attitudine alla cooperazione
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●●
SOLIDARISMO, ASSOCIAZIONISMO
Lo sviluppo delle Famiglia (che nella condizione nomadica non era possibile realizzare) che si è avuto con la creazione del Villaggio è stato determinante per ottenere il nuovo benessere: essa permetteva appunto di apportare nuovi fattori positivi alla Comunità sociale.
Uno di questi fattori è l’estensione delle qualità affettive della Famiglia all’intera Comunità sociale. Ossia lo sviluppo di un senso di solidarietà che produce una forma di associazionismo spontaneo.
Questo spontaneo senso di collaborazione tra le persone ha caratterizzato per millenni la vita nel Villaggio tradizionale poiché in esso vi è una condivisione di Valori e Fini che porta allo sviluppo di un senso di carità.
[wiki] « Carità è un termine che indica un grande amore incondizionato, disinteressato e fraterno. Nella teologia cattolica è una delle tre virtù teologali, insieme a fede e speranza.
Lo stesso termine si utilizza anche in riferimento all’atto dell’elemosina (nell’espressione “fare la carità”) e in riferimento a ogni forma di volontariato. >
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Oggi l’associazionismo può essere favorito grazie ai trend che portano all’attivazione di iniziative nelle quali le persone creano un gruppo per organizzare meglio alcuni aspetti della loro vita.
Anche un tempo gli abitanti della comunità erano soliti ritrovarsi a tale scopo in luoghi pubblici: ad esempio per svolgere attività di svago di gruppo come giocare a carte, alle bocce, ecc … (di recente ciò avveniva al Circolo di quartiere), per organizzare momenti conviviali (come le corvee di lavoro per manutenere la i beni della comunità, per organizzare forme di assistenza (ciò solitamente ciò avveniva della Chiesa del luogo).
<vedi mio articolo “Associazionismo come espressione della partecipazione dei Cittadini alla gestione del territorio“>
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Ovviamente un forte senso di solidarietà si può avere solo in comunità che siano nate con l’aggregazione di persone che condividono gli stessi Valori (come è stato ad esempio per la creazione dei Villaggi dei Coloni del Nord America) [vedi in precedenza il capitolo “Il punto critico dell’aggregazione delle persone”]. Ma una senso di solidarietà tra le persone si può sviluppare anche con attività che hanno preso piede negli ultime tempi come quelle del Placemaking nella quale gli abitanti della Città possono effettivamente mettere in piedi iniziative costruttive all’interno dei loro quartieri (come l’organizzazione di strutture e servizi di pubblica utilità: i genitori possono ad esempio organizzare attività post-scuola) [sul Placemaking vedi un approfondimento nel vol. 3 – o il mio già citato articolo “La necessità di ridefinire il concetto di Città (e di government della città)”]
●●
ATTITUDINE ALLA COOPERAZIONE
Se il senso di solidarietà, e la tendenza naturale a creare gruppi con altre persone (associarsi) sono fondamentali perché si sviluppi una Comunità sociale in grado di creare un effettivo benessere, è anche necessario che in essa le persone sviluppino una abitudine a svolgere i lavori in modalità collaborativa.
Ciò vale tanto
● per una parte delle attività “private” (ancora oggi nelle aree rurali i contadini svolgono modalità di in cooperazione lavori come raccolta e trebbiatura del grano e riparazione di case) e “pubbliche”, come la gestione del territorio (creazione di canali, corvee per la manutenzione delle strade, ecc …).
Un esempio significativo è quello delle comunità degli Amish.
● per l’amministrazione/government della Comunità sociale [a questo argomento è dedicato il capitolo successivo].
A questo proposito si deve notare come gli abitanti del Villaggio di tipo tradizionale sviluppavano una continua attività di gestione della Comunità con meeting ai quali essi partecipavano direttamente; e come i lavori deliberati in tali riunioni si basassero sull’intervento collaborativo diretto degli abitanti (non si ricorreva a spese in denaro per pagare qualcuno che facesse i lavori).
Ricordiamo che il Villaggio tradizionale era basato su un government maggiormente democratico rispetto a quello attuale, poiché in tale contesto solo quei cittadini interessati all’uso di un’opera pubblica ne finanziavano la costruzione ed il mantenimento (si tratta di quella modalità definita option-out). [vedi in precedenza il capitolo “La necessità di comprendere come il modello di sviluppo spontaneo della comunità sia radicalmente differente da quello utilizzato oggi”]
[ulteriori considerazioni sulla attitudine alla cooperazione si trovano nel precedente capitolo “●Capacità di cooperazione nel risolvere i problemi della Comunità”]
Come è possibile recuperare solidarismo, associazionismo ed abitudine a svolgere i lavori in modalità collaborativa
Il recupero di questi aspetti della dimensione tradizionale del Villaggio è una delle questioni più critiche poiché oggi lo sviluppo di tali aspetti è inibito (o impedito):
● a livello culturale: da fattori come il già citato sviluppo dell’individualismo indotto dagli adempimenti richiesti dallo Stato impositivo e da una formazione errata dei giovani [vedi il capitolo precedente “Individualismo (de-responsabilizzazione) delle persone”]. A causa di ciò oggi le persone proprio non sanno quali sono le potenzialità dell’essere umano, né sanno organizzarsi dal punto di vista operativo per sviluppare da sé iniziative di soddisfazione dei loro bisogni.
● a livello materiale: dalla strutturazione della Società (del Government) che ha impostato la vita sul territorio in un modo che impone modalità di vita nelle quali non è possibile agire in modo “comunitario” (sostanzialmente lo Stato moderno mantiene i Cittadini in una condizione di separazione degli uni dagli altri). E dal sistema del Consumismo moderno, nel quale tutto verte sull’aspetto materiale della vita, condizione nella quale si vengono a perdere aspetti non-materiali (non-monetari) come il senso di solidarietà verso i concittadini, e l’abitudine spontanea ad associarsi con altri.
In realtà lo Stato moderno, che per mantenere il suo potere deve detenere il monopolio delle attività di soddisfazione dei bisogni, proibisce esplicitamente le iniziative di volontariato dei Cittadini (esso, ad esempio, ha abolito le Società di mutuo soccorso che negli USA agli inizi del ‘900 permettevano agli operai di avere una assistenza Sanitaria al costo di una giornata lavorativa).
<si veda il capitolo “The need to reflect on the qualities of government by the citizen” nel mio articolo “The need to develop a dimension of effective participation in the government of citizens (bottom-up governance modality)”>
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Quindi, riassumendo, per rimediare alla attuale impossibilità delle persone di associarsi con altre persone per collaborare nella soluzioni di problemi presenti sul territorio:
► è necessario ricreare la dimensione culturale del Villaggio tradizionale, operando con una educazione dei giovani che li renda consapevoli delle loro potenzialità, e insegni ad essi a sviluppare le loro potenzialità (sia quelle generali dell’essere umano, sia i loro talenti specifici).
Un’educazione che faccia comprendere ai futuri adulti come gli esseri umani sviluppino meglio le loro azioni quando agiscono in gruppo che non quando sono separati gli uni dagli altri.
Ovviamente questa “operazione culturale” deve essere anche mirata agli individui adulti, ma senza incorrere nella trappola dell’Ideologia nella quale si pensa di sapere cosa vada insegnato alle altre persone: si tratta di seguire un metodo maieutico nel quale le persone imparino da sé ciò che della Cultura tradizionale è stato “cancellato” con la modernità.
[si veda il precedente capitolo “La necessità di ricostruire l’eco-sistema culturale”]
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► a livello materiale è necessaria una ristrutturazione dell’organizzazione del territorio (all’approfondimento di questo argomento è dedicato il vol. 3).
In questo ambito è ovviamente auspicabile creare una Comunità ex-novo. Ma con espedienti come il già citato Placemaking è possibile riuscire ad organizzare attività “cooperative” sul territorio.
Le qualità fondamentali dal punto di vista dell’organizzazione della società (della governance)
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Si è detto che in una Comunità sociale che sia fondata secondo i criteri del modello di Sociale tradizionale (ad esempio quello applicato dai Coloni del Nord America) si ha la possibilità di avere un Villaggio che è come una unica famiglia estesa, con individui che sono effettivamente responsabili della loro vita (privata e sociale). E che tale Comunità funziona creando un reale benessere perché in essa si sviluppano spontaneamente qualità come senso di solidarietà, spontaneo associazionismo e attitudine alla cooperazione.
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Laddove vi sono questi requisiti la questione del government si risolve in modo automatico: le persone sono portate spontaneamente ad occuparsi direttamente dell’organizzazione della loro Comunità senza né doversi appoggiare ad istituzioni esterne, né dover creare un sistema di rappresentanza e una struttura burocratica.
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Per comprendere come si possa arrivare ad una organizzazione della società (di government) di tale tipo è necessario considerare che nella nuova dimensione – come è stato per millenni nel Villaggio – il government:
1) deve essere in qualche modo autonomo dai vari livelli di government/amministrazione “sovra-locale” (Comune, Regione, Stato).
E si deve anche considerare che:
2) è possibile arrivare a tali condizione di autonomia in modo graduale.
Ovvero è necessario segue strategie a due livelli:
– a livello locale: operando già dall’inizio della progettazione della Comunità per ottenere condizioni favorevoli da parte delle varie Istituzioni governative in carica sul territorio (molte sono le strategie possibili a questo livello, come dimostrano i casi già esistenti).
– ad un livello superiore a quello locale, è successivamente possibile ottenere – attraverso strategie politiche sviluppate a livello nazionale – un miglioramento del quadro legislativo generale [vedi i prossimi paragrafi].
Gli accordi da stipulare a livello locale
Per quanto riguarda il livello locale la strada è già tracciata dai molti casi di comunità di questo tipo esistenti, che sostanzialmente consiste nel contrattare con le autorità locali per ottenere vantaggi per quanto riguarda la regolamentazione urbanistica, i tributi, ecc ..
Molte sono le possibilità in questo senso, illustrate nel Vol. 3
Ricordiamo che una delle peculiarità di tale tipo di comunità qui trattata è di essere sostanzialmente come un unico condominio nel quale tutte le strutture “pubbliche” sono incluse in una proprietà privata (essa è come una sorta di cortile del condominio).
E che le strutture comuni sono costruite direttamente dagli abitanti del Villaggio (nel quale vi sono tutte le competenze necessarie (probabilmente si tratta di Imprese in regime fiscale facilitato) in modalità collaborativa (prevalentemente volontariato), e quindi con costi minimi.
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Il successo di queste contrattazioni deriva anche dal fatto che:
– il Comune ospitante ha un interesse pecuniario nell’includere una nuova comunità di persone che si prevede si serviranno del servizi e negozi presenti sul suo territorio.
– si tratta di una iniziativa “politically correct” dalla quale il Comune ospitante può ottenere ottimi benefici, come ricevere sovvenzioni dallo Stato o dalla UE. Ma anche ottenere visibilità mediatica, dando ai Politici locali un buon vantaggio per le loro carriere.
Per questo suo status la Comunità può ottenere direttamente notevoli vantaggi, come facilitazioni (come eccezioni alla regole fiscali e burocratiche), ed anche sovvenzioni.
Le facilitazioni possono essere “eccezioni” ai regolamenti esistenti, ad esempio per lo smaltimento dei rifiuti (in una comunità del genere i rifiuti sono enormemente inferiori, e si può pagare solo per il ridotto numero di cassonetti esterni).
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Come detto in altri punti, per facilitare lo sviluppo di queste Comunità basate sul modello tradizionale del Villaggio è possibile operare per cambiare – nel lungo periodo – il quadro legislativo generale.
Una volta raggiunto un livello critico di consenso della popolazione nei confronti di tale tipo di iniziative i Politici sono costretti a facilitare in qualche modo la loro attuazione.
[vedi in precedenza nel capitolo “Le precondizioni necessarie per poter sviluppare una tale tipo di government autonomo rispetto ad un Governo centrale” il punto “● reintroducendo una autonomia legislativa dalle Istituzioni ufficiali”]
I prerequisiti di una buona governance
Por potere realizzare buoni processi di organizzazione della comunità è ovviamente necessario avere, a monte di tutto, le qualità viste in altri punti del documento:
● una corretta aggregazione delle persone
Senza un corretto processo di aggregazione delle persone (nel quale si riuniscono persone che condividono gli stessi Valori e Fini) non è possibile avere una organizzazione della comunità (government) che si sviluppa in modo spontaneo verso la realizzazione di un “bene comune” (ovvero di un reale benessere).
[vedi in precedenza il capitolo “Il punto critico dell’aggregazione delle persone (integrazione)”]
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● una attitudine degli abitanti all’autogestione
Considerando che oggi anche nelle persone meglio disposte verso il fine della Comunità in questione manca una attitudine alla gestione diretta dell’organizzazione della propria Comunità, è necessario recuperare tale qualità.
Il processo di costituzione della Comunità sociale di tipo tradizionale deve quindi essere preceduto da un processo nel quale i futuri abitanti della comunità sviluppano quelle competenze che saranno necessarie nel government del Villaggio [vedi a tal proposito il precedente capitolo “Le precondizioni necessarie per lo sviluppo spontaneo di un reale benessere: le qualità umane da recuperare”]
► PER UN RITORNO A TECNOLGIE A MISURA D’UOMO
QUESTO CAPITOLO
È UNA SINTESI DEL CAPITOLO IN APPENDICE
“Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo del benessere”
(attualmente in sviluppo)
[vedi nella appendice “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo del benessere” il cap. “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo di benessere nella società: verso un uso sostenibile delle nuove tecnologie”]
OPPORTUNITÀ E FACILITAZIONI OFFERTE DALLA CONGIUNTURA ATTUALE
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Il prossimo volume (vol. 3) è la parte dedicata agli aspetti operativi della creazione di una Comunità basata sul modello del Villaggio tradizionale.
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In questa sezione del vol. 2 si analizza più in generale come tale realizzazione sia effettivamente possibile.
É innanzitutto necessario puntualizzare che:
– il progetto qui esposto non è una utopia, ma è già stato realizzato con successo per millenni.
– il progetto è di relativamente facile realizzazione per il fatto che i tempi sono maturi per tale tipo di iniziativa.
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In questo capitolo vediamo appunto come la creazione di soluzioni specifiche per arrivare a definire una comunità sociale di tipo tradizionale – che sia gestita in modo efficace direttamente dai suoi abitanti – oggi sia facilitata da alcune opportunità:
► opportunità “in negativo”: i problemi della nostra Società hanno raggiunto un livello di gravità che
in un sempre maggior numero di persone
cresce la consapevolezza che se si vuole sopravvivere
è necessario cambiare in modo sostanziale le modalità di vita attuali
(di cambiare il modello di organizzazione della Società).
Da 2021 alcune imposizioni dello Stato hanno creato un insostenibile livello di povertà e un notevole aumento della mortalità ( Si tratta di misure come quelle prese nel campo nella Sanità (impedimento alle cure già esistenti per il Covid; obbligo di vaccinazioni che non vaccinano affatto, e che producono effetti collaterali molto gravi); lockdown in netto contrasto con libertà costituzionali degli individui), o in campo economico (come la distruzione creativa” di M. Draghi, che tra le altre cose prevede il “fallimento” economico di professionisti e piccole imprese; ed un aumento insostenibile di beni fondamentali ed energie); o la restrizione delle libertà dei “dissidenti”, come la chiusura dei Conti in Banca, l’espulsione dai Social network, ecc …
Questi problemi aumentano appunto la consapevolezza della necessità impellente – per riuscire a sopravvivere – di provare qualsiasi alternativa all’attuale modello di società (il cui fallimento definitivo, tra le altre cose, è stato sancito anche delle Istituzioni governative ufficiali con la frase ““fine dell’era dell’abbondanza” “).
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► opportunità “in positivo”: come vedremo nel capitolo “La nascita di nuovi trend che portano le persone ad essere indipendenti dal mercato e dalle istituzioni governative”,
oggi stanno emergendo dei fattori
che possono facilitare il cambiamento
verso il modello di società di tipo tradizionale
(organizzato direttamente dei Cittadini).
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I fattori che fungono da facilitatori “in positivo” del cambiamento sono, tra gli altri:
● nuove “practices” che si stanno sviluppando spontaneamente nella Società occidentale (vedi ad esempio comunità di eco-villaggi come quelle della cosiddetta permaculture).
● nuove “tecnologie sostenibili” (molto economiche e di facile gestione per gli utenti comuni).
Si tratta di tecnologie software e hardware che facilitano, tra le altre cose:
– l’auto-gestione di sistemi complessi: molti sono i casi che oggi dimostrano di funzionare creando maggior benessere di quello disponibile nella società “istituzionale”). ..
– l’auto-produzione, fattore determinante per recuperare il benessere perduto.
L’AUTODISTRUZIONE DELL’OCCIDENTE: L’ATTUALE CRISI DELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE COME OPPORTUNITÀ DI CAMBIAMENTO
Quindi i gravi problemi creati dall’attuale Sistema sociale occidentale rappresentino una facilitazione per il cambiamento verso un nuovo (ma antico) modello di società per il fatto che essi aumentano nelle persone:
1) la consapevolezza dell’impossibilità di sopravvivere continuando a vivere nell’attuale modello di Società.
Ciò che è evidenziato anche dai dati istituzionali è che la Società occidentale ha raggiunto il livello più basso di qualità della vita (di insostenibilità).
In Italia ad esempio i dati ufficiali (ISTAT) ci dicono che nel 2020 5,6 milioni di persone (il 10% della popolazione) si sono trovate in povertà assoluta, senza avere la possibilità di sostenere le spese essenziali per la sopravvivenza (ossia senza riuscire a soddisfare i bisogni legati al cibo, all’affitto, al riscaldamento e all’abbigliamento – un aumento di più del 15% in tre anni).
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2) la consapevolezza che la crisi del Sistema di vita moderno è irreversibile, poiché:
● è esso stesso a creare i gravi problemi che affliggono le popolazioni occidentali.
Si parla dei problemi come il cambiamento climatico, i super-virus, la crisi economica (inflazione), i quali sono prodotti dalle politiche congiunte di Government e Mercato (fondamentalmente dal nuovo Capitalismo: il Crony Capitalism).
● le istituzioni moderne non sono in grado rimediare ai problemi che hanno creato (anzi, i problemi si fanno sempre più gravi).
Il fatto è che ormai è evidente che anche i migliori esperti non non hanno idea di come si possano risolvere gli attuali problemi. Anzi, il gruppo dei più importanti Governanti a livello globale ha ammesso che si è arrivati alla “fine dell’era dell’abbondanza”.
[su come i problemi della nostra società siano uno stimolo a cambiare, si veda in precedenza il cap “Perché il cambiamento qui prospettato all’atto pratico è facile ed economico“]
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Ciò che si comincia a comprendere è sostanzialmente che
l’attuale sistema di organizzazione della Società occidentale
sta paradossalmente creando le condizioni di una sua autodistruzione.
Ciò che manca ancora per indurre le persone a cambiare è che esse non sanno che vi sono della alternative alla attuale modello di Società. Ma cominciano comunque a fare molta attenzione a chi indica soluzioni alternative.
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Nelle prossime pagine vediamo quali sono alcuni fattori negativi che stanno peggiorando le condizioni della popolazione (ed aumentando consapevolezza della necessità di cambiare in modo radicale il modello di società).
L’INCOMPETENZA DIFFUSA E I DANNI CAUSATI DA ESSA A LIVELLO DI GOVERNMENT E DI MERCATO
Tra i fattori negativi della attuale Società occidentale che aumentano la consapevolezza che essa sia destinata a peggiorare, e quindi che sia assolutamente necessario cambiare radicalmente l’organizzazione della Società, vi è l’incompetenza diffusa ormai ad ogni livello del Government (ed ultimamente anche del Mercato).
Questa incompetenza influisce in modo molto negativo sulla vita dei Cittadini in vari ambivi delle strutture pubbliche:
– nell’Educazione scolastica: non solo i giovani crescono senza le capacità necessarie per affrontare le future professioni, ma la loro salute mentale viene compromessa (essi vengono a mancare della capacità di affrontare le questioni importanti della vita: sempre persone ricorrono alle cure degli Psicologi, e all’uso di psicofarmaci – in alcune nazioni europee ciò vale per quasi il 15% delle persone).
– nel Welfare dove le strutture non funzionano più (per ottenere una visita medica in tempi sostenibili, è necessario ricorrere a visite a pagamento), e sono causa della morte di molte persone (si arriva alla situazione paradossale nella quale le strutture pubbliche, come è per quelle della Sanità, operano creando gravi problemi alle persone, come nel caso in cui esse hanno seguito il protocollo “vigile attesa” per il Covid).
Ed inoltre non vi è più la garanzia di avere una Pensione, e i trasporti pubblici sono nel caos.
– nel settore della Sicurezza pubblica, dove le politiche istituzionali, le Forze dell’0rdine e la Magistratura hanno creato una situazione di minaccia mortale nelle città.
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Ricordiamo che l’aspetto paradossale della attuale situazione catastrofica delle strutture di Assistenza pubblica è che la Democrazia moderna ha portato le persone alla dipendenza da tali strutture, per cui il loro fallimento diviene un dramma per i Cittadini.
I Cittadini, di fatto, in tale tipo di società, sono diventati essi stessi incompetenti rispetto alla “questioni di vita”, e quindi non sono più in grado di risolvere da sé nemmeno i problemi più semplici. [vedi in precedenza il punto “il profondo decadimento del livello culturale (la perdita dei “life skills”” nel capitolo “I problemi intrinseci all’Essere umano moderno (un individuo profondamente trasformato)”]
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Come vedremo nelle prossime pagine, l’incompetenza è divenuta una caratteristica di base anche del Mercato, nel quale nelle aziende sono stati sostituiti gli Imprenditori (quelli che avevano “le competenze” rispetto al come si soddisfano i bisogni delle persone) con i Manager (i quali sono degli yes-man il cui unico fine e portare profitti – a qualsiasi costo – ai loro boss delle Grandi multinazionali finanziarie).
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Ciò avviene perché il Mercato – che è sempre più dominato del Capitalismo finanziario il quale ha assorbito le originali imprese di successo – pensa di aver raggiunto una posizione di potere assoluto nella quale esso può ignorare i reali bisogni dei Consumatori grazie alla capacità di vendere qualsiasi cosa grazie con l’azione combinata del bombardamento della pubblicità e di una “informazione” mediatica totalmente di parte. E di Politiche governative atte a favorire i loro business.
L’azione combinata del Crony Capitalism del “Mercato globale” e degli attuali Governi si vede, tra le altre cose, nel fatto che i Governi abbiano tollerato e finanziato i centri di ricerca per la produzione dei “super-virus”, e poi abbiano obbligato le popolazione a vaccinarsi contro tale super-virus.
Ma più in generale i Governi costringono i Consumatori ad acquistare nuovi prodotti quando quelli precedenti sono ancora funzionanti (mettendo questi ultimi fuori legge, come avviene per la Auto).
In effetti in questa nuova condizione il Mercato non è più interessato a sviluppare qualità del prodotto, ovvero esso si sente totalmente indipendente dalle opinioni dei Consumatori (indipendente dalla legge di Domanda & Offerta che da sempre ha regolate il Mercato).
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Il problema è che il Mercato sta commettendo lo stesso errore dei Governanti: immersi nell’Ideologia moderna, secondo la quale non è più necessario fare i conti con la realtà, ignora dei fattori che alla fine risultano essere fatali per esso.
Nello specifico l’idea di poter vendere all’infinito a qualsiasi prezzo prodotti privi di qualità (per il fatto che i Consumatori non hanno più libertà di scelta) ad un certo punto fallisce poiché i consumatori muoiono letteralmente di fame, e non comperano più nulla (anche la possibilità di fare debiti si sta esaurendo – oggi in Italia l’indebitamento medio di una famiglia è di 21.000 €).
In realtà non è detta l’ultima parola: la speranza del Mercato (le Grandi multinazionali finanziarie riunite nel World Economic Forum) è riposta nel programma della “distruzione creativa” con il quale esso mira ad arrivare ad una condizione, quella illustrata nell’”Agenda 2030”, nella quale esse detengono un potere assoluto. [vedi in precedenza il capitolo “Il Transumanesimo come ultima applicazione dell’Ideologia moderna” ed il testo completo del “Manifesto” del World Economic Forum su Forbes]
Ciò che i leader del Mercato non comprendono
è che in ultima istanza sono essi a dipendere dalla popolazione,
e non viceversa.
[vedi più avanti le considerazioni su come i Monarchi siano più consapevoli di ciò nel cap. “Le conseguenze negative dell’incompetenza che facilitano il cambiamento “]
<si veda a proposito della crisi del Mercato il cap. “Il problema in essenza: un mercato di soli venditori” nel mio articolo “The problems of the society and the market”>
Gli utili idioti: il paradosso dell’inefficienza moderna, che è stata imposta dalle istituzioni e che è divenuta la causa del loro collasso
L’inefficienza deriva paradossalmente dal fatto che l’incompetenza è stata diffusa appositamente della Istituzioni (governative e del Mercato) per favorire il “nuovo ordine” politico e del Capitalismo.
Ovvero è necessario comprendere che
l’incompetenza non è un errore del sistema,
ma è un elemento strategico fondamentale:
essa è stata diffusa appositamente della Istituzioni (governative e del Mercato) per favorire il “nuovo ordine” politico e del Capitalismo.
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In altre parole il “Sistema” ha diffuso l’inefficienza nella società perché aveva bisogno di persone con bassa capacità di ragionare per contro proprio e con uno scarso livello culturale (qualcuno li definisce gli “utili idioti”). Tali persone sono indispensabili per mandare avanti un Sistema sociale (Government, Amministrazione) fondato su una base ideologica (ossia su concetti astratti nei confronti dei quali il “buon senso” tradizionale entra in conflitto).
Questi utili “ingenui”, i quali non ragionano su ciò che gli viene detto di fare e di credere (non sono proprio in grado di farlo), sono quindi stati determinanti nello sviluppare Politiche governative e strategie di Mercato che avrebbero creato conflitti con coscienze “maggiormente sviluppate” (come quelle degli abitanti di un villaggio tradizionale): infatti oggi l’Ideologia moderna (l’imposizione delle regole della Stato centrale) incontra molte difficoltà nelle piccole Town di provincia USA, la quali stanno cominciando a ribellarsi allo Stato di Washington.
(si rifletta sul fatto di come i giornalisti oggi scrivano articoli nei quali si sostengono idee clamorosamente errate senza comprendere di come possano essere giudicati).
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Più nello specifico questa incompetenza si sviluppa nei seguenti ambiti:
► PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: l’incompetenza porta al collasso della Pubblica amministrazione
Qui sono necessarie persone che si attengano alle indicazioni dei superiori senza ragionare, come si vede oggi nella diffusione di importanti personaggi della Politica, che, con convinzione, affermano cose non sostenibili nemmeno davanti alla maestra di una Scuola elementare.
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Si tratta di affermazioni come: i Coloni americani erano dall’inizio degli schiavisti, e i Bianchi sono per loro natura dei terroristi – non esiste un sesso biologico (e nei bambini di 5 anni è già sviluppata la sessualità, e quindi possono decidere di cambiare sesso – senza che i genitori ne vengano informati); devono essere vietati racconti come Biancaneve e i 7 nani (nelle nuove versioni di Disney sono spariti in nani) – le persone che passano illegalmente i confini di una Nazione sono una risorsa importante per essa (ed essi non posano essere condannati anche quando commettono crimini violenti) – non è vero che stampare moneta produca inflazione (anche se sono puntualmente smentiti).
Ciò vale anche per i giornalisti che diffondono tali informazioni.
In questo modo
l’Establishment è riuscito a creare
una situazione di ignoranza diffusa
come quella che si ha in Russia dove Politici e Giornalisti insistono senza pudore nel descrivere l’assalto all’Ucraina come una “operazione speciale” fatta per salvare la Russia (e la popolazione Russa ci crede).
Si noti che quando si parla di Establishment oggi si parla sia di destra che di sinistra, che si sono unite per creare un “Partito unico” per poter realizzare obiettivi comuni di Politici Mercato.
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Il problema per il “Sistema” è che in Occidente
– non tutti credono alla nuova narrativa divulgata da questi Politici e Giornalisti privi di cultura, e l’Establishment non è in grado di censurare tutti questi “dissidenti” (il problema è che fino a che rimangono attive voci dissidenti, il Potere assoluto di Politica e Mercato non può essere consolidato),
Ovvero il problema per l’Establishment è che la discrepanza tra le informazioni propinate alla popolazione ed i fatti (tangibili) è troppo forte, come avviene nel caso della tesi che le “vaccinazioni” proteggano dalla malattia, e non abbiano effetti negativi significativi.
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– come si è detto per le Town USA, i Cittadini cominciano a ribellarsi.
Essi si ribellano, ad esempio, nei confronti dei Programmi scolastici, delle nuove norme restrittive (come censure, limitazioni delle attività imprenditoriali, lockdown e obbligo di vaccinazione, magistratura che rilascia criminali altamente pericolosi i quali approfittano della loro libertà per commettere nuovi crimini violenti.
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Il problema per i Governi è cioè che oggi questa strategia di mantenimento di una “egemonia culturale” che tiene la popolazione (Politici, funzionari, Cittadini, ecc …) in una condizione di profonda ignoranza, ha raggiunto un livello tale che non è più possibile per essi trovare delle persone dotate di un minimo di intelligenza per guidare la Pubblica amministrazione in modo efficace, per cui tutto il sistema comincia a crollare (i danni prodotti da tale tipo di government sono tale che le persone, appunto, cominciano a ribellarsi ad esso).
<vedi
– il cap. “Il problema culturale” nel vol. 1.
– il capitolo “Brief history of the origin of the concept of Cultural Hegemony” nel mio testo “Handling the masses – the civilization of ideologies: from the community of man to the mass society”>
► MERCATO: l’incompetenza porta il Mercato ad una crisi cronica
Per comprendere il problema che affligge in misura sempre maggiore il Mercato è necessario riassumere cosa sta accadendo in esso. Ossia comprendere il fatto che in realtà vi sono due opposte realtà del Mercato:
● il Mercato tradizionale – oggi praticamente inesistente – in funzione da millenni basato su persone che erano in grado di offrire prodotti che soddisfacevano dei bisogni della popolazione (persone oggi definite “imprenditori”). Un Mercato che nei testi fondamentali come quelli di Adam Smith era considerato essere l’unica forma di Mercato possibile.
● il nuovo Mercato “rivoluzionato” dal Capitalismo finanziario, nel quale una elite di persone ha assunto un potere quasi assoluto ed ha assorbito gradualmente le aziende in origine messe in piedi dagli “Imprenditori”. Sostituendo tali creatori originali da Manager alle loro dipendenze.
Come detto in precedenza le strategie di questo nuovo mercato sono definite in sedi che rappresentano il Capitalismo finanziario globale come il World Economic Forum (ma anche il G30, il Bilderberg Group, ecc ..)
[vedi in precedenza il capitolo “Il Transumanesimo come ultima applicazione dell’Ideologia moderna” ed il testo completo del “Manifesto” del World Economic Forum su Forbes]
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Le strategie del nuovo Mercato che finiscono per decretarne il fallimento
Il problema per il Capitalismo finanziario è che ciò che esso che sta cercando di attuare è un Nuovo ordine “artificiale” rispetto al funzionamento fisiologico della Società umana.
Un ordine nel quale si cerca cioè di forzare i meccanismi psicologici delle persone inducendole a comportarsi in modo innaturale – in una modalità incompatibile con le loro facoltà di esseri sociali. E ciò fa saltare il funzionamento della “logica umana” che è alla base del funzionamento di qualsiasi Comunità sociale umana.
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Questo problema interessa anche il Mercato, il quale in essenza si basa anch’esso su tale “logica umana”.
In questo caso si tratta del meccanismo spontaneo che porta le persone che hanno dei bisogni a comperare qualcosa che può effettivamente soddisfare tali bisogni (si tratta di ciò che è definito come “legge della Domanda e dell’Offerta”)
Ovvero nella nuova fase del Mercato
il Capitalismo finanziario ha trovato il modo di vendere i suoi prodotti anche se essi non soddisfano nessun reale bisogno
(anche grazie alle “sinergie” con la Politica).
Tali sinergie tra la Politica ed il Mercato costringono ad esempio i Consumatori a sostituire prodotti che funzionano ancora poiché sono messi “fuori norma”. Dai Governanti. O a pagare tasse per mantenere in vita aziende in crisi per il fatto che offrono prodotti privi di un reale valore.
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In questo modo il nuovo Mercato crea gravi danni alla Società. E, di conseguenza, anche a se stesso.
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Più nello specifico il problema per il Mercato è che tale strategia produce povertà nella popolazione, la quale riesce a stento a sopravvivere, e non è più in grado di acquistare prodotti.
Si tenga conto che il rapporto di connivenza tra Mercato ed Istituzioni governative crea altri problemi rispetto a quello dell’”acquisto forzato” appena citato: problemi come l’inflazione e la disoccupazione dovuti alla gestione economica in chiave di “economia politica” (creati da strategie come quelle di correzione dei tassi di interesse o di stampa di nuovo denaro). O il problema della disoccupazione dovuta all’automazione di processi (la quale in questo caso è indotta dalle politiche del “salario minimo”). O ancora il trasferimento all’estero di importanti attività produttive (anche in questo caso favorito dalle policy delle istituzioni politiche).
[vedi in precedenza il cap. “Il problema a monte di tutto della connivenza tra Mercato ed Istituzioni governative (il Crony Capitalism)”]
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Più in generale il problema risiede nel fatto che questo nuovo Mercato – trasformandosi da una forma imprenditoriale (un dimensione di “libera iniziativa” nella quale persone comuni divengono imprenditori) all’attuale Capitalismo finanziario (nel quale le imprese vengono create da poche multinazionali) – ha raggiunto un livello di potere assoluto (monopolio), ed ha finito per
eliminare completamente
il vecchio ordinamento del “Mercato dell’imprenditoria” .
Ovvero, appunto, il problema di fondo è che
oggi non esiste più quella libertà di iniziativa che ha permesso fino all’ultimo secolo alle persone di applicare la propria creatività per soddisfare i bisogni della gente con nuovi prodotti.
[vedi in precedenza il cap. “La nuova concezione del “denaro”: il “Valore immaginario” del nuovo Mercato”]
<vedi il già citato capitolo “The lack of the entrepreneur figure” nel mio articolo nel mio articolo “Introduction to the Innova approach:the problems of the society and the market”>
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In altre parole il problema di fondo è che
l’attuale modalità di gestione della società
basata sulle nuove “Politiche economiche”
mina alla base l’intero ordinamento della Società occidentale.
Nuove Politiche economiche che sono appunto sviluppate in sinergia tra Mercato e Government.
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In tal modo si distruggono le basi di quell’ordinamento che aveva permesso per millenni alle società del mondo di produrre un reale benessere per la popolazione.
Le strategie del nuovo Mercato in quanto “Rivoluzione morbida”
Per comprendere perché il nuovo Mercato sia entrato in crisi è necessario comprendere come
quella attuata oggi dal sistema istituzionale Government/Mercato sia in essenza la Rivoluzione con la quale dall’Illuminismo si cerca di creare una società basata su un prevalere della “ragione” sulla spontaneità.
Idea di Rivoluzione incarnata inizialmente nella Rivoluzione francese e nella Rivoluzione Industriale. E successivamente, nel ‘900, dal più “estremo” tentativo delle Rivoluzioni comuniste.
Si veda nel mio articolo “The sharing of the socialist ideology between social democracy and the protagonists of global financial capitalism” come già negli anni ‘60 Rockfeller (ancora oggi a capo della “finanza globale”), sostenesse che per il bene dell’Umanità il nuovo Capitalismo finanziario avrebbe dovuto assumere il controllo delle Nazioni utilizzando il modello di government della Cina comunista di Mao (“Qualunque ne sia stato il prezzo, la Rivoluzione Cinese ha indubbiamente ottenuto dei risultati, non solo nel realizzare una amministrazione dello Stato più efficiente e rapida, ma anche nel promuovere una società ad alta moralità”.”).
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Più nello specifico oggi il nuovo Capitalismo finanziario delle multinazionali sta applicando la versione più “morbida” di tale tipo di rivoluzione: la versione modernizzata concepita dal fondatore del Partito Comunista Italiano Antonio Gramsci, il quale aveva compreso che è più facile dominare le persone operando sulla loro mente che non con la forza (la quale è stata appunto alla base delle rivoluzioni francese, industriale e comunista) [vedi nel vol. 1 il cap. “La Società moderna nasce con una imposizione alle popolazioni “].
<vedi anche i miei articoli “Hypno-governance: mass hypnosis” e “The birth of ideological strategies of mass management” in “Handling the masses – the civilization of ideologies: from the community of man to the mass society”>
Il problema del possibile fallimento delle strategie globali del nuovo Mercato (la lotta contro il tempo dell’Establishment)
Quindi il nuovo Mercato è entrato in crisi a causa delle sue stesse strategie.
A dire il vero il Mercato attualmente si basa proprio su tale crisi per realizzare i suoi obiettivi, e quindi esso potrebbe anche avere successo nel lungo periodo.
Ma analizzando a fondo la situazione si può ipotizzare che le attuali strategie del Mercato finanziario globale finiscano con il produrre una sua implosione (un fallimento al quale è impossibile rimediare) per il fatto che fino ad ora tutte le varie rivoluzioni mirate a sviluppare un autoritarismo assoluto sono immancabilmente fallite.
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Sostanzialmente per le persone che oggi hanno in mano il Potere finanziario globale si tratta di una lotta con il tempo: esse cercano di raggiungere una posizione di potere assoluto (descritto nel piano del World Economic Forum ”Agenda 2030”) nella quale le popolazioni dipendano completamente da loro (Mercato e Government).
La scommessa dell’Establishment attuale
è cioè incentrata sul fatto
che esso riesca ad arrivare ad una posizione di Potere assoluto
prima che il Sistema crolli definitivamente.
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Tale traguardo è molto ambizioso: si tratta di arrivare, come si afferma nell’Agenda 2030, al punto in cui i Cittadini non posseggano più alcuna proprietà (nemmeno denaro in banca), e quindi dipendano completamente dallo Stato (che a suo volta è sottomesso al Mercato) il quale, come in Unione sovietica, fornisce abitazione, trasporti e tutto ciò che serve per vivere.
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Si noti come, tra le altre cose,
tale modello di Società dipenda strettamente non più dal denaro,
ma dal “credito sociale”:
quel sistema basato su un punteggio
attribuito dallo Stato ad ogni Cittadino
in base al suo livello di conformazione con le “regole” stabilite da esso.
Si tratta del sistema già utilizzato in Cina, nel quale ad ogni Cittadino è attribuito un punteggio in base al quale esso può fruire di ciò che gli è necessario per vivere.
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Per arrivare a tal punto – come è specificato nell’agenda 2023 del WEF stilata da M. Draghi – l’obiettivo delle Multinazionali finanziarie è la creazione di un Mondo nel quale non vi saranno più le cose “come le conosciamo ora”: imprese, stipendi, banche, acquisto o affitto di abitazioni, tasse, elezioni, auto di proprietà, ecc …
Sostanzialmente nella nuova società vi sarà un Capitalismo di Stato molto simile a quello che c’è stato in Unione Sovietica, ed ora in Cina: la differenza è nel fatto che nei regimi comunisti lo Stato è anche il Mercato (i Politici sono il Mercato, nel senso che gestiscono direttamente qualsiasi azienda), mentre
nel nuovo Capitalismo di Stato
è il Mercato che governa le popolazioni soggiogando i governi.
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Si noti la potenza di questo sistema: in tale modello di società il punteggio “sociale” attribuito al Cittadino permette di escludere dalla vita civile chi assume posizioni non gradite ai governi.
Infatti, poiché in tale contesto non esiste più il denaro (non vi sono più stipendi, o professionisti che incassano parcelle) e qualsiasi elemento necessario per vivere viene fornito dallo Stato in base al punteggio del credito sociale, chi governa può costringere una persona a vivere con cibo estremamente razionato, a vivere praticamente come un homeless, a non usare i trasporti pubblici, ecc ..
Dove è il problema per il Mercato? (l’impossibilità di realizzare il “Monopolio perfetto”)
Il nuovo Mercato (guidato da entità come Bilderberg e WEF) pensa di vincere questa scommessa sul fatto che esso ad un certo punto raggiungerà
una condizione di Potere assoluto
che definisce un “punto di non ritorno”
al modello di Società attuale.
A quel punto sarà – secondo l’idea dell’Establishment – si sarà creata una situazione nella quale non vi saranno più problemi come povertà e disoccupazione. Come in Unione sovietica non sarà più necessario cercare un lavoro (i Cittadini dovranno semplicemente fare ciò che gli viene detto), non ci saranno più fallimenti (imprese e negozi saranno gestite direttamente dalle Multinazionali finanziarie). E poiché tutto sarà gestito dall’Intelligenza Artificiale non vi sarà più nemmeno la necessità di avere elezioni. <vedi il video>
<si vedano le sorgenti di tali dichiarazioni:
– il testo del “manifesto” dell’Agenda 2030 il cui titolo originale è “ originally titled “Welcome to 2030. I own nothing, have no privacy, and life has never been better”,“ dall’esponente del WEF Ida Auken, è ministro in Danimarca. https://www.youtube.com/watch?v=tHOmnDw_TYc
– sulla questione del superamento della necessità delle elezioni https://www.youtube.com/watch?v=ffvu6Mr1SVc&t=466s
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In effetti se l’Establishment del Capitalismo finanziario dovesse realizzare in modo compiuto il suo progetto, esso arriverebbe al potere assoluto garantito da un monopolio “perfetto” : i Governanti (Politica/Mercato) a quel punto non dipenderanno più dalla volontà della popolazione (ovvero essi potrà fare ciò che vogliono senza essere minimamente ostacolato di chi non è d’accordo con loro – anche se questi fossero una grande maggioranza).
A quel punto cioè l’Establishment sarà in grado di gestire la popolazione come se fosse un gregge mansueto: delle persone totalmente incapaci di ragionare da sé possono funzionare come meccanismi di una della mega-macchina sociale.
È necessario chiarire quali sono i concetti su cui si basa tale strategia.
Si parla l’idea del “Popolo bue” definita agli inizi del ‘900 dal teorico dell’industria moderna, Frederick Taylor, molto apprezzato da Stalin: una persona in grado di ragionare può distrarsi rispetto allo svolgimento del compito che gli è stato assegnato, ed in tal modo ridurre la sua efficienza sociale (ovvero un individuo la cui mente non sia perfettamente allineata al modo di ragionare standard di un sistema costituisce un grave intoppo per una Società razionale).
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Tale tipo di società non sarebbe altro che la Mega-macchina. Termine utilizzato in passato da Eric Formm – uno dei più importanti psicologi del ‘900 – che predisse che si sarebbe arrivati ad un sistema di vita totalmente razionalizzato nel quale le persone non sono che l’estensione delle macchine (oggi si direbbe dei computer), sviluppando un individualismo che avrebbe portato caos.
Si tratta di concezione contro la quale si erano già schierati filosofi antichi Socrate e Platone, che intuivano come il tentativo di razionalizzare la vita delle persone portasse ad una dimensione di schizofrenia.
[si veda in precedenza la questione della visione razionalista del mondo nel cap. “La nuova visione ideologica del Mondo (che è all’origine della crisi)“]
Un’altra descrizione di tale condizione dell’umanità è quella della “servitù volontaria” , ossia di quella condizione nella quale sono finiti i Cittadini delle Democrazie occidentali dopo decenni di indottrinamento: essi sono convinti di non essere in grado di gestire la propria vita, e quindi sentono la necessità di affidarsi a governanti che impongano ad essi le modalità di vita.
[si veda nel vol. 1 il cap. “Come la democrazia europea paradossalmente definisca una forma di schiavitù”]
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Come detto, quello sviluppato dal Mercato finanziario globale è un progetto tipico del modo di pensare moderno che si basa sulle Ideologie moderne (dottrine politiche che pretendono di essere la soluzione dei mali del Mondo) le quali derivano direttamente dalle Utopie illuministe (il cui significato è “non luogo”, poiché le utopie erano un ideale che si sapeva di non poter conseguire nel mondo reale).
[vedi in precedenza il cap. “Quale è l’errore di fondo del “Pensiero d’opposizione” (socialista)?
(ovvero come le Utopie sono state riciclate sotto la forma delle Ideologie)”]
Il problema del progetto dell’Establishment (Mercato/Government) è proprio nel fatto che
esso si basa su teorie che sono derivate direttamente da un qualcosa che per definizione è un sogno irrealizzabile: le Utopie.
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Ovvero tale progetto si basa su due capisaldi totalmente irrazionali:
● non ha un riferimento a casi che abbiano effettivamente funzionato.
[si vedano nel vol. 1 i cap. “L’errore che si commette oggi nell’analizzare i problemi sociali” e “In che modo il sistema moderno è viziato da un difetto di fabbrica (il tentativo di razionalizzare la realtà)”]
● mancando della conoscenza della realtà effettiva (le Ideo-logie appartengono appunto al mondo delle idee – mai verificate) le idee di base continuano ad essere applicate anche quando esse producono risultati negativi.
<vedi il mio articolo “Il problema dell’economia moderna”, capitolo “In che senso si tratta di un “mondo astratto” (il difetto di fabbrica dell’economia politica)”>
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A causa di tali caratteristiche il progetto di arrivare ad un Monopolio perfetto che permetta di avere un Potere assoluto sembra proprio essere destinato a fallire – come è accaduto puntualmente per i progetti del Socialismo.
Ovvero tutte le volte che si è voluto creare una Società che funzioni come una “macchina” nella quale le persone diventano un gregge sottomesso e diventano ingranaggi che seguono pedissequamente gli ordini è sempre fallito.
Fallimento – come vediamo nel prossimo capitolo – dovuto al fatto che
tale progetto è
in conflitto con la realtà effettiva
e con la fisiologia dell’Essere umano.
Gli errori specifici commessi dall’attuale Mercato
Dove è quindi il problema che il “Sistema” occidentale moderno crea a se stesso?
Ovvero come ha fatto l’Occidente ad arrivare al punto di non ritorno (si veda la dichiarazione di Macron della fine irreversibile dell’”era dell’abbondanza”)?
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La questione è complessa, poiché vi sono molti fattori che concorrono allo sviluppo della attuale crisi.
Sostanzialmente si tratta appunto di non voler tener conto del funzionamento della realtà effettiva di un sistema nel progetto della sua trasformazione. Ovvero, nello specifico,
oggi si cerca di trasformare la Società originaria dell’uomo (che ha funzionano per migliaia di anni) in una società del nuovo “Ordine razionale” senza tener conto di quali siano le basi del suo funzionamento.
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Questo errore è stato commesso in primo luogo con la Rivoluzione francese e con il Socialismo reale (Comunismo), dove si è ricorsi all’uso della forza.
E successivamente nella nuova versione più sottile della “Rivoluzione morbida” attuata dal Socialismo moderno e dal “Mercato globale” che opera sulle menti delle persone (con strategie come il cosiddetto Marxismo culturale, il Cancel culture, la “redistribuzione delle ricchezze”, il “woke culture” del Corporate Equality Index e gli “investimenti sostenibili – ESG, il Green Plan, l’immigrazione clandestina, ecc … ).
<si vedano i miei articoli “The basis of the transformation process implemented by the Left” e < “The development of Social-democracy, in summary (its factory defect)“>
Questo processo di sottomissione delle menti della popolazione è sostanzialmente quello descritto da Orwell in “1984” )
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In altre parole, nel cercare di raggiungere un potere assoluto cambiando le menti delle persone fino ad arrivare ad un loro pieno consenso non si tiene conto del “fattore umano” che è alla base del funzionamento della società. Ovvero
per avere un gregge mansueto si opera senza tener conto della “logica umana” che è alla base delle società dell’Uomo.
(ossia non si tiene conto di come funzionano le coscienze degli esseri umani, e quindi i e meccanismi che stanno alla base del funzionamento della società).
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Il cosiddetto Nuovo ordine mondiale a cui aspira l’Establishment non è una invenzione attuale: già all’inizio del ‘900 A.Gramsci (l’inventore del Marxismo culturale su cui si basano le attuali strategie della Sinistra) aveva creato la Rivista ”Ordine nuovo”: The New Order was a weekly newspaper «were admirers of the Russian Revolution and strongly supported the immediate creation of soviets in Italy.» [Wikipedia]
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In sintesi la questione è che le strategie sviluppate per creare il Nuovo ordine della società creano i seguenti problemi:
● le persone quando non sono più in grado di ragionare da sè non sono più in grado di contribuire per quanto è necessario allo sviluppo della Società umana.
(e, dal punto di vista del Mercato, in tale condizione le persone non sono più “produttive”).
Ovvero gli Esseri umani, se sono forzati a comportarsi come dei meccanismi di un ingranaggio, non sono più in grado di fornire il contributo di quell’intelligenza – “intelligenza diffusa” – che per millenni ha sostenuto il progresso della società. [vedi in precedenza il capitolo “I problemi intrinseci all’Essere umano moderno/il profondo decadimento del livello culturale(la perdita dei “life skills””]
Due sono le conseguenze principali di ciò:
– incompetenza che affligge ogni livello del Mercato e del Government [vedi in precedenza il cap. “L’INCOMPETENZA DIFFUSA E I DANNI CAUSATI DA ESSA A LIVELLO DI GOVERNMENT E DI MERCATO”].
<si veda a proposito del problema nell’incompetenza nella Società moderna, il mio art. “The need to update the Peters principle (the issue of the incompentence)”>
– assenza di motivazioni nelle persone nel fare le cose che vanno fatte: ed incapacità di sapere come essere vanno fatte. Ossia in tale condizione viene a mancare quel “fattore umano” che è stato per millenni alla base della società di ordine tradizionale.
Nel Nuovo ordine infatti – come è stato in tutti i casi in cui si è instaurato uno Stato sociale (socialismo) – si retribuiscono le persone per non lavorare.
In tale condizione – che è quella prevista appunto dalla Agenda 2023 del WEF – in cui alle persone viene garantito loro ogni aspetto della vita, il problema è appunto la popolazione non è più “produttiva”, ovvero non è più in grado di far funzionare il Mercato.
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Un altro problema di tale condizione di Monopolio culturale (di assenza di libertà di sviluppare le proprie inclinazioni)
● alcune persone pongono una resistenza rispetto al cambiamento del loro modo di essere (ciò accade in particolar modo quando si impongono obblighi come quello delle vaccinazioni; ed anche quando i genitori vedono i loro figli indottrinati dalla Scuola pubblica).
In Unione sovietica è stato possibile neutralizzare tale forte dissenso istituendo i Gulag, cosa che in Occidente – per ora – si è potuto fare solo con i campi “di concentramento” degli infetti da Covid.
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Uno dei problemi non ancora emersi è la conflittualità all’interno delle elite dell’Establishment, la quale emergerà una volta che esse raggiungeranno la posizione di potere assoluto.
LE CONSEGUENZE NEGATIVE DELL’INCOMPETENZA CHE FACILITANO IL CAMBIAMENTO
La diffusione dell’incompetenza all’interno della Società occidentale favorisce quindi il cambiamento per il fatto che essa pone il Sistema sociale – ed il Mercato – fortemente in crisi.
Ovvero a causa dell’incompetenza vi è una perdita di qualità dei prodotti offerti dal mercato e dei servizi pubblici che crea una situazione nella quale:
1. il Mercato e il Government perdono credibilità agli occhi della popolazione, mettendo in questo modo in forte crisi la loro condizione di potere assoluto guadagnato negli ultimi decenni.
Il problema è che i prodotti offerti oggi dal Mercato offrono una sempre minor qualità, e quindi sono sempre meno vendibili (tenendo conto della loro rapida obsolescenza, che porta alla necessità di sostituirli continuamente, essi sono sempre più cari). E la Politica è sempre meno accettabile, a causa non solo di una sempre maggiore inefficienza dei servizi, ma anche di politiche che aumentano la povertà e minano la salute dei cittadini.
Tale problema è aggravato dal fatto che la risposta del Mercato alla attuale crisi si basa su quegli stessi metodi che la hanno provocata: sostanzialmente si tratta di un aumento del livello di “cronyism”, ossia di un maggior favoritismo da parte dei governi, che ha conseguenza, tra le altre cose, un maggior livello di povertà (a causa dell’aumento delle tasse necessario per finanziare il Mercato).
<see my article “The sharing of the Socialist ideology between Social Democracy and the protagonists of global Financial capitalism“>
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2. le persone a cominciano a pensare seriamente di doversi organizzare per creare da sé alternative all’attuale sistema di Government/Mercato. – cosa che è divenuta letteralmente una questione di sopravvivenza.
L’attuale perdita di qualità congiunte dei prodotti offerti dal Mercato e dei Servizi pubblici tra le altre cose cose produce gravi problemi per la salute (vedi il caso delle vaccinazioni, lockdown, ecc …).
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Finora queste iniziative sviluppate in autonomia rispetto a Government e Mercato sono state solo pochi casi d’avanguardia, per il fatto che le istituzioni hanno sempre saputo superare anche i momenti peggiori di crisi grazie ad un incremento del loro livello di corruzione e di propaganda mediatica (riuscendo addirittura capitalizzare le conseguenze dei gravi problemi creati da loro stessi).
Si veda come nel caso della pandemia scatenata dal malfunzionamento della ricerca scientifica della Multinazionali farmaceutiche – caso di Wuhan – l’Establishment abbia saputo creare un “nuovo normale” della vita occidentale con un rafforzamento delle imposizioni governative (in nome dell’emergenza).
E come la recessione, causata da errate Politiche economiche, sia utilizzata per sviluppare ulteriori politiche dello stesso genere.
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Il problema per le Istituzioni dominanti è, come si è detto, che con il progredire della situazione di crisi della Società occidentale i momenti critici da affrontare sono sempre più gravi, e possono divenire fatali per le alte sfere di potere.
Ovvero ciò che le alte sfere del government sembrano non comprendere è che esse, per quanto abbiano raggiunto il potere di imporre alle masse le loro strategie (i loro prodotti, i loro Partiti politici), esse rimangono comunque e sempre comunque nella condizione di dipendenza da tali masse.
Hermann H. Hoppe fa notare la differenza tra antichi Monarchi e gli attuali governanti:
– i Monarchi consideravano la loro Nazione essere una loro proprietà, e quindi trattavano la popolazione (e l’ambiente) con responsabilità, poiché essi sapevano di dipendere dall’esistenza di una popolazione sana e capace di produrre ricchezze: anche i “dittatori” dell’antica Roma erano ben consapevoli del fatto che la loro ricchezza derivava dalla ricchezza delle popolazioni che sottomettevano.
– gli attuali Governanti (e i Manager delle aziende) invece non si sentono responsabili di quanto essi stanno governando, poiché essi, dopo un rapido arricchimento nelle posizione di potere, cessano di governare (e nessuno li chiama in causa per eventuali danni che hanno creato).
Tale condizione della Società moderna fa si che le istituzioni di Potere distruggano il “capitale” rappresentato da ambiente e popolazione: in tale modo essi, sostanzialmente, si scavano il terreno sotto i loro piedi.
<vedi il mio articolo “Causes of the crisis in our system (poverty and ineffectiveness of the institutions)”>
Ovvero,
Oggi le Istituzioni di potere
stanno paradossalmente
ponendo le basi per la loro distruzione.
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Nello specifico ciò avviene in entrambi gli ambiti del Mercato e del Government:
– nel Mercato le masse dei Consumatori un po’ per una sopraggiunto livello di profonda povertà non sono più in grado di acquistare prodotti al ritmo di cui il Mercato ha bisogno per sopravvivere. Ma anche per il fatto che “la necessità aguzza l’ingegno” dei Consumatori: per poter sopravvivere essi stanno sviluppando nuove Practices 2.0 basate su una “diminuzione delle necessità” (l’aspirazione ad avere sempre prodotti di ultima generazione, e dall’aspetto impeccabile) che li porta a sfruttare al massimo vecchi prodotti (grazie ad opportune riparazioni, ed all’exchange di prodotti usati non più utilizzati); ma anche a sviluppare practices più evolute – in direzione della creazione di una Società auto-sufficiente – con le forme di auto-produzione illustrate in altri punti di questo documento. [vedi più avanti il cap. “L’Era del post-consumismo (consumismo 2.0): auto-sufficienza ad riduzione delle aspirazioni consumistiche”]
– nel sistema di government i Politici perdono sempre più consenso (sopravvivono con un supporto elettorale minimo, manipolando sempre di più le istituzioni: ma i problemi che continuano a creare con i loro “errori” li mettono in una condizione sempre più critica).
In tale situazione si sviluppano sempre maggiori Movimenti alternativi che spesso nascono come “voto di protesta”, ma che possono divenire veri incubatori di nuove iniziative di organizzazione diretta del territorio <vedi il mio testo “La necessità di cambiare in modo radicale il proprio approccio (ripartire da una Politica dei Cittadini)” >
Ovvero il tred attuale è quella della rinascita di una politica in senso tradizionale (Polis-tics), ossia politica in quanto organizzazione diretta della propria comunità sociale.
<see my text “The recovery of the only form of legitimate politics in Democracy (Polis-tics)”>
<vedi il capitolo “L’ambito generale e l’ambito specifico della soluzione dei problemi in Democrazia” nel mio articolo “La politica (del ‘900) è morta: è necessario ripristinare la reale politica democratica”>
Si tratta sostanzialmente non più una politica di “leader” e di “esperti”, ma una politica “by the people”.
Tale modalità di politics è descritto in altri miei documenti, ed è definito come “Bottom-Up Reform Initiative”. <vedi i miei testi “Bottom Up Reform Initiative – A Project for the realization of a bottom-up Reform of Democracy” e “New Politics – The new form of bottom-up politics”>
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Per tali ragioni
la crisi sempre più profonda deve quindi essere vista come una opportunità per il cambiamento
<vedi il mio articolo “Why the development of authoritarianism represents an opportunity it is not just a drama”>
LA NASCITA DI NUOVI TREND CHE PORTANO LE PERSONE AD ESSERE INDIPENDENTI DAL MERCATO E DALLE ISTITUZIONI GOVERNATIVE
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Come si è detto in altri punti, per poter ritornare ad avere un reale benessere è necessario avere una società radicalmente da quella attuale, poiché quest’ultima è intrinsecamente difettosa: in essa sono ormai totalmente assenti le qualità necessarie per sviluppare benessere. [vedi nel vol. 1 il cap. “Alcune caratteristiche peculiari del malessere sviluppato dalla società moderna: il difetto di fabbrica della società moderna”]
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E per poter creare tale tipo di comunità è necessario rendersi indipendenti da alcuni aspetti della attuale società che per la loro natura impediscono qualsiasi tipo di cambiamento. [si veda in precedenza il cap. “L’errore di cercare di cambiare le cose dall’interno del Sistema (sul piano della Politica parlamentare)”]
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In particolare è necessario rendersi indipendenti (almeno in gran parte):
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– dal Mercato attuale [vedi più avanti il capitolo: “Alternative di vita rispetto al mercato (al consumismo)“]
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Vediamo quindi come il Mercato cambierà in modo radicale con un ulteriore sviluppo degli attuali trend…
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Sebbene il presente testo sia dedicato all’analisi delle modalità di sviluppo di una Comunità locale – l’unica che permette di creare un nuovo tipo di società in grado di sviluppare un reale benessere – l’azione di trasformazione dell’attuale Governo centrale, nonostante essa sia da considerare rispetto al progetto principale una questione accessoria, può comunque favorire lo sviluppo di nuove Comunità di ordine tradizionale.
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Sostanzialmente, per riuscire a creare una Comunità sociale di sviluppare un reale benessere, si tratta di conseguire un sufficiente livello di libertà di azione nei due macro-ambiti:
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● del Mercato, argomento sviluppato nel capitolo precedente: per poter realizzare un nuovo tipo di Comunità sociale è infatti assolutamente necessario .. uscire dal quella condizione di schiavitù – dalla “rat race” del consumismo – che impedisce agli individui di “liberare del denaro” per potersi costruire una vita indipendente [vedi nel vol. 1 il cap. “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)”]
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Andare oltre al consumismo, come si è detto, significa sviluppare una nuova modalità di “consumo” che implica una nuova modalità di ideazione/produzione/distribuzione del prodotto che permettano di divenire – almeno in gran parte – autosufficienti rispetto al Mercato (non si tratta altro che di recuperare le qualità millenarie della vita nel Villaggio).
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● delle Istituzioni governative [come descritto nel presente capitolo]
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Tali strategie sono descritte in modo approfondito in altri miei documenti citati in questo testo [si tratta in generale della strategia di Reboot della Democrazia – si veda un elenco dei miei articoli “Towards a Democracy Reboot (synopsis)”>
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Nel vol. 3 si descrive in dettaglio le modalità di organizzazione (“government”) della Comunità locale di Ordine tradizionale.
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Visti in precedenza i problemi che sono alla base della Società occidentale attuale – i quali sono responsabili della nuova fase di malessere dalla quale nessuno è più in grado di uscire – per ripristinare un modello di Società che possa nuovamente sviluppare benessere è necessario cambiare le cose alla radice.
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Ma come si è detto in altri punti, non si tratta di un cambiamento verso il nuovo (come si vuole fare appunto con il Grande reset della Distruzione creativa), si tratta di recuperare quelle caratteristiche della Società (della Cultura, della vita dell’essere umano) che hanno funzionato per millenni e sono andate perdute con la modernità .
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PERCHÈ E COME IL MODELLO DEL VILLAGGIO
SI È DIFFUSO IN TUTTO IL MONDO -
Come è possibile recuperare la qualità della vita del Villaggio
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GLI STEPS PRELIMINARI PER LA RICOSTRUZIONE DELLA COMUNITÀ TRADIZIONALE
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Gli elementi da recuperare per poter avere una comunità sociale funzionante
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► a livello umano si tratta di avere una aggregazione delle persone basata su Valori comuni
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I PASSI DA INTRAPRENDERE PER RICREARE LA COMUNITÀ DI ORDINE NATURALE
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(A) Ricreare la comunità: DAL PUNTO DI VISTA DELLA COMPONENTE UMANA
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(B) ricreare la comunità: dal punto di vista della componente governativa
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– 1 – LA QUESTIONE FONDAMENTALE DEL RECUPERO DELLA CULTURA TRADIZIONALE
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– 2 – IL PUNTO CRITICO DELL’AGGREGAZIONE DELLE PERSONE (dell’integrazione)
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PERCHÉ LA GENTE DOVREBBE DECIDERE DI CAMBIARE ?
L’INSOSTENIBILITÀ DELLE CONDIZIONI DI VITA ATTUALI -
PERCHÉ IL CAMBIAMENTO QUI PROSPETTATO ALL’ATTO PRATICO È FACILE ED ECONOMICO
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Come può avvenire il cambiamento graduale (e perché si deve seguire la modalità learning by doing)
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LE CARATTERISTICHE OPERATIVE DEL CAMBIAMENTO (della exit strategy)
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(A) CONSIDERAZIONI PRELIMINARI:
LE PRECONDIZIONI NECESSARIE PER POTER EFFETTUARE IL CAMBIAMENTO
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A1 – I DUE PASSI PRELIMINARI NECESSARI PER POTER ATTUARE IL CAMBIAMENTO
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(1) LA NECESSITÀ DI RECUPERARE PRECONDIZIONI DI BASE DELLA SOCIETÀ DEL BENESSERE
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(2) LA NECESSITÀ RIPARTIRE OPERANDO DALL’ESTERNO DEL “SISTEMA”
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(B) RIFLESSIONE INTRODUTTIVA SUI PROBLEMI DELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE
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► I problemi intrinseci all’Essere umano moderno (un individuo profondamente trasformato)
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► problemi “istituzionali” che influiscono sulla qualità delle persone
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I PROBLEMI INTRINSECI ALLE STRUTTURE DI GOVERNMENT E MERCATO
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ALL’ORIGINE DELLA CRISI: L’INSOSTENIBILITÀ MATERIALE DELLA SOCIETÀ ATTUALE
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La criticità delle due strategie di base della Cultura del progresso moderno: Crescita e Globalismo
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La necessità di ripristinare le qualità che l’Uomo possedeva nella Società di ordine tradizionale
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QUALI SONO LE ATTUALI CARATTERISTICHE DEGLI INDIVIDUI CHE CAUSANO I MACRO-PROBLEMI DELLA SOCIETÀ
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► Dipendenza (fisica e psicologica) dall’”Assistenzialismo” e dal Consumismo
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► Attitudine impulsiva (incapacità di ponderare le proprie scelte)
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► Mancanza di capacità operative di auto-sufficienza (e di auto-produzione)
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C.2 LE QUALITÀ ESSENZIALI DELLA COMUNITÀ SOCIALE CHE VANNO RICUPERATE
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I PROBLEMI FONDAMENTALI LEGATI ALLA CONDIZIONE INTERIORE DELL’UOMO
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DISUMANIZZAZIONE (ALIENAZIONE) > RECUPERO DELLE QUALITÀ UMANE DEGLI INDIVIDUI
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La nuova visione ideologica del Mondo (che è all’origine della crisi)
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Il Darwinismo sociale della Società moderna, e la “meritocrazia al contrario”
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Le conseguenze della de-responsabilizzazione a livello della organizzazione della società
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IL POSSIBILE RIMEDIO AL PROBLEMA DELL’INDIVIDUALISMO (DE-RESPONSABILIZZAZIONE) DELLA NOSTRA SOCIETÀ
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I PROBLEMI FONDAMENTALI LEGATI ALLA ALLA STRUTTURA DELLA SOCIETÀ
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ECCESSIVA COMPLESSIZZAZIONE: DALLA COMPLESSITÀ ALLA SEMPLIFICAZIONE
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IL PROBLEMA DELLA COMPLESSITÀ:
L’ALIENAZIONE DELL’UOMO MODERNO -
IL POSSIBILE RIMEDIO
ALLA ECCESSIVA COMPLESSIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ -
Verso un recupero di spontaneità e decentramento del potere decisionale
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La necessità di analizzare con attenzione le caratteristiche dalla attuale condizione di scarsità
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IL POSSIBILE RIMEDIO ALLA SCARSITÀ INDOTTA DAL SISTEMA MODERNO DI ORGANIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ
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Perché il Sistema moderno non è in grado di correggere se stesso?
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Quali erano i fattori che tradizionalmente permettevano di sviluppare benessere
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► Un buon livello di autosufficienza (indipendenza della Famiglia e della Comunità)
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La qualità intrinseca alla Famiglia che permetteva di avere benessere sociale: l’autonomia materiale
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► AUTONOMIA PSICOLOGICA: INDIVIDUI RESPONSABILI DI SE STESSI (e proprietari)
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Le qualità fondamentali dal punto di vista dell’organizzazione della società (della governance)
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OPPORTUNITÀ E FACILITAZIONI OFFERTE DALLA CONGIUNTURA ATTUALE
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L’ATTUALE CRISI DELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE COME OPPORTUNITÀ DI CAMBIAMENTO
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L’INCOMPETENZA DIFFUSA E I DANNI CAUSATI DA ESSA A LIVELLO DI GOVERNMENT E DI MERCATO
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► PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: l’incompetenza porta al collasso della Pubblica amministrazione
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► MERCATO: l’incompetenza porta il Mercato ad una crisi cronica
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LE CONSEGUENZE NEGATIVE DELL’INCOMPETENZA CHE FACILITANO IL CAMBIAMENTO
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L’Era post-industriale: verso una nuova rivoluzione di Produzione e Logistica
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Come cambierà il Mercato (verso una “Economia su base locale”)
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► i trend che riguardano concezione, produzione e distribuzione del prodotto
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GOVERNMENT: I TREND ALTERNATIVI RISPETTO AL GOVERNMENT CENTRALIZZATO (E AL WELFARE MODERNO)
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Gli attuali trend che possono favorire lo sviluppo
di una alternativa al Governo centrale -
La necessità di sviluppare consapevolezza con nuove modalità di istruzione e informazione
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Verso un Government 2.0 a livello nazionale (realmente partecipato, bottom-up)
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La Politica dei Cittadini: la trasformazione dello Stato moderno in una reale Demos-crazia
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Alternative al government attuale: verso una reale rappresentanza
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Come può essere attuato un programma di sviluppo di Politica 2.0 (Politica “in parallelo”)
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La necessità di ristabilire un modello di Economia tradizionale
– dalle Istituzioni governative attuali [vedi più avanti il capitolo: “Government: i trend alternativi rispetto al government centralizzato (e al Welfare moderno)“]
I cambiamenti descritti in tali capitoli sono oggi favoriti da alcune tendenze spontaneamente sviluppate da una popolazione che è ormai alla disperazione (ormai per molti è in dubbio la possibilità di sopravvivenza materiale a causa delle politiche della salute, e delle politiche economiche che producono un livello di povertà insostenibile).
Per poter arrivare ad una fase esecutiva di cambiamento è però necessario che le persone comprendano che esistono alternative al modello di vita della attuale Società occidentale le quali garantiscono una miglior qualità della vita.
Questa possibilità di comprensione della possibilità di accedere ad alternative rispetto al modello di vita attuale sono dovute al fatto che:
● giunta ad uno stato di disperazione, le persone sono alla ricerca sui Social Media (ad esempio su YouTube) di esempi a cui dar credito.
● stanno nascendo da tempo dei trend spontanei verso forme anche molto parziali di alternative al modello di vita attuale.
[vedi in precedenza il cap “PERCHÉ IL CAMBIAMENTO QUI PROSPETTATO ALL’ATTO PRATICO È FACILE ED ECONOMICO “]
Oggi nella Società moderna si registra quindi il sopraggiungere di una consapevolezza dei Cittadini di quanto tali istituzioni li stiano danneggiando (fino a mettere in pericolo la loro sopravvivenza, come ha dimostrato il caso delle misure prese per il Covid). Questo cambiamento nella coscienza dei Cittadini ha determinato in essi un cambiamento nel loro rapporto con il Mercato (Consumismo) e con le Istituzioni governative,
Ovvero questa nuova consapevolezza nei Cittadini sta portando alla creazione spontanea di nuovi trend:
nuove modalità alternative a quelle istituzionali
con le quali le persone
iniziano a soddisfare in prima persona i loro bisogni.
Si tratta dei nuovi trend negli ambiti di Government 2.0, Consumismo 2.0 (e Mercato 2.0). Trend che sono apportatori di New Practices con le quali i Cittadini/Consumatori (il Crowd) sviluppano processi autonomi rispetto a Government e Mercato.
Nei prossimi due capitoli vediamo di cosa si tratta nei due diversi ambiti:
– Alternative di vita rispetto al Mercato (la Consumismo)
– Alternative rispetto al government centralizzato (e al welfare moderno)
ALTERNATIVE DI VITA RISPETTO AL MERCATO (AL CONSUMISMO)
Le persone si sono rese conto
di dover agire in prima persona
per ciò che riguarda il procurarsi beni di vitale importanza
in modalità differenti da quelle imposte dall’attuale Consumismo.
Si sta cioè diffondendo il trend di un Consumo 2.0 nel quale vengono sviluppate dal basso nuove Practices. Un trend che include nuove modalità di produzione che permettono ai Consumatori di essere indipendenti dalla produzione industriale che è alla base del consumismo attuale.
L’Era del post-consumismo (consumismo 2.0): auto-sufficienza e riduzione delle aspirazioni consumistiche
In parte si è già entrati in una
ERA DEL POST-CONSUMISMO
caratterizzata da un nuovo modo di vivere che differisce da quello attuale nella modalità di procurarsi i beni (e di utilizzarli).
Modalità di vita che non sono qualcosa di nuovo in assoluto, ma sono un recupero delle modalità di vita tipiche della Comunità basata sull’ordine spontaneo (della società originaria dell’Uomo)..
Alcune caratteristiche di base di questa nuovo modello alternativo al Consumismo moderno sono:
● diminuzione della dipendenza dalle aspirazioni consumistiche
Si tratta di una liberazione dalla dipendenza dei piaceri voluttari del Consumismo (i quali sono sostanzialmente effimeri e producono importanti conseguenze negative) in quanto diminuzione del desiderio tipico del consumismo attuale di beni “frivoli”: auto e device elettronici di ultima generazione, ecc ….
<see ‘From frivolity to sustainability’ >
E di un contemporaneo recupero dei piaceri sostanziali che permettono all’essere umano di ottenere, oltre a maggior piacere (fisico e psicologico), anche una miglior salute.
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É importante comprendere che tale percorso non implica l’entrare in una fase di austerity, di rinunce. [si veda il mio articolo “Il problema dei tagli economici (dell’austerity)”]
Ma al contrario si va verso una migliore qualità della vita in ogni senso poiché si effettua un recupero delle qualità della vita “tradizionale” (cibo, ambiente, socializzazione) che grazie alla possibilità di utilizzare elementi del progresso non disponibili un tempo si trasforma in un livello superiore di benessere (piacere ed alleviamento delle fatiche e “tempo liberato”). [vedi nel vol. 1 il capitolo “I due diversi tipi di benessere della Storia dell’Uomo”]
<vedi sulle poosibilità di cambiamento – New modality of Consumerism (Key of Changes #2)>
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● auto-sufficienza rispetto alla istituzioni (governative e mercato) dalle quali si dipende oggi: le Practices 2.0 sviluppate da molte persone “alternative“, e le attuali tecnologia a basso costo permettono ad esempio di sviluppare facilmente forme di auto-produzione dei “beni di consumo”.
In questo modo si ritorna ai modelli di sostentamento della Comunità sciale di ordine naturale in molti ambiti:
– cibo: sfruttando terreni anche molto piccoli si possono sviluppare (si vedano gli esempi di casette di periferia che divengono “cascine urbane”) è possibile sviluppare orti e allevamenti che permettono di risparmiare notevolmente sulla spesa quotidiana. Ma molti sono anche gli esempi di persone che hanno deciso di abbandonare le Città per costruire nuove comunità che funzionano in modo molto simile ai tradizionali villaggi.
– beni durevoli: (strumenti, abitazioni, ecc ..) fino ad oggi prodotti a livello industriale, ora possono essere prodotti in modalità “fai da te”.
Questa modalità di produzione è facilitata da fattori come:
● nuove tecnologie low-cost dalle elevate potenzialità.
Si tenga conto che oggi esistono i Fab-lab (fabrication laboratory), piccole officine nelle quali le persone comuni possono costruire beni anche abbastanza complessi, grazie alle nuove tecnologie digitali.
● trend generali che si tanno diffondendo da tempo come lo sharing, volontariato, che permettono di sviluppare progetti (su piattaforme online) in modalità cooperativa (un esempio sono i prodotti Open Source).
L’Era post-industriale: verso una nuova rivoluzione di Produzione e Logistica
Ovviamente
la nuova Domanda
definisce un tipo di Offerta
radicalmente nuovo rispetto al Mercato attuale.
La quale altro non è che “l’offerta” di beni o prestazioni che si avevano nel contesto della vita della Comunità tradizionale dell’uomo.
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Ovvero la richiesta da parte dei Consumatori di qualità totalmente nuove dei prodotti influenza fortemente il modello di produzione dei beni (vi è cioè una radicale trasformazione del modello industriale di produzione dei beni).
Gli errori del Mercato, e la “contro-rivoluzione industriale”
Il problema di fondo è che il Mercato si sta muovendo in una direzione che lo porta al suo fallimento: esso reagisce alla crisi economica (alla crisi delle vendite) non con un tentativo di comprendere quali siano le vere cause di essa, ma continuando a sviluppare le strategie che hanno prodotto tale crisi.
Il Mercato non comprende che è necessario cambiare il suo approccio allo sviluppo del prodotto: non comprende cioè che è necessario prendere in considerazione la richiesta da parte dei consumatori di ottenere prodotti che offrano un valore realmente utile per essi (il che significa reintrodurre l’attenzione per il “fattore umano” nelle fasi di progettazione dei prodotti).
<vedi il capitolo “The recovery of the Demand principle” nel mio articolo “Introduction to the Innova approach:the problems of the Society and the Market”>
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Questa ingenua pretesa del Mercato di dover continuare a sviluppare i metodi di produzione che hanno creato la crisi attuale, è ben rappresentato da quello che viene chiamato “trend” dell’Industry 4.0: ossia la pretesa di poter evolvere la “Rivoluzione industriale” ad una nuova fase nella quale vengono esasperate tutte le caratteristiche negative (per ciò che concerne la qualità del prodotto) della produzione industriale degli ultimi decenni.
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Più nello specifico uno degli errori del Mercato è quello di:
► cercare di ovviare al problema di un Mercato ormai quasi totalmente orientato alla produzione di “Valore immagine”
cercando di sviluppare ulteriormente valore immagine del prodotto,
sfruttando l’alto livello di sofisticatezza raggiunto della promozione pubblicitaria, la quale ora è in grado di indurre i consumatori all’acquisto di prodotti praticamente inutili.
Si tratta di una direzione che porta, appunto, ad una sempre maggior perdita di “valore realmente utile” per il Consumatore, e che in momenti di povertà come quello attuale, costringe letteralmente il consumatore a smettere di “consumare”.
<vedi il già citati articoli
– Towards a New Marketing (1): beyond the Analytic Marketing, toward a pro-sumer Market
– Misunderstanding: the future is not futuristic as one imagines it today>
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Un altro aspetto negativo che nella nuova fase di evoluzione del Mercato è quello di
► cercare di ovviare al problema di un Mercato basato sulle tecnologie (e quindi del problema della perdita del fattore umano, ossia del valore veramente utile per l’Essere umano)
sviluppando ulteriormente il ruolo delle tecnologie nei beni e nei servizi.
Questo ulteriore incremento del peso delle tecnologie nei prodotti avviene nei due ambiti:
○ della progettazione, nella quale ci si basa sempre più sulle tecnologie arrivando a pretendere che la qualità della vita dei consumatori dipenda da algoritmi e dall’Intelligenza artificiale.
Ricordiamo che il World Economic Forum – che oggi è alla guida del Capitalismo globale – sostiene che sia necessario arrivare molto presto al punto in cui gli algoritmi sostituiranno le coscienze delle persone nelle scelte quotidiane [vedi in precedenza il cap. “Il Transumanesimo come ultima applicazione dell’Ideologia moderna” – vedi il testo completo del “Manifesto” del World Economic Forum su Forbes]
<vedi il mio articolo “Why current design (and hi-tech) and disruptive (sustainable) innovation are incompatible (the “human factor”)”>
Per risolvere tale problema alla radice è necessario passare dalla attuale concezione della progettazione nella quale si ritiene che l’Uomo si debba adattare (sottomettere) alle tecnologie, allo sviluppo di tecnologie a misura d’uomo,
Ovvero, visto che ormai le tecnologie più economiche forniscono prestazioni più che sufficienti per soddisfare la maggior parte delle esigenze della gente,
è necessario smettere di porre il focus sullo sviluppo di “alte tecnologie”,
e portarlo sui bisogni reali dell’Essere umano.
[vedi più avanti l cap. “La relazione tra tecnologie e benessere: la necessità che le tecnologie siano effettivamente sostenibili”]
<vedi anche alcuni miei articoli sulla nuova dimensione delle tecnologie:
– “Not disruptive technologies, but disruptive concept (enabling technologies)”
– “The role of technologies in innovation (the key is not technology)”
– “Why current design (and hi-tech) and disruptive innovation are incompatible (the “human factor”)”
– “Disruptive innovation is not based on technologies”>
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○ produzione; si va verso una produzione sempre più automatizzata, tendenza che non fa che peggiorare gli attuali problemi a causa:
– della creazione di una maggior disoccupazione, e quindi maggior povertà dei Consumatori. Ed incapacità di migliorare le condizioni di lavoro tipiche dell’Industria tradizionale (orari non personalizzabili, lunghe distanze da coprire quotidianamente per andare al lavoro, ecc …).
– impossibilità di uscire dalla fase del Mercato di massa, ossia di riprendere la produzione di prodotti finalizzati alla soddisfazione dei reali bisogni delle persone, a causa, tra le altre cose, di una produzione che rimane centralizzata (non distribuita) e priva di flessibilità (per la customizzazione del prodotto)..
Per risolvere tale problema si tratta di sviluppare forme di produzione (e di logistica) che siano in grado di soddisfare il nuovo tipo di qualità di richiesta dalle persone (e di chi opera nella produzione).
Il che significa un cambiamento radicale del concetto di produzione (e distribuzione), una contro-rivoluzione industriale che sostituisce la produzione di massa, automatizzata, centralizzata, con forme che si avvicinano alla auto-produzione (da parte della comunità sociale, quando non del singolo). O perlomeno all’assemblaggio da parte del consumatore (una “modalità Ikea” evoluta).
Tutte cose oggi possibili grazie allo sviluppo di trend come Manufacturing 2.0 (e Logistics 2.0) . [se veda poco più avanti il capitolo “Trend del Mercato 2.0 (produzione e distribuzione)”]
<vedi anche i miei articoli:
– “Towards a radically new model of Industry 4.0: introduction to a Smart Fabrication plan”
– “How can companies change themselves?”
– “Towards a new (real) sustainability: the mistake of focusing on the low price”
– “New Value proposition: the problem of ethical (ideological) values”
– “Verso una soluzione: Il recupero del principio della Domanda e dell’Offerta”
– “Glocalizzazione:verso un mercato dove il Crowd è l’attore principale”
– “Una nuova forma di valore” in “Manifesto of Innovation””>
Come i nuovi trend di mercato stanno già cambiando le cose in modo spontaneo: la New Demand e il Consumismo 2.0
La crisi della Società occidentale è quindi causata, tra le altre cose, dal fatto che vi è una nuova Demand – una richiesta di nuove qualità del prodotto che soddisfino effettivamente i bisogni effettivi delle persone – ed il Mercato continua ad offrire prodotti che sono sostanzialmente privi di tale qualità (di un reale valore per l’acquirente).
Adeguarsi a questa nuova Domanda significa per il Mercato effettuare un cambiamento radicale della concezione del prodotto: ciò che si prospetta
è una “contro-rivoluzione industriale”
che non è solo un cambiamento radicale del Mercato,
ma lo è anche della strutturazione della Società occidentale.
Nei prossimi due capitoli analizziamo ciò che sta avvenendo:
– il cambiamento della Cultura di Mercato (e del Consumo).
– il conseguente cambiamento della produzione.
La nuova Domanda: verso il Consumo 2.0
Abbiamo detto che la nuova direzione presa dal Mercato per affrontare la crisi lo porta paradossalmente al suo collasso per il fatto che esso non è in grado di interpretare la nuova domanda (le nuove richieste di persone che sono al limite della sopravvivenza ed hanno bisogno di prodotti che soddisfino le loro esigenze vitali).
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In sintesi, nelle specifico i problemi legati al Mercato che vanno risolti cambiandone letteralmente l’approccio sono: – bassa qualità dei prodotti – produzione sempre più automatizzata e centralizzata (cosa che impedisce la customizzazione e la “localizzazione del prodotto) – necessità di ingenti investimenti per sviluppare nuovi prodotti (cosa che esclude la possibilità di persone con buone idee di entrare nel Mercato) – dipendenza dalle multinazionali e conseguente perdita della dimensione imprenditoriale – nuova dimensione di cronyism (connivenza Stato/Mercato) che genera povertà a causa si obbligo di acquisto di prodotti per sostituire quelli messi fuori legge, aumento delle tasse per finanziare alcuni business, ecc .. ).
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Il problema di fondo per il Mercato è che esso sta andando in una direzione opposta a quella a quella oggi richiesta dalla “nuova Domanda”,
la quale richiede maggior qualità utile dei prodotti (e meno valore immagine). E che, per di più, a causa della diffusione dell’incompetenza rende impossibile alle aziende il cambiamento necessario [vedi in precedenza il cap. “L’incompetenza diffusa e i danni causati da essa a livello di government e di mercato”]
Si noti come nel nuovo scenario vi saranno delle condizioni che renderanno inevitabilmente molto diversa la concezione del lavoro.
In primo luogo vi è il fattore del tempo liberato (collegato alla questione del “denaro liberato”). [vedi il già citato cap. “La questione del tempo liberato” nel mio articolo “Partire dalle persone, partire dal piccolo, dal locale”].
Ma a tale nuova condizione contribuirà in particolare la possibilità di remote working: con esso – unitamente alle nuove (ma tradizionali) attitudini alla collaborazione ed allo sharing [vedi il cap. precedente “Capacità di cooperazione nel risolvere i problemi della Comunità”] – ridurranno di molto le necessità di spostamento (si potrà ad esempio collaborare, in un contesto di produzione diffusa , con aziende anche molto lontane).
Come cambierà il Mercato (verso una “Economia su base locale”)
La nuova Domanda sulla quale il Mercato dovrebbe focalizzarsi è non solo un nuovo modo di rapportarsi con il Consumatore, ma è
a livello sociale,
lo sviluppo di una radicalmente nuova Cultura del Consumo:
I trend sociali indicano infatti che si sta andando verso una nuova versione di consumismo, un consumo intelligente sia per il Consumatore che per la Società .
Treccani – Consumismo: “Fenomeno economico-sociale tipico delle società industrializzate, consistente nell’acquisto indiscriminato di beni di consumo, suscitato ed esasperato dall’azione delle moderne tecniche pubblicitarie, le quali fanno apparire come reali bisogni fittizî, allo scopo di allargare continuamente la produzione.”
Definizione che introduce il concetto di “sprechismo”: spreco di risorse e di denaro.
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Ovvero si sta inaugurando un nuovo modello di consumo che porta non solo direttamente vantaggi al consumatore sotto forma di qualità della vita. Ma si tratta di una modalità di consumo che influisce in modo positivo sull’intera Società: sui rapporti sociali (le nuove modalità implicano nuove forme di convivialità tra persone) e sull’ambiente (poiché elimina le conseguenze negative del consumismo attuale come spreco di risorse, inquinamento, ecc …).
Il fatto più importante è che
non si tratta più di un consumo
ma di una fruizione di beni e servizi.
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In altre parole si tratta di una “rivoluzione” dei consumi, che in realtà
è una contro-rivoluzione
rispetto a quel rapporto tra i prodotti offerti dal Mercato
e gli acquirenti
creato con la Rivoluzione industriale.
Una contro-rivoluzione basata sui nuovi micro-trend di economia circolare, sharing, exchange, auto-produzione ed auto-assemblaggio, Network di solidarietà, e resilienza, personalizzazione e adattabilità del prodotto.
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Il cambiamento è quindi sostanziale perché elimina la necessità di spendere ingenti somme di denaro per acquistare i prodotti necessari per la propria vita (e elimina anche la necessità di lavorare quanto si lavora oggi per star dietro alla “corsa del topo” del consumismo moderno).
I prodotti, come i primi modelli di auto e i vecchi elettrodomestici possono durare per generazioni. Il che significa anche pagare meno tasse [si vedano nel implicazioni di ciò nel prossimo capitolo “trend che riguardano concezione, produzione e distribuzione del prodotto”].
► i trend che riguardano concezione, produzione e distribuzione del prodotto
Il nuovo approccio alla fruizione di beni e servizi implica ovviamente un cambiamento radicale per quanto riguarda i processi del Mercato attuale.
In primo luogo il fattore che favorisce il cambiamento è
la consapevolezza della popolazione di
non dipendere necessariamente dal “Mercato”
per sostenere la propria vita.
Questo cambiamento della Domanda implica appunto una rivoluzione copernicana delle metodologie di produzione ed approvvigionamento dei prodotti che si utilizzano.
Si tratta di un cambiamento radicale che, come vediamo nei prossimi due capitoli, avviene a due livelli:
● cambiamento del Mercato in sé: che si trasforma in modo radicale per adattarsi alla nuova Domanda (sostanzialmente ritorna in vigore la Legge della Domanda e dell’Offerta che era stata cancellata dal nuovo Capitalismo finanziario).
Ma avviene in modo ancora più radicale cambiamento nel rapporto tra i prodotti e gli utilizzatori con
● auto-produzione ed auto-mantenimento dei prodotti.
La (contro)rivoluzione del Mercato: verso un Mercato del Manufacturing 2.0
Nella contro-rivoluzione di cui si parla, in generale
il Mercato ritorna ad essere più vicino al tipo di creazione dei beni e di approvvigionamento della modalità tipico della Comunità tradizionale .
Ovvero nello specifico, per quanto riguarda la produzione, avviene che.
vi è una maggior attenzione per la qualità del prodotto.
Oltre alle modalità di produzione cambieranno le modalità di progettazione, produzione e distribuzione dei prodotti:
● la progettazione
La progettazione, che nel Mercato attuale ha assunto un ruolo praticamente irrilevante, sarà nuovamente mirata alla soddisfazione dei reali bisogni delle persone.
<si veda il capitolo “Nuova modalità di progettazione” nel testo “Smart-approach for smart cities: a new path of innovation for the city”>
● la produzione
La produzione post-industriale diviene un qualcosa di radicalmente diverso. In essa si ha appunto una rivoluzione copernicana nella quale si ribaltano i fondamenti attuali: il centro non è più il Produttore (ora ci si occupa primariamente degli interessi del Produttore (poichè il prodotto viene venduto comunque grazie alla pubblicità, e non ha bisogno di avere nessuna qualità), ma è lo User, che finisce per essere il protagonista del processo di produzione.
Il cambiamento è talmente radicale che
lo User diviene in qualche modo
esso stesso il co-produttore dei suoi prodotti.
Più avanti si descrive come nella fase più avanzata di questa rivoluzione verso una dimensione post-industriale sia lo User stesso a produrre completamente ciò che gli serve. Ma per quanto riguarda la produzione sviluppata dal Mercato, l’attenzione si sposterà in generale alle reali esigenze dell’utilizzatore del prodotto. Sostanzialmente
vi sarà in gran parte un ritorno
alle caratteristiche dell’Età dell’artigianato.
L’imprenditore diventerà cioè una sorta di Artigiano 2.0: sia lo User che il Produttore “artigianale” parteciperanno al processo di produzione per creare il valore del prodotto (non esiste più l’operaio).
<vedi il mio articolo “The need for a new generation of automation (& digitalization) towards a human oriented automation”>
Questo nuovo processo di produzione post-industriale sarà appunto un ibrido che combina artigianato e produzione industriale che possiamo definire come Manufacturing 2.0.
Il cambiamento che si avrà nella nuova dimensione definita come Smart production (o proximity market) si passerà dalle attuali modalità di produzione di massa (automatizzata, centralizzata) a forme di produzione che si spostano sempre più verso lo User con una sempre maggior localizzazione della produzione, o dell’assemblaggio di componenti.
Come vediamo più avanti, non vi sarà più una soluzione di continuità tra produzione da parte del “Mercato” ed auto-produzione (da parte della comunità sociale, quando non del singolo).
[cap. “Nuove modalità di produzione: il Mercato prosumer open factory al posto della catena di montaggio” nel testo “Smart-approach for smart cities: a new path of innovation for the city”]
<vedi anche il mio articolo “I micro-produttori – oltre la catena di montaggio: lo smart manufactoring” >
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Si noti uno dei vantaggi di questo nuova dimensione della produzione: in gran parte essa si baserà sul riciclo di parti usate (che nel nuovo scenario saranno modulari).
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Vi sarà cioè una “produzione diffusa” (localizzata) che sostituirà l’attuale produzione sempre più centralizzata, la quale sarà sviluppata in una modalità vicina a quella della attuale piccola industria, sparsa sul territorio (con le nuove modalità della produzione post-industriale illustrata nei successivi link).
Vi saranno ad esempio delle Franchising-Transplant Factories che consistono della dimensione di officine nella quale possono operare anche gli User. <vedi il capitolo “New Production / Distribution methods: Franchising-Transplant Factories” nel mio articolo “Innovation in the new post-industrial market >
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Nel nuovo scenario di Manufacturing 2.0 l’integrazione dello User nella “filiera” del prodotto con una sua partecipazione alla fase di produzione che avverrà anche grazie alle strutture delle nuove Open Factories: dalla dimensione di una officina, esse sono strutturate in modo da essere gestite da personale senza competenze avanzate, e da permettere l’accesso dello User a molte fasi di lavorazione. <si veda il mio articolo Industry 4.0: the Smart manufacturing (& SmartFAB)“>
● la distribuzione
Anche la distribuzione dei prodotti cambierà in modo radicale. Ciò per il fatto che nel nuovo assetto del mercato in modalità diffusa (fortemente localizzata) saranno radicalmente differenti tutte le modalità della cosiddetta “logistica” dal punto di vista dell’approvvigionamento di materie prime, e della distribuzione finale del prodotto (i prodotti – dal cibo agli strumenti domestici – non arriveranno più, come avviene oggi, da molto lontano).
Ricordiamo che nel nuovo scenario del Proximity market, poiché la produzione è sviluppata in luoghi molto vicini all’utente finale – tutto avviene “in prossimità”, a “KM Zero” (eccetto l’importazione di alcune parti più sofisticate) – viene meno l’attuale necessità della logistica complessa della Società industriale.
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Molte sono le ripercussioni positive della nuovo modalità di produzione post-industriale diffusa sul territorio: in tal modo si genera una nuova forma di Economia, di tipo locale nella quale
– si potrà creare maggior occupazione,
– si potrà avere una produzione molto più flessibile di quella attuale (non necessitando le nuove modalità di lavoro di operatori altamente specializzati, le piccole Aziende possono continuamente cambiare tipo di lavorazione per seguire le variazioni della domanda),
– il denaro speso per l’acquisto di prodotti rimane a livello locale.
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Si noti come attualmente il Mercato per superare la crisi vada in direzione opposta, sviluppando il trend Industry 4.0 nel quale si fa sempre più affidamento alle super-tecnologie, e sempre meno attenzione al fattore umano di design e produzione. <si veda il mio articolo “The misunderstanding on industry 4.0: towards manufacturing 4.0”>
<altri miei articoli sulla nuova modalità del Mercato sono:
– “The problems of the current Market strategies: toward a crowd participated Marketing”>
– Beyond the Planned obsolescence, towards a long/endless durability >
– The misunderstanding on the real meaning of the Trends (Meta-trends and Fake-trends) [1]
– New modality of Consumerism (Key of Changes #2)
– “New modalities of Production of Services and material Products”
– ”Innovation in the new post-industrial Market – Manufactory 4.0″>
GOVERNMENT: I TREND ALTERNATIVI RISPETTO AL GOVERNMENT CENTRALIZZATO (E AL WELFARE MODERNO)
Il funzionamento dell’organizzazione della Società tradizionale
Per quanto riguarda il government della comunità locale è tutto molto semplice: si torna al modello tradizionale (Ordine naturale) nel quale non c’è nulla da inventare, ma si tratta solo di osservare le tipologie di società che hanno funzionato in passato.
Ovvero per definire il government di una comunità di Ordine naturale
non c’è nulla da teorizzare,
ma si tratta di cercare di
comprendere il modello tradizionale della Società dell’Uomo.
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Ricordiamo che la filosofia che guida lo sviluppo di una Comunità di Ordine naturale si basa sui seguenti concetti:
– non si tratta di inventare nulla ma di riferirsi a qualcosa che ha già funzionato. In generale il concetto di base è che è necessario trovare la condizione nella quale gli abitanti della comunità sono spontaneamente spinte ad agire in modo funzionale al buon funzionamento della società.
[vedi in precedenza il cap. “Come può avvenire il cambiamento graduale (e perché si deve seguire il metodo learning by doing)”]
Si tratta cioè di recuperare il modello “naturale” di società che ha funzionato per millenni (ovviamente di tale modello si possono migliorare alcuni aspetti – anche grazie all’uso di nuove tecnologie sostenibili – ma in essenza di tratta di tale modello).
Ricordiamo a proposito del ruolo positivo che ha avuto nella storia il modello dell’auto-governo comunità sociale:
– è servito come riferimento nella fondazione della prima Democrazia: a quel tempo gli Ateniesi quando hanno deciso di sbarazzarsi dei governanti un Potere autoritario hanno semplicemente adottato il modello tradizionale di government delle comunità rurali.
– per secoli esso ha funzionato nella prima Democrazia moderna, quella degli Stati Uniti, dove le piccole Town di provincia si auto-governano.
– funziona tutt’ora nelle piccole comunità “private” nella Democrazia rappresentativa: aziende, circoli, condomini, ecc …
– gli antichi Imperi, pur essendo fortemente autoritari, lasciavano autonomia di gestione ai territori conquistati poiché essi sapevano che tale modalità era l’unica che potesse far prosperare le comunità (e quindi poter prelevare da esse le tasse).
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– non si tratta di adottare un dogma preconcetto (una Ideologia .nella quale si definisca un’Idea fondante e poi ci si attenga ad essa), ma come è stato per le comunità tradizionali dell’Uomo negli ultimi 10.000 anni, si tratta di definire un percorso esperienziale nel quale le persone mettono a punto il “loro” modello di società attraverso un percorso di “prova e correzione degli errori”.
[nel vol. 1 il cap. “Le due tipologie di società dal punto di vista del government” si analizza come funziona la comunità di Ordine naturale, e perché l’attuale Società moderna non può funzionare]
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Ricordiamo che il principio di base è che
il benessere esiste solo
quando le persone sono in grado
di soddisfare direttamente i propri bisogni
[si veda nel vol. 1 il cap. “Solo chi detiene i bisogni è in grado di sviluppare una soddisfazione efficace di essi”]
Alcuni dei motivi di questa necessità sono: solo chi detiene il bisogno ne conosce le sfumature; e una soluzione non è mai definitiva, ma va seguita per attuare successive modifiche.
Ovviamente ciò può avvenire nella comunità di tipo tradizionale per il fatto che in essa è sviluppato il senso di responsabilità ne
i confronti della comunità il quale induce gli abitanti a cooperare per risolvere i problemi.
[vedi in precedenza il punto “capacità di cooperazione nel risolvere i problemi della Comunità” nel cap. “Quali sono i macro-problemi da risolvere”]
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In ultima analisi, per essere in grado di sviluppare un reale benessere è necessario avere una sufficiente autonomia da quelle istituzioni che oggi rendono impossibile il cambiamento: il Government centralizzato (e tutte le sue forme decentrate e di burocrazia), e del “Mercato del Consumismo” .
[si veda in precedenza il cap. “Le caratteristiche peculiari del government della Comunità tradizionale”]
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Nel vol. 3 si analizzano più nello specifico le questioni operative del government della società di Ordine tradizionale, che sono in sintesi:
– i Cittadini partecipano direttamente alle questioni di organizzazione della loro comunità, e
– non vi sono Istituzioni governative nel senso attuale (le quali hanno di per sé il potere di imporre ai Cittadini le loro decisioni)
– vi è auto-sufficienza nel senso che non dipendono (in gran parte) da contributi esterni sia le singole persone (famiglie), sia l’intera comunità. [si veda in precedenza il cap. “Un buon livello di autosufficienza (indipendenza della Famiglia e della Comunità)”]
– le questioni sovra-locali in tale dimensione vengono gestite con una integrazione dei “governi” locali come è per le attuali istituzioni senza rappresentanti fissi (come è nel caso del G8). <vedi il cap. “Il livello sovra-locale del government (di opere e servizi dello stato)” del mio testo nel mio testo “Oltre la Social-Democrazia”.>
[vedi anche nel vol. 1 il cap. “Introduzione alla società di “Ordine naturale”]
Gli attuali trend che possono favorire lo sviluppo
di una alternativa al Governo centrale
Per comprendere come nella attuale società si stiano sviluppando nuovi trend nel campo dell’organizzazione della società, è necessario comprendere che il conflitto che esiste tra la direzione del Mercato e la Nuova domanda descritto nel capitolo precedente esiste anche l’ambito del Government della Società occidentale moderna.
Ovvero anche il Government – come accade per chi gestisce le maggiori aziende dell’attuale Mercato – si è allontanato dalla sua “base”, ossia dalle persone che esso dovrebbe soddisfare con le sue azioni.
Ciò che va fatto a livello di organizzazione della Società è cioè
riportare il “Sistema di government”
nuovamente a contatto con i Cittadini
(per fare ciò, come vediamo, è necessario trasformare in modo radicale le modalità di Government).
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Sostanzialmente anche nel caso del Government si tratta di intraprendere la direzione indicata dai nuovi trend che stanno nascendo dal basso per ovviare ai problemi creati dal Mercato attuale (il quale, come la Politica, non è più in grado di offrire soluzioni di reale valore per le persone).
Nel caso del government si tratta di operare per risolvere problemi delle persone che ormai sono al limite della sopravvivenza a causa della crescente inefficienza dei servizi pubblici.
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La nuova direzione delle modalità di government si sviluppa quindi sulla strada radicalmente nuova intrapresa dal Consumismo 2.0 (descritto in precedenza): iniziative di una nuova forma di Politica 2.0 sviluppata direttamente dai Cittadini.
Sostanzialmente si tratta di attuare
una “Politica dei Cittadini”
nella quale per soddisfare i loro bisogni
le persone operano direttamente sul territorio
(si noti che non si tratta altro che del recupero dell’organizzazione del territorio della tradizionale comunità sociale di ordine naturale).
La nuova Politica dei Cittadini illustrata in questo documento è divisa in due differenti parti:
– una Politica dei Cittadini vera e propria, che opera in modo effettivamente indipendente dalle attuali Istituzioni governative: è la parte più importante che permette di partire da piccole iniziativa con quelle quelle della cura del verde pubblico del vicinato, a reali sistemi di Democrazia diretta.
– una “Politica di transizione”, sviluppata all’interno dell’ambito della Politica istituzionale attuale, che permetta di favorire lo sviluppo del percorso del Government diretto dei cittadini con la creazione di nuove leggi ad hoc.
In questo ambito è possibile avere successo per il fatto che, in una crisi delle Politica parlamentare come quella attuale, i Politici, se vogliono essere rieletti, devono per forza fare concessioni ad iniziative sviluppate direttamente dai loro Elettori.
<vedi il capitolo “La possibilità di utilizzare gli strumenti di pseudo-democrazia diretta per sviluppare un percorso di reali riforme (ovvero come sviluppare una “rivolta morbida” nei confronti delle istituzioni)” nel testo “Introduzione alla democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla democrazia europea di uscire della crisi”>
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A proposito di della Politica dei Cittadini si vedano i miei articoli:
– “How to set up democracy reboot”
– “Reform of specific sectors of democracy”
e:
– “Why is democracy vanishing?”
– “The need to start from a dimension of an effective democratic “power by the people””
– “Extinction of democracy”: the extinction of modern democracy and the rebirth of real democracy”
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Ricordiamo che nella Comunità sociale basata sull’ordine spontaneo questo operare a livello della Politica attuale ha comunque una utilità molto marginale poiché in essa tutto viene gestito direttamente dagli abitanti.
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Vediamo come queste iniziative di Politica 2.0 (e Pubblica amministrazione 2.0) possano essere sviluppate negli ambiti:
● Government, con lo sviluppo di una “Politica dei Cittadini” che permetta di arrivare alla creazione di un Government 2.0 necessario per favorire la transizione verso una nuova dimensione della società.
● Servizi pubblici. In questo ambito si tratta di sviluppare servizi alternativi a quelli attualmente sviluppati dalle Istituzioni governative, i quali possano offrire risultati migliori di quelli offerti dalle Istituzioni.
Si tratta di una nuova generazione di servizi che coprono la maggior parte dell’offerta degli attuali servizi pubblici, ma organizzati direttamente dai cittadini che operano molto spesso direttamente (in modalità che variano dal puro volontariato a forme di regime fiscale facilitato come le cooperative – ed anche in modalità sovvenzionata grazie a Leggi come quella della Sussidiarietà).
La qualità migliore di questa nuova tipologia di servizi dipende appunto dal fatto che esso sono sviluppati direttamente dai “detentori dei bisogni” [si veda nel vol. 1 il punto ”La soddisfazione dei bisogni delle persone lo si ottiene solo quando chi detiene tali bisogni specifici partecipa direttamente al processo di soluzione“ nel cap. “Perché l’opera dei governanti è intrinsecamente fallimentare”]
Si pensi a “servizi” come – al livello più basico:
● assistenza per la salute (medica, psicologica) sviluppata con network di solidarietà nei quali partecipano anche cosiddetti metodi alternativi di cura, che si occupa in gran parte della prevenzione delle malattie.
● assistenza più generale, come quella agli anziani o ai disabili (operando con associazioni di volontariato o cooperative sociali).
● istruzione: si tratta sono solo di alternative alla Scuola pubblica (sviluppate in modalità simile a quella dell’Home schooling). Ma anche di sviluppare altre forme di Istruzione utili a diffondere una cultura che possa migliorare il funzionamento della società (come “università” dedicate agli adulti).
● trasporti: in questo campo molto si può fare per sostituire gli attuali servizi pubblici gestiti direttamente o indirettamente dallo Stato. Si tratta ovviamente di servizi “privati” che nelle modalità più semplici sono il perfezionamento di quanto esiste già: pooling per andare al lavoro o portare i bambini a scuola (si possono utilizzare le esperienze di Social network come BlaBla Car).
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Tali servizi ovviamente operano in parallelo rispetto a quelli istituzionali, e probabilmente nel tempo sono destinati a divenire i più utilizzati.
Utilizzando al meglio i nuovi trend è infatti possibile creare un Welfare 2.0, un Welfare partecipato migliore di quello attuale in fatto di sostenibilità ed efficacia dei servizi (si tratta sostanzialmente di riportare la Comunità sociale alla dimensione di quella tradizionale del Villaggio) [vedi il mio articolo “Towards a Welfare 2.0”]
La necessità di sviluppare consapevolezza con nuove modalità di istruzione e informazione
Si noti come questi servizi dal basso che possono essere sviluppati nell’attuale sistema sociale abbiano una doppia valenza:
– soddisfare i bisogni effettivi della popolazione, ponendosi in alternativa agli attuali servizi del Welfare.
– incrementare la consapevolezza dei Cittadini rispetto alla possibilità di migliorare le cose.
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Riguardo a quest’ultimo punto, è importante considerare che
conoscenza significa potere.
Ovvero saper far funzionare le cose del Mondo che riguardano la propria vita rende liberi dalle costrizione che impediscono di conseguire un reale benessere (si parla della condizione di “schiavitù” creata oggi dalle Istituzioni Governative e dal Mercato del consumismo).
[vedi nel vol. 1 il cap. “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)”]
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Più nello specifico, a livello sociale la condizione di libertà da tali costrizioni può essere ottenuta diffondendo una Cultura che ripristini quelle conoscenze tipiche della vita tradizionale che l’Uomo ha sviluppato dal Neolitico ad oggi.
[vedi in precedenza il già citato capitolo “I problemi intrinseci all’Essere umano moderno/il profondo decadimento del livello culturale(la perdita dei “life skills””]
The need to develop a ‘parallel economy’
In altre parole per avere una società che sia nuovamente in grado di creare benessere è necessario sviluppare quella che viene definita “Economia parallela”, nella quale, tra le altre cose,
si sostituisce il fattore “money si power”
con il principio “conoscenza è potere”.
Thomas Jefferson – il più importante tra i Padri fondatori degli Stati Uniti – usava tale concetto: “conoscenza è potere, sicurezza e felicità”.
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Il significato positivo di “Economia parallela” è di società – e non solo Mercato – sviluppata in una dimensione di libertà da imposizioni (e censure).
Oggi ad essa viene attribuito dalla Cultura mainstream un significato negativo di “economia illegale”, di “economia in nero”.
Ma in realtà una “economia parallela” rispetto quella istituzionale è una modalità perfettamente legittima rispetto ai diritti della Democrazia. Ossia essa è una delle forme di auto-organizzazione della vita dei Cittadini che è alla base delle Democrazia.
Ricordiamo che anche dei “dittatori” come gli antichi Romani permettevano alle province occupate di mantenere una Economia alternativa, poiché essi avevano compreso che la ricchezza del territorio dipendeva dal fatto che gli abitanti fossero lasciati liberi di sviluppare usi e costumi locali.
Il problema è che la gestione ideologica della società moderna (ossia la pretesa che la gente ragioni in base alla forma mentis dei Governanti) ha portato alla perdita della Cultura tradizionale adottata anche delle “dittature” non-ideologiche come quella degli antichi Romani. Ed
oggi paradossalmente la Libertà (di iniziativa)
viene combattuta come se fosse una minaccia per la Democrazia.
Ovvero oggi si demonizzano le varie forme di Libertà di iniziativa definendole come “evasione fiscale” (“guadagni in nero”), quando esse non sono altro che una forma dell’Economia reale che è alla base delle Democrazia: ossia il libero scambio di cose e servizi tra i Cittadini.
In un contesto democratico un “prelievo” di denaro (Tasse) per finanziare servizi che non siano esplicitamente richiesti dai Cittadini è, per le stesse leggi democratiche, una forma di estorsione.
[si veda nel vol. 1 il cap. “La Democrazia europea come sistema di estorsione”]
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Si noti come i trend popolari rendano impossibile bloccare una effettiva Economia parallela: nelle nuove practices del Mercato – come Airbnb – è praticamente impossibile impedire alle persone di scambiarsi i numeri di telefono e quindi di avere “pagamenti in nero” nelle volte successive alla prima.
Di fatto questa pratica non ha nulla di illegale, poiché a nessuno può essere impedito di scambiare con altri favori come servizi o case!
In casi di servizi online della tipologia di Couch Surfing o BlaBla Car, nei quali possono essere offerti posti letto o passaggi auto gratuiti, sono ancora più difficili da individuare “pagamenti in nero” da tassare: come si può pensare, ad esempio, di estorcere delle tasse su rimborsi spese (come benzina, riscaldamento, ecc ….).
[si veda nel vol. 1 il cap “Come può funzionare una società basata sulla libertà? La questione della Libertà/Responsabilità”]
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Una Economia parallela è ben di più di una forma di gestione del denaro: essa coinvolge anche altri Diritti fondamentali dell’Uomo come la libertà di informazione. Oggi il problema della Società impostata sull’Economia di Mercato è che i Media (Giornali, Social network, TV) sono fortemente censurati di tutto ciò che non è funzionale al Mercato (un caso significativo è quello delle cure e delle vaccinazioni per il Covid).
È quindi auspicabile che per cambiare le cose – e ripristinare il benessere perduto – si creino comunità (fisiche come villaggi, o “virtuali” come Social network) nelle quali
VENGONO RIPRISTINATE
LIBERTÀ DI INIZIATIVA E LIBERTÀ DI INFORMAZIONE
con modalità di gestione “in parallelo”
rispetto a quelle istituzionali.
[si veda più avanti alcune iniziative di “government parallelo” nel cap. “Alternative al government attuale”]
Ricordiamo che il modello di Comunità di ordine tradizionale qui proposto è definito come un “Villaggio privato” che è quindi l’equivalente, dal punto di vista giuridico, di un condominio all’interno del quale gli scambi di beni e servizi possono in qualche modo essere considerate questioni “private” tra gli abitanti.
[vedi nel vol. 3 alcuni approfondimenti dell’argomento]
Si veda più avanti un approfondimento del tema dell’”Economia parallela” in un prossimo capitolo “Verso una Economia 2.0”
La necessità di ripristinare la Cultura tradizionale dell’Uomo
Per poter sviluppare una nuova dimensione sociale nella quale si possa nuovamente sviluppare il benessere perduto nella Società occidentale moderna si tratta quindi innanzitutto di ripristinare quel livello culturale (consapevolezza delle proprie responsabilità sociali e delle proprie potenzialità) che ha caratterizzata la millenaria vita nelle Comunità di ordine tradizionale.
Ovvero si tratta – portando le persone a comprendere come funzionano “le cose del Mondo”, e quindi a comprendere come sia possibile creare un nuovo tipo di organizzazione della società – di neutralizzare il potere assoluto che attualmente detengono le Istituzioni governative e il Mercato del consumismo.
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Ciò che va recuperato è quindi sostanzialmente
la conoscenza del fare le cose da sé
(la conoscenza dei Neolitici).
Una conoscenza che permetteva agli abitanti dei Villaggi:
– di essere in grado di servirsi della natura per sviluppare un reale benessere nella loro comunità.
– di sviluppare il Progresso: sapendo come funzionano le cose, essi erano in grado di migliorare costantemente le loro tecniche per ottenere migliori risultati con fatica minore.
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Per ripartire è quindi necessario cambiare alla radice l’attuale sistema della Cultura: come diceva Einstein infatti
“Se ripetuti tentativi di cambiare un sistema falliscono, significa che vi sono degli errori nei principi [della propria azione]”.
<vedi un approfondimento nel già citato capitolo “I must del percorso di cambiamento” nel mio articolo “Che fare? la necessità di divenire consapevoli di essere parte del problema”>
L’importanza di ricreare un nuovo eco-sistema culturale
Questa ricostruzione della Cultura è necessaria per risolvere il problema precedente della mancanza di senso di responsabilità delle persone rispetto alla loro vita, e quindi nei confronti della loro comunità sociale (cosa che impedisce ad essi di percepire le loro effettive potenzialità).
[vedi in precedenza il cap. “Individualismo (de-responsabilizzazione) > verso il recupero della capacità di vivere in una Comunità”]
Tale de-responsabilizzazione degli individui deriva appunto in parte dal fatto che la Società moderna si basa su una Cultura ridotta rispetto a quella adottata dalla Società tradizionale. Una Cultura che, priva di elementi fondamentali per la comprensione di come funziona effettivamente il Mondo, non permette alle persone di saper gestire la loro vita, e di conseguenza la loro comunità sociale. [vedi in precedenza il cap. “Un breve excursus sul riduzionismo della Cultura moderna”]
Per ovviare a tale mancanza è quindi necessario contrastare il Mainstream culturale attuale che, attraverso l’educazione scolastica e i Media, opera per mantenere le persone nell’ignoranza di molte di quelle nozioni che facevano parte del bagaglio di conoscenze di un tempo.
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La questione è comunque piuttosto complessa: si tratta infatti non di contrastare informazione per informazione ciò che viene propinato dal Mainstream, ma di
creare un vero e proprio Ecosystem della Cultura nel quale vengano offerte quelle conoscenze oggi perdute nella Cultura moderna.
[si veda in precedenza il cap. “Quali sono dunque i veri responsabili della crisi dell’Occidente? Il difetto d’origine dell’Ideologia sociale”]
Il recupero della conoscenza (coscienza) perduta deve avvenire in primo luogo attraverso l’apprendimento di come, nella Storia, l’Uomo sia riuscito a far funzionare per millenni la Comunità sociale tradizionale.
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A livello operativo tale ricostruzione dell’ecosistema culturale deve avvenire attraverso due canali: informazione ed istruzione (sia dei giovani, che dei futuri adulti).
Si tratta cioè di
affiancare i canali istituzionali
con nuovi canali gestiti direttamente dai Cittadini.
Con il proposito che essi divengano più seguiti di quelli istituzionali.
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Ciò che va realizzato è quindi, come vediamo nei prossimi capitoli:
● un nuovo modello di istruzione (un recupero della scuola tradizionale)
● un nuovo modello di informazione (la creazione di nuovi canali di informazione)
● un nuovo modello di istruzione: il recupero della Scuola tradizionale
Uno dei punti chiave è quindi che la conoscenza è potere: è quindi necessario che le persone recuperino quella conoscenza che ha permesso ai loro antenati di sviluppare per millenni una società in grado di offrire un reale benessere.
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É necessario considerare che vi sono due conoscenze: i citati “life skills” (necessari alle persone per sviluppare la propria vita senza il bisogno di dipendere da altri), ma anche quella conoscenza delle questioni che riguardano l’organizzazione della società sviluppata direttamente dai cittadini (la quale può essere generata anche con practices si basso livello, come gestioni di Circoli privati o Comitati di cittadini che si occupano del verde pubblico).
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L’ecosistema culturale va quindi ricreato nei due ambiti dell’educazione dei futuri adulti, ma anche – sopratutto nella fase di transizione verso la nuova Società di ordine tradizionale – di istruzione degli adulti, affinchè essi siano stimolati a cambiare (ed a farlo in modo effettivamente funzionante).
– l’istruzione per i giovani
Per quanto riguarda l’istruzione dei giovani, ricordiamo che non si tratta di creare un qualcosa di “uguale e contrario” rispetto al modello attuale (ovvero non si tratta di porsi in contrasto con quest’ultimo), ma si tratta di fare qualcosa di radicalmente nuovo:
creare un ambiente nel quale si sviluppi spontaneamente – “dal basso” – una cultura di tipo tradizionale.
La differenza tra le due modelli di “educazione” è nel fatto che nella Comunità di ordine spontaneo la cultura viene insegnata in modalità “diffusa” all’interno della società, e quindi sono solo da istituzioni preposte a tale compito. Ma l’educazione dei giovani avviene anche – e soprattutto – nella Famiglia allargata.
Ricordiamo che la Cultura è un qualcosa di relativo al contesto “etnico” in cui le persone vivono. In tale contesto infatti le persone hanno messo a punto in un processo millenario, in base alle loro esperienze di vita (con il processo di errore e correzione dell’errore) le best practices più funzionali all’ottenimento del benessere.
La relatività della Cultura specifica rispetto al contesto non dipende solo dalle caratteristiche geografiche del territorio, o da quelle fisiologiche degli individui, ecc …. Ma dipende anche dalle attitudini sviluppate dal nucleo della Famiglia allargata (si pensi alle differenze di educazione dei bambini sviluppata da Arabi ed Europei: entrambe hanno una ragione d’essere se le si considera all’interno del loro contesto).
Il problema che si è evidenziato negli ultimi tempi è che, sebbene tali differenze cultuali impediscono una effettiva integrazione tra etnie [vedi nel vol. 1 il cap. “Come gli individui siano spontaneamente portati ad aggregarsi con individui della stessa cultura”], la vicinanza tra differenti culture può favorire lo sviluppo di conoscenze che possono permettere il recupero della Cultura millenaria oggi perduta.
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In ogni caso, al di la di come viene sviluppata l’istruzione nelle nuove Comunità di tipo tradizionale, nell’ambito della attuale struttura istituzionale della Società, se si vuole migliorare la Scuola (cosa indispensabile per diffondere la consapevolezza tra i giovani di come si possa vivere in modo migliore) essa deve ritornare ad essere quella che è stata per millenni (prima della “rivoluzione culturale” di Napoleone, ossia fino alle comunità dei coloni americani che esistono ancora oggi sotto forma di piccole Town di provincia USA).
Ovvero
la Scuola deve essere gestita,
come le altre istituzioni,
dai cittadini
(che in questo caso sono i genitori).
L’unico modo di aderire a questa modalità è, nella Società occidentale, quello di creare Scuole “private” gestire direttamente dai genitori (in questa direzione oggi è sviluppata la tendenza di ricorrere allo “home schooling” – o Scuole parentali – le quali possono assumere la dimensione di veri istituti scolastici).
Quella dell’home schooling è una modalità attualmente favorita da alcune Leggi, e dalle nuove tecnologie, grazie alle quali si possono, tra le altre cose, creare testi scolastici ad hoc (condivisibili con una rete di scuole in tutta la nazione), avere in teleconferenza la partecipazione di autorevoli professori, o utilizzare video condivisi su piattaforme social (come il caso di PragerU).
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Si noti come le scuole amministrate direttamente dei genitori concorrano ad aumentare la consapevolezza dei Cittadini a proposito di come si possa governare in modo diretto la società.
– l’istruzione per gli adulti
In ogni caso come detto, nella fase di transizione verso lo sviluppo di nuove comunità sociali di tipo tradizionale,
è molto importante sviluppare
forme di istruzione per gli adulti.
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Ricordiamo che qui si parla di un cambiamento dell’organizzazione della società che può avvenire unicamente in modo spontaneo: quando le persone riescono a trovare in loro quella capacità di comprendere come interagire con il Mondo (come è stato per millenni per chi ha vissuto nei Villaggi di ordine naturale).
Ovvero si tratta di un processo di cambiamento della società che non può essere forzato da qualcuno (in un certo senso potremmo dire in tale processo che non esistono buone idee su cosa deve essere fatto, ma esistono solo le idee dei soggetti che operano su se stessi la trasformazione).
Ciò significa appunto che non si tratta di opporre alla attuale “Pedagogia di Stato” una “Pedagogia alternativa” per sviluppare un indottrinamento di segno opposto a quello Istituzionale, ma di fare un qualcosa di radicalmente differente:
si tratta di creare delle condizioni generali
che portino allo sviluppo di un cambiamento spontaneo.
(in caso contrario non si farebbe altro che sviluppare un altro modello di società governata dall’alto, la quale per quanto possa inizialmente portare al miglioramento del benessere, finirebbe per collassare come quella attuale a causa della mancanza di un contributo di valore alla Comunità da parte degli abitanti).
[si veda in precedenza il cap. “In che modo è possibile che avvenga un cambiamento sostanziale di una società? (il cambiamento può avvenire solo in modo spontaneo)”]
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Il principio fondamentale da seguire è quindi quello della
spontaneità dello sviluppo della conoscenza
all’interno delle coscienze
(opposto all’attuale principio di imposizione dall’alto). Il che tradotto in termini di “educazione” significa un processo maieutico di apprendimento, nel quale vi è una trasmissione della conoscenza supportato da una “modalità esperienziale” che permette alle persone di interiorizzare quanto apprendono.
In altre parole tale modalità di apprendimento è l’unica che permette all’Essere umano di imparare le cose nella loro sostanza, poiché, tra le altre cose chi apprende in questo caso è in grado di valutare in prima persona la bontà di quanto gli viene detto.
<vedi “L’educazione maieutica” nel testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”(english)>
Si noti che il processo di apprendimento qui descritto non è altro che quel processo seguito dall’Essere umano nella creazione della sua Società tradizionale: un percorso esperienziale millenario nel quale dagli inizi della Rivoluzione neolitica esso ha messo a punto una modalità ottimale di organizzazione della sua società (una modalità che è stata presa come riferimento dagli Ateniesi che hanno fondato la prima Democrazia).
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Il fatto è, appunto, che per cambiare le cose è necessario a monte di tutto entrare nella dimensione del “praticare le cose”; e che tale percorso esperienziale di apprendimento da maggiori frutti se è supportato da un percorso di recupero della conoscenza della Storia e delle nozioni riguardanti le possibili modalità di organizzazione della Società.
A livello operativo si tratta di sviluppare iniziative come quella di una sorta di Università alla portata della gente comune (si potrebbe definire come una Università della Seconda Età).
I video della Prager University <www.prageru.com/> costituiscono già un qualcosa del genere.
● un nuovo modello di informazione: la creazione di nuovi canali di informazione
Per poter arrivare ad un reale cambiamento – tenendo conto del fatto che “conoscenza è potere” – è necessario anche diffondere “la conoscenza” giorno per giorno attraverso canali di informazione.
Si tratta di annullare l’azione degli attuali canali di informazione maintream i quali quotidianamente, censurano le informazioni non funzionali al mantenimento del Sistema attuale e, ancor peggio, propinano informazioni false.
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Per fare ciò è necessario in primo luogo avere:
1. una “informazione libera” (una informazione in modalità crowdsourcing – “dal basso” -, senza censure) con la quale ognuno possa esporre la sua interpretazione dei fatti.
É comunque molto importante che ad ogni informazione (ad esempio un Post) sia collegato un dibattito, in modo che si sviluppi una conoscenza in modalità “dialettica”, nella quale la diversità di idee porta ad un punto comune.
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Ma la nuova modalità deve consistere in una
2. una informazione organizzata, dove le informazioni sono facilmente accessibili perché strutturate con parole chiave, cross-reference, ecc ..
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Si tratta quindi di attivare canali di informazione radicalmente nuovi alternativi a quelli del Mainstream che operino in parallelo con questi ultimi, e pian piano divengano i canali di riferimento.
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È però importante comprendere che si tratta non di migliorare i canali attuali con innovazioni specifiche, né di creare un qualcosa che contrasti i canali attuali con “una forza uguale e contraria” ad essi. Ma si tratta di creare qualcosa di radicalmente innovativo (si parla della cosiddetta Disruptive innovation). <vedi il capitolo “Considerations on the form of innovation” nel mio articolo “What is and what is not disruptive innovation”>
In tal caso si tratterebbe di una modalità che non crea consapevolezza, ma che tenta di portare le persone a “credere” ad una nuova verità; e si tratterebbe comunque di una modalità perdente nel confronto con un Mainstream che ha ormai raggiunto un livello assoluto di potere.
<see my Article “re-thinking – The elections are now irrelevant: it is necessary to act on the foundations of the institutions“>
<vedi una serie di miei articoli sulle nuove modalità di informazione >
Verso un Government 2.0 a livello nazionale (realmente partecipato, bottom-up)
Per quanto riguarda il processo di cambiamento del government a livello nazionale – che pur non essendo lo scopo primario dell’iniziativa rimane pur sempre un conseguimento che può favorire la diffusione delle iniziative di sviluppo di Comunità di ordine tradizionale – esso è possibile per il fatto che quando si sarà raggiunta una certa diffusione di iniziative locali i Politici, oggi in grave crisi, non potranno permettersi di non supportare iniziative popolari che hanno dimostrato di ottenere una qualità della vita superiore a quella attuale.
[vedi in precedenza il punto “Reintroducendo una autonomia legislativa dalle Istituzioni ufficiali” nel cap. “Le precondizioni necessarie per poter sviluppare una tale tipo di government autonomo rispetto ad un Governo centrale”]
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Si sottolinea il fatto che un modello di government istituzionale alternativo al Sistema parlamentare attuale può essere sviluppato in modo graduale partendo anche solo dalla creazione di semplici iniziative dal basso gestite direttamente dai Cittadini.
Si parla di una prima fase fatta di iniziative di basso livello che successivamente evolute nella giusta direzione permettono di andare verso un Government nazionale fatto unicamente di istituzioni bottom-up (si tratta semplicemente della attuazione del modello della reale Democrazia, quello sviluppato in origine in Atene, e poi adottato dalla prima Democrazia moderna, quella degli Stati Uniti).
La Politica dei Cittadini: la trasformazione dello Stato moderno in una reale Demos-crazia
Per il livello di government istituzionale sviluppato prevalentemente dal basso in alcuni miei documenti si prospetta una “Politica dei Cittadini” nella quale questi ultimi oltre a sviluppare iniziative di Consumo 2.0 per soddisfare da sè i propri bisogni [si veda in precedenza il cap. “Come i nuovi trend di mercato stanno già cambiando le cose in modo spontaneo: la New Demand e il Consumismo 2.0”] per ovviare all’inefficienza dei servizi pubblici, cominciano anche a creare anche alternative al “Sistema” attuale nei due aspetti illustrati nelle prossime pagine [come anticipato in precedenza nel cap. “Gli attuali trend che possono favorire lo sviluppo
di una alternativa al Governo centrale”]:
– alternativa al Government centralizzato (parlamentare) creando – partendo da iniziative di portata minima – una struttura che gradualmente arrivi a sostituire il sistema attuale di government.
– alternativa alla Pubblica amministrazione con organizzazione di attività gestite direttamente dal Cittadini sul loro territorio.
Ciò avviene – come detto in precedenza – con lo sviluppo di iniziative di Cittadini che operano in parallelo a quelle del Welfare attuale, le quali si basano sul volontariato.
Alternative al government attuale: verso una reale rappresentanza
Come abbiamo detto il cambiamento del Government attuale non qui è lo scopo primario, ma per facilitare la diffusione delle comunità di tipo tradizionale è bene indurre in qualche modo un cambiamento nelle attuali modalità di government istituzionale (anche solo piccoli cambiamenti possono portare grandi vantaggi).
Mentre le nuove Comunità di Ordine tradizionale nascono già basandosi sul modello del Government diretto (ad esempio quello utilizzato nelle piccole Town degli Stati Uniti), per quanto riguarda l’attuale government si tratta di sviluppare strategie che lo portino gradualmente ad avvicinarsi al modello reale Democrazia (della Democrazia basata su una partecipazione diretta dei Cittadini).
<si vedano
– nel vol. 1 il cap “La questione del potere nella Democrazia moderna: l’inganno della rappresentanza”]
– il cap. “The impossibility of having a real democracy at the national level” nel mio articolo “Introduzione alla democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della social-democrazia che permetta alla democrazia europea di uscire della crisi”
– alcuni esempi della realizzazione della Iniziativa Riforma dal basso “Introduction to the Project Bottom-up Reform Initiative: the path of involvement of the Citizens”>
Si tratta cioè di creare iniziative che inizialmente operino autonomamente “in parallelo” rispetto ai vari livelli di government, per arrivare gradualmente ad un riconoscimento ufficiale di esse da parte delle Istituzioni (per poi arrivare eventualmente a divenire esse stesse una istituzione governativa)
Ovviamente si tratta di partire dal livello più basso di government, che in Italia è quello dei Quartieri.
Un esempio di tale tipo di istituzioni “in parallelo” è quello della “Rappresentanza diretta” con la quale, pur mantenendo l’attuale istituzione dell’Assemblea dei rappresentanti eletti (come Consiglio di Quartiere o Comunale) i Cittadini creano una efficace modalità di interazione con i loro rappresentanti.
Per gli Elettori questo è l’unico modo per poter esprimere veramente la loro volontà: in questo modo essi possono partecipare in modo effettivo al processo deliberativo. Si noti, a questo proposito, che negli USA gli elettori sono definiti con il termine constituens: in italiano costituente significa appunto “che costituisce”: gli elettori sono infatti l’essenza del potere decisionale nella Democrazia.
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La “rappresentanza diretta” – sostanzialmente un regime di “rappresentanza partecipata” – può essere sviluppata grazie ad un accorta interpretazione della Leggi attuali, portando il Rappresentante a stipulare un contratto con gli Elettori (per lo meno con un “Comitato elettorale”).
Ciò non solo è probabile che avvenga a causa della crisi della politica attuale, nella quale i Politici cercano vie alternative per poter recuperare un po’ di consenso, ma si è già arrivati molto vicini a tale stipula con il Movimento 5 Stelle (modalità poi abbandonata per chiare questioni di convenienza).
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In tal modalità
il “rappresentante diretto” rimane in stretto contatto con i suoi elettori,
i quali possono guidare il suo operare in sede istituzionale (Assemblee rappresentative, Commissioni parlamentari, ecc …).
Si può parlare in questo caso di Assemblee Open, o Consigli comunali partecipati.
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La Rappresentanza diretta può essere sviluppata al giorno d’oggi anche grazie alle nuove tecnologie che permettono di interagire a distanza in tempo reale: il Rappresentante può ad esempio interagire con i suoi Elettori quando è in seduta del Consiglio comunale, e quando opera in eventuali gruppi di lavoro istituzionali.
In tale modalità gli elettori possono quindi indicare al Rappresentante le proposte da portare nell’Assemblea e come comportarsi in ogni occasione di voto; e possono anche revocarne il mandato in caso in cui esso non rispetti gli accordi.
I cittadini possono anche operare dietro le quinte in gruppi di lavoro che – con esperti del caso – sviluppano i progetti da proporre in Consiglio.
Ma gli Elettori in questo caso operano anche un monitoring del government comunale in generale, ad esempio facendo delle analisi del bilancio comunale (per arrivare, in una fase successiva, a creare “Bilanci partecipati”)
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In questo modo
si può creare una vera e propria assemblea “in parallelo”
rispetto a quella istituzionale
(ad esempio un Consiglio comunale).
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Tra le altre modalità con le quali è possibile rendere maggiormente democratica l’attuale Democrazia parlamentare – usando le stesse tecnologie – vi è quella di sviluppare un uso più agevole di referendum, i quali possono avvenire per lo più “online”.
Per non penalizzare le persone che non sono in grado di utilizzare tali tecnologie, si possono comunque utilizzare i metodi “di persona” con gli attuali “banchetti” per la raccolta delle firme (che garantiscono un livello di certificazione legale).
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Su tale strada l’espressione della volontà del Cittadino si avvicina sempre più alla modalità dei sondaggi: su qualsiasi argomento è comunque possibile creare rapidamente dei “sondaggi certificati”.
Si noti come
in tal modo divenga sempre meno importante l’elezione di Rappresentati,
e ci si avvicini sempre più alla
Democrazia governata direttamente dai Cittadini.
<si vedano i miei articoli
“Beyond top-down ”Democracy“: crowdisation of Governance”>
<vedi la soluzione Rappresentanza 2.0, o Rappresentanza diretta, nel testo in “Some “participated solutions“>
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Altre alternative al metodo attuale di Government si possono creare in ambiti specifici – che non siano le strutture istituzionali di government – come quello della gestione di una Scuola.
Creando Scuole private – con la modalità di Scuola parentale, che può assumere la dimensione di un vero e proprio Istituto scolastico – i genitori possono infatti governare un ambito specifico della loro vita sociale.
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Ma si possono anche creare nuove modalità di government diretto del territorio: come accade in molti paesi, gruppi di cittadini possono prendere cura del territorio (ad esempio chiudere i buchi sui marciapiedi, o curare il verde pubblico che oggi viene perduto in caso di siccità). O sviluppare iniziative di Placemaking con il quale gli abitanti della Città possono effettivamente mettere in piedi iniziative costruttive all’interno dei loro quartieri.
Con il Placemaking ii Cittadini di un quartiere prendono in gestione piccole porzioni di strada per creare luoghi di ritrovo all’aperto (e per istallare casette prefabbricate). In tali luoghi essi possono creare strutture e servizi di pubblica utilità (i genitori possono ad esempio organizzare attività post-scuola). [sul Placemaking vedi un approfondimento nel vol. 3 – o il mio già citato articolo “La necessità di ridefinire il concetto di Città (e di government della città)”]
Si tratta di istituzioni operative “in parallelo” rispetto a quelle della Pubblica Amministrazione con le quali si creano delle “enclave” autonome di government le quali, tra le altre cose, concorrono – in modalità learning by doing – a diffondere nella popolazione la consapevolezza di come si possa ricorrere ad alternative rispetto al government attuale (e a costringere la Classe politica ad aprirsi al cambiamento di una parte delle istituzioni governative).
<Questo tipo di iniziative è illustrato in molti miei lavori:
– “Representation initiative 2.0: a new real democratic representation model”
– “Linee guida per un programma politico”
– “Partecipazione: la Open Government Platform”.
– “Introduction to the Project Bottom-up Reform Initiative: the path of involvement of the Citizens“
– ‘Introduzione al progetto Open Government Platform”
– “Series: Democracy reboot – Intro”
Si noti come in questo caso molte interessanti innovazioni siano già state promessi dal Movimento 5 Stelle ma mai attivate:
● CONSIGLI COMUNALI “PARTECIPATI”.
É qui introdotta, sia pure in modalità naive, un netto miglioramento della partecipazione: si pensa di «consentire ai cittadini di intervenire propositivamente sulle questioni oggetto di discussione, aumentando così la partecipazione alle decisioni amministrative. (…) Assemblee del Consiglio comunale videoriprese e messe in rete» .
L’ingenuità della soluzione risiede nel limitarsi nel dare ai Cittadini un “potere consultivo” (si concede ad essi di suggerire, o di discutere su questioni già scelte a monte da altri) quando essi, secondo la Costituzione, deterrebbero una Potere “esecutivo” (cosa che in questo caso si ignora).
In realtà oggi, anche grazie alle nuove tecnologie, i Cittadini possono partecipare anche alla definizione a monte delle “questioni oggetto di discussione”, e guidare – tramite i propri Rappresentanti – le decisioni prese dall’Assemblea.
● CONSIGLI COMUNALI CON QUESTION-TIME
«per consentire ai cittadini di intervenire propositivamente sulle questioni oggetto di discussione, aumentando così la partecipazione alle decisioni amministrative. (…) Assemblee del Consiglio comunale videoriprese e messe in rete»
Una visione semplicistica che però indica un possibile punto di partenza per una forma di Rappresentanza partecipata.
Alternatives to Public Administration (Bureaucracy 2.0)
Per migliorare la qualità nella vita nella attuale Democrazia rappresentativa è anche possibile intervenire ad un livello di government più indiretto rispetto a quello del Government “politico”: il livello della “amministrazione burocratica”, quel ramo dello Stato nel quale i funzionari della Pubblica Amministrazione prendono importanti decisioni a proposito dei cosiddetti lavori pubblici, e ne gestiscono l’amministrazione.
Si tratta della burocrazia che Max Weber ha definito come “potere degli uffici“: un Potere di fatto che alcune persone, pur non essendo elette dai Cittadini, finiscono per esercitare su questi ultimi. Un potere che influisce pesantemente – in modo negativo – sulla qualità della vita delle persone.
Vediamo quindi come sia possibile intervenire per migliorare la Pubblica Amministrazione per quanto riguarda sia gli adempimenti burocratici (regole, gestione degli “sportelli”, ecc …), sia i lavori pubblici (manutenzione del territorio, ecc ..).
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In generale si tratta di apportare un maggior livello di democraticità al ramo amministrativo dello Stato (per lo meno, inizialmente, in tutte le sue determinazioni locali) aprendo la Pubblica amministrazione (PA) alla partecipazione dei Cittadini.
Più nello specifico si tratta di passare ad una Burocrazia 2.0 (di creare delle Open PA) ottimizzando i processi della Pubblica amministrazione (e riducendo sempre di più la Burocrazia).
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Si tratta di una operazione assolutamente legittima per il fatto che:
– essa è semplicemente la democratizzazione di un settore anomalo per una Democrazia: dal punto di vista dei principi democratici, si tratta infatti di potare sotto il controllo dei cittadini un Potere illegittimo, perché esercitato da persone che non sono elette dai Cittadini ..
<vedi il cap. “La questione della burocrazia nella Democrazia diretta” nel mio testo “Introduzione alla democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della social-democrazia che permetta alla democrazia europea di uscire della crisi”>
Si tenga conto che in una reale Demos-crazia qualsiasi ente di government/amministrazione deve essere al servizio del Cittadino (qualsiasi azione intrapresa da esso deve essere il risultato di un bisogno esplicitamente espresso dal cittadino). E che deve essere permessa la partecipazione dei Cittadini ad ogni livello della sua struttura (e quindi anche nelle strutture burocratiche).
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– con essa si riporta al senso comune lo sviluppo di servizi operati da personale pagato dai Cittadini: come vediamo nei prossimi paragrafi,
i funzionari pubblici
nella nuova dimensione
DIVENGONO DEI NORMALI “IMPIEGATI” IN UNA AZIENDA.
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Il tipico esempio di come funziona oggi la struttura burocratica è quello della Sanità, la quale è gestita da enti che sono chiamati appunto Azienda Sanitaria Locale.
Anche gli altri enti burocratici tradizionali di servizi pubblici si sono trasformati in Aziende locali: Aziende dei trasporti, dei Rifiuti, ecc …
Con tale termine di Aziende Pubbliche locali (APL) si riconosce cioè il fatto che tale Ente che deve operare come una Azienda: sviluppare servizi per dei “clienti” in modo efficace (con tale termine si indica che essa dovrebbe offrire servizi soddisfacenti per i suoi clienti, ed avere per lo meno un minimo livello di efficienza che le permetta di non fallire.
Si noti come il principio di funzionamento di una Azienda non sia altro che quello della Democrazia: come un Partito, una Azienda offre qualcosa, e se le persone non apprezzano il suo prodotto, non lo scelgono per i loro acquisti, e quindi l’azienda cessa di esistere (è la legge della Domanda e dell’Offerta).
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Nel prossimo capitolo vediamo come il caso delle Aziende Sanitarie Locali metta in evidenza l’erroneità del fondamento della Pubblica amministrazione: in questo caso si è voluto trasformare – per renderle più efficaci – le vecchie strutture burocratiche in un qualcosa di funzionante, ma
senza adottare l’ingrediente che ne determina il funzionamento delle vere aziende: il riscontro della soddisfazione dei Cittadini.
Come è possibile migliorare i processi interni della Pubblica Amministrazione (i Cittadini come Clienti ed Azionisti delle APL)
Più nello specifico, analizzando il fallimento delle Aziende Pubbliche locali emerge come nella loro creazione non si sia tenuto conto:
– della osservazione della legge di Domanda ed Offerta, ossia della necessità di offrire una qualità sufficiente a soddisfare i bisogni dei clienti. L’utilizzo del prodotto non deriva infatti da una scelta dei Cittadini, ma da una imposizione da parte della PA.
– della osservazione del criterio “costi/benefici”: in questo caso manca la necessaria valutazione delle spese rispetto ai benefici ottenuti. A causa di questa mancanza non vi è la possibilità di mettere a punto strategie efficaci per poter evitare un disastro finanziario.
Questi due problemi portano le APL alla incapacità di assicurare anche solo un minimo di qualità di ciò che si offre, e a spese incontrollate.
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Quindi, per poter recuperare una sufficiente qualità della Pubblica amministrazione è necessario attribuire ad essa quelle qualità strutturali senza le quali una azienda non può sopravvivere:
● la voce in capitolo da parte dei “clienti”, qualità determinante poiché essa è ciò determina il fatto che una struttura della PA possa esistere solo fino a quando è in grado di soddisfare i reali bisogni dei Cittadini.
● amministratori competenti i quali conoscano le regole di una amministrazione di una azienda, ovvero la necessità di valutare costantemente i costi rispetto ai risultati ottenuti nella soddisfazione dei bisogni dei clienti.
<si veda il mio articolo “Il problema dell’economia Moderna(la perdita del “fattore umano”)”>
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Ciò che deve essere chiaro è che
il fallimento delle APL
non è dovuto un errore commesso da alcuni amministratori,
ma è dovuto ad un problema intrinseco alla loro concezione.
Ovvero deve essere chiaro che i “clienti” siano obbligati a servirsi delle APL (senza poter esprimere il loro giudizio sulla qualità ricevuta che per le vere aziende avviene con la scelta del prodotto), e che lo Stato continui a mettere soldi in esse a prescindere dai risultati ottenuti, genera inevitabilmente i problemi che non saranno risolti se non si cambia la loro concezione alla radice:
– qualità sempre più scarsa dei servi offerti.
– strutture sempre più inefficienti per il fatto che nella APL non vi è un criterio per valutare questioni come: quanto il personale impiegato faccia le cose giuste e quanto il numero di persone assunte sia sostenibile.
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Quando si parla della gestione della Pubblica Amministrazione si deve anche tener conto
i Cittadini non sono solo i “clienti”,
MA SONO ANCHE GLI “AZIONISTI” (PROPRIETARI)
DELLE APL.
I Cittadini sono infatti quelli che mettono i soldi in tali “aziende” (i soldi che essi pagano con le Tasse, e che lo Stato poi mette nelle APL). E quindi essi hanno pieno diritto di partecipare all’amministrazione dell’Azienda locale specifica (come è per le Società per Azioni).
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Dal punto di vista operativo questa trasformazione della PA non può che essere basata su una gestione partecipata dai Cittadini che permetta:
► controllo da parte dei Cittadini della qualità dei Servizi che può avvenire dando voce:
– a chi semplicemente fruisce della Azienda pubblica, o
– a Comitati di controllo eletti dai Cittadini.
► controllo da parte dei Cittadini del funzionamento delle strutture con interventi (per lo meno a livello di proposte) di tipo amministrativo su:
– sulle spese e su numero di personale impiegato, o
– sull’operato delle singole persone.
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Ma la parte più importante, che può permettere far fare un salto di qualità alle APL sono
► interventi costruttivi che permettano di ridefinire i servizi della PA che in parte sono illustrati nel prossimo capitolo.
Ovviamente il traguardo è arrivare a diminuire fortemente gli adempimenti burocratici.
Alcune soluzioni specifiche per la Burocrazia partecipata
Più nello specifico vediamo qui cosa possa essere fatto per migliorare la burocrazia.
Si noti come anche in questo caso molti di questi punti siano già stati promessi dal Movimento 5 Stelle nella sua campagna elettorale, senza che poi – ovviamente – sia state presi in considerazione durante i mandati (si riportano tra virgolette le citazioni delle promesse elettorali).
► trasparenza dei processi.
► meritocrazia effettiva: ottenibile con la partecipazione dei Cittadini con critiche, proposte e potere decisionale da parte di essi.
Il M5S prospettava «un sistema in grado di valutare efficacemente e in maniera oggettiva » l’efficacia del lavoro della P.A.
Si valuti questa altra promessa elettorale del M5S:
Lavoro per obiettivi: «valutando gli effettivi carichi di lavoro degli uffici comunali; introduzione di KPI (Key Performance Indicator) per la misurazione della qualità delle attività svolte dall’amministrazione comunale. Definizione di un sistema di valutazione della performance, in grado di valutare efficacemente e in maniera oggettiva la prestazione lavorativa di ogni funzionario comunale. »
► facilitazione dell’accesso al sistema degli adempimenti.
Il M5S prospettava «per un’efficace controllo e gestione delle segnalazioni spontanee – WEDU per raccolta segnalazioni anonime che dovranno, insieme a tutte le altre irregolarità individuate dai vari uffici comunali (urbanistica, erariale, ufficio tecnico,ecc.) essere portate all’attenzione degli organi amministrativi di controllo».
«per agevolare e favorire il dialogo tra Amministrazione e cittadino anche restando a casa. Pensiamo quindi a: – Anagrafe On-line (es. per la richiesta di certificati anagrafici, ecc.) – Pagamenti On-line (es. per pagamenti di IMU, TARES, Refettorio scolastico, ecc.) – Questionari On-line (es. per finalità di «referendum consultivi», «indagini di customer satisfaction, «bilancio partecipato», ecc.) – Assistenza On-line (es. sportello immigrazione, servizi sociali, ecc…)»
► Bilancio partecipato .
Non solo si cambia radicalmente le modalità di spesa (con un maggior controllo), ma si ribalta i processo decisionale: non sono più delle Istituzioni che decidono quali sono i bisogni da soddisfare, ma è chi detiene i bisogni che dice alle Istituzioni cosa devono fare.
M5S: «per consentire ai cittadini di decidere come e dove spendere parte dei loro soldi »
Si veda il mio progetto Spending review partecipata partecipata nei lavori pubblici e nella gestione dell’apparato burocratico. <“Spending Review Partecipata”>
<si vedano:
– i capitoli “Linee di innovazione per le PA: le Open PA” nel mio articolo“ e “Pubblica amministrazione come servizio al Cittadino” nel mio articolo “Policies non convenzionali per un movimento outsider (Polices 2.0)”.
– il capitolo nel medesimo articolo “Welfare 2.0 (Welfare partecipato)”
– il cap. “Riqualificazione della spesa pubblica: investimenti e non spese” nel mio testo “Oltre l’austerity: un processo di miglioramento delle qualità della vita” >
Come può essere attuato un programma di sviluppo di Politica 2.0 (Politica “in parallelo”)
In ultima analisi per poter accedere ad una miglior qualità della vita è quindi necessario trasformare in modo radicale le modalità di government attuali. Si tratta cioè di
definire un nuovo Welfare sostenibile nel quale i Cittadini creano servizi che coprono le mancanze degli attuali Servizi pubblici.
Bisogna però tener conto del fatto che tale programma può essere attuato unicamente se:
– ciò avviene in fase successiva alle realizzazione di un certo numero di Comunità locali di ordine tradizionale in modo da avere una massa critica di adesioni all’idea di poter cambiare le cose che metta l’attuale Classe politica nella condizione di non poter ostacolare il processo.
– ciò deve essere realizzato in modo graduale: a quel punto è possibile intervenire per cambiare in qualche suo aspetto il sistema governativo attuale, ma è necessario agire in modo da non dare la possibilità all’attuale Establishment di contrastare legalmente il processo di rinnovamento.
Ed è anche necessario non finire per farsi “assorbire” dal Sistema (si è visto in molti casi che movimenti popolari che inizialmente erano fortemente critici nei confronti del Sistema di government attuale sono stati “istituzionalizzati”, ossia convinti ad “entrare nel gioco”).
In sintesi cioè l’idea è se è vero che ottenere qualche effettivo cambiamento è necessario agire in modo “non autorizzato” dalle istituzioni (grazie al supporto della popolazione che comincia a vedere una possibilità di miglioramento della qualità della vita), è anche vero che una interazione con le Istituzioni portatrice di conflitti porterebbe ad una ostruzione fatale del processo di cambiamento.
[si veda in precedenza nel capitolo “La necessità di sviluppare strategie tenendo conto del conflitto che si crea con le Istituzioni”]
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Come si è detto, in essenza si tratta di costruire “in parallelo” alle istituzioni attuali (Governo e Pubblica Amministrazione) iniziative dei Cittadini che cominciano ad operare in modo completamente autonomo (ma hanno comunque un certo peso – in quanto ad evidenti risultati positivi). Iniziative che gradualmente assumono un ruolo sempre più importante nelle azioni di government e amministrazione pubblica, fino a diventare eventualmente delle Istituzioni stesse.
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Si è anche detto che questo processo è di relativamente facile realizzazione grazie, tra le altre cose: trend spontanei che si stanno sviluppando spontaneamente in direzione di alternative al “sistema” gestite direttamente dai Cittadini (consumi, gestione del territorio) – nuove tecnologie che facilitano i rapporti tra cittadini e tra cittadini ed istituzioni [vedi nella appendice “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo del benessere” il cap. “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo di benessere nella società: verso un uso sostenibile delle nuove tecnologie”] – un quadro legislativo che permette ancora molte “scappatoie” [si veda in precedenza il cap. “Le caratteristiche operative del cambiamento“]
[vedi in precedenza il cap. “Perché il cambiamento qui prospettato all’atto pratico è facile ed economico”]
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Vedi ulteriori considerazioni sulle possibilità di cambiamento del Sistema di government nel mio articolo “Bottom Up Reform Initiative: introduction”.
VERSO UNA ECONOMIA 2.0
Un altro punto importante nel processo di miglioramento dell’attuale sistema di Government occidentale è quello dell’”Economia” (la quale è il fondamento di essa).
Anche in questo caso non si tratta di inventare nulla, ma semplicemente di ripristinare il “modello originale” di Economia, il quale ha permesso all’uomo di sviluppare benessere per più di 10.000 anni.
In generale si tratta di abbandonare l’impostazione della Società fondata sul denaro, per ritornare all’impostazione basata sul “fattore umano”.
Premessa: è importante considerare che il termine Economia di per se non indica una organizzazione di un sistema (la Famiglia, la Società, ecc …) basata sul denaro, ma invece
Economia significa una più generale
modalità di organizzazione delle risorse che si hanno a disposizione.
Oggi quindi la Società occidentale si basa su un equivoco che ha alterato in modo sostanziale non solo la concezione della Società, ma anche la concezione della vita degli individui
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In generale l’Economia è quella branca del sapere umano che – partendo dalle considerazioni che la vita dell’essere umano ha bisogno di risorse per essere sviluppata, e che queste risorse sono per loro natura limitate – si occupa di un uso “ragionevole” di tali risorse (comprese le energie degli individui).
In sintesi si può dire che
utilizzando le conoscenze dell’Economia si è in grado di sviluppare risultati ottimali con il minimo dispendio di risorse (e di energie).
Si tenga conto che le risorse sono materiali (cibo, materiali per costruirsi una abitazione, ecc …) ed immateriali come è il tempo, il quale è anch’esso una risorsa naturale limitata, la quale deve quindi essere gestita in modalità ”economica” (è sempre necessario valutare quanto tempo di dedica ad una attività, la durata della vita, ecc … ).
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All’atto pratico la questione dell’Economia può essere sintetizzata nel concetto:
solo quando tali risorse sono utilizzate in una modalità “economica”
si può sviluppare benessere:
in caso contrario vi sarà uno spreco di risorse che produrrà effetti collaterali negativi nel medio lungo periodo (sovra-utilizzo, deterioramento delle risorse rimanenti ad esempio per inquinamento, ecc …), ed il benessere eventualmente ottenuto si trasformerà in malessere.
The problems created by abandoning the traditional conception of Economics (by adopting the idea that Economics is based on money)
Uno dei problemi nell’impostazione della nostra società è che oggi si attribuisce erroneamente al termine Economia il significato specifico di Economia monetaria.
Si tratta di una visione semplificata della realtà (“riduzionistica”) che non permette di prendere in considerazione quei fattori che sono i responsabili delle produzione di benessere.
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Ovvero nella concezione attuale di Economia si pone principalmente l’attenzione sul denaro in quanto risorsa fondamentale per lo sviluppo corretto della vita degli individui (e quindi della società).
In questo modo si dimentica il significato originario attribuito nella tradizione millenaria al termine Economia.
Due sono gli equivoci fondamentali in questa nuova concezione:
– l’Economia di per sé non prende in considerazione l’uso del denaro, poichè essa è un modo di concepire l’organizzazione di una comunità umana in una dimensione non-monetaria.
Il problema di fondo qui è che il denaro non è affatto una risorsa (e quindi non è preso in considerazione dall’Economia reale come fattore sul quale porre l’attenzione), ma è un mezzo che può essere utilizzato (ma non necessariamente, come vedremo) per effettuare degli “scambi”.
E che in tale concezione quindi, tra gli altri problemi, si perde di vista la questione di un uso ottimale delle risorse (in tale condizione non ci si rende conto degli sprechi delle risorse, e nella gestione della Pubblica Amministrazione, come si è detto, non si è in grado di valutare il rapporto tra i costi ed i benefici ottenuti).
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Ed in ogni caso:
– l’economia di per sé non riguarda gli scambi, (come è sostanzialmente per l’Economia moderna), ma riguarda unicamente le modalità di utilizzo delle risorse potenzialmente utili allo sviluppo del benessere.
Il problema è appunto, come vedremo, che oggi si pone l’attenzione sugli scambi e non sull’uso sostenibile delle risorse.
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Economia non significa altro appunto che capacità di utilizzare le risorse in modo efficiente.
Lo scambio di risorse su cui si concentra l’Economia moderna (fino ad arrivare al punto che le risorse vengono create unicamente con l’idea dello scambio – del “profitto”) nella Economia tradizionale è solo una parte accessoria del “sistema economico”: in un prossimo capitolo vediamo come
Nella dimensione di Economia tradizionale (del Villaggio) lo scambio si sviluppa in modo naturale (senza bisogno di regole razionali) per il fatto che esso è semplicemente basato sui Diritti fondamentali dell’uomo.
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Analizzando il termine Economia si scopre che Aristotele, che lo ha coniato, ha definito l’Economia come arte del vivere.
Secondo Aristotele l’Economia indica all’uomo il modo ottimale per sviluppare la sua vita (il che significa sviluppo ottimale della Famiglia, che è il nucleo di base della comunità dell’Essere umano).
In altre parole l’Economia per Aristotele deve indicare all’Essere umano come esso possa trovare una persona con la quale creare una famiglia, e creare una proprietà che possa fornirgli quanto gli serve per vivere. E successivamente fare dei figli per supportare la sua vecchiaia.
Nella concezione originaria dell’economia il denaro non era proprio preso in considerazione, ma ciò che interessava erano unicamente quel “fattore umano” che permetteva di far funzionare in modo ottimale la Famiglia (e di conseguenza la comunità sociale, che sulla famiglia si fonda).
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Vediamo un po’ più nello specifico le questioni
– dell’utilizzo delle risorse (in particolare di quelle naturali)
– e degli scambi (che sono divenuti la parte più importante dell’Economia).
A proposito del concetto di risorse
Qui il ruolo dell’Economia è
l’attribuzione del valore di una risorsa
per ciò che essa può contribuire al benessere dell’uomo
(una valutazione che, tra le altre cose, si deve anche interessare del “lungo periodo”: oggi si direbbe che è necessaria una valutazione della sostenibilità nel tempo dell’utilizzo di una risorsa).
In questo caso valutare una risorsa in base al denaro è riduzionistico poiché in tal modo è impossibile valutare in modo corretto quanto essa possa apportare benessere alla vita della persona. Questa superficialità delle valutazioni impedisce all’essere umano di fare scelte funzionali allo sviluppo del suo benessere. [vedi in precedenza il cap. “Un breve excursus sul riduzionismo della Cultura moderna”]
Si noti l’ulteriore livello di degenerazione rispetto al passaggio dall’Economia originaria a quella Moderna, che da Economia monetaria si è trasformata in Economia politica (nella quale il fine è la realizzazione delle Politiche dei Partiti). Passaggio nel quale si è ulteriormente perduto di vista la capacità di attribuire il corretto valore alle risorse utilizzate, e quindi la capacità di avere un reale benessere con il minor spreco di risorse.
<si vedano i miei articoli “Il problema dell’Economia moderna (la perdita del “fattore umano”) e “Il livello astratto della politica attuale: una sovrastruttura su cui non ha senso intervenire” >
Il problema è che oggi
gli individui hanno perduto le loro risorse fondamentali per vivere,
e sono divenuti subordinati dalle Istituzioni.
Avendo perduto l’idea di cosa siano di fatto le Risorse, si perde di vista la questione dell’uso ottimale delle risorse, e si arriva agli sprechi della modernità. Si è arrivati al punto che le persone creano unicamente risorse per altri, i quali traggono profitto delle loro azioni.
Come si è finito per attribuire al denaro un valore che esso non ha
Vediamo alcuni dei problemi che si producono a causa dell’errore di attribuire una valore di per sé al denaro (ad esempio l’errore di considerare una forma di benessere avere dei soldi in banca).
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Si è detto che il denaro non può essere considerato una risorsa – come è per l’Economia moderna – per il fatto che esso, tra le altre cose, di per sé non ha alcun valore.
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Ovvero il valore che oggi è attribuito al denaro non né intrinseco ad esso (una banconota di carta non vale nulla), è un qualcosa di puramente formale, attribuito arbitrariamente dalle Istituzioni di Mercato e Government: come dimostrano le crisi economiche, al denaro viene semplicemente attribuito un “valore immaginario”.
Un tempo il denaro era costituito da pezzi di metallo prezioso (monete), per cui ogni moneta aveva un valore effettivo di per sé, mentre oggi il cosiddetto valore nominale della banconota (la cifra che è stampata su di essa) di fatto non ne indica il valore effettivo, che dipende invece da quanto si può effettivamente comperare con essa.
Ovvero nessuno può sapere con certezza quando valgono le banconote che ha in tasca, poiché vi può essere una forte svalutazione che diminuisce di molto il valore nominale delle sue banconote (già ai tempi dell’Impero romano il valore denaro è sceso rapidamente fino al 5%, e nel ‘900 in Germania un chilo di pane che costava inizialmente 250 Marchi in pochi mesi è arrivato a costare 400 miliardi).
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Questa “rivoluzione” della concezione di Economia ha reso impossibile per le “persone normali” comprendere come agire in modo sostenibile:
laddove un tempo era chiaro quanto valessero le proprie risorse (la propria abitazione, i campi, gli strumenti di lavoro, ecc … – ma anche i figli i quali, non dimentichiamo, rappresentavano quella che oggi è la pensione) oggi le persone sentono di dover decidere come vivere in base alle indicazioni di “esperti” (e gli esperti sono al servizio delle Istituzioni).
A proposito del concetto di scambio
Come si è detto, in un contesto di Economia tradizionale (del Villaggio) per millenni il benessere di una famiglia era legato alla qualità delle risorse di cui essa disponeva. E lo scambio (di beni e servizi) pur avendo una certa importanza – a differenza di oggi – non era cosa determinante.
Lo scambio era cioè nella tradizione un qualcosa di accessorio, un “di più” che permetteva alle persone che si “specializzavano” in alcune mansioni di contribuire alla vita di altre persone scambiando con esse prodotti del loro lavoro (l’artigiano ad esempio dava una zappa in cambio di qualcosa prodotto dal suo cliente: ad esempio un maiale).
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La rivoluzione avvenuta nel campo dell’Economia ha prodotto un cambiamento radicale della Società moderna, poiché lo scambio da elemento accessorio dell’Economia della comunità è divenuto la cosa più importante della nuova Economia
al punto oggi
LE RISORSE VENGONO CREATE UNICAMENTE CON L’IDEA DELLO SCAMBIO.
Oggi cioè la produzione esiste solo in funzione dello “scambio” (della vendita). La vita diviene un business, nel quale le risorse (i soldi in banca) vengono accumulate in funzione di uno scambio (mentre un tempo le risorse venivano utilizzate ridrettamente) .
Scambio (Treccani” « … nelle forme arcaiche dello scambio l’azione economica non si presenta, come nello scambio di mercato, definita, autonoma e volta al semplice soddisfacimento di bisogni materiali, ma piuttosto appare incorporata all’interno di un “fenomeno sociale totale”. »
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In tal modo
la dimensione della Comunità tradizionale
(basata sul valore effettivo delle risorse a disposizione)
viene alterata alle fondamenta:
la Società finisce per basarsi sulla Economia di mercato che diviene l’essenza di ogni aspetto della vita (“tutto è Mercato”, ossia la vita diviene un business). Si è appunto in una “economia” di scambio” nella quale le persone divengono un ingranaggio del Sistema del Mercato:
le persone non creano nemmeno più risorse per se stesse
ma per altri,
i quali traggono profitto delle loro azioni.
La degenerazione del concetto di scambio
Si noti come il sistema in sé del Mercato sia degenerato rispetto alla condizione originaria (quella osservato nel ‘700 da A. Smith).
Il funzionamento del Mercato si basava infatti sul libero scambio. Ossia sull’applicazione della legge spontanea della richiesta (bisogno) del pubblico e dell’offerta da parte di un produttore la quale, in condizione di “libero scambio”, permetteva automaticamente una selezione dei prodotti migliori.
Il libero scambio – la libertà di scegliere se acquistare un bene – è cioè nella prima Economia di Mercato ciò che effettivamente permette di migliorare non solo il benessere della Famiglia, ma anche il benessere generale della Comunità.
Ma nella attuale Economia di mercato il fattore del libero scambio è profondamente alterato (questa alterazione è la responsabile della attuale trasformazione di benessere in malessere nella Società occidentale).
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Ovvero lo scambio oggi tutt’altro che libero, poiché esso è divenuto:
● uno scambio (acquisto) forzato: a causa di
– monopolio: le persone non sono libere di scegliere i prodotti che effettivamente soddisfano i loro bisogni, poiché i produttori hanno creato un regime di monopolio grazie al quale essi possono permettersi di offrire tutti la stessa bassa qualità.
Si veda ad esempio il caso della “obsolescenza programmata” grazie alla quale i prodotti cessano di funzionare dopo pochi anni [vedi in un precedente cap. “Problemi istituzionali che influiscono sulla qualità delle persone”]
– coercizione all’acquisto: le persone oggi sono obbligate ad acquistare nuovi prodotti (quando quelli utilizzati sono ancora funzionanti) a causa dell’azione impositiva sinergica tra Mercato e Government con la quale si mettono fuori leggi i prodotti utilizzati (vedi ad esempio il caso delle automobili).
Una evoluzione di questo concetto è rappresentata dalle vaccinazioni per il Covid, che sono state rese obbligatorie (e che sono stata ovviamente pagate con le tasse dai Cittadini).
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● espropriazione del valore dello scambio. Mentre nel libero scambio viene riconosciuto un valore pieno dei beni (ad esempio un maiale vale una zappa) oggi con le tasse imposte sulle transazioni lo Stato effettua un esproprio di gran parte del valore del bene scambiato (al produttore rimane un mezzo maiale, ed è quindi costretto a raddoppiare il prezzo del suo prodotto). [si veda nel vol. 1 il cap. “La Democrazia europea come sistema di estorsione”]
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Si noti come in una dimensione di pura Democrazia lo scambio si sviluppi in modo naturale (senza bisogno di regole razionali) [vedi più avanti il cap. “Core Economy: l’economia spontanea, senza Istituzioni che la regolano”] per il fatto che esso è semplicemente basato sui Diritti fondamentali dell’uomo: sul diritto di proprietà, e di conseguenza sulla possibilità di scambiare liberamente ciò che con il proprio lavoro – e le risorse di sua proprietà – una persona produce. [si veda nel vol. 1 il cap. “Il diritto legale più importante: il Diritto di Proprietà”]
Alcune conseguenze della nuova concezione dello scambio
Vediamo in sostanza quali sono le differenti conseguenze prodotte dall’Economia originaria e da quella attuale:
● nell’Economia originaria (quella della Comunità sociale tradizionale descritta da Aristotele) lo scambio non verte sul denaro, perché in questo caso si possono prendere in considerazione solo vantaggi prettamente materiali, e si viene a perdere di vista la qualità fondamentale dell’Economia tradizionale; la componente affettiva che caratterizzava qualsiasi aspetto della vita sociale del villaggio.
Attualmente tutto viene ricondotto al “valore commerciale” di un bene: si parla di “beni economici” e di “scambio economico”, ovvero ci si riferisce sempre ad un valore monetizzabile (un tempo il valore degli oggetti o prestazioni non era “misurabile”).
Nella nuova dimensione (“riduzionismo”) si viene a perdere il valore di beni o prestazioni che non sono quantificabili in denaro.
La vita nel Villaggio per millenni è stata infatti basata su una componente affettiva (descritta da importanti sociologi come Max Weber e M. Mauss) poiché ogni rapporto tra gli abitanti era incentrato sul senso di solidarietà. [vedi in precedenza il cap. ”Solidarismo, associazionismo e attitudine alla cooperazione”]
Si tratta di una economia del dono, Wikipedia: «La locuzione economia del dono (in inglese gift economy), o cultura del dono, indica un sistema economico fondato sul valore d’uso degli oggetti e dei beni, e imperniato attorno al reciproco scambio (una economia dunque non-monetaria), senza espliciti accordi di una ricompensa immediata o futura. Benché vi sia una certa aspettativa di reciprocità, i doni non vengono esplicitamente scambiati con beni, servizi o denaro ed in ciò si distingue dall’economia di baratto e dall’economia di mercato.»
Interessante l’analisi di Max Weber – uno degli studiosi della modernità più seguiti – di come la motivazione affettiva che caratterizzava le azioni degli abitanti del Villaggio facesse sì che in ogni oggetto scambiato (anche quelli di un “produttore” professionale come l’Artigiano) avesse una fondamentale “componente dono”: ossia nella Comunità di tipo tradizionale non si vendeva la zappa per avere unicamente un vantaggio materiale, ma anche per avere una soddisfazione interiore (secondo M. Mauss – conosciuto come il padre della Etnologia francese – il dono è “roccia della morale eterna” delle società di un tempo ).
Da un punto di vista più cinico, dobbiamo considerare che nella situazione del Villaggio tradizionale nel quale tutti si conoscono personalmente chi cede un suo prodotto ad un altro “ci mette la faccia”.
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Si noti come oggi – in modo naive – si cerchi di ricreare una dimensione artificiale dell’”Economia tradizionale” del villaggio con il cosiddetto “commercio solidale” .
<si veda il punto “Si pensa che il Pensiero liberale sia quello della ‘Società basata sulla concorrenza’” nel mio testo “Oltre la Socialdemocrazia: superare l’attuale crisi della Democrazia europea riportandola alla sua dimensione originaria nella quale i Cittadini sono in grado di agire direttamente per soddisfare i loro bisogni”>
La dimensione dello cambio in quanto baratto permetteva di valutare direttamente il valore di un bene (una maiale, se ben pasciuto, valeva sempre per un maiale), mentre nella Economia monetizzata dove ad un bene è attribuito un valore nominale (deciso dall’alto con sofisticate alchimie) si perde di vista il valore reale delle cose – tanto più che oggi si paga con il bancomat, e si è incapaci di valutare quando si sta spendendo.
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Concependo una Società basata sul denaro (anche per sposarsi, e per fare figli, una persona ha bisogno di una certa quantità di denaro) si è perduta di vista la saggezza tradizionale (dell’Economia di Aristotele) e, tra le altre cose:
● il denaro da mezzo è divenuto il fine. Ponendo attenzione al denaro si è arrivati al punto che il “benessere” viene valutato in base alla quantità di denaro disponibile per i Cittadini.
Si noti come tale modo di vedere le cose abbia creato l’equivoco del Welfare che dal significato originare “fare bene“ (wel faren) nei confronti della popolazione è divenuto “benessere”, ossia bontà della vita.
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● tutto ciò che viene prodotto dall’essere umano è destinato allo scambio (al profitto):
tutto ciò che l’essere umano utilizza proviene da uno scambio.
Ossia oggi tutto viene acquistato
(beni o servizi) laddove l’Economia originaria si basava sulla produzione dei beni da parte della Famiglia (coltivazione, allevamento, costruzione della abitazione, ecc…).
Ossia
oggi non esiste più una produzione
(beni e prestazioni)
che non sia finalizzata al business, ad un profitto monetario:
Perfezionando tale impostazione della Società occidentale si è arrivati al pungo in cui, affinché tutti utilizzino (acquistino) solo ciò che è prodotto dal “Sistema”, lo Stato punisce chi produce “in proprio”. Ciò avviene ad esempio per la produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili. Ma lo Stato punisce anche lo scambio tra vicini di casa del cibo auto-prodotto (con la scusa che non si rispettano i criteri definiti dalla burocrazia).
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Si noti che anche le cose apparentemente gratuite come i servizi del Welfare (e qui risiede uno dei grandi inganni del sistema) viene pagato tramite le tasse anche da chi non usufruisce di tali servizi.
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● l’aspirazione all’accumulo che caratterizza il Capitalismo – sistema economico basato sul “denaro posseduto” – ed è l’anima della Società occidentale moderna, è appunto una delle conseguenze di una società fondata sull’Economia monetaria.
Interessante la metafora esposta da tim Ferris, nel quale un imprenditore colpito da infarto poer troppo lavoro cerca di spiegare ad un pescatore messicano che esso può incrementare la sua produzione comperando altre barche ed assumendo persone.
Al pescatore che dice di essere già una persona felice (lavorando poco si può godere i figli, la sera alla taverna cantare con gli amici ma anche dare qualche pesce alla famiglia del fratello) l’imprenditore dice che, dopo qualche decennio di sacrifici, esso potrà ritornare a godersi la vita come sta facendo ora, ma essendo più ricco.
Questa metafora descrive appunto la differenza tra la vita moderna e quella tradizionale del Villaggio, basata su considerazioni non-economiche (basata su una abbondanza di benessere materiale e non materiale).
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Si noti come il denaro accumulato (la ricchezza moderna) sia sempre meno legato ad un valore reale: oggi non si riesce più ad avere un’idea di quanto siano effettivamente ricche le persone più abbienti del Mondo (le loro ricchezze sono “fuori scala” rispetto a quello che con il denaro si può fare sulla terra, tenuto conto non si possono più “comperare” le popolazioni di intere nazioni).
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● l’idea della necessità di “crescita economica”: la filosofia dell’accumulo è alla base dell’idea che si debba continuamente crescere economicamente (ciò vale per il Mercato e il Government) la quale entra in conflitto con la limitatezza delle risorse disponibili sulla Terra. e sta oggi conducendo al collasso la Società occidentale [vedi in precedenza il cap. “Il problema della ‘Filosofia della crescita’”]
Si tratta appunto della fine dell’era del benessere moderno (“fine dell’abbondanza) decretata dai maggiori governi globali per bocca di Macron nel 2022.
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● le persone sono divenute meccanismi di sistemi di produzione posseduti da altri (le persone, come negli schiavismi del passato, sono divenute esse stesse risorse per altre persone).
Si veda il problema della nuova forma di schiavitù creata dalla Società occidentale, nella quale le persone sono state costrette e lasciare la loro condizione di vita tradizionale – nella quale erano autosufficienti – per confluire nelle città dove perdevano ogni libertà di scelta essendo costrette ad accettare qualsiasi lavoro per poter sopravvivere.
[vedi nel vol. 1 il cap. “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)”]
Nella nuova condizione le persone sono appunto divenute risorse per altre persone, le quali traggono profitto dalle loro azioni
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● la dimensione di collaboratività spontanea all’interno della comunità sociale diviene regime di concorrenza, ossia nella nuova dimensione della società basata sul denaro (sul profitto) le relazioni tra le persone perdono la qualità della solidarietà spontanea per divenire conflittuali [vedi in precedenza il cap. “La differenza tra concorrenza e competizione”]
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● la distruzione creativa come strategia di government.
Come già detto in precedenza, la filosofia di governo a livello globale è definita “distruzione creativa:
Propagandata da Mario Draghi, il più impostante teorico della Finanza globale (del World Economic Forum, e Primo ministro italiano) tale strategia era già stata indicata a metà del ‘900 da Joseph Schumpeter come tendenza del Capitalismo moderno ad innovare continuamente se stesso creando nuove strutture di mercato, e distruggendo quelle precedenti.
In “Capitalismo”, Wikipedia, “Questo processo di ‘distruzione creatrice’ costituisce il dato fondamentale del capitalismo: è in questo che consiste, in ultima analisi, il capitalismo, ed ogni impresa capitalista deve, volente o nolente, adattarvisi.”
(L’idea di Shumpeter era che tale forma di Capitalismo fosse una “utopia perversa” destinata a fallire poiché gli esseri umani non sono in grado di adattarsi ad essa).
La strategia della Distruzione creativa è quella che è stata applicata nei lockdown per il Covid, che ha portato al fallimento di molte piccole aziende che sono state rilevate da banche e aziende multinazionali (ricordiamo che non vi era nessuna ragione scientifica per l’istituzione dei lockdown).
L’idea alla base dell’applicazione della distruzione creativa (fallimento economico dei Cittadini) è che si arrivi ad una nuova “rivoluzione” dell’assetto della società nella quale tutti dipendono dalle istituzioni globali di government (Stati e Multinazionali finanziarie): nella nuova realtà non ci sono più professionisti o piccole imprese (o i contadini) poiché tutto è assorbito dalle grandi multinazionali (che offrono forme di franchising). E non esistono nemmeno più lavoratori dipendenti, poiché vi sono solo persone che ricevono una “stipendio statale” (e spariscono le varie forme di proprietà privata: oggi le nuove strategie per impossessarsi della casa si basano sul rialzo dei tassi dei mutui, e sull’obbligo di ingenti investimenti – insostenibili – per adeguare gli edifici a nuove normative prive di una effettiva giustificazione).
Interessante è il “manifesto” della Distruzione creativa (Agenda 2030) pubblicato da Ida Auken (presidente del European Environment Council, Head of the EU Delegation at the Rio+20 conference, e leader del World Economic Forum). [si veda in precedenza il cap. “Il Transumanesimo come ultima applicazione dell’Ideologia moderna”]
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Nel Manifesto del WEF tra le altre cose si legge che quando verranno attuati i traguardi della Agenda 2030 le persone non saranno più proprietarie di nulla (abitazione, vestiti, automobile, apparecchi elettronici, ecc …): tutto verrà fornito del “Sistema” in base a decisioni di “algoritmi” che, secondo la Auken, sono in grado di capire meglio le necessità ed i gusti delle persone.
«Welcome to the year 2030. Welcome to my city. I don’t own anything. I don’t own a car. I don’t own a house. I don’t own any appliances or any clothes. (…) Everything you considered a product, has now become a service. We have access to transportation, accommodation, food and all the things we need in our daily lives. One by one all these things became free, so it ended up not making sense for us to own much. (…) Shopping? I can’t really remember what that is. For most of us, it has been turned into choosing things to use. Sometimes I find this fun, and sometimes I just want the algorithm to do it for me. It knows my taste better than I do by now.
[vedi il testo completo del “Manifesto” del World Economic Forum]
Verso una soluzione della crisi economica dell’Occidente
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Come abbiamo visto la situazione oggi è quella di una società che si sta portando inesorabilmente al suo collasso (definito da Macron nel 2022 con il termine “fine dell’era dell’abbondanza”): sta fallendo il Mercato del Capitalismo finanziario globale, e sta fallendo anche lo Stato moderno della Social-Democrazia (in questa fase le due entità sono fortemente integrate in quello che è chiamato Crony Capitalism).
Nello specifico alcuni tra i problemi che emergono – e che nessuno è in grado di risolvere – sono una sempre maggior inefficienza delle Istituzioni (Government e Mercato), il fallimento del Welfare e la conseguente necessità di aumentare le tasse per cercare (inutilmente) di rimediare al problema che genera un circolo vizioso che aumenta la povertà della popolazione.
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Interessante notare come le attuali catastrofi della Società occidentale siano indotte (volontariamente o meno) dalle stesse Istituzioni governative occidentale: i super-virus continuano ad essere sviluppati nei laboratori (non è stato sufficiente il caso drammatico del Covid per fermale tali processi); si insiste con la somministrazione di “vaccinazioni” che non proteggono dai virus e producono effetti collaterali letali; le politiche finanziare (e la “distruzione creativa”) continuano a distruggere le economie (inflazione, recessione, disoccupazione, ecc …); le politiche estere continuano a favorire lo sviluppo di “stati canaglia” che ci portano sempre più vicini ad una nuova guerra mondiale; ecc …
L’opportunità di sfruttare l’indebolimento del Sistema istituzionale per cominciare a sviluppare una alternativa ad esso
Gli effetti di tali errate politiche di Governi e Mercato sono una situazione nella quale le persone sono arrivate al limite della sopravvivenza, ed esse, vedendo che anche i migliori esperti istituzionali non sono in grado di trovare soluzione una soluzione ai problemi, hanno perduto la fiducia nelle Istituzioni e sono alla disperata ricerca di soluzioni alternative (molte soluzioni sono già funzionanti e sono visibili su Internet).
La gente comincia inoltre a divenire consapevole di come i problemi attuali non siano errori specifici dei governi, ma siano dovuti ad una errata impostazione del sistema istituzionale di government della Società occidentale moderna; ovvero di come le cose oggi non possano che continuare a peggiorare [vedi nel vol. 1 il cap. “Il difetto di fabbrica del Sistema sociale moderno”]
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Si tratta quindi di
sfruttare questa condizione
di indebolimento del Sistema di Government/Mercato
per cominciare diffondere le alternative ad esso.
(rendendo più visibili ed accessibili soluzioni che oggi rappresentano un forte appeal perché dimostrano come sia effettivamente possibile vivere molto meglio cambiano la modalità di organizzazione della Società).
Si tratta di poter accedere ad una qualità della vita superiore: maggior tempo libero, miglior qualità del cibo e dell’ambiente, e delle relazioni umane umani (senza dover rinunciare a nulla dei piaceri delle “vita moderna” (se non, eventualmente ad alcune frivolezze). [vedi nel vol. 1 il cap. “Il recupero del benessere tradizionale non significa la perdita delle “comodità moderne’”]
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Più nello specifico si tratta, come visto in altri punti, di elaborare ulteriormente le iniziative alternative di organizzazione delle Comunità sociali sia a basso livello (piccole iniziative all’interno delle modalità di vita attuali), sia a livello macro, con la creazione ex-novo di vere e proprie comunità tradizionali (si veda lo sviluppo in corso degli Eco-villaggi).
La necessità di ristabilire un modello di Economia tradizionale
Più nello specifico, per quello che riguarda la questione dell’Economia,
oggi è possibile sfruttare l’indebolimento dello Stato (e del Mercato)
per creare una economia non-monetaria “in parallelo”
Ciò può essere fatto sia mettendo in piedi iniziative specifiche locali in parallelo rispetto al sistema di Government e Mercato attuale (iniziative di Consumismo 2.0 come gruppi di acquisto con le quali le persone bypassano il sistema del mercato iper-consumistico), e di Government 2.0 come il Placemaking con il quale i cittadini amministrano piccole porzioni del loro territorio. O, appunto, anche vere e proprie comunità di Villaggi basati sulla tipologia organizzativa tradizionale (i quali sono illustrati in particolare nel vol. 3).
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Si noti come
in questo modo si ingeneri un processo virtuoso
nel quale il sistema Government/Mercato viene ulteriormente indebolito
per il fatto che i Politici, man mano che cresce la consapevolezza di come sia meglio organizzare la Società in modo alternativo – oltre a perdere credibilità – non possono più reprimere queste nuove forme di organizzazione sociale (inoltre in tal modo le Istituzioni governative hanno meno disponibilità finanziarie poiché nella nuova dimensione esse automaticamente incamerano meno tasse).
A proposito del potere (repressione) che il Sistema Government/Mercato (Crony capitalism) è in grado di esercitare sui Cittadini ricordiamo che esso sta sviluppando un processo di sviluppo di un Potere assoluto che non è ancora stato portato a compimento, nel quale esso è in “lotta contro il tempo” per raggiungere una dimensione di effettiva dittatura che non possa più essere ostacolata da nessuna forza politica (si tratta di raggiungere quella dimensione di Partito unico e di Monopolio perfetto del Capitalismo finanziario che negli USA ha già raggiunto, con Biden, una fase prossima alla instaurazione definiva).
Fino al compimento definitivo di tale processo, i Politici saranno costretti a lasciare una certa misura di libertà per lo sviluppo di iniziative alternative al modello di vita imposto ora dai Governi. [si veda in precedenza il cap. “l problema del possibile fallimento delle strategie globali del nuovo Mercato (la lotta contro il tempo dell’Establishment)”]
Il recupero della “Core Economy” (Economia tradizionale)
Ovvero, dal punto di vista dell’economia,
si tratta di reimpostare la società
recuperando il concetto originale di Economia
(e quindi la tradizionale modalità di vita)
che ha permesso alla società dell’Uomo di produrre per millenni un reale benessere nelle comunità dei villaggi.
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Ricordiamo quanto visto in precedenza: la concezione originaria di economia, come affermava Aristotele, era di una modalità di organizzazione della società che, a differenza di quella attuale, non era basata sul denaro.
Ed abbiamo visto come il cambiamento nell’Economia attuale abbia comportato una radicale trasformazione dell’intera società occidentale: al punto che oggi, continuando a porre il focus sul denaro come valore, si è perduta l’idea dell’effettivo valore delle cose (materiali e non materiali).
Oggi in particolare non si è più in grado di comprendere il valore delle risorse necessarie a sviluppare la propria vita, e di conseguenza, dal punto di vista prettamente “economico” non si è più in grado di valutare i costi di un’azione in base ai benefici ottenuti con essa (e quindi la vita diviene un spreco di risorse).
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Per ripristinare la condizione di vita originaria dell’Essere umano è cioè necessario essere in grado di attuare un cambiamento nel quale
le persone arrivano ad attribuire nuovamente il valore alle cose, ovvero sono nuovamente in grado di riconoscere quali sono le risorse indispensabili per ottenere una vita di benessere
(e sono in grado di crearle e di gestirle direttamente ).
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Per arrivare a tale cambiamento è necessario in primo luogo divenire consapevoli di come le differenze sostanziali tra l’Economia tradizionale e quelle moderna risiede nel fatto che laddove oggi l’attenzione è posta unicamente sul denaro (e si produce qualcosa esclusivamente per effettuare uno scambio basato sul suo valore in denaro), nella dimensione della Economia originaria – caratterizzata dalla capacità di valutare il valore delle risorse importanti per lo sviluppo di una vita di benessere – lo scambio era un qualcosa di accessorio.
Il recupero della dimensione originaria significa cioè che, tra le altre cose, gli scambi (che non sono più basati sul denaro) non vengono più formalizzati (regolati da Leggi) ma si basano modalità spontanee di interazione tra le persone. Una modalità nella quale
negli scambi prevale “componente affettiva”
(si vedano in precedenza le analisi sulla tradizionale “economia del dono” dei sociologi Max Weber e M. Mauss).
Ovvero in tale dimensione il valore dello scambio non era “calcolato” (in denaro), ma era concepito in una modalità più sottile (più umana): la dimensione del baratto faceva sì che lo scambio di beni (cibo, uno strumento di lavoro, ecc … ) e “servizi” (favori, aiuti, collaborazioni, ecc .. ) non fossero misurati con misure specifiche proprio come avviene nei doni reciproci che si fanno all’interno di una famiglia o di una cerchia di amici.
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Tale forma di economia oggi è definita Core Economy (che analizziamo nel capitolo successivo).
Core Economy: l’economia spontanea, senza Istituzioni che la regolano
Più nello specifico la Core Economy di cui si parla oggi è definita come “una Economia non-di-Mercato”.
“the concept of the core economy to describe the informal social networks that he considered the bedrock of society” (Wikipedia).
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La Core Economy è appunto l’economia utilizzata in origine dall’Essere umano in modo spontaneo: le persone la hanno sempre seguita senza dover ricorrere a teorizzazioni, ed ha sempre funzionato creando il massimo di benessere possibile – relativamente alle risorse disponibili – per millenni.
L’ideatore del termine, Cahn, definisce la Core economy come un modo per “ridefinire il lavoro, e ridefinire il Valore”.
La Core Economy cioè si basa sostanzialmente su capacità ed attitudini degli abitanti di una comunità di saper badare a se stessi.
Wikipedia: Core Economy «“Builds self-esteem and a voluntary interdependence that replaces involuntary dependence that comes with industrial and market specialization” and where self-sufficiency is based upon interdependent family or community units (instead of a market economy’s atomized individual).»
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In sintesi la Core Economy è una Economia spontanea
● basata direttamente sulle libere iniziative (spontanee)degli abitanti della Comunità.
● E quindi in essa non esistono enti che ne guidino i processi (gli scambi).
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L’assenza della necessità di regolare gli scambi deriva dal fatto che
la Comunità di ordine naturale
ha già di per sè delle regole di interazione tra le persone,
E NON HA QUINDI BISOGNO
DI ULTERIORI REGOLAMENTAZIONE DEGLI SCAMBI
(ed ha anche delle sue forme di punizione delle interazioni tra persone non funzionali al benessere della Comunità).
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Il fatto è che – come hanno dimostrato per millenni (dal Neolitico ad oggi) le Società basate sul modello di vita tradizionale – un reale benessere (duraturo) si ha solo quando gli abitanti della comunità sono in grado di dare un contributo spontaneo allo sviluppo di esso.
In altre parole oggi si è vittime di una trappola culturale che fa credere che vi sia una entità definita come Società che ha il compito di dirigere le azioni delle persone. Ma, appunto, osservando la realtà liberi da preconcetti, vediamo che la società di per sé non esiste, ma sono le persone che costituiscono la società. E quindi sono solo le persone possono sviluppare benessere.
Ovvero, se si vuole ripristinare il benessere nella nostra Società è necessario superare l’idea che il benessere possa essere sviluppato dalle Istituzioni della società (è il concetto del Welfare):
(1)
la Società in sé
(le istituzioni)
non può produrre benessere
[vedi nel vol. 1 il cap. “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]
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E bisogna inoltre tener conto del fatto che nella Società del modello tradizionale per millenni
(2)
gli abitanti abbiano potuto produrre spontaneamente benessere
perchè in tale comunità vi è una comunanza di valori,
ossia grazie al fatto che vi sono convinzioni morali comuni vi è una integrazione sinergica degli abitanti (vi è una dimensione spontanea di solidarietà tra le persone).
[vedi in precedenza il cap. “ a livello umano si tratta di avere una aggregazione delle persone basata su Valori comuni”]
Ciò è dimostrato, ad esempio, dagli insediamenti creati dai Coloni del Nord America: le comunità si aggregavano attorno a valori comuni, e di conseguenza gli individui, avendo impresso nelle loro coscienze i “principi costituzionali” della Comunità sociale, si comportavano spontaneamente in modo funzionale allo sviluppo della vita sociale.
E, in senso opposto, è dimostrato dalle esperienze di “Stato sociale” (la Democrazia moderna europea), nel cui ambito, avendo le regole “razionali” sostituito i comportamenti spontanei, si sono alterati i meccanismi di sviluppo del benessere e gradualmente si è arrivati a generare caos (fino ad arrivare al citato punto della “fine dell’era del benessere”).
[vedi in precedenza ii capitoli “I passi da intraprendere per ricreare la comunità di ordine naturale” e “Una riflessione sull’importanza del fattore “spontaneità” nello sviluppo della Comunità sociale”]
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Riassumendo quindi la società funziona producendo un reale benessere solo quando vi sono dei Principi costituzionali impressi nelle coscienze degli abitanti.
E, dalla Rivoluzione neolitica (dai primi Villaggi dell’Uomo)
tali Principi costituzionali stabiliti a monte di tutto
per il funzionamento della società
SONO I DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO
(altrimenti detti Diritti naturali).
Il fatto è che una volta che si è stabilito che alla base di una società vi sono dei diritti “naturali” (che esistono di per sé, e che quindi nessuno può attribuire, e nessuno può togliere) tutto il resto viene di conseguenza in modo “automatico”.
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In particolare,
in una Comunità di tipo tradizionale,
tutto verte sul Diritto di proprietà
(la tutela di esso è essenziale affinché una persona possa disporre delle risorse – e degli strumenti – necessari a poter sviluppare benessere per la propria famiglia – e per ricaduta, per la Comunità sociale).
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Dal punto di vista della Economia, nel contesto di una società di tipo tradizionale gli scambi tra le persone non sono – come è oggi nella Società occidentale – un qualcosa di gestito (regolamentato, tassato) da qualche istituzione, ma
gli scambi sono semplicemente
un atto spontaneo di solidarietà, di condivisione:
si offre a qualcuno un oggetto o un servizio non in base ad un “calcolo” economico (avendo un idea di quanto ciò vale in denaro – in tale contesto il denaro non ha alcun ruolo), ma in base ad una attitudine “affettiva” (come è nella famiglia, o in una cerchia di amici).
E ciò può avvenire appunto grazie al fatto che in tale contesto, a differenza di quanto avviene nella Società moderna,
1) l’individuo è libero di scambiare liberamente (senza tassazioni) quanto ha prodotto con il proprio lavoro. E
2) dispone di risorse di sua proprietà per produrre quanto scambia con altri. [si veda nel vol. 1 il cap. “Il diritto legale più importante: il Diritto di Proprietà”]
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Si noti come l’Economia del Mercato non sia riuscita in due secoli ad eliminare la Core Economy che un tempo era alla base della società del Villaggio. Oggi infatti all’interno della nostra società:
● persiste una “Core Economy “in parallelo” : secondo le statistiche essa interessa comunque una gran parte dell’Economia attuale – laddove le Istituzioni governative e di Mercato non possono arrivare – in quanto sistema economico in parallelo fatto di scambi (beni materiali e prestazioni).
Mira luna: «Recently more and more economists acknowledge that something like 40-50% of productive economic activity takes place outside of the market and is not measured by traditional indicators.»
La Core Economy è infatti la modalità in cui le famiglie, le cerchie di amici, i vicini di casa o le comunità private svolgono operano al loro interno.
Si tratta dello scambio di oggetti usati, favori, della preparazione di cibo, dell’aiuto nella manutenzione di strumenti e della casa e nel tenere bambini, anziani o persone malate. Fino ad arrivare all’opera di associazioni di volontariato che si interessano di “chi proprio non ce la fa”.
Ad esempio, una stima del 2000 del lavoro “non pagato” svolto per evitare il ricovero degli anziani in case di cura, negli usa è stato maggiore ai 2,5 miliardi, ossia 6 volte di più di quanto speso per ricoverare gli anziani in istituzioni.
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Oggi la Core Economy tende ad espandersi grazie ai “social network” della tipologia di Couch surfing o di BlaBla Car (nelle versioni gratuite).
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Ma le Economie alternative “in parallelo” vedono anche la diffusione di situazioni nelle quali le Leggi vengono aggirate, come è per i contratti privati (non dichiarati pubblicamente) con i quali si regolano rapporti tra proprietà in modo da evadere le tasse.
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● la Core Economy non solo opera in parallelo rispetto alle attività del Mercato, ma essa è anche alla base del funzionamento dello stesso Mercato, ovvero senza la Core Economy il mercato non esisterebbe.
Si pensi infatti al fatto che le persone sono in grado di lavorare per i business istituzionali unicamente per il fatto che essi si prendono cura di se stessi, mettono in piedi famiglie e creano figli (e li educano): tutte attività senza scopo di lucro determinanti per il sistema Government/Mercato.
Il problema è proprio che il Mercato (e le Istituzioni governative che operano in sinergia con esso) piano piano stanno distruggendo questo aspetto della vita (vedi il programma del WEF: Distruzione creativa, Cancel culture, ecc …).
Ed in tal modo tali Istituzioni distruggono se stesse. [si veda nel vol. 1 il cap “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione”]
Alcune considerazioni sulle qualità negative della Economia moderna
Quello dell’Economia moderna è un sistema che non è funzionale allo sviluppo di un reale benessere per molte altre ragioni:
● la dimensione dell’Economia moderna non è a misura d’uomo: ragionando in base all’Economia moderna (che è divenuta la forma mentis istituzionale della Società occidentale),
le persone perdono di vista il Valore della vita in sé.
● nella dimensione tradizionale
ognuno consuma solo ciò che gli è effettivamente necessario per vivere.
Mentre nella dimensione moderna, nella quale si perde di vista il valore delle risorse necessarie a sviluppare la propria vita, non si è più in grado di valutare i costi di un’azione in base ai benefici ottenuti con essa: e quindi
nella Società moderna la vita diviene un spreco di risorse.
● l’Economia di Mercato genera un circolo vizioso nel quale, venendo premiata la capacità di “vendere” si atrofizzano le competenze relative alla creazione del Valore. Ed in questo modo si sviluppa una Società basata sull’incompetenza (meritocrazia al contrario) nella quale il Mercato è vittima della sua stessa impostazione (la stessa cosa vale per le Istituzioni governative). [vedi in precedenza il cap. “Il Darwinismo sociale e la meritocrazia al contrario”]
LA QUESTIONE DELLA SOSTENIBILITÀ DELLE TECNOLOGIE
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