Crisi e rinascita della Società occidentale
[vol.1]
LA SOCIETÀ DI ORDINE NATURALE
Luca Bottazzi
PREAMBOLO
“Non possiamo sostenere né le nostre malattie né i loro rimedi”
Tito Livio, storico romano spiegava perché la Repubblica romana era arrivata alla fine dei suoi giorni.
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Questo volume fa parte della serie “Verso una nuova evoluzione della Civiltà” finalizzata ad individuare le cause del continuo peggioramento delle cose nella Società occidentale .
Ed a indagare su come sia possibile risolvere tale problema (nei suoi aspetti specifici).
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La presente analisi è strutturata in base ad alcuni punti salienti:
● La constatazione di base: vi è effettivamente una profonda crisi della Società occidentale
L’analisi sviluppata in questo testo parte dal verificare che vi sia effettivamente una profonda crisi della Società occidentale.
Gli i segni di ciò si trovano nei molti indicatori del malessere che sta sostituendo il “benessere moderno” (povertà, indebolimento della salute fisica e mentale, esaurimento delle risorse, distruzione dell’ambiente, ecc …), e nel fatto che anche i più importanti esperti non siano in grado di trovare soluzioni per tali problemi.
Ma ancora più significativo è il fatto che nel 2022 il Presidente della Francia abbia dichiarato (in accordo con le organizzazioni che rappresentano i governi più importanti del Mondo) che siano definitivamente finiti i tempi del benessere moderno (il concetto è stato espresso con la frase “fine dell’era dell’abbondanza”, poiché l’abbondanza è il termine comunemente utilizzato per indicare il benessere moderno)..
Macron: «We are living through the end of what could have seemed an era of abundance … the end of the abundance of products, of technologies that seemed always available … the end of the abundance of land and materials including water.»
● Il Fine dell’analisi
L’analisi qui sviluppata è in primo luogo finalizzata a:
1. individuare cosa c’è che non va nel “Sistema” della attuale forma di Democrazia (nei metodi e negli strumenti).
Come diceva Einstein, per risolvere un problema è necessario individuare quali siano le sue radici.
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Successivamente
2. ci si spinge ad individuare delle alternative alle attuali modalità di organizzazione della società effettivamente realizzabili (andando alla ricerca di casi di società che abbiano effettivamente funzionato).
● Le peculiarità dell’analisi
Nello sviluppo della presenta analisi vi è una differenza fondamentale rispetto agli approcci utilizzati oggi per cercare di comprendere come sia possibile risolvere il problema della crisi della Società occidentale. Alcune delle peculiarità sono:
► una analisi che NON È SVILUPPATA SUL PIANO DELLE “TEORIE” (il problema delle analisi attuali): si cerca costantemente di non sconfinare nell’Ideologia (in un tentativo di confermare le proprie convinzioni), ma si analizzano in modo approfondito i fatti storici relativi alla Società occidentale; e anche i fatti relativi alle esperienze delle forme di società alternative ad essa (sostanzialmente si tratta della società millenaria del Villaggio di “Ordine naturale”).
In questo approccio ci si basa sempre su testimonianze dirette o indirette delle persone coinvolte in tali esperienze.
In base a quanto emerso da tale studio ci si accinge quindi a formulare alcune ipotesi sulle possibilità di risolvere il problema.
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► RICERCA DELLE CAUSE PROFONDE DEL PROBLEMA:
Il presente studio è quindi finalizzato a comprendere quali siano le forme di società che hanno funzionato meglio. E, sapendo che per valutare un qualcosa è necessario disporre di criteri di valutazione opportuni, a monte di tutto si definiscono i criteri per la valutazione della qualità di una Società. [cap. “I criteri di valutazione di una società”].
È cioè determinante quando si vuole risolvere un problema sapere quale si pensa essere la condizione di assenza del problema?
Il problema di fondo oggi è infatti la mancanza di una idea di quale sia nella sostanza il risultato che una società dovrebbe ottenere.
(questa è una delle ragioni per cui si continua a intervenire con metodi sbagliati)
Il criterio di valutazione di una società (quello che dovrebbe essere lo scopo delle sue azioni) è un “reale benessere” (materiale e morale): una parte importante del presente studio è dedicata alla definizione di cosa sia un reale benessere della popolazione, e di quali siano le condizioni di organizzazione di una società che hanno permesso di ottenere tale benessere (si cerca di comprendere come sia possibile fare in modo che l’Uomo recuperi tale benessere).
La conclusione è che si ha un reale benessere (“benessere sostenibile”) quando si è in grado di soddisfare i bisogni fisiologici (materiali e psicologici) delle persone, e nel tempo non si hanno significativi effetti collaterali negativi (in altre parole, quando i piaceri non producono il malessere “del giorno dopo”).
Si individuano quindi le modalità con le quali le società del passato abbiano potuto soddisfare questa condizione.
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► individuazione delle “filosofie” che hanno permesso di sviluppare un reale benessere
Ricordiamo che per non ricadere nell’errore attuale di cercare di definire soluzioni che risiedono sul piano teorico (Ideo-logico) – che si basano cioè su idee inventate letteralmente dal nulla, modelli creati “a tavolino” che non hanno mai dimostrato di poter funzionare – ci si basa su su una analisi di fatti reali, di casi storici comprovati da testimonianze dirette (nei casi ancora in funzione”) o indirette (i testi redatti da chi in passato ha vissuto in tali contesti).
In altre parole ci si basa sull’idea che – come è accaduto dalle Società che hanno creato effettivo benessere – non si tratta di inventare ma di scoprire cosa è necessario fare.
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► “rivoluzione copernicana” nell’analisi della società (e nella definizione di soluzioni)
Una delle peculiarità più importanti è, a livello di contenuti, una impostazione dell’analisi dei problemi che ribalta i fondamenti della gran parte delle analisi attuali: il focus dell’analisi non è più sulle Istituzioni, ma è sull’Essere umano.
Ovvero non si sviluppa una analisi (e non si definiscono soluzioni) sul piano dell’Economia, delle strategie politiche, delle modalità organizzative della società. Ma si porta l’attenzione sulla condizione (mentale, morale) delle persone.
Il concetto di fondo è che la qualità della vita della società si è basata per millenni sulle capacità suoi abitanti di produrre benessere. Ovvero il benessere è legato alla qualità delle persone e non nelle istituzioni (in realtà si tratta della visione tradizionale della società, perduta in occidente negli ultimi due secoli: la società non è null’altro che l’insieme delle persone che la compongono, e non è di per se una entità).
Conseguenza di questo approccio è che la soluzione è nel cambiamento delle persone (e non nel miglioramento di metodi e strumenti attuali).
Una precisazione: non vi è qui l’Idea che si debbano cambiare le persone – come è nelle ideologie socialiste, ed ora anche nelle Istituzioni della finanza globale (vedi il video di Larry Fink CEO di Black Rock: “You have to Force Behaviours, at Black Rock we are Forcing Behaviours”-).
Ma, poiché solo il cambiamento delle persone può portare ad un cambiamento della società, si persegue l’idea (suffragata da riscontri fattuali) che si tratti di incubare il cambiamento delle persone ripristinando alcune modalità di vita della società tradizionale. In tal caso, come si vede nelle esperienze di casi come quelli degli Eco-villaggi, la società (le persone) riprende a produrre benessere in modo spontaneo.
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► definizione di possibili soluzioni: rimanendo aderenti alla realtà, ovvero studiando attentamente i casi di società che abbiano sviluppato un reale benessere sostenibile, si definiscono possibili soluzioni per un recupero del benessere perduto.
Come detto, non si “inventano” soluzioni, ma le si scoprono in casi reali che possano funzionare da riferimento (si utilizza lo stesso approccio usato nel millenario progresso dell’Umanità, di sviluppo esperienziale del Progresso).
Tali soluzioni si basano tra le altre cose su ● un recupero delle tecnologie tradizionali (oggi soppiantate dalle super-tecnologie) che possono essere migliorate grazie alle conoscenze attuali; e su ● un uso di quella parte delle “tecnologie moderne” potenzialmente sostenibili (che però sono state evolute in una modalità insostenibile).
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Un importante risultato di questo processo è che non si perdono la maggior parte dei “piaceri moderni”.
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● si adotta un linguaggio a carattere divulgativo: pur approfondendo gli argomenti ad un livello sufficiente a far comprendere la sostanzialità delle argomentazioni, il testo rimane sempre di comprensione anche per le persone “più semplici” (è allo stesso tempo un testo “for dummies” e di approfondimento .- molti sono i riferimenti di approfondimento a miei testi più complessi degli ultimi 20 anni).
[abstract] In cosa consisterebbe una Società “giusta” (che è in grado di sviluppare un reale benessere)
Il problema di fondo che impedisce anche ai migliori esperti di trovare una soluzione per la crisi che oggi affligge la Società occidentale è che
oggi si parla dei problemi della Società
senza sapere (in essenza) di cosa si parla.
Ovvero il problema di fondo che impedisce di risolvere i molti problemi che oggi affliggono la Società occidentale deriva sostanzialmente dalla mancanza di una effettiva conoscenza della questione che si affronta.
Problema che consiste in:
● mancanza di comprensione di quali siano le vere cause del problema. E senza questa conoscenza si continua a girare in tondo senza essere in grado di trovare una soluzione (anzi il problema continua a peggiorare, come è per le malattie delle quali non si trova una cura).
● perdita della memoria dell’esistenza di alternative alla attuale conformazione della Società occidentale (alternative che in realtà hanno funzionato per millenni).
In altre parole
una delle ragioni per cui non si perviene ad una soluzione della crisi è che oggi si pensa che il sistema di organizzazione attuale sia l’unico possibile.
Si dovrebbe riflettere come problema di non conoscere alternative al modello di organizzazione della società nella quale si vive sia quello che ha afflitto popolazioni come quelle che sono vissute nelle Dittature del ‘900 per più generazioni: in tale dimensione le popolazioni proprio non sapevano che fosse possibile avere un benessere migliore, e trovava naturale doversi arrangiare per sopravvivere nella miseria.
La caduta dell’Impero sovietico è cominciata infatti nel territorio della Germania orientale, dove la Popolazione aveva sotto gli occhi la differente qualità della vita dell’Occidente, alla Berlino che era appena “al di là del muro” (e si poteva vedere in TV).
Ancora oggi gli immigrati che vengono da nazioni ex-sovietiche non sono in grado di comprendere il come funziona democratico occidentale
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Si tratta quindi di cominciare ad analizzare le cose cercando di vedere un po’ più a fondo “quale è il problema”?
Vediamo quindi di chiarire alcuni punti che saranno approfonditi nei prossimi capitoli.
La necessità di individuare le caratteristiche di una “società che funziona”
Oggi si è compreso che la Società occidentale non funziona nel migliore dei modi (si parla di problemi come povertà, epidemie, ingiustizie, ecc …).
E se si vuole cercare di comprendere come funziona una Società “giusta”
a monte di tutto ci si deve chiedere
COSA SI INTENDE PER “GIUSTA”?
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É importante tenere in considerazione come vi siano concezioni di “giusto” contrastanti, in conflitto tra loro.
Ad esempio per alcuni è giusto che vi sia un sistema di redistribuzione delle ricchezze nel quale si prendono (con la forza) i soldi a qualcuno per darli a qualcun altro (concezione “di Sinistra”). Mentre per altri vale sopra tutto il Diritto di proprietà, per cui tale concezione non è accettabile (pensiero dei Conservatori).
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Si tratta quindi di trovare una concezione “universale” di Società giusta (sulla quale cioè vi sia un comune accordo su quale è il “bene” che si vuole realizzare).
Una tale definizione può essere quella che individua
una Società giusta è
UNA SOCIETÀ CHE È IN GRADO I PRODURRE BENESSERE PER TUTTI.
(benessere a livello materiale e morale).
Questa concezione è data ad esempio dalla Enciclopedia Treccani, dove benessere è definito come «Stato felice di salute, di forze fisiche e morali».
Si tenga conto che all’atto della fondazione della prima Democrazia moderna, quella degli Stati uniti, si è voluto specificare come prima cosa che lo scopo di una società è quello di favorire la “ricerca delle felicità”.
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Nella ricerca di casi di società che abbiano funzionato nella Storia incontriamo “il Villaggio”: un tipo di società nella quale l’essere umano per 10.000 anni è stato in grado di sviluppare un reale benessere (compatibilmente con la disponibilità di risorse, e con le imposizioni di “regimi” ai quali erano eventualmente assoggettati). Il Villaggio ha infatti sempre permesso di avere cibo in abbondanza, e possibilità di relazioni affettive non disponibili in alti modelli di società.
Nei prossimi capitoli vedremo come l’essere umano abbia creato il Villaggio proprio per poter realizzare quel benessere che ancora gli mancava. E per migliaia di anni, fino a giorni nostri, come vedremo in questo testo, il Villaggio ha effettivamente funzionato in tale direzione.
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Ritornando alla questione precedente, quindi
una società “giusta” può essere considerata
UNA SOCIETÀ CHE
ADOTTA CON IL MODELLO DEL VILLAGGIO TRADIZIONALE
(modello che funziona tutt’ora, dopo migliaia di anni, ad esempio nelle piccole Town degli Stati Uniti).
Nei prossimi capitoli vedremo come effettivamente il Villaggio sia stato in grado di sviluppare un reale benessere per i suoi abitanti.
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Quali sono quindi i criteri utilizzati per l’organizzazione della società nel Villaggio (Government)?
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In essenza
i criteri su cui si basa l’organizzazione della Società tradizionale
(del Villaggio)
NON SONO ALTRO CHE I DIRITTI FONDAMENTALI DELL’ESSERE UMANO
Tali criteri sono sostanzialmente (quelli della Carta dei Diritti dell’Uomo dell’ONU: Diritto di Proprietà, e diritto alla Libertà di scelta).
Come vedremo la crisi della società occidentale deriva proprio dal fatto che in essa tali Diritti fondamentali rimangono “sulla carta”.
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Ovvero il Villaggio è stato fondato sulla convinzione che
solo quando si rispettano i Diritti fondamentali dell’uomo, le persone sono in grado di dare il meglio di sé
(per se stesse, ma anche per la comunità sociale in cui vivono):
ovvero sono in grado di produrre benessere.
[vedi più avanti il cap. “La questione dei diritti fondamentali dell’uomo”]
Si ricorda che anche le gradi “dittature” dell’antichità, come l’Impero romano, avevano compreso tale concetto: esse lasciavano infatti che gli abitanti dei villaggi sottomessi fossero liberi di autogestirsi, poiché solo in tal modo tali villaggi potevano sviluppare abbondanza di denaro, ovvero pagare ingenti tasse.
La nostra Società è una “Società giusta”?
Una volta che si è individuato nella Storia un modello di società “giusta” (in grado di sviluppare un reale benessere), si tratta ovviamente di paragonare tale società alla attuale Società occidentale per vedere se quest’ultima possa essere migliorata.
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Essendo, come abbiamo visto, i principi fondanti di entrambe i modelli di società i Diritti fondamentali dell’Uomo la prima questione da chiarire è:
nella attuale Società occidentale
sono effettivamente rispettati i Diritti dell’Uomo?
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Ma, per poter rispondere a tale domanda, in primo luogo è necessario chiarire
quale è l’essenza dei Diritti dell’uomo?
Nel prossimo capitolo si analizza appunto la questione dei Diritti dell’Uomo.
LA QUESTIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO
Ricordando che si è qui alla ricerca di una Società “giusta” non in quanto una società che corrisponde a certi ideali (a certi modelli concepiti a priori dalla mente umana), ma
in senso più “pratico” si è alla ricerca di un modello di società che sia in grado di sviluppare un reale benessere,
vediamo quale è in tal senso l’importanza dei Diritti fondamentali dell’Uomo nella sviluppo di un reale benessere.
Perché l’essere umano ha pensato che esistano tali Diritti fondamentali
Visto che i Diritti dell’Uomo sono alla base tanto della nostra Società occidentale, quanto quella della comunità tradizionale del Villaggio nata 10.000 anni or sono, è necessario vedere se nella Società occidentale attualmente siano effettivamente rispettati i Diritti dell’Uomo. [la questione dei Diritti dell’Uomo è sviluppata più avanti nel capitolo “Ordine naturale e diritti fondamentali dell’uomo: come è possibile che la società di ordine naturale abbia prodotto un benessere per migliaia di anni”]
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Prima di entrare nelle questioni specifiche, dobbiamo ricordare che i Diritti dell’Uomo nella nostra Cultura sono considerati essere intrinseci all’essere umano.
Si tratta cioè di Diritti di cui
L’ESSERE UMANO GODE PER IL FATTO CHE ESSO ESISTE.
(per questa ragione essi sono anche definiti “Diritti naturali” dell’uomo).
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È importante considerare che vista tale natura dei Diritti naturali dell’uomo consegue che:
i Diritti fondamentali di una persona
non sono attribuiti da qualcuno a qualcun altro.
Ovvero
i Diritti che vengono concessi da qualcuno,
per definizione,
non sono più i Diritti fondamentali
(i quali sono intrinseci alle persone).
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La storia dei Diritti dell’Uomo
L’idea che ogni essere umano abbia dei “Diritti naturali” per il solo fatto che esiste è presente già in tempi antichi (“filosofie” e religioni, editti, ecc … ).
Già VI secolo BC Cyrus conquistando Babylon liberò gli schiavi dichiarando che tutti gli uomini sono uguali.
L’attuale Dichiarazione dei principi universali dell’ONU, è ispirata anche alle successive Dichiarazioni come la Magna Carta (1215), English Bill of Rights (1689), e a Costituzione e Bill of Rights degli Stati Uniti (1791).
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Ma i Diritti dell’Uomo sono contenuti anche in molti altri testi, come nella Bibbia (Cristianità ed Ebraismo), dove si esprime il concetto di “Libero arbitrio”, secondo il quale l’Essere umano è libero di agire (un suo Diritto fondamentale), ma viene punito o ricompensato in base alla “correttezza” delle sue azioni (molto simile è il concetto della Legge del Karma delle religioni orientali). E nei 10 comandamenti il concetto “non uccidere” richiama il fondamentale Diritto alla vita, e “non rubare” richiamo il “Diritto di Proprietà”.
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Come vediamo poco più avanti anche nella prima Democrazia moderna si è adottato questo Principio di “libertà d’azione” correlato alla eventuale punizione dei comportamenti che contrastano con il benessere della comunità (il Sistema della Giustizia anglosassone).
Perchè i Diritti dell’Uomo sono indispensabili per avere un reale benessere: essi sono i bisogni fondamentali dell’Uomo
Per comprendere meglio perché i diritti dell’Uomo siano fondamentali per poter avere una organizzazione della società (un sistema di governo) che permetta di creare reale benessere per i Cittadini e necessario tener conto che
la Società civile moderna
(la Democrazia)
nasce per soddisfare i bisogni dei Cittadini.
Ed anche che
i Diritti dell’Uomo non sono altro che
i bisogni fondamentali dell’Uomo
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Il fatto è quindi che l’Essere umano, per sviluppare le specifiche forme di benessere che esso mira a godere nella sua vita, deve necessariamente godere dei suoi diritti fondamentali.
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(1)
Il più fondamentale di questi diritti è
IL DIRITTO ALLA VITA.
E da esso derivano gli altri diritti fondamentali (descritti nelle Costituzioni occidentali e dalla Carta dei Diritti dell’ONU): il Diritto alla Libertà ed il Diritto di proprietà.
Come vedremo in modo più approfondito in un successivo capitolo
(2)
il Diritto alla vita implica
IL DIRITTO A VIVERE SECONDO LE PROPRIE INCLINAZIONI
(in base ai propri talenti) poiché solo in questo modo un essere umano è in grado di mantenere sé e la propria famiglia. Ovvero
il Diritto alla vita non è solo il diritto a non essere ucciso.
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Per tale ragione il Diritto alla Vita implica l’esistenza di altri diritti specifici:
● il Diritto alla Libertà di scegliere come sviluppare la propria vita, Diritto al quale è strettamente legato il seguente [vedi più avanti i cap. “Come può funzionare una società basata sulla libertà? La questione della Libertà/Responsabilità” e “Cosa è un Diritto”]
● il Diritto di Proprietà. In assenza di quest’ultimo l’essere umano non è infatti in grado di sviluppare una propria vita (tale diritto gli garantisce il possesso del terreno necessario per produrre il cibo, e degli degli strumenti necessari per il suo lavoro; ed il diritto ad avere una abitazione nella quale avere i comfort necessari per sviluppare la famiglia).
[un approfondimento della questione del Diritto alla vita e del Diritto di proprietà si ha più avanti nel cap. “La derivazione di alcuni diritti personali dal Diritto alla vita”]
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In sostanza cioè, come avevano compreso anche i “dittatori” antichi (come gli Imperatori romani), una società nella quale i Cittadini siano privati di tali diritti – Libertà di scelta e Proprietà – non è in grado di produrre “abbondanza” (poiché in essa le persone non “funzionano” in modo ottimale dal punto di vista materiale e morale). Ovvero la Società non è in grado di produrre un reale benessere.
[Nel vol. 2 si approfondisce la questione dell’abbondanza nel capitolo “Dalla scarsità alla abbondanza”. ]
Il fatto è che senza il riconoscimento di tali Diritti si creano gravi problemi sia dal punto di vista materiale (inefficienze nella produzione dei beni), sia dal punto di vista morale (insoddisfazioni, ingiustizie, ecc …): in tal caso cioè il benessere si trasforma in malessere (caos sociale e crisi economiche – povertà).
Ricordiamo che le seguenti considerazioni non risiedono su un piano astratto, ma derivano da una analisi di casi reali della Storia dell’essere umano.
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Per capire meglio come funziona una Società come quella Occidentale che si basa sui diritti fondamentali dell’Uomo, vediamo in sintesi quali sono le conseguenze dell’applicazione di tali diritti nell’organizzazione di una Società.
● lo scopo di una Società è soddisfare i bisogni delle persone (l’essere umano ha creato la prima Comunità del il Villaggio proprio perché esso ha compreso che in tale modalità di vita avrebbe potuto di godere di un livello di benessere superiore rispetto a quello precedente).
● i bisogni specifici degli abitanti della Comunità sociale possono essere soddisfatti solo quando in tale comunità sono rispettati i Diritti fondamentali dell’Essere umano.
Come può funzionare una società basata sulla libertà? La questione della Libertà/Responsabilità
Vediamo quindi come sia possibile che una società “basata sulla libertà degli individui” possa effettivamente funzionare: analizzando più a fondo la condizione di Libertà goduta dalle persone in una Comunità sociale di ordine tradizionale emerge come non si tratti di quella condizione che nella concezione attuale è intesa come “anarchia” destinata a generare caos (ovvero non si tratta di una condizione nella quale “ognuno fa ciò che vuole”), ma si tratti di una condizione virtuosa nella quale per millenni l’essere umano per millenni ha agito in funzione del benessere dalla comunità.
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A monte di tutto è necessario comprendere che
nella Società basata sulla Libertà
si seguono le regole in modo più rigoroso
che nella Democrazia europea.
Ovvero per comprendere come possa funzionare in essenza una società che si basa sul Diritto alla libertà di scelta (ossia la società di Ordine naturale del Villaggio dove la vita non è regolata da Istituzioni governative) è necessario considerare come essa non sia un luogo dove ognuno può fare ciò che vuole. In tale contesto infatti – come vediamo nei successivi capitoli – i comportamenti delle persone sono regolati molto meglio che non nella attuale modello di Società moderna per il fatto che:
– le persone seguono delle regole interiorizzate nell’età infantile al momento della loro formazione culturale.
– il “sistema della giustizia” interviene prontamente per regolare comportamenti che non siano in sintonia con le regole della comunità.
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Più nello specifico nel modello tradizionale del Villaggio (applicato ancora oggi nelle piccole Town USA):
(1)
ognuno ha diritto di intraprendere liberamente una iniziativa,
MA CONTEMPORANEAMENTE È PIENAMENTE RESPONSABILE DEL SUO AGIRE
nei confronti della sua Comunità sociale.
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Ovvero in tale tipo di società vige il concetto di Libertà/Responsabilità, in base al quale ogni persona è, ad esempio, libera di aprire una attività commerciale, ma se con tale attività essa crea un danno alla comunità (come inquinamento, rumore eccessivo la notte, ecc …) essa viene punita (ed il proprietario dell’attività deve mettersi in condizione di non creare più quei danni).
In tale sistema cioè
nessuno può impedire a priori a qualcuno di agire
(in tal caso si violerebbe uno dei Diritti fondamentali degli individui), ma
la comunità a posteriori valuta ciò che è negativo per essa
(in ogni caso le sentenze emesse dalle “Giurie popolari” divengono delle Leggi alle quali i Cittadini devono attenersi).
Il problema delle Leggi che limitano la libertà di una persona è che esse non hanno senso, poiché non è possibile valutare a priori quanto un certo tipo di atteggiamento possa creare un danno alla Comunità (per la formulazione di tali Leggi è necessario semplificare di molto il contesto nel quale esse devono operare, ovvero con esse si “fa di ogni erba un fascio”, finendo di limitare la Libertà di un gran numero di persone che con la loro azione non arrecherebbero alcun danno).
Si ricorda che il giudicare preventivamente le azioni delle persone è una caratteristica delle Dittature: ad esempio nella Russia di Putin esiste il reato di arresto preventivo (operato quando si suppone che una persona possa in qualche modo agire danneggiando la società).
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Ma per comprendere come possa funzionare il modello di auto-governo del Villaggio, e necessario anche precisare che in tale contesto:
(2)
ognuno può essere giudicato solo da suoi simili.
Ovvero solo le persone che sono in una posizione nella quale in qualche modo potrebbero aver subito un danno (diretto o indiretto) dall’azione di un concittadino, possono valutare se tale azione sia da condannare (ossia possono valutare se per essi vi sia effettivamente stato un danno).
Si tratta del sistema su cui si basa la Giurisprudenza anglosassone – che è alla base delle prima Democrazia moderna, quella degli USA – in cui le Leggi vengono fatte non da Istituzioni governative (i “Legislatori” del Parlamento), ma sono semplicemente una raccolta delle sentenze delle Giurie popolari.
Nei contesti meno formali, come quelli del Villaggio antico, le “condanne” di particolari azioni da parte della comunità divenivano appunto delle linee guida per il comportamento delle persone all’interno della comunità sociale.
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In un contesto del genere la società si può sviluppare al meglio per il fatto che
la Società può beneficiare delle qualità delle persone che,
libere di agire,
possono sfruttare al massimo le loro intuizioni
(il loro talento).
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La differenza sostanziale tra il sistema di Società tradizionale (del Villaggio) ed il sistema utilizzato attualmente in Europa (laddove non vige il Sistema di Giustizia anglosassone) è che nel primo
(3)
nella Società tradizionale
non vi sono Istituzioni
che si arrogano il diritto di decidere quali debbano essere
i comportamenti accettabili degli abitanti.
Come detto, nella prima Democrazia moderna, quella degli Stati Uniti, sono i Cittadini stessi a definire le regole che definiscono i limiti della loro azioni (sistema di Giustizia anglosassone).
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Di fatto oggi le Istituzioni governative si attribuiscono il potere di decidere cosa è giusto che i Cittadini facciano e non facciano.
Come vedremo nei successivi capitoli, il problema di fondo della attuale Democrazia europea è che contraddicendo i Principi fondamentali dell’uomo su cui essa sostiene di basarsi (come la Libertà di scelta) decidendo essa al posto dei Cittadini, essa contraddice il suo fondamentale principio costituzionale della Sovranità del Cittadino .
In questo modo la Democrazia europea rimane viziata da un difetto di fabbrica che ne inficia alla base il funzionamento.
[introduzione] IN COSA CONSISTE IL PROBLEMA DELLA DEMOCRAZIA EUROPEA
Il problema è sostanzialmente che oggi la situazione di crisi della Società occidentale perdura per il fatto che – nonostante la maggior parte della gente percepisca l’esistenza di gravi problemi nella nostra società – manca in essa la consapevolezza di quali siano nella sostanza tali problemi. E di conseguenza si continua a girare in tondo senza risolvere nulla (e come accade sempre in questi casi, intanto le cose continuano a peggiorare).
Ovvero, in essenza, il problema è che gli Occidentali hanno perduto quella parte della loro Cultura che riguarda le questioni essenziali del vivere: si è perduto, ad esempio, il senso del fatto che l’uomo abbia creato la Comunità umana stanziale (il Villaggio) perché esso aveva compreso che in tal modo avrebbe potuto godere di notevoli vantaggi (sicurezza, comfort, nuovi tipi di relazioni sociali).
In particolare il problema della Società occidentale è che oggi
si è perduta l’idea di cosa siano effettivamente i Diritti fondamentali dell’Uomo, e di quali siano i criteri in base ai quali organizzare la società.
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E più nello specifico,
si è perduta l’idea di quanto i Diritti fondamentali dell’Uomo siano determinanti per poter avere una condizione nella quale una società possa effettivamente soddisfare i bisogni delle persone
(oggi nella Società occidentale tali Diritti sono posti in secondo piano con vari tipi di giustificazioni).
Per comprendere meglio come ciò stia accadendo analizziamo come una società possa soddisfare i propri bisogni.
Quale è la condizione ottimale di una Società?
In primo luogo è necessario comprendere – basandosi su criteri oggettivi, prescindendo dalle proprie convinzioni – quale sia la condizione sociale che si considera essere ottimale:
(1)
la condizione sociale ottimale
è quel livello di qualità della vita
che viene comunemente definito come Benessere.
Sarà quindi necessario
(2)
comprendere da cosa il cosiddetto Benessere derivi
(o se volgiamo, sarà necessario comprendere quali siano i fattori che producono un peggioramento della qualità della vita).
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Come già detto, dal punto di vista metodologico l’obiettivo è qui studiare i “casi reali” di società che siano stati in grado di produrre un reale benessere, per analizzare a fondo quali siano i fattori che ne abbiano permesso tale sviluppo; e per confrontarli con i criteri sui quali è impostata l’attuale società occidentale.
Il metodo qui utilizzato si differenzia sostanzialmente dal metodo delle Ideologie moderne – utilizzato oggi per definire i modelli di government – il quale invece parte dal presupposto che sia possibile definire una società che è in grado di produrre benessere senza la necessità di riferirsi ad esempi concreti, realmente accaduti nella Storia dell’Uomo.
Questa linea esclusivamente teorica, si noti, nella Cultura occidentale è attualmente adottata anche quando si tratta di valutare l’efficacia del metodo utilizzato: in questo caso vengono ignorati gli effetti negativi, poiché si pensa sempre che l’Ideale perseguito (l’Ideo-logia) sia corretto, e quindi che ogni problema creato nel processo sia un qualcosa di necessario per conseguire il risultato finale.
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In questo percorso di analisi ovviamente, si analizza (a fondo) il funzionamento della Democrazia, che è alla base (almeno nell’immaginario della grande maggioranza delle persone) dell’organizzazione della nostra società.
LA PRESA D’ATTO DELLA GRAVITÀ DEL PROBLEMA
(del fatto che che le Istituzioni governative
non sono in grado di risolvere la crisi attuale)
Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul fatto che la Società occidentale basata sulla attuale versione di Democrazia rappresentativa sia arrivata ad un punto critico nel quale le Istituzioni non sono più in grado di risolvere i gravi problemi attuali, è necessario riportare la dichiarazione di Macron con la quale egli, nel 2022, a nome del gruppo di Governi occidentali più importanti, ha affermato che dobbiamo rassegnarci al fatto che sia finita l’era del benessere moderno.
Il Presidente francese Macron, nel 2022 appena uscito da un summit dei maggiori Governi mondali ha affermate «We are living through the end of what could have seemed an era of abundance … the end of the abundance of products, of technologies that seemed always available … the end of the abundance of land and materials including water.»
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In questo capitolo vediamo quali siano gli altri elementi che confermano la gravità della crisi attuale, e come le Istituzioni non siano in grado di comprendere come risolverla.
1.a – per quanto ci si sforzi, oggi nessuno è in grado di risolvere la crisi della Società occidentale
Il problema di fondo è che
sebbene oggi tutti parlino della necessità di cambiare,
quando si tratta di fare qualcosa
essi operano in superficie rispetto ai problemi
ed in questo modo lasciano che i problemi si aggravino.
Il fatto è che tutti sembrano non comprendere che,
come ci ammoniva Einstein,
quando i problemi persistono nonostante gli sforzi fatti per risolverli,
È NECESSARIO FARE UN PASSO INDIETRO
PER INDIVIDUARE LA RADICE DEI PROBLEMI.
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Ovvero l’attuale profonda crisi i della Società occidentale deriva, tra le altre cose,
● dal fatto che nessuno è in grado di individuare le vere causa della crisi, e quindi per risolvere i problemi si interviene ingenuamente con gli stessi metodi e strumenti che li hanno creati.
● ci si trova in una situazione nella quale si è sviluppata una cultura monopolistica nella quale per ragioni ideologiche è stata cancellata la memoria di tutto ciò che può far dubitare della bontà della attuale società: ovvero oggi nessuno sa che vi sono alternative praticabili rispetto all’attuale sistema di organizzazione della Società basato su Governo centrale di tipo rappresentativo (rispetto alla Democrazia moderna di tipo europeo).
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Ma se si guardano le effettive esperienze dell’Uomo nella Storia – come vedremo nei prossimi capitoli – si può notare come per alcuni millenni
la Società abbia funzionato
molto meglio di quella attuale
senza disporre del Governo centrale
nella concezione attuale.
(ed in questo modo funzionano ancora molte Comunità sociali le piccole cittadine di provincia degli Stati Uniti).
In questo documento si analizza cioè tale modello di Comunità sociale, e
si illustra anche
come sia possibile disporre di un modello alternativo
rispetto all’attuale Governo centrale rappresentativo
che offra una maggiora efficacia
(si tratta di un modello che viene già utilizzato da alcune Istituzioni governative).
1.b – il problema culturale: la perdita della memoria del passato
In termini più generali cioè, il problema è di tipo culturale: l’Essere umano ha perduto la memoria
1) di come un tempo esso fosse in grado di organizzare la sua comunità sociale senza la necessità di avere un Governo centrale che gli dicesse cosa deve e non deve fare; e
2) di quanto a quei tempi esso potesse godere di un benessere che oggi non esiste più.
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In altre parole il problema è che sostanzialmente
l’essere umano sembra
AVER PERSO LA MEMORIA DI “COME SI FA A VIVERE”
in modo da potersi garantire una per lo meno sufficiente qualità della vita (la qualità oggi perduta).
Questa manchevolezza esiste sia dal punto di vista individuale (il sapere come si affronta la vita da persona responsabile, in grado di badare a se stessa), familiare (la capacità di avere una sana relazione con con il coniuge, e dare una una educazione ai figli che permetta ad essi di divenire adulti responsabili) e sociale (il sapere come si fa, appunto, ad organizzarsi con le altre persone per poter sviluppare una comunità che possa sviluppare un reale benessere).
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La conseguenza di ciò è che oggi gli esseri umani non solo non sono più in grado di organizzare in modo efficace la loro vita, ma anche che
gli esseri umani non sembrano più essere in grado di organizzare in modo soddisfacente la società in cui essi vivono
(tale incapacità affligge tanto le popolazioni quanto i governanti).
COME HANNO FUNZIONATO LE SOCIETÀ PRECEDENTI A QUELLA OCCIDENTALE MODERNA?
OVVERO COSA RENDE UNA CIVILTÀ MIGLIORE DI UN’ALTRA?
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Per comprendere in che cosa oggi si stia sbagliando è necessario fare un confronto della nostra Società con altre società che appaiono aver funzionato nel produrre un effettivo benessere.
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Per tale ragione qui si sviluppa una analisi del funzionamento dei vari casi rintracciabili della Storia.
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Il fatto è che ad una prima analisi
emerge il paradosso del fatto che la Società occidentale
sostenga di aspirare alla creazione del benessere,
ma essa ottenga risultati opposti
(povertà, milioni di morti per i “progressi della medicina”, caos sociale, ecc …).
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Per cercare di comprendere come ciò possa accadere vediamo di comprendere in primo luogo cosa è che permette di sviluppare benessere in una società.
Per fare ciò dobbiamo
esaminare come nel passato (da 10.000 anni)
le comunità umane dei Villaggi
siano state in grado di garantire quel benessere
che oggi manca alla nostra società.
Ciò che vediamo in seguito è come il modello di società del Villaggio dal neolitico fino ai giorni nostri (le piccole Town USA non sono che la versione moderna della Comunità sociali antiche) abbia permesso ai suoi abitanti di godere di un benessere superiore a quello attuale.
La differenza sostanziale tra tale modello di società e quello adottato oggi in Occidente è che:
la Società tradizionale
non è basata sulle decisioni di Governanti,
ma sull’auto-governo
da parte degli abitanti della comunità.
Una analisi delle Società create dall’Uomo
Analizzando le Società dell’Uomo vediamo che ne esistono due tipi radicalmente differenti :
● alcune società che sono durate millenni e che hanno sempre garantito un buon livello di qualità della vita (esse hanno sviluppato il massimo del benessere possibile rispetto alle risorse disponibili sul territorio).
● ed altre società che pur essendo migliorate – almeno apparentemente – nello sviluppo di benessere (materiale) ad un certo punto, immancabilmente, sono collassate.
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Quali sono i due modelli di società a cui ci riferiamo?
● il primo modello, che per millenni con continuità è stato in grado di produrre un benessere a misura d’uomo che oggi manca nella società occidentale, è quello delle comunità dei Villaggi nel quale vi era l’assenza di un governo nel senso moderno del termine (non esisteva una assemblea di rappresentanti come sono gli attuali Parlamenti): in tale contesto gli abitanti della comunità si organizzavano da sé.
Nelle comunità dei Villaggi l’Uomo è riuscito ad organizzare la proprie società in modo ottimale rispetto alle condizioni oggettive del momento (risorse disponibili, tecnologie sviluppate sino ad allora, imposizioni delle tirannie di “governi centrali” ai quali essi dovevano sottostare, ecc …).
Come abbiamo detto, uno dei fattori fondamentali della prosperità di tali società è stato l’attenersi strettamente ai Diritti fondamentali dell’uomo.
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● l’altro modello di Società dell’Uomo, è appunto quello delle “Civiltà” impostate sui Governanti i quali da istituzioni centrali organizzano vasti territori (prima gli Imperi, oggi le Repubbliche).
Uno dei problemi fondamentali di questa seconda forma di società è la perdita da parte delle popolazioni di quelli che oggi sono individuati come i Diritti fondamentali dell’Uomo.
THE TYPES OF GOVERNMENT OF THE TWO MODELS OF SOCIETY (THE DIFFERENCE BETWEEN THE AMERICAN AND FRENCH REVOLUTIONS)
In ultima analisi oggi sostanzialmente sono utilizzate due di tipologie di regime governativo contrapposte:
● la tipologia originaria, basata sul government tipico del Villaggio, nato migliaia di anni or sono e scelto come base nella creazione della Democrazia originaria (Atene) e poi nella prima Democrazia moderna, quella degli Stati uniti.
Questa tipologia si è mantenuta costante fino ad oggi, essendo essa attualmente adottata nella Town USA.
Si tratta di una forma spontanea di organizzazione della società, non ispirata da alcun dogma (quando è nata, 10.000 anni or sono non vi era la scrittura), la quale viene appunto definita anche come struttura di Ordine naturale.
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● la tipologia nata negli ultimi 3 secoli, la quale, sostanzialmente, altro non è che la continuazione delle modalità di governo utilizzate dagli antichi imperi.
Essa nasce con la Rivoluzione francese, e con le precedenti “rivoluzioni” nel Regno unito.
Questi modelli, paradossalmente, riprendono di fatto il modello che con tali rivoluzioni si è voluto superare: il government da parte da parte di una élite (i Nobili). Infatti con la Rivoluzione francese la precedente élite di governo viene sostituita da una nuova élite di Intellettuali (che ereditano dalla situazione precedente tutti i privilegi della vecchia elite).
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Per comprendere meglio gli attuali problemi della Democrazia di tipo europeo è necessario puntualizzare quale è stata la diversità sostanziale tra le Rivoluzioni dell’era moderna:
– la Rivoluzione americana, la quale ha portato alla creazione della prima Democrazia moderna (quella USA). Con essa la popolazione ha effettivamente posto fine alla propria sottomissione ad un “Ancien Régime” (la Monarchia inglese),
ed ha sostituito il precedente modello di government
con uno radicalmente nuovo:
il modello di “Ordine naturale” del Villaggio
(solo successivamente alcuni intellettuali – i cosiddetti federalisti – dopo anni di sconfitte, sono riusciti a creare il Governo centrale di Washington).
– mentre nella Rivoluzione francese la popolazione è stato semplicemente utilizzata dai nuovi Leader politici come “strumento” per poter abbattere la precedente classe politica, e poi abbandonata a se stessa. Ovvero
la Rivoluzione francese non ha affatto cambiato il modello di government, ma con essa i Rivoluzionari hanno semplicemente utilizzato a proprio vantaggio tale modello.
Non a caso il Socialismo (dal quale derivano il Comunismo marxista) teorizzerà il ruolo del Popolo come “strumento” per arrivare a realizzare lo Stato utopico dal forte potere centrale.
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Dobbiamo inoltre notare come se alcune Democrazie in Europa sono nate da un processo basato sul modello della Rivoluzione socialista, altre “Democrazie” sono nate adottando direttamente il modello dell’espansione degli antichi Imperi: l’Italia, ad esempio, nasce proprio da una “conquista” da parte dello Stato piemontese delle regioni del Sud.
Le due tipologie di società dal punto di vista del government
Dal punto di vista delle modalità di government, le due tipologie di Società presentano in sintesi le seguenti differenze:
(1)
LE SOCIETÀ BASATE SULL’ORDINE SPONTANEO
(i Villaggi)
non si servivano di governanti per organizzare la loro comunità.
In tale contesto non esistono governanti per il fatto che gli abitanti governano la comunità in prima persona (qui il modello di government è quello della Democrazia originaria, oggi definita Democrazia diretta).
Questa modalità è nata in modo spontaneo quando gli esseri umani hanno scoperto come fosse possibile soddisfare al meglio i loro bisogni “sociali” riunendosi in una comunità stabile (il Villaggio), e seguendo certe regole (dal punto di vista della “gestione” della comunità, nel Neolitico l’uomo ha scoperto come fosse possibile trovare accordi tra gli abitanti per prendere decisioni di interesse pubblico).
Si è trattato dello sviluppo di un percorso esperienziale nel quale l’essere umano, attraverso un percorso di “prova e correzione degli errori”, ha imparato cosa era meglio fare per vivere nel modo migliore.
Ovvero all’epoca della creazione del Villaggio l’essere umano ha compreso quale era il modo migliore di soddisfare i propri bisogni personali (della propria famiglia) pur mantenendo buoni rapporti con il resto della comunità.
In altre parole, come vedremo, con la rivoluzione del Neolitico (10.000 anni or sono) l’essere umano ha messo a punto un nuovo modo di sviluppare benessere (abbondanza materiale di risorse, e soddisfazioni psicologiche) che è utilizzato ancora oggi nella maggior parte del “Villaggi” del Mondo (comprese le Town USA).
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Nel creare la Democrazia gli antichi Greci, che avevano la necessità di risolvere i problemi creati dai regimi autoritari, si sono appunto ispirati dal modello di “government” di Ordine spontaneo, introducendo nella “metropoli” (Atene) le pratiche di government tipiche del Villaggio (essi non hanno fatto altro che formalizzare quel tipo di organizzazione della società che fino a quel momento era stata sviluppata in modo spontaneo).
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Questa modalità di government nel quale non vi sono governanti si basa sulla considerazione che
i bisogni delle persone possono esse soddisfatti solo quando chi detiene il bisogno si da fare per sviluppare soluzioni.
(come vedremo questo metodo può essere più efficace di quello basato su un governo centrale per il fatto che in esso, tra le altre cose, gli abitanti di una comunità possono ricorrere agli stessi esperti a cui comunque sono costretti a ricorrere i Governi centrali. Ma nel caso dell’auto-governo degli abitanti gli esperti operano a diretto contatto con chi i problemi da risolvere il conosce in modo circostanziato).
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L’altra tipologia di government è quella dei
(2)
REGIMI A “GOVERNO CENTRALE”
nei quali la gestione della Società
si basa sulle scelte operate da governanti.
Questa modalità si basa sul “Principio di rappresentanza”, nella quale l’espressione della volontà diretta del Cittadino (tipica del Government originario della Democrazia) è – ameno in teoria – sostituita dall’operato di rappresentanti dei Cittadini riuniti in una assemblea centrale.
Negli ultimi secoli questa modalità di governo ha sostituito, per la prima volta in millenni, la modalità di auto-governo delle comunità locali (cosa che non era accaduta nemmeno durante la sottomissione delle popolazioni durante gli Imperi del passato).
Dobbiamo infatti ricordare come il modello di società governata dall’alto nell’antichità era comunque molto diverso da quello attuale per ciò che riguarda i territori locali, poiché allora le “tirannie” (come quella dell’Impero romano) si limitavano a governare le aree metropolitane (e le comunità rurali nelle loro vicinanze). Ma non pretendevano di intervenire nell’organizzazione della vita dei territori locali, i quali erano appunto liberi di gestire il government e la giustizia secondo le loro usanze (sostanzialmente i tiranni avevano compreso che i Villaggi conquistati potevano sviluppare maggior prosperità – e quindi fornire maggiori tasse – se lasciati vivere in una condizione di “Ordine tradizionale”.
Solo con la modernità si è cominciato ad avere una visione ideologica del government, nella quale si ritiene giusto che tutte le popolazioni adottino cultura e modalità di vita previste dall’Ideologia. Creando in questo modo uno snaturamento della vita all’interno delle comunità locali.
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Nel modello moderno, si ha cioè un “governo da parte di rappresentanti” al posto del “governo by Citizen” che sta alla base, ad esempio, della Democrazia USA.
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Il problema maggiore di questo tipo di organizzazione della società in modalità rappresentativa, come vedremo, è nel suo difetto di fondo:
la Democrazia europea non è affatto rappresentativa.
Ciò è dovuto ad almeno due fattori:
● i “Rappresentanti” in realtà non rappresentano nessuno: non vivendo la realtà delle persone “normali”, essi hanno una scarsa idea di quali siano i reali bisogni da soddisfare.
● con il tempo si crea un sistema di governo nel quale gli interessi dei Cittadini vengono sostituiti da “interessi” che non corrispondo a quelli della popolazione (ovvero nella attuale Democrazia occidentali i “rappresentanti” rappresentano se stessi).
Tra gli altri fattori negativi del sistema rappresentativo analizzati in un capitolo successivo, vi sono: ● il “rappresentante” non è scelto dai Cittadini, i quali possono solo “scegliere” tra un ristretto numero di persone già scelte tra i “Politici di di professione”, e ● i Cittadini non possono dialogare con essi, e nemmeno revocarne il mandato. Inoltre ● per essere eletti i Politici devono sostenere forti spese per la loro campagna elettorale, e quindi ricorrono ai finanziamenti di “gruppi di interesse” i cui interessi essi devono poi soddisfare (e tali interessi sono quasi sempre in conflitto con gli interessi dei Cittadini).
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Ovvero
il “Governo rappresentativo” è intrinsecamente incapace di soddisfare i bisogni delle popolazioni che da esso dipendono.
[vedi più avanti il cap. “L’inganno della rappresentanza (e la falsità delle elezioni)”]
La differenza di impostazione dei due modelli di società
Dal punto di vista culturale le differenze tra i due modelli di società sono le seguenti:
● nei villaggi nei quali in passato l’organizzazione della comunità sociale avveniva “dal basso”, con la partecipazione diretta dei Cittadini, si manteneva nel tempo la “Cultura tradizionale” che era stata sviluppata in modo spontaneo – con il processo tipicamente umano di “azione e correzione degli (eventuali) errori” (un processo nel quale le popolazioni locali imparavano mantenere un livello ottimale di benessere tanto materiale quanto morale).
Tale modalità di vita sono, nella loro essenza, identiche in tutto il mondo nei vari aspetti:
– aspetto culturale: alla base di una comunità potevano esserci idee differenti tra gli abitanti, ma vi era un comun denominatore che consisteva in una una comunanza di valori sul piano materiale e spirituale : qualità che permetteva una aggregazione ottimale delle persone (questi valori comuni servivano come “linee guida” interiori per le azioni degli abitanti, che non avevano quindi bisogno di una istituzioni governativa che dicesse ad essi cosa dovevano o non dovevano fare).
– metodo di governo: gli abitanti della comunità prendevano decisioni in prima persona riunendosi in assemblee (allo stesso modo di quanto avveniva nelle reali democrazie (antica Atene e Stati Uniti).
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● nei regimi a “governo centrale”, modello in base al quale erano organizzate le “dittature” del passato (come gli imperi), e sono attualmente organizzate le Democrazie di tipo Parlamentare, le Istituzioni governative centrali dettano le regole alle comunità locali.
Questo tipo di organizzazione della società è basato sulle seguenti caratteristiche:
– aspetto culturale: si abbandona la cultura tradizionale che permetteva di sviluppare strategie in modo spontaneo da parte dei cittadini, passando alle decisioni prese da persone (i Politici) i quali ritengono essere in grado di comprendere quali siano i bisogni dei cittadini meglio dei cittadini stessi.
– metodo di governo: i Governanti impongono le loro decisioni alla Popolazione: il fatto è che, giuste o sbagliate che siano le decisioni prese dai Governanti, se la popolazione non si adegua ad esse, si crea il caos sociale. E quindi in tale contesto non vi è alcuna alternativa ad imporre con la forza le decisioni governative.
COSA È NECESSARIO FARE FARE PER ARRIVARE AD INDIVIDUARE UNA SOLUZIONE?
Einstein: «Se ripetuti tentativi di cambiare un sistema falliscono,
significa che vi sono degli errori nei principi»
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Per arrivare ad una soluzione del problema è sempre necessario andare alla radice di esso.
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Nel nostro caso ciò significa comprendere a fondo cosa sta accadendo alla nostra Società occidentale, e quindi comprendere come si possa fare qualcosa per risolvere gli attuali problemi.
La crisi della Società occidentale è un dato di fatto, riconosciuto dalle stesse Istituzioni governative
In primo luogo quindi è bene chiarire – nei dettagli – in quali termini il problema esista veramente.
Come detto in modo più approfondito nei capitoli successivi, il problema si riscontra nel fatto che nella Società basata su un governo centrale un reale benessere – che in qualche modo si possa dire sia stato superiore a quello della società tradizionale (sia pure probabilmente solo sul piano materiale) – si sia avuto solo per due brevi periodi: con i due “Boom” dell’inizio del ‘900 e degli anni ‘50.
In entrami i casi questo benessere è durano meno di un decennio, per lasciar posto ad una serie di crisi che sono culminate nella crisi del 2008 alla quale, dopo 15 anni, nessuno è stato in grado di porre rimedio.
Il fatto più significativo è che
nel 2022 si è avuta la dichiarazione di Macron
– appena uscito da una riunione dei maggiori Governi mondali –
che si deve prendere atto che l’era del benessere occidentale è finita.
Si veda la già citata dichiarazione di Macron: «We are living through the end of what could have seemed an era of abundance … the end of the abundance of products, of technologies that seemed always available … the end of the abundance of land and materials including water.»
Dobbiamo aggiungere la considerazione di Obama, il quale nel 2016, dopo aver tentato dal 2008 di risolvere la crisi economica degli USA come Presidente (servendosi dei migliori esperti del mondo) ha preso anche lui atto della “fine di un era” dichiarando a proposito della questione su come fosse possibile risolvere il problema della crisi economica: “non esiste una risposta .. Quale bacchetta magica avete?” (discorso in Elkhart, Indiana).
Nei prossimi capitoletti si cerca di rispondere alle seguenti domande:
1) Dov’è il problema?
2) Cosa si può fare per risolverlo?
LA NECESSITÀ DI INDIVIDUARE QUALI SIANO I FATTORI SPECIFICI ALLA BASE DEL PROBLEMA
Il fatto che per più di un secolo il sistema di government della Democrazia di tipo europeo – dopo pochi anni di reale benessere – sia sempre stato afflitto da crisi economiche (ciò viene analizzato in un successivo capitolo) porta alla necessità di indagare a fondo sul funzionamento di tale sistema di government.
Ovvero,
come diceva Einstein,
se un problema persiste è necessario fermarsi
per andare a cercare le radici del problema.
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Per valutare in cosa consista il problema della Società occidentale
è necessario a monte di tutto chiarire
QUALI SONO I CRITERI DA UTILIZZARE
PER AVERE UN BUON FUNZIONAMENTO DI UNA SOCIETÀ.
Solo avendo ben chiaro quali siano tali criteri è infatti possibile quantificare il problema, e cercare di comprendere su quali punti specifici si debba intervenire.
Questa analisi oggi viene evitata poiché si continua a ragionare in termini ideologici, ossia
l’errore di fondo in cui si incorre oggi è di basarsi sul presupposto che il sistema utilizzato sia di per sé corretto.
E quindi si evita di entrare nello specifico dei problemi della Società (l’aspetto paradossale di tutto ciò è che oggi, dando per scontato che il metodo utilizzato sia corretto, e che quindi i problemi nascano perché vi sono “delle persone che sbagliano”, quando si presentano i problemi si cerca di applicare in misura maggiore il dogma che ha creato il problema).
In altre parole, il problema di fondo è che
oggi si cerca di risolvere il problema
applicando gli stessi metodi e strumenti che lo hanno prodotto.
L’errore che si commette oggi nell’analizzare i problemi sociali
In sintesi, il problema della mancanza di consapevolezza di quali siano i fattori responsabili delle crisi economiche che si sono succedute nella Società occidentale moderna risiede nella
1. mancanza della comprensione di dove siano le radici del problema (condizione necessaria per poter risolvere qualsiasi problema), e quindi nel non avere una idea effettiva di quali possono essere le strategie per poter sviluppare soluzioni adeguate.
Ma, a monte di tutto, oggi il problema risiede nella
2. mancanza di una idea di un modello di società che possa veramente funzionare.
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Il problema di fondo è cioè che
la società attuale non è ispirata ad un caso che abbia veramente funzionato, ma è stata concepita ex-novo dalla mente di alcuni intellettuali
(proprio come avveniva nelle antiche Utopie, che però nessuno pensava di mettere in pratica).
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Si tratta di un caso paragonabile a quello di un farmaco che viene messo in commercio pur essendo in una fase sperimentale. (solo perché si ammira la persona che lo ha concepito)
Il problema è che – essendo preconcettualmente convinti che il Sistema utilizzato si funzionante – pur continuando l’attuale modello di government a produrre problemi, nessuno pensa a rimpiazzarlo con un modello migliore.
Questa è una conseguenza della dimensione ideologica in cui si vive oggi in Occidente, dimensione nella quale continuando a porre il focus su una ”Idea” a priori (non derivante da una osservazione della realtà), si è finito con il dimenticare quali siano nei fatti le forme di organizzazione della società che hanno veramente funzionato.
Con l’Ideologia che è alla base dell’attuale “Stato sociale” europeo si è voluto dare una veste scientifica alle precedenti Utopie: il problema è che tale Ideologia rimane però sempre al livello astratto delle Utopie (in tale forma mentis si confonde un desiderio con la realtà effettiva).
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A causa di questa mancanza di conoscenza effettiva delle cose,
oggi quindi
● non solo non è possibile individuare ciò che non sta funzionando nella nostra Società; ma
● non è nemmeno possibile individuare un percorso che possa portare verso un modello effettivamente funzionante di società.
COME È POSSIBILE SVILUPPARE UNA ANALISI CHE POSSA PORTARE AD UN CHIARIMENTO DI QUALI SIANO LE CAUSE PRIME DEGLI ATTUALI PROBLEMI DELLA NOSTRA SOCIETÀ?
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È una introduzione alla appena successiva “la questione del benessere” metodo e steps
Operativamente parlando, in sintesi, se volgiamo comprendere se la Società in cui viviamo funzioni veramente (e quindi comprendere cosa eventualmente vada cambiato in essa), a monte di tutto è necessario:
1) sapere qual è il criterio che bisogna usare per valutare una società “che funziona”, ovvero cosa manca veramente ad una Società che non funziona.
Qui si tratta quindi di cercare le radici più profonde del funzionamento della Società (che sono anche le radici più profonde del problema di una Società che non funziona).
Nel presente testo si individua come
il criterio di valutazione di una Società
sia l’esistenza di un reale benessere della popolazione
Ovvero
perché si possa affermare che società “funziona”, è necessario valutare se in essa le persone stanno bene
sia dal punto di vista fisico che da quello morale (nel preambolo della Costituzione USA si afferma che lo scopo della società è il permettere alle persone di raggiungere una condizione di felicità).
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In questo percorso è necessario anche tener conto che
2) per essere sicuri che l’idea che ci siamo fatti di una società che funziona sia valida, è necessario individuare dei riscontri nella realtà effettiva.
La domanda da porsi a questo punto è: conosciamo delle comunità in cui gli abitanti abbiano goduto di un benessere sostanziale?
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Una volta individuati i criteri che sono alla base di una società che sia stata in grado di produrre un reale benessere per la popolazione
3) è necessario effettuare una analisi approfondita della nostra Società tenendo presente i criteri individuati, per scoprire quali dei criteri individuati in precedenza manchino ad essa.
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Detto in altri termini, solo dopo aver compreso cosa sia il benessere di cui ha realmente bisogno l’uomo, è possibile
– comprendere dove la nostra Società non sta funzionando (ossia comprendere perché in essa non vi sia più il benessere iniziale).
E quindi arrivare a comprendere
– cosa si debba fare per recuperare il livello di benessere perduto.
Ricordiamo che sono le stesse Istituzioni della Democrazia a considerare che il fine della Società (del government) è lo sviluppo del benessere per la popolazione; laddove ciò non accada, si ricade nel caso di un regime autoritario. [vedi più avanti il cap. “La questione fondamentale: la necessità di avere una società che sviluppa un reale benessere”]
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Nei prossimi capitoli ci si occupa appunto di comprendere quali siano le qualità del benessere necessario ad una società, e quali siano i fattori che permettono alla comunità sociale di produrre benessere.
THE QUESTION OF WELLBEING
(WHAT IS REAL WELLBEING?)
Si è detto che per comprendere dove sia il problema di una società come la nostra (che non è più in grado di produrre benessere per i suoi Cittadini) è necessario in primo luogo comprendere cosa sia effettivamente il benessere.
Nelle prossime pagine si cerca appunto di comprendere cosa sia il benessere di cui l’essere umano ha bisogno, e come lo si possa ottenere.
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Quindi vediamo di rispondere alla domanda:
cosa intendiamo per benessere?
Ovvero, in che cosa consiste quel benessere che secondo Macron oggi manca alla nostra società?
PERCHÉ L’UOMO HA CREATO LA COMUNITÀ SOCIALE STANZIALE DEL VILLAGGIO?
COME LA COMUNITÀ TRADIZIONALE PERMETTEVA DI OTTENERE UN MIGLIOR BENESSERE RISPETTO A QUELLO ATTUALE
In primo luogo vediamo quale è stato il benessere che l’Essere umano ha voluto raggiungere quando esso, con la rivoluzione del Neolitico, ha fatto un salto di qualità nelle sua evoluzione decidendo di abbandonare la sua condizione di nomade (fino ad allora era stato cacciatore e raccoglitore) creando una comunità umana stabile sul territorio: il Villaggio.
Si noti come questa “rivoluzione”, a differenza di quelle successive, (1) non sia stata pianificata con un piano razionale stilato da qualche leader, ma sia avvenuta con un processo spontaneo da popolazioni che aspiravano ad una qualità della vita (Benessere) migliore. e (2) si sia sviluppata gradualmente in modalità “costruttiva” (non vi è stata alcuna lotta contro istituzioni preesistenti).
LA DIVERSITÀ DELLE CARATTERISTICHE DELLA CONCEZIONE DI BENESSERE
Quale è il vantaggio che l’Essere umano ha ottenuto da tale cambiamento?
Con l’avvento del Neolitico (più di 10.000 anni or sono) creando una comunità umana stabile (il Villaggio) l’Essere umano ha raggiunto lo scopo di ottenere, tra le altre cose:
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● una migliore “SICUREZZA SOCIALE”:
L’Essere umano con il Villaggio ha cioè creato una specie di Welfare spontaneo che gli permetteva di avere
– maggior sicurezza in quanto sussistenza : i nuovi sistemi di coltivazione e di allevamento gli hanno permesso di ottenere abbondanza del cibo.
Sostanzialmente a quel tempo l’Uomo ha creato un sistema che comportava un minor “costo della vita” (ovvero migliori risultati con fatica minore).
La radicale innovazione del Villaggio è stata possibile grazie all’invenzione di alcune tecniche fondamentali, come quelle legate all’agricoltura (aratura, semina, irrigazione, ecc …) e all’allevamento (fieno per l’inverno, ecc ..).
Una delle differenze sostanziali tra le tecniche di un tempo e le tecnologie attuali è che allora si utilizzavano tecnologie “sostenibili” (a misura d’uomo e compatibili con la vita dell’ambiente), mentre oggi lo sviluppo di un consumismo spinto ha portato alla creazione di “tecnologie avanzate” che non solo hanno un impatto negativo sull’ambiente, ma che non sono più “a misura d’uomo” (esse soddisfano bisogni non fisiologici per l’essere umano, lasciando insoddisfatti i bisogni reali).
<vedi il mio articolo “Manifesto of innovation: the basic principles of sustainable (disruptive) innovation’ >
<vedi il mio articolo “The new direction of the innovation”>
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Con il Villaggio si è sviluppato per la prima volta un sistema di “assistenza sociale”: nella Comunità stanziale ha sviluppato un senso di solidarietà e una attitudine alla collaborazione che hanno portato alla sviluppo di un vero e proprio “Welfare spontaneo”. [si veda nel vol. 2 il cap. “Le qualità fondamentali della società che si sviluppano spontaneamente nella Società del Villaggio/Attitudine alla cooperazione”]
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– maggior sicurezza in quanto “previdenza sociale” (“pensione”, “assicurazione” contro gli infortuni , prevenzione della disoccupazione, ecc …).
In particolare la vita del Villaggio ha permesso di dare maggiore sicurezza nei confronti della vecchiaia: non dovendo più viaggiare continuamente l’anziano poteva essere nutrito con il lavoro delle generazioni più giovani (in precedenza gli anziani erano costretti a lasciarsi morire – come facevano gli Indiani d’America – non potendo più essi seguire la tribù nei suoi spostamenti).
Inoltre nella nuova vita “sedentaria” del Villaggio
gli anziani potevano ricoprire un ruolo fondamentale per la Comunità,
poichè essi potevano insegnare alle nuove generazioni
la cultura tradizionale dell’etnia.
Si noti l’essenzialità del ruolo dei figli nel mantenere i genitori anziani, descritta nei testi antichi: nella antica Atene era possibile accedere ad alcune cariche pubbliche solo se si dimostrava di essersi presi cura dei genitori anziani.
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● una migliore PROTEZIONE FISICA nei confronti di altre tribù e di animali feroci (ed anche di catastrofi ambientali).
Il Villaggio era infatti protetto da recinzioni, e la popolazione era di numero superiore rispetto a quelle nomadi (le tribù nomadi che vivono di caccia e raccolta non possono superare un certo numero di membri poiché il territorio in cui si stabiliscono non potrebbe fornire cibo a sufficienza).
Inoltre sistemi di immagazzinamento del cibo metteva al sicuro il Villaggio dagli anni di carestia (in precedenza l’Uomo raccoglieva solo ciò che poteva trasportare con se negli spostamenti a piedi).
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La vita stabile del Villaggio permetteva di sviluppare rapporti sociali di tipo differente, che erano alla base del
– maggior benessere materiale: sostanzialmente il Villaggio, per le ragioni esposte nei prossimi paragrafi, diveniva una sorta di rete di solidarietà tra gli abitanti: grazie all’abbondanza di cibo vi era una spontanea “ridistribuzione delle ricchezze” basata sul volontariato, nella quale era per lo meno protetta la vita delle persone realmente bisognose (si noti come al osto del denaro si utilizzasse il baratto, che comprendeva lo scambio di prestazioni lavorative).
Ovvero nel Villaggio vi è una sorta di “Welfare spontaneo” che è in grado di occuparsi anche degli “ultimi”, cosa che il Welfare attuale non è in grado di fare (la distribuzione delle ricchezze attuata oggi non è in grado di aiutare i più poveri, che devono essere assistiti da associazioni di solidarietà private).
[vedi più avanti il capitolo “Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)”]
Nel Villaggio l’Uomo è inoltre in grado di raggiungere
– un nuovo benessere psicologico, poiché si hanno rapporti sociali più stretti (tra le altre cose, le gli abitanti possono ritrovarsi, al riparo dalle intemperie, in edifici dedicati al culto e a riunioni).
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Ovvero nel Villaggio si poteva raggiungere un certo livello di quella Felicità (che nella fondazione della prima Democrazia moderna – quella degli Stati Uniti – è stata riconosciuta essere il vero fine della Società) grazie ai seguenti fattori:
■ nascita della Famiglia nella conformazione che è stata conosciuta per millenni.
Ovvero il punto essenziale dell’innovazione del Villaggio, dal punto di vista dei rapporti sociali, risiede nel fatto che in esso l’uomo ha potuto creare ciò che è alla base del suo benessere materiale e morale: il “sistema famiglia” (si tratta non solo della Famiglia nucleare composta da figli e genitori, ma della cosiddetta Famiglia allargata).
Famiglia «in genere formata da persone legate fra loro da un rapporto di convivenza, di parentela, di affinità, che costituisce l’elemento fondamentale di ogni società» (Enciclopedia Treccani).
I pensatori antichi come Aristotele e Confucio asservivano che il sistema di organizzazione del Villaggio non sia altro che una estensione della famiglia.
Ma ancora oggi la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (ONU) si legge “art 16. co. 3: “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società”
Dobbiamo considerare che inizialmente non esisteva proprio il concetto di padre (paternità), poiché non si collegava la nascita del figlio al rapporto sessuale, ma si collegava la fecondazione della donna a elementi naturali come la luna e vegetazione.
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Si noti come il collasso della attuale Società corrisponda alla perdita dell’istituzione della Famiglia (sia quella nucleare, sia quella “allargata”).
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La famiglia può nascere proprio per il fatto che nella nuova società dell’Ordine naturale si pone alla base di tutto quello che oggi è chiamato Diritto di proprietà: il diritto ad avere una abitazione ed i terreni “produttivi” che permettevano appunto di sviluppare una famiglia.
Si tratta del diritto di Proprietà come è concepito oggi: pieno (possono farne ciò che voglio della mia Proprietà) ed esclusivo (possono far accedere alla mia proprietà solo le persone di mio gradimento).
É grazie a queste proprietà vi può essere una evoluzione della famiglia rispetto alla vita precedente nomadica. Ovvero l’uomo nel Villaggio può non solo creare il nucleo della famiglia dei genitori che possono allegare i figli (in precedenza, come è per gli animali, era la madre che cresceva i figli), ma può anche, con il tempo, disporre di una famiglia allargata su cui contare (ancora oggi nei paesi rurali la famiglia allargata di zii e cugini e formata da più di un centinaio di persone).
In realtà nel Villaggio erano tutti quasi “di famiglia” essendo essi cresciti assieme (oggi diremmo avendo frequentato le scuole assieme). Amici di famiglia erano “zii” o “pardini”, e i giovani crescevano tutti come dei cugini.
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Questa evoluzione della Famiglia è stata favorita anche dal altri fattori presenti nel Villaggio:
● la “specializzazione” del lavoro: grazie alla quale la donne – nell’ambiente protetto della abitazione, e con nuovi strumenti – svolgevano per lo più “lavori casalinghi”, e quindi potevano dedicarsi contemporaneamente all’allevamento di più figli (in precedenza essa non poteva portare con sé più di un figlio piccolo; e gli strumenti di lavoro “domestico”).
La specializzazione dei lavoro permetteva alle donne di cucinare, filare, tessere, cucire vestiti, fabbricare vasellame; mentre gli uomini cacciavano, seguivano le greggi, costruivano e manutenevano gli edifici, fabbricavano attrezzi, ecc ..
● l’assunzione di un ruolo determinante da parte degli anziani: come si è detto gli anziani, grazie alla vita stanziale vivevano più a lungo e potevano assumere nuovi ruoli molto utili alla Famiglia e alla Comunità sociale, il più importate dei quali era probabilmente la propagazione della Cultura dell’etnia.
La quale consisteva in una serie di principi e valori che diffusi nella comunità sociale che permettevano ad essa di funzionare in modo ottimale (permettevano di avere una sincronia spontanea tra le persone).
La Cultura dell’etnia non era altro che un sapere affinato per secoli di esperienze che indicava agli abitanti della Comunità il “come si fa a vivere” nel migliore dei modi nella relazione con l’ambiente circostante e con le altre persone.
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Come vedremo, gli anziani, grazie alla maggior esperienza di vita, assumevano nel Villaggio un altro ruolo essenziale: quello del contributo al government dell’organizzazione del Villaggio (essi entravano a far parte del Consiglio degli anziani – di cui si parla già nella Bibbia).
[a proposito del ruolo della famiglia nello sviluppo della Società tradizionale si veda più avanti il capitolo “L’ordine naturale della comunità umana (quella stanziale, dei Villaggi) è l’estensione dell’ordine naturale della famiglia”]
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■ sviluppo di una nuova strutturazione delle società (di una miglior qualità dei rapporti sociali).
Una delle peculiarità del Villaggio era quindi quella di permettere di sviluppare la Famiglia. E nel tempo la Famiglia nucleare si “allargava” fino a divenire una vera e propria comunità all’interno del Villaggio: oggi nei paesi delle aree rurali la famiglia di zii e cugini – diretti o acquisiti – supera il centinaio di persone. E per comprendere i legami della Famiglia estesa del Villaggio (parenti, affini, conoscenti intimi), si pensi che ancora nel nuovo millennio un matrimonio nei piccoli paesi può avere più di 1.000 invitati.
Teniamo conto del fatto che le Famiglie allargate si integravano tra loro attraverso i matrimoni, e che, di fatto, tutti quanti erano legati da rapporti affettivi simili a quelli familiari, essendo cresciuti assieme (ed inoltre esistevano figure come quella dei padrini).
Per tali ragioni
la Famiglia “estesa”era il nucleo fondante della Comunità sociale.
E
nel Villaggio si aveva un forte senso di solidarietà che permetteva di avere una sorta di “Welfare spontaneo”
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Vi erano altri fattori che nel Villaggio permettevano di realizzare una nuova qualità dei rapporti sociali: come quelle strutture che permettevano si ritrovarsi anche d’inverno (edifici di culto che potevano essere utilizzati anche come scuole, o per le riunioni di auto-governo).
COSA SI È PERDUTO CON LA “MODERNIZZAZIONE” DELLA SOCIETÀ:
IL NUCLEO FONDANTE DELLA FAMIGLIA
Come si dice “il diavolo sta nei dettagli”, ovvero è necessario andare ad osservare i dettagli di un sistema per comprendere perché esso produce dei problemi.
Proviamo quindi a riflettere su quali possano essere i fattori specifici della crisi dell’attuale modalità occidentale di organizzazione della Società (la Democrazia parlamentare, o rappresentativa).
Quali sono i tratti essenziali del cambiamento avvenuto con la “modernizzazione” della società?
Vediamo nei prossimi capitoli come i tratti peculiari della Società occidentale moderna siano due:
– essa nasce da idee astratte, da teorie mai sperimentate nella realtà.
– essa inizia con una imposizione alle popolazioni.
The Cultural Question: The Ideologization of Culture (and the Urbanization of Society)
Quale è l’aspetto peculiare che differenzia l’attuale Società da quelle più antiche?
In che cosa consistono cioè i cambiamenti attuati nella Civiltà occidentale che hanno trasformato l’Essere umano portandolo ad una perdita della capacità di governare se stesso, e quindi ad aderire un modello di vita sociale nella quale ad esso vengono imposte le regole di vita?
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Questo cambiamento appartiene al fenomeno più generale definito (secondo la cultura corrente) come “modernizzazione” della vita dell’essere umano.
Ed uno degli aspetti specifici della modernizzazione che ci riguardano in questa analisi è quello dell’Urbanizzazione della Società (si noti come si sia arrivati a definire “cittadini” anche le persone che vivono in campagna).
Oggi si è esteso il modello di vita tipico della metropoli alle piccole Comunità locali. Ovvero oggi anche l’Essere umano che vive nel “Villaggio” ha adottato la forma mentis della popolazione metropolitana dell’800 (degli operai della rivoluzione industriale), entrando nella condizione psicologica della persona che dipende da altre persone dalle quale si aspetta di sapere cosa deve o non deve fare.
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Il cambiamento è avvenuto a livello culturale
Si noti come il cambiamento attuato dalla modernità sia stato sostanzialmente un cambiamento culturale. O, se volgiamo, come la cultura del Villaggio tradizionale sia radicalmente differente dalla attuale Cultura moderna occidentale.
Alcune differenze:
● nella modalità tradizionale prevale una Cultura strettamente legata alla realtà: ogni concetto sviluppato nella mente umana deriva da una esperienza diretta della realtà (lo sviluppo del sistema di organizzazione della società deriva in questo caso dal processo di “prova e correzione dell’errore”, con il quale per millenni l’Essere umano ha perfezionato il suo Sapere).
Ed in tale contesto ogni processo continua ad essere un processo di esperienza diretta: e quindi
anche il government si basa su una esperienza diretta da parte dei cittadini.
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● al contrario, oggi si vive in un mondo delle idee (Ideologie), nel quale si perde di vista la realtà effettiva.
In tale contesto, ricordiamo:
– i concetti prodotti dalla mente umana non sono più riferiti ad una esperienza della realtà (a casi realmente esistiti che abbiano mostrato come quell’idea funzioni), ma sono creati “in teoria” dalla mente umana (ovvero essi funzionano “sulla carta”: è come mettere in commercio una medicina che rispecchia solo un’idea di qualcuno, e non è stata sperimentata nel mondo reale).
– non si impara dai propri errori, poiché per quanti danni si creino con l’applicazione di tale idea, si continua a pensare che “alla fine” si riuscirà a realizzarla, anche se sul momento si stanno creando problemi (la convinzione che è alla base delle Ideologia è che se il fine è corretto, allora sono giustificabili problemi che si creano nel percorso).
<vedi a proposito dell’ideologia il capitolo “La necessità di sfatare l’idea che i cittadini siano incapaci di governare in prima persona” nel mio testo ”Introduzione alla Democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla Democrazia europea di uscire della crisi”>
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In altre parole il problema dal punto di vista culturale è che il Sapere non è più Conoscenza <vedi Articolo “The problem of the loss of the original culture” >
[si veda anche più avanti il cap. “Come il sistema moderno è viziato da un difetto di fabbrica (il tentativo di razionalizzare la realtà)”]
La Società moderna nasce con una imposizione alle popolazioni
Un altro dei punti fondamentali della attuale forma di Civiltà moderna occidentale è che,
mentre il sistema del Villaggio
si è sviluppato in modo spontaneo e costruttivo
(le singole persone hanno deciso di fare ciò che era meglio per loro),
la modernità si è sviluppata partendo da una imposizione.
Infatti l’Era moderna è iniziata con l’avvio del “progresso tecnologico” della Rivoluzione industriale, che è potuto avvenire unicamente per il fatto che la popolazione delle campagne è stata costretta con la forza a recarsi nelle città (il Governo inglese ha sequestrato i pascoli che permettevano ai contadini di vivere).
Nel caso della Rivoluzione industriale (che ha appunto dato inizio alla modernità), al contrario di quanto è avvenuto nella Rivoluzione neolitica nella quale le popolazioni hanno deciso di sviluppare da sè i propri interessi,
si è seguito un piano sviluppato “dall’alto” che prevedeva di perseguire interessi che non erano quelli della popolazione.
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Come vediamo più avanti, questo è il difetto d’origine che impedisce alla Società moderna occidentale di produrre un reale benessere per la popolazione.
I problemi legati all’urbanizzazione della società
L’urbanizzazione della società è quindi una delle caratteristiche peculiari della Società moderna: il sistema di vita delle Metropoli (dall’antica Roma alle Città industriali dell’800) viene esteso a tutto il territorio della nazione (ed in questo modo anche gli abitanti delle piccole comunità locali adottano la forma mentis degli abitanti delle Città).
Ovvero, dal punto di vista dell’organizzazione della Comunità sociale anche i piccoli paesi di provincia abbandonano la modalità di Government diretto per adottare quella del Government rappresentativo.
Con l’eccezione degli Stati Uniti (e di parte della Svizzera) nei quali le Town continuano a mantenere le modalità tradizionali di government diretto.
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Quindi la questione è: poiché la Società occidentale – come ha sancito Macron nel 2022 – non è più in grado di garantire il benessere della vita moderna, è opportuno cercare di comprendere cosa si è perduto con l’urbanizzazione (modernizzazione) della Società.
Sostanzialmente con la modernità si sono perdute le qualità della società su due livelli:
● ad una osservazione più immediata oggi riscontriamo che si sono perdute qualità come la sicurezza in quanto incolumità fisica e supporto nelle situazioni critiche (malattia, anzianità, ecc …), e dal punto di vista psicologico si è perduta la serenità dei rapporti sociali (che esistevano nel Villaggio in quanto unica “Famiglia estesa”).
Ma si sono anche perdute
● le qualità di fondo che nel contesto di vita sociale tradizionale erano fattori determinanti per lo sviluppo del benessere. Qualità analizzate nel prossimo capitolo come autosufficienza delle persone (e dei nuclei familiari), e quindi autosufficienza delle comunità locali; perdita della Cultura tradizionale.
[si veda anche nel vol. 2 il cap. “Il problema della complessità è evidente nella strutturazione delle città moderne (il problema della dimensione urbana della società)”]
Le qualità di fondo che sono andate perdute
Un fattore critico fondamentale
nella modernizzazione (“urbanizzazione”) della Società
È QUINDI LA PERDITA DELLA FAMIGLIA COME ELEMENTO FONDANTE.
Sostanzialmente si è perduta la caratterizzazione della Comunità sociale come un “Sistema familiare”: la Comunità del Villaggio era una sorta di “famiglia estesa”.
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Ciò è avvenuto dapprima con una riduzione della Famiglia allargata (fatta da tutti i legami di sangue e dai parenti acquisiti) alla sola Famiglia nucleare, (genitori e figli) cosa che, tra le altre cose, ha portato alla perdita dell’apporto fondamentale dei Nonni. E successivamente con la dissoluzione anche della famiglia nucleare, per arrivare alla condizione di genitore “single” con i figli.
Si noti come di fatto
con la modernità si sia ritornati
alla condizione precedente alla conquista della dimensione del benessere
della comunità sociale avvenuta nel Neolitico,
ossia alla condizione della vita nomade.
In questa nuova condizione infatti, tra le altre cose, gli anziani sono nuovamente un peso (e, come nella vita nomadica non possono più essere mantenuti ed accuditi dai figli nella stessa casa); non vi è più una famiglia che possa educare i figli secondo i valori tradizionali della società; donna e uomo perdono la possibilità di beneficiare delle loro qualità peculiari con la divisione dei ruoli; sono veniti a mancare i rapporti affettivi e di solidarietà con il vicinato.
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Con la perdita della della Famiglia si è quindi perduto il fondamento della Comunità sociale tradizionale dell’Uomo
(ricordiamo che già pensatori antichi come Aristotele e Confucio indicavano come la Famiglia fosse l’elemento fondamentale di una Comunità sociale).
Il problema fondamentale è che
la perdita della struttura familiare tradizionale
rende l’uomo incapace di badare a se stesso
in modo autonomo come era nel Villaggio, e finisce per dover dipendere da altre persone (i governanti).
La conseguenza di ciò a livello di organizzazione della Comunità sociale è che
Ovvero a causa di ciò
la Società moderna diviene un sistema
finalizzato alla soddisfazione di interessi che non sono quelli dei Cittadini
Interessi sviluppati dai nuovi Governanti (i quali a loro volta devono sostenere gli interessi di chi finanzia le loro campagne elettorali).
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Nella società post-Villaggio il cambiamento più profondo è probabilmente la “materializzazione” della società: in essa tutto si basa su Valori materiali – sul denaro (nel vol. 2 si analizzano le possibilità di uscita da questa situazione)
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Le qualità perdute descritte in precedenza – sostanzialmente la perdita della “dimensione umana” – è l’essenza del “difetto di fabbrica” che rende la Società moderna intrinsecamente fallimentare:
una società che vorrebbe creare benessere per le persone
è, di fatto, nella impossibilità di farlo
poiché in essa si sono perdute di vista
le qualità del benessere dell’Uomo.
Il fatto è, ad esempio, che nella nuova condizione della modernità tutto ha un costo in denaro: ad esempio le madri per poter sopravvivere nella vita moderna devono lavorare, e quindi devono pagare qualcuno che tenga i figli quando esse non possono essere a casa (la stessa coso devono fare le persone per prendersi cura dei parenti anziani).
Ciò che è peggio è che ad un certo punto i Governi (lo Stato) si sono posti come soluzione al problema, fornendo il supporto di un Welfare che però risulta essere un “gatto che si morde la coda” (una trappola nella quale la situazione delle persone continua a peggiorare).
La questione è che a questo punto lo Stato gestisce dei servizi che richiedono sempre maggiori investimenti, e ciò comporta i seguenti problemi:
– di fatto vi sono maggiori spese per i Cittadini (in tasse): in questo modo si rendono le persone ancora più dipendenti dal lavoro (e dalla necessità di assistenza).
– il supporto dello Stato non è mai sufficiente: ciò si vede ad esempio nel caso degli anziani, che per non andare incontro una morte certa nei ricoveri, debbono necessario ricorrere a badanti private.
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Qui è il paradosso della Società moderna, che pretende di sviluppare il benessere per la popolazione, ed in realtà crea un sempre maggior malessere: come si è visto nel caso delle madri con figli,
oggi tutto il denaro guadagnato se ne va per pagare i servizi del Welfare che non sono in grado di fornire un reale benessere.
Ed inoltre i genitori, che non hanno più tempo libero a disposizione, non possono più dedicarsi alla loro mansione fondamentale di educazione dei figli (di propagazione della tradizione).
COMPARAZIONE TRA LE MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ NELLO SVILUPPO DEL BENESSERE
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Per comprendere meglio quanto detto in precedenza rispetto al fatto che diversi tipi di government producono diversi tipi di benessere (o di malessere), si sviluppa una comparazione tra le società che nella Storia hanno funzionato, e quelle che non hanno funzionato (che non hanno prodotto benessere).
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Ricapitolando, le due diverse modalità di “government” sono:
– quello della comunità sociale organizzata direttamente dagli abitanti (quello del Villaggio, detto anche di Ordine naturale della Comunità – modello oggi utilizzato in alcune parti del mondo a livello di government locale, come negli USA o in Svizzera).
– quello della società gestita da “governanti” (come è stato per le Monarchie e gli Imperi, ed oggi- con modalità differenti – per la Democrazia di tipo europeo).
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Vedremo nel prossimo capitolo come tali modalità siano utilizzate tutt’ora, seppure definite con termini diversi: Democrazia rappresentativa parlamentare e Democrazia diretta.
Alcune considerazioni sul metodo seguito nella presente analisi: sebbene si tratti di una analisi basata su dati effettivi fornita da documenti storici, si ritiene che sia cosa migliore una osservazione diretta, ottenuta ad esempio testimonianze storiche dirette delle persone che vivono una realtà specifica – quando non sia possibile fare una esperienza diretta di vita all’interno di una Comunità organizzata come il Villaggio tradizionale).
Si noti che gli esempi di comunità basata sull’Ordine spontaneo sono molto (si vedano ad esempio molte Town USA, o Villaggi di aree non ancora conquistate dal “Progresso occidentale”).
In questo modo è più difficile cadere nella trappola dell’approccio ideologico utilizzato oggi nel quale, convinti aprioristicamente della validità di un modello politico, si finisce per deformare la narrazione dei fatti.
I casi individuati nella Storia
In ogni caso vediamo in primo luogo cosa è possibile comprendere del passato con le informazioni oggi reperibili (testi che descrivono la vita dei villaggi di un tempo, reperti archeologici, ecc … )..
Utili possono essere anche racconti di fantasia che però descrivono le effettive condizioni di vita del Villaggio (in questo caso è ovviamente necessario verificare i dettagli del racconto con informazioni “storiche”).
Un esempio significativo è quello del racconto di Robin Hood, che parla proprio di abitanti di un Villaggio i quali difendevano, rischiando la vita, il loro modello di Ordine naturale della loro Comunità nei confronti dell’ingerenza del “Governo centrale” del Monarca.
I casi ancora esistenti di società di Ordine naturale
Una valutazione diretta è possibile, ad esempio, nei casi come quelli dei piccoli paesi di provincia che hanno mantenuto struttura e metodi di organizzazione della comunità del villaggio tradizionale (come è per le Town USA).
La differenza dell’efficacia di tale tipo di “amministrazione” (e di benessere) rispetto a quella basata su un Government centralizzato
EMERGE LADDOVE SULLO STESSO TERRITORIO CONVIVONO
LE DUE FORME DI GOVERNMENT.
Si tratta, ad esempio, del caso di quelle porzioni di una nazione che abbiano seguito due modalità diverse di impostazione della Società: nel ‘900 molti sono i casi di questo tipo, come negli USA quello delle piccole Town di provincia, che utilizzano il sistema tradizionale inventato 10.000 anni or sono nel quale gli abitanti si occupano direttamente di gestire la loro Comunità, e le vicine Città, nelle quali invece è utilizzato il sistema di government “moderno” basato su rappresentanza e governo centralizzato.
Si può anche vedere come siano cambiate le cose negli ultimi anni in quanto a benessere morale e fisico degli abitanti, in seguito all’imposizione alle Town delle regole imposte dal governo nazionale (in questi casi si notano effetti negativi come un aumento della violenza e della povertà, e della difficoltà di continuare a vivere secondo le tradizioni).
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É importante considerare che in molte parti del Mondo, nonostante l’estensione dell’imposizione di regole da parte di un governo centrale, vi siano ancora Villaggi basati su un Welfare spontaneo sviluppato da una popolazione che è ancora sostanzialmente una “Famiglia estesa”.
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Ricordiamo come la struttura sociale moderna (quella del Government attuale) sia sostanzialmente applicata come una imposizione.
Ad esempio le migrazioni verso le città siano sempre state una forzatura, come nel primo caso del trasferimento delle popolazioni contadini in città durante la Rivoluzione industriale (il Capitalismo industriale, come illustrato in altri punti, ha ottenuto leggi che sfrattassero i contadini dalle loro terre).
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È significativo il fatto che la creazione dell’Italia – nell’800 – sia avvenuta con la conquista dei territori da parte di una monarchia locale, la quale ha imposto alle popolazioni assoggettate tassazioni e leggi che hanno reso le popolazioni povere, costringendole ad emigrare in America.
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Ripetiamo, è importante tener presente che questa analisi non si sviluppa ad un livello ideologico, teorico, ma parte da constatazioni sulla crisi attuale che si basano
– su dati obiettivi, rilasciati da fonti istituzionali (ad esempio dal fatto che in più di un secolo i due momenti di reale benessere sono durati pochi anni, e sono stati seguiti da lunghe crisi delle quali quella attuali è appunto una evoluzione).
– il fatto che le stesse istituzioni governative occidentali che nel 2022 hanno affermato – per bocca di Macron – che è definitivamente finita l’era dell’abbondanza della società (quell’abbondanza che l’uomo aveva ottenuto con l’”invenzione” del Villaggio, e che aveva saputo mantenere per 10.000 anni).
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In conclusione la differenza più importante nell’applicazione delle due differenti tipologie di governo è che
si è ottenuto un benessere di livello superiore
laddove i Cittadini
hanno badato da sé all’organizzazione della loro Comunità.
Per paragonare il livello di benessere tra diverse società è ovviamente necessario valutare nei casi specifici le condizioni di disponibilità di risorse naturali, ed il livello delle tecnologie sviluppate in quella specifica fase storica.
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Ovvero una analisi dei risultati ottenuti dalle differenti modalità di government emerge che
le comunità che hanno prodotto un reale – e duraturo – benessere non avevano dei “governanti”
Si tratta appunto di quelle società organizzate secondo le modalità tradizionali del Villaggio (nella quale i cittadini governavano in prima persona – direttamente, senza il bisogno di intermediari).
Ricordiamo che nel passato – prima dello sviluppo del pensiero ideologico moderno avvenuto negli ultimi 3 secoli – per quanto vi fossero dei governanti che imponevano regole restrittive e tasse, nel loro piccolo il Villaggi si gestivano direttamente la loro organizzazione.
LA DIFFERENZA PRINCIPALE TRA L’AUTO-GOVERNO DEL VILLAGGIO ED IL “GOVERNO DEI GOVERNANTI” MODERNO DELLA DEMOCRAZIA EUROPEA: LE PERSONE NON SANNO PIÙ BADARE A SE STESSE
Il fatto è che se si vuole recuperare la dimensione di una società in grado di sviluppare un reale benessere, è necessario che le persone recuperino la cultura di un tempo (la forma mentis tradizionale”). Ovvero per poter cambiare le cose in meglio
è necessario che le persone
ritornino ad essere in grado di badare a se stesse.
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Spingendoci a cercare di individuare le cause profonde della attuale crisi dobbiamo considerare che la Democrazia, anche laddove non è affatto una vera Democrazia come è oggi per il modello europeo, non è comunque nemmeno una vera dittatura come lo sono stati gli imperi antichi (o nella modernità, l’Unione sovietica): oggi nessuno ha imposto con la forza alle popolazioni occidentali il regime attuale, ma sono le persone che hanno scelto i loro governanti (con i loro voti).
Il problema di fondo non sono quindi i Governanti,
ma sono coloro i quali hanno concesso ai Governanti
il potere di decidere cosa si deve o non si deve fare.
Ovvero
oggi il problema sono i Cittadini delle “Democrazie”:
fino a che non cambia questo fattore
le cose non possono cambiare.
Non si tratta solo della questione dell’espressione della loro volontà attraverso le Elezioni, ma anche del consenso che essi esprimono quando vengono imposte misure come quelle dei Lockdown (se i cittadini si ribellassero non sarebbero certo fucilati, come sarebbe accaduto in Unione Sovietica; e non sarebbero nemmeno condannati a lunghe detenzioni come accade nella Russia di Putin).
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In che senso il problema è nei cittadini? Cosa è necessario cambiare?
Il problema è in parte nella inconsapevolezza dei Cittadini rispetto alla nocività delle azioni dei governanti.
Ciò avviene per il fatto che
i Cittadini hanno perduto la memoria di come in precedenza gli esseri umani potessero organizzare da se stessi la loro comunità sociale.
Ovvero, in sostanza, il problema è che oggi
le Persone non sanno più come si faccia per badare a se stessi.
E sono quindi divenute dipendenti (psicologicamente e materialmente) dalle istituzioni governative moderne.
In altre parole
le persone non sono più in grado di produrre da sé il benessere necessario per la loro vita.
E sono quindi costrette a sottostare ad un regime autoritario che propone di offrire loro benessere.
Il carattere negativo di questa dipendenza da Istituzioni governative (da un Welfare istituzionale) è evidenziata dalla Direttiva dell’Unione europea sulla Sussidiarietà nella quale – già all’inizio degli anni ‘90 – si indica come gli Stati debbano cessare di sviluppare l’attuale Welfare nel quale essi pretendono di supportare la vita del Cittadino “dalla culla alla tomba”.
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Il fatto è che se si vuole recuperare il benessere
è necessario tornare ad un sistema nel quale le persone riprendono ad occuparsi direttamente dell’organizzazione della loro comunità sociale
(il che significa in primo luogo che le persone recuperino quella condizione nella quale essi sanno nuovamente occuparsi della loro vita privata e sociale).
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Il problema, dal punto di vista operativo, è qui che
non è possibile cambiare le cose
dall’intero del sistema sociale (governativo) attuale,
poiché esso è programmato per mantenere
il presente livello di dipendenza delle persone da un governo centrale.
Ovvero nell’attuale sistema sociale le persone non possono in alcun modo recuperare il fattore principale per la definizione di una Società in grado di produrre benessere: la consapevolezza di come esse possano organizzare direttamente la loro vita sociale (le Istituzioni della attuale Democrazia europea operano per mantenere i Cittadini nell’inconsapevolezza delle loro potenzialità perdute con la fine della Società di Ordine tradizionale attraverso l’educazione scolastica e varie forme di censura (nella quale lo Stato opera in sinergie con il Mainstream media).
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Come si illustra nel Vol. 2, con opportune strategie è possibile recuperare alcune delle qualità come:
● auto-sufficienza: dimensione nella quale le persone sono in grado di
– produrre la gran parte di ciò che serve loro per vivere
Oggi è possibile., grazie alla nuova tecnologie, recuperare tale dimensione del Villaggio in vari aspetti:
– oggi sono disponibili tecnologie sostenibili che permettono di facilitare di molto il lavoro dell’agricoltore
– come illustrato nel vol. 2, è possibile passare ad una dimensione di Manufacturing 2.0 nella quale anche dispositivi complessi possono essere prodotti o assemblati in loco anche da persone poco esperte.
– manutenere direttamente fabbricati e strumenti – nella dimensione del Villaggio è una ordinaria prassi svolta in collaborazione tra abitanti. Ed oggi è possibile produrre dispositivi come gli elettrodomestici o i mezzi di trasporto che possano essere progettati con la filosofia dei mobili Ikea, ed essere manutenuti direttamente dai proprietari.
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● autogoverno, ossia la dimensione nella quale le persone sono in grado di organizzare da sé la propria comunità sociale.
A questo proposito è sviluppato il vol.2.
PERCHÉ L’OPERA DEI GOVERNANTI È INTRINSECAMENTE FALLIMENTARE
Tornando alla questione dell’organizzazione della società (del government), si è detto che:
nella modernità la peculiarità
dell’organizzazione della società a livello locale
(la società di tipo tradizionale)
È LA SOSTITUZIONE DEL GOVERNMENT TRADIZIONALE
DIRETTO DEGLI ABITANTI
CON UN GOVERNMENT IMPOSTO DALL’ESTERNO.
Ovvero il tratto peculiare della Cultura moderna è il pensare che vi sia una categoria di persone che può trovare soluzioni per altre persone.
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Per comprendere meglio quale sia il problema creato con l’introduzione nella Società del Governo centrale è necessario in primo luogo chiedersi “cosa sono i governanti?”.
A questo proposito è necessario tener presente due cose:
● dal punto di vista culturale, nella modernità si sostiene che le persone non siano in grado di badare a se stesse. Cosa che è smentita dal fatto che:
– le persone per migliaia di anni hanno saputo creare una reale benessere governando direttamente la loro comunità.
– tale concezione sia basa su una contraddizione di fondo: se le persone non sono in grado di gestire se stesse, come possono allora delle persone gestire altre persone? (si noti che i Politici non hanno studiato più di quanto abbiano fatto i “normali Cittadini”, e che gli esperti di cui essi si servono possono essere utilizzati anche dai Cittadini).
<vedi “The values of Socialism” nel mio Testo “Beyond social-democracy”>
● Fino alla rivoluzione moderna (Rivoluzione francese e Rivoluzione industriale) non vi erano forme di Potere centrale che pretendessero di risolvere i problemi delle comunità locali assoggettate: le comunità locali erano lasciate libere di governarsi in modo diretto dagli abitanti (anche sotto i grandi Imperi).
Sostanzialmente
i Governanti sono delle persone che sostengono di soddisfare i bisogni della popolazione meglio di come possono fare
gli stessi abitanti della Comunità.
Only those who possess needs are able to develop an effective satisfaction of them
Tale approccio è il problema fondamentale: al di là di questioni morali o giuridiche (in tal modo si viola il principio fondamentale di Sovranità del cittadino, ponendo una altro Sovrano al posto di esso), il problema è che
(1)
la soddisfazione dei bisogni delle persone
(il benessere materiale o psicologico)
la si ottiene solo quando chi detiene tali bisogni specifici
partecipa direttamente al processo di soluzione.
Ciò perché, come si approfondisce in altro punto, sono solo i detentori dei bisogni che conoscono nei dettagli i problemi da risolvere (ed inoltre essi possono seguire sul posto lo sviluppo della soluzione, e – come sempre è necessario – correggerne i dettagli che non funzionano a dovere.
<vedi il mio testo “The users of the Services are essential co-designers of the solutions to satisfy their needs“>
<vedi il mio articolo “The basic rules of Democracy: Democracy works only when citizens are directly concerned with government actions“>
Da tale caratteristica dell’Essere umano deriva il fatto che l’attuale forma di government centralizzato sia immancabilmente fallimentare:
(2)
non esistono “bisogni universali”,
che valgano per una intera regione o nazione:
i bisogni sono sempre differenti, situazione per situazione,
poiché sul bisogno delle popolazioni incidono sempre fattori specifici:
etnici, orografici, ecc …
Di fatto, cioè, esistono solo tante soluzioni quante sono le situazioni locali, dove chi detiene i bisogni da soddisfare è in grado di capire nei dettagli su cosa si debba intervenire (si tenga conto che anche a livello locale possono essere utilizzati gli esperti di settori specifici che oggi sono utilizzati a livello di governo centrale).
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É quindi per tale ragione che
quando si lavora su “soluzioni generali”
per una nazione (o una regione)
non si può mai creare un reale benessere:
in tal modo la Democrazia europea fallisce il suo scopo.
Si tenga conto che, come si illustra in altri documenti, è possibile creare un government a livello nazionale che rispetti questa necessità di operare sulle necessità delle Comunità locali.
<vedi mio articolo “As man in the history successfully ruled his community”>
SOME CONSIDERATIONS ON THE SCIENTIFIC METHOD (THE DEFECTS OF IDEOLOGY)
Prima di affrontare una questione complessa e delicata come quella del cercare di comprendere a fondo quali siano i problemi che hanno portato la Società occidentale alla “fine dell’era dell’abbondanza”, è necessario effettuare alcune considerazioni a proposito di quale modalità di analisi sia opportuno utilizzare.
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Ovviamente nella nostra Cultura basata sulla “ragione” (sulla Scienza) viene spontaneo affermare che in tale analisi si debba utilizzare il metodo razionale (scientifico): il problema è che oggi vi sono interpretazioni di tale concetto che non corrispondono più alla concezione originaria.
È quindi innanzitutto necessario chiarire cosa si intenda per metodo scientifico (razionale).
LA QUESTIONE DELLA SCIENTIFICITÀ DEL METODO
In questo testo si utilizza il Metodo scientifico così come è stato definito dai Padri della Scienza moderna. Tale metodo, in sintesi, si basa sulla
sperimentazione diretta della realtà:
la teoria deriva unicamente dall’osservazione delle realtà.
Galilei, uno dei Padri della Scienza moderna, affermava che la vera Scienza è quella “Che si basa sull’esperienza; (…) che procede per mezzo di esperimenti”[verifiche]”
Inoltre Popper – il Filosofo della scienza che ha posto le basi per definire cosa sia scientifico e cosa non lo sia – ha definito che le ipotesi formulate dalla Scienza devono essere enunciate in modo in esse vi siano dei dati verificabili <vedi nel mio testo “La manipolazione delle masse” il capitolo “la Filosofia della Scienza ha individuato la mancanza di scientificità della attuali teorie scientifiche”>
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Vediamo quindi quali sono le caratteristiche di processo scientifico, negli aspetti:
1. dell’indagine e della formulazione di teorie.
2. dello sviluppo di soluzioni.
1. il metodo per una indagine ed una formulazione di teorie effettivamente scientifiche
Quando si può dire che l’analisi di un sistema sociale è condotta in una modalità realmente scientifica?
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I punti a cui attenersi per una analisi effettivamente razionale (scientifica) sono:
● a monte di tutto: stabilire criteri di valutazione oggettivamente riscontrabili.
● e quindi: in base a tali criteri verificare la validità dell’idea sperimentandola nella realtà.
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Il problema è che in mancanza di criteri di valutazione “oggettivi” a cui ci si possa riferire per definire la scientificità di una idea (di una teoria) non è possibile valutare il valore della sua applicazione (ossia non si può comprendere se l’applicazione fornisca risultati positivi o negativi).
Il fatto è che in tale condizione di assenza di criteri di valutazione:
– tutto diventa opinabile, poiché non vi è un riscontro che permetta di affermare con certezza (scientifica) se una cosa funziona o non funziona.
Ovvero in tal caso ci si nuove sul piano astratto delle Idee non legate alla realtà oggettiva, e quindi la valutazione del contesto che si analizza diviene soggettiva.
Inoltre in tale condizione viene a mancare il criterio fondamentale individuato da Popper per comprendere quando un concetto sia effettivamente scientifico: la necessità di presentare dei dati che permettano di verificare se essa sia vera (o, in altre parole, permettano di dimostrare se essa sia falsa).
Un esempio di ciò: non è possibile smentire l’idea che gli uccelli volano perché lo vuole Dio, mentre può essere smentita l’idea che gli uccelli volano perché sono più leggeri dell’aria (posso averne la prova oggettiva pesando l’oggetto, e confrontando le misure oggettive del peso dell’aria e dell’uccello).
In altre parole perché si possa dire che una idea è realmente scientifica, è necessaria la possibilità di verificarla in modo empirico (con una sperimentazione dell’idea nella realtà effettiva la quale fornisca dei dati oggettivi).
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Una conseguenza dello sviluppo di Idee non legate alla realtà oggettiva è che per esse
– non si pone un limite temporale alla condizione di assenza di una verifica (al verificare se la cosa effettivamente funziona).
In altre parole
– se è vero che devono essere presentati dati oggettivi che confermino la validità di una teoria (ossia non ci si può basare unicamente sul fatto che la teoria sia stata formulata da una persona di prestigio),
é anche vero che:
– la verifica a cui deve essere sottoposta una teoria deve essere estesa nel tempo, per comprendere se gli effetti positivi ottenuti nell’immediato non si trasformino in effetti negativi.
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La mancata osservazione di questi punti produce i problemi che si riscontrano oggi nella Società occidentale.
Questo è il problema creato dall’Ideologia adottata oggi nel government della Democrazia moderna europea.
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Più nello specifico
mancando un criterio di valutazione dell’attuale Sistema sociale (economico) non è possibile accorgersi dei risultati negativi che esso produce,
e quindi si continua per decenni a produrre risultati negativi senza che ci si possa accorgere che la teoria è minata da un difetto di fondo.
In sostanza il sistema sociale/economico su cui si basa l’attuale società occidentale:
– non definisce criteri per valutare la qualità della vita delle persone: non vi sono dei criteri espressi a livello razionale (realmente scientifico), per cui non si prende in considerazione il fatto che con il denaro che guadagna una persona essa non sia in grado di garantirsi un sufficiente livello di qualità della vita (cibo, abitazione e connessi, ecc … ). E inoltre non si è in grado di valutare la qualità della vita di modelli sociali alternativi.
– non definisce un termine temporale per poter definire che il tentativo di applicare una teoria è fallito.
Problema che si materializza nel fatto che, come si è detto, il “sistema sociale moderno” nell’ultimo secolo è stato in grado di sviluppare benessere solo per un paio di decenni, e che per il resto ha determinato condizioni di mancanza di quella “abbondanza” che era garantita invece dal sistema sociale di ordine tradizionale del Villaggio (per non parlare della condizione di schiavitù alla quale si è tornati nella attuale Società occidentale). [vedi nel vol. 2 il capitolo “Quali sono i macro-problemi da risolvere/Povertà”]
Ovvero nella dimensione dell’Ideologia moderna si continua a vivere con problemi gravissimi aspettando il momento in cui essa, come promesso dagli intellettuali di prestigio (Marx, Gramsci, Keynes) comincerà a funzionare.
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In ultima analisi, per rimanere in una dimensione scientifico-razionale (l’unica effettivamente gestibile dall’uomo.) è necessario mettersi nella condizione di non essere fuorviati da bias ideologici (preconcetti) in modo sa saper riconoscere quanto un modello applicato non funziona.
Ovvero è necessario riuscire ad identificare quel punto critico definito da Einstein con la frase “se le cose continuano a non funzionare allora è necessario rivedere la teoria applicata”.
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Aristotele è stato uno dei primi pensatori a metterci in guardia dai danni che si possono creare utilizzando forme di pensiero che non rispettano le regole della logica ragionale (quelle appunto delle ideologie) [vedi più avanti il capitolo “Le caratteristiche dell’educazione tradizionale”]
Successivamente Cartesio – il padre del pensiero moderno – ha affermato che una idea e valida (“vera”) solo quando essa trova corrispondenza con la realtà.
Il problema di una “logica” priva di logica è quello che affligge l’Ideologia di Marx, la cui idea di fondo è che per raggiungere la pace sociale sia necessario eliminare i “cattivi” (i borghesi).
Idea poi evoluta da Gramsci con il concetto della Rivoluzione morbida nella quale si eliminano della Cultura tradizionale quegli elementi che non sono in accordo con il dogma (si tratta del lavaggio del cervello sviluppato attraverso il “Cancel culture”, un processo sostanzialmente basato su un bias emozionale che offusca le capacità di ragionamento delle persone – è il problema denunciato da Orwell nei suoi testi principali).
<vedi
– il cap. “The novelty of modern empires: the psychological dictatorship (ideology)” nel mio articolo “Why the development of authoritarianism represents an opportunity it is not just a drama”
– il cap. “The turning point in totalitarian ideologies: psychological strategies for consent” nel mio testo “”“La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”(english)>
2. il metodo scientifico per lo sviluppo delle soluzioni
I punti illustrati in precedenza – per lo sviluppo di indagine e teorie effettivamente scientifiche – devono essere ovviamente essere applicati anche nello sviluppo delle soluzioni dei problemi analizzati nella fase precedente di osservazione della realtà.
Ovvero nello sviluppo di soluzioni è necessario:
● riferirsi sempre alla realtà.
Come si illustra in altri punti, oggi nell’ideologia moderna si sviluppano aspetti importanti della società come quelli economici o quelli legati all’Innovazione tecnologica senza rispettare questo punto
● utilizzare il metodo di prova e correzione degli errori , che è il metodo utilizzato per millenni dall’Uomo, che ha permesso di ottenere un reale Progresso. [vedi più avanti il cap. “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione (il Progresso diviene regresso)”]
Ovvero quando si individua un problema nel proprio operare (cosa che non può avvenire impossibile nella dimensione della attuale Cultura pseudo-scientifica) è necessario fare un passo indietro prima di continuare a sviluppare le proprie strategie.
HOW MODERN IDEOLOGY CHANGED THE ORIGINAL CONCEPT OF DEMOCRACY (comparison between current and original Democracy)
Qualche considerazione sulla Cultura “scientifica” attuale che rispetto a quella tradizionale è sostanzialmente rivoluzionata (nella quale cambiano radicalmente fondamenti, criteri ed ovviamente qualità dei risultati).
Un processo razionale (scientifico) di analisi di un problema – o di definizione di una soluzione – è quindi un processo esperienziale con il quale si osserva senza pregiudizi qualcosa, si trae la deduzione di come essa funzioni; e successivamente si sviluppano le teorie su di essa (o si sviluppano soluzioni – e in base all’analisi dei risultati delle loro applicazioni le si mette a punto).
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Da questo punto di vista il “pensiero moderno” (nel suo stadio di evoluzione attuale, che presenta profonde differenze dal “pensiero tradizionale” adottato un secolo or sono), si sviluppa in una dimensione “astratta”.
In altre parole il pensiero “scientifico” attuale è sostanzialmente un wishful thinking: un “pensiero illusorio”, una sorta di sogno ad occhi aperti nel quale si pensa che la propria interpretazione della realtà corrisponda alla verità.
Wikipedia: «Il pensiero illusorio, conosciuto anche come pio desiderio è il processo mentale per cui si tende a crearsi convincimenti e prendere decisioni facendosi dirigere da ciò che più può essere gradito o appagante invece di basarsi su indizi, realtà e razionale giudizio.»
Come sappiamo uno dei limiti della mente umana è che essa non può sapere se sta ragionando nella modalità “di fantasia”: per questa ragione sono necessarie verifiche a livello di fatti delle proprie idee.
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Questo modo di pensare “rivoluzionato” rispetto a quello tradizionale ha portato ad una nuova definizione rivoluzionata della Democrazia che poco o nulla ha a che vedere con la reale Democrazia.
Questa “rivoluzione” della concezione dellA Democrazia che si è avuta per duemila anni è dovuta appunto al fatto che nella condizione del “pensiero ideo-logico”, tra le altre cose, vi sono due elementi fortemente negativi: si perde la memoria del passato, e non si è in grado di imparare dai propri errori.
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Vediamo quindi la differenza tra le due concezioni di Democrazia.
● in origine la Democrazia è stata concepita – dagli antichi greci – utilizzando indicazioni fornite dalla realtà,
– definendo le modalità di organizzazione (di “government” si direbbe oggi) ispirandosi a casi reali che avevano dimostrato di funzionare: essi potevano vedere come da millenni le comunità dei Villaggi fossero state in grado di sviluppare benessere, ed hanno quindi adottato tale modello di organizzazione della società. E
– mettendo a punto la Democrazia in modalità esperienziale (a quel tempo non esistevano le Ideologie): essi si sono serviti dell’unico modo possibile per l’Uomo per migliorare la sua esistenza, il metodo scientifico dell’”errore e correzione dell’errore”.
Come i primi abitanti dei Villaggi, i fondatori della Democrazia sviluppavano la loro società correggendo, passo per passo, gli errori commessi man mano che mergevano. Essi erano cioè in grado di comprendere come i problemi nascano quando non venivano rispettate le regole di quella “logica umana” che in precedenza, nei Villaggi, aveva permesso di vivere nel benessere.
Mentre
● la democrazia moderna è stata definita in una modalità radicalmente differente:
– nella sua definizione originaria non ci si è riferiti a nessun caso di organizzazione di società reale (che avesse dimostrato di fornire buoni risultati ). Ed in essa quindi
– si continua imperterriti ad ignorare gli errori che si commettono (per il fatto che, appunto, si vive nella dimensione astratta nella quale non si prendono in considerazione le indicazioni provenienti dalla realtà).
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Il problema di fondo della Democrazia moderna è che
SI È VOLUTO DEFINIRE
UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SOCIETÀ SCIENTIFICO
IL QUALE IN REALTÀ NON HA NULLA DI EFFETTIVAMENTE SCIENTIFICO.
[excursus]
Come si è detto in altri punti, un sistema che non pretende di basarsi su fondamenti razionali potrebbe anche funzionare se non si seguono delle regole di funzionamento razionali (si pensi ad una comunità religiosa), ma ciò non può avvenire in un sistema organizzato in base a Principi razionali: in questo caso si finisce per creare caos, e quindi per collassare.
In un sistema fondato su basi razionali non è infatti possibile agire non rispettando i Principi di funzionamento senza produrre effetti collaterali negativi.
In altre parole non è possibile fare eccezioni al Modello razionale su cui ci si basa: ogni elemento del sistema deve essere assolutamente coerente con la Teoria (Modello di funzionamento) su cui esso si basa.
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Il problema è appunto in tale sistema si sono posti dei Principi che sono poi stati continuamente disattesi, e quindi il sistema non solo ha presto cominciato a non funzionare, ma è anche gradualmente degradato.
Tali Principi “costituzionali” sono per la Democrazia moderna: la Libertà (Sovranità) dei Cittadini (in realtà tutto il Sistema democratico moderno, in contrasto con tale principio, si basa sull’idea che le persone siano incapaci di prendere decisioni e debbono quindi essere costrette a seguire la volontà di una elite di Governanti) – Economia la quale dalla concezione tradizionale di una scienza che indica come sia necessario spendere solo per soddisfare bisogni effettivi dei Cittadini (e che si possa spendere solo ciò che si “ha in tasca”,) e divenuta una ideologia del “deficit spending”, ossia che si può spendere anche il denaro che non si possiede, per soddisfare interessi che non sono quelli dei Cittadini).
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Questo problema di è talmente incorporato nell’attuale Sistema-Democrazia che costituisce ormai “difetto di fabbrica”, di esso che lo porterà inesorabilmente (“scientificamente”) a produrre risultati negativi (i problemi diverranno di giorno in giorno sempre più gravi, fino al collasso).
Quindi che se si vuole risolvere l’attuale crisi della Società occidentale è necessario ricordare che – come diceva Einstein – se i problemi persistono nonostante tentativi di soluzione, è necessario cambiare il paradigma del sistema prima di intervenire in esso.
Alcuni miei testi:
Vedi i miei testi:
– “La manipolazione delle persone attraverso la paura“
– “The basis of the transformation process implemented by the Cultural Marxism“>
– “The problem of the loss of the original Culture/The ideological Culture“
– “La nascita delle attuali Ideologie sociali”
– “Hypno-governance: Mass hypnosis”
– “I meccanismi psicologici delle strategie di gestione delle masse”
SOCIETÀ E BENESSERE
INTRODUZIONE AL CONCETTO DI BENESSERE
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Nella sezione precedente abbiamo detto come oggi, nonostante la maggior parte della gente percepisca l’esistenza di gravi problemi nella nostra società, manchi la consapevolezza di quali siano tali problemi. E come di conseguenza si continui a girare in tondo senza risolvere nulla (mentre, come accade sempre in questi casi, nel frattempo le cose continuano a peggiorare).
Si è anche visto come il problema di fondo sia che l’Occidente ha perduto quella parte della sua Cultura che consiste nella conoscenza della questioni essenziali del vivere (ad esempio si è perduto il senso del fatto che l’uomo ha creato una comunità umana stanziale – il Villaggio – perché aveva compreso che con essa era possibile avere notevoli vantaggi, come l’abbondanza di cibo, la protezione che minacciavano al sua incolumità, lo sviluppo di rapporti sociali migliori).
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Più nello specifico, abbiamo visto quale sia il reale significato del criterio con il quale si valuta la bontà di una società: il Benessere.
E come in base ad esso è possibile fare un confronto tra i due modelli di società che si sono sviluppate nella Storia:
● il modello di società creato con la “rivoluzione neolitica”, il quale ha per millenni garantito un buon livello di benessere.
● il modello adottato anche dalla Società occidentale attuale, il quale dopo aver prodotto un buon livello di benessere, ha visto immancabilmente prodotto un collasso della società.
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In altre parole nella attuale fase dell’Era moderna si è perduta l’idea di cosa siano effettivamente i Diritti fondamentali dell’Uomo, e quindi di quali siano i Principi sui quali è necessario organizzare la società.
In tale condizione nessuno sembra ricordare come vi siano alternative all’attuale sistema di organizzazione della Società (al governo centrale di tipo rappresentativo).
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Si tratta quindi di analizzare la Storia dell’Uomo, ed osservare come da millenni esistano alternative alla governance che hanno funzionato molto meglio di quella utilizzata attualmente.
Andando più a fondo della questione, si può comprendere come il problema oggi sia nelle persone: ovvero di come
l’incapacità di migliorare le cose sia
una responsabilità dei singoli esseri umani
i quali sembrano aver perduto la memoria di “come si fa a vivere” a livello individuale.
Si tratta quindi, tra le altre cose (forse come prima cosa) di vedere cosa sia cambiato nell’essere umano in quest’ultima fase di evoluzione della Società occidentale.
Solo comprendendo l’essenza di questo cambiamento si può comprendere in cosa consista il problema della crisi della nostra società. E quindi arrivare a comprende come si possa organizzare la Società occidentale in modo che si possa ottenere il benessere di un tempo (che oggi, come ha sancito Macron nel 2022, non è più possibile avere in Occidente).
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In questa sezione “Cosa si intende per Benessere” vediamo:
1. in cosa consista effettivamente quell’elemento che è l’obiettivo delle Società civili: il Benessere di cui l’Essere umano ha effettivamente bisogno.
A quel punto sarà possibile valutare la bontà delle varie società create dall’Uomo, e quindi
2. individuare in esse i fattori che hanno reso possibile lo sviluppo di un Benessere sostenibile (che dura nel tempo, senza creare effetti collaterali negativi).
Nello specifico in questo capitolo vediamo più a fondo, a proposito dei due diversi modelli di Società, quanto anticipato nel capitolo precedente [“Comparazione tra le modalità di organizzazione della società nello sviluppo del benessere”].
● il modello dei Villaggi che sono stati caratterizzati da una organizzazione della comunità operata in prima persona dagli aBitanti (dove non esistevano “governanti”)
● il modello delle “Civiltà” impostate su Governanti in quali imponevano d’autorità il funzionamento della società.
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DI UN REALE BENESSERE
(A “MISURA D’UOMO”)?
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Si è detto che per risolvere i problemi della società occidentale (della Democrazia moderna di tipo europeo) è necessario andare alla radice dei problemi specifici intrinseci in tale modello di government.
E si è anche detto che la radice del problema è la dimenticanza del fine per cui la Democrazia è nata: la soddisfazione dei bisogni dei Cittadini.
Ovvero, il criterio per valutare l’azione di un Governo è quello del benessere dei Cittadini.
In questo capitolo, per scoprire come sia possibile risolvere gli attuali problemi della Democrazia occidentale, vediamo
● capire come e dove la Democrazia europea attuale fallisce nello sviluppo del benessere.
● individuare modelli di organizzazione della società che abbiano funzionato nello sviluppare un reale benessere in passato (oppure oggi in altre parti del mondo)
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In questo capitolo, per arrivare a comprendere come risolvere il problema della “fine dell’era del benessere moderno” (dichiarata da Macron nel 2022) cerchiamo quindi di individuare quali sono i fattori che hanno portato la Società occidentale a tale punto di collasso.
SOCIETÀ E BENESSERE:
LA QUESTIONE DELLA SOSTENIBILITÀ DELLE MODALITÀ DI VITA
La necessità di comprendere che il problema non è risolvibile con metodi e strumenti attuali
Il punto fondamentale è quindi che oggi
(1)
sappiamo anche
da fonti governative ufficiali
che esiste
il problema della “fine dell’era del benessere”:
ovvero la fonte non è solo le analisi critiche nei confronti del “Sistema”, ma sono anche le Istituzioni governative occidentali che si sono dovute arrendere davanti all’evidenza, arrivando ad affermare con Macron che – in quanto portavoce delle istituzioni governative globali – è finita l’era del benessere della società moderna nella attuale configurazione (“fine dell’era dell’abbondanza”).
Ed inoltre
(2)
sappiamo che
il problema è irrisolvibile
con gli strumenti e metodi istituzionali
Si è infatti visto che gli esperti – come sta accadendo ad esempio nel campo dell’economia e della salute – non sanno come risolvere i problemi specifici (quando non sono stati essi stessi la causa dei problemi). E che essi hanno costretto le Istituzioni globali a dichiarare che la crisi attuale non può avere soluzione.
[vedi anche nel vol. 2 il capitolo “Conoscenze operative legate alla alle realtà effettiva”]
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Il problema fondamentale è, come abbiamo visto, che la cultura istituzionale oggi si basa su un metodo che è in contrasto con il metodo Scientifico: per essere “scientifica”, razionale una idea deve essere verificata nella realtà, mentre attualmente nella modalità di pensiero istituzionale (Ideo-logia) tutto dipende da una Idea pre-concettuale, stabilita “a tavolino” (che non deriva dalla osservazione della realtà), la cui validità non è stata mai dimostrata nei fatti.
[si veda più avanti il cap. “Gli errori di fondo del metodo moderno”]
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Nel capitolo che segue vediamo come
(3)
il problema è acuito dal fatto che la Cultura delle “opposizioni” si basa sulle stesse fondamenta della cultura ideologica istituzionale (e paradossalmente contribuisce al peggioramento della situazione).
Un ulteriore problema: anche la Cultura “alternativa” attuale non è in grado di risolvere il problema
È importante comprendere che in realtà il problema non riguarda solo strumenti e metodi “istituzionali” (della Cultura mainstream), ma riguarda anche gran parte della Cultura critica nei confronti del “Sistema” (opposizioni, Dissidenti, ecc …) poiché questa è in realtà fondata sugli stessi concetti della Cultura istituzionale. [vedi anche nel vol. 2 il capitolo “Quali sono dunque i veri responsabili della crisi dell’Occidente? Il difetto d’origine dell’Ideologia sociale”]
Il problema è che oggi i Dissidenti – quelli che hanno capito dal anni che l’attuale sistema di organizzazione del società (e del Mercato) non fanno che diminuire il livello del benessere (tanto da essere arrivati ad un punto di non ritorno) – si basano nelle loro considerazioni sulla stessa cultura dell’Establishment, del mainstream.
A causa di ciò le loro analisi del problema, e le loro ipotesi di soluzione sono inconsistenti: le loro analisi non centrano minimamente il problema, e le soluzioni da essi proposte (molto raramente) sono inevitabilmente destinate a fallire.
.
In sostanza
tanto chi opera in favore delle istituzioni, quanto i critici delle Istituzioni fondano le loro considerazioni sugli stessi principi di base della Ideologia socialista.
L’ideologia che è appunto alla base della Democrazia “sociale” europea attualmente in auge.
In altre parole
il problema è che oggi tanto gli “istituzionalizzati” quanto i critici del sistema pensano che il Sistema sociale in cui si vive oggi sia l’unico possibile.
Ed anche i “dissidenti” non sono quindi in grado di ragionare “fuori dagli schemi” preconfezionati, in una condizione nella quale essi potrebbero notare che la Società occidentale è in crisi proprio perché ha adottato l’attuale modello di sistema sociale (si parla semplicemente della perdita della forma mentis tradizionale, che permetteva di ragionare su ciò che è bene per l’Uomo).
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Ciò avviene per il fatto che la nuova Cultura che è alla base della “pensiero istituzionale” è divenuta un monopolio (eliminando la memoria della vita tradizionale), e per tale motivo per chi è cresciuto nella attuale società moderna, ed è abituato a vivere ascoltando il mainstream media, per quanto sia in una posizione critica nei confronti del “Sistema”, diviene quasi impossibile ragionare fuori dagli schemi.
Il fatto che si è tutti cresciuti in una dimensione culturale impoverita rispetto a quella del passato (il Cancel culture è attivo dalla metà del ‘900), e si è perduta la memoria dell’esistenza delle modalità di organizzazione della società del passato. <vedi il capitolo “Il difetto nel manico del pensiero di gran parte degli attuali Conservatori” nel mio articolo “La necessità di recuperare la cultura che un tempo permetteva all’uomo di gestire in modo efficace la società.”>
[vedi nel vol. 2 il già citato cap. “Il ruolo del “Cancel culture” nella crisi della Società moderna”]
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Questa dimensione culturale rende appunto tanto i Governanti quanto gli “Oppositori” incapaci di individuare qualsiasi soluzione alla crisi della Società occidentale. Ovvero
se non si esce dagli “schemi” culturali attuali, è inevitabile che si arrivi ad un collasso del sistema sociale occidentale attuale.
La questione fondamentale: la necessità di avere una società che sviluppa un reale benessere
Il problema di base è la mancanza di un reale benessere
Ma in cosa consiste quindi il problema della nostra Società a livello strutturale?
Abbiamo detto che sostanzialmente il problema attuale della Società moderna è l’incapacità di realizzare il suo Fine: la creazione di benessere.
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In altre parole è necessario non farsi fuorviare dai criteri di valutazione proposti oggi per valutare il funzionamento di una Società (di un Governo), ma considerare che sostanzialmente
LA SOCIETÀ FUNZIONA SE I SUOI ABITANTI
STANNO EFFETTIVAMENTE BENE,
SIA DAL PUNTO DI VISTA FISICO CHE DA QUELLO MORALE.
[vedi in precedenza il capitolo “come è possibile sviluppare una analisi che possa portare ad un chiarimento di quali siano le cause prime degli attuali problemi della nostra società?”]
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Il fatto è che oggi vi è una quasi totale inconsapevolezza di ciò: anche le “Opposizioni” (i “Dissidenti”) si perdono dietro alla analisi di fattori superficiali.
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È quindi necessario focalizzare l’attenzione sul problema del Benessere in sé, comprendere che esso non dipende da complicati fattori “tecnici”: è necessario andare più a fondo nell’analisi del problema.
Sappiamo infatti che per poter arrivare alla soluzione di un problema è necessario avere una profonda consapevolezza di esso (come sappiamo che non è possibile guarire una persona da una malattia grave avendo solo una vaga consapevolezza di essa).
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Nelle prossime pagine si affronta la questione della necessità di analizzare il problema della crisi della nostra società partendo dagli aspetti più significativi, più sostanziali. Che sono aspetti legati al “fattore umano” che non può essere ridotto a criteri numerici.
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In tale analisi dobbiamo cioè considerare – partendo dalla base del problema – che
la Società dell’Uomo è stata inventata dall’Essere umano
(nel Neolitico)
per soddisfare alcuni suoi bisogni fondamentali
che nelle suo modalità di vita precedenti – da nomade – esso non poteva soddisfare.
Sostanzialmente si trattava della forte necessità di soddisfare alcuni bisogni primari ancora insoddisfatti dalla vita dell’era precedente (come si sul dire, in tale condizione l’Uomo “ha aguzzato il suo ingegno”, cosa che gli ha permesso di costruire una società in grado di creare una forma di benessere più soddisfacente).
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Si noti come oggi si sia in una condizione simile a quella precedente alla creazione del Villaggio stanziale:
si vive in una società che non è più in grado di soddisfare i bisogni primari (tra le altre cose, la gente muore letteralmente per problemi di salute e legati alla povertà) rende necessario effettuare un salto nello sviluppo della qualità della vita
(nello sviluppo del sistema di organizzazione della società).
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Si tratta quindi di
percorrere una seconda volta
l’iter sviluppato dall’Uomo con la Rivoluzione neolitica
per creare una società che sia nuovamente in grado
di soddisfare tali bisogni primari
E questo percorso, appunto, non può essere definito “a tavolino” (come è stato fatto per l’attuale società moderna), ma deve essere sviluppato con un percorso esperienziale (come è stato fatto nella Rivoluzione neolitica), che tenga conto della realtà effettiva. E la realtà effettiva sono i casi che esistono, o sono esistiti realmente.
Si tratta quindi di analizzare attentamente come abbia funzionato – e come funzioni tutt’ora – la Società tradizionale fondata nel Neolitico per comprendere “cosa abbia funzionato” in essa.
Alla ricerca dei fattori che sono alla base della qualità della vita oggi perduta
Più in generale, alla ricerca dei fattori che hanno permesso alla Società tradizionale di produrre benessere, possiamo rilevare che
la qualità della vita della quale gli uomini del Neolitico erano alla ricerca
È PROPRIO QUELLA “ABBONDANZA”
DELLA QUALE MACRON NEL 2022 HA DEFINITO COME PERDUTA.
Una abbondanza di ordine materiale e morale (psicologica).
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Si tratta quindi di
porre il focus dell’analisi
sui fattori che permettevano
di avere tale abbondanza nella Società tradizionale,
per comprenderne meglio i dettagli.
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In questa analisi è quindi necessario rispondere alla domanda:
Perchè l’Essere umano si è dato da fare per creare un sistema che garantisse abbondanza (materiale e psicologica)?
Per comprendere ciò è importante confrontare il tipo di vita precedente al Neolitico con la vita della nuova invenzione di allora: la comunità sociale del Villaggio.
Ovvero il punto chiave è
in cosa consistono veramente
tanto la “ricchezza” materiale (abbondanza)
quanto quella morale?
Solo rispondendo a questa domanda è possibile affrontare il problema della “fine del benessere” nella società occidentale attuale in modo da poter arrivare ad una soluzione.
Il problema che impedisce di trovare una soluzione: la visione riduzionistica della realtà
Uno dei fattori che impediscono di trovare una soluzione alla attuale crisi è il fatto che la cultura attuale (non solo il mainstream, ma anche i “dissidenti”) considera la crisi come un problema di ambito economico.
<see my article “Wake up call: in do become aware of the reason for the continuous failures, and do start again in the correct way!”>
<see my article “Towards a Democracy Reboot (synopsis)”>
Si tratta quindi di andare oltre a tale definizione la quale deriva, come detto, da un impoverimento della Cultura tradizionale a causa del quale si ottengono risposte “semplificate” nelle quali si considera solo l’aspetto superficiale di ciò che sta accadendo.
Tale semplificazione è il risultato della nuova dimensione riduzionistica scelta dalla stesse Scienza moderna, la quale sostiene che sia necessario operare su modelli semplificati della realtà (perdendo in questo modo un quadro completo del problema analizzato). <vedi il capitolo “The question of scientific reductionism” nel mio articolo “The misunderstanding on ecology (we need disruptive innovation in ecology)”>
[si veda nel vol 2 “Un breve excursus sul riduzionismo della Cultura moderna”]
Il circolo vizioso generato dalla “via economica” alla gestione della società
Ovvero
il problema economico che affligge la Società occidentale
è in realtà un effetto di una causa più profonda,
e per risolvere tale problema è necessario operare su tale causa.
Il problema è cioè che le questioni economiche sono una “sovrastruttura” rispetto al fondamento della società. Ad esempio
la povertà non è altro che il prodotto della visione della società come di un qualcosa basato su regole economiche.
Continuando ad operare con tale visione, non riuscendo a centrare l’essenza del problema, paradossalmente accade che cercando di ridurre il livello di povertà, si arrivi sempre e comunque a creare maggior povertà.
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Il fatto è, appunto, che il problema della povertà crescente nella Società occidentale – di fronte al quale gli esperti non riescono a trovare una soluzione – deriva, paradossalmente, proprio dai piani del governi per combattere la povertà.
In termini semplici, uno dei problemi di fondo è che considerando l’Economia essere il fondamento del funzionamento della Società, si opera per risolvere i problemi spendendo sempre più soldi, il che significa aumentare le tasse, ossia, appunto, diminuire la capacità di acquisto dei Cittadini (in altre parole significa creare povertà).
Ed il problema si accresce quando i governanti ricorrono alla “furbata” di stampare nuovo denaro, cosa che porta al tracollo della Società (cosa evidente dal 2020 negli USA di Biden).
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Per risolvere il problema della crisi economica della Democrazia europea
non è quindi possibile utilizzare i suoi metodi e strumenti istituzionali
(poiché sono proprio tali metodi e strumenti che hanno creato il problemi).
Ma è necessario uscire dalla trappola della gabbia mentale creata dalla cultura occidentale attuale che vede l’economia come il fondamento dei meccanismi della società.
Ossia per riuscire a sviluppare nuovamente una società in grado di soddisfare i reali bisogni delle persone è necessario fare un salto di qualità nel modo di ragionare. Un salto che consiste in primo luogo nel riuscire a comprendere quali siano stati i fattori che hanno permesso all’essere umano di creare un reale benessere, e quindi ad applicarli in modo consono ai tempi attuali.
Come vedremo, si tratta sostanzialmente di
ripristinare quei fondamenti della Società umana che sono effettivamente funzionali alla natura dell’Essere umano,
e che hanno permesso all’Uomo per millenni di soddisfare in modo appropriato i suoi bisogni.
<vedi in mio articolo“Equivoco a proposito della riforma del Welfare: la riduzione dei bisogni sociali al piano economico”>
<vedi capitolo “Recuperare la dimensione di Economia reale” nell’articolo “Manifesto della politica dei cittadini”>
Come la pianificazione economica della società paradossalmente sviluppa povertà
Significativo è il fatto che nella Società occidentale la povertà sia aumentata da quando si è iniziato a sviluppare il progetto ideologico “lotta alla povertà” attraverso il rafforzamento del Welfare centralizzato (prima ad opera di Roosevelt e del neo-marxista Keynes con il New Deal, e poi di Lyndon Johnson, che nel 1964 ha promulgato una legge definita appunto “Guerra alla povertà”).
Ciò è accaduto, appunto, per il fatto che tale “guerra” era sviluppata su un piano puramente economico: in base ad essa si interveniva sovvenzionando forme di “ingegneria sociale” (tipiche dell’ideologia socialista) le quali
non tengono conto delle le regole dell’esistenza umana
(ossia non tengono conto di ciò che regola, a livello psicologico,
le interrelazioni dell’uomo con l’ambiente naturale e con le altre persone: inclinazioni, attitudini, ecc …).
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Ovvero in tali strategie non si è tenuto conto di un paio di fattori fondamentali:
● sono gli individui a produrre la “ricchezza” di una nazione (imprenditori, consumatori, ecc …) e che quindi la povertà si basa su un fattore umano prima che su un fattore economico.
● il fatto di sviluppare strategie basate sull’impiego di denaro per “ri-distribuire” soldi alla popolazione in realtà porta a
– togliere agli Imprenditori risorse necessarie a creare posti di lavoro (e quindi ricchezza per le persone).
– ad aumentare le tasse per tutta la popolazione (altro fattore che porta allo sviluppo di povertà).
– a stampare nuovo denaro, cosa che, come ha dimostrato l’Amministrazione Biden nel 2022, diviene il colpo di grazia per l’economia della società.
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Un altro fatto su cui è necessario riflettere è quello del fallimento delle strategie di “pianificazione economica” sviluppata da Stalin e Mao, le quali hanno creato decine di milioni di morti (per povertà).
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[si veda l’approfondimento della questione dell’utilizzo di una Scienza economica che non è più a misura d’uomo nel cap. del vol. 2 “Verso una nuova economia 2.0”]
IL BENESSERE MODERNO E QUELLO TRADIZIONALE:
PERCHÈ IL SISTEMA DI VITA OCCIDENTALE MODERNO È DESTINATO AL FALLIMENTO
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Nella nostra analisi sul rapporto tra i vari tipi di società ed il benessere si paragonano due tipi di società che hanno sviluppato tipi di benessere sostanzialmente differenti.
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Vediamo quali siano le qualità di questi due tipi di benessere (e perché solo uno dei due abbia funzionato).
LA NECESSITÀ DI INDIVIDUARE I CRITERI PER LO SVILUPPO DEL BENESSERE: IL RECUPERO DEL “FATTORE UMANO”
Come si è detto, per risolvere un problema è necessario comprendere quali sono le cause profonde di esso.
Nello specifico di questo testo, il problema essenziale della Società occidentale che si riscontra oggi è la fine dell’”Era del benessere” (dichiarata da Macron nel 2022). Quindi, se si vuole risolvere della crisi della Società occidentale, è necessario comprendere a fondo cosa è il benessere per la realizzazione del quale l’Essere umano ha inventato la Società.
Il punto fondamentale è che
il benessere deve essere la questione su cui si pone l’attenzione per definire una soluzione della crisi della Società occidentale
.
Ovvero è necessario smettere di cercare di risolvere l’attuale crisi rimanendo nel contesto specifico della “Cultura moderna”: si tratta cioè
non più di cercare di risolvere la crisi
attraverso soluzioni basate su strategie economiche,
ma al contrario si tratta di risolvere problemi
– anche i problemi di tipo economico
come quello della povertà –
operando ad un livello più profondo di quello economico:
A LIVELLO DEL FATTORE UMANO DELLA SOCIETÀ
.
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Questa parte del testo è appunto dedicata ad analizzare a fondo la questione del benessere.
Cosa è quindi il benessere? (i criteri per la valutazione del benessere)
Le domande che ci si deve porre sono:
Cosa è il benessere materiale e morale di una popolazione?
Nei casi della Storia in cui la Società ha funzionato (producendo benessere) quali sono stati i fattori alla base di tale successo ?
I criteri corretti per valutare se una società ha prodotto un reale benessere
Riassumendo quindi
(1)
per valutare il funzionamento di una società è necessario valutare il benessere che tale società è in grado di sviluppare
Un benessere reale per le persone che fornisca
– le massime soddisfazioni rispetto alle risorse disponibili, e che
– permanga nel lungo periodo.
(2)
L’esistenza di un reale benessere deve essere
CONFERMATA DA FATTI CONCRETI
(da fonti storiche attendibili o
da testimonianze dirette – le uniche fonti sicuramente affidabili).
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In sintesi, per sviluppare una corretta analisi delle società create dall’Essere umano in base al benessere da esse sviluppato è necessario:
1)approfondire il significato di ciò che oggi chiamiamo benessere: un passo necessario per poter fare una corretta valutazione dei vari casi.
2)scoprire quale è la tipologia di società in grado di produrre reale benessere: si tratta di scoprire cosa l’essere umano abbia fatto per creare tale società.
E successivamente si potrà
3)trovare il modo per recuperare tale condizione.
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Come detto, quella qui esposta è la strada allo sviluppo di una soluzione al malessere che sta pervadendo la Società occidentale che si basa su un approccio scientifico (basato sui fatti).
Ovvero una strada a quella seguita attualmente tanto dagli “esperti” istituzionali, quanto dai “contestatori” dei governanti, che è quella di immaginare soluzioni nuove per l’organizzazione della la Società senza riferirsi da esempi già realizzati (e funzionanti).
I due diversi tipi di benessere della Storia dell’Uomo
Cosa è quindi il vero benessere?
Ovvero cosa è ciò di cui l’essere umano ha realmente bisogno per vivere?
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In sostanza se osserviamo lo sviluppo del benessere nella Storia dell’Uomo comprendiamo come vi siano due differenti tipologie di benessere (legate a due differenti tipologie di organizzazione della società):
● il benessere delle comunità sociali tradizionali, quello inizialmente sviluppato nel Villaggio del Neolitico che ancora oggi possiamo vedere in milioni di piccole cittadine come alcune Town USA.
● il benessere della Società moderna che secondo alcuni è stato superiore al benessere precedente, e che è legato al sistema di government centrale oggi in crisi (questa modalità di government nell’antichità era limitata ai grandi centri urbani, e ora è stata estesa agli interi territori nazionali)
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Da una analisi dei due tipi di benessere emerge come vi sia
● una qualità di benessere che dura nel tempo, garantendo costantemente una abbondanza dal punto di vista materiale e morale. Tale qualità di benessere, “inventata” nel Neolitico, funziona ancora in molte parti del mondo dopo di 10.000 anni.
● ed una altra qualità di benessere nella storia è sempre e comunque terminata con il collasso della società che lo produceva (sebbene in questo conteso si possa aver goduto di alcune qualità di benessere non presenti nelle società del Villaggio tradizionale,
Ricordiamo che il fatto che la prima tipologia di benessere duri ancora oggi dopo migliaia di anni, mentre la seconda, dopo pochi anni di “boom”, si sia sempre esaurita con un collasso della società è desumibile dalla analisi della Storia dell’Uomo (l’argomento è sviluppato in precedenza).
<vedi il mio articolo ‘From frivolity to sustainability’ >
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Entrambe le qualità di benessere hanno pregi e difetti: ognuno può preferire
– la seconda modalità “meglio un giorno da leoni che cento anni da pecora” (un benessere caratterizzato da una abbondanza di qualità non essenziali, che, a quanto sembra, sono decisamente gratificanti per molte persone – ma che presto si trasforma in malessere); o
– la prima modalità, quella del benessere “tradizionale”, tipica delle società basate su un Ordine tradizionale nel quale si è potuto avere una abbondanza di qualità di benessere fondamentali che continua ad esistere tutt’oggi dopo migliaia di anni.
Non a caso il detto “meglio un giorno da leoni che cento anni da pecora” viene da uno degli inventori della attuale modernità dello Stato centrale, Mussolini, che è stato l’ispirazione per il presidente USA (F.D. Roosevelt) e del suo teorico, Keynes, quando hanno creato l’attuale Democrazia dello “Stato sociale”.
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Ciò che si vuole comprendere, al di la delle preferenze personali, è
quale sia il benessere che
permette all’essere umano
di vivere una vita di soddisfazioni fisiologiche
dal punto di vita materiale e morale
(senza chi vi siano conseguenze negative
che portano ad un dimensione di malessere)
.
In altre parole
vi sono forme di benessere “non fisiologico”
le quali rappresentano una deviazione
rispetto ad una conduzione fisiologica della vita umana,
le quali sono di fatto “eccessi” che con il tempo portano ad una degenerazione della condizione di corpo e psiche dell’uomo, e quindi della qualità della sua vita.
Ricordiamo che una Società di per sé non esiste, ma essa è l’insieme delle persone che vivono in essa.
E quindi che sostanzialmente l’individuo è il primo responsabile del suo benessere, ovvero che la qualità di una società è determinata dalla qualità delle persone che la compongono [si veda più avanti il capitolo “Cosa è una Società?”]
Come vedremo, il problema che si ha nelle società che sviluppano un benessere “non fisiologico” – il quale pur essendo molto attraente sviluppa però effetti collaterali negativi – è che in tale contesto l’essere umano non è più in grado di dare il meglio di sé: di sviluppare al meglio le sue potenzialità e di fare le scelte giuste per sviluppare una vita piacevole. [si veda più avanti il capitolo “I fattori della crisi dal punto di vista operativo”]
La conseguenza di ciò è che in tale condizione vi è una generale degenerazione dell’intera società la quale perde la sua capacità di sviluppare il suo funzionamento spontaneo, e con il tempo si arriva ad un collasso della società – come accade oggi in Occidente, dove a nome dei più importanti Governi Macron ha affermato che è finita “l’Era dell’abbondanza”.
IL FALLIMENTO DELLA TIPOLOGIA DI BENESSERE OCCIDENTALE
(NONOSTANTE ESSO FOSSE STATO SALUTATO COME IL VERO PROGRESSO DELL’UMANITÀ)
In questo capitolo vediamo un po’ meglio
come il benessere (prosperità) attribuito nel ‘900 alla Società occidentale abbia portato alle attuali disastrose conseguenze negative.
Non si afferma qui che il problema sia la Società occidentale in sé: ma si indaga su un difetto di fabbrica della modernità che ha portato allo sviluppo di problemi sempre più gravi.
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E vediamo anche come sia potuto accadere che invece
il “benessere di un tempo” si sia mantenuto costante per millenni
.
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Ripetiamo che nella nostra analisi si parte dal concetto che la prosperità della Società moderna sia oggi arrivata alla fase finale: non si tratta di una opinione, ma
– di dati oggi a disposizione ci mostrano inequivocabilmente come negli ultimi decenni le cose sono andate sempre peggio, e la vita è divenuta materialmente insostenibile per la maggio parte della popolazione. E quindi
– della dichiarazione di Macron che ha affermato che è necessario arrendersi all’evidenza della “fine dell’abbondanza” (del benessere moderno).
La necessità di una testimonianza per avere una corretta valutazione del benessere
Per arrivare a comprende come sia possibile creare nuovamente una società in grado di produrre benessere è quindi necessario:
(1)
individuare un modello di benessere
che sia in grado di soddisfare i reali bisogni delle persone
(di renderle soddisfatte dal punto di vita materiale e morale); e di
(2)
sviluppare benessere in una modalità sostenibile,
ossia in un modo che il benessere non si trasformi in malessere.
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In questa ricerca si ritiene necessario basarsi sulle testimonianze delle popolazioni che hanno vissuto il benessere in questione. Ciò per il fatto che è necessario sapere cosa pensa veramente la gente della qualità del benessere vissuto, per non ricadere nella trappola del pensare in modo ideologico, nella quale si perviene a conclusioni in base a elucubrazioni mentali (ad analisi a tavolino che non prendono in considerazione la realtà effettiva che si vorrebbe analizzare).
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Più nello specifico il fatto che in una società vi sia stato un reale benessere,
1. va stabilito con testimonianze delle popolazioni, e non da studi statistici: se le persone prese in esame sostengono che la qualità della vita è elevata per definizione esse hanno ragione, punto.
Ma – poiché in un lungo periodo il benessere può variare di molto – è anche necessario accertarsi che
2. le persone che testimoniano a proposito della qualità della loro vita lo facciano nelle situazioni nelle quali si registra il minimo livello di benessere (ciò appunto per il fatto che vi sono società nelle quali alle condizioni di benessere sono succedute condizioni di profondo malessere: si parla, ad esempio, di situazioni come l’attuale livello di povertà – difficoltà a mantenere una abitazione confortevole, e a procurarsi il cibo – o la difficoltà a difendersi da varie forme di violenza sempre più diffuse).
Solo a quel punto infatti le persone sono in grado di dire se esse:
– ritengano che “ne sia valsa la pena”, che nonostante il malessere sopraggiunto esse siano appagate da quanto ricevuto in precedenza.
–ritengano invece che il malessere sopraggiunto renda effettivamente la vita impossibile.
[vedi più avanti il cap. “testimonianza”]
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Nel cercare di comprendere cosa pensi effettivamente la gente a proposito del malessere che attualmente investe la Società occidentale, è necessario tener conto che oggi si vive in una “bolla mentale” prodotta da una cultura “ridotta”, nella quale vi è stata “una purga” di elementi fondamentali che riduce notevolmente la capacità di ragionare.
E quindi che la maggior parte della gente non ha idea che, come ha affermato Macron, si tratta di una crisi “definitiva”.
Bisogna cioè considerare che, nonostante tutto, molte persone pensano ancora che i problemi si risolveranno presto, anche se non vi è nessun elemento, né da parte delle Istituzioni né da parte dei “dissidenti”, che lo faccia pensare.
Tali persone sono appunto incapaci di prendere in considerazione non soltanto della presa di posizione del gruppo dei Governanti delle Nazioni più importanti (le cui conclusioni sono state espresse da Macron con la frase «Stiamo vivendo la fine di quella che poteva sembrare un’era di abbondanza »), o di Obama, quando ha dichiarato nel 2016 a proposito della possibilità di uscire dalla crisi economia tutt’ora in corso “non esiste una risposta .. Quale bacchetta magica avete?”.
Ma sono anche incapaci di vedere che nonostante gli sforzi compiuti dai migliori esperti globali per risolvere la crisi economica mondiale che dura dal 2008 le cose continuano a peggiorare.
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Il problema più grave è però che la maggior parte della gente non sa neanche che esistono modelli alternativi alla Società del benessere moderno che funzionano effettivamente.
Ovvero per essere sicuri che chi giudica in modo positivo le qualità della Società attuale, sappia che esistono delle alternative ad essa tutt’ora praticate nel mondo.
IL SIGNIFICATO PIÙ PROFONDO DI BENESSERE
Nella ricerca del dove e come la nostra Società abbia fallito, e quindi dell’arrivare a comprendere come sia possibile ristabilire il benessere nel nostro sistema sociale, è in necessario, a monte di tutto, spingersi a comprendere più a fondo cosa sia veramente il benessere.
La necessità di comprendere quale è il “reale benessere”
Vediamo quindi più nello specifico quali sono state le caratteristiche della vita dei due modelli di società, quello dell’ordine tradizionale tipico del Villaggio (che non si basa su un reale governo, poiché in esso gli abitanti della Comunità si auto-governavano) e quello del government centralizzato nel quale i Governanti dicono alle popolazioni cosa si deve o non si deve fare.
Riassumendo quando detto in precedenza, un benessere effettivo deve avere le seguenti qualità generali:
● soddisfare effettivamente i bisogni materiali e morali (psicologici) delle persone.
● durare nel tempo e non produce effetti collaterali negativi . (sostenibilità del benessere)
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Vediamo più nello specifico quali siano le caratteristiche di un reale benessere.
● un benessere che soddisfi effettivamente i bisogni materiali e morali delle persone
Ovvero la soddisfazione dei bisogni deve essere effettiva, ed è quindi necessario analizzare in profondità il tipo di vita del caso osservato; ma ancor meglio è avere testimonianze delle persone.
● un benessere sostenibile: che duri nel tempo senza produrre effetti negativi
Il benessere che si limita ai brevi momenti dei “boom”, per poi causare gravi problemi di malessere a livello sociale (come caos, violenza, povertà) può essere considerato un reale benessere?
Come detto, la risposta in questo caso non è universale: vi sono ovviamente persone che prediligono i cosiddetti piaceri “effimeri”, ed altre che desiderano godere di un benessere più sostanziale e duraturo.
Ovvero in una società basata sui Diritti dell’Uomo (come dovrebbe essere una Democrazia, e come era sicuramente la Comunità sociale del Villaggio tradizionale) ognuno può decidere di vivere la forma di benessere che predilige (tutto ciò che si richiede è che piaceri di una persona non entrino in contrasto con la vita delle altre persone).
La questione della autenticità della testimonianza
Riassumendo, per comprendere quale sia il benessere auspicabile per una società è quindi è necessario
1) avere dalle persone una risposta a posteriori (che venga dopo che si sono verificati eventuali problemi “collaterali” conseguenza del benessere vissuto): solo in questo modo è possibile verificare effettivamente se tali persone considerino che sia valsa la pena di “vivere alcuni giorni di piacere, e gli altri di malessere”.
In tal caso nessuno può negare a tali persone la veridicità delle loro affermazioni.
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Ma vi è punto che va tenuto in considerazione:
2) le persone che testimoniano la preferenza per il benessere che hanno vissuto nella loro società devono essere consapevoli dell’eventualità del fatto che si sia arrivati ad un punto nel quale il benessere è definitivamente finito (si veda, appunto, il caso della Società occidentale e della constatazione che siano definitivamente finiti i tempi “dell’abbondanza”).
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Il problema della Società occidentale è che in essa le persone sono intrise dalla Cultura ideologica che non tiene conto della realtà effettiva [vedi nel vol. 2 il capitolo “La nuova visione ideologica del Mondo (che è all’origine della crisi)”]. Ed in tale condizione esse finiscono per vivere nella speranza: i Governanti hanno buon gioco ad illudere le persone che essi stanno preparando per loro un futuro migliore <vedi il capitolo “Positivistivism and negativism” nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa” (english)””>
A causa di ciò, appunto, oggi le persone non comprendono quanto sia definitiva la cessazione del benessere moderno (nonostante vi sia stata la dichiarazione di Macron, le persone vivono in una sorta di “bolla mentale” che induce in loro la patologia definita come “dissonanza cognitiva”, che consiste in una incapacità di comprendere cosa avviene nella realtà).
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In altri termine la questione della validità della testimonianza delle persone a proposito della qualità della vita della loro comunità sociale è che:
3) per potersi esprimere sulla validità della sua qualità della vita una persone deve sapere se esistono delle tipologie differenti di società che offrono una qualità della vita differente da quella che essa sta vivendo. Ovvero la questione può essere sintetizzata nel concetto:
sapendo che esistono realtà differenti,
essi consiglierebbero agli altri le loro modalità di vita?
SUSTAINABLE WELL-BEING
(THE UNSUSTAINABILITY OF MODERN WELL-BEING)
Nel procedere nell’analisi di cosa sia un reale benessere per poter quindi arrivare a paragonare il benessere vissuto oggi con quello della Società tradizionale (vissuto ancora dopo migliaia di anni in alcuni contesti locali), vediamo in sintesi quanto già detto a proposito delle qualità peculiari del benessere della società moderna:
● in Occidente, a parte qualche raro momento di benessere reale (che per alcuni aspetti potrebbe essere effettivamente giudicato come superiore a quello offerto dalla società del Villaggio tradizionale) negli ultimi due secoli è stato un continuo susseguirsi di crisi (fino ad arrivare alla attuale “fine dell’era dell’abbondanza”).
[vedi più avanti il capitolo“Quello sviluppato dall’occidente in Europa nel ‘900 è stato un reale benessere (a misura d’uomo)?”]
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● il benessere occidentale comunque è sempre stato molto differente da quello offerto dalla Comunità tradizionale: come vediamo nel capitolo successivo, esso è stato un benessere fatto si soddisfazioni superficiali – che risiedono sul piano emotivo – le quali non solo nel medio-lungo periodo non producono conseguenze costruttive per l’esistenza di una persona (un miglioramento effettivo della propria vita), ma producono conseguenze decisamente negative.
Nel prossimo capitolo vediamo cioè come gran parte del benessere moderno degli ultimi decenni sia stato cioè un benessere non fisiologico, il quale non è in sintonia con le “funzioni organiche” della persona (dal punto di vista della salute fisica e mentale). E quindi come i piaceri intensi che si ottengono nella modernità finiscano per dissolversi lasciando conseguenze profondamente negative.
Come si vede più avanti, il problema della Società occidentale è che in essa si vive come nel “Paese dei Balocchi” di Collodi, nel quale Pinocchio fugge per non crescere (per non trasformarsi da burattino in essere umano).
<si veda più avanti il capitolo “I fattori della crisi dal punto di vista operativo/Il problema del benessere effimero“>
L’insostenibilità del benessere moderno
Da sempre l’umanità ha vissuto gli “eccessi” che caratterizzano il “benessere moderno” – piaceri intensi e molto attraenti – ma essi venivano limitati alle occasioni delle rare feste popolari (come il Carnevale, che significa appunto “valgono gli eccessi della carne”), ma la gente dopo la festa ritornava alle soddisfazioni fisiologiche dettate dal “buon senso” tradizionale, poiché allora vi era nelle persone la consapevolezza del vantaggio di vivere una vita sana dal punto di vista fisico e mentale.
Oggi invece ci sono i Lucignolo divenuti adulti che convincono le persone ad andare verso la società «dove non c’erano nè libri, nè scuole, nè maestri» e «dove saremo padroni di fare il chiasso dalla mattina alla sera!»
Ciò di cui c’è bisogno è un benessere sostenibile (a misura d’Uomo)
Potremmo dire quindi che
un benessere realmente utile alle popolazioni
è una forma di effettiva soddisfazione dei bisogni materiali e morali
che non produce effetti collaterali negativi
che sfociano in gravi forme di malessere.
Il caso della Società moderna è proprio quello di una Società che da decenni sta producendo un malessere sempre più profondo.
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Ciò di cui c’è bisogno è appunto un tipo di benessere che possiamo definire benessere sostenibile.
Oggi in generale si ritiene essere importante la sostenibilità dello sviluppo della società. Ma non si tiene conto della necessità di rispettare il principio della sostenibilità quanto si tratta del benessere.
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Ovvero
per valutare la qualità di una Società è necessario comprendere
quanto sia “sostenibile” il benessere prodotto in essa.
Quindi, per comprendere quale modello di società abbia funzionato meglio, si tratta di comprendere dove il benessere sia veramente a misura d’uomo, soddisfacendo i reali bisogni delle persone (e inoltre non abbia portato conseguenze negative che producono un livello di sofferenza peggiore rispetto a quello dal quale si era partiti).
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Per tale ragione, quando si valuta la qualità della vita di una società è indispensabile analizzare come in si sia evoluta nel tempo la situazione di benessere (come si è accennato, vi sono infatti delle società che hanno prodotto costantemente, per millenni, un reale benessere; ed altre che dopo una fase di benessere – differente da quello appena citato – sono giunte ad una fase di declino e quindi ad un collasso).
Nelle prossime pagine vediamo in cosa consista il benessere sostenibile.
[un approfondimento della questione della sostenibilità del benessere (dei piaceri) è sviluppato più avanti nel capitolo “Analisi dei criteri di valutazione di una società“]
LA QUESTIONE DEI CRITERI DI VALUTAZIONE DEL BENESSERE
The wrong criteria used to assess modern well-being:
why modern well-being is unsustainable
-
Abbiamo visto che un benessere reale, pur sviluppando piaceri materiali e morali, non crea nel medio-lungo periodo effetti collaterali negativi.
-
In questo capitolo cerchiamo di comprendere come accada che il “benessere moderno” si sia trasformato in malessere.
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In base alle considerazioni precedenti vediamo in cosa consista il benessere della società moderna che degli ultimi due secoli è stato indicato spesso con il termine prosperità (ed anche di opulenza, o abbondanza). Una concezione nella quale – alla luce di quanto sta accadendo – appare esserci stato un errore di valutazione sia da parte del mainstream culturale, sia da parte delle Istituzioni governative. E anche da parte – come si è detto in precedenza – di quegli intellettuali che sono “dissidenti” rispetto alla cultura dell’establishment.
.
Vediamo quindi come
il problema di fondo sia che nell’aver valutato che il benessere della Società moderna fosse migliore di quello sviluppato in Civiltà precedenti, si siano utilizzati criteri errati.
Come detto, questa non è un supposizione, ma una constatazione: oggi, a parte il dibattito aperto sul crescente malessere della Società occidentale, vi è il fatto che che le maggiori autorità governative hanno ammesso che il benessere moderno è definitivamente finito (hanno cioè ammesso di sono essere in grado di risolvere i problemi della povertà, violenza, guerra; e quindi che è finita “l’Era del benessere moderno”).
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La domanda che ci si deve porre a questo punto, se si vuole andare a comprendere il problema che sta alla base del malessere che affligge la Società occidentale è
in che cosa consista quel’”abbondanza” citata da Macron (secondo altri “la prosperità”) che si sarebbe avuta nell’ultimo secolo.
Ovvero si è trattato di una abbondanza rispetto a che cosa? In che cosa sarebbe consistita tale prosperità?
L’errore di fondo nella valutazione del benessere moderno (l’autoreferenzialità del giudizio)
L’errore di fondo che si commette quando si valuta la qualità della vita offerta dalla Società occidentale moderna è nel:
(1)
paragonare due tipi di società
che in realtà si basano sullo stesso modello.
La Società moderna viene cioè paragonata non a quella tradizionale dell’Ordine naturale (sostanzialmente differente da quella attuale), ma ad altre società che sono comunque basate sullo stesso modello: società che si fondano comunque sulla modernità (società “civilizzate” nel senso attuale).
In essenza il paragone viene fatto tra la Società moderna del ‘900 e quella delle nascenti Metropoli industriali dell’800: in questo caso ovviamente la prima risulta essere migliore nella seconda (nella quale le condizioni di vita erano realmente terribili). Ma qui manca una comparazione con un un modello di società effettivamente “alternativo” a quello moderno (ossia, ad esempio, alla società tradizionale del Villaggio).
Come detto in altri punti, gli Ideologi che hanno prodotto l’analisi della società oggi in auge, vedevano unicamente la situazione tragica della vita nelle nuove Metropoli industriali, e non conoscevano la vita del Villaggio.
Ovvero essi non avevano la consapevolezza di come nei Villaggi vi potessero essere aspetti della vita migliori dal punto di vista materiale e morale (ed in tale condizione, non potendosi riferire ad una realtà effettivamente funzionante, tali Ideologi hanno “inventato” dal nulla un nuovo modello di società).
[vedi nel vol. 2 il capitolo “Quale è l’errore di fondo del “Pensiero d’opposizione””]
.
In altre parole oggi si commette
uno degli errori più gravi che si possono commettere
nell’ambito del Pensiero razionale:
QUELLO DELL’AUTOREFERENZIALITÀ DEL GIUDIZIO.
Ovvero oggi
(2)
quando si analizzano situazioni sociali e culturali differenti da quella della attuale modernità lo si fa in modalità autoreferenziale:
giudicando cioè le cose dal punto di vista della Cultura moderna.
Autoreferenziale [Diz. Hoepli]: “Che fa riferimento esclusivamente a se stesso, trascurando o perdendo ogni rapporto con la realtà esterna e la complessità dei problemi che la caratterizzano”.
Treccani: autoreferenza : « tale caratteristica, in quanto si presenta in enunciati che coinvolgono i concetti di verità (…) è considerata come la causa principale di antinomie, paradossi e contraddizioni. »
.
Il problema della autoreferenzialità del Pensiero moderno
Il problema della autoreferenzialità di un giudizio è, appunto, quello della persona che giudica se stessa (o una situazione nella quale è coinvolta). È chiaro che nella valutazione di se stessa – anche se essa è onesta – può finire per per assolversi poiché essa valuta la bontà delle sue azioni in base ai suoi principi.
Ovvero in tal caso i principi utilizzati per la valutazione di una azione sono gli stessi che hanno spinto la persona in quel modo, e quindi sono per tale persona i principi “giusti”.
Ad esempio, per una persona che ha creato una famiglia in base ai criteri della monogamia – che essa ha assimilato dalla cultura della propria etnia – sarà portata a pensare che avere dei figli in una situazione di poligamia sia errato.
In altre parole, chi vive in una condizione di autoreferenzialità non è in grado di andare oltre i confini delle sue convinzioni, ossia vive in una “bolla mentale” nella quale manca un rapporto con la realtà effettiva (ovvero esso non è in grado di sviluppare ragionamenti di validità scientifica).
Il problema è che in questa dimensione nella quale ci si riferisce unicamente a ciò che è nella propria mente si sviluppano azioni che entrano in conflitto con i principi della realtà effettiva.
La condizione di autoreferenzialità è appunto quella della narrazione nella quale il Barone di Munchausen si salva dall’annegamento afferrandosi per i capelli (è chiaro come applicare tale visione nella propria vita possa causare effetti fatali).
Il fatto è che dal punto di vista razionale, scientifico, un concetto per essere valido deve essere supportato da una argomentazione che si appoggi su elementi esterni ad esso. Mentre oggi la cosiddetta “scienza” si riferisce unicamente a se stessa (non si valuta se ciò che viene prodotto in base alle indicazioni di essa produca dei risultati dannosi).
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Questo è appunto il problema della forma mentis moderna – dell’Ideologia sociale moderna su cui si basa la Democrazia parlamentare europea – nella quale l’Idea conta più della realtà: tutto si basa su una narrativa.
E si producono “effetti collaterali” negativi che si accumulano nel tempo, fino al punto in cui si arriva al collasso del sistema sociale.
<si veda il capitolo “Our current scientific system is founded on a ‘theology’” nel testo ““La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”)
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Nella dimensione di autoreferenzialità della Cultura moderna (che si riferisce a se stessa nelle sue valutazioni) si ha quindi una valutazione di parte, basata sulle convinzioni preconcette legate a una Cultura peculiare rispetto alla cultura su cui si sono basati per millenni i saggi dell’Umanità (dai primi Filosofi ad Einstein).
Il problema è cioè che
la Cultura moderna ha subito una profonda trasformazione rispetto alla Cultura originaria dell’Uomo che è stata condivisa per millenni dalle varie Civiltà compare sulla Terra.
I fondamenti delle culture storiche sono gli stessi: Veda indiani (VI millennio A.C.), Filosofi greci, saggi dei Pellerossa, Celti ecc .. (si noti che questa base comune esiste anche tra popolazioni molto distanti tra loro come le antiche popolazioni del Sud America e le popolazioni Euro-asiatiche).
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La peculiarità della nostra cultura – come detto in altri punti – è infatti quella di essersi “semplificata” (Riduzionismo) in alcuni aspetti in base all’idea che in tal modo si possa avere un Sapere più facile da comprendere.
Nello specifico la Cultura moderna è stata rielaborata in base a:
– il riduzionismo scientifico. [vedi in precedenza il cap. “Il problema che impedisce di trovare una soluzione: la visione riduzionistica della realtà”]
– la “normalizzazione” avvenuta attraverso il “Cancel culture” (il cosiddetto Marxismo culturale). [vedi nel vol. 2 il cap. “Il ruolo del “Cancel culture” nella crisi della Società moderna”]
In tal modo la Cultura moderna è divenuta una “credenza” di supporto a “interessi di parte”.
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Nel prossimo capitolo si evidenzia come i tale “rivoluzione” della Cultura occidentale si sia perduto di vista il “fattore umano”.
La perdita di vista del “fattore umano”
Più nello specifico il problema della comparazione delle qualità della nostra Civiltà moderna rispetto a quelle quelle delle altre Civiltà create sulla Terra consiste nel fatto che in essa non si prendono in considerazione i fattori fondamentali della vita dell’essere umano (fattori che sono ciò che effettivamente determina la qualità della vita di una comunità sociale).
Nel caso specifico il problema è che si finisce per
valutare la società tradizionale
senza prendere il considerazione
l’essenza di una società civile:
il fattore umano.
[vedi più avanti il capitolo “L’errore di non considerare il “fattore umano”, e di forzare il funzionamento naturale delle relazioni sociali”]
Ciò accade per il fatto che oggi in Occidente di tale qualità si è cancellata la memoria: oggi la gente non è più consapevole di quali sono i piaceri che sono funzionali al funzionamento fisiologico della mente e del corpo umano
,
In questo modo
si arriva inevitabilmente a false conclusioni che portano a valutare la qualità della vita offerta dalla Civiltà occidentale come superiore
al livello di quella offerta dalle altre Civiltà.
(non si vuol dire che non vi siano aspetti molto positivi nel “progresso moderno”: il problema è con tale approccio preconcettuale si perdono di vista quelli che sono importanti aspetti negativi di tale progresso.)
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Ad esempio, quando si sostiene che si viva meglio nell’Europa nel ‘900 piuttosto che all’epoca dell’ultimo Re di Francia (poco prima della Rivoluzione francese) caso pensiamo erroneamente che le condizioni di vita dei Parigini del ‘700 fossero peggiori di quelle della Parigi del ‘900, e probabilmente abbiamo ragione. E se sosteniamo che le condizioni di vita dei Parigini del ‘900 erano migliori di quelle degli abitanti della Mosca sovietica degli stessi anni, probabilmente abbiamo nuovamente ragione.
Ma in tale valutazione
si commette l’errore di fondo di paragonare
PARAGONARE NON DUE DIVERSI MODELLI DI SOCIETÀ,
MA DUE FASI DELL’EVOLUZIONE DELLO STESSO MODELLO DI SOCIETÀ
(si tratta semplicemente di diverse fasi di evoluzione della Società occidentale moderna).
L’incapacità di comprendere l’essenza della qualità della vita di società diverse dalla nostra (la necessità di sapere “entrare nei panni di altre persone”)
Il problema del paragone errato che si ottiene quando si utilizzano criteri autoreferenziali è appunto quello di finire per
giudicare in modo errato un contesto diverso dal nostro per il fatto che non si è in grado di comprendere cosa si provi a vivere in quel contesto.
Il fatto è che per comprendere la qualità di un modo di vivere che non è il nostro è necessario riuscire a mettersi nei panni di quelle persone che vivono in quel modo.
Ad esempio: è chiaro che se giudico una persona che per sua scelta va in bici per la maggior parte del tempo dalla mia condizione di automobilista che odia muoversi senza auto (camminando, usando la bicicletta) la vita di quel “ciclista” mi sembrerà una sofferenza. Il fatto è appunto che dalla mia esperienza (dalla mia “cultura”) mancano proprio elementi che mi permettano di comprendere come sia piacevole muoversi in città in bici (probabilmente non sono andato in bici da bambino e non so come possa essere piacevole usare la bici, e come il fare esercizio quotidiano che comporta l’andare in bici sia salutare).
Allo stesso modo se valuto la vita sviluppata da Comunità umane del passato, ad esempio di un piccolo paese di provincia, priva delle “comodità moderne” come la TV, il forno a microonde, il congelatore, mi può sembrare impossibile che in tale contesto si possa avere una buona qualità della vita.
Ovviamente quelle persone, se vivono ancora in tale contesto di “Ordine naturale” (come è nelle piccole Town USA), possono vivere ancora meglio se oggi possono utilizzare alcune nuove tecnologie utilizzate in modalità che non sia quello dell’attuale super-consumismo occidentale.
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Ovvero se non si riesce ad “entrare nei panni” di chi viveva in tale contesto non si riesce a cogliere le qualità di tale tipo di vita.
Solo le persone che hanno avuto genitori o nonni che abbiano vissuto in tali condizioni possono immaginare le importanti qualità che quel tipo di vita offriva e che oggi non si trovano nella Società occidentale (queste persone, avendo sentito più volte la testimonianza di chi aveva vissuto direttamente tale tipo di vita, hanno potuto assorbire le sensazioni prodotte dal quel tipo di vita).
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Per comprendere oggi i vantaggi del vivere in una Società di tipo tradizionale – come hanno compreso il 50% delle persone che vivono nella Città degli USA, le quali affermano nei sondaggi di desiderare di trasferirsi nelle piccole Town per godere di una vita migliore – è sufficiente andare a vivere qualche giorno in uno di quei piccoli paesi di provincia nel Nord America che mantengono il modello tradizionale della vita del Villaggio (al quale modello si aggiungono alcuni elementi del progresso come TV, Internet, freezer, cellulari – innovazioni con un effetto positivo se utilizzate in modo funzionale alle caratteristiche psico-fisiche dell’Essere umano).
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Dal punto di vista della modalità organizzativa della società, l’errore di utilizzare criteri preconcettuali nel paragonare la Società moderna a quella tradizionale risiede nel fatto che in tal caso si pensa che una società non possa che essere basata:
– sul metodo di imposizione delle regole da parte di un governo centrale,
– sul tipo di vita tipicamente metropolitano.
In tal modo, ovviamente, non possono essere né rintracciati eventuali difetti della società moderna attuale. Nè possono essere comprese le qualità della società tradizionale.
Come ovviare all’incapacità di effettuare una valutazione obiettiva
Per ovviare a tale problema dell’incapacità di valutare una società secondo la sua effettive qualità della vita, è necessario
– a livello di metodo:
(1)
effettuare un confronto corretto,
il più possibile privo di preconcetti
tra due modelli di società, nel quale ci si basi non sulla concezione dell’essere umano di una delle due società, ma ci si basi su una concezione più profonda dell’Essere umano.
L‘unico modo per comprendere le qualità di una società diversa dalla nostra è appunto quello di riuscire a mettersi nei panni di una abitante di tale società. Il modo migliore per farlo è vivere un’esperienza diretta della società che vogliamo confrontare con la nostra, o almeno ascoltare testimonianze dirette di persone che abbiano vissuto a lungo tale realtà [vedi in precedenza il cap. “La questione della autenticità della testimonianza “]
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– un altro modo per riuscire a confrontare in modo obiettivo due modelli di Società è quello di
(2)
analizzare due diversi modelli di government
sviluppati su uno stesso territorio
(nei quali vivono abitanti della stessa etnia).
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I casi dove si può valutare meglio tale differenza sono quindi quei casi nei quali una stessa popolazione è stata divisa a causa di un cambiamento “politico” (guerre, rivoluzioni, ecc ..). In tali casi è è possibile valutare le differenze di risultati ottenuti da due contesti potenzialmente uguali che differiscono solo nell’applicazione di modelli di government.
Per quanto riguarda le epoche più lontane si tratta cioè, ad esempio, di paragonare in Inghilterra le condizioni di vita tradizionali (quella dei Villaggi rurali) nell‘800 e quelle che nello stesso periodo si sono create con con lo sviluppo della modernità (Rivoluzione industriale, rafforzamento dei poteri dello Stato centrale nei confronti delle popolazioni contadine) a Londra, dove le condizioni di vita erano tra le peggiori mai registrate nella Storia: le persone vivevano in una condizione di miseria e sfruttamento paragonabile alle peggiori forme di schiavitù del passato. [vedi poco più avanti il capitolo “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale”]
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Ma tale differenza è ancora più facilmente individuabile se si prendono in considerazione casi più recenti come quello delle Nazioni che dopo la Seconda Guerra mondiale sono passate sotto il potere dello Stato socialista dell’Unione Sovietica (in particolare si veda modo la differenza tra Germania occidentale (Democrazia) ed orientale (sottomessa all’URSS): in quest’ultima la popolazione, che a Berlino poteva vedere nelle TV occidentali come la vita in Occidente fosse di qualità nettamente migliore, cercava di passare il Muro pur avendo la quasi certezza di morire.
Altri casi simili sono quelli di Korea del Nord e del Sud, della Cina continentale (dittatura comunista) e di Taiwan (Democrazia).
(non ci interessa qui giudicare l’ideologia che sta alla base del sistema di government, ma ci interessano unicamente le testimonianze dei cittadini di quelle Nazioni).
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Un ulteriore paragone tra i modelli della Società tradizionale (di government spontaneo da parte dei cittadini) e della Società moderna basata su uno Stato centrale (un government imposto dall’alto) sono i casi dei due tipi comunità degli Stati uniti che si trovano sullo stesso territorio, che e sono composte dalla stessa popolazione: le piccole Town e le Metropoli.
In tale ambito possiamo desumere le differenze dei livelli della qualità della vita dai voti attribuiti nella Elezioni (la grande maggioranza è per il partito dei Conservatori, dei “tradizionalisti”) e dai sondaggi (la maggioranza degli abitanti della Città dice di preferire la vita nelle aree rurali, e si sta pian piano trasferendo in esse.
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E ancora oggi è possibile valutare la differenza tra la vita del Villaggio di ordine spontaneo ed il sistema di government impositivo dall’alto se si visita un dei sempre crescenti “eco-villaggi”, ad esempio quelli basati sulla cosiddetta “Permaculture” (su YouTube vi è un numero abbondante di video) [questi casi sono illustrati nei prossimi volumi, in particolare nel Vol. 3].
I CRITERI DI VALUTAZIONE DI UNA SOCIETÀ
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Abbiamo visto che i problemi della nostra Società derivano a monte di tutto da una mancanza di chiarezza a proposito di quali siano i criteri di valutazione delle qualità di una società. Cosa che impedisce di valutare le cause dei nostri attuali problemi; ed ovviamente impedisce anche di individuare possibili soluzioni a tali problemi.
Vediamo quindi quali siano i criteri sui quali si debba basare una valutazione delle qualità della nostra società (e quindi di individuare una possibile soluzione).
Sostanzialmente, per valutare la qualità della nostra società dobbiamo compararla ad altre forme di società per verificare se non vi siano alternative ad essa che permettano di accedere a forme di benessere superiore a quello attuale.
In questo capitolo vediamo quindi quali possono essere i criteri utilizzabili nella comparazione tra due diverse tipologie di società:
1) Libertà di iniziativa – come vediamo in più punti, una società che produce benessere è una società che rispetta in modo pieni i Diritti della persona: in primo luogo la libertà di intraprendere iniziative.
2) Effettiva qualità della vita (valutata attraverso testimonianze dirette)
3) I criteri di valutazione misurabili di una società: il livello di benessere materiale.
4) inoltre vediamo come la “questione culturale” (la qualità della Cultura e dell’educazione) influisce sulla qualità della vita di una Società.
(1) CRITERIO DI VALUTAZIONE:
LIBERTÀ DI SVILUPPO DEL PROPRIO TALENTO
La Libertà (di pensiero e di azione) è alla base del funzionamento corretto di una Società che voglia sviluppare un reale benessere per i Cittadini.
Si tratta di uno dei più importanti Diritti costituzionali (Art. 13 “La libertà personale è inviolabile”) e dei Diritti fondamentali dell’Uomo pubblicati dall’ONU.
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Ricordiamo che
.1.
LA LIBERTÀ DEGLI INDIVIDUI
È FONDAMENTALE PER LA QUALITÀ DELLA VITA DI UNA SOCIETÀ,
poiché solo quando vi è tale condizione gli individui possono dare il meglio di sé (e apportare quindi un Valore effettivo alla Società). [vedi più avanti il cap. “Il metodo tradizionale di government, nel quale le persone si comportano spontaneamente in modo funzionale al benessere comune della Comunità”]
.2.
NON SI PARLA DELLA “LIBERTÀ DI FARE CIÒ CHE SI VUOLE”,
poiché nel contesto tradizionale della società dell’Uomo i comportamenti che creano danno ad altre persone sono puniti (in “tempo reale”) dalla comunità (è, ad esempio, il sistema della Giurisprudenza anglosassone, basato le Giurie popolari).
In altre parole nei contesti in cui vige una reale Libertà dell’individuo
si è liberi di agire ma si è responsabili delle proprie azioni:
nel caso in cui un’azione violi il diritto di altri (crei dei danni alla società, morali o materiali), essa viene punita. [l’argomento è approfondito più avanti nel capitolo “Come la metafora della spiaggia descrive il funzionamento della Società occidentale moderna”]
Si tratta di un sistema nel quale appunto si lascia alle persone la libertà di sviluppare al meglio le proprie inclinazioni, ma si interviene prontamente punendo le azioni che creano un danno alla Società.
Si noti come negli USA le sentenze delle Giurie popolari divengano un riferimento a cui successivamente i Cittadini guardano per comprendere quali siano le azioni da non fare (tali sentenze hanno sostanzialmente la funzione delle Leggi emesse dal Parlamento nelle Democrazie europee) [vedi in precedenza il cap. “Come può funzionare una società basata sulla libertà? La questione della Libertà/Responsabilità”]
<si vedano nel testo “Oltre la Social-democrazia” i capitoli
– “L’equivoco sulla interpretazione del termine Libertà”
– “Le filosofie alla base del pensiero politico: la definizione di Socialismo” >
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Quella esistente nelle Società di ordine spontaneo
.3.
è sostanzialmente
UNA LIBERTÀ DI “ESSERE CHI SI VUOLE”,
poiché solo in tale dimensione la Comunità sociale può godere di un apporto ottimale delle qualità dei suoi abitanti [vedi il cap. “The change: the bottom-up dimension cannot be granted from above, but can only be built bottom-up” nel mio articolo “The need to develop a dimension of effective participation in the Government of Citizens”]
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Come tutti i Diritti, sostanzialmente
il Diritto alla Libertà è un qualcosa che permette
ad una persona di agire secondo la propria volontà,
purché essa non leda lo stesso diritto in altre persone
[vedi più avanti il cap. “Cosa è un Diritto”]
Ricordiamo che anche le gradi “dittature” dell’antichità, come l’Impero romano, avevano compreso tale concetto: esse lasciavano infatti che gli abitanti dei villaggi sottomessi fossero liberi di autogestirsi, poiché solo in tal modo tali villaggi potevano sviluppare abbondanza di denaro, ovvero pagare ingenti tasse.
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Nel prossimo capitoletto vediamo come la Società occidentale sia arrivata a creare una condizione di miseria e sfruttamento paragonabile alle peggiori forme di schiavitù del passato.
La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)
Uno degli aspetti paradossali della nostra Società è che
con la Rivoluzione industriale la modernità ha riportato una condizione di schiavitù molto simile a quella che si aveva nel lontano passato.
Nel primo secolo della Rivoluzione industriale nella parte “modernizzata” dell’Europa, le Città, le persone erano letteralmente schiave dei loro datori di lavoro, e vivevano la quasi totalità della loro vita diurna all’interno della fabbrica (15 ore per 6 giorni alla settimana in una ambiente malsano e pericoloso nel quale lavoravano anche i bambini dai 10 anni). E per il resto della giornata le famiglie vivevano ammassate come animali, spesso in un’unica stanza senza finestre. Inoltre spesso la persone morivano di stenti perché troppo anziane per lavorare (non vie era la pensione), o a causa di infortuni o malattie (non vi era una assistenza sanitaria di Stato).
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Ricordiamo le caratteristiche che in questo caso definiscono una condizione di effettiva schiavitù:
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– quella di recarsi in Città non era una scelta della popolazione, ma era una necessità indotta dalla misure prese dalle Istituzioni governative (spinte in questo dal Capitalismo industriale). Nel caso della Rivoluzione industriale si trattava di leggi come quella detta “delle recinzioni” che obbligava i contadini a trasferirsi in città per creare una “forza lavoro” in grado di far funzionare le nuove fabbriche.
La Legge creata ad hoc per questo caso era appunto quella delle Enclosure Acts con la quale venivano sequestrate le terre ai contadini (e cedute ai capitalisti della campagna).
Le “sinergie” tra Stato e Capitalismo che anno portato alla promulgazione degli Enclosure Acts sono le prime forme della attuale attività di Lobbing (tali sinergie oggi sono definite “Crony Capitalism”).
In tal modo gli operai divenivano dei veri e propri schiavi dei proprietari delle industrie (i quali divenivano infatti, come ancora oggi dicono gli intellettuali di Sinistra, il loro “padroni”).
In altre parole i nuovi schiavi non erano più catturati con dei raid militari su un territorio straniero, ma molto più sottilmente venivano creati con delle Leggi dello Stato, con le quali si costringevano le persone a consegnarsi spontaneamente ai loro “padroni” (l’alternativa era morire di fame).
,
– una volta in Città le persone non avevano alternative rispetto al lavoro offerto dai loro “padroni” : o lo accettavano o moriva di fame tutta la famiglia.
Si noti che tra le nuove strategie del Capitalismo vi è quella di creare una disponibilità sovrabbondante di richieste di lavorare poiché ciò permette alle Industrie di offrire salari più bassi (ovviamente l’effetto collaterale negativo di questa strategie è la disoccupazione dei “sovrabbondanti”, i quali finiscono per morire in miseria).
Un altro vantaggio per gli imprenditori è che la sovrabbondanza di richieste di lavorare è che grazie ad essa gli operai potevano essere trattati peggio degli animali della fattorie, poiché anche se fossero morti potevano essere immediatamente rimpiazzati
Si trattava quindi di “lavoro forzato”, una condizione peggiore di quella della servitù della gleba (che non esisteva nella campagne da dove le persone venivano) per il fatto che almeno i servi della gleba, vivendo in campagna potevano vivere coltivando la verdura ed allevando animali da cortile (ed inoltre godevano di incontaminate risorse come aria ed acqua).
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La Democrazia europea come sistema di estorsione
Questa schiavitù dei Cittadini permane fino ai giorni nostri, sotto varie forme: oggi infatti
● ogni Cittadino è costretto a versare allo Stato più del 50% dei propri guadagni,
● tale pagamento non è volontario, e quindi secondo le Leggi occidentali è una estorsione.
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Più nello specifico il problema qui è, tra le altre cose, che
– il Cittadino non sceglie di usufruire dei servizi offerti dallo Stato (non ha la libertà di utilizzare quel denaro per usufruire di altri servizi che spesso sono migliori di quelli offerti dalla Pubblica amministrazione – e spesso non utilizza i servizi per cui paga).
– il Cittadino paga per far sopravvivere un sistema di funzionari, politici, burocrati che è diventato molto costoso e altamente inefficiente.
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In sintesi,
oggi il Cittadino lavora la metà del suo tempo per lo Stato
(senza ottenere da esso nessun reale beneficio). Una condizione paragonabile a quella degli schiavi dell’antichità (che, a differenza dei Cittadini di oggi, ricevevano vitto ed alloggio dai loro padroni).
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Si noti come se il Cittadino potesse tenere per sé una parte di ciò che versa allo Stato, esso potrebbe stipulare assicurazioni private e mandare i propri figli in scuole private. [si veda nel vol. 2 il capitolo “Capacità di cooperazione nel risolvere i problemi della Comunità/mancanza di risorse”].
Interessante il caso degli Stati Uniti dove si festeggia il “(tax) freedom day”, ovvero il momento dal quale i cittadini possono effettivamente godere dei proventi del proprio lavoro (in Italia questo giorno cade appunto nel mese di Giugno: fino a quel momento i cittadini in pratica svolgono un lavoro non retribuito).
<vedi il mio articolo “La necessità di correggere il modello del ‘Tax Freedom Day”’ >
(2) CRITERIO DI VALUTAZIONE: L’EFFETTIVA QUALITÀ DELLA VITA (VALUTATA ATTRAVERSO TESTIMONIANZE DIRETTE)
Abbiamo detto che per valutare la qualità di una società è necessario avere testimonianze delle persone che hanno vissuto in tale società.
Ma abbiamo anche detto che in una società dopo momenti di benessere possono sopraggiungere momenti di forte malessere. Ed in questo caso le testimonianze delle persone rispetto al benessere offerto dalla loro società – quando esso è all’apice del suo sviluppo – potrebbero non essere significative.
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Come possono quindi essere prese in considerazione tali testimonianze?
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La questione è quindi che nel valutare quanto un modello di società sia in grado di soddisfare i reali bisogni (materiali e morali) delle persone
è necessario prendere in considerazione non solo un periodo specifico della sua evoluzione, ma un lasso di tempo più vasto che permetta di valutare la stabilità del benessere in questione.
Ovvero le testimonianze relative alla qualità della vita di una Comunità sociale sono significative solo quando esse si riferiscono ad un periodo nel quale siano comprese anche le forme di malessere che eventualmente seguano il precedente benessere: solo allora le persone possono affermare se sia valsa vivere un certo tipo di benessere.
Si noti come nel caso della nostra Società occidentale, secondo le affermazioni degli stessi Governanti, il malessere attuale sia una condizione definitiva. [vedi in precedenza il capitolo “La questione della autenticità della testimonianza”]
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Il problema è quindi sostanzialmente quello di individuare quale sia la qualità del benessere che offre una Società, poiché, come abbiamo visto, vi sono forme di benessere sostenibile (che non presentano effetti collaterali negativi significativi, e quindi possono durare nel tempo), ma anche altre forme di benessere insostenibile (le quale finiscono inevitabilmente per trasformarsi in forme di malessere).
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Per valutare la qualità di una società è quindi necessario comprendere se il benessere che essa offre è effettivamente sostenibile.
Le due differenti qualità di benessere (di piaceri)
Quali sono le differenze tra i due tipi di benessere sostenibile ed insostenibile?
Nei prossimi due capitoli analizziamo sono fondamentalmente due categorie di benessere (di piaceri) che differiscono tra esse in modo sostanziale:
● il benessere costituito da piaceri “costruttivi”, i quali influenzano in modo positivo lo sviluppo influenza sullo sviluppo di una vita (e quindi della comunità).
● il benessere costituito da piaceri effimeri e superficiali, che sebbene producano un effettivo appagamento immediato, non essendo funzionali alla “fisiologia” dell’Essere umano, producono effetti collaterali negativi per l’individuo (e di conseguenza sulla Comunità sociale).
I piaceri “costruttivi” (il benessere “fisiologico”)
Il benessere perseguito dall’Uomo per decine di migliaia di anni è stato, al di la’ degli eccessi che saltuariamente esso si permetteva, basato su un piacere fisiologico. Si trattava cioè di un tipo di piacere in sintonia con il funzionamento fisiologico del corpo (e della mente) umana.
In tale condizione di benessere l’individuo è in grado di dare il meglio di sé, di sviluppare al meglio le sue potenzialità facendo le scelte che gli permettevano di migliorare la qualità della vita senza dover successivamente imbattersi in problemi (dando in questo modo alla sua comunità sociale un apporto positivo).
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Il fatto è che il piacere, come tutte le esperienze di vita, può avere due differenti effetti:
1. rendere l’individuo maggiormente consapevole di se stesso, e quindi della sua relazione di causa effetto con la realtà che lo circonda (delle conseguenze legate alle sue azioni).
Nella saggezza antica si trovano molti riferimenti a questo approccio: sul frontespizio del tempio dell’Oracolo di Delfi è scritto il motto di Socrate «Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’universo», che indica appunto l’idea che divenire consapevoli della propria relazione con il Mondo è necessario “conoscere se stessi”.
Come vedremo poco più avanti, l’attitudine a migliorare se stesso è tipica del genere umano: laddove gli Esseri umani non siano in grado di sviluppare questa abitudine la qualità della loro vita comincia a degenerare.
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O, al contrario del caso precedente,
2. il piacere può – come si analizza nel prossimo capitolo – può portare ad una diminuzione delle capacità dell’Essere umano di percepire il mondo (ad un affievolimento della sua consapevolezza): si tratta della condizione indotta dai piaceri “di distrazione”.
Si tratta in questo caso di un benessere che, al contrario del precedente, porta l’individuo ad una disconnessione dalla realtà: qui la condizione di spensieratezza (inconsapevolezza) crea una mancanza di sintonia con la realtà che lo circonda (ambiente e persone) la quale nel medio-lungo periodo produce appunto “effetti collaterali” negativi per esso.
Uno dei problemi generati da questa condizione di inconsapevolezza è che l’individuo sente la necessità di essere guidato da altri nella sviluppo della sua vita: questo è il problema di fondo della Democrazia europea, nella quale le persone sono indotte a mettere la loro esistenza nelle mani di altri (tra le altre cose cedendo la loro Libertà, ovvero la loro Sovranità costituzionale, ai Governanti)
L’”alienazione” prodotta dai piaceri non fisiologici
Cosa è quindi, più nello specifico, quel nuovo tipo di benessere che l’Uomo ha sviluppato nell’Era moderna, in antitesi con il benessere perseguito nelle modalità di vita tradizionali (per migliaia di anni dalla Rivoluzione neolitica)?
Si tratta di un tipo di un benessere basato su quei piaceri che un tempo erano considerati essere “viziosi”:
piaceri effimeri che rappresentano una deviazione rispetto ad una conduzione fisiologica della vita umana,
i quali sono “eccessi” che con il tempo portano ad una degenerazione della condizione di corpo e psiche dell’uomo, e quindi della qualità della sua vita.
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Non si vuole demonizzare alcuna forma di piacere, essi non sono affatto qualcosa da rifuggire.
Le forme di piacere di cui si parla sono sempre state perseguite in ogni tipo di Cultura. Ma esse erano limitate ad occasioni speciali, dopo le quali si ritornava alle soddisfazioni fisiologiche dettate dal “buon senso” tradizionale, poiché un tempo vi era nelle persone la consapevolezza del vantaggio di vivere una vita sana dal punto di vista fisico e mentale.
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Un tempo, come si è detto, questi piaceri erano comunque perseguiti anche nella vita tradizionale dei Villaggi: la gente si lasciava andare volentieri a “eccessi”, ma questi erano limitati alle feste popolari, dopo le quali la gente ritornava al “buon senso” perché era consapevole dei vantaggi di una vita sana dal punto di vista fisico e mentale.
[si veda più avanti il capitolo “ La ricerca del piacere immediato (delle soddisfazioni effimere, a livello emotivo)”]
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In cosa consiste sostanzialmente la “viziosità” dei piaceri caratteristici dell’Era moderna?
Si tratta di piaceri “non fisiologici” che:
– sono in contrasto con le “funzioni organiche” dell’essere umano (dal punto di vista fisico e mentale), e quindi conducono ad una degenerazione delle sue percezioni (e di conseguenza delle sue attitudini).
L’implicazione di ciò è che
– la frequentazione di tali piaceri porta ad un distacco dalla realtà delle mente dell’individuo.
Questa “alienazione” dalla realtà effettiva degli individui, i quali in tale condizione non sono più in sintonia con la realtà che li circonda, li mette in una condizione di non percepire le cose per quelle che sono, e quindi di non saper più fare le scelte giuste:
l’assidua dedizione ai piaceri “viziosi”
mette gli individui in un condizione
di non essere più in grado
di perseguire obiettivi funzionali alla loro salute fisica e mentale
(e in contrasto con il funzionamento fisiologico dell’ambiente che li circonda).
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Si noti come la diffusione di questa condizione, come avevano già notato alcuni Psicologi a metà del secolo precedente, non venga notata dalla popolazione, poichè
l’idea di normalità è legata
al livello di diffusione di una caratteristica psichica.
Ovvero in un mondo nel quale la maggioranza della gente ha una percezione alterata della realtà, tale forma mentis viene comunque considerata “Normale”
(Fenichel, uno dei padri della Psicoanalisi rilevava, già negli anni ’40, come la percentuale di persone afflitte da patologie psichiche fosse drammaticamente aumentata nel giro di pochi decenni – e più tardi Fromm, un altro degli Psicologi che hanno fatto la storia della Psicologia moderna, ha ben descritto il fenomeno nel suo libro “I cosiddetti sani”).
<vedi il capitolo “The “imaginary” reality (and moral) of the ideologies” nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”>
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In altre parole il piacere caratteristico della vita moderna è un piacere effimero che riguarda soddisfazioni superficiali – che risiedono sul piano emotivo – le quali sono molto attraenti. Il problema è che tali soddisfazioni non solo nel medio-lungo periodo non producono conseguenze costruttive per l’esistenza di una persona (un miglioramento effettivo della sua vita), ma producono conseguenze decisamente negative.
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Nell’era moderna le persone sono confinate in una dimensione molto simile a quella del “Paese dei balocchi” descritto nel Pinocchio di Collodi. Ovvero si vive in una sorta di situazione di bagordi che porta immancabilmente alle conseguenze negative del “giorno dopo” che la saggezza popolare definisce come “fine della cuccagna” (non a caso Macron, per dichiarare la fine dell’era del benessere moderno, la definisce come “fine dell’abbondanza”, la quale abbondanza è proprio la qualità fondamentale del Paese della Cuccagna).
La questione del piacere come fine
Una delle differenze tra il benessere sostenibile ed il benessere effimero è che in quest’ultimo il piacere diviene il fine. Mentre nel primo caso il piacere rimane sempre subordinato (eccetto alcuni momenti eccezionali, come le feste) ad obiettivi di vita più importanti.
Non si tratta di una condizione accidentale: il “Sistema” (Government e Mercato) ha buon gioco nell’avere una popolazione “distratta” rispetto alla realtà effettiva. [si veda nel vol. 2 il cap. “ “I problemi fondamentali legati alla condizione interiore dell’Uomo: Disumanizzazione (alienazione)“]
Per tale ragione il Sistema sociale crea appositamente tale condizione di distrazione tramite l’educazione scolastica, cure mediche che includono un pesante uso di psicofarmaci, cure psicologiche volte a alienare le persone dalla realtà, diffusione di tecnologie “distraenti”, ecc …).
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La conseguenza di ciò è che oggi gli individui finiscono per ricercare compulsivamente una piacere che li distragga da una vita che di per sé non offre più la soddisfazione di un tempo.
Laddove tradizionalmente l’individuo cercava continuamente di dare un senso alla propria vita, oggi esso sente la necessità di vivere in una condizione di spensieratezza.
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Un esempio significativo di questa insoddisfazione di fondo della propria vita è quello del rapporto dell’individuo moderno con il lavoro: oggi si lavora tutta la settimana con stress per conseguire obiettivi effimeri come quello di andare a cena fuori nel weekend; o per comperare una automobile “di immagine” che li renda più importanti agli occhi degli altri.
Mentre nella tradizione le persone svolgevano il loro lavoro con piacere poiché esse percepivano chiaramente la costruttività del loro operare. Ovvero in quel caso il loro lavoro era finalizzato unicamente
– alla produzione del cibo che essi avrebbero mangiato (coltivazioni ed allevamento), o a migliorare direttamente la propria vita (casa, strumenti. ecc… )
– a comperare cose che potessero rendere più facile la vita dei loro figli (e potessero essere lasciate in eredità ai figli).
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E nel tempo libero, per la gente la Domenica era una occasione per ritrovarsi nella piazza del paese per socializzare (e per dedicarsi al loro sviluppo interiore, frequentando il “Tempio” – ad esempio la Chiesa).
Mentre oggi la Domenica si frequentano Templi che offrono una “evasione” dalla realtà come gli Ipermercati di periferia o Ikea.
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Questo “Sistema” volutamente alienante – ottenuto inculcando nella mente delle persone il modello di vita moderno con anni di educazione scolastica di Stato e con l’influenza dei contenuti dei canali mediatici – ha prodotto una rimozione della memoria dei piaceri “naturali” come quello del cibo naturale (oggi le persone preferiscono quello dei supermercati, di infima qualità sia a livello di gusto che di proprietà nutritive – e pieno di sostanze nocive) o di una passeggiata della natura (oggi si predilige una vacanza totalmente artificiale in un resort circondati da persone sconosciute ad una vacanza nella natura con amici).
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Una differenza fondamentale tra il piacere tradizionale e quello moderno è che nel primo ciò che conta
non è (solo) l’esperienza specifica in sé,
ma è ciò che rimane (di positivo) da quell’esperienza.
Alcune riflessioni sul confronto dei piaceri della società tradizionale e di quella moderna
Tra le tante caratteristiche del benessere tradizionale vi è la condivisione del piacere con la famiglia, o con la Comunità: oggi si stanno perdendo le feste basate su tale tipo di piacere (come il Natale).
Oggi si pende anche il legame con gli antenati: la festività dei Morti è stata sostituita dalla festa di di natura “demoniaca” di Halloween.
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Il cambiamento della coscienza dell’individuo si sta spingendo fino allo sviluppo del fenomeno del transumanesimo: l’attuale tendenza del “sistema culturale” con la quale si vuole trasformare l’Essere umano in un qualcosa di “nuovo” che si pensa essere migliore di come esso è in natura.
Ma si arriva anche al ricorso della cosiddetta “intelligenza artificiale” – termine errato poiché, come è stato dimostrato agli inizi del ‘900 da K. Godel con il “Principio di incompletezza dei sistemi formali”, l’Intelligenza artificiale non può esistere – che in realtà è solo una serie di algoritmi con i quali si pretende di prendere decisioni migliori di quelle possibili per la coscienza umana.
[vedi nel vol. 2 il cap. “Il Transumanesimo come ultima applicazione dell’Ideologia moderna”].
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Un elemento significativo che ci mostra come il piacere di vita tradizionale fosse una occasione per raggiungere un fine superiore è il momento di ringraziamento per il cibo che si stava per consumare in una pasto; laddove oggi prevale la ricerca della condizione di distrazione rispetto al pasto (durante il quale, ad esempio, si guarda la TV).
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Un’altra considerazione sulla incapacità dell’individuo moderno di essere in sintonia con la realtà: a causa di ciò oggi si è interrotto lo sviluppo del Progresso dell’Uomo: al progresso che per millenni si è basato sulle invenzioni “dal basso” – delle persone che avendo un effettivo bisogno si industriavano per creare una soluzione – si è giunti ad un falso progresso imposto dall’alto da chi ha interessi che sono in contrasto con quelli delle popolazione.
[vedi più avanti il cap. “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione – l’arresto del progresso dell’umanità.”]
In altre parole l’Essere umano nella dimensione di ricerca di piaceri non fisiologici per la sua naturale attitudine al miglioramento della propria vita, una caratteristica che lo distingue dagli altri animali.
THE RECOVERY OF TRADITIONAL WELL-BEING DOES NOT MEAN THE LOSS OF ‘MODERN COMFORT’
Come si illustra in altri punti, a differenza di ciò che può sembrare da una valutazione superficiale, nel contesto della Società di ordine tradizionale – organizzata direttamente dai suoi abitanti – non si perdono la maggior parte dei “piaceri” della modernità (comodità, piaceri effimeri, ecc..). [si veda ad esempio nel vol. 2 il cap. “L’Era del post-consumismo (consumismo 2.0): auto-sufficienza e riduzione delle aspirazioni consumistiche”]
Ma in tale contesto si ottiene un miglioramento, tra le altre cose, della qualità (e della quantità) del cibo, dell’ambiente e dei rapporti sociali [vedi in precedenza il cap. “Un miglior sviluppo di rapporti sociali”].
<alcune considerazioni operative a proposito del fatto che andare verso una società gestita direttamente dai Cittadini sono implichino una condizione di austerity sono nel mio articolo “Oltre l’austerity: un processo di miglioramento delle qualità della vita”>
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Ovvero in una società di tipo tradizionale possono anche esistere quelli che abbiamo definito come piaceri “insostenibili”.
La questione qui è che è molto probabile che questi piaceri, continuando essi a creare malessere nel lungo periodo, inducano nelle persone la consapevolezza della maggiore attrattività dei “piaceri sostenibili” offerti da quel tipo di Comunità sociale (stare in una famiglia allargata, vivere a contatto con la natura, mangiare cibi dal sapore naturale, ecc… ) e che quindi con il tempo le persone rimangano una minoranza, e quindi possano essere tollerate (fino a che esse, con le loro attitudini, non creano danni ad altri individui).
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L’incremento del “piacere sostenibile” nella dimensione della Comunità tradizionale è possibile per le seguenti caratteristiche della vita che si sviluppa in essa:
Ciò accade in diversi ambiti:
– Liberazione da oneri e tasse locali
– Liberazione dalle spese forzate dal consumismo
– Liberazione da tassazioni a livello nazionale (la Comunità come condominio)
– Minor peso del lavoro
– Maggior tempo a disposizione (il “tempo liberato”)
– altri vantaggi della Comunità di ordine tradizionale
ADVANTAGES OF A COMMUNITY OF NATURAL ORDER: FREEDOM FROM EXPENSES (AND TAXES)
■ Liberazione da oneri e tasse locali
Da questo punto di vista molti sono i casi nei quali le persone – dimostrando di non utilizzare i servizi offerti dalla Pubblica amministrazione – riescono ad ottenere importanti esenzioni (sopratutto a livello locale).
● pagamenti legati all’urbanizzazione
A livello locale possono essere fatte eccezioni dalle Istituzioni governative poiché, ad esempio, in una comunità del genere i rifiuti prodotti sono enormemente inferiori, e si può pagare solo per i pochi cassonetti esterni.
Inoltre, per il fatto che la nuova Comunità è un territorio privato essa non paga le Istituzioni per l’illuminazione degli spazi pubblici, la manutenzione e pulizia delle strade (e sgombero neve) e di aree pubbliche (come i giardini), il servizio di Polizia locale, ecc …
Per tale ragione quindi la nuova Comunità può ottenere esenzioni anche per ciò che riguarda gli oneri di urbanizzazione (che sono utilizzati per finanziare le infrastrutture – fognature, strade, illuminazione, ecc … – necessarie per servire la nuova costruzione); tali infrastrutture non sono necessarie nel caso della nuova Comunità di ordine tradizionale (le infrastrutture sono private, e con opportuni stratagemmi, come le “fosse biologiche”, la comunità può non avere sbocchi di fognature al suo esterno).
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Ma possono essere fatte eccezioni del pagamento di tasse e tariffe: anche nel caso dei
● servizi del Welfare, per il fatto che la comunità gestisce in modo autonomo i cosiddetti servizi del welfare essa può ottenere eccezioni per il pagamento di tasse e tariffe.
Un caso significativo è quello degli Amish negli USA, i quali non servendosi delle strutture del Welfare non pagano una parte delle tasse.
In Italia è probabilmente possibile fare riferimento al caso del “Welfare aziendale”, nel quale lo Stato riconosce che se una azienda fornisce servizi ai dipendenti, i soldi da essa spesi vengono detratti dalle tasse ordinarie.
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I servizi della Pubblica Amministrazione ai quali nelle nuove Comunità di Ordine tradizionale non si ricorre sono quelli degli ambiti di:
– salute: si sviluppano strategie alternative per il mantenimento della salute (medica, psicologica), come cure alternative a quelle delle Medicina istituzionale.
Tali strategie sonno sviluppate anche con network di solidarietà nei quali partecipano anche cosiddetti metodi alternativi di cura, che si occupa in gran parte della prevenzione delle malattie.
– scuola: si ricorre ad alternative rispetto alla educazione di Stato, in gran parte basandosi sulla modalità previste dalla Legge sulla Scuola parentale (grazie alla quale è possibile creare veri istituti scolastici).
– altri “servizi pubblici” sviluppati direttamente dai Cittadini sono, ad esempio: i trasporti vengono organizzati direttamente dai Cittadini, come il Pooling per chi si reca al lavoro fuori dalla Comunità, o con Social network come BlaBla Car.
Altri servizi gestiti direttamente dai Cittadini – in modalità di volontariato o di attività professionali a regime fiscale facilitato, come le Cooperative sociali – sono, ad esempio, i “servizi sociali” come assistenza ad anziani o disabili, ecc …
[si veda più avanti il cap. “Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)”]
■ Liberazione dalle spese forzate dal consumismo
La Comunità si mantiene fuori dalla trappola del consumismo poichè è – in gran parte – autosufficiente.
Più nello specifico, come si vede in modo più approfondito nel vol. 3, si tratta di entrare in una dimensione di:
– di auto-produzione per lo meno delle cose essenziali che servono per vivere a livello familiare ed a livello di comunità (sia per beni consumabili e che durevoli).
– auto-manutenzione, ossia capacità di manutenere e riparare gli strumenti che si utilizzano.
[si veda nel vol. 2 il cap. “Mancanza di capacità operative di auto-sufficienza (e di auto-produzione)”]
In tal modo si vive in una dimensione fortemente autonoma, nella quale si auto-producono energie (solare, eolica, legname rinnovabile, ecc … ) e cibo (in molti casi nei nuovi eco-villaggi anche l’acqua è procurata direttamente dalla natura – ad esempio con il recupero dell’acqua piovana).
[vedi nel vol. 2 il cap. “La qualità intrinseca alla famiglia che permetteva di avere benessere sociale: l’autonomia materiale”]
E in tale contesto con la modalità oggi definita “di prossimità” (per lavoro e approvvigionamento) gli spostamenti sono minimi.
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Inoltre nella Comunità di ordine tradizionale non vi sono costi di affitto o mutui (le case sono auto-costruite, e molti materiali sono disponibili sul posto (legname, pietre, ecc …). E altri notevoli risparmi si ottengono con strategie come quella della co-proprietà delle autovetture (che non sono utilizzate per la maggior parte del tempo, visto che gli spostamenti quotidiani verso l’esterno della comunità sono minimi, con un grande risparmio su bollo, assicurazione, benzina e manutenzione).
[vedi nel vol. 2 i cap.
– “Dalla scarsità alla abbondanza”
– “Quali sono i fattori positivi nell’abbondanza della Società tradizionale, e quelli negativi nella società moderna”
– “Indipendenza materiale da Pubblica Amministrazione/Welfare e dal Mercato“]
<vedi anche il capitolo “The essence of the new market “revolution”: the crowd-ization of the market (of social organization)” nel mio articolo “Towards a radically new model of industry 4.0”>
■ Liberazione da tassazioni a livello nazionale (la Comunità come condominio)
Poichè la nuova Comunità è sostanzialmente (legalmente) un Condominio, gli “scambi” (merci e servizi) che avvengono all’interno di essa sono per lo più come gli scambi che avvengono all’intero di un edificio condominiale: sono di fatto degli scambi non-monetari (sono cioè dei favori: “ti faccio questo servizio (o ti do qualcosa), ed in cambio tu farai qualcosa per me”). Gli scambi in tale contesto sono sostanzialmente dei “baratti”, proprio come avviene come avviene ancora nella comunità del Villaggio.
Il fatto importante è che tale modalità di scambio non può essere tracciata dallo Stato, e quindi su di essa lo Stato non è in grado di applicare tassazioni (oggi tra imposte ed IVA lo Stato si prende molto più del 50% del costo di un prodotto e di un servizio).
Per raggiungere una condizione di indipendenza dal Mercato attuale si adottano appunto strategie come quelle dell’economia circolare, economia di prossimità (produzione e commercio).
[si veda nel vol. 1 il cap. “- indipendenza dal Mercato (auto-produzione della gran parte di beni di prima necessità – il “tempo liberato”)”].
Vantaggi dell’ordine naturale: miglioramento della qualità della vita
Se nel contesto della comunità organizzata nella modalità del Villaggio tradizionale vi sono notevoli risparmi in denaro, in essa vi sono anche molti vantaggi in quanto a miglioramento della qualità della vita.
■ Maggior tempo a disposizione (il “tempo liberato”)
La modalità di vita sviluppata nella comunità di Ordine tradizionale libera le persone da gran parte di quel del “lavoro obbligato” che oggi serve per pagare i costi indotti oggi dallo Stato (sotto forma di tariffe obbligatorie, tasse, ecc…). [si veda in precedenza il cap. “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale (la povertà indotta dalla “modernità”)” – e nel vol. 2 il cap. “- indipendenza dal Mercato (auto-produzione della gran parte di beni di prima necessità – il “tempo liberato”)”]
In tale dimensione – come dimostrano i casi delle nuove “eco-comunità” – si possono ridurre in buona parte tributi e tariffe locali.
Ciò è possibile per il fatto che le nuove Comunità di ordine tradizionale si rendono indipendenti in gran parte dagli attuali Servizi pubblici (e le relative tasse e tariffe obbligatorie) e dal sistema del consumismo.
■ Minor peso del lavoro
Il lavoro in tale tipo di comunità, come detto, diviene di per sé una soddisfazione perché esso è un tipo di lavoro che è scelto in base alle proprie inclinazioni: si tratta per lo più di lavori che nella Società occidentale moderna sono considerati essere hobby: coltivare l’orto, migliorare la propria abitazione, ecc … (i lavori “moderni” in tale contesto occupano una minima parte del tempo).
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Questa concezione del lavoro porta ad un operare delle persone in modalità “costruttiva” nei confronti della loro vita (e di conseguenza della Comunità sociale). Infatti in tale contesto il lavoro è finalizzato
– alla produzione diretta del cibo che essi mangiano (coltivazioni ed allevamento), o a migliorare direttamente la propria vita (casa, strumenti. ecc… )
– a comperare – quando vi è la necessità, cosa rara – cose che possano rendere più facile la vita dei familiari (e possano essere lasciate in eredità ai figli).
● Contatto diretto della natura
L’incremento del piacere “non effimero” deriva anche dall’essere, nella condizioni di vita sviluppate nelle nuove Comunità di ordine tradizionale (immersa nel verde), a diretto contatto con la natura.
In tale condizione la Natura offre il meglio in quanto a qualità del cibo (vegetali, carni, latte, ecc …), dell’acqua, bellezza del paesaggio – qualità oggi perdute in una vita che è quasi completamente “artificiale” [vedi più avanti il cap. “Il difetto di fondo del benessere della modernità: il circolo vizioso di un benessere non a misura d’Uomo”].
Oltre alle già citate qualità del cibo, tale situazione presenta qualità che intervengono in modo positivo sulla fisiologia dell’essere umano sia a livello del funzionamento del corpo che della mente (in tale situazione tra le altre cose diminuiscono gli stress della vita moderna, come i rumori, i pericoli rappresentati dal traffico urbano. In tale condizione non solo migliorano le condizioni di salute delle persone, ma esse sono anche più propense allo sviluppo di rapporti sociali [vedi ad esempio gli studi condotti da Holli-Anne Passmore].
Tra i vari vantaggi vi è il fatto che le persone – che vivono tutte a breve distanza l’una dall’altra – si muovono a piedi o in bici (in un ambiente protetto rispetto alle auto) e sono propense ad uscire più spesso di casa.
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Ovvero nella condizione della Comunità di ordine tradizionale si ha:
● Maggiori possibilità di socializzazione
La Comunità di ordine tradizionale ripristina appunto quelle qualità della vita sociale oggi perdute (con l’individualismo e la “virtualizzazione” dei rapporti sociali).
Qualità come:
– la dimensione sociale del “Villaggio” il quale è sostanzialmente una unica “Famiglia estesa”, e induce le persone a visitare con maggior frequenza altre persone (come è oggi nei paesi di campagna, si è tutti “a due passi” l’uno dall’altro)
[vedi in precedenza il cap. “Cosa si è perduto con la “modernizzazione” della società: il nucleo fondante della famiglia”]
– la creazione da parte dei Cittadini stessi di strutture pubbliche (ricordiamo che si tratta di spazi sfruttati dagli abitanti di un “condominio”): come Circoli sportivi o di ricreazione che permettono alle persone di frequentare altre persone con le stesse preferenze.
– la conformazione del territorio – i molti spazi pubblici verdi che stimolano le persone a passare del tempo fuori di casa (mentre nel territorio urbano esse sono confinate nei condomini e passano il loro tempo a guardare la TV o a navigare su Internet), e le modalità di vita peculiari che permettono di gestire i propri orari, favoriscono gli incontri tra persone.
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Tra le altre cose, in tale dimensione aumenta il “senso della comunità”. [vedi nel vol. 2 il cap. “Individualismo (de-responsabilizzazione) > verso il recupero della capacità di vivere in una comunità”]
■ altri vantaggi della Comunità di ordine tradizionale
Nella nuova comunità di ordine naturale, che è un terreno privato chiuso (probabilmente recintato) come il terreno di un condominio, vi sono altri di vantaggi illustrati nei vari punti di questa analisi:
– maggior livello di sicurezza in quanto incolumità fisica: si regola l’accesso di estranei, e l’ordine sociale è tenuto direttamente dagli abitanti.
– maggior sicurezza per la vecchiaia (gli anziani rimangono nel contesto della famiglia allargata e non hanno necessità della pensione nella sua forma attuale: i figli ed eventualmente la comunità sono la loro pensione).
– migliori condizioni di salute: si recuperano metodologie “alternative” (opzionali), e volendo il denaro “liberato” permette di stipulare assicurazioni private.
– migliore educazione scolastica (le scuole sono “private”) [vedi nel vol. 2 il cap. “● un nuovo modello di istruzione: il recupero della scuola tradizionale”]
[si veda anche nel vol. 2 il cap. “Indipendenza materiale da Pubblica Amministrazione/Welfare e dal Mercato (verso il Welfare naturale)”]
Come vedremo nel prossimo capitolo, nonostante i vantaggi, visti in precedenza, nella Comunità di ordine naturale non si perdono la maggior parte delle cosiddette “comodità moderne”.
NELLA NUOVA COMUNITÀ NON SI PERDONO LE COMODITÀ MODERNE
(L’USO SOSTENIBILE DELLE TECNOLOGIE)
Riassumendo quanto detto sinora, la questione è quindi che sostanzialmente vi sono due tipi differenti di benessere: quello che ha caratterizzato la Società del modello tradizionale (sostenibile nel lungo periodo) e quello del modello moderno (che crea effetti collaterali negativi che con il tempo portano allo sviluppo di malessere).
Come sappiamo, il benessere materiale – quello materiale, che è determinante – è in gran parte legato alle tecnologie (alle “invenzioni”) utilizzate da una società: il problema per la Società moderna nel suo sviluppo attuale – del benessere moderno che finisce per trasformarsi in malessere – è appunto in gran parte causato dalle tecnologie.
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Per comprendere a fondo i vantaggi offerti dallo sviluppo di nuove comunità di ordine tradizionale, è necessario considerare che a fronte di tutte le migliorie viste in precedenza, non si ha – come si potrebbe pensare – una perdita delle “comodità moderne”,
Ovvero nella nuova modalità della Comunità basata sull’ordine tradizionale non si rinuncia alle comodità della vita moderna (che in questo caso sono disponibili a costi estremamente bassi) come riscaldamento, acqua calda, frigorifero, lavatrice, strumenti elettrici domestici (come trapano, .. ), ecc ….
[si veda più nello specifico l’analisi sviluppata nel cap. “Quali sono nello specifico le tecnologie sostenibili (quali sono le comodità moderne che rimangono nella nuova comunità di ordine tradizionale)” del vol. 2]
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Per comprendere come ciò sia possibile è necessario comprendere che
(1)
il problema attuale
NON È DOVUTO AD UN INSOSTENIBILITÀ IN SÉ DELLE TECNOLOGIE
attualmente utilizzate, ma
È DOVUTO ALLE MODALITÀ CON LE QUALI ESSE SONO UTILIZZATE
(e sono prodotte)
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In altre parole
(2)
oggi è possibile utilizzare gran parte delle “invenzioni” della modernità prendendo di esse la loro dimensione sostenibile.
(dimensione che nel nuovo contesto permette di ottenere comodità che non hanno nulla da invidiare rispetto alle super-comodità attuali).
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Questa possibilità che si ha di ottenere con tecnologie low-tech (di basso livello) un benessere per lo meno non inferiore a quello ottenibile con le attuali “alte tecnologie” è dovuta al fatto che nella nuova comunità i Ordine naturale vi sono delle condizioni di vita radicalmente differenti da quelle attuali per quanto riguarda i conseguimenti del piacere.
In altre parole
nella Società di ordine naturale
si hanno a portata di mano profonde soddisfazioni
(per le quali non è necessario utilizzare le attuali tecnologie
elettroniche, meccaniche o chimiche)
per quanto riguarda la socializzazione (si vive all’interno di una comunità costituita dalla famiglia estesa, e da vicini con le stesse inclinazioni ed aspirazioni), i piaceri offerti dalla Natura (si vive immersi in un paesaggio naturale, con grandi vantaggi per la psiche, la qualità di cibo, aria ed acqua, ecc …).
(sono le condizioni illustrate nel capitolo precedente)
Ed inoltre la condizione di vita della Società di ordine naturale
permette di avere maggior tempo libero a disposizione
– e maggior libertà di decidere cosa fare di esso:
il lavori che si svolgono sono scelti dagli interessati e quindi sono già sostanzialmente un modo di provare piacere (sono in gran parte l’equivalente ci ciò che oggi sono gli Hobby).
In una Comunità di ordine naturale i lavori quotidiani sono attualmente degli hobby: tenere l’orto, badare agli animali da cortile (galline, conigli, ecc …), migliorare l’abitazione, ecc …
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Si noti che nel contesto di ordine ordine naturale si possono anche sviluppare piaceri “corrotti” della vita moderna come gioco d’azzardo, prostituzione, tifo calcistico.
In tale contesto non esistono a priori divieti: qualsiasi cosa è tollerata fino a che diventa un problema per le altre persone.
Ovviamente si parla di piaceri “non fisiologici”, che non portano vantaggi alla comunità, ma al contrario possono divenire un problema per le persone. Ma in una comunità che si sviluppa in base ad un “ordine naturale” non possono esistere divieti a priori per tale genere di attività.
È vero che se tali attività superano una soglia fisiologica all’interno della comunità, allora questa entra in crisi. Del resto se si impongono limiti a priori per attività del genere si ricade nel modello impositivo di società, ovvero si impedisce alle persone di seguire un percorso di sviluppo della propria vita (di miglioramento della propria consapevolezza, delle proprie potenzialità), e quindi si ottiene un risultato peggiore: la società non è in grado di sviluppare le qualità personali degli abitanti (i talenti), e perde un contributo determinante alla sua qualità.
Il fatto è che
la Società di ordine naturale si può sviluppare
solo quanto gli abitanti conseguono una loro maturità
(la consapevolezza di cosa essi possono fare per sviluppare essi stessi benessere) attraverso un percorso di tentativi (di assecondare proprie inclinazioni) e successiva correzione del proprio errore (traendo profitto dall’esperienza negativa, ci si sforza di modificare il modo di vivere precedente).
Ovviamente le inclinazioni “non-fisiologiche” per una comunità di ordine naturale possono portare il Villaggio alla rovina. Ed in tal caso una parte degli abitanti potrà fondare una nuova comunità traendo profitto da tale esperienza (anche questo è un modo “fisiologico” di sviluppo della Società dell’Uomo).
UN USO DIFFERENTE DELLE TECNOLOGIE PUÒ PERMETTERE DI USCIRE DALLA ATTUALE CONDIZIONE DI MALESSERE
Come vediamo in modo più approfondito nel vol. 2 il problema dello sviluppo del malessere è legato alle qualità delle tecnologie adottate [in particolare questo argomento è sviluppato nel capitolo “La questione della sostenibilità delle tecnologie” del Vol 2]
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Quale è quindi il problema delle tecnologie attuali (in che modo le “tecnologie moderne” hanno prodotto l’attuale condizione di malessere nella Società occidentale?
Le caratteristiche delle tecnologie moderne generano due fattori che mettono le persone nella tipica condizione della “ruota del criceto”:
● i costi delle attuali super-tecnologie impoveriscono le persone, e le rendono schiave del sistema di sussistenza Istituzionale (Welfare) delle Istituzioni.
Cosa che rende sempre più difficile per le persone trovare all’interno delle modalità di vita occidentali la possibilità di sviluppare una vita secondo le loro potenzialità.
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● le attuali tecnologie sono create per creare un dipendenza mentale delle persone: esse – come vediamo nel prossimo capitolo – sono sviluppate per creare una condizione psicologica sempre più “artificiale”, cosa che sempre di più impedisce alle persone di usufruire dei piaceri “naturali” che si possono godere in una dimensione di vita tradizionale.
Nelle condizioni di vita moderne si arrivati ad un punto in cui le “nuove tecnologie” (chimiche, elettroniche e meccaniche) sono sostanzialmente “distraenti” rispetto ad una vita vissuta in modo fisiologico: le persone non ricevono più stimoli che permettano ad esse di mantenere attivi i loro sensi, e ciò produce appunto una dipendenza mentale come quella tipica delle droghe (tali tecnologie stimolano l’organismo a sviluppare quelle stesse sostanze chimiche prodotte dalle droghe).
Il problema è che in tale dimensione
le persone sono tenute lontane
dalla possibilità di percepire la realtà per quella che è,
e quindi fare le scelte giuste.
Si parla di tecnologie come tranquillanti (ed anche aspirina e tachipirina, le quali sono utilizzate non appena si percepiscono alle quale non si è abituati per ridurre tale percezione di segnali provenienti da parte del loro corpo). Tali sostanze impediscono anche di provare piaceri naturali: con il tempo il loro uso atrofizza la possibilità di godere di piaceri naturali.
Ma nella stessa direzione operano tecnologie come la Televisione, Internet e i “Social network” (che inducono ad uso compulsivo dei contenuti).
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Nella modernità tutto concorre a “distrarre” le persone dalla realtà effettiva (interiore e esterna) rispetto al tempo che tradizionalmente si dedicava alla socializzazione interna alla famiglia o con il vicinato (oggi si è sostituita la funzione in Chiesa, o la passeggiata domenicale con lo shopping negli ipermercati).
[vedi nel vol. 2 il cap. “Dalla disumanizzazione (alienazione) al recupero delle qualità umane degli individui”]
I problemi specifici delle tecnologie moderne
Ma quale è più nello specifico il problema delle attuali tecnologie?
Il problema è cioè che oggi
le tecnologie attuali sono per lo più “sovra-sviluppate” (sovra-prestanti) con prestazioni non sono effettivamente veramente (ma care per l’acquisto ).
Ovvero il cambiamento rispetto alle tecnologie è che la loro concezione è passata
dalla soddisfazione dei bisogni reali della popolazione,
a quella di interessi di cerchie ristrette di persone
(che sono in conflitto con quelli della popolazione)
Questi ultimi interessi sono quelli di chi detiene il potere governativo ed economico (Finanza, Industria, Governi).
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L’interesse specifico di queste cerchie di persone è quello del “successo” della loro attività, il che significa nei diversi ambiti:
● Government: avere consenso dalla massa ad ogni costo in quanto a voti nei vari livelli delle Elezioni (anche quando non si fa nulla di positivo per loro).
● Mercato: avere consenso in quanto capacità spinta all’acquisto da parte della popolazione.
Nel caso del Mercato si riscontrano alcuni problemi fondamentali:
– il profitto è il fine ultimo del Mercato attuale, e quindi è ovvio che si applichi il principio “il fine giustifica i mezzi” (ovvero si fa qualsiasi cosa per vedere).
– poiché il Mercato si “satura” (ad un certo punto tutti hanno comperato ciò che dovevano comperare), la capacità di vedere si affina poiché bisogna convincere le persone ad acquistare ciò che a loro non serve affatto.
<si veda il mio articolo “Business problems: the difference between original and current marketing” >
Qui è il salto di qualità del Mercato: oggi è in grado di operare a livello della psiche delle persone per convincerli con argomenti di vendita sempre più fantasiosi. E questo è il problema, poichè le persone sottoposte alle attuali campagne mediatiche non sono più in grado di ragionare con la propria testa, e fare le corrette scelte di vita (ovvero esse sono facilmente manipolabili: ciò vale ovviamente anche per il Government).
<vedi il mio articolo “Hypno-governance: ipnosi di massa”>
Il punto è che uno degli attuali principali argomenti di vendita è quello delle super-prestazioni fornite dalle super-tecnologie. Ci si basa cioè sulla potenza della nuove tecnologie:
sebbene le “nuove tecnologie” di fatto non offrano nulla di utile in più rispetto alla generazione precedente, esse colpiscono la fantasia del pubblico e lo motivano all’acquisto.
Si tratta sostanzialmente di un ritorno alla figura dell’imbonitore che vende un elisir dai poteri miracolosi (ciò è evidente nel caso dei medicinali).
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Il risultato finale di questa affinamento della capacità di vendere prodotti che non hanno alcun valore utile per chi acquista è appunto quello di sviluppare delle super-tecnologie le cui potenziali prestazioni catturino l’attenzione del pubblico.
[si veda nel vol. 2 il cap. “Gli errori del Mercato, e la “contro-rivoluzione industriale”]
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Uno dei problemi indotti da tale situazione è che queste super-tecnologie hanno effetti collaterali negativi sia per l’acquirente che per l’ambiente:
– come si è detto il denaro che le persone devono spendere per aderire a queste strategie del Mercato mette le mette in una condizione di povertà.
Si noti che oggi la tecnica di vendita si è perfezionata al punto in cui si inducono le persone a spendere anche quanto letteralmente non hanno soldi: si offrono rateizzazioni per l’acquisto che di per sé divengono una forte dipendenza dal “potere finanziario” [si veda più avanti il cap. “L’incoscienza moderna a livello individuale (il problema di comperare a credito)”]
– altri danni sono prodotti (oltre a quelli prodotti a livello mentale come l’alienazione mentale) alla salute degli User: significativo è il caso delle cosiddette “vaccinazioni” per il Covid che tra le altre cose sono divenute obbligatorie (e che sono state pagate dai vaccinati con le tasse).
[sulla alienazione vedi nel vol. 2 il cap. “Disumanizzazione (alienazione) > recupero delle qualità umane degli individui”]
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Ricordiamo quanto detto in precedenza, che oggi le tecnologie di basso livello dai costi irrisori di acquisto, manutenzione e consumi (ossia effettivamente sostenibili, che non creano i gravi effetti collaterali negativi della attuali hi-tech) hanno le stesse “prestazioni utili” delle sofisticatissime hi-tech).
[si veda un approfondimento nel già citato cap. “La questione della sostenibilità delle tecnologie” del Vol 2]
Per recuperare il benessere perduto è necessario ripensare la concezione delle tecnologie (le “tecnologie ripensate”)
Quindi le tecnologie moderne hanno un ruolo importante nello sviluppo del malessere che attualmente affligge la Società occidentale.
Per recuperare il benessere perduto si tratta cioè di passare dalla attuale concezione delle tecnologie alla loro concezione tradizionale (ovviamente non si tratta di abbandonare completamente le tecnologie attuali, ma si tratta di cambiare la loro filosofia di sviluppo).
Si tratta cioè di passare ad un uso sostenibile delle tecnologie, nel quale esse vengano sviluppate in una modalità fisiologiche rispetto alla natura dell’Essere umano e dell’ambiente (ovvero in una modalità che non produca effetti collaterali negativi).
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Per arrivare allo sviluppo sostenibile dell’innovazione si tratta alla base di tutto di
●
RECUPERARE LE TECNOLOGIE DI UN TEMPO
(ed ovviamente di migliorarle in base alle nuove conoscenze, ma rimanendo fedeli alla loro concezione originaria).
Ciò sta già avvenendo nelle sempre più diffuse eco-comunità (come quelle definite come “perma-culture”).
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Ma è anche possibile
●
UTILIZZARE LE VERSIONI LOW-TECH
DELLE ATTUALI SUPER-TECNOLOGIE.
Come si è detto il problema delle “nuove tecnologie” non è che esse siano di per sé insostenibili.
L’insostenibilità, ricordiamo, è tra le altre cose
– nell’incapacità di soddisfare in modo economicamente abbordabile i reali bisogni delle persone, e
– nella produzione di effetti collaterali negativi.
Vi sono infatti molte nuove tecnologie che sono potenzialmente sostenibili, ma sono attualmente sviluppate in modo insostenibile.
È quindi necessario recuperare tali tecnologie nella loro essenza e sviluppandole in modo sostenibile. Ciò, unitamente al recupero di una modalità di vita tradizionale, rende possibile sviluppare molti “piaceri moderni” senza creare gli effetti negativi che oggi hanno portato alla “fine dell’era dell’abbondanza”.
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Per raggiungere tale risultato è inoltre necessario
●
CREARE STRUMENTI EFFETTIVAMENTE SOSTENIBILI.
La sostenibilità delle tecnologie si basa, tra le altre cose, su fattori come basso costo d’acquisto e d’uso (consumi), lunga durata, facile manutenzione, ecc … . [vedi nel vol. 2 il cap. “verso una società post-industriale”]
Il problema è infatti che attualmente le “soluzioni ecologiche” non sono affatto sostenibili (nè sono realmente ecologiche).
Come vediamo nei prossimi punti, uno dei fattori di insostenibilità è l’essere queste soluzioni sono collettive (“industriali”) e non “personal”: sono cioè per “mega-applicazioni” (come è per l’eolico) e non fatte per essere utilizzati direttamente dalle persone nelle loro proprietà.
●
INSERIRE LE TECNOLOGIE
IN UN ECO-SISTEMA EFFETTIVAMENTE SOSTENIBILE
Attualmente anche quando le tecnologie sarebbero di per sé sostenibili, per il fatto che esse sono inserite in contesti strutturati per scopi non compatibili con alcun obiettivo di sostenibilità, divengono insostenibili, ovvero peggiorano la situazione invece di migliorarla.
Si veda ad esempio il problema dell’insostenibilità della automobili, il quale non sarà risolto sino a che non si svilupperà un più generale ripensamento dell’eco-sistema della mobilità.
Il problema è che oggi si continua a perseguire l’interesse di un Mercato ormai superato, con soluzioni “politiche” (che si basano sul supporto finanziario degli Stati, ossia dei contribuenti) che puntano su soluzioni super-tecnologiche come il self-driving delle auto che aumenta l’insostenibilità dell’intero sistema sociale (e, come le super-tecnologie delle “vaccinazioni” per il Covid, portano direttamente le persone alla morte).
<vedi il mio articolo “The need of an ecosystem of innovation”>
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●
PASSARE AD UNA NUOVA MODALITÀ DI VITA.
Permanendo gli attuali “stili di vita” e l’attuale organizzazione delle società, non è possibile raggiungere anche solo un minino livello di sostenibilità.
Si tratta quindi di passare ad una modalità di vita radicalmente differente da quella attuale,
– recuperando quel modo di vivere tradizionale che un tempo permetteva di godere piaceri compatibili con la natura dell’Uomo e dell’ambiente (piaceri realmente sostenibili).
– dal punto di vista della “filosofia di vita”, si tratta tra le altre cose di definire una condizione di responsabilizzazione dell’individuo rispetto all’uso delle risorse disponibili sul territorio per arrivare al tradizionale funzionamento di “ordine naturale” nel quale le persone sviluppano spontaneamente “benessere sociale” [vedi nel vol. 2 il già citato cap. “Individualismo (de-responsabilizzazione) > verso il recupero della capacità di vivere in una comunità”].
Questo è l’unico modo per riuscire a superare il problema della dimensione di spreco che sta creando la “fine dell’era dell’abbondanza” (gli attuali “progetti ecologici” paradossalmente contribuiscono ad aumentare lo spreco delle risorse).
Con un recupero delle modalità di vita tradizionale è appunto possibile recuperare il benessere oggi perduto (abbondanza) mantenendo gran parte delle comodità della vita moderna (riscaldamento, acqua calda, frigorifero, lavatrice, strumenti elettrici per uso, ecc .…). [vedi il precedente cap. “Il recupero del benessere tradizionale non significa la perdita delle ‘comodità moderne’”]
Gli utilizzi insostenibili di tecnologie che potrebbero invece avere una dimensione sostenibile
Oggi invece tutto non avviene quanto illustrato in precedenza. per cui vi è una crescente insostenibilità delle tecnologie che sta portando la Società occidentale al collasso.
Vediamo qui alcuni esempi di come oggi molte tecnologie, pur essendo di per sé sostanzialmente sostenibili, divengono sempre più insostenibili.
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● l’eolico, che è stato utilizzato da secoli in modalità sostenibile dai Coloni americani (con le eliche di legno erette nelle fattorie) è divenuto una “soluzione collettiva” (i giganteschi impianti di eliche) tanto che la loro insostenibilità sta spingendo i governi ad abbandonare tale tipo di soluzione.
Si tenga presente che le “nuove tecnologie” utilizzate in modo sostenibile permettono ad una girandola per bambini di accendere una lampadina (un impianto eolico sostenibile “da balcone” può produrre energia per una buona parte dell’illuminazione di una abitazione progettata per bassi consumi).
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● pannelli solari: oggi sono utilizzati senza un reale obiettivo di sostenibilità, ma per soddisfare i produttori (che incassano i soldi di sovvenzioni statali).
Allo stesso modo avviene per le nuove “auto elettriche”, che altro non sono che auto tradizionali “elettrificate”, e quindi sono di per sé insostenibili. In questo caso è cioè necessario ripensare il concetto di autovettura (o più in generale di mobilità).
<see LiteMotive: new future of Mobility>
Una nuova generazione dell’innovazione basata su pannelli solari si baserà su pannelli:
– auto-costruiti
– inseriti in un contesto veramente ecologico: ad esempio in abitazioni predisposte per funzionare in modalità di “solare passivo”, per il recupero delle acque, muri trombe, ecc …
Si noti che anche in condomini è possibile installare impianti eolici, pannelli solari sui balconi, tecnologie come i forni solari, sistemi di recupero delle acque, ecc .. .
● elettrodomestici i quali riprendono la loro concezione originaria per seguire una evoluzione sostenibile, che come tutte le tecnologie di nuova generazione, si basino su caratteristiche come: modularità (adattabilità a nuovi User, e a cambiamento di necessità) – assemblabilità (anche con parti usate) – manutenibilità da parte degli User – upgradabilità e robustezza per lunga durata (per generazioni) – migliori risultati qualitativi (la nuova tipologia di lavatrice lava più a fondo ma “risparmia” i tessuti) – reale risparmio di energia.
<si veda un approfondimento della “innovazione sostenibile” nel cap. “A hint to the qualities of disruptive innovation products” del mio articolo “Disruptive innovation in practice [1]: what are the criteria for evaluating disruptive innovation?”>
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Si tratta quindi di ripensare l’innovazione, ritornando a quell’uso di “nuove tecnologie” che hanno permesso all’uomo, dalla sua comparsa sulla terra sino a un paio di secoli or sono di sviluppare un reale Progresso.
Si tratta cioè di abbandonare l’attuale concezione del Progresso che definisce una modalità di sviluppo di nuove tecnologie che produce regresso (povertà, schiavitù, ecc …), e riprendere le modalità di “innovazione” mirate direttamente ad un miglioramento della qualità della vita (come è stato per le invenzioni del fuoco, della ruota, dell’imbarcazione, della vela, dell’aratro, ecc …). Ovvero si tratta di abbandonare la modalità di innovazione della “tecnica” che è sostanzialmente una innovazione fine a se stessa (o meglio finalizzata a soddisfare interessi di qualcuno, i quali sono in contrasto con gli interessi della popolazione).
[vedi più avanti il cap. “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione (il Progresso diviene regresso)”]
La nuova innovazione ripensata è appunto quella tradizionale, sviluppata per millenni dall’uomo, nella quale erano le persone che miglioravano direttamente la loro vita con le “invenzioni”.
Infatti tutti i miglioramenti della Civiltà umana sono sempre venuti dalle idee di chi aveva un problema da risolvere, ossia da una pulsione a migliorare la sua vita.
In altre parole il Progresso è sempre avvenuto “dal basso”, ossia laddove esisteva un bisogno da soddisfare (ciò vale per tutte quelle soluzioni precedenti alla modernità, dal Mulino alla barca a vela).
Negli ultimi due secoli le tecnologie rendono le cose un po’ più complesse, ma le “persone comuni” – i detentori dei bisogni da soddisfare – possono comunque sviluppare delle soluzioni servendosi del supporto degli “Esperti” (quegli stessi esperti di cui si serve il Mercato o i Governi).
<vedi il mio articolo “Innovation is intrinsically (historically) bottom-up“>
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Si vedano approfondimenti nei miei articoli:
– “The concept of innovation (introduction to the disruptive innovation)”
– “Introduction to guidelines to disruptive innovation”
– “Decalogue of rules of real (disruptive) innovation”
– il cap. “Smart solutions” nel mio documento (PDF) “Uno smart-approach per le Smart City: un nuovo percorso di innovazione della la Città”
(3) I CRITERI DI VALUTAZIONE MISURABILI (“OGGETTIVI”) DI UNA SOCIETÀ: IL LIVELLO DI BENESSERE MATERIALE
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Nei due capitoli precedenti abbiamo visto come per valutare quanto una società sia stata in grado di produrre un reale benessere vanno usati i criteri: ● livello di libertà delle persone di sviluppare il proprio talento (al fine di apportare un valore per la comunità); ● la valutazione del benessere deve essere fatta in base ad un testimonianza delle persone che hanno vissuto in tale società
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In questo capitolo vediamo come un altro criterio per la valutazione del benessere possa essere quello di valutare – sebbene a livello più superficiale – il livello della qualità della vita a livello materiale di una società.
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Una comparazione tra il modello di vita tradizionale (il Villaggio) e quello della vita moderna (dei centri urbani) rivela come il primo modello offra un reale benessere che il secondo non è in grado di offrire.
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In questa comparazione tra il benessere materiale della società tradizionale (del Villaggio di ordine naturale) e quello della “Civiltà moderna” ci si basa su considerazioni oggettive (cercando di sbarazzarsi di quei preconcetti con sui si analizzano oggi le cose) [si veda in precedenza il cap. “La necessità di comprendere quale è il “reale benessere””]
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I criteri utilizzati per valutare la qualità di benessere materiale sviluppata in una società sono:
● valutazione delle fonti di ricchezza materiale (oggi definita come reddito)
● valutazione dei servizi assistenziali disponibili (dei vari supporti forniti dallo Stato sotto forma di servizi).
Inoltre si prende in considerazione la qualità della Cultura diffusa nella società (e quindi dell’educazione) in quanto da essa dipende la qualità della vita – anche materiale – della comunità sociale
● fonti di ricchezza materiale (reddito)
Quali sono quindi le fonti di ricchezza materiale nei due tipi di società, tradizionale e moderna?
Se analizziamo la Società del villaggio tradizionale (dal 10.000 A.C. ai nostri giorni) scopriamo che in essa tutti gli abitanti erano ciò che oggi sono definiti “liberi professionisti” (o “Partite IVA”); ossia in essa non vi erano praticamente dei “salariati” (operai, impiegati, ecc …).
In altre parole nel Villaggio tradizionale tutti erano lavoratori autonomi che non dipendono da una “datore di lavoro” come è per la maggior parte dei Cittadini della Società occidentale moderna. Ovvero:
– ogni persona era responsabile della propria ricchezza materiale, e
– grazie alle sue inventiva e competenza essa era in grado di garantire una buona qualità della vita a sé ed alla propria famiglia.
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Ricordiamo che la vita nel Villaggio era basata su un “ordine naturale” che permetteva, tra le altre cose, non solo di produrre cibo in abbondanza, ma anche – grazie ad opportuni sistemi di immagazzinamento delle derrate alimentari – di superare i rari anni di carestia; di non avere gli attuali problemi legati alla pensione (gli anziani rimanevano in famiglia, e comunque fino a tarda età svolgevano mansioni utili e quindi gratificanti per essi). E ricordiamo inoltre che non vi erano le attuali spese per le utenze (le “energie” erano gratuite, come gratuiti erano, ad esempio, i “carburanti” per le bestie, e che non si pagavano affitti o tasse imposte dalla Comunità.
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Queste condizioni valgono per le capacità di funzionamento della Comunità in sé, anche se poi spesso vi erano delle condizioni “politiche” di dipendenza dalle imposizione delle istituzioni governative esterne (Imperi, Monarchie, ecc …) che potevano impoverire in qualche misura la Comunità delle sue ricchezze materiali.
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Ciò che va compreso è che, ragionando con i termini in uso oggi,
gli abitanti del Villaggio
erano sostanzialmente degli imprenditori
appartenenti a quella che oggi
è definita come Classe media.
Infatti essi con il loro lavoro autonomo “guadagnavano” abbastanza per potersi permettere una “villa” di proprietà di grandi dimensioni, e per poter far funzionare una “azienda” (la cascina, dotata di efficienti “mezzi di produzione”: campi sufficientemente estesi, e un numero sufficiente di animali per svolgere i lavori e la produzione di cibo).
In tale dimensione gli abitanti potevano anche permettersi – si è detto in precedenza [cap. “Vantaggi dell’ordine naturale: miglioramento della qualità della vita”] – un maggior piacere – per quanto riguarda il cibo, le relazioni umane, il rapporto con la natura, ecc …
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In ultima analisi, come vediamo in altri punti, nel Villaggio la qualità della vita era (ed è tuttora) superiore a quello registrato nella Società occidentale negli ultimi anni (una condizione quest’ultima che, come ci ha fatto sapere Macron, è destinata a non poter essere migliorata).
Ovvero oggi nella Società occidentale si registrano condizioni decisamente peggiori di quelle tradizionali: in quanto a povertà (oggi il 10 % della popolazione è sotto la soglia della “povertà assoluta”) e diseguaglianza (vi è un divario record tra i “ricchi” e i poveri), libertà nello svolgimento del proprio lavoro (laddove oggi si è in gran parte “dipendenti”), inquinamento e bassa qualità del cibo, condizioni di salute, sicurezza, educazione scolastica, qualità dei rapporti sociali di vicinato, ecc …
[a proposito del problema della diseguaglianza si veda il prossimo cap. “Come a livello materiale la Società moderna sviluppi maggior povertà e disuguaglianza”]
● servizi assistenziali disponibili
Per poter accedere ad una buona qualità della vita è necessario non solo avere delle fonti di ricchezza materiale, ma anche un supporto da parte della comunità sociale, ed in questo senso la comunità del Villaggio era strutturata in modo da garantire un supporto superiore a quello fornito dalle attuali Istituzioni assistenziali.
Vediamo di comparare i servizi assistenziali attuali (del Welfare di Mutua e Pensione – che oggi di fatto nella Società moderna non esistono più) con quelli che erano disponibili in “modalità spontanea” nel Villaggio tradizionale.
Nel Villaggio tradizionale la Pensione in quanto Istituzione sociale non aveva alcuna ragione d’essere per il fatto che in tale tipo di Comunità ogni persona aveva un ruolo attivo fino agli ultimi anni della sua vita; e che ogni persona era supportata direttamente (senza alcun costo) dalla sua Famiglia allargata anche in età avanzata (il che eliminava la necessità di ricorrere a Case di ricovero per anziani e a badanti).
Gli anziani infatti in una condizione di vita tradizionale potevano essere utili alla Comunità con la loro esperienza (nei Villaggi gli anziani sono sempre stati quelli che guidavano la comunità), e potevano tra le altre cose contribuire alla educazione dei nipoti (in questo modo essi erano gratificati dal fatto di sentire di poter dare un loro contributo, mentre oggi vengono abbandonati a se stessi con pensioni letteralmente da fame).
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Per quanto riguarda la salute, il livello di salute era decisamente superiore a quello attuale per il fatto che all’interno di tale comodità gli abitanti vivevano in modo da mantenersi sani (con quelle pratiche che oggi diciamo essere metodologie preventive: alimentazione sana, movimento, ecc .. ).
Mentre oggi le strutture pubbliche dell’assistenza sanitaria non solo sono praticamente inesistenti (le persone per sopravvivere sono costrette a ricorrere alle visite a pagamento), ma addirittura mettono le persone in condizione di morire, come è accaduto nel caso del Covid con il protocollo “vigile attesa” (è stato impedito alla persone di curarsi per attendere che la malattia si aggravasse, ed a causa di questo “errore” sono morte 190.000 persone in pochi mesi), e con l’obbligo di “vaccinazioni” che non vaccinano ed hanno effetti collaterali spesso letali.
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Il fatto è che nella condizione del Villaggio tradizionale non esistevano epidemie come quelle che hanno afflitto la Società moderna in diversi momenti. E le “pandemie” sono esistite anche nell’antichità ma solo nei casi di vita “modernizzata” rispetto a quella dei Villaggi: nei grandi centri urbani nei quali le condizioni di vita erano pessime (e tali epidemie non si sono mai estese alle aree rurali).
Si noti come dal punto di vista della salute la Società moderna sia degenerata nell’ultimo secolo: agli inizi del Novecento esisteva ancora la possibilità per gli operai di ricorrere a servizi di Cooperative di Mutua assistenza godendo, con la spesa di una giornata di lavoro, dei servizi del medico per un anno (servizi poi aboliti dagli Stati).
Inoltre la Chiesa forniva quell’aiuto psicologico alle persone che oggi viene fornito dal Welfare in modalità priva di quelle qualità sostanziali.
● qualità della Cultura (dell’Educazione)
Un ulteriore criterio di valutazione della qualità di una società è quello della qualità della Cultura (dell’educazione), argomento sviluppato nel prossimo capitolo.
(4) VALUTAZIONE DEL LIVELLO CULTURALE
L’importanza della qualità della Cultura (dell’Educazione)
Einstein: «Education is not the learing of facts, but the training of mind to chink»
“Bonhoeffer‘s Theory of Stupidity” <vedi fonte>
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Aggiungiamo qui la questione dell’educazione, poiché la Cultura di una di una Società è alla base del buon funzionamento di essa: si tratta quindi di valutare l’eventuale differenza tra le due culture diffuse nelle due tipologie della Società del Villaggio tradizionale e della Società moderna.
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La questione è qui che, partendo da una analisi obiettiva, vediamo che mentre con la Cultura della comunità di tipo tradizionale del Villaggio si è potuto sviluppare per migliaia di anni sino ad oggi un buon livello di ordine sociale e di reale benessere, nella Società moderna – la quale si basa su una cultura profondamente trasformata rispetto a quella tradizionale – si è finiti nelle attuali condizioni di caos sociale e della definitiva fine del benessere annunciata da Macron nel 2022.
[si veda in precedenza il cap. “La questione culturale“ e nel vol. 2 il cap. “La questione fondamentale del recupero della cultura tradizionale”]
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Analizziamo quindi i fondamenti culturali della Società moderna per vedere in cosa essi differiscano da quelli della Comunità sociale tradizionale (vediamo cioè quale delle due forme di cultura permetta agli individui di comprendere come sia opportuno vivere per mantenere una buona qualità della vita).
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Il problema dell’impoverimento culturale dipende anche in gran parte dall’educazione che ricevono i futuri adulti. Un indizio di tale problema ci arriva dalle statistiche riguardanti l’efficacia dell’insegnamento scolastico (oggi si registra a livello istituzionale il fenomeno del “fallimento formativo”), ma anche dalle considerazioni rilasciate negli ultimi tempi da personaggi che sono delle autorità nei loro settori: ad esempio Elon Musk – l’industriale di maggior successo – sostiene che paradossalmente oggi le persone “istruite” (anche dalle scuole di livello più elevato) siano anche le meno preparate a comprendere la realtà.
I grandi inventori non sono “istruiti” (e come persone come Einstein e Edison – per la fortuna dell’umanità – non si siano mai adattati alla scuola). Si noti come i maggiori innovatori dell’era moderna non abbiano preso la laurea (ed alcuni di essi nemmeno il diploma liceale): Andrew Carnegie, Benjamin Franklin, Bll Gates (Windows), Elon Musk (Tesla), Steve Jobs (Apple), Larry Page e Sergey Brin (Google), Mark Zuckerberg (Facebook), Richard Branson (Virgin), Henry Ford, Walt Disney, Gary Vee, Colonel Harlan Sanders (entucky Fried Chicken (KFC) e Ray Kroc (McDonald), Larry Ellison (Oracle). Lo stesso vale per personaggi famosi in tutto il mondo per saper guidare le persone verso una miglior qualità della loro vita, come Oprah Winfrey e Tony Robbins.
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In parole oggi emerge che
il risultato dell’Educazione scolastica moderna è che paradossalmente,
più le persone sono istruite più sono “stupide”.
Stupido: «che induce uno stato di torpore, di ottundimento dei sensi o dell’intelletto» (Treccani)
O in altre parole, più cose gli individui “imparano” nella modalità moderna di Educazione meno essi sono preparati ad affrontare la vita reale (non si tratta solo della loro professione, ma anche la vita in generale).
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Si noti come il fallimento dell’educazione scolastica (detto fallimento formativo) sia ammesso ufficialmente dalle stesse Istituzioni occidentali: nelle città USA tipicamente dal 50 al 70 per cento degli studenti non riesce a finire l’Università, ed il 25% non finisce il Liceo.
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Più nello specifico a livello culturale il problema sembra essere nel voler impartire l’educazione “non fisiologica” tipica della modernità (non compatibile con le caratteristiche fisiologiche della coscienza umana) che consiste nel far
immagazzinare nella memoria della persona un insieme di nozioni,
di fatto crea ignoranza nel saper gestire la propria vita
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In un certo senso l’educazione oggi è fine a se stessa: si impara per la soddisfazione (dei professori) di imparare (di immagazzinare a memoria delle nozioni).
Mentre vi è una modalità naturale con la quale l’individuo impara spontaneamente le cose la quale – come vediamo nel capitoletto successivo – è rintracciabile ad esempio nella modalità spontanea con cui un individuo impara a camminare (e poi ad esempio impara cose come andare in bicicletta): una modalità nella quale l’individuo si confronta direttamente con la realtà, “sperimenta” delle azioni ed impara con il tipico metodo dei tentativi e correzioni degli errori.
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Sostanzialmente il problema attuale è che l’individuo non solo perde gli anni più importanti della sua formazione (per imparare ad affrontare la vita) studiando sui libri invece di apprendere per esperienza diretta della realtà, ma il problema è anche attualmente viene a mancare della capacità di apprendere durante il resto della sua esistenza (la capacità di ragionare in modo logico).
È interessante il significato del termine istruzione con il quale si designa il ruolo della Scuola moderna: Istruzione significa “prescrizione”, ossia indicare istruzioni alle quali attenersi. Le “istruzioni” sono appunto ciò che nella programmazione del computer serve ad esso per operare (il computer è cioè totalmente “stupido”, e deve ricevere istruzioni per funzionare: la stessa cosa vale per le persone secondo l’Istruzione scolastica moderna.
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Dobbiamo inoltre considerare che il problema è particolarmente grave perché tale approccio crea una spirale viziosa, poichè man mano che si va avanti le persone perdono la memoria delle questioni che riguardano le capacità di vivere, e delle modalità di apprendimento.
[si veda nel vol. 2 il cap. “I problemi intrinseci all’Essere umano moderno / il profondo decadimento del livello culturale (la perdita dei “life skills”)”
Where is the error that has led to the current state of unease (the “cultural question”)
In ultima analisi il problema del “metodo moderno” per lo sviluppo del benessere risiede nel fatto che esso non si basa più sulla dimensione oggettiva della interpretazione del Mondo: a differenza di quanto avveniva nella tradizione, nella modernità viene a mancare quella esperienza concreta nella quale l’Essere umano sperimenta in prima persona il funzionamento della realtà.
In questa nuova dimensione il funzionamento delle cose viene cioè definito nella mente di alcuni intellettuali a prescindere dalle loro esperienze della realtà (è la condizione ideologica nella quale si pensa che le “Idee” siano “vere” semplicemente perché si pensa che lo siano).
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Sostanzialmente, a monte di tutto gli attuali problemi della Società occidentale sono prodotti da una “questione culturale”.
Come la Cultura tradizionale ha funzionato per millenni grazie ad una educazione di tipo “naturale”
Nella dimensione culturale della Società di Ordine naturale ci si basa appunto su una analisi della realtà – e di conseguenza su un modo di operare per migliorare le cose – fondata sulle modalità di apprendimento tradizionali.
Ovvero per millenni l’uomo ha applicato ciò che aveva imparato attraverso gli insegnamenti di una educazione di tipo “naturale”: osservare attentamente la realtà, intervenire su di essa in base ha ciò che aveva compreso, e quindi analizzare i risultati ottenuti da tali interventi per metterli a punto (applicando cioè il metodo del “tentativo e correzione degli eventuali errori commessi”).
In tale modalità di sviluppo dell’”innovazione” della sua Civiltà, per millenni (dalla Rivoluzione neolitica) l’Uomo ha prodotto benessere (una “abbondanza” materiale e morale superiore a quella che si ha oggi nella Società occidentale).
In tale dimensione si è avuto, come si è detto un reale progresso, che oggi si è trasformato in regresso. [vedi poco più avanti il capitolo “Il progresso della Cultura (e della qualità effettiva della vita) si è trasformato in regresso”}
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Il problema della Società moderna è che con essa si trasforma la Cultura “naturale” (sapere generale, tecnologie, strumenti di government, ecc …) in una cultura “artificiale” (ideologia).
E si è trasformata anche la modalità di educazione: il nuovo metodo “artificiale” di educazione (e più in generale di apprendimento) rispetto al metodo tradizionale (quello originario dell’uomo) differisce per la propagazione di concetti che non corrispondono ad una verità oggettiva, poiché sono delle Idee (Ideo-logia) prodotte non in base ad una esperienza, ma ex-novo – “in astratto” – nella mente di alcuni pensatori.
La differenza per quanto riguarda l’educazione è che nella nuova dimensione le “verità” vengono inculcate nella mente dei giovani (che le recepiscono in modo totalmente acritico) mentre nell’educazione tradizionale si faceva in modo che essi arrivassero a comprendere da sé la verità delle cose [vedi poco più avanti la descrizione del metodo maieutico nel cap. “Le peculiarità del metodo di insegnamento tradizionale”]
Come detto in precedenza il metodo tradizionale metteva le persone nella condizione di avere una visione reale sia del funzionamento della realtà a loro esterna, sia di quella interna (i meccanismi psicologici che determinano la loro vita). Cosa che permetteva di sviluppare al meglio le potenzialità dell’individuo con beneficio della comunità sociale.
La possibilità di ristabilire una educazione di tipo tradizionale
Per riuscire a recuperare la qualità della vita (benessere) tradizionale è quindi necessario valutare in modo opportuno il ruolo dell’educazione (ricordiamo che la qualità di una società dipende dalla qualità dei suoi abitanti [vedi più avanti il cap. “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]) e trovare il modo per ripristinare le modalità tradizionali.
[vedi più avanti il cap. “I due modelli di government che derivano dalle due differenti culture”]
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Anche nell’educazione è quindi necessario recuperare i metodi tradizionali, per poi evolverli questa volta in modo sostenibile.
Si tenga conto che l’educazione tradizionale non si basa unicamente sulla Scuola, e che quindi
– è necessario sviluppare modalità di apprendimento attraverso “attività pratiche” (esperienza nel mondo reale).
– l’insegnamento scolastico può essere in gran parte favorito dalle tecnologie moderne, che se utilizzate in modo opportuno permettono di avere, tra le altre cose, la possibilità di sviluppare lezioni interattive o materiale didattico (con video) online (favorendo lo sviluppo di forme di homeschooling).
[vedi nel vol. 2 il cap. “Un nuovo modello di istruzione: il recupero della Scuola tradizionale”]
LE CARATTERISTICHE DELL’EDUCAZIONE TRADIZIONALE [excursus]
Vediamo più nello specifico come la radicale differenza tra l’educazione moderna e la millenaria educazione tradizionale consista nel fatto che quest’ultima è compatibile rispetto alla conformazione della coscienza umana.
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Ciò è vero per il fatto che, tra le altre cose, essa è una educazione che nasce prima della scrittura, e che quindi non ha quella componente teorica si cui si basa l’educazione moderna.
Nei confronti dell’approccio teorico del metodo moderno di educazione ci metteva in guardia Platone 2.000 anni or sono, ammonendoci che la cultura sviluppata a livello teorico (la veicolazione del “sapere” attraverso dei testi), non può funzionare.
<vedi il mio testo “L’assenza di realtà nel pensiero ideologico/Le caratteristiche biologiche del pensare“>
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Il fatto è che l’educazione moderna fallisce laddove l’educazione tradizionale metteva l’individuo nella condizione di saper gestire la propria vita.
Interessante è la definizione di apprendimento esperienziale:
«L’apprendimento esperienziale (Experiential Learning) costituisce un modello di apprendimento basato sull’esperienza, sia essa cognitiva, emotiva o sensoriale. Il processo di apprendimento si realizza attraverso l’azione e la sperimentazione di situazioni (…) consente al soggetto di affrontare situazioni di incertezza sviluppando comportamenti adattivi e migliorando, nel contempo, la capacità di gestire la propria emotività nei momenti di maggiore stress psicologico. Consente inoltre di sviluppare le proprie abilità di problem solving, anche attraverso l’abilità creativa, e di far acquisire autoconsapevolezza mediante auto-osservazione ed etero-osservazione al fine di ridefinire eventuali atteggiamenti inadeguati e di valorizzare i comportamenti costruttivi. L’esperienza così acquisita diviene patrimonio di conoscenza del soggetto e costituirà il nuovo punto di partenza di ulteriori evoluzioni.» (Wikipedia)
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Un esempio di modalità fisiologica di insegnamento è quello delle università della antica Grecia (i Lyceum come quello di Aristotele) nei quali le lezioni avvenivano mentre si camminava nei parchi, poiché il camminare a contatto con la natura era reputato essere una condizione essenziale per avere un buon apprendimento.
Inoltre F. Nietsche sosteneva: “Tutti i grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina”.
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La peculiarità del metodo tradizionale di insegnamento “sperimentale” e di
mettere l’allievo nella condizione
DI IMPARARE DA SÉ LE COSE
Facendo in modo che esso abbia una specifica esperienza della realtà (le cose non venivano insegnate da qualcuno, ma erano imparate dal soggetto per esperienza).
Nella antica Grecia infatti l’idea dell’apprendimento era basata sul concetto il “conosci te stesso e conoscerai il mondo” (l’interpretazione è: il significato delle cose del Mondo possono solo essere conosciute).
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Gli studi che evidenziano i problemi della Educazione moderna
Nella modernità moti studiosi hanno evidenziato l’erroneità della modalità moderna di insegnamento.
Lo ha fatto ad esempio il filosofo John Dewey (importante filosofo e pedagogista americano): «Perché, nonostante il fatto che l’insegnamento per riversamento (pouring in), l’apprendimento per assorbimento passivo siano universalmente condannati, essi sono ancora così radicati nella pratica? Che l‘educazione non è una questione di ‘raccontare’ ed essere raccontati, ma processo attivo e costruttivo, è un principio generalmente violato nella pratica (..)» (John Dewey, Democracy and Education)
E il pedagogista Célestin Freinet ha descritto il perché il “metodo naturale” di insegnamento funzioni melgio del metodo moderno :
Freinet: «il bambino impara a scrivere e a leggere procedendo per tentativi sperimentali allo stesso modo di quanto avviene per l’apprendimento di tutte le altre abilità come per esempio parlare o camminare. (…) Gli esercizi scolastici tradizionali di lettura invece per Freinet abituano il bambino a leggere senza capire. La scuola per lui non deve esse un ambiente artificiale e fine a sé stesso bensì un contesto vivente, naturale, la continuazione dell’ambiente di vita, la vita stessa.» Wikipedia
Secondo Freinet «l’apprendimento fa riferimento alle cosiddette leggi della vita. Nulla viene imposto e imparato meccanicamente. Si rende necessario, perciò, il coinvolgimento alla vita. L’esperienza non può essere eliminata. In particolar modo sapere senza verificare in prima persona le leggi scientifiche della meccanica, della fisica e/o della chimica non farà di noi degli esperti. »
Ed egli descrive in questo modo il metodo della scuola moderna: «Le regole applicate dallo scolasticismo sono, invece, alla base dell’apprendimento e di conseguenza devono essere rispettate senza eccezioni. Purtroppo si dimentica il fatto che le leggi scientifiche siano frutto di una precedente ricerca empirica.»
Le peculiarità del metodo di insegnamento tradizionale
L’insegnamento tradizionale è quindi sviluppato a stretto contatto con la vita reale: in esso l’allievo procede in modo sperimentale per tentativi e correzione degli errori.
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In termini più specifici il metodo tradizionale è un metodo di educazione di tipo maieutico (concetto legato a Socrate) nel quale non si raccontano agli altri delle cose (come avviene oggi nelle Scuole), ma
li si supporta
nello scoprire per esperienza come funzionano le cose nel mondo.
<vedi “L’educazione maieutica” nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”(english)”>
Maieuta significa ostetrica, o levatrice: il termine educazione maieutica indica quindi l’atto di aiutare gli altri a partorire qualcosa.
Ovvero nell’insegnamento di tipo maieutico chi insegna non si impegna a passare nozioni all’allievo, ma
fa vivere all’allievo delle esperienze sul campo
nelle quali esso scopre via via i significati delle cose.
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Si noti come questo metodo sia da sempre utilizzato da sempre nell’insegnamento di mestiere complesso: il bravo Maestro artigiano infatti non insegna in modo esplicito il “come si fa” una cosa, e “il perché” di quella cosa.
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É importante comprendere come nella educazione di tipo maieutico ci si basi sull’idea adottata da Einstein che
non si arriva alla conoscenza della realtà (della vita)
“per via logica, ma per intuizione”
Ovvero ci si basa sull’idea che l’immaginazione sia più importante della capacità di ragionare in modo logico (e delle nozioni immagazzinate nella nostra memoria).
Tutte le grandi le grandi invenzioni sono il prodotto dell’immaginazione dell’uomo. Così come tutti i prodotti migliori della mente umana – diagnosi importati, strategie di guerra, soluzione di casi polizieschi, ecc … – sono il risultato di intuizioni, prodotte da una mente che opera al livello extra-razionale dell’immaginazione.
<vedi il cap. “The rational modern science cannot produce real knowledge” nel mio testo “La manipolazione delle masse: “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa” (english)”>
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La questione di fondo è qui: a cosa serve la conoscenza (e quindi l’educazione)?
Il fine della conoscenza è
la capacità di gestire in modo ottimale la propria vita
(una vita che sia cioè, tra le altre cose, in armonia con quella degli altri membri della comunità – il che significa avere un buon funzionamento della società).
In altre parole l’Uomo con l’apprendimento mira a raggiungere una saggezza in quanto capacità di vivere affrontando le difficoltà che si incontrano via via nella vita (procurandosi un benessere che, per non avere una reazione negativa esterna, non entri in conflitto con il benessere degli altri membri della comunità – nè con la natura che lo circonda).
Si tratta di una capacità che, come dimostrano i fatti, si è perduta con la formazione dei futuri adulti sviluppata con il metodo moderno di educazione.
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A tal proposito la differenza più importante tra l’educazione tradizionale e quella moderna è che
nell’Educazione tradizionale
SI IMPARA AD IMPARARE,
il che in altre parole significa
SI IMPARA AD INTERPRETARE LA REALTÀ.
(si impara ad affinare la propria percezione delle realtà, ed a decifrarne i significati).
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La perdita di questa capacità di interpretare la realtà, come vediamo poco più avanti, oggi è la ragione per cui non si riesce imparare dai propri errori, e si insiste nell’applicare strategie sbagliate.
E’ necessaria una precisazione: nel metodo educativo maieutico il bambino non è affatto abbandonato a se stesso, poiché esso ha un effettivo bisogno di riferimento “forti”.
Anzi, in questo tipo di educazione vi è una maggior attenzione per l’importanza della “presenza” di un adulto (e delle sue qualità). In questo caso però nell’educazione si pone l’accento sul lasciare libertà al bambino di trovare una sua strada che può essere anche in contrasto con quella dell’educatore, con la consapevolezza che solo in questo modo il bambino impara a riconoscere i suoi bisogni naturali, e a soddisfarli nel modo migliore possibile (in questo modo traggono un vantaggio anche le persone che lo circondano, ovvero per la comunità sociale).
Oggi il sapere non è più conoscenza: si è perduta la conoscenza accumulata per millenni
In altre parole, analizzando con attenzione il problema delle condizioni critiche della Società moderna, e della incapacità delle attuali istituzioni di risolvere il problema, possiamo vedere come
il sapere dell’Uomo negli ultimi 10.000 anni
È STATO SVILUPPATO “PER ESPERIENZA”,
OSSERVANDO LA NATURA DELLE COSE.
In tale contesto cioè si era in grado di comprendere “come funzionano” il proprio essere, le relazioni sociali e la Natura. Solo in questo modo è infatti possibile comprendere la realtà (se stessi ed il mondo che li circonda). Ovvero in tempi precedenti alla modernità contesto
il sapere era prodotto da una riflessione
CHE DERIVAVA DA UNA OSSERVAZIONE DIRETTA DELLA REALTÀ.
Il problema è che invece
oggi ci si basa
SU UN “SAPERE” PRODOTTO EX-NOVO DALLA MENTE UMANA.
(in questo caso si ha un “sapere” che – come vediamo nei prossimi paragrafi – non è più una reale conoscenza).
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In sintesi i problemi di fondo generati dal metodo di educazione moderna sono:
– l’uomo non è più in grado di interpretare la realtà, e quindi deve affidarsi alle indicazioni di altre persone (di coloro i quali oggi sono indicati dalle Istituzioni come “esperti”).
In tale condizione oggi le persone dipendono in tutto e per tutto da altri (ossia dalle istituzioni alle quali esso si affida: sistema Sanitario, Scuola, Pubblica Amministrazione, ecc …).
[vedi nel vol. 2 il cap. “Quali sono le attuali caratteristiche degli individui che causano i macro-problemi della società / Dipendenza (fisica e psicologica) dall’Assistenzialismo e dal Consumismo”]
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Ma questi “esperti” (che di fatto non sono esperti di nulla, poiché anch’essi non sono più in grado di interpretare in modo corretto la realtà) sono una delle cause principali della crisi della Società occidentale:
– il sapere non è più conoscenza: quello che si ha oggi è un “sapere” definito da persone la cui mente opera in astratto (le idee che sono alla base della Cultura moderna non provengono più da considerazioni legate all’osservazione della realtà, ma sono generate ex-novo dalla mente di qualcuno).
In tale condizione viene quindi a mancare quella conoscenza che un tempo permetteva all’uomo di sviluppare in modo corretto la società (ma anche la conoscenza per rimettere le cose a posto: questo è il motivo per cui si è arrivati definitivamente alla “fine dell’era dell’abbondanza”)
[vedi in precedenza il cap. “La questione del metodo scientifico (i difetti dell’ideologia)”]
Per quanto riguarda le Istituzioni governative, il problema è che coloro i quali concepiscono le decisioni – operando in astratto e dall’alto – non sono più esperti delle cose sulle quali intervengono e finiscono per sviluppare soluzioni che sono in contrasto con i bisogni della popolazione.
[vedi più avanti nella sezione “L’inganno della rappresentanza (e la falsità delle elezioni)” il punto “i “Rappresentanti” non rappresentano affatto gli interessi dei Cittadini”]
Le conseguenze a livello pratico
A livello pratico le conseguenze dell’impostazione delle modalità di educazione adottate in occidente nella Società moderna sono:
– il progresso della Cultura (e della qualità effettiva della vita) si sono trasformate in regresso.
– l’educazione moderna induce un cattivo funzionamento della società
● il progresso della Cultura (e della qualità effettiva della vita) si è trasformato in regresso
Nella dimensione della Società tradizionale, nella quale una educazione naturale fornisce alle persone una conoscenza effettiva di come funzionano effettivamente le cose (per la loro vita, e per la società in cui vivono), la peculiarità è che, poichè sono state educate ad imparare ad imparare, esse continuano ad imparare per tutta la vita (continuano a migliorare le loro conoscenze, e quindi, applicando tale conoscenze, a migliorare la loro vita dal punto di vista materiale e psicologico).
La vita diviene cioè un processo continuo di scoperta di nuove cose che possono migliorare le loro condizioni (come ottenere il meglio dalla natura vegetale ed animale, come alleviare le fatiche con nuovi strumenti, ecc …).
In tale condizione cioè le persone non solo sono in grado di gestire al meglio la loro vita, ma esse possono
sviluppare un costante “progresso” per la Comunità sociale.
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Come detto ciò avviene per il fatto che nel contesto della educazione tradizionale ogni individuo può sviluppare al meglio le sue qualità specifiche (il suo talento peculiare). E quindi la Società gode di un apporto costruttivo di una popolazione nelle quale ogni individuo da un suo contributo specifico.
Il fatto è che il metodo maieutico è orientato a “coltivare” le potenzialità “naturali” lasciando ognuno libero di seguire il proprio percorso nell’apprendere (nell’approfondire la conoscenza della realtà).
In tale contesto tutti sono “scienziati”, ovvero tutti sono “inventori” di nuove tecniche.
<vedi i miei articoli:
– Innovation is intrinsically (historically) bottom-up
– “Crowd-driven Innovation/Crowdsourcing”
– “Bottom Up Reform Initiative: introduction”
– “I Cittadini sono le uniche persone che possono (co)progettare soluzioni efficaci“>
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Tutto ciò non avviene invece nel contesto nel quale si applica l’“educazione moderna” la quale invece, dando come si è detto ad ogni individuo un “sapere” preconfezionato, finisce per indurre:
– una perdita del sapere tradizionale il quale è stato affinato in millenni di esperienza nella quale l’Essere umano ha imparato a gestire in modo ottimale se stesso e la Natura.
Il problema è cioè che nella forma mentis creata dall’Educazione moderna non solo è impossibile una reale evoluzione delle conoscenze umane, ma vengono anche cancellate le conoscenze accumulate per millenni perché sono in conflitto con le nuove conosce sviluppate in astratto dalla mente di pochi.
[vedi nel vol. 2 il già citato cap. “Il ruolo del “Cancel culture” nella crisi della Società moderna”]
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Si ricorda che, all’opposto, nella modalità dell’apprendimento tradizionale che si sviluppa a livello esperienziale la cultura è in continuo progresso: in ogni nuova generazione vi sono persone che aggiungono qualcosa al sapere precedenza (in questo modo si è arrivati a sviluppare scoperte o invenzioni da quella della ruota al motore a vapore e l’elettricità).
Si veda in altri miei documenti come nella Società occidentale venga sviluppato il Cancel culture (per arrivare al Grande reset della cultura occidentale):
– “L’Egemonia culturale del Marxismo gramsciano (Cultural Marxism)”
– “Il ruolo del “Marxismo culturale”: la Rivoluzione morbida del Cancel culture”
– “the Cultural Revolution that generated Social Democracy“
– “The basis of the transformation process implemented by the Cultural Marxism“
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Come detto, il risultato delle strategie occidentali è che nella nostra Civiltà il Sapere non è più reale Conoscenza: avendo cessato di trarre le conclusioni da una diretta osservazione della realtà, non vi è è più una effettiva conoscenza di come funzionano le cose [si veda in precedenza il cap. “il problema culturale: la perdita della memoria del passato”] .
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– una perdita della capacità di interpretare la realtà: il fatto che nell’educazione scolastica le persone non imparino a farsi un’idea di come funzionino effettivamente le cose (nel proprio essere, nell’organizzazione della società, nell’utilizzo delle risorse naturali, ecc …) pone esse nella condizione di doversi affidare alle indicazioni di “esperti” (che non sono in realtà esperti di nulla) ..
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– una uniformazione delle coscienze individuali, e quindi una perdita della pluralità di contributi allo sviluppo della conoscenza (si finisce per perdere una delle ricchezze fondamentali di ogni comunità umana: la pluralità dei “talenti” che costituiscono un tessuto sociale fisiologico).
Nel contesto della Cultura moderna si ha cioè una perdita del confronto dialettico tra idee diverse, e quindi di arriva ad un “pensiero unico” che si sviluppa in modo “acritico”.
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In ultima analisi nello sviluppo della società moderna:
con ogni nuova generazione si perde
il sapere necessario a comprendere la realtà
(si ha cioè quella involuzione della Cultura che appunto ha portato alla “fine “dell’abbondanza”).
Infatti la Cultura moderna, per quanto riguarda organizzazione della Società, non solo è ferma ai teorici della rivoluzione francese, e all’economia di Marx (Keynes, l’Economista di riferimento dal ‘900 ad oggi, riprendeva semplicemente i concetti di Marx). Ma essa – a causa del suo mettere le persone nella condizione di non essere in grado di interpretare la realtà – non permette di comprendere che quali sono i problemi che oggi affliggono la società occidentale attuale.
[si veda un approfondimento più avanti nel cap. “Alcune caratteristiche peculiari del malessere sviluppato dalla società moderna: il difetto di fabbrica della società moderna”]
● l’educazione moderna induce un cattivo funzionamento della società
Un’altra peculiarità negativa della Società moderna occidentale è che nella sua dimensione culturale – nella quale si è perduta la capacità di interpretare in modo corretto la realtà, e si è perduta la conoscenza che per millenni aveva permesso alla società di produrre un reale benessere – si è perduto il funzionamento ottimale della società millenaria del Villaggio di ordine naturale.
Come vediamo nel precedente capitolo [“La diversità delle caratteristiche della concezione di benessere“], la Società dell’uomo è stata in grado di sviluppare un migliore benessere (compatibilmente con le risorse disponibili sul territorio, le tecnologie del tempo e le imposizioni dei Regimi) di quello ottenuto dalla Società moderna, nella quale infatti si è tornati alle condizioni precedenti alla Rivoluzione del Neolitico.
Ovvero
il problema di fondo della Società moderna è che con essa
il progresso si è trasformato in regresso
(il benessere si è trasformato in malessere).
[vedi più avanti il già citato cap. “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione – l’arresto del progresso dell’umanità.”]
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Ciò avviene appunto per il fatto che nella nuova dimensione del sapere concepito in astratto dalla mente umana anche chi governa la Società non ha la capacità di comprendere come funzionano le cose (non comprende quali siano le “leggi di funzionamento” intrinseche alle cose: relazioni tra le persone e con la Natura).
[vedi in precedenza il cap. “La necessità di individuare le caratteristiche di una “società giusta” (una “società che funziona”)”]
E più in generale questa carenza porta all’incepparsi di quei meccanismi spontanei che avevano permesso alla Società di prosperare in passato: le cose degenerano gradualmente creando inefficienze nelle strutture pubbliche; caos sociale e violenza; povertà; perdita di qualità nella formazione dei giovani; ecc …
[vedi nel vol. 2 il cap. “Il Darwinismo sociale e la meritocrazia al contrario”]
Alla base di tutto vi è il problema della perdita di quello che è stato l’elemento fondamentale per lo sviluppo del benessere nel villaggio: la Famiglia.
[vedi più avanti il cap. “Il salto nell’evoluzione della cultura umana della rivoluzione neolitica è basato sulla creazione della Famiglia”]
GLI ERRORI DI VALUTAZIONE CHE IMPEDISCONO DI COMPRENDERE QUALI SIANO I PROBLEMI DELLA SOCIETÀ MODERNA
In sintesi dall’analisi precedente emerge come il trasformarsi del benessere moderno in un malessere sempre più profondo sia dovuto, tra le altre cose, al fatto che oggi si tenda a valutare in modo erroneo la qualità della vita ottenuta nella Società occidentale moderna.
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Più nello specifico questi problemi di valutazione della qualità della vita ottenuta nella nostra società sono:
– incapacità di comprendere quale sia il benessere fisiologico per l’Essere umano
– incapacità di comprendere che quando si valuta il benessere sviluppato da una società è necessario farlo “a consuntivo” (avendo una testimonianza di di chi ha vissuto)
– incapacità di valutare se vi siano stati altri modelli di società che abbiano fornito un benessere migliore di quello fornito dalla modernità
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● incapacità di comprendere quale sia il benessere fisiologico per l’Essere umano
Una delle conseguenze negative della condizione culturale nella quale si è perduta il sapere tradizionale è che oggi
si procede nello sviluppare la Società occidentale senza prima chiedersi quali siano le “verità scientifiche” sulle quali ci si basa
in tale processo.
Più nello specifico a causa di questa condizione, nello sviluppare le strategie di organizzazione della società.
– non vi è una direzione ben definita, ma ci si basa su decisioni prese volta per volta in base alle convinzioni soggettive di chi governa. Convinzioni che poiché invece di derivare dall’osservazione di principi fondanti riflettono gli interessi del momento di chi detiene il potere (di chi ha maggior disponibilità di denaro).
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Ma l’aspetto forse ancora peggiore di questa perdita dei principi fondanti che hanno guidato l’organizzazione della Società per millenni è che oggi,
– quando ci si vuole far riferimento a dei Principi (come nel caso della Classe politica più ideologizzata) ci si basa su idee preconcettuali la cui validità non è mai stata accertata.
Il problema è appunto che le Idee di base sulle quali ci si basa oggi sono stati concepiti in astratto da intellettuali che – come è tipico nelle ideo-logie – non avevano mai avuto l’esperienza di una società funzionante in modo fisiologico, e che hanno creato una nuova dimensione metafisica nella quale le loro Idee sono corrette “a prescindere”.
Il difetto di fondo delle ideologie social-iste moderne – nate con la Rivoluzione francese – è che gli intellettuali che le avevano create vedevano le tragiche condizioni di chi viveva in città, ma non conoscevano la condizione alternativa delle comunità dei Villaggi che si organizzavano in modo spontaneo. Ovvero paradossalmente
le ideologie moderne sono nate
come critica alla stessa società
che essi pensavano di voler sviluppare.
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Ovvero il problema attuale risiede nel fatto che chi è oggi al potere non accetta mai di discutere le sue idee (nemmeno quando la loro applicazione produce disastri), ed anzi reprime ogni altra idea che possa mettere in difficoltà la sua coscienza.
E che in questo modo, poiché si continua a ragionare in modo fideistico secondo il quale la realizzazione finale del progetto ideologico finirà per risolvere tutti i problemi,
si continua imperterriti nel cercare di realizzare il progetto ideologico iniziale ed i problemi via via prodotti sono ritenuti essere incidenti di percorso
(su questa strada si arriva inevitabilmente al collasso della Società – alla “fine dell’era dell’abbondanza”).
Il problema è che oggi più nessuno una una idea di come “funzioni” in modo fisiologico una comunità di esseri umani (di cosa sia ciò che permette all’individuo di sviluppare una buona qualità della vita).
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In sintesi il problema di fondo è che procedendo con una idea del benessere che non è definita in modo chiaro, non è possibile pervenire ad un processo si sviluppo di un effettivo benessere (e nemmeno si è in grado di valutare quando se una scelta sia corretta o errata).
In altre parole
oggi si tende a perseguire la realizzazione di un benessere che non è affatto sostenibile, e al di là di brevi momenti di piacere effimero il benessere ad un certo punto si trasforma in malessere.
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Questa posizione preconcetta di come debba funzionare la Società deriva anche, tra le altre cose, dal fatto che oggi
● incapacità di comprendere che quando si valuta il benessere sviluppato da una società è necessario farlo “a consuntivo” (avendo una testimonianza di di chi ha vissuto)
Il fatto è che nel valutare la qualità della vita di una società è necessario analizzarla non nei momenti di maggior benessere, ma tenendo conto anche di eventuali momenti in cui il benessere ha lasciato posto a malessere.
Nel caso specifico della Società occidentale il problema risiede nell’errore di prendere in considerazione i due momenti di boom del benessere (quello del gli anni ‘20 e 50-60 del Novecento – poco più di 20 anni in più un secolo), mentre non si considera che per il resto del tempo la qualità della vita è continuamente peggiorata. Ovvero
oggi si vive unicamente nel ricordo di quei brevi momenti di benessere dei boom economici, pensando che prima o poi torneranno
– senza considerare che oggi si è preso atto della “fine del benessere moderno”).
[vedi più avanti il cap. “Quello sviluppato dall’occidente in Europa nel ‘900 è stato un reale benessere (a misura d’Uomo)?”]
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Per comprendere quanto un modello di società sia in grado di sviluppare un effettivo benessere (sostenibile nel tempo) è necessario non solo valutare una società specifica in tutto della sua evoluzione, ma – come detto in precedenza – è anche necessario effettuare questa valutazione basandosi su una testimonianza diretta (o indiretta) di chi ha vissuto in quella Società specifica (nel nostra coso si tratta di avere una valutazione di una persona che abbia vissuto almeno 70 anni nella Società moderna, e possa quindi dire con cognizioni di causa se – visto il malessere che si è vissuto – “ne sia valsa la pena”). [si veda in precedenza il cap. “La questione della autenticità della testimonianza “]
● incapacità di valutare se vi siano stati altri modelli di società che abbiano fornito un benessere migliore di quello fornito dalla modernità
In sostanza i problemi appena individuati sono dovuti, come si è detto, ad una condizione culturale di autoreferenzialità: chi valuta il funzionamento della Società occidentale si basa sul preconcetto che essa sia la migliore possibile (e che quindi i modelli operativi utilizzati nei vari contesti della società siano quelli giusti da applicare). [si veda in precedenza il cap. “L’errore di fondo nella valutazione del benessere moderno (l’autoreferenzialità del giudizio)”]
E questa autoreferenzialità induce un altro problema:
oggi il funzionamento della Società occidentale viene valutato senza prendere in considerazioni casi di società alternative ad essa.
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Nello specifico intellettuali e governanti occidentali non hanno mai cercato di comprendere se la qualità della vita del modello tradizionale del Villaggio (ancora oggi osservabile nelle piccole Town USA) sia in grado di fornire una qualità della vita migliore della loro.
Come si è detto, paradossalmente in questa dimensione di autoreferenzialità si effettua una valutazione della Società occidentale confrontandola con la fase peggiore della stessa Società moderna: la vita delle metropoli dell’800.
BENESSERE & GOVERNMENT
LA RELAZIONE TRA IL MODO DI ORGANIZZARE LA SOCIETÀ (SISTEMA DI GOVERNMENT) ED IL BENESSERE
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Abbiamo visto come per valutare la qualità di una società sia necessario comprendere quanto reale sia il benessere che essa sviluppa (ed abbiamo visto in cosa consista il reale benessere per l’Essere umano).
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Per poter valutare se il nostro tipo di organizzazione della società (di governo) sia il migliore è quindi necessario valutare attentamente come esso funzioni nello sviluppare benessere (ossia sia in grado di soddisfare i reali bisogni morali e fisici delle persone).
In particolare tale tipo di valutazione è necessaria oggi, vista la situazione di profonda crisi nei confronti della quale nessuno è in grado di sviluppare soluzioni (da anni, per lo meno dall’ultima crisi economica mondiale del 2008, non solo le cose non sono sostanzialmente migliorate, ma sono pian piano peggiorate per quanto riguarda povertà e malessere sociale). Una crisi che è arrivata ad un punto di non ritorno, visto che le stesse istituzioni governative globali – per bocca del Presidente francese Macron – hanno ammesso che si sia arrivati alla fine dell’età del benessere moderno.
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In primo luogo, per poter valutare in modo corretto il funzionamento delle modalità di governo della attuale società moderna è necessario puntualizzare che vi sono tutt’ora due modelli di organizzazione della società (governo) sostanzialmente differenti tra loro:
● il modello tradizionale, utilizzato nelle comunità locali (nato negli antichi Villaggi, oggi è ancora utilizzato in molte piccole cittadine di provincia, come le Town USA). In questo modello gli abitanti della comunità gestiscono direttamente – di persona, senza il bisogno di rappresentanti – il government della loro comunità.
Questo è il modello che per millenni ha costantemente garantivo benessere per le popolazioni (compatibilmente con le risorse disponibili sul territorio) .
● il modello incentrato su un “governo centrale” che prende decisioni dall’alto (modello utilizzato, in modalità diverse, dai grandi imperi e dalla attuale Democrazia occidentale).
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Si tenga conto che per millenni – prima degli ultimi due secoli di storia – le due tipologie di government sono coesistite, essendo state le comunità locali lasciate libere di gestirsi autonomamente indipendentemente dal tipo di regime a cui erano sottoposte a livello sovra-locale (nazionale, Imperiale, ecc …): per quanto tali regimi autoritari – come l’Impero romano – imponessero alla comunità locali sottomesse le loro tasse, queste ultime erano lasciate libere di auto-governarsi poiché chi deteneva il potere sapeva che il modello tradizionale di government era l’unico che potesse far prosperare le comunità – o se vogliamo, era l’unico modo per fare in modo che i paesi sottomessi fossero abbastanza ricchi per pagare le tasse richieste.
Solo nella “modernità” lo Stato centrale ha cominciato ad eliminare gradualmente questa autonomia, ed a inglobare i “governi” locali nel Sistema di government centralizzato (negli USA le Town mantengono ancora un buon livello di indipendenza).
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Quindi per effettuare una valutazione di quanto la nostra Società occidentale funzioni in modo corretto nel soddisfare i bisogni della Società (della sua popolazione) è necessario valutare entrambe le tipologie di government: la modalità tradizionale (del Villaggio, delle Town), e quella attuale dello Stato centrale.
Ovvero, dal punto di vista della struttura politica, è necessario confrontare le capacità di soddisfazione dei bisogni sociali nei due casi di:
– government diretto, nel quale non esistono istituzioni delegate a vari aspetti di organizzazione della società, ma i Cittadini stessi sono le “Istituzioni governative”.
– government centralizzato, basato su un Parlamento di rappresentanti della popolazione (che in realtà, come vedremo, non rappresentano affatto i Cittadini). Un Government che prende decisioni dall’alto alle quali i cittadini hanno l’obbligo di adeguarsi.
In questo modello, sostanzialmente,
il Governo (lo Stato)
impone ai Cittadini le loro decisioni.
In altri miei testi si indica come di fatto per avere una società funzionante non sia necessario avere questo tipo di government. Ossia come
– non esista la necessità di ricorrere ad un governo centralizzato (regionale, nazionale, federale), e
– come sia possibile sviluppare una modalità di government sovra-locale (nazionale) estendendo in modo corretto il sistema tradizionale di government locale (sostanzialmente il livello sovra-locale può essere una integrazione dei governi locali, come è per istituzioni senza rappresentanti fissi come nel caso del G8). <vedi il cap. “Il livello sovra-locale del government (di opere e servizi dello stato)” del mio testo nel mio testo “Oltre la Social-Democrazia”>
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In ultima analisi, la valutazione dell’efficacia dei due tipi di government va fatta basandosi sulla effettiva capacità delle due tipologie di sviluppare benessere per la popolazione (e non su considerazioni astratte). [si veda il cap. precedente “In base a quali criteri si può valutare il benessere?”]
Come detto in precedenza si tratta di individuare quale modello di società sia in grado di sviluppare un buona qualità della vita a livello materiale e psicologico (felicità). Un “benessere sostenibile”, che sia in grado di durare nel tempo, e che non finisca per produrre danni collaterali che portino la società in una condizione di malessere.
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Ricordando che alla base dei problemi della vita delle persone (e, per estensione, della Comunità sociale) quasi sempre vi è l’ignoranza rispetto all’esistenza di alternative rispetto alla modalità di vita seguite in quel momento. Per tale ragione uno degli scopi principali dell’analisi dei vari modelli di government è quello di mostrare l’esistenza di eventuali modelli effettivamente praticabili alternativi a quello attuale.
LO SVILUPPO DEL BENESSERE NELLA STORIA DELLA SOCIETÀ MODERNA EUROPEA: PERCHÉ LA NOSTRA SOCIETÀ OCCIDENTALE HA CESSATO DI PRODURRE BENESSERE (SI È TRATTATO DI UN REALE BENESSERE?)
QUELLO SVILUPPATO DALL’OCCIDENTE IN EUROPA NEL ‘900 È STATO UN REALE BENESSERE (A MISURA D’UOMO)?
Si è già detto che la fase storica della modernità occidentale, nonostante essa sia stata incensata per molti decenni, dopo anni di continue crisi succedutesi dagli anni ‘70, è arrivata ad un punto del quale, come ha affermato Macron, non è più possibile arrestare il suo declino.
Quindi, prima di analizzare i due tipi di government rivediamo in sintesi quanto detto nel capitolo precedente a proposito delle qualità peculiari del benessere sviluppato dalla Società occidentale moderna.
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Vediamo innanzitutto in cosa sia consistito quello che è considerato essere il benessere della Società occidentale:
(1)
Il benessere nella modernità europea dall’inizio del ‘900 ad oggi
è durato solo un breve periodo,
con il decennio del Boom del secondo dopoguerra.
E
(2)
il Boom degli anni ‘60 non è stato
un prodotto diretto della Democrazia europea,
ma è stato “indotto” da condizioni fortunate particolari – praticamente uniche – nella storia dell’Economia moderna:
il “regalo” del Piano Marshall.
Si tenga conto della situazione unica del Boom degli anni ‘60: in quel periodo i Cittadini europei, vessati da 15 anni di regimi autoritari e di guerra, avevano un forte desiderio di acquistare beni che portassero la loro vita ad un livello di qualità particolarmente elevato.
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(3)
Il Boom degli anni ‘60 è stato – dal punto di vista materiale – l’unico momento di benessere che possa essere definito come in qualche modo superiore a quello garantito dalla comunità sociale di tipo tradizionale.
MA SI È TRATTATO DI UN BENESSERE
CHE HA PRODOTTO UN CIRCOLO VIZIOSO
che ha portato ad una serie di crisi che sono culminate nell’attuale collasso della Società occidentale.
In altre parole di stratta:
1) di valutare se (come sembra essere agli Occidentali) il benessere sviluppato durante il Boom degli anni ‘60 fosse un benessere realmente funzionale allo sviluppo di una vita fisiologica per l’essere umano, o se esso fosse viziato da un problema di fondo che porta ad una degenerazione della condizione di corpo e psiche dell’uomo, e quindi nel medio-lungo periodo porta ad una inevitabile degrado della qualità della sua vita.
Ovvero, come si è detto, si tratta di valutare se il benessere moderno porta l’essere umano ad una condizione critica (di malessere) nella quale esso non è più in grado di dare il meglio di sé: ossia di sviluppare al meglio le sue potenzialità, di fare le scelte giuste. Situazione nella quale si ha una disgregazione degli elementi fondamentali della vita sociale, come quello della famiglia; e quindi ad una una degenerazione del funzionamento spontaneo della struttura sociale della comunità.
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2) di valutare la qualità del benessere che si potrebbe avere oggi – in alternativa al “benessere moderno” fornito oggi dalla Società occidentale – se il benessere tradizionale del Villaggio fosse migliorato rispetto alle condizioni tradizionali con un apporto di quella parte di invenzioni sviluppate dal Progresso moderno effettivamente sostenibili (a misura d’uomo).
[vedi nel vol. 2 il cap. “La necessità di un uso sostenibile delle tecnologie”]
[a proposito dell’utilizzo quella parte delle tecnologie moderne realmente sostenibili si veda nella appendice al vol. 2 “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo del benessere” il cap. “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo di benessere nella società: verso un uso sostenibile delle nuove tecnologie”]
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Molte piccole Town USA sono un esempio di tale miglioramento del benessere tradizionale: esse hanno mantenuto la forma di auto-governo e la qualità dei rapporti umani dei Villaggi dei primi coloni, ma hanno anche migliorato la loro qualità della vita utilizzando quelle tecnologie che permettono ad essi di mantenere una condizione di autosufficienza (auto-costruzione, manutenzione diretta, ecc …).
Un altro esempio sono i sempre più diffusi Eco-villaggi [descritti nei prossimo volumi] nei quali alcune persone si sono ritrovate per ricreare Comunità basate sull’”Ordine naturale”.
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Vediamo un po’ più nello specifico quanto accennato nei 3 punti precedenti (sostanzialmente vediamo se quello sviluppato dall’Occidente in Europa nel ‘900 sia stato un reale benessere.).
Ossia è necessario indagare sul fatto se tale benessere sia stato “a misura d’uomo”: se sia stato un benessere realmente funzionale allo sviluppo di una vita fisiologica per l’essere umano,
(1&2) – COME IL (BREVE) MOMENTO DI REALE BENESSERE DELLA SOCIETÀ EUROPEA MODERNA SIA STATO FAVORITO DA PARTICOLARI CONDIZIONI FORTUNATE
Come si accennato, il breve momento nel quale si può dire che in Occidente vi sia stato effettivamente un vero benessere della modernità dal punto di vista materiale e morale, quello del boom degli anni ‘60, è dovuto a condizioni particolari (dal punto di vista materiale e psicologico) esistenti in quella particolare circostanza storica.
Più nello specifico le condizioni particolari nelle che hanno permesso di sviluppare l’unico boom di benessere degli anni ‘60 sono:
● un “doping” economico rappresentato dal “regalo” americano del Piano Marshall .
Il Boom economico registrato in Europa non è stato il risultato delle modalità di government utilizzato allora in Europa, ma è stato indotto da condizioni esterne: il “regalo” di una ingente quantità di denaro (Piano Marshall) da parte degli USA che ha permesso lo sviluppo di nuove industrie le quali hanno rapidamente portato sul Mercato nuovi prodotti molto efficienti (in primiis elettrodomestici ed automobili) dai prezzi molto bassi.
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● una necessità eccezionale per gli europei (in particolare per Italia e la Germania) di riprendere una vita normale perduta durante la Seconda Guerra mondiale.
Nella fase storica del Boom degli anni ‘50-’60 vi era cioè una eccezionalità nella condizione emotiva delle popolazioni occidentali: in Europa le persone, vessate da più di 20 anni di “regimi” e di guerra, avevano un forte desiderio di acquistare beni che li portassero a dimenticare le terribili condizioni vissute (ciò vale anche per gli USA, che avevano vissuto 15 anni di povertà assoluta dall’inizio della crisi della “Grande crisi” del ‘29).
Non è che dopo la Seconda guerra mondiale non vi fossero bisogni primari da soddisfare a cui pensare, ma la forte frustrazione delle persone ha permesso – grazie alla “forzatura” consistente nel Piano Marshall (“doping” economico) – lo sviluppo delle nuove modalità di benessere effimero”, inaugurando la fase del “consumismo”, nella quale esse sono spinte a comperare “d’impulso” prodotti voluttuari, che non soddisfano più bisogni fisiologici (mentali e fisici).
<see Why Hi-Tec and disruptive innovation are incompatible (the “Human factor”)>
vedi sulle poosibilità di cambiamento – New modality of Consumerism (Key of Changes #2)>
L’ingente apporto di denaro del Piano Marshall ha permesso nel dopoguerra di avere nuovamente un buon livello di occupazione, e stipendi più alti (condizioni che comunque si sono perdute già alla fine degli anni ‘60).
Questo nuovo benessere è stato favorito anche da alcuni altri fattori:
– la illusoria “scorciatoia” di poter “spendere di spendere più di ciò che non si ha in tasca” – grazie alla creazione di canali che offrivano acquisti a rate e mutui; e con l’inizio della pubblicità battente in televisione); un fattore che oggi è alla base delle crisi della Società occidentale.
– le nuove forme evolute di pubblicità sviluppate dagli anni ‘50, che hanno portato a quella che le nuove strategie di vendita chiamano “acquisto di impulso”: una acquisto rispetto al quale non vi è alcuna riflessione, poiché, tra le altre cose, le persone sono illuse dalla promessa di un futuro roseo da parte del Mainstream media. <si vedano i miei articoli “Business problems: the difference between original and current marketing” e “The problems of the current Market strategies: toward a crowd participated Marketing”>
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Si noti come i sondaggi attuali indichino che si sia in una condizione simile a quella del Boom economico – nonostante la realtà indichi una povertà crescente. Una condizione di “bolla mentale” nella quale la gente preferisce spendere in cose “frivole” perché illusa che la Società occidentale garantisca loro in ogni caso un benessere futuro (vedi le promesse dei governi – propagandate tra gli altri dal Web Economic Forum a cui partecipa Mario Draghi – della garanzia di avere un buon stipendio anche per chi non lavora).
IL DIFETTO DI FONDO DEL BENESSERE DELLA MODERNITÀ: IL CIRCOLO VIZIOSO DI UN BENESSERE NON A MISURA D’UOMO
La questione di fondo in questo caso, come si è detto in precedenza, è valutare quanto il benessere vissuto negli anni del Boom fosse un benessere sostenibile. Ovvero è valutare se non si sia trattato di quegli “eccessi” che permettono all’uomo di accedere a piaceri intensi, che poi si dissolvono lasciando conseguenze profondamente negative.
Ciò che emerge da una analisi
della qualità della vita occidentale dell’ultimo secolo
È CHE QUELLO DELLA MODERNITÀ È UN BENESSERE “NON FISIOLOGICO”.
(NON COMPATIBILE CON LE FUNZIONI VITALI DELL’ESSERE UMANO).
Ovvero nell’ultimo secolo la Società occidentale ha portato le persone ad una qualità di benessere che entra in conflitto con l’ordine della società (la capacità delle persone di comportarsi in modo funzionale ad un buon funzionamento della Società), creando un circolo vizioso che rende la società sempre più insostenibile (il problema è che in tale condizione sociale i Governi sono costretti, per rimediare alle condizioni di malessere che così viene generato, ad implementare misure che rendono sempre più insostenibile la vita).
[vedi in precedenza il cap. “come nella società occidentale il regresso ha preso il posto del progresso”]
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E per quanto riguarda il benessere sviluppato dal Sistema sociale della Società moderna europea, come si è detto in precedenza, si tratta di vedere
come è possibile che mentre nella società precedente
– di “Ordine naturale” –
il benessere sia durato millenni,
nella modernità dopo pochi momenti di reale benessere
si siano succedute crisi sempre più gravi
(fino all’attuale presa d’atto che tale benessere è definitivamente tramontato).
Più nello specifico, è necessario considerare che le crisi economiche della Società occidentale sono iniziate già negli anni ‘20 del Novecento. E che allora i Governi pur avendo cercato in tutti i modi di porre rimedio alla prima crisi del Novecento, vi sia stata appena pochi anni dopo, la crisi decennale (la grande crisi degli anni ‘30) che ha prodotto conseguenze catastrofiche, che nessuno è stato in grado di risolvere, ed che è terminata solo con le circostanze “fortuite” (per gli USA) dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
E si tratta inoltre di considerare che se alla fine della Seconda guerra mondiale, vi è stata una breve fase di “Boom”, questa è subito seguita da una serie di profonde crisi che si sono succedute fino all’annuncio di Macron della “fine dell’era dell’abbondanza”.
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L’analisi di quanto è accaduto relativamente al benessere moderno dalla fondazione della Società moderna (Rivoluzione industriale) – e non solo la dichiarazione con la quale Macron ha sancito la “fine dell’era dell’abbondanza” – è che tale benessere non è il reale benessere dell’umanità (quello a misura d’uomo, sviluppato nella Società di tipo tradizionale):
ciò di cui oggi si è arrivati alla fine
è il benessere “artificiale”
nato con la forzatura delle modalità di vita delle persone
(ossia la fine del super-consumismo basato sulla ricerca di soddisfazioni emozionali).
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In altre parole il problema non è la fine dell’abbondanza fisiologica ottenibile con una Società impostata sull’ordine tradizionale, come dimostrano i molti esempi di essa attualmente esistenti, ma
è unicamente la fine di quella abbondanza “artificiale”
di esperienze effimere,
mirate a soddisfare piaceri superficiali
che poco o nulla hanno a che vedere con la vita fisiologica dell’uomo
(e non ha nulla a che vedere con il reale progresso dell’umanità).
ALCUNE CARATTERISTICHE PECULIARI DEL MALESSERE SVILUPPATO DALLA SOCIETÀ MODERNA:
IL DIFETTO DI FABBRICA DELLA SOCIETÀ MODERNA
In conclusione, nel valutare la differenza tra la Società tradizionale del Villaggio e la Società moderna è quindi determinante tener conto che quest’ultima, a differenza delle prima, ha spesso prodotto malessere e povertà.
Ricordiamo che, nel valutare le differenze tra i due modelli di società, dobbiamo prendere il considerazione il fatto che ai tempi del Villaggio antico non vi era ancora stata una evoluzione delle conoscenze tecniche come c’è stata nell’era moderna, e quindi che in tale valutazione è necessario riflettere sul come una ulteriore evoluzione delle conoscenze tecnologiche avrebbe potuto permettere un ulteriore miglioramento del benessere all’interno della Società tradizionale.
Ovvero si tratta di chiedersi come sarebbe la vita in un Villaggio di tipo tradizionale se si applicassero parte delle tecnologie attuali: quelle considerate essere “sostenibili” (in realtà ciò si emerge negli esperimenti di costruzione di villaggi come quelli sviluppati nei cosiddetti “eco-villaggi“). [si veda nella appendice al vol. 2 “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo del benessere” il cap. “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo di benessere nella società: verso un uso sostenibile delle nuove tecnologie”]
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Come detto in precedenza, ad una attenta analisi emerge appunto che
con la modernità
in molti aspetti della vita delle persone
SI È REGISTRATO UN REGRESSO PIÙ CHE UN PROGRESSO:
le persone che vivevano la condizione di benessere fisiologico nei Villaggi tradizionali sono state costrette a trasferisti nella Città (in Inghilterra con gli Enclosure Acts) dove – in particolare nell’800 – esse si sono trovate in condizioni equivalenti a quelle delle schiavitù (qui, come detto in precedenza, esse per non morire dovevano lavorare in fabbrica per 15 ore al giorno, abitando in tuguri, senza nessuna forma di assistenza sanitaria e pensione: questo “progresso” ha cioè portato alle terribili condizioni di vita che hanno spinto i fondatori del Socialismo a sviluppare le nuove dottrine di aspra critica alla Società del tempo).
Questo è un punto determinante spesso ignorato:
la Rivoluzione industriale
– dalla quale si è sviluppata l’attuale modernità –
è nata con un atto di forza dal parte delle Istituzioni governative
CHE HANNO LETTERALMENTE COSTRETTO
LE POPOLAZIONI DELLE CAMPAGNE A RECARSI A VIVERE NELLE CITTÀ.
Nello specifico ciò è avvenuto con gli Enclosure Acts che derivavano da una azione di lobbing presso il governo da parte del nuovo Capitalismo industriale, con la quale si è ottenuto lo sfratto dei contadini dai loro pascoli. In conseguenza di ciò gli abitanti della campagna, rimasti senza mezzi di sussistenza, per non morire di fame hanno dovuto recarsi nella città dove dovevano sottostare alle condizioni definite dalle Industrie.
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Vediamo alcuni dei molteplici problemi peculiari sviluppati della Società occidentale del ‘900:
● l’enorme numero di morti prodotti dalle due prime “guerre di massa” (le due Guerre mondiali). Con le “tecnologie moderne” si sono potute fare stragi di massa che erano impossibili prima della Rivoluzione industriale.
Ricordiamo inoltre la potenza delle tecnologie moderne nella creazione di “stragi di massa”: la bomba atomica e i super-virus creati in laboratorio.
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● il drastico peggioramento del livello di salute dei cittadini
Nella ‘900 si è sviluppata una sovra-medicalizzazione che ha trasformato la salute da una condizione naturale, ad una condizione artificiale caratterizzata da una dipendenza dai farmaci. Farmaci che a causa dei noti “effetti avversi” hanno portato allo sviluppo di nuove patologie sempre più diffuse.
E nella Società moderna si sono ripresentati i drammatici problemi delle “pandemie” che ci si vantava di aver eliminato per sempre (questa volta si tratta di epidemie direttamente o indirettamente causate dalla stessa “Scienza moderna”, per la prima volta estese a livello globale).
Più nello specifico la Civiltà moderna ha sviluppato problemi di salute in quanto:
– nuove patologie create dalle modalità di vita moderne, molte delle quali sono fatali come cancro e obesità (a cui si deve aggiungere il problema dei super-virus prodotti in laboratorio). Si deve inoltre tener conto che dal 2022 la durata media della vita – un altro dei vanti della modernità – è cominciata a diminuire.
In gran parte queste patologie sono legate all’uso sempre maggiore di cibi artefatti (ad esempio la celiachia è in gran parte dovuta all’utilizzo di farine derivanti da nuovi cereali creati apposta per poter essere inseriti in modo ottimale nel ciclo della coltivazione e della produzione di prodotti alimentari di tipo industriale).
Altre patologie sono create dagli effetti collaterali negative di medicine e vaccinazioni.
– droga: il caso forze più significativo è quello degli opioidi, farmaci utilizzati per la diminuzione del dolore, che con il Fentanyl negli USA è “scappato di mano” nella sua applicazione, creando dipendenze che sono sfociate nello spaccio della stessa medicina in quanto a droga (si noti che il Fentanyl è di produzione Cinese). A causa di tale droga negli USA le morti ogni anno aumentano del 18%.
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● la distruzione della Natura prodotta dalla modernizzazione del pianeta con inquinamento, consumo insostenibile di risorse naturali, “cementificazione” dei territorio abitati, ecc ….
Non si parla qui dell’eventuale responsabilità dell’Uomo nel cambiamento del clima, ma della sostituzione di una ambiente naturale con uno artificiale.
Tale distruzione influisce in modo determinate sulla qualità dell’ambiente (aria, acqua, cibo, ecc .. ), e quindi sulla qualità di vita (e della salute fisica e mentale) delle persone.
Si noti come la forma mentis moderna non sia in grado di approcciare il cambiamento nel modo giusto. Ovvero tale problema non è visto in termini razionali, i quali sarebbero quelli indicati molti anni or sono dal Principio di Precauzione emesso dall’ONU, nel quale si indica chiaramente che non si può utilizzare una tecnologia fino a che non si sia dimostrata la sua innocuità. O, in altre parole, indica che se vi è anche solo il dubbio che una serie di tecnologie possano creare gravi danni, esse – a prescindere dai vantaggi che possono dare – non dovrebbero essere utilizzate.
Wikipedia «In some legal systems, as in law of the European Union, the application of the precautionary principle has been made a statutory requirement in some areas of law (…) Regarding international conduct, the first endorsement of the principle was in 1982 when the World Charter for Nature was adopted by the United Nations General Assembly, (…) Soon after, the principle integrated with many other legally binding international treaties such as the Rio Declaration and Kyoto Protocol.
The precautionary principle may also be interpreted as the evolution of the “ancient-medical principle” of “first, do no harm” »
[si veda il mio articolo “The misunderstanding on ecology (we need disruptive innovation in ecology)”]
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● l’aumento della violenza interna alle comunità sociali che ha raggiunto in molti casi il livello di gravità riscontrata in paesi del cosiddetto Terzo mondo dai quali le popolazioni oggi cercano di emigrare: si arriva al paradosso che molti immigrati clandestini fuggono dalla violenza del loro paese per finire nelle metropoli USA che hanno un livello di violenza equivalente (rapine ed assassini per le strade).
In sostanza la Società occidentale ha sviluppato proprio quel “Darwinismo sociale” (ambiente nel quale “il cane grosso mangia i cani piccoli”) per uscire dal quale nel Neolitico l’Uomo aveva creato la nuova società del Villaggio:
paradossalmente l’Uomo con la Modernità, volendo migliorare la società del Villaggio tradizionale, ha determinato un regresso della sua Civiltà, tornando alla fase precedente a quella della creazione del Villaggio.
[vedi nel vol. 2 il cap. “Il Darwinismo sociale della Società moderna, e la “meritocrazia al contrario””]
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● peggioramento del “livello culturale” della popolazione in quanto a mancanza conoscenze effettive della realtà (di come funzionano effettivamente le cose del Mondo, e quindi di come si possa sviluppare in modo ottimale la propria vita). Ovvero
oggi tutto si basa su un sapere che non è più conoscenza.
Di conseguenza le persone non sono più in grado di badare a se stesse, e sono incapaci di sviluppare rapporti umani costruttivi .
<vedi
– dal punto di vista della conseguenze sociali, il già citato Articolo “The problem of the loss of the original culture”
– nel vol. 2 il cap. “La questione fondamentale del recupero della cultura tradizionale”>
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Ciò è dovuto almeno a due fattori:
– la formazione dei futuri adulti: le stesse istituzioni governative oggi ammettono quello che esse definiscono il “fallimento formativo”: dalle valutazioni ufficiali emerge infatti che il 50-70% degli studenti della scuola pubblica – negli USA – non riesce a diplomarsi alle scuole superiori . (si noti come nelle aree rurali le cose vadano molto meglio).
– la qualità della Cultura diffusa nella Società, con i Media mainstream e le iniziative delle Istituzioni governative (si veda la diffusione da parte di queste ultime delle informazioni relative alla salute e ai farmaci).
Oggi viene cioè diffusa una cultura impoverita di elementi fondamentali che permettevano all’uomo di vivere senza dover ricorrere in tutto e per tutto al supporto delle istituzioni concorrono varie strategie finalizzate alla diffusione di un “Sapere istituzionale” che si sovrappone gradualmente al sapere tradizionale; strategie basate in gran parte sulla censura di ogni forma di pensiero non allineato.
[sulle conseguenze di ciò si veda nel vol. 2 l’articolo “Disumanizzazione (alienazione) / recupero delle qualità umane degli individui”]
Si vedano a tal proposito casi come quelli nei quali l’FBI dettava i programmi dei più importanti Social network, o quello dello Stato italiano che in un momento di crisi creato da esso stesso con i lockdown, sovvenzionava solo i media che si impegnassero a diffondere unicamente le informazioni passate della “istituzioni” (in questo modo i Governanti sono in grado di mantenere il consenso anche quando commettono gravi errori che peggiorano la vita dei Cittadini).
Queste modalità di manipolazione della Cultura sono utilizzate anche dal Mercato al fine di riuscire a diminuire le capacità critiche dei Consumatori, e riuscire a vedere i loro prodotti con le attuali strategie dell’”acquisto di impulso” (riuscire a vendere prodotti senza alcuna qualità utile per chi acquista).
[vedi nel vol. 2 il cap. “L’Era post-industriale: verso una nuova rivoluzione di Produzione e Logistica”]
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● creazione di un livello di povertà insostenibile
Con l’evoluzione della Società occidentale
paradossalmente volendo garantire un benessere (prosperità) superiore a quello ottenuto dalla società di tipo tradizionali, si è arrivati a produrre un grave malessere.
Una delle cause di questo problema è che nella Società occidentale moderna tutto dipenda dal fattore economico, ossia dal denaro (dalle leggi del Mercato, secondo le quali la scarsità è un fattore positivo, perché permette di vendere i prodotti ad un prezzo maggiore).
[vedi nel vol. 2 il cap “Dalla scarsità alla abbondanza“]
Il difetto di fabbrica del Sistema sociale moderno
Ovviamente non tutto è negativo nella Società occidentale moderna: con la modernità sono arrivate importanti “innovazioni” positive della vita dell’uomo. Ma
in generale la modernità sviluppata negli ultimi due secoli
ha prodotto un regresso
rispetto alla qualità della vita che si aveva nel Villaggio tradizionale.
Ricordiamo che nel fare un confronto tra la qualità della vita nel Villaggio antico e quella moderna è necessario tener in considerazione che nella prima mancavano ancora molte delle conoscenze scientifiche (tecnologiche) oggi disponibili. Ovvero quando si valuta la vita delle comunità antiche è necessario chiedersi quale sarebbe la qualità della vita se allora fossero state disponibili le conoscenze tecnologiche attuali.
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Ma se si vuole recuperare un livello di benessere fisiologico è necessario comprendere il perché la Società europea nel ‘900 sia entrata in una crisi sempre più profonda: ossia
è necessario prendere coscienza degli ambiti
nei quali la Società occidentale moderna ha fallito.
Ciò è necessario in particolare in seguito alla constatazione da parte delle Istituzioni governative globali del fatto che si sia arrivati ad un punto di svolta dopo il quale non sarà più possibile recuperare – con gli attuali competenze e metodi – il benessere “di un tempo”.
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Il fatto che per più di due secoli la Società occidentale, con l’applicazione dei suoi Principi fondanti, non solo abbia continuamente creato problemi, ma anche che ogni volta che essa ha cercato di risolvere tali problemi – applicando gli stessi principi – abbia ottenuto come risultato nel medio periodo di aggravare tali problemi,
ci porta a considerare che vi sia
un difetto d’origine nell’impostazione di tale società.
Si tratta appunto, in sintesi, di individuare nello specifico quale sia questo
difetto di fabbrica, che ha finito per creare un profondo malessere.
Ciò che va analizzato in particolare è il fatto che
i tentativi di risolvere i problemi
– le varie crisi che si sono succedute nel ‘900 –
non facciano altro che aggravare i problemi precedentemente creati.
Alla ricerca degli elementi fondanti della Società occidentale
Alla ricerca di quale sia l’impostazione peculiare della Società occidentale è necessario chiedersi in quali termini può essere sintetizzato il “metodo moderno” utilizzato negli ultimi due secoli nella organizzazione della nostra Società?
A tale proposito possiamo dire che
il “principio filosofico” peculiare della attuale società occidentale
è quello della “modernizzazione”
della Società dell’Uomo
E che la modernizzazione è intesa come trasformazione della società tradizionale (dell’Ordine naturale, che si sviluppa spontaneamente senza un progetto definito a priori da qualcuno) in un nuovo ordine “razionalizzato” il quale – secondo le intenzioni dei sostenitori del progetto – dovrebbe garantire una qualità di vita superiore a quella della società precedente.
Una delle differenze tra i due modelli che saltano agli occhi ad una prima analisi consiste nel fatto che mentre la Società tradizionale si è sviluppata (per millenni) in modo spontaneo con un intervento diretto degli abitanti motivato dalla loro aspirazione di accedere ad una qualità della vita migliore, la società modernizzata è caratterizzata dalle seguenti caratteristiche:
– si basa su un modello progettato a priori (nasce “sulla carta”).
Ed in tale modello
– si impongono alla popolazione le modalità di vita (si obbligano le persone a fare,e a non fare cose definite a priori, “per Legge” ).
La società moderna è cioè una società il cui sviluppo è pianificato a tavolino da alcuni governanti, i quali perseguono interessi che non corrispondono con quelli dei Cittadini.
Il problema è che tali governanti nella attuale Democrazia di tipo europeo in realtà non rappresentino affatto la volontà dei loro elettori. Ma essi sono portati a perseguire gli interessi di chi ha finanziato le onerose campagne elettorali che hanno permesso loro di arrivare ai posti di governo: interessi che sono spesso in contrasto con quelli degli elettori (si veda il caso significativo degli interessi in gioco nelle questioni relative al Covid 19)
[si veda più avanti il cap. “I Cittadini non hanno una reale possibilità di scegliere i loro rappresentanti (la questione della falsa scelta da parte dei Cittadini)” ed anche in precedenza il cap. “Le due tipologie di società dal punto di vista del government”]
In che modo il sistema moderno è viziato da un difetto di fabbrica (il tentativo di razionalizzare la realtà)
In sintesi, il risultato dello sviluppo della società modernizzata è stato – con l’eccezione di qualche breve momento di effettivo benessere – la produzione di malessere fino ad arrivare al punto attuale nel quale anche i migliori esperti al servizio delle istituzioni hanno dovuto prendere atto che con il “metodo moderno” non è più possibile ripristinare una condizione di benessere sociale (si veda l’affermazione di Macron “Sono finiti i tempi dell’abbondanza”).[si veda in precedenza il cap. “Come il (breve) momento di reale benessere della società europea moderna sia stato favorito da particolari condizioni fortunate “]
Ed il fatto che la “fine del benessere” sia il risultato di un processo sviluppato durante due secoli, e non un avvenimento improvviso, ci porta a considerare che vi sia un difetto d’origine nell’impostazione della società moderna:
un difetto di fabbrica che ogni volta che si applica il metodo su cui esso si base si producono effetti imprevisti negativi.
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Il difetto di fabbrica in questione
CONSISTE NELLA IMPOSTAZIONE CULTURALE DELLA SOCIETÀ:
OSSIA CONSISTE NEL MODO IN CUI SI INTERPRETA LA REALTÀ
(come si pensa “funzionino” il Mondo, l’essere umano e la sua comunità sociale).
La conseguenza di tale nuova visione del Mondo è che in base a tale Cultura, a tale forma mentis,
quando si interviene sulla realtà
lo si fa in un modalità
che non è compatibile con essa
(una modalità che, appunto, è fondamentalmente differente da quella utilizzata nella Società tradizionale).
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Quali sono quindi i tratti salienti di della “filosofia” che sta alla base della modernizzazione della società tradizionale?
Il punto è che
la Società moderna
mira sostanzialmente
AD UNA LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA REALTÀ.
Ovvero oggi si pensa che per modernizzare il Mondo sia necessario applicare ad esso una razionalizzazione spinta (in quanto trasformazione del Mondo naturale in un mondo artificiale).
Sul tentativo di razionalizzazione della realtà, Einstein afferma: «A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico (…). Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore.” Ma, di fatto, dice Einstein, la Scienza ha rivelato “un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo” (del Mondo così come è nel suo stato naturale).
Ed anche: “Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L’universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto”.
<vedi il capitolo “Liberalismo e Società di ordine naturale” nel mio testo “Oltre la Socialdemocrazia”>
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All’atto pratico, poiché nella forma mentis moderna si vede la realtà come un qualcosa che deve essere “messa in ordine” dall’intelligenza umana, negli ultimi due secoli in Occidente si sono voluti “razionalizzare” molti aspetti della vita umana (l’organizzazione della Comunità umana, la modalità di educazione dei bambini, la sessualità degli individui, ecc …) e del funzionamento dei processi della Natura (con prodotti OGM, con energia nucleare, ecc …).
In questo modo si sono non solo sostituiti elementi fondamentali della Cultura tradizionale, ma si è anche “rivoluzionata” la Società alle sue fondamenta. Si tratta di
un cambiamento radicale dei fondamenti di un qualcosa che aveva permesso all’Uomo di sviluppare per millenni benessere
– attenendosi il più possibile al funzionamento fisiologico della Natura dell’essere umano e dell’ambiente.
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Ovvero la Cultura della modernizzazione ha eliminato totalmente dalla Civiltà moderne il patrimonio di conoscenze tradizionali indispensabile all’essere umano per sviluppare la sua vita in modo ottimale, prendendosi la responsabilità di se stesso, e gestendo in prima persona la propria vita (e quindi gestendo direttamente l’organizzazione della sua comunità sociale).
Un paio di riflessioni sulle strategie di razionalizzazione della realtà (e della Cultura):
● lo sviluppo della società pianificato a tavolino dai governanti della attuale “Democrazia sociale” europea non differisce in modo sostanziale da quello praticato nei paesi del Socialismo reale (Comunismo), dove esso ha, appunto, sempre e comunque creato povertà e morte.
● il riduzionismo scientifico è applicato ad ogni livello della Cultura occidentale moderna, e produce una “semplificazione” del Sapere: si tratta della scelta della Scienza moderna con la quale essa ha deciso che sia più pratico operare su modelli semplificati della realtà (perdendo in questo modo un quadro completo del problema analizzato).
[vedi il capitolo precedente “Il problema che impedisce di trovare una soluzione: la visione riduzionistica della realtà”]
● il Cancel culture (l’Egemonia culturale di A. Gramsci) con il quale oggi le Istituzioni governative “normalizzano” la Cultura per poter avere una popolazione priva di senso critico.
Vedi alcuni miei testi già citati in precedenza:
– “L’Egemonia culturale del Marxismo gramsciano (Cultural Marxism)”
– “Il ruolo del “Marxismo culturale”: la Rivoluzione morbida del Cancel culture”
– “the Cultural Revolution that generated Social Democracy“
– “The basis of the transformation process implemented by the Cultural Marxism“
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In ultima analisi il problema della Società occidentale è che, a livello delle istituzioni che si occupano di organizzare la società, di salvaguardare la salute dei Cittadini, ecc ..,
attualmente si opera con una Cultura ridotta dalla quale sono state eliminate molte sfumature che sono determinanti nei meccanismi di funzionamento fisiologico dell’Essere umano e della sua società.
Il problema è quindi che quando si tratta di intervenire sulla realtà “organizzandola” secondo il “metodo moderno” si finisce immancabilmente per creare dei problemi (in un certo senso è come se si volesse costruire un aeroplano conoscendo solo una parte delle leggi della fisica: manca la conoscenza completa del funzionamento della realtà) <vedi il mio articolo “Il problema dell’economia moderna”, capitolo “In che senso si tratta di un “mondo astratto” (il difetto di fabbrica dell’economia politica)”>
La modernizzazione per quanto riguarda l’organizzazione della Società
Dal punto di vista della organizzazione “politica” della società (del government), come vediamo in altri punti, con la modernizzazione la Società occidentale
si è perduto di vista l’obiettivo di migliorare la qualità della vita,
finendo di perseguire interessi
che sono in conflitto con quelli dell’Essere umano.
Sostanzialmente oggi si perseguono gli interessi di “gruppi di potere” finanziario ed ideologico (Government e Mercato, i quali negli ultimi decenni hanno trovato il modo di operare in sinergia).
<vedi cap. “Current politicians do not act in a democratic mode at all” nell’articolo “Politics (of the 20th century) is dead: it is necessary to restore real democratic politics”>
<vedi il mio articolo “Towards a Welfare 2.0: Quale è il problema del Welfare attuale?”>
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Il problema della incapacità di arrestare la crisi della società occidentale è aggravato dal fatto che anche chi si oppone all’attuale sistema di government (dissidenti, opposizioni politiche, autori critici, ecc …) paradossalmente utilizza la stessa impostazione culturale del “Sistema”. Ciò porta appunto ad una impossibilità di sviluppare qualsiasi effettiva soluzione per la attuale crisi.
Ovvero
se non si sarà in grado di uscire dagli “schemi” culturali attuali,
sarà inevitabile che si arrivi
ad un collasso del Sistema sociale occidentale attuale.
[vedi in precedenza il cap. “Anche la Cultura “alternativa” attuale non è in grado di risolvere il problema”]
Gli errori di fondo del metodo moderno (dell’Ideologia moderna)
In sintesi il problema della Società occidentale risiede quindi, a monte di tutto, in un suo difetto dell’impostazione culturale: essa si basa su una visione della realtà (dell’essere umano e della società) ridotta, impoverita rispetto al Sapere tradizionale. Una visione che porta appunto, quando si interviene sulla realtà, a creare problemi.
Alcuni aspetti specifici di questa visione peculiare della modernità sono:
● la visione riduzionista secondo la quale “tutto è una questione economica”
Un dei problemi di fondo, come detto in precedenza, è che oggi si tende a considerare la Società come un qualcosa fondamentalmente basato su regole economiche: in questo modo si perde di vista quel il fattore umano che per millenni è stato alla base del benessere sviluppato dalla Società tradizionale.
<vedi alcuni miei testi:
– mio articolo “Il problema dell’Economia moderna”>
– il mio testo su “Il circolo vizioso generato dalla “via economica” alla gestione della società”>
– il già citato capitolo “Recuperare la dimensione di Economia reale” nell’articolo “Manifesto della politica dei cittadini”>
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● la visione metafisica (ideologica) della Scienza, che non tiene conto della realtà effettiva)
Come detto, la Cultura modernizzata non si basa sull’osservazione di casi realmente esistiti, ma su congetture che vengono assunte come verità (le “Idee” di base dell’Ideologia).
Come si è detto l’ideologia è la condizione di “sottomissione” ad una idea: in tale dimensione l’Idea originaria è più importante di quanto risulta dall’osservazione della realtà effettiva. Ovvero la Cultura moderna si basa oggi su un qualcosa che non è una Scienza (in un ragionamento scientifico vi deve essere sempre e comunque una corrispondenza con la realtà).
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Il problema è che nella dimensione ideologica della Società occidentale attuale:
1) tutto è iniziato da una idea astratta, basata su convinzioni di alcuni intellettuali che hanno concepito nella loro mente un “progetto” di società senza partire dall’osservazione di casi reali (è come se si fosse messo sul mercato un farmaco non sperimentato su esseri viventi; e, ciò che è peggio, è come se i risultati fortemente negativi non venissero presi in considerazione).
Si tratta di una forma di pensiero che, come le religioni, è basata su criteri metafisici; essa quindi, proponendo idee che non hanno alcun riscontro con la realtà, non ha un fondamento razionale, non è una scienza (ma è una sorta di religione senza un Dio).
Come affermava Karl Popper, il Filosofo della Scienza che ha definito le caratteristiche della Scienza moderna, non è che una idea che ricade nel campo della metafisica non abbia un suo senso, ma essa non può essere utilizzata in un ragionamento scientifico-razionale, poiché le sue basi non sono legate alla realtà (la regola è che il ragionamento deve poter essere messo alla prova con un processo razionale per tentare di confutarlo).
Un esempio: non è razionale dire che gli uccelli volano perché lo vuole Dio, perché ciò può anche essere “vero” all’interno di una religione, ma non offre alcuna possibilità di dimostrarlo (o di confutarlo) attraverso dei ragionamenti razionali.
L’idea che gli uccelli possano volare perché sono più leggeri dell’aria può invece essere valutata in un contesto specifico: infatti una persona che abbia studiato la Fisica, pesando un uccello e lo stesso volume di aria, può dire con certezza che si tratta di una idea errata.
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Le ideologie appartengono per loro natura all’ambito delle Idee di tipo metafisico, che non sono né confermabili né confutabili al livello di ragionamento razionale, perché esse sostengono sostanzialmente, che derivando i problemi della Società dal fatto che vi sia un “conflitto di classe”, eliminando una delle Classi sociali (la Borghesia), il Mondo può acquisire una condizione di benessere definitiva.
(in realtà dopo due secoli di esperimenti si sono ottenuti unicamente fallimenti, ma il fatto che l’idea risieda ad un livello metafisico – che non accetta confronti con la realtà, come è per le Religioni – fa appunto sì che i loro sostenitori – come vediamo nel prossimo punto – possano affermare che alla fine l’idea vincerà).
<vedi il cap. “The philosophy of science has identified the lack of current scientific theories” nel mio testo “La manipolazione delle masse: “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa” (english)”>
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Ma in tale dimensione
2) poiché le idee non hanno una connessione con la realtà effettiva (si prescinde dall’esperienza, ovvero non si impara dai riscontri forniti dalla realtà), si rimane attaccati all’iniziale alla concezione della bontà assoluta dell’Idea di base, e quindi si continua imperterriti agire in modo errato anche quando i risultati dell’applicazione del metodo istituzionale divengono fortemente negativi.
Nella dimensione ideologica, in caso di risultativi negativi si è portati a pensare che il problema non possa essere il fatto che si è sbagliato ad applicare i principi dell’Ideologia, ma, al contrario,
si pensa che il problema sia nel non avere ancora applicato abbastanza tali principi.
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Il fatto è cioè che in un contesto ideologizzato come quello dello Stato sociale moderno,
la forma mentis dei governanti è “blindata”
nei confronti di qualsiasi cambiamento,
E SI PROCEDE CON ACCANIMENTO
NELL’APPLICAZIONE DEL DOGMA SINO AL TRACOLLO DEL SISTEMA.
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Così è stato, ad esempio, in Unione sovietica: fino a che non vi è stato il tracollo si è continuato a pensare che alla fine si sarebbe sistemato tutto.
La stessa cosa accade oggi in Europa e negli Stati Uniti con l’applicazione dell’Ideologia dello “Stato sociale” (la Democrazia rappresentativa nella quale i “rappresentanti” finiscono per gestire il potere senza più tener conto della reale volontà dei Cittadini).
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Non è che nessuno abbia capito quale sia la gravità della crisi attuale (a parole Macron ha ufficialmente decretato la fine del benessere della società moderna). Il fatto è che
ll livello più elevato del “potere” che opera a livello globale
utilizza l’attuale crisi per ottenere un potere ancora maggiore
(si veda il piano stilato da Mario Draghi per il G30, nel quale si sostiene che solo portando la popolazione allo stato di povertà generalizzata, sarà possibile creare un governo globale in grado di governare con potere assoluto – tutto ciò, ovviamente, “per il bene dei Cittadini”).
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Si noti come, tra le altre cose, già negli anni ‘60 Rockfeller (ancora oggi a capo della “finanza globale”), sostenesse che per il bene dell’Umanità la Finanza avrebbe dovuto assumere il controllo delle Nazioni, utilizzando il modello di government della Cina comunista di Mao (“Qualunque ne sia stato il prezzo, la Rivoluzione Cinese ha indubbiamente ottenuto dei risultati, non solo nel realizzare una amministrazione dello Stato più efficiente e rapida, ma anche nel promuovere una società ad alta moralità”.”).
Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione (il Progresso diviene regresso)
Quindi il problema di fondo della modernizzazione è che essa si basa su idee astratte, che non hanno riscontri nella realtà. Si tratta di una forma mentis che porta le persone ad ignorare ciò che effettivamente accade poiché il focus rimane sulla necessità di applicare l’idea di base (in tale condizione se si ottengono risultati negativi, questi sono considerati essere passaggi necessari per poter accedere al risultato finale che vanno quindi sopportati).
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Qui di seguito vediamo quali sono le conseguenze delle due caratteristiche fondamentali della modernizzazione della Società esposte in precedenza:
– essa nasce con un progetto astratto (è un “progetto” nato sulla carta, e non dall’osservazione di casi che abbiano effettivamente funzionato).
– in tale condizione non si impara dall’esperienza.
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Da tale condizione derivano le seguenti conseguenze:
1) azzeramento di quanto l’Uomo ha sviluppato in quanto a conoscenze generali ed a definizione di un modello specifico di organizzazione della Società: nella modernizzazione si ha una “distruzione creativa” necessaria per poter sviluppare una Cultura ed un Ordine sociale radicalmente nuovi attraverso strategie di Ingegneria sociale che riprendono quelle applicate nei paesi del Socialismo comunista (il termine “distruzione creativa” è di Mario Draghi, l’ideologo degli anni 2.000 del “potere globale”, che riprendere il concetto di “rivoluzione morbida” di A. Gramsci, il fondatore del Partito comunista italiano).
Il quotidiano il Manifesto: (“Arriva la distruzione creativa”) «La cifra del governo Draghi rappresenta un salto di qualità dei poteri finanziari con l’obiettivo di imporre tre direzioni di marcia: drenare tutte le risorse pubbliche a favore delle imprese competitive sui mercati internazionali, creare le premesse per il ripristino prima possibile della gabbia del debito e delle politiche di austerità, approfondire l’espropriazione di democrazia »
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Si tenga conto che la Società occidentale moderna nasce con le due Rivoluzioni oggi integrate in una unica Ideologia: la Rivoluzione industriale (che cambia radicalmente il modo di vivere della persone, in quanto “lavoratori” e consumatori); la Rivoluzione socialista (nella quale il fine è la creazione di un “Stato sociale” il quale impone le regole ai Cittadini).
Questo azzeramento della Cultura tradizionale diventa il problema di fondo della Società moderna, poiché con esso
si perde quel patrimonio di conoscenze che avevano permesso all’uomo di sviluppare benessere per millenni.
Si noti che nel perseguire questa radicale trasformazione della società con la speranza messianica di arrivare ad una sorta di dimensione di benessere superiore a quella tradizionale, ci si impegna a distruggere quanto dall’uomo ha creato nel passato, attraverso strategie oggi conosciute come Cancel culture (strategie che derivano dall’idea di Gramsci di definire una nuova forma di Marxismo: l’Egemonia culturale, da attuare attraverso una “Rivoluzione comunista morbida”).
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2) arresto del progresso dell’umanità.
L’ideologia applicata allo sviluppo della Società moderna non permette più di imparare dall’esperienza, ovvero di riconoscere i propri errori. Ne consegue che ciò che era sbagliato all’inizio rimane per sempre sbagliato (ed in questo caso si è partiti da una idea che è una pura “convinzione mentale”, e che come minimo successivamente sarebbe dovuta essere messa a punto in base ai risultati ottenuti).
Si tratta di
una differenza fondamentale con la Società tradizionale la quale si è evoluta proprio in base al processo di “tentativi e correzione degli errori”.
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Ovvero
uno dei problemi di fondo della Società occidentale
è che in essa non vi è progresso:
per lo meno non il Progresso nel senso tradizionale, in quanto miglioramento del benessere dell’Essere umano.
[vedi più avanti il cap. “Il nuovo ordine razionale moderno si sviluppa cancellando l’ordine tradizionale: il Progresso diviene un regresso”]
Nel Progresso tradizionale i miglioramenti della qualità della vita si sono sempre ottenuti partendo dalle idee di chi aveva bisogni da soddisfare (ciò vale per tutte quelle soluzioni precedenti alla modernità, dal Mulino alla barca a vela).
In tale dimensione le “tecniche” erano sempre finalizzate direttamente al miglioramento della qualità della vita.
Oggi, dal punto di vista degli interessi delle popolazione, “l’innovazione” appare come fine a se stessa. O meglio appare essere finalizzata a soddisfare gli interessi di chi inventa e produce (vende) le “innovazioni”.
<vedi i miei già citati articoli:
– Innovation is intrinsically (historically) bottom-up
– “Crowd-driven Innovation/Crowdsourcing”
– “Bottom Up Reform Initiative: introduction”
– “I Cittadini sono le uniche persone che possono (co)progettare soluzioni efficaci“>
L’errore di non considerare il “fattore umano”, e di forzare il funzionamento naturale delle relazioni sociali
Il problema creato da tutto ciò è che si tratta di strategie nelle quale
si perde di vista il fattore umano,
forzando le persone ad abbandonare quella dimensione di vita nella quale esse sanno comportarsi in modo spontaneo per far funzionare la loro Comunità sociale.
E si arriva inevitabilmente ad un fallimento delle modalità di organizzazione della società (government), come è accaduto, appunto, nei paesi impostati sul Socialismo comunista.
Il problema è che In tale contesto alle persone vengono imposte regole di vita, ed esse finiscono così per assuefarsi ad una vita “artificiale”. In tale condizione
le persone vengono gradualmente a perdere la capacità di organizzare la loro vita, e quindi la loro Comunità sociale
(si perde cioè quel modello di vita sociale che ha funzionato per millenni).
Ovvero,
con il processo di “modernizzazione,
la società perde la sua capacità di organizzarsi in modo spontaneo.
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Una di queste forzature che la modernizzazione della società ha indotto sul sistema di sviluppo spontaneo della società è consistita appunto nel “doping” economico introdotto nella società europea negli anni ‘50 con il Piano Marshall.
Sebbene questo benefit abbia portato alcuni vantaggi (almeno all’apparenza, sul piano materiale), si è trattato di una forzatura che ha creato una alterazione dei meccanismi spontanei di funzionamento della Società, che ha portato il mondo occidentale ad una dimensione di crisi cronica: nel ‘900 sono state costantemente introdotte misure che presto hanno portato a conseguenze collaterali negative.
Si noti che il “regalo” degli Stati Uniti di per sé non sia stato un qualcosa venuto spontaneamente dalla Società americana, ma sia stata una forzatura con la quale i Governanti hanno utilizzato il denaro dei contribuenti americani, i quali in pochi anni hanno visto triplicare le loro tasse.
I FATTORI DELLA CRISI DAL PUNTO DI VISTA OPERATIVO :
BENESSERE EFFIMERO & INDEBITAMENTO
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A proposito di meccanismi utilizzati dal government (e dal Mercato) per creare una condizione “artificiale” della Società, i quali, ricorrendo a forzature dei meccanismi naturali spontanei, creano effetti collaterali negativi, vediamo quali sono alcuni difetti specifici della nostra Società.
Il problema del benessere effimero e dello spendere più di quanto si possiede
Uno dei problemi causati dalle modalità di vita indotte dalla Società moderna è quello della condizione di ”incoscienza” che porta a cercare forme di piacere effimero (della durata di poche ore). Un tipo di piacere non in sintonia con il funzionamento fisiologico del corpo (e della mente) umana.
Come visto in precedenza, si tratta di una condizione simile a quelle della baldoria, nella quale si raggiunge un tipo di piacere che come conseguenza produce una condizione di malessere.
In altre parole il benessere della Società moderna è divenuto una forma di benessere “non sostenibile” per quanto riguarda il sistema fisico e mentale dell’essere umano (e della Natura): il fatto che nella modernità si persegua con costanza tale fine porta a conseguenze negative in entrambi gli ambiti: degrado delle capacità umane di agire come essere sociale e degrado dell’ambiente.
Ovvero questa continua ricerca di benessere non più fisiologico porta allo sviluppo delle seguenti caratteristiche negative:
–inibizione della tradizionale percezione del senso della vita, cosa che porta l’essere umano a perdere di vista ciò che è bene per esso dal punto di vista fisico e morale.
– creazione di una dipendenza da tale forma di benessere effimero che non permette più alle persone di uscire dal circolo vizioso della ricerca di piacere effimero.
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Analizziamo nei prossimi paragrafi come tale stile di vita influisca in modo determinante sul funzionamento della Società.
○ La ricerca del piacere immediato (delle soddisfazioni effimere, a livello emotivo)
La modernizzazione si basa tra le altre cose sulla “rivoluzione dei consumi”, nella quale
si è alla ricerca di una soddisfazione
compulsiva di bisogni materiali e morali
che non sono più quelli fisiologici del tempo precedente.
Nella nuova “Civiltà del consumismo” vi è rivoluzione dello stile di vita: una “rivoluzione culturale” che avviene nella coscienza delle persone. Questa dipendenza influenza la vita personale delle persone, ed il funzionamento della società (che vicine Società/Mercato).
Tale rivoluzione ha in primo luogo un aspetto qualitativo: a livello individuale nasce la dipendenza dallo shopping (indotto da messaggi pubblicitari); ovvero tutto diviene subordinato agli “impulsi”, ad una spinta emotiva (lo scopo del Marketing moderno è l’induzione all’acquisto d’impulso).
Il Marketing (la pubblicità) crea
un consumo a livello rituale,
il quale non è più una soddisfazione di bisogni fisiologici materiali e morali.
Una condizione che Marx definisce come «feticismo della merce».
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Successivamente il consumismo diviene una questione quantitativa: le persone sono in qualche modo costrette a cambiare continuamente i prodotti che hanno da poco acquistato.
In ciò concorre anche lo Stato, che in “sintonia” con il Mercato, con nuove normative costringe i consumatori a cambiare prodotti ancora perfettamente funzionanti.
<vedi miei articoli “The need for a turnaround” e “A marketing for the disruptive age: the marketing of pro-sumers”>
Si tratta, appunto, di
un modo di vivere che porta dei vantaggi nell’immediato:
ma proprio a causa di quel modo di vivere le cose continuano a peggiorare.
La fuga nel Paese dei balocchi: le analogie tra la nostra Società e la favola di Pinocchio
Come detto in precedenza, il problema che mina alla base la qualità della vita della Società occidentale è che in essa le persone vivono nel classica modalità del “Paese dei balocchi” (la metafora di Pinocchio nella quale il burattino non vuole crescere – divenire Essere umano – e si lascia convincere ad andare in quel posto “col seducente nome di ‘Paese dei balocchi’” nel quale si vive in un mondo di fantasia – come nei sogni dell’infanzia).
Si notino in tale metafora le analogie con la nostra Società: nel Paese dei Balocchi si vive nella speranza, in un mondo di fantasia. Quando i bambini salgono sul carro che li porta al promesso luogo del piacere continuo essi provano malessere, ma sopportano grazie all’aspettativa di arrivare un giorno nel paese dei sogni
«il carro era già tutto pieno di ragazzetti … ammonticchiati gli uni sugli altri come tante acciughe nella salamoia. Stavano male, stavano pigiati, non potevano quasi respirare: ma nessuno diceva ohi! nessuno si lamentava. La consolazione di sapere che fra poche ore sarebbero giunti in un paese, dove non c’erano nè libri, nè scuole, nè maestri, li rendeva così contenti e rassegnati, che non sentivano nè i disagi, nè gli strapazzi, nè la fame, nè la sete, nè il sonno.»
Lucignolo per convincere Pinocchio a salire sul carro gli dice «se non vieni, te ne pentirai. Dove vuoi trovare un paese più sano per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole, lì non vi sono maestri, lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola, e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica. Figurati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo di gennaio e fi niscono con l’ultimo di dicembre. Ecco un paese come piace veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili!»
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Interessante il fatto che nella prima versione Pinocchio muoia impiccato dai briganti « e sebbene sentisse avvicinarsi la morte, pure sperava sempre che da un momento all’altro sarebbe capitata qualche anima pietosa a dargli aiuto. Ma quando, aspetta aspetta, vide che non compariva nessuno, proprio nessuno, allora gli tornò in mente il suo povero babbo… e balbettò quasi moribondo:
“Oh babbo mio! se tu fossi qui!…”
E non ebbe fiato per dir altro. Chiuse gli occhi, aprì la bocca, stirò le gambe e, dato un grande scrollone, rimase lì come intirizzito. »
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Il gatto e la volpe sono un’altra metafora della Società moderna: essi truffano Pinocchio convincendolo a sotterrare i suoi soldi nel “Campo dei Miracoli” dove secondo loro si sarebbero moltiplicati.
○ L’incoscienza nello sperperare denaro: il problema dell’indebitamento
Una delle conseguenze dello stile di vita consumista è quindi la compulsività: si fanno le cose d’impulso, e non perché si percepisce che in quel modo si apportano reali vantaggi alla propria vita.
[vedi il mio articolo “Hypno-governance: mass hypnosis”]
In altre parole
la forma mentis della modernità porta a superare alcune barriere che la realtà pone al conseguimento compulsivo della nuova forma di benessere.
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Una delle limitazioni che vengono così superate è quella della disponibilità di denaro per poter acquisire nuovi beni: con l’introduzione di alcuni espedienti nel sistema Società/Mercato
si è creato un sistema nel quale
È POSSIBILE
“SPENDERE PIÙ DI QUELLO CHE SI HA IN TASCA” .
Questa nuova concezione dell’Economia si è diffusa tanto a livello individuale quanto a livello di government.
L’incoscienza moderna a livello individuale (il problema di comperare a credito)
A livello individuale la nuova incoscienza rispetto all’utilizzo delle proprie risorse economiche è stata indotta dal sistema del Mercato moderno, il quale ha creato nella mente delle persone l’illusione di essere in una condizione simile a quella di chi vince ad una lotteria.
Oggi cioè le persone, per quanto riguarda la loro vita privata, possono comperare quello che vogliono grazie ai debiti che esse possono contrarre (prestiti con le banche, mutui, carte di credito e rateizzazioni, ecc …).
Nella loro vita sociale le persone vengono illuse di trovarsi in una sorta del Paese della Cuccagna grazie ai benefits sociali: il più sofisticato dei quali è il reddito garantito pagato direttamente dallo Stato (che un cittadino percepisce solo perché esso esiste – a causa di questo reddito gli “immigrati clandestini” vedono appunto l’Occidente come il Paese della Cuccagna; la versione per adulti del Paese dei Balocchi).
Il paese della Cuccagna è nella cultura popolare quel posto dove si possono avere favolosi piaceri senza lavorare. Tale luogo è raffigurato dal famoso dipinto di Bruegel ”il paese della cuccagna” (che sembra essere ispirato ad una favola dei fratelli Grimm) nel quale si vede la gente è sdraiata all’ombra degli alberi (non c’è bisogno di lavorare) che sogna a occhi aperti (tra gli altri benefits promessi dalla Società moderna, c’è quello della definito come “fonte della giovinezza”, che è una attrattiva non dissimile da quella promessa dalla Medicina moderna con le super-medicine e la manipolazione genetica).
Vivendo in tale condizione di bagordi, si finisce immancabilmente nella situazione che la saggezza popolare definisce come “fine della cuccagna” (non a caso Macron, per dichiarare la fine dell’era del benessere moderno, la definisce come “fine dell’abbondanza”, la quale abbondanza è proprio la qualità fondamentale del Paese della Cuccagna). Ovvero
finita la cuccagna
si vive un “giorno dopo” di forte malessere.
Un altro aspetto del Paese della Cuccagna portato nella Società moderna sono i servizi del Welfare:
il Cittadino pensa di poter usufruire di servizi gratuiti,
quando invece li paga in tasse
(cosa che crea un circolo vizioso che con il tempo porta appunto alla “fine della Cuccagna”).
L’incoscienza moderna a livello delle Istituzioni politiche
Un problema che rende tragica la situazione della Società occidentale moderna è che anche le Istituzioni governative hanno adottato per la propria gestione economiche la nuova filosofia di vita inizialmente creata dal Mercato (nella modernità nasce cioè l’Economia politica che sostituisce l’Economia tradizionale dell’Uomo).
<vedi
– il già citato capitolo “Recuperare la dimensione di Economia reale” nell’articolo “Manifesto della politica dei cittadini”
– nell’articolo “Il problema dell’economia moderna”, il già citato capitolo “In che senso si tratta di un “mondo astratto” (il difetto di fabbrica dell’economia politica)”
– il già citato articolo “Il problema dell’Economia moderna”
– il mio testo su “Il circolo vizioso generato dalla “via economica” alla gestione della società”
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La nuova forma di Economia, l’Economia politica, non si basa più sulla tradizionale idea di dover operare in modo ottimale in un contesto nel quale vi sono risorse limitate, ma con essa
si elimina il problema della limitatezza delle risorse
con la possibilità di ricorrere a debiti
(ad esempio “vendendo” ai Cittadini Buoni del Tesoro, o facendosi prestare il soldi da altre nazioni); e di stampare nuovo denaro.
La nuova “Politica economica” è definita come Deficit spending,
che significa, appunto, spendere più di ciò che si ha a disposizione.
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In questo modo
le Istituzioni governative
vanno contro i principi
in base ai quali si sviluppa la realtà,
inaugurando così quel circolo vizioso di crisi economica che ha afflitto la maggior parte dell’ultimo secolo, e che è culminata con la “fine dell’abbondanza” decretata da Macron per conto delle istituzioni governative globali.
Il problema di fondo, che genera la situazione di circolo vizioso a causa della quale non è più possibile uscire dalla crisi economica, è che la forma mentis dell’Economia politica è divenuta un monopolio, per cui si finisce per tentare di risolvere i problemi economici gli stessi metodi che li hanno creati: in tal mondo si continua ad aggravare il problema, fino ad un inevitabile punto di collasso (significativo è il caso del governo Biden iniziato nel 2021).
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Ci si deve rendere conto che nel 2022 quanto a livello di povertà si è tornati indietro di un secolo (a dire il vero vi è una differenza significativa: allora in una famiglia lavorava solo uno dei due coniugi).
Un caso significativo è appunto quello del governo Biden che ha cominciato a spendere aumentando il Deficit – con l’idea di migliorare la vita dei Cittadini – cosa che in pochi mesi ha portato ad un netto peggioramento della qualità della vita negli USA: nel 2022 in un anno una famiglia ha speso al mese 450.000 dollari in più rispetto all’anno precedente.
Un fatto significativo è che in Italia sono tornati in voga i “libretti” sui quali i commercianti segnano gli acquisti a credito dei clienti.
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Il problema che sta portando l’economia occidentale al collasso
È CHE TUTTI PENSANO CIOÈ
DI MIGLIORARE LE COSE ACCUMULANDO DEBITI,
MA A CAUSA DI TALI DEBITI TUTTO FINISCE PER CROLLARE.
(a causa di ciò crollano anche intere nazioni come la Grecia e l’Italia).
Come il Capitalismo globale oggi diviene il “Padrone del Mondo” grazie al “debito”)
Si noti come il problema dell’indebitamento sia una delle strategie fondamentali del Capitalismo: il Mercato spingendo i Consumatori a contrarre debiti fanno in modo che essi comperino ciò che non si potrebbero permettere.
Ma oggi l’indebitamento è utilizzato dal nuovo Capitalismo finanziario per sottrarre le proprietà ai Cittadini. Ciò accadeva anche molto tempo or sono: le persone più ricche nelle aree rurali convincevano i contadini a farsi prestare i soldi per migliorare le loro condizioni di lavoro (ad esempio per comperare un mulo), per poi sfruttare le clausole del contratto (ad esempio i tempi di restituzione del denaro) per divenire proprietario di quel terreno.
Con il programma del World Economic Forum (stilato da Mario Draghi) il Capitalismo finanziario globale prevede lo sfruttamento di situazioni di emergenza (indotte dal Sistema government/mercato) per espropriare le proprietà ai Cittadini (in parte facendo fallire, con la strategie della “distruzione creativa” di Draghi, le imprese medie e piccole).
Un caso di esproprio delle proprietà è quello architettato alla Hawaii nel 2023.
Ma vi sono casi del genere sviluppati a livello di Nazioni, come quello in cui la Germania ha sostanzialmente preso possesso delle risorse turistiche (le isole) della Grecia. O quello della Cina, che con la strategie di prestare soldi a nazioni in via di sviluppo, mette in una condizione di sottomissione i governi che non riescono a restituire i soldi (praticamente tutti).
[vedi in precedenza il cap. ”Le caratteristiche che portano il sistema moderno all’autodistruzione”]
In conclusione: la crisi attuale è la conseguenza della sviluppo di un indebitamento irresponsabile
Quindi quello dell’indebitamento è una nuova forma mentis che caratterizza tanto i Cittadini (che spendono più di quanto potrebbero spendere ricorrendo al credito) quanto le istituzioni (che continuano ad applicare il deficit spending con il quale essi non si preoccupano di spendere più di quanto hanno nella casse, poiché essi possono sempre aumentare le tasse ai Cittadini).
Il problema è che
né le istituzioni governative, né i critici del sistema
si rendono conto di come questa “incoscienza”
del cercare una nuova forma di benessere attraverso strategie che non tengono conto dei Principi della realtà, non può che portare ad un definitivo collasso del sistema (quello che ha annunciato Macron nel 2022).
Di fatto vi sono persone che si rendono conto del problema, ma poiché esse lucrano su tale condizione, non pensano minimamente a cambiare le cose.
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Ovvero, se si vuole ritornare ad una condizione di benessere effettivo, è necessario fare il punto della situazione: oggi è necessario rendersi conto che nella Società moderna
i momenti di reale benessere
– sostanzialmente il Boom economico degli anni ‘60 –
sono stati la classica situazione di euforia
nella quale ci si è spinti ad andare oltre alle proprie reali possibilità,
per finire nuovamente in una situazione di malessere.
Malessere come povertà, violenza sociale, inefficienza delle istituzioni di assistenza sociale, disoccupazione, genitori single con figli piccoli, anziani con pensioni non sufficienti a vivere, ecc ..
L’ENDEMICITÀ DELLA CRISI DELL’OCCIDENTE
(IL FALLIMENTO DEL WELFARE)
Il problema intrinseco alla società basata sul Welfare moderno
Un aspetto paradossale della società moderna è quello della funzione del Welfare moderno:
con il Welfare si è voluto creare maggior benessere, ma con esso si è ottenuto un malessere peggiore di quello che si voleva eliminare
Ovvero con il Welfare moderno per fare “un regalo ai cittadini” lo Stato spende più di quello che potrebbe spendere, ed i tal modo i cittadini divengono sempre più poveri a causa di problemi specifici come
– l’aumento delle tasse, che rende il potere di acquisto dei loro stipendi sempre più ridotto (di fatto è come se i loro stipendi fossero sempre più bassi)
– lo stampare nuovo denaro, cosa che produce inflazione e recessione, ossia aumento dei prezzi e disoccupazione (è ciò che accade con il governo Biden negli usa dal 2021).
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Per tali ragioni nella società del Welfare moderno il benessere diminuisce costantemente, cosa che accade dal Boom degli anni ‘60. E come oggi possiamo vedere, questo trend è culminato con il collasso annunciato Macron con il concetto di “fine dell’abbondanza”.
Il risultato paradossale dell’applicazione dei criteri dello “Stato assistenziale” è, appunto, che
una società che ha “rivoluzionato” il modo di vivere tradizionale con lo scopo di rendere la vita migliore, ha finito per arrivare ad un punto nel quale la vita dei Cittadini è peggiore di quello iniziale.
Più nello specifico le condizioni alle quali si è giunti sono quelle di:
– una sempre maggior povertà: dal 2008 è divenuto sempre più arduo acquistare beni voluttari, ma dal 2021 si è arrivati alla difficoltà di trovare soldi per cose essenziali come cibo e pagamento delle bollette.
– sempre maggior inefficienza del Sistema assistenziale (che i Cittadini continuano a pagare in misura sempre maggiore).
Il Welfare è entrato in una spirale viziosa di inefficienza, funziona in modo sempre peggiore, e costa sempre di più in tasse ai Cittadini ed in contributi richiesti per ogni prestazione (e comunque essi sono costretti, se vogliono un servizio decente, a ricorrere ad alternative private).
Si ricorda che agli inizi del ‘900 vi era ancora in parte di quel Welfare spontaneo organizzato dal basso che ha caratterizzato per millenni la Società di tipo tradizionale. Ovvero a quel tempo, ad esempio, con un giorno di paga un lavoratore godeva dell’assistenza sanitaria per un anno.
[vedi più avanti il capitolo “Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)”]
Cosa è la Società di Ordine naturale
(come è possibile recuperare il benessere tradizionale)
INTRODUZIONE ALLA SOCIETÀ DI “ORDINE NATURALE”
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Riassumendo quanto detto nella sezione precedente,
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● la Società occidentale è arrivata ad un punto di svolta: le Istituzioni governative (per bocca di Macron) hanno dichiarato che è finita l’era del benessere moderno.
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● la Cultura su cui si basa la Società moderna occidentale non permette di risolvere il problema, poiché essa è auto-referenziale, è concepisce solo soluzioni basate sugli stessi strumenti che hanno creato problemi.
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● i problemi specifici che si hanno in questo momento sono,tra gli altri:
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– perdita del Sapere che nel passato permetteva all’essere umano riuscire a vivere organizzando in prima persona la propria vita: oggi le Idee (Ideologia) prevale sui fatti, e si perde di vista la realtà effettiva ..
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– perdita di quello che è l’elemento base della società umana: la famiglia (il Villaggio era una sorta di famiglia estesa nella quale un diffuso senso di solidarietà permetteva di avere una sorta di Welfare spontaneo (che funzionava molto meglio di quello attuale). Oggi viene a mancare l’auto-sufficienza del nucleo familiare (e quindi della Comunità sociale).
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● In questa fase della modernità il nuovo Stato-sociale acquisisce una dimensione di government slegato dalle reali necessità dei Cittadini, ed in tale condizione si sviluppa una spirale viziose nella quale le cose continuano a peggiorare (incremento del malessere dei Cittadini e delle economie nazionali). La “normalizzazione“ del Sapere coinvolge anche “le opposizioni”, per cui nessuno è più in grado di individuare le cause profonde dei problemi (e di sviluppare soluzioni funzionanti). [vedi i capitoli precedenti “Le qualità di fondo che sono andate perdute” e “Comparazione tra le modalità di organizzazione della società nello sviluppo del benessere” ]
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● si tratta quindi di individuare un modello di organizzazione della società (di government) differente da quello attuale (ciò è necessario per non ripetere l’errore di concepire “sulla carta” tale modello). Ovvero è necessario trovare un modello di riferimento, una società che abbia effettivamente funzionato nel produrre benessere (che, tra le altre cose, non abbia prodotto gli effetti collaterali negativi che hanno portato la nostra società al collasso).
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● per fare ciò la questione è, a monte di tutto, individuare il criterio per valutare correttamente i tipi di società apparsi nel passato.
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Tale criterio è: il benessere che la società è in grado di sviluppare.
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Vedremo come In base a tale criterio emerga che le società che hanno prodotto un reale benessere per millenni sono quelle che hanno adottato quella tipologia di organizzazione della società (di government) che viene definita di Ordine tradizionale (il cosiddetto Ordine naturale della società).
In sintesi l’analisi sin qui sviluppata
Prima di passare a cercare di capire quale possa essere un modello di società effettivamente funzionante, riassumiamo quindi quanto detto in precedenza.
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Si tratta quindi di
trovare un modello da utilizzare come riferimento
per ricostituire una società
in grado di sviluppare un reale benessere,
come è stato nel caso della società creata nel Neolitico (il Villaggio), la quale è riuscita – compatibilmente con le risorse e le conoscenze tecniche del tempo – a sviluppare per millenni fino ai nostri giorni un benessere effettivo, sostenibile.
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Le due caratteristiche peculiari del modello di Società tradizionale sono:
– si è avuto un benessere sostanziale, a misura d’uomo: si tratta cioè di un benessere che è mirato contemporaneamente a fornire un piacere dei sensi e una soddisfazione di bisogni effettivi del corpo e della psiche.
Mentre il benessere sviluppato dalla società moderna nel ‘900 si limita quasi unicamente, come si è visto, allo sviluppo di un piacere dei sensi: un benessere voluttuario ed effimero che non è sostenibile, ovvero che essendo per lo più limitato ad un livello emozionale, non è in grado di soddisfare bisogni sostanziali, e produce effetti collaterali negativi (un forte malessere) i quali finiscono per portare il sistema al collasso. [vedi in precedenza il cap.”L’insostenibilità del benessere moderno”]
– il tipo di benessere sviluppato dalla società tradizionale dell’uomo è durato per millenni, ed era fisiologicamente compatibile con la psiche e l’organismo dell’Essere umano (e con l’ambiente).
Mentre, come si è detto, nella modernità del ‘900 il reale benessere è durato poco più di un decennio, e per il resto del tempo si è trattato di dover affrontare una crisi continua che è culminata con la definitiva “fine dell’era dell’abbondanza” annunciata da Macron nel 2022.
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In questa sezione analizziamo più nello specifico come sia organizzata la società basata su quel tipo di benessere sostanziale, è a misura d’uomo, che si è avuto per millenni dei Villaggi, e che esiste tutt’ora in molte piccole Town degli USA: la Società tradizionale del cosiddetto ’”Ordine naturale” ..
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La questione di come sia possibile riportare l’attuale Società occidentale – della quale è stata decretata la fine della fase di benessere – ad una dimensione di reale benessere, è che in primo luogo necessario comprendere quale possa essere il modello di società a cui ci si può riferire in tale processo.
Ovvero:
1) si tratta di individuare un modello di organizzazione della società che abbia realmente funzionato, altrimenti si ricadrebbe nell’errore commesso nel definire il modello della attuale Democrazia moderna europea, che è stata concepita “sulla carta” da alcune persone ..
Ciò che è stato fatto nella definizione della nostra Società è stato un po’ come se si fosse pensato un farmaco e lo si fosse diffuso senza prima testarlo, ovvero senza avere una prova del suo funzionamento effettivo.
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Ma ancora prima,
2) si tratta di chiarire che il criterio da utilizzare per valutare quale sia un tale tipo di società è quello del benessere:
la società migliore è stata cioè quella che ha permesso ai suoi abitanti di godere di forme di benessere che non abbiano creato conseguenze negative per i suoi abitanti
(a livello psichico e fisico), e nella struttura della società.
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A tal proposito, nell’analisi del benessere nelle varie forme di società susseguitesi nella Storia in precedenza si è individuata come forma di benessere auspicabile quello sviluppato dal modello di società che è definito di “Ordine naturale”: il Villaggio tradizionale creato nel Neolitico (e presente ancora oggi in molte parti del Mondo) quando l’Uomo ha deciso di fare un salto di qualità nella sua vita (quella dei nomadi raccoglitori/cacciatori).
Il fatto che tale modello sia tutt’ora in auge in molte piccole comunità locali delle aree rurali non ancora conquistate dalla modernizzazione, e nelle piccole Town USA, ci permette di avere un riferimento concreto di come possano funzionare le cose in tale contesto.
Dobbiamo registrare il fatto che oltretutto tale modello si sta nuovamente diffondendo con i sempre maggiori tentativi di creare modelli di vita alternativi a quello della modernità attuale, come quelli delle comunità degli eco-villaggi.
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I nuovi casi rappresentati dalle “avanguardie” nello sviluppo di modalità di organizzazione delle Comunità sociali finalizzati a riportare la Società occidentale sull’orlo del collasso ad un dimensione di reale benessere (un esempio è il caso degli Eco-villaggi), ci mostrano inoltre come sia necessario riportare le tecnologie ad una dimensione umana, nella quale esse siano un reale supporto allo sviluppo di un benessere fisiologico .
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Il fatto è che, come si è detto, per sviluppare nuovamente un benessere che sia alla pari con il benessere attuale,
è necessario “aggiornare” il modello della Società tradizionale aggiungendo ad essa una parte delle “invenzioni” degli ultimi anni
(per non ricadere nel problema di un benessere che si trasforma in malessere, è necessario però adottare unicamente le tecnologie sviluppate negli ultimi due secoli, solo quelle realmente sostenibili) [a proposito delle tecnologie sostenibili si veda nel vol. 2 il cap. “Quale è la differenza sostanziale tra le due tecnologie (progresso e benessere vengono solo dal basso)”].
PREMESSA: PER RISOLVERE UN PROBLEMA È NECESSARIO SIA STUDIARNE LE CAUSE PROFONDE, SIA ANALIZZARE LE SOLUZIONI GIÀ REALIZZATE DAL ALTRI
Nel delineare un modello di Società che permetta di recuperare il benessere perduto nella Civiltà occidentale vediamo innanzitutto di comprendere meglio come la nostra società sia arrivata a sviluppare malessere, e a collassare.
Ciò è necessario affinché si possa essere sicuri di non commettere più gli errori che si sono commessi negli ultimi due secoli in Occidente.
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La nostra analisi prosegue quindi analizzando, a monte di tutto, come si sia sviluppata, a livello di organizzazione della Società, la Civiltà occidentale.
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Per approcciare l’attuale problema della crisi della società occidentale è opportuno a monte di tutto tenere in considerazione che:
1) come diceva Einstein, quando un problema persiste nonostante ripetuti tentativi di risolverlo il problema di fondo è che manca la consapevolezza di quella che è la causa più profonda di tale problema.
Più nello specifico del nostro caso,
2) la questione del persistere del problema è dovuta al fatto che si pensa che la situazione in cui si vive sia l’unica possibile: ovvero si continua a cercare di risolvere il problema con gli stessi metodi e strumenti che lo hanno creato.
Si tratta quindi, per poter definire un modello di società realmente funzionante, di uscire dalla gabbia mentale creata da una Cultura occidentale “ridotta” e “normalizzata” al punto dal farci vedere la realtà da un punto di vista dal quale si ha una visione molto parziale della realtà. E da farci perdere la consapevolezza di quali siano le possibilità per l’essere umano di organizzare in prima persona la propria vita (e quindi la propria Comunità sociale).
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Il problema prodotto da questa visione ridotta del Mondo, più nello specifico consiste nel fatto che
oggi si pensa preconcettualmente che non si possa prescindere da una Istituzione autoritaria (uno Stato) che governa dall’alto la popolazione,
senza prendere in considerazione il fatto che la Società dell’uomo ha funzionato producendo benessere per 10.000 anni con un governo diretto della popolazione (la società dell’“ordine spontaneo” del Villaggio tradizionale)
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Si tratta quindi, a monte di tutto, di recuperare quella parte della Cultura umana che si è perduta negli ultimi due secoli (compresa la memoria storica delle esperienze passate dell’Uomo) [vedi nel vol. 2 il cap. “La questione fondamentale del recupero della cultura tradizionale”]. Per riuscire quindi
1) ad inquadrare nel modo corretto il problema di fondo che ha portato la Società occidentale moderna alla attuale condizione di collasso.
e quindi
2) ad individuare modelli di società nei quali l’uomo abbia vissuto con continuità un effettivo benessere.
Some considerations on the development of the Society of Man
Per comprendere meglio come si possa recuperare un livello di benessere simile a quello che l’Uomo è riuscito a sviluppare con la creazione del Villaggio, è necessario chiarire alcune questioni relative allo sviluppo delle Società nella storia:
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► Prima della modernità le Comunità di tipo tradizionale hanno funzionato anche quando sottoposte a regimi dittatoriali
Analizzando la Storia emerge infatti che prima della modernità il modello di government basato sulla gestione diretta da parte degli abitanti della comunità (quello del Villaggio) ha funzionato in modo efficace nello sviluppare benessere anche quando esso è stato sottoposto un regime autoritario.
Ciò è accaduto per il fatto che i regimi autoritari del passato (prima degli ultimi due secoli) hanno sempre riconosciuto la necessità dei government locali di mantenere la loro struttura di autogestione per potersi sviluppare in modo ottimale (probabilmente per il fatto che i “regimi” di allora riconoscevano che in tal modo essi avrebbero potuto chiedere a tali comunità locali un maggior livello di tasse).
► Quella che oggi è chiamata Democrazia adotta in realtà un modello antitetico rispetto a quello della reale Democrazia
Per comprendere come definire un modello di Società che possa produrre un reale benessere è necessario tener conto di come negli ultimi due secoli in occidente si siano sviluppate forme di government sostanzialmente differenti tra loro. Esse sono:
● la prima Democrazia moderna, quella degli Stati Uniti, la quale è nata sui principi della reale Democrazia (quella originaria): essa è stata cioè creata con una azione – la rivoluzione americana – nella quale le comunità sociali locali (le Town del ‘700) si sono sbarazzate del regime autoritario (il Regno d’Inghilterra), creando una associazione di Government locali priva di uno Stato centrale (tali Town continuano oggi ad autogovernarsi).
Uno dei problemi prodotti dalla riduzione della Cultura moderna è che oggi si pensa agli Stati Uniti come ad una entità governata da Washington, ma la conformazione federale attuale è una degenerazione della concezione originaria delle Democrazia americana.
Il fatto è che tale Democrazia ha funzionato per molti anni senza uno Stato centrale (i Federalisti erano sempre bocciati alle elezioni) poiché nessuno ne sentiva la necessità. Solo dopo molti anni alcuni personaggi che avevano cominciato – recandosi nella Francia post-rivoluzionaria – ad apprezzare alcuni aspetti delle Ideologie di potere hanno cominciato a desiderare di creare un Potere centrale che potesse prevalere sui government locali.
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Si ricorda che la Democrazia è nata più di 2.500 anni or sono proprio come modalità di government che ovviasse ai problemi creati dalle dittature (oligarchie). Ne risulta che la Democrazia moderna creata con gli Stati Uniti è perfettamente in linea con il concetto di Democrazia.
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● la Democrazia europea, una forma di government creata con la Rivoluzione francese nel quale nella realtà dei fatti si è ricreato lo stesso modello delle Monarchia che con essa si è preteso di sostituire: in tale forma di Democrazia l’unica trasformazione che si è avuta è la presa di possesso del potere dei Monarchi da parte di una nuova classe di governanti.
Ovvero
la Democrazia europea è stata fondata nel ‘700 senza cambiare sostanzialmente nulla del modello autoritario precedente
(la Monarchia assoluta).
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Tra il modello della Democrazia originaria (ripreso nella sostanza dalla Rivoluzione americana) vi sono quindi differenze sostanziali che rendono i due modelli antitetici, In particolare
nel caso dell’Europa
è mancata completamente l’adesione al modello delle Democrazia.
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Tra la Democrazia USA (che ha ripreso alla lettera la struttura della Democrazia originaria ateniese) e la Democrazia europea le differenze sono quindi sostanziali .
Nella Democrazia europea non è possibile trovare praticamente alcun aspetto della vera Demos-crazia (salvo in alcuni aspetti della Democrazia svizzera), mentre – come vediamo nel capitoletto successivo – nella Democrazia USA, nonostante essa si sia fortemente evoluta in direzione dello “Stato-sociale” (il modello socialista della Democrazia europea, nel quale la Classe politica dirige la nazione in modo relativamente autonomo) rimante l’essenza della reale Democrazia nelle comunità locali (le piccole Town fondate dai coloni) che sono tutt’ora governate direttamente dai Cittadini [vedi a proposito del fallimento della rappresentanza il cap. “Il problema strutturale della Democrazia europea: l’inganno della rappresentanza (la Democrazia moderna non è affatto rappresentativa)”]
<a proposito di cosa sia una vera Demos-crazia si veda il capitolo “The nature of the decisions to be made in a real Democracy (the locality of needs)” nel mio testo “Introduzione alla Democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla Democrazia europea di uscire della crisi”>
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In altre parole
la conseguenza della maggior democraticità
di alcune parti della Democrazia USA
è che in esse si continua a produrre reale benessere
mentre nella Democrazia europea
si arrivati ad un livello di malessere insostenibile.
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Ciò è appunto dovuto al fatto che la Democrazia diretta a livello locale degli USA
● si attiene a principi costituzionali tipici della Democrazia i quali, pur essendo dichiarati in modo esplicito nella varie forme di Democrazia moderna europea, sono di fatto violati.
Si parla di Principi costituzionali come quello della Sovranità del Cittadino, che di contro rimane come fondamento del government della comunità di Ordine tradizionale di molte Town USA.
● si attiene, più in generale, a quelli che oggi sono definiti come i diritti fondamentali dell’Uomo, (che l’ONU specifica devono essere alla base di qualsiasi Società civile). Diritti che, di contro, in nome dell’Ideologia del “politically correct” sono di fatto ignorati nella Democrazia di tipo europea (e dalle politiche di Washington). [vedi in precedenza il cap. “La questione dei Diritti fondamentali dell’Uomo”]
Questi “Diritti fondamentali” permangono nella Democrazia dei Villaggi USA (Town) per il fatto che, come vediamo in altri punti, essi sono interiorizzati dalla popolazione di tali comunità di “Ordine naturale”- [vedi poco più avanti il cap. “Una analisi delle “regole spontanee” dell’Uomo (e della Società)”]
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Nei prossimi capitoli vediamo in modo più approfondito in cosa consiste la cosiddetta Società dell’ordine naturale del Villaggio nata nel Neolitico – 10.000 anni or sono – e tutt’ora in voga in molte parte del mondo, come nelle piccole Town USA.
LE BASI DELLA SOCIETÀ DI TIPO TRADIZIONALE
Per comprendere meglio come possano esistere alternative migliori all’attuale forma di Democrazia utilizzata in Occidente dobbiamo tener conto di come la Storia ci mostri come per millenni gli esseri umani abbiano vissuto in una dimensione di reale benessere sostenibile in quella che è definita come Società di “ordine naturale”.
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Un “ordine tradizionale” che oggi
viene pian piano annullato
dalle Istituzioni governative della Democrazia moderna,
la quale impone una sovrapposizione del suo “Nuovo ordine” sociale a quell’ordine naturale che nelle comunità locali ha funzionato per millenni.
.
In altre parole nel ‘900 la Società occidentale è passata da un Ordine naturale ad un Ordine “artificiale” (rispetto a quella che l’uomo ha sviluppato in modo spontaneo per millenni).
Si è cioè passati ad un “Nuovo ordine” sociale di tipo Social-democratico nel quale
l’organizzazione della società si trasforma da un tipo di organizzazione diretta da parte delle persone ad una organizzazione da parte del cosiddetto “Stato sociale”
(uno dei modi per definire la Stato del Welfare).
Si noti come il fondatore del Partito Comunista Italiano, Antonio Gramsci, avesse teorizzato agli inizi del ‘900 la necessità di questo “Nuovo ordine” per sostituire l’Ordine sociale tradizionale in una operazione che egli definitiva come la sostituzione “del falso ordine borghese coll’ordine nuovo comunista” . Il nuovo ordine era appunto basato su uno Stato centrale in grado di imporre alle comunità locali la classica forma di “Ingegneria sociale” tipica dei paesi Comunisti.
.
Il nuovo ordine sociale applicato in Occidente
è così pervasivo che
obbligando esso le persone ad un tipo di vita radicalmente nuovo,
SI È SNATURATA ANCHE LA FORMA MENTIS DEGLI INDIVIDUI
(i quali hanno finito per perdere la consapevolezza di come si possa fare a vivere badando a se stessi).
ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ORDINE NATURALE E SU QUELLO “MODERNO”
Vediamo quindi quali sono le differenze tra i principi organizzativi (le modalità di governo) della società) della attuale Democrazia occidentale e quelli della società tradizionale (quella giunta fino a noi dalla “rivoluzione neolitica” nelle Town USA).
Contemporaneamente vediamo quali sono le differenze tra le due forme mentis delle due società.
L’Ordine naturale è stato scoperto dall’Uomo, mentre quello moderno è stato inventato ex-novo
Una delle differenze fondamentali tra i due tipi di società è che l’ordine naturale è stato “scoperto” dall’uomo con una serie di “tentativi e correzione degli errori”, mentre l’ordine “razionale” della Società moderna è stato letteralmente inventato da qualcuno che ha pensato di aver intuito cosa è meglio per l’essere umano (gli illuministi durante la Rivoluzione francese).
Nel caso dell’Ordine naturale cioè l’uomo a messo a punto una modalità di vita scoprendo volta per volta come le cose “funzionano” meglio nei suoi rapporti con il prossimo, e nella organizzazione della comunità:
in tal modo l’uomo ha imparato a dare il suo meglio per la sua comunità.
LA SOCIETÀ MODERNA INVECE È STATA CONCEPITA “IN TEORIA”,
senza una osservazione di casi reali.
Ovvero mentre nel primo caso le modalità di organizzazione della società sono state (e sono tutt’ora) in continuo sviluppo in base ai riscontri ottenuti nella realtà, nel secondo caso – il modello della Democrazia europea – ci si basa continuamente sull’Idea originaria di strutturazione della società (in tale condizione fideistica non si prendono in considerazione i riscontri provenienti dalla realtà). [si veda il capitolo precedente “Gli errori di fondo del metodo moderno”]
La società moderna nasce con l’idea che si debba pervenire ad un nuovo ordine razionale del Mondo
La svolta “razionale” della Civiltà moderna
L’Ordine tradizionale della Società ha funzionato per millenni, ma da alcuni secoli vi è stato un cambiamento di fondamentale importanza che ha trasformato in modo radicale la Società: con la nascita del Pensiero razionale moderno
si è cominciato a pensare che la mente umana
possa concepire ex-novo una modalità di vita migliore
di quella elaborata per millenni dall’uomo.
Si tratta di quel fenomeno culturale definito con il nome di Illuminismo: , ossia del modo di pensare descritto dal motto di Cartesio “penso dunque sono”. Motto che porta alla considerazione che le idee prodotte (dal nulla) dalla mente siano più importanti dell’esperienza di vita mia e dei miei antenati (il significato è “io sono ciò che pensa la mente razionale”, e non quello che percepisco a livello di sensibilità).
Da questa concezione nasce appunto l’Ideologia, un modo di pensare nel quale le Idee sono più importanti della realtà effettiva [si veda nel vol. 2 il cap. “La nuova visione ideologica del Mondo (che è all’origine della crisi)”]
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Con questa svolta
si è cominciato ridefinire la Società
in base alle nuove idee nate nella mente di alcuni “intellettuali”
Ovvero se nella modalità tradizionale di concepire la Società ci si basava sull’esperienza secolare, nella seconda modalità si è creato un modello in base a considerazioni astratte rispetto alla realtà, sviluppate cioè sulla carta (non vi è nessuna prova nella storia che questo nuovo tipo di società abbia funzionato).
Ovvero con il modo di pensare “moderno” nasce l’attuale Ideologia sociale che è alla base del nostro modo di pensare. Nasce cioè una cultura che pian piano “cancella” la Cultura tradizionale (affinata da millenni per generazioni) sostituendola con una Cultura “ideale” nella quale tutto è subordinato ad una “Idea” (qualsiasi considerazione deve partire da una Idea preconcetta dettata dal Dogma ideologico, a prescindere da quale sia la realtà effettiva a cui essa è riferita).
Ciò avviene appunto con la “Rivoluzione illuminista” (una “rivoluzione intellettuale”), la prima rivoluzione moderna dalla quale nascerà la “rivoluzione industriale”, ed anche le modalità di government da parte dello Stato-sociale centralizzato.
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Tale rivoluzione intellettuale inizia con gli intellettuali Hobbes e Bacone:
– Bacone, che annuncia nel suo Nuovo Organo o veri indizi dell’interpretazione della natura: “Che il genere umano recuperi quel diritto sulla natura che gli appartiene per lascito divino».”
Bacone concepisce cioè la Natura come un qualcosa di difettoso, che deve essere migliorato con una nuova Scienza (quella attualmente in auge) che è sostanzialmente una tecnica con la quale l’Uomo può dominare la natura .
– Hobbes, che ritiene che l’Uomo in condizioni naturali sviluppi qualità negative, e che debba quindi essere guidato dall’alto da un potere forte (come penseranno poi Marx, che a tale scopo si ispira alle Utopie come quella di Hobbes (Leviatano) per definire il Comunismo – e Freud, che nel suo “Il disagio della civiltà” afferma che l’uomo debba essere sottoposto ad un forte repressione da parte di una istituzioni governativa e che “si può rimanere spaventati di fronte all’enorme impiego di coercizione che sarà inevitabile fino al raggiungimento di questi scopi. La grandiosità di questo piano, la sua importanza per il futuro della civiltà umana non possono venir contestate”.)
<vedi i miei testi:
– il cap.“The modern conception of man: the Society of control” nel io testo “Manipolazione delle masse“
– il cap. “In che senso si tratta di un “mondo astratto” (il difetto di fabbrica dell’Economia politica)” nel mio testo “Il problema dell’Economia moderna”
– il cap. “Recuperare la dimensione di Economia reale” nell’articolo “Manifesto della politica dei cittadini”
– il mio articolo “Il problema dell’economia moderna”, capitolo “In che senso si tratta di un “mondo astratto” (il difetto di fabbrica dell’economia politica)”
Il nuovo Ordine razionale moderno si sviluppa cancellando l’ordine tradizionale: il Progresso diviene un regresso
In sintesi cioè
il pensiero moderno sostiene che si possa fare di meglio di cosa fa la Natura, e quindi si sforza di abolire la Cultura tradizionale (le tradizioni perfezionate per millenni) per sostituirla una cultura rinnovata, per poter creare un “Nuovo ordine” nella società (per creare un Uomo nuovo, migliore di quello “Naturale”)
Di fatto oggi nella Cultura occidentale oggi prevale il “Cancel culture”, e l’idea che si debba di riazzerare la Civiltà dell’Uomo (il cosiddetto Reset), creando un “Nuovo ordine” della Società; ed una Nuova natura con lo sviluppo della Scienza che opera sul DNA (vedi OGM e “vaccinazioni” per il Covid); ed una nuova natura dell’Essere umano, con la manipolazione genetica e la “repressione” degli istinti naturali attuata attualmente con una sempre maggior opera di “persuasione occulta” operata dalle istituzioni.
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Come detto il nuovo ordine razionale moderno non solo è stato creato di punto in bianco dalla mente di qualche intellettuale, ma esso finisce per imporsi all’ordine tradizionale, annullandone le strutture organizzative, e cancellandole la Cultura.
In questo processo
il Progresso si trasforma in un regresso rispetto alla qualità della vita raggiunta in precedenza.
Ovvero il progresso da un qualcosa che è finalizzato al miglioramento della qualità della vita delle persone, diviene finalizzato a realizzare un progetto astratto concepito da pochi intellettuali.
In altre parole laddove il progresso era finalizzato a soddisfare i bisogni delle persone, oggi è finalizzato a realizzare interessi che sono in contrasto con quelli dei Cittadini.
Il risultato è infatti che il modo di pensare tradizionale nei millenni ha creato un miglioramento della qualità della vita dell’Uomo – inventando ad esempio tecniche che hanno alleviato le sue fatiche e migliorato la qualità di ciò che produceva – si è trasformato in
un regresso che ha portato la Società occidentale in condizioni precedenti a quelle del salto di qualità della vita che l’uomo ha ottenuto nel Neolitico con la creazione del Villaggio.
Il fatto è che oggi ritornano le condizione (ed aumentano costantemente) la povertà, il cattivo stato di salute, i problemi nei rapporti umani (relazioni sociali, ma anche familiari: la conseguenza è, tra le altre cose, la dissoluzione della famiglia che è stata la base del benessere per millenni).
[vedi in precedenza i capitoli
– “Alcune caratteristiche peculiari del malessere sviluppato dalla società moderna: il difetto di fabbrica della società moderna”
– “Analisi dei criteri di valutazione di una società”]
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L’attuale crisi è causata dal fatto che il cosiddetto Progresso moderno è in gran parte incompatibile con le esigenze fisiologiche (fisiche e mentali) dell’Essere umano. Ovvero esso porta ad una deviazione rispetto alla conduzione fisiologica della vita umana, nella quale vi è una degenerazione della condizione di corpo e psiche dell’uomo, e quindi della qualità della sua vita.
[vedi in precedenza il cap. “I due diversi tipi di benessere della Storia dell’Uomo”]
Il fatto è che il Progresso precedente era sviluppato con la consapevolezza – oggi perduta con la “rivoluzione della Cultura” – di quale fossero i miglioramenti della qualità della vita effettivamente sostenibili (ossia di quei miglioramenti che nel medio-lungo periodo non portano allo sviluppo di malessere).
[vedi nel vol. 2 il cap “l’incoscienza moderna a livello delle Istituzioni politiche”]
Il problema del progresso moderno che diviene regresso
In ultima analisi il problema della Società occidentale moderna è che mentre il progresso tradizionale consiste in un continuo miglioramento di quanto già creato in precedenza,
con il “progresso” moderno le invenzioni consistono in una rottura della continuità con il passato.
[si veda in precedenza il cap. “Le caratteristiche che portano il Sistema moderno all’autodistruzione”]
O, se vogliamo,
il progresso tradizionale
è un qualcosa che si sviluppa spontaneamente dal basso,
mentre il cosiddetto Progresso moderno viene imposto dalle Istituzioni (Government e Mercato).
<vedi il mio articolo “Innovation is intrinsically (historically) bottom-up”>
Più nello specifico come vediamo in altri punti
1) il progresso moderno è divenuto insostenibile ha finito per creare più problemi di quelli che con esso si pensava di risolvere (il malessere è succeduto al benessere). Ciò a causa del fatto che:
– gran parte delle tecnologie create nella modernità che non sono più a misura d’uomo, e finiscono per .. creare problemi mentali e di salute [vedi nel vol. 2 il cap. “Quale è la differenza sostanziale tra le due tecnologie (progresso e benessere vengono solo dal basso)”].
– le strategie sulle quali si basa attualmente la Società occidentale – come, tra le altre, l’Economia moderna, la quale implica la necessità di una continua crescita; e come le strategie deficit spending, che implicano la possibilità di spendere più di ciò che si ha a disposizione – conducono immancabilmente all’inflazione ed alla recessione (alla povertà della popolazione).
[vedi in precedenza il cap. “Perchè il benessere moderno è insostenibile“ – e nel vol. 2 il cap. “L’insostenibilità dell’abbondanza perseguita dall’Uomo moderno”]
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2) il progresso moderno ha cancellato quella cultura che aveva permesso all’Uomo, dal neolitico ad oggi, di migliorare la qualità della sua vita.
Il problema di questa cancellazione della Cultura tradizionale pone la Società occidentale moderna nella condizione di non essere in grado di risolvere i propri problemi.
[vedi nel vol. 2 il cap. “Disumanizzazione (alienazione) > recupero delle qualità umane degli individui”]
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Uno dei problemi di fondo che è alla base del regresso moderno è che le nuove “scoperte” non sono più utili agli esseri umani – sono anzi deleterie per essi – a causa del fatto che ora “le innovazioni” sono decise da “interessi di parte” che non corrispondono più a quelli della popolazione.
[vedi
– nella appendice al vol. 2 “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo del benessere” il cap. “Il ruolo delle tecnologie nello sviluppo di benessere nella società: verso un uso sostenibile delle nuove tecnologie”
– nel vol. 2 il cap. “La Democrazia funziona solo quando sono i Cittadini a definire soluzioni per la soddisfazione dei loro bisogni”]
Casi significativi sono quelli delle “invenzioni” per rimediare all’epidemia di Covid, che sono unicamente finalizzate agli interessi del Mercato e del Government. O il caso delle tecniche dell’agricoltura che sono finalizzate a favorire i produttori: la produzione di grano non è cioè più funzionale all’alimentazione delle persone, ma alla facilità (ed economia) di produzione, cosa che crea gravi problemi si salute per la popolazione.
Si noti che anche in questi casi i problemi creati divengono un vantaggio per l’esablishment, il quale lucra su nuove cure finalizzate alla cura di tali problemi.
Per ovviare a questo problema è quindi necessario ripristinare una dimensione di progresso nel quale sono le persone a “inventare” nuove soluzioni per il loro benessere.
ASSESSMENT OF THE DIFFERENCES BETWEEN MODERN WESTERN SOCIETY AND TRADITIONAL SOCIETY
Quindi l’Ordine moderno differisce da quello tradizionale per essere nato di punto in bianco – con la Rivoluzione francese nella quale gli intellettuali illuministi pensavano che si potesse migliorare il Mondo “razionalizzandolo”. E differisce per il fatto che per realizzare tale ordine si interviene “resettando” la Società con una azione di graduale cancellazione di ogni elemento della tradizione (con la strategia del Cancel culture e della Rivoluzione morbida di A. Gramsci). [vedi il cap. “L’Ordine naturale è stato scoperto dall’uomo, mentre quello moderno è stato inventato ex-novo”]
Tale Ordine moderno, nato in Europa, è stato poi “esportato” in tutto il Mondo con l’idea di far adattare le varie civiltà al nuovo Modello di Società – Democrazia sociale – con una nuova forma di colonialismo.
Mentre l’”Ordine naturale” aveva caratteristiche sostanzialmente opposte:
● è nato in modo spontaneo [vedi il cap. “Le due tipologie di società dal punto di vista del government”]
● si è diffuso nel Mondo in modo spontaneo e, pur avendo assunto differenti declinazioni, ha comunque mantenuto il modello originario (organizzazione diretta della Società). [vedi più avanti il cap. “Come gli individui siano spontaneamente portati ad aggregarsi con individui della stessa cultura”]
.
In questo capitolo vediamo più a fondo in cosa differiscano i due modelli di Democrazia, quella originaria, e quella attualmente in vigore in Europa.
Una analisi delle “regole spontanee” dell’Uomo (e della Società)
Riepilogando, i due tipi di società di cui si sta parlando, quello tradizionale, e quello della “modernità”, si distinguono per il fatto che essi sono:
● una società – quella dell’Ordine tradizionale – che che si organizza senza regole scritte, e con il “governo” diretto dei cittadini (non vi sono assemblee di rappresentanti, poichè i cittadini partecipano direttamente al processo decisionale).
Ovvero
nella Comunità sociale originaria dell’Uomo
non vi sono Leggi scritte da istituzioni, ma
le “leggi” sono create direttamente dai Cittadini.
Ricordiamo che un tempo, nei “Governi” autoritari delle monarchie, i Re non creavano leggi poiché nessuno pensava che essi fossero in grado di farlo: esso aveva solo il potere di giudicare le persone secondo le “leggi” tradizionali.
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Nello studio del Villaggio di Ordine naturale si nota che non vi sono proprio “Leggi scritte”, poiché le regole – almeno quelle più generali – sono date per scontate perché sono alla base della Cultura del luogo (le persone imparano le regole della comunità dalle generazioni precedenti, ascoltando insegnamenti e vedendo i comportamenti delle persone più anziane).
Questo tipo di società ha funzionato per millenni per il fatto che
in essa gli abitanti della Comunità seguivano
spontaneamente delle regole da essi interiorizzate.
,
All’opposto vi è il caso
● della Democrazia moderna europea gestita dallo Stato attuale, nella quale le decisioni vengono prese da un Governo centrale (quasi sempre in autonomia rispetto a volontà ed interessi della popolazione); e nella quali ai Cittadini viene imposto con la forza di attenersi a regole dettate dall’alto.
Come vedremo, di fatto i cosiddetti Rappresentanti parlamentari non rappresentano affatto la volontà dei Cittadini, ma rappresentano gli interessi di una ristretta classe di persone (classe politica, e suoi finanziatori).
In particolare la Costituzioni italiana nega in modo chiaro che il Rappresentante eletto debba seguire la volontà degli elettori (Art. 67).
Nell’Articolo 67 («Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.»), nel quale si nega l’”obbligo di mandato” da parte dell’Eletto (il quale quindi, di fatto, non può essere definito “Rappresentante”).
Ovvero la Costituzione sancisce che l’Eletto non ha nessun obbligo nei confronti degli Elettori. Detto in altro modo, gli Elettori non possono pretendere che l’Eletto rispetti le sue promesse elettorali (un Deputato può essere stato eletto perché promette un contenimento delle spese e delle tasse, ed una volta eletto, creare invece leggi che vanno in direzione opposta. Questo può accadere – ed accade puntualmente – senza che nessuno possa obiettare qualcosa).
Quali sono le differenze delle due forme di governo?
Vediamo quindi quali sono, dal punto di vista tecnico, le differenze tra i due casi.
In primo luogo vediamo quali sono le regole (per lo più non scritte) sulle quali si sono basate per millenni le comunità dell’Uomo (che sono tutt’ora alla base delle Town USA).
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Come funziona la società tradizionale? Perchè essa ha funzionato per millenni senza il bisogno che vi fossero Istituzioni che impongono regole agli abitanti?
Come si è detto,
alla base di tutto vi è una questione di forma mentis delle persone.
Ovvero, come vedremo, il problema della Società occidentale moderna è sostanzialmente un problema di tipo culturale.
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La questione è che
la qualità dei comportamenti dell’essere umano
dipende dalla sua capacità di interpretare la realtà.
Capacità che a sua volta dipende dalla “formazione” della sua coscienza.
Come gli animali sono programmati in modo da reagire agli eventi in modo spontaneo,
così lo sono gli esseri umani
(seppure in modalità diverse rispetto agli animali).
La differenza consiste nelle modalità di programmazione delle menti di bestie e esseri umani.
Infatti se gli animali dispongono già dalla nascita di una sorta di programmazione, la programmazione della mente umane deve essere effettuata dopo la nascita: l’Essere umano deve essere “formato” con una formazione culturale (che diviene parte della persona: in base a tale programmazione l’essere umano reagisce in modo spontaneo agli eventi che interessano la sua vita).
<vedi il capitolo “Education and fear” nel mio testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”>
Le due diverse forme di cultura sulle quali si basano i due modelli di organizzazione della società (come si è sviluppato in progresso dell’Uomo)
Riassumendo quanto detto in precedenza
(1)
in una condizione fisiologica di vita sociale
le regole che l’essere umano segue per vivere sono connaturate in esso tramite un processo di imprinting operato dal contesto culturale nel quale esso è cresciuto.
Ed inoltre nel contesto della Comunità di tipo tradizionale
(2)
tale Cultura è il risultato di un “progresso” sviluppato per millenni alla ricerca di cosa sia meglio fare per vivere in una condizione di benessere.
Questo progresso si è sviluppato – per millenni – con il metodo di “prova e correzione dell’errore” durante le esperienze di vita: in questo modo l’essere umano ha imparato a vivere badando a se stesso.
<Vedi nel mio testo “Handling the masses – the civilization of ideologies: from the community of man to the mass society” il capitolo “Reflections on peculiarities of “civilized man” e “Education and fear”>
(3)
Laddove si perde questa Cultura tradizionale dell’Uomo
(questo “imprinting”)
l’Essere umano (la Comunità sociale) perde le capacità
che gli hanno permesso per decine di migliaia di anni
di vivere in una condizione di effettivo benessere.
.
Ovvero il fatto è che
“l’uomo non è altro che il prodotto delle sue esperienze”.
.
.
In altre parole è importante notare come
● una delle differenze dell’uomo rispetto all’animale è che esso può beneficiare dell’esperienza di generazioni precedenti
(mentre il gatto di Giulio Cesare è uguale al nostro gatto).
Ed inoltre che
● la formazione dell’uomo avviene “per esperienza”,
e non in base ad uno “studio”,
nel quale si “impara dai libri”, dalle teorie.
.
Questo processo di evoluzione della Cultura dell’Uomo si è sviluppato nell’arco di millenni: in questo modo l’Uomo ha migliorato la sua “Cultura di vita sociale” (le sue competenze rispetto a come vivere in modo ottimale sulla Terra) in varie fasi:
1. quando era cacciatore/raccoglitore esso ha sviluppato la capacità di badare a se stesso (allora la comunità sociale era meno definita, e quindi era una questione di secondaria importanza organizzare il funzionamento di essa).
E successivamente, con una ulteriore evoluzione della sua Civiltà,
2. creando il Villaggio in cui poteva abitare in modo stabile, l’Uomo ha sviluppato nuove qualità sociali legate alle modalità di organizzazione della sua Comunità (ha cioè sviluppato quelle modalità di organizzazione della società sulle quali si basano ancora quelle società – vedi USA e Svizzera – nella quali i Cittadini si occupano direttamente del government).
Quest’ultimo è il punto raggiunto dalla coscienza dell’essere umano di Ordine tradizionale (anche detto di Ordine naturale) che ha permesso di sviluppare benessere per millenni, fino ai nostri giorni.
Il Progresso come evoluzione della Cultura (del Sapere)
Nella Cultura dell’ordine tradizionale della Comunità sociale vi è comunque stato un progresso rispetto alla condizione iniziale, ma un progresso di natura differente (opposta) a quello che è considerato essere il Progresso nella modernità (il Progresso sviluppato attualmente in occidente).
La differenza tra queste due forme di progresso è:
● il progresso della Cultura originaria dell’essere umano è consistito in un graduale miglioramento delle conoscenze precedenti,
● e di contro
il “Progresso moderno” su cui si basa l’attuale Società occidentale
è una creazione ex-novo della Cultura umana
che comporta una “cancellazione” di gran parte della cultura tradizionale.
(Progresso che equivale ad un cambiamento radicale della forma mentis e delle modalità di vita tradizionali). [vedi in precedenza il cap. “L’ordine razionale moderno si sviluppa cancellando l’ordine tradizionale: il Progresso diviene un regresso”]
.
O meglio, nel caso tradizionale si tratta di migliorare, di aggiungere qualcosa a quanto già si era scoperto; mentre nel caso del “Progresso moderno” si tratta di sostituire la Cultura tradizionale con una cultura creata dal nulla dalle Ideologia (una forma di “conoscenza” che non deriva affatto dall’esperienza, ma nata nella mente di alcuni intellettuali).
E quindi anche di sostituire l’organizzazione della società tradizionale con un “Nuovo ordine” sociale [vedi in precedenza le considerazioni a proposito delle strategie di A. Gramsci]
I due modelli di government che derivano dalle due differenti culture
Le due culture di cui si è parlato generano due diversi modelli di organizzazione della società (di governo della comunità):
● il metodo tradizionale di “government”, nel quale le persone si comportano spontaneamente in modo funzionale al benessere comune della Comunità.
● il metodo moderno di government, nel quale le persone devono seguire regole definite dall’alto da istituzioni
.
Vediamo più in dettaglio di cosa si tratta:
● il metodo tradizionale di government, nel quale le persone si comportano spontaneamente in modo funzionale al benessere comune della Comunità
La Comunità sociale di Ordine naturale può esistere soltanto quando le persone hanno ricevuto una “formazione di tipo tradizionale”.
Ovvero
(1)
la Società funziona soltanto quando le persone hanno compreso a fondo ciò che le generazioni precedenti avevano compreso
– durante secoli di apprendimento attraverso il metodo di “errore e correzioni degli errori” –
a proposito della vita vita sulla Terra.
E inoltre
(2)
tale trasmissione della conoscenza può avvenire unicamente attraverso una “modalità esperienziale”, empatica rispetto alle persone ed alle cose dalle quali la persona è circondata.
Si tratta di un metodo di educazione di tipo maieutico (concetto legato a Socrate) nel quale si supportano gli altri nello scoprire per esperienza come funzionano le cose nel mondo
Mentre nella Cultura illuminista ci si basa invece su un “sapere” prodotto ex-novo dalla mente umana (qui il sapere non è più reale conoscenza).
<vedi “L’educazione maieutica” nel testo “La manipolazione delle masse – la Civiltà delle ideologie: dalla comunità dell’uomo alla società di massa”(english)>
.
.
Alla base del funzionamento della società tradizionale (della sua capacità di produrre un benessere che la società attuale non è in grado di produrre – perlomeno non in modo sostenibile) vi è il fatto che
nel modello tradizionale di società
gli individui godono di una libertà di azione
CHE PERMETTE AD ESSI DI VALORIZZARE AL MASSIMO
IL LORO VALORE POTENZIALE
(i loro talenti). Ciò con un importante beneficio di tutta la comunità.
Questa libertà, si noti, non è una libertà “assoluta”. Ovvero in questo tipo di società le persone non sono “libere di fare ciò che vogliono” a prescindere dalla volontà dei loro concittadini.
Infatti tale libertà è bilanciata da una forma di giustizia molto più immediata di quella della Società attuale: il giudizio diretto degli altri membri della comunità su quanto un comportamento specifico possa creare un impedimento allo sviluppo di benessere nella Comunità (dal punto di vista della giurisprudenza si tratta del sistema Anglosassone – ancora oggi in auge negli USA – dove non vi sono Istituzioni centrali (Parlamenti) che creano leggi; ma le leggi sono le sentenza espresse da giurie popolari.
.
Ricordiamo che questa formazione delle persone di tipo tradizionale è alla base dell’armonia della società, poiché qui la formazione degli individui garantisce una condivisione di valori tra le persone. Ovvero il fatto che vi sia stato un imprinting comune delle coscienze della persone fa si che ognuno percepisca interiormente l’esistenza di una convenienza a comportarsi in modo compatibile con le regole (non scritte) della loro Comunità sociale.
Questa caratteristica di base della Società di tipo tradizionale garantisce una qualità di vita superiore rispetto a quella della Società moderna nella sua conformazione attuale per il fatto che in essa vi sono forti sinergie tra le persone.
Nel prossimo capitolo vediamo come il problema della Società moderna sia nella forma di Cultura che sta alla base di essa: tale Cultura non è appresa dagli individui su un piano sensibile come è nella Società tradizionale, ma è il risultato di una formazione sviluppata a livello “mentale” (si costringe l’individuo a “studiare” un dogma le cui regole non sono poi sentite dagli individui come una effettiva guida per i loro comportamenti).
● il metodo moderno di government, nel quale le persone devono seguire regole definite dall’alto da istituzioni governative
Il fatto è cioè che mentre nella società di tipo tradizionale la vita nella comunità si sviluppa in base a regole tradizionali assorbite dalle coscienze delle persone, nella società moderna tutto si basa su una cultura ideologica, la quale non deriva da una esperienza della realtà ma da dogmi creati ex-novo dalla mente di alcuni “pensatori”.
Questa cultura si pone come alternativa alla cultura tradizionale preesistente, della quale tende a eliminare i vari insegnamenti.
.
Una differenza fondamentale tra le due Culture, è che
nella nuova Cultura “riformata” le persone sono viste come intrinsecamente incapaci di vivere in modo auto-sufficiente all’interno della loro comunità.
Ovvero in tale concezione della società l’essere umano sarebbe intrinsecamente incapace di comprendere come organizzare la propria comunità sociale.
.
In tale contesto cioè
le persone sono inquadrate come dei meccanismi all’interno del sistema nel quale esse non devono ragionare, ma eseguire ordini
(dobbiamo riconoscere che, in effetti in una società strutturata in modo meccanicistico come è la Società moderna, la libertà di scegliere cosa e come fare farebbe saltare questo tipo di ordine sociale).
Si tratta del concetto dell’”uomo bue”, utilizzato anche nell’Industria agli inizi del ‘900: secondo tale concezione le persone (del Popolo) non sono in grado di apportare nulla di buono alla società.
(abbiamo visto in precedenza come questa concezione non fosse altro che l’estensione di pensatori illuministi come Hobbes e Bacone)
Il temine uomo-bue è stato coniato per descrivere un individuo che non deve pensare a come fare una cosa, ma deve sapere seguire le direttive delle gerarchie superiori (era lo stratega delle industrie Ford, Frederick Winslow Taylor, che a tal proposito ha scritto il libro “Principles of Scientific Management”).
Si tenga conto che il Taylorismo è stato adottato da Stalin in Unione sovietica.
.
Nella Società moderna caratterizzata da uno Stato che governa dall’alto quindi
la formazione degli individui
impostata sull’imparare a non pensare
(sul saper eseguire gli ordini).
In questo modo le persone, ridotte ad un ingranaggio del sistema sociale, non sono più in grado di apportare valore alla società con la loro intelligenza, con il loro talento.
Questo tipo di formazione deriva anche dalle teorie di Antonio Gramsci, (fondatore del Partito comunista Italiano, le cui idee sono state adottate dal Stalin, e sono alla base della società del Grande fratello descritta da Orwell in 1984.)
Wikipedia: “L’egemonia culturale è un concetto che indica le varie forme di «dominio» culturale e/o di «direzione intellettuale e morale» [Gramsci, Quaderni dal carcere] da parte di un gruppo o di una classe che sia in grado di imporre ad altri gruppi, attraverso pratiche quotidiane e credenze condivise, i propri punti di vista fino alla loro interiorizzazione, creando i presupposti per un complesso sistema di controllo.”.
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Quella moderna, per utilizzare un termine utilizzato dallo stesso Mainstream attuale, è una Cultura “resettata” nel quale si diffonde una forma di sapere astratto, “riveduto e corretto”:
oggi, come era in Unione sovietica,
il passato è riscritto (con il Cancel culture),
ed il presente è censurato.
Grazie a queste strategie, come è nel romanzo di Orwell, sono state modificate anche le menti delle persone.
<vedi il capitolo “La rivoluzione culturale che ha generato la social-democrazia” nel testo “Oltre la socialdemocrazia – superare l’attuale crisi della democrazia europea riportandola alla sua dimensione originaria nella quale i cittadini sono in grado di agire direttamente per soddisfare i loro bisogni”>
COSA SI INTENDE PER “ORDINE NATURALE” (quali sono i suoi vantaggi)
In base alle considerazioni sviluppate nel capitolo precedente possiamo dire che
la Società tradizionale,
anche detta società dell’ordine naturale,
si basa su quelle che sono definite
come “leggi naturali”
perché esse sono impresse nella coscienza delle persone.
Vediamo quindi come nasce l’ordine naturale e su quali principi esso si basa.
THE FUNDAMENTAL ROLE OF THE FAMILY IN THE DEVELOPMENT OF WELL-BEING IN THE NEOLITHIC
L’ordine naturale della comunità umana (quella stanziale, dei Villaggi) è l’estensione dell’ordine naturale della Famiglia
L’ordine naturale della comunità umana
nasce contemporaneamente alla creazione della famiglia.
[a ciò si è già accennato in precedenza nel cap. “Un miglior sviluppo di rapporti sociali/nascita della Famiglia”]
Ovvero, nella sostanza,
l’ordine naturale della Comunità sociale
non è altro che
quello che è alla base delle famiglie,
le quali si auto-organizzano senza regole scritte,
Tanto le famiglie quanto le Comunità sociali di ordine naturale del Villaggio si organizzano appunto in base e regole che derivano da un “imprinting” culturale tramandato di generazione in generazione all’interno della comunità familiare.
(tramandate sia in modalità orale, attraverso le classiche forme di saggezza come proverbi, aneddoti, miti; sia attraverso l’osservazione dei modi di fare degli adulti da parte dei bambini).
.
L’Ordine spontaneo oggi si trova ancora in alcune forme organizzazione di gruppi di persone: ad esempio esso
a tutt’oggi è praticato praticato dalle “associazioni spontanee” create all’interno della comunità sociale.
(come associazioni culturali, sportive, beneficenza, ecc .. )
Come gli individui sono spontaneamente portati ad aggregarsi con individui della stessa cultura
Come detto gli istinti spontanei che sono alla base del funzionamento della Comunità di Ordine naturale – e sono registrati negli individui nelle parti più profonde della loro coscienza – sono diffusi a livello sociale attraverso
una formazione culturale
che dipende dalla specifica cultura
nella quale cresce l’individuo.
Ovvero queste “leggi naturali” impresse nella coscienza non sono uguali per tutte le persone; esse differiscono tra loro per la qualità peculiare dell’Uomo: la Cultura (la Cultura specifica alla quale l’individuo appartiene).
A differenza degli altri animali gli esseri umani per divenire adulti devono essere “educati”: se un neonato è lasciato da solo nella Natura esso cresce senza nemmeno sapere come fare per camminare come un Essere umano. Questo insieme di leggi naturali sono determinate quindi dalle educazione ad una specifica cultura, e variano da etnia ad etnia.
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Ogni Cultura (etnia) ha quindi la sua formazione specifica. E culture differenti possono creare gravi conflitti all’interno di una comunità.
Per tale ragione dalla prima colonizzazione della Terra ai tempi moderni (America del Nord)
le comunità di esseri umani
sono sempre state create da persone
che condividevano gli stessi Valori
(ad esempio Valori religiosi).
Appunto, le varie etnie cercano di creare sul territorio delle Comunità separate (negli città USA i quartieri sono praticamente suddivisi in etnie: latino americani, afro-americani, Italiani, ecc ..), proprio per il fatto che in questo modo gli abitanti trovano più facile la convivenza.
Il salto nell’evoluzione della cultura umana della rivoluzione neolitica è basato sulla creazione della Famiglia
La Cultura dell’Uomo (ovvero la cosiddetta Civiltà, che su tale cultura si basa) si è sempre evoluta dalla sua comparsa sulla Terra in direzione di un miglioramento dello sviluppo del benessere (del miglioramento della qualità della vita).
In questo continuo progresso lineare la Cultura umana si è registrato un salto con la “rivoluzione neolitica”, nella quale l’uomo è passato dalla vita nomadica alla vita stanziale del Villaggio.
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Alla base di questo salto qualitativo
nell’evoluzione della vita dell’Essere umano vi è
la creazione della Famiglia
La Famiglia è stata “inventata” in quel momento: in precedenza infatti, nelle tribù nomadi di cacciatori, l’accoppiamento tra uomo e donna era “casuale” (l’accoppiamento non aveva altri fini che quello del piacere momentaneo – né probabilmente si era in grado di comprendere chi fosse il padre del nascituro).
La Famiglia è stata sostanzialmente
“l’innovazione” più importante
per lo sviluppo del benessere dell’Uomo
Essa è stata per millenni alla base del funzionamento della comunità sociale di Ordine naturale. Ed oggi uno dei fattori fondamentali della crisi della Società occidentale è proprio la perdita del senso della Famiglia.
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L’Essere umano è stato in grado di creare la Famiglia come la conosciamo oggi per il fatto che nel Villaggio uomini e donne cominciavano ad avere una relazione che durava nel tempo.
La Famiglia garantiva all’essere umano maggiori comodità (si veda ad esempio ciò che veniva prodotto con i lavori domestici), e garantiva la sicurezza di un futuro per la sua esistenza: la Famiglia costituiva ciò che oggi è la Pensione di anzianità.
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Questo miglioramento della qualità della vita nel Villaggio era possibile, appunto, anche grazie al fatto di
poter allevare i figli secondo la Cultura tradizionale della Comunità.
L’allevare le nuove generazioni secondo la Cultura tradizionale (ovvero con un sapere affinato in secoli a proposito di cosa sia meglio fare per vivere bene) permetteva di avere degli importanti vantaggi:
nella nuova Comunità sociale del Villaggio si propagavano quei valori condivisi che sono un fattore fondamentale
per il buon funzionamento della Comunità umana
(ossia per ottenere quelle sinergie spontanee che permettono di avere una organizzazione della società di “ordine naturale”).
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Per comprendere cosa abbia significato questo salto di qualità della vita della “rivoluzione neolitica”, è necessario tener conto del fatto che nell’epoca precedente alla fondazione del Villaggio, nella quale l’uomo viveva nella condizione di nomade, “la Famiglia” non poteva esistere poiché allora mancavano le seguenti condizioni:
● la “divisione del lavoro” e la possibilità di sviluppare “attività domestiche”: la Famiglia nasce anche grazie al fatto che nella nuova modalità di vita del Villaggio è più facile avere una “specializzazione” delle persone nelle varie mansioni creative e produttive.
All’interno della Famiglia si è infatti sviluppata una differenza di mansioni che hanno permesso di sviluppare meglio le qualità dell’uomo o della donna:
nella famiglia a quel punto la donna
poteva ricoprire ruoli più importanti che in passato.
Nel villaggio, ad esempio, mentre il padre poteva continuare ad esercitare attività legate alla sua caratteristica peculiare di “forza”, nella nuova condizione di vita la donna poteva dedicarsi a lavori più legati alle peculiarità della sua sensibilità necessari nelle “faccende domestiche” che non potevano esistere nella vita nomadica (come il preparare i cibi complessi, cucire, filare la lana, ecc … ).
Anche nell’allevare i figli era importante la “divisione del lavoro”: mentre la madre poteva utilizzare le sue qualità fisiche ed affettive, il padre poteva utilizzare la sua forza per difendere i figli dagli eventuali abusi da parte di altre persone.
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● la possibilità per gli anziani di sopravvivere: in precedenza,
nell’era nomadica,
gli anziani dovevano essere lasciati morire
quando non erano più in grado di coprire a piedi
le distanze richieste dalle continue migrazioni.
Mentre nella nuova dimensione del Villaggio gli anziani potevano vivere molto più a lungo, e quindi ricoprire ruoli molto utili: ad esempio potevano fare lavori leggeri come coltivare l’orto e allevare animali da cortile, sorvegliare i più piccoli quando i genitori non erano in casa, eseguire la formazione delle nuove generazioni, ecc …
Più in dettaglio nel Villaggio gli anziani – che ora potevano godere di un rifugio sicuro nell’abitazione fissa (con tutte le comodità ad essa legate) ed una “pensione” che consisteva nel lavoro dei loro figli – potevano (e possono ancor’oggi) ricoprire mansioni come:
– il ruolo di “educatori” tipico del del Nonno e della Nonna.
In questo caso la qualità che si veniva a guadagnare con la vita stabile del Villaggio era lo sfruttamento della tipica “saggezza” degli Anziani che in precedenza andava perduta: saggezza che derivava dalla loro lunga esperienza di vita (essi avevano già vissuto molti momenti critici – per cause naturali o sociali – che i figli adulti non conoscevano ancora, e non sapevano come affrontare).
Una delle differenze tra la società tradizionale e quella moderna è che in quest’ultima gli anziani sono un peso (per la propria famiglia, e per la società), mentre nella prima essi erano un importante valore,
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Nella nuova dimensione “sedentaria” dell’anziano, che riduce di molto il tempo da dedicare al lavoro fisico, molti erano i vantaggi tanto a livello familiare, quanto a livello sociale.
Si pensi ad esempio al ruolo della nonna nel supportare la figlia nel parto e nell’allevamento della prole nei primi mesi di vita del bambino.
E al nonno che poteva tramandare ai nipoti detti e proverbi, iniziarli ai lavori dell’adulto attraverso i lavoretti di manutenzione della abitazione e degli strumenti di lavoro; e della coltivazione dell’orto e dell’allevamento degli animali da cortile.
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Ma
un ruolo fondamentale degli anziani era quello della propagazione delle cultura specifica dell’etnia,
ossia di propagare il sapere tradizionale affinato per millenni con il processo di prova e correzione degli errori. Una conoscenza che aveva permesso di comprendere cosa era ciò che permetteva di avere una vita ottimale in famiglia ed all’interno del Villaggio (rispetto alle condizioni contingenti delle risorse naturali e di eventuali regimi ai quali esso era assoggettato).
La perdita di tale Cultura tradizionale è proprio il fattore determinante della attuale crisi della Società occidentale (si tenga conto che la cultura definisce non solo il sapere di una Comunità sociale, ma anche il modo di ragionare, di essere delle persone). Oggi l’emergere delle Ideologie – con le strategie di “reset” e di “cancel culture” – determina problemi come caos sociale, povertà, perdita di qualità nella formazione dei giovani, perdita della famiglia, ecc …
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– un altro ruolo determinate degli Anziani è quello del contributo ad un government in grado di organizzare la Comunità sociale in modo che sia in grado di produrre un effettivo benessere.
La saggezza che essi possono apportare alla conduzione della società era già presa in considerazione nell’antichità, e le comunità sociali erano spesso governate da un Consiglio degli anziani (se ne parla già nella Bibbia); ed è ancora oggi riconosciuta quando si definisce che al ramo più importante del Parlamento possono accedere solo persone che abbiano almeno 40 anni.
Si come nella Società tradizionale il concetto di Autorità fosse completamente differente da quello attuale.
In tale contesto, nel quale la comunità era fondata su valori condivisi, non vi era infatti una autorità intesa come lo è oggi: le persone seguivano le indicazioni di altre persone scegliendo spontaneamente di farlo, come avviene all’interno della famiglia.
<vedi il capitolo “Autorità ed autorevolezza: l’ordine spontaneo (non-gerarchico, non autoritario)” nel mio testo “Oltre la socialdemocrazia>
La nuova Società stanziale del Villaggio non è altro che una sorta di Famiglia allargata
La Famiglia è appunto l’elemento di base dell’Ordine naturale di una comunità umana stanziale.
Nella famiglia vi è una organizzazione spontanea (non codificata) impressa “dalla tradizione” nelle coscienze delle persone.
E l’organizzazione del Villaggio è basata sugli stessi “istinti spontanei”.
Già i pensatori antichi come Aristotele e Confucio asservivano che il sistema di organizzazione del Villaggio non è altro che una estensione della famiglia.
Il Villaggio tradizionale era sostanzialmente
una sorta di unica famiglia allargata.
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Ancora oggi nei piccoli villaggi occidentali la comunità è sostanzialmente una famiglia allargata (i parenti diretti o indiretti sono centinaia; e gli altri abitanti sono comunque tutti conoscenti stretti poiché si sono conosciuti da bambini a scuola, in parrocchia, ecc …).
Per tale ragione nella comunità sociale tradizionale vi è una forte sinergia spontanea tra gli individui (una dimensione di solidarietà e condivisione).
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In realtà, come si illustra in altri punti, una comunità sociale che funzioni secondo un Ordine naturale non nasce necessariamente con una evoluzione che porta allo sviluppo di una unica Famiglia allargata.
I colonizzatori del Nord America ci hanno mostrato come le attuali Town siano potute nascere da una aggregazione di tante famiglie diverse.
Ciò ha potuto avvenire perché tali Coloni rispondevano spontaneamente ad un istinto formato in essi dalle comunità europee da cui essi provenivano, grazie al quale essi sapevano di doversi aggregare con altri individui con i quali era possibile una condivisione di valori [vedi nel vol. 2 il cap. “Il punto critico dell’aggregazione delle persone ”]
ORDINE NATURALE E DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO: COME È POSSIBILE CHE LA SOCIETÀ DI ORDINE NATURALE ABBIA PRODOTTO UN BENESSERE PER MIGLIAIA DI ANNI
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Abbiamo visto cosa sia il cosiddetto Ordine naturale sul quale si è fondata la Comunità sociale che dalla Rivoluzione neolitica è stata in grado di produrre con continuità, fino ai giorni nostri, un benessere fisiologico.
Ovvero abbiamo visto quali siano stati i vantaggi della “invenzione” del villaggio in fatto di comodità, sicurezze che essa ha apportato alla vita dell’Essere umano.
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In questa sezione vediamo come la Società del neolitico sia sostanzialmente fondata su quelli che oggi chiamiamo Diritti fondamentali dell’Uomo.
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Si noti la differenza tra le due società: nella Società tradizionale le persone si sono sempre attenute a tali principi, mentre nella Società moderna tali principi rimangono sulla carta.
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Ovvero vediamo come il rispetto di tali principi fosse alla base della creazione del benessere della Società tradizionale; e quindi come la loro trasgressione sia sostanzialmente alla base del malessere prodotto dalla Società occidentale moderna.
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Più in particolare vediamo come il problema attuale sia causato dalla “rivoluzione culturale” che, tra le altre cose, ha trasformato i Diritti in garanzie (per applicare le quali, paradossalmente, è necessario trasgredire i Diritti fondamentali). [vedi cap. “Alcune conseguenze dell’attuale mancato rispetto dei Diritti dell’uomo”]
L’ORDINE NATURALE DEL VILLAGGIO COME APPLICAZIONE SPONTANEA (NON CODIFICATA) DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO
Dal punto di vista del Pensiero moderno (della Giurisprudenza attuale)
le regole che gli abitanti del Villaggio seguivano spontaneamente
erano sostanzialmente quelle regole
che oggi sono poste
come Principi fondamentali della Democrazia moderna
(e che, paradossalmente, sono oggi sistematicamente violate dalle istituzioni governative).
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Questi Valori e Principi condivisi attorno ai quali si aggregavano un tempo le comunità sono proprio quei Principi fondamentali che sono alla base delle Costituzioni occidentali, e della carta dei Diritti dell’ONU).
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Più nello specifico si tratta:
● dei Principi costituzionali delle Democrazie attuali.
● dei Diritti fondamentali dell’Uomo descritti nella Carta dei Diritti dell’ONU (i quali vengono definiti come “Diritti naturali”, poiché, appunto, essi sono considerati essere intrinseci all’Essere umano: ogni individuo gode di tali diritti solo per il fatto che esso esiste). Questi sono, tra gli altri, il Diritto di Proprietà in quanto assoluto ed esclusivo, la Libertà di scelta, ecc …
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Vediamo quindi in che cosa consistano tali diritti, e come oggi nella Democrazia moderna occidentale vi sia una sistematica violazione di essi. E come tale violazione abbia portato alla attuale crisi della nostra società.
Più nello specifico nelle prossime pagine vediamo:
● come i Diritti fondamentali dell’Uomo, che erano sostanzialmente posti alla base della comunità sociale del Villaggio nel Neolitico, e che oggi sarebbero considerati essere “sacri” dalle Democrazie occidentali, siano sistematicamente violati: una contraddizione di fondo che mina alla base la Società occidentale moderna.
● come il livello di “democraticità” dell’organizzazione della comunità sociale del Villaggio sia superiore a quello della attuale Democrazia moderna. (ossia come l’attuale Democrazia moderna non sia affatto una vera Democrazia.
PERCHÉ SONO STATI DEFINITI GLI ATTUALI DIRITTI DELL’UOMO
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Per comprendere meglio quale sia l’origine della attuale crisi della Società occidentale, vediamo più nello specifico quali siano i Principi fondanti della Società dell’Uomo, come essi siano costantemente alla base della Società tradizionale del Villaggio, e come oggi siano sistematicamente violati.
Perchè l’Essere umano ha concepito una Società stabile
Partiamo con l’analizzare come siano stati concepiti i principi fondanti della Società dell’Uomo (sia il Villaggio del Neolitico che la Democrazia moderna) oggi definiti come Diritti fondamentali dell’Uomo.
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In sintesi, si è detto che l’Uomo ha “inventato” la comunità del Villaggio per avere un maggior benessere e una maggior qualità della vita rispetto alla sua condizione di nomade.
Ovvero si è visto come la nuova condizione di vita stanziale del Villaggio abbia permesso di creare cose impossibili in precedenza: una abitazione sicura e confortevole (e come in tal modo si sia potata sviluppare la Famiglia come è intesa oggi), una abbondanza di risorse (grazie a tecniche di coltivazione ed allevamento), nuove forme di socializzazione (che, tra le altre cose, grazie a nuove sinergie tra gli abitanti permettevano di avere un nuovo tipo di “assistenza sociale” – una sorta di “Welfare spontaneo”).
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Si è anche visto come
il Villaggio di fatto fosse una estensione del “sistema familiare”:
La Società dell’Uomo – come avevano già notato pensatori antichi come Aristotele e Confucio – si è sviluppata ad immagine della famiglia:
mantenendo la forma mentis dei parenti della stessa famiglia allargata, basandosi su regole non scritte ma impresse (imprinting) nella coscienza delle persone e su forme di solidarietà spontanea.
[vedi in precedenza il capi. “Il ruolo fondamentale della famiglia nella sviluppo del benessere nel neolitico”]
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Tale conformazione del Villaggio dell’ordine spontaneo (detto di ordine naturale) ha permesso ai suoi abitanti di godere di un benessere migliore di quello attualmente disponibile nella nostra società (ovviamente la qualità di tale benessere va valutata in relazione alle risorse naturali a disposizione, alle tecnologie del tempo, ed al tipo di regime autoritario al quale eventualmente la Comunità locale era sottomessa).
Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società
Per comprendere come ciò sia potuto avvenire, ossia come tale tipo di società sia riuscita a sviluppare benessere con costanza nei millenni (e come la nostra società non sia stata in grado di farlo) è necessario, a monte di tutto, chiarire il concetto di Società (concetto che oggi è fortemente equivocato).
A tal proposito un punto fondamentale da chiarire è che un tempo
il benessere era creato dagli stessi abitanti del villaggio
e non da istituzioni sociali
Oggi è difficile comprendere come ciò sia possibile, ma effettivamente nel Villaggio (ed ancora oggi nelle Town USA) gli abitanti della comunità locale erano in grado di gestire se stessi sviluppando un elevato livello di qualità della vita.
Il fatto è che in tale contesto si poteva sviluppare una sorta di “welfare spontaneo” che permetteva alla comunità di supportare la vita dei cittadini (in quegli ambiti nei quali oggi si pretende possa intervenire il Welfare strutturato dallo Stato).
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Ovvero per cominciare a comprendere come una società possa funzionare meglio della Società occidentale moderna è necessario uscire dalla “trappola culturale” nella quale si vedono le cose in modo “ridotto”, alterato [vedi un capitolo precedente “Il problema che impedisce di trovare una soluzione: la visione riduzionistica della realtà”]. È cioè necessario sfatare i luoghi comuni del “Pensiero moderno”, e comprendere che
la Società in sé
non può produrre benessere
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Ovvero, per affrontare alla radice il problema della attuale crisi, è necessario chiarire il concetto:
la Società non esiste di per sé:
la Società è l’insieme di persone che la abitano.
THE NEW CONCEPTION OF SOCIETY AS AN ENTITY THAT EXISTS IN ITSELF
È importante chiarire a questo punto che il concetto di società come entità di per sé esistente tipica del Socialismo, che è divenuta alla base delle Cultura moderna, sia sostanzialmente falso (non corrisponda alla realtà dei fatti).
Il fatto è cioè che il “Pensiero occidentale”, che deriva sostanzialmente dall’Ideologia “Social-ista” che è stata alla base della Rivoluzione francese (l’evento che ha originato l’attuale modello di Democrazia europea), si basa sull’idea di una Società come entità che esiste di per sé. E quindi sull’idea che sia necessario che la Società (Istituzioni governative) della “governare” le popolazioni in modo impositivo (in tale modello le persone sono sono considerate essere un ingranaggio di un meccanismo, e quindi non sono ritenute essere in grado di gestire se stesse).
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Qui risiede uno dei problemi che impediscono alla Società occidentale di uscire dalla attuale crisi:
l’attuale Cultura “rivista e corretta”
rispetto a quella tradizionale sviluppata per millenni,
RIBALTA IL RAPPORTO TRA ESSERE UMANO E SOCIETÀ.
Il problema di base è cioè culturale: vivendo immersi in una cultura privata di elementi tradizionali fondamentali,
oggi la maggior parte della gente è portata a pensare
CHE LA SOCIETÀ SIA PIÙ IMPORTANTE DEGLI INDIVIDUI.
Ossia oggi si pensa una società funzionante sia quella in cui
il sistema sociale “forma” l’individuo,
da persona responsabile
ad “essere sociale”,
e quindi ne gestisce la vita.
Mentre al contrario,
nella Cultura tradizionale
l’idea è che sia l’individuo a creare,
con le sue capacità di organizzare la sua vita,
la società.
Ossia per millenni – prima della comparsa dell’Ideologia moderna (social-ista) – si pensava, appunto, che non esistesse di per sé una entità definita come società (con delle sue proprie caratteristiche come è concepita oggi), ma che
la società non sia altro che
un termine per definire le modalità
con le quali un gruppo di persone si organizza.
Conseguenza del modo moderno di concepire la società è che, ad esempio, in esso diviene necessario che alcune persone “migliori” delle altre debbano guidare la massa (in base a delle linee guida morali definite da essi).
Ciò è appunto quanto accade nelle forme di government del Socialismo “maturo”, come quello dei regimi Nazional-socialista (Fascismo) e Comunista. E nella Social-democrazia europea.
La Società moderna non è più una Democrazia, ma è sostanzialmente una dittatura
L’implicazione dell’adozione – inconsapevole – dell’Idea (Ideologia) social-ista è che
oggi la maggior parte della gente
PENSA DI DOVER ESSERE GUIDATA – COMANDATA –
DA ISTITUZIONI SOCIALI PER POTER VIVERE IN MODO OTTIMALE.
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In tal modo
la Democrazia viene trasformata in un regime autoritario.
La Democrazia di tipo europeo rappresenta una evoluzione rispetto al Socialismo comunista, poiché in essa appunto è la stessa popolazione a chiedere di essere guidata dalle autorità governative.
[a tal proposito vedi nel vol. 2 il cap. “I problemi fondamentali legati alla condizione interiore dell’uomo: Disumanizzazione (alienazione) > recupero delle qualità umane degli individui”]
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Ovvero quando si adotta l’idea di fondo del Socialismo, si trasforma il Sistema della Democrazia nel quale i Cittadini per definizione sono sovrani – sono cioè “sopra tutti”, nel senso che come ai Re ad essi nessuno può dire cosa devono fare –
in una sorta di dittatura, nella quale, come nella Monarchia,
ad essere sovrane (“sopra tutti”) sono delle Istituzioni.
<vedi “I valori del Socialismo” nel testo “Beyond social-democracy”>
Si crea cioè in tal modo un sistema di government nel quale vi è una nuova Classe di “sovrani” che impone il loro volere alle popolazioni. Questi nuovi sovrani sono i successori di quegli intellettuali che hanno utilizzato la Rivoluzione francese per sostituirsi alle classi dominanti di allora, l’Aristocrazia ed il Clero. <vedi il capitolo “La social-democrazia europea nasce sul modello degli antichi imperi” nel mio testo “Oltre la socialdemocrazia: superare l’attuale crisi della Democrazia europea riportandola alla sua dimensione originaria”>
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Si noti come l’alternativa al sistema autoritario attuale non sia semplicemente un ribaltamento in base al concetto:
se oggi i Cittadini sono sottomessi ai Governanti,
nel sistema tradizionale nessuno è sottomesso a qualcun altro.
Ovvero nel sistema tradizionale (nella Democrazia originaria e nella prima Democrazia moderna, quella USA)
non vi sono affatto governanti,
ma sono i Cittadini sovrani che governano direttamente se stessi.
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Il problema dal punto di vista operativo è che la caratteristica di fondo dell’attuale “pensiero politico”, che accomuna tutti i partiti dell’arco parlamentare (ed anche quelli degli ”oppositori”), si basa su di un modo di pensare che non permette di cambiare le cose: ovvero il problema di fondo è che
oggi si pensa che i Cittadini non siano in grado di organizzare da sé la propria comunità sociale, e che quindi in un modo o nell’altro essi debbano essere sottoposti all’autorità di una istituzione governativa
(di uno “Stato sociale”). [vedi in precedenza il cap. “Anche la Cultura “alternativa” attuale non è in grado di risolvere il problema”].
<si vedano
– il capitolo “Il problema di fondo (culturale) di oppositori e dissidenti” nel mio articolo “Perchè i Movimenti di opposizione sono inevitabilmente destinati a fallire”
– il mio testo “The novelty of modern empires: the psychological dictatorship and the Cultural Revolution“
– vedi il capitolo “Recover the mentality of man capable of looking after himself” nel mio articolo “Dissident information (and politics), what to do now: the need to redefine strategies”
– vedi il mio testo “The underlying problems: the cultural problem and the conflict of interest” nel mio aritolo “Why and how it is absolutely necessary to change [wake up call]”
Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)
Le considerazioni precedenti ci portano a comprendere che
il fondamento del benessere di una Società sono le persone
Il fatto che ci si basi sull’Idea social-ista secondo la quale sarebbero le istituzioni governative (come quelle del Welfare) a creare il benessere porta a perdere di vista il fattore fondamentale per lo sviluppo del benessere: la Libertà dei Cittadini la quale permette ad essi di sviluppare al meglio le loro qualità.
<vedi il mio articolo “Towards a Welfare 2.0”>
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Naturalmente non è scontato che le persone siano in grado di produrre benessere:
gli Esseri umani per produrre benessere devono essere in una certa condizione di coscienza senza la quale la società sviluppa sostanzialmente malessere.
Per comprendere quali siano le condizioni nelle quali l’essere umano è in grado di produrre benessere (per sé e per la sua comunità sociale) nella Comunità sociale del Villaggio è bene analizzare quali fossero le condizioni nelle quali tale comunità si è sviluppata: (1) condivisioni dei valori, e (2) capacità degli abitanti di badare a se stessi per la maggior parte delle questioni della loro vita.
Potremmo dire, in sintesi, che
la società è in grado di produrre benessere quando in primo luogo le persone sono responsabili della loro vita
(quando esse sono cioè capaci di gestire in prima persona la maggior parte delle questioni della loro vita individuale e sociale).
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Non è che non debbano esservi istituzioni di supporto alla vita degli individui: il problema nasce per il fatto che queste intervengono anche quando l’individuo sarebbe in grado di risolvere da sé (magari con il supporto diretto di altri individui) i suoi problemi: questo è ciò che avviene nel Welfare moderno, ed a causa di ciò gli individui finiscono per aspettarsi che “le istituzioni” si occupino di loro in tutti gli aspetti delle loro vita (come si dice nel caso dell’attuale Welfare, “dalla culla alla tomba”).
Si noti come nel “Welfare tradizionale” le forme di supporto per i Cittadini si basassero sul volontariato, e come esse funzionassero meglio di quelle attuali: ad esempio, ancora oggi sono tali istituzioni di volontariato che si occupano degli “ultimi”, cosa che il Welfare moderno non riesce a fare.
Si deve ricordare che agli inizi del ‘900 esistevano Società di mutuo soccorso che erano in grado di garantire la costante assistenza medica ai lavoratori al prezzo di una giornata di lavoro
Tali Istituzioni, sono state abrogate con varii pretesti dalla Democrazia moderna per dare spazio al sistema di government che impone ai Cittadini il proprio sistema di “assistenza sociale”.
<si veda il capitolo “The need to reflect on the qualities of government by the citizen” nel mio articolo “The need to develop a dimension of effective participation in the government of citizens (bottom-up governance modality)”>
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Nella Democrazia moderna si è riconosciuto già all’inizio degli anni ‘900 come il Welfare moderno creasse il doppio problema dell’assuefazione dei Cittadini, e del fallimento economico dello Stato.
Per tale ragione la Comunità europea ha infatti pubblicato la Direttiva della Sussidiarietà, nella quale si indica come gli Stati debbano abbandonare l’attuale forma di assistenza del Cittadino, e passare ad un nuovo Welfare nel quale i Cittadini sono sovvenzionati per organizzare direttamente forme di assistenza sul territorio.
Con tale concezione del Welfare si torna semplicemente alla dimensione del Villaggio, nella quale le attuali Istituzioni assistenziali non avrebbero avuto molto da fare, poiché in tale dimensione i Cittadini sono in grado di risolvere la maggior parte dei loro problemi (compresi quelli della salute).
<si vedano i capitoli
– “La questione delle sussidiarietà: come recupero dell’ordine naturale della società” e
– “La questione delle cure mediche in un sistema non-statale”
nel mio testo “Oltre la socialdemocrazia: superare l’attuale crisi della Democrazia europea riportandola alla sua dimensione originaria nella quale i cittadini sono in grado di agire direttamente per soddisfare i loro bisogni”>
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In essenza quindi, come si è visto nei precedenti capitoli,
il benessere esiste
quando nella comunità sociale
le persone sono in grado
di sviluppare al meglio le loro potenzialità.
Ovvero solo nelle società nelle quali ogni persona è in grado di sviluppare le sue inclinazioni (i propri talenti), vi è un apporto da parte di essa di quelle qualità .che stanno alla base del benessere sociale).
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Questa considerazione ci porta alla questione dei Diritti fondamentali dell’uomo:
lo sviluppo di benessere è possibile
solo quando la Società è fondata su alcuni di quelli che oggi vengono definiti come Diritti fondamentali delle persone.
(in particolare si tratta del Diritto alla Libertà di scelta, descritto più avanti).
L’ESSENZA DEL CONCETTO DI DIRITTI UMANI
Si è detto che il funzionamento di una Democrazia dipende da una corretta applicazione dei Diritti fondamentali dell’Uomo.
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Vediamo quindi più nello specifico cosa siano i Diritti fondamentali dell’uomo, i quali pur essendo sulla bocca di tutti (sopratutto dei Politici) non sembrano essere compresi dalla maggior parte della gente. Ignoranza che appunto mina alla base il funzionamento della Democrazia moderna.
Il fatto è che la Democrazia moderna, dichiarando da un lato di essere fondata sui Diritti fondamentali dell’Uomo, e contemporaneamente perdendoli di vista nello sviluppare le sue azioni istituzionali, finisce per essere afflitta da una contraddizione di fondo che, appunto, la porta a commettere una serie di errori che alla fine creano quella che Macron ha definito come fine dell’era del benessere.
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Ne prossimi due capitoli cerchiamo di comprendere in primo luogo:
1) quale sia il significato in sé del termine Diritto (cosa significhi, in cosa consista, come può essere applicato un diritto, cosa non è un diritto)
Ma anche
2) quali siano i Diritti specifici alla base di una Società che garantisce benessere (che sono, appunto, i Diritti che sono alla base della Democrazia).
1) COSA È UN DIRITTO
In generale
(1)
UN DIRITTO È UN QUALCOSA CHE PERMETTE AD UNA PERSONA
DI AGIRE SECONDO LA PROPRIA VOLONTÀ
(purché esso non leda lo stesso diritto in altre persone).
Quindi, ad esempio, il Diritto alla libertà di scelta implica che una persona possa scegliere di fare o non fare una cosa purché nella sua azione esso non leda il diritto di scelta di un’altra persona.
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Vediamo alcuni esempi.
Nel caso del Diritto alla di libertà di scelta, una persona può decidere di avere una moglie, o una fidanzata. Ma essa non può costringere con la forza un’altra persona a sposarlo: in questo caso lederebbe il diritto di scelta di lei (ossia ad essa verrebbe negata la libertà di non sposarlo).
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Detto in altre parole,
(2)
un diritto di una persona
NON È UN OBBLIGO PER QUALCUNO DI FARE QUALCOSA PER LUI.
Il problema è che nella Società occidentale moderna non vi è consapevolezza di cosa siano in realtà tali Diritti fondamentali dell’Uomo. E quindi essi sono puntualmente disattesi.
La differenza tra diritti e garanzie
In questo capitolo vediamo nello specifico come l’importanza dei Diritti fondamentali nello sviluppo di una società sia legata al fatto che
tali Diritti sono sostanzialmente
i Principi sui quali si fonda il suo sistema sociale.
(essi sono detti Diritti “naturali” poiché che sono attribuiti alle persone per il semplice fatto che esse esistono).
.
Ovvero in questo capitolo vediamo come già nel Neolitico l’Essere umano avesse compreso – senza fare ragionamenti “filosofici”, ma d’istinto – il fatto che dal rispetto dei diritti “naturali” delle persone dipenda il buon funzionamento della comunità sociale (lo sviluppo di un reale benessere).
E la Democrazia ha ripreso tale concezione della società: i Diritti naturali sono il Fine che si sono posti i suoi fondatori nella antica Atene. E anche i fondatori della Democrazia USA nella quale si afferma che per garantire un reale benessere delle persone (la Felicità indicata come fine primario della società) è necessario che la Società si basi sul rispetto dei Diritti fondamentali dell’Uomo (diritti indicati nella Costituzione).
L’idea alla base di ciò era legata all’esperienza di vita delle Comunità autonome create dai Coloni americani, nelle quali il benessere era appunto legato al fatto che in esse le persone erano libere ci agire (interagendo in modo spontaneo con le altre persone).
,
In altre parole con tale impostazione della Democrazia si riconosceva che
una società è in grado di produrre benessere
quando ogni individuo è in grado di sviluppare
un “interesse personale”
in armonia con “l’interesse comune” della Comunità.
.
Il problema di fondo della Democrazia europea (nata successivamente alla Democrazia americana, e da essa sostanzialmente differente) è che in essa si sono perduti di vista i Diritti fondamentali dell’Uomo.
Ricordiamo che la Rivoluzione francese dalla quale è nata la Democrazia europea e si pone in contrapposizione con la Rivoluzione americana: nella secondo caso il popolo si è sbarazzato del “Governo centrale” inglese, per riprendere il precedente tipo di government “spontaneo” a livello locale (government diretto della popolazione); mentre nel secondo caso è stata effettuato – sfruttando una rivolta popolare – da parte di una elite di intellettuali un cambiamento nel quale essi si sono impossessati le forme di potere in precedenza detenute dai Monarchi (in termini moderni si è trattato di un colpo si stato, e non di una Rivoluzione come è stato nel caso della fondazione degli Stati Uniti).
<vedi il mio articolo “What is Social-democracy: State sovereignty (differences between Socialism and Democracy)”>
A causa di questa perdita dei Diritti dell’Uomo ii Cittadini si sono abituati ad essere eterodiretti (essi sentono il bisogno di una autorità che imponga loro i comportamenti). E viene quindi a mancare il loro determinante contributo allo sviluppo del benessere.
Il risultato di ciò è, appunto, che
la Democrazia europea
avendo perduto la fonte primaria di produzione del benessere,
si è trasformata in una società che produce sempre maggior malessere.
(Il modello di Democrazia europea oggi oggi è adottato anche dal Governo di Washington).
Fino ad arrivare al suo collasso definitivo (come ha annunciato Macron nel 2022).
L’importanza dei Principi di funzionamento di un sistema
È bene soffermarsi brevemente sull’importanza dei principi di un sistema sociale poiché, appunto, oggi vi è un profondo equivoco su cosa essi siano (equivoco che è appunto alla base della attuale crisi della Società occidentale).
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Il fatto è che il “Sistema sociale” moderno (la Democrazia rappresentativa europea) è un sistema definito dall’Uomo. Ed
i Sistemi concepiti dall’essere umano
sono dei sistemi razionali,
BASATI CIOÈ SU UNA “LOGICA DI FUNZIONAMENTO”
(ciò vale per sistemi come un motore, un software; ma anche per un sistema di organizzazione di vari ambiti della società, come un ospedale, una fabbrica; e appunto, la Società civile).
I Principi di tali sistemi sono di fatto dei “Principi di funzionamento” del sistema specifico; e quando viene a mancare una rigorosa osservazione di essi inevitabilmente si degrada il funzionamento dell’intero sistema (si rompe il motore, si crea caos in una organizzazione di persone, ecc …).
I Diritti fondamentali dell’Uomo sono, appunto, dei Principi di funzionamento della società: se sono rispettati, tutto funziona, e si produce benessere; se non lo sono si sviluppa un caos organizzativo.
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Non si tratta quindi di una questione astratta, teorica (di una “questione di principio”), ma di una questione prettamente pratica:
●
se si vuole far funzionare il Sistema sociale (il sistema-Democrazia) si devono rispettare rigorosamente i suoi Principi.
In caso contrario la Democrazia è progressivamente afflitta da un malfunzionamento, ovvero:
●
se non si rispettano i Principi di funzionamento
il Sistema fornisce risultati differenti
da quelli per il quale il sistema era programmato.
Ad esempio dove vi sarebbero dovuti essere Ordine e benessere si ottengono caos e malessere.
●
E con l’andare del tempo, accumulandosi i problemi,
il Sistema in questione finisce per collassare.
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L’Essere umano ha creato la Società moderna in base a Teorie scientifiche (come le Scienze politiche o l’Economia moderna). Contesti che si basano su una rigida logica di funzionamento.
In tali contesti non è quindi possibile intervenire in modalità indipendente dai Principi di funzionamento, senza produrre effetti collaterali negativi.
NON È CIOÈ POSSIBILE FARE ECCEZIONI AL MODELLO RAZIONALE:
ogni elemento del sistema deve essere assolutamente coerente con la Teoria (Modello di funzionamento) su cui esso si basa.
In caso contrario tale Sistema continuerà inesorabilmente (“scientificamente”) a produrre risultati negativi (ed i problemi si accumuleranno divenendo diverranno di giorno in giorno sempre più gravi).
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I Principi di un sistema sono quindi ineludibili.
In questo caso infatti venendo a mancare una “logica di funzionamento”,
il sistema finisce per essere basato su
UNA APPLICAZIONE DISCREZIONALE (ARBITRARIA) DELLE REGOLE.
In tal modo si crea cioè una difformità tra il come il sistema dovrebbe funzionare, e il come esso viene effettivamente fatto funzionare. Discrepanza che, come si può vedere nella nostra Società, sta portando in più ambiti la nostra società al collasso.
Una delle conseguenza della mancanza della corretta applicazione dei Principi fondanti del sistema-democrazia: l’incertezza delle regole
Il problema del nostro Sistema-Democrazia è appunto che
le regole da seguire nella Società
(come sono appunto applicazioni dei Principi detti Diritti fondamentali)
SONO PASSATE DALL’ESSERE ASSOLUTE
(DA ESSERE APPLICATE SENZA ECCEZIONI)
AD ESSERE UN QUALCOSA DI ARBITRARIO.
In altre parole ciò che dovrebbe essere sviluppato in base a regole ferree, oggettive, è divenuto una qualcosa che è sviluppato volta per volta in base a decisioni soggettive (delle persone che governano il sistema). [vedi nel vol. 2 il cap. “La Democrazia funziona solo quando sono i cittadini a definire soluzioni per la soddisfazione dei loro bisogni”]
Una delle conseguenze negative di ciò è che
si crea una dimensione di incertezza nell’applicazione delle regole.
Incertezza che affligge in particolar modo le persone che per produrre un effettivo valore per la società dovrebbero seguire tali regole.
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Questa incertezza delle regole è infatti uno dei fattori che contribuiscono a creare caos e povertà, poiché tale condizione affligge appunto chi dovrebbe sapere con certezza come fare per essere “in regola”.
Nello specifico, si tratta ad esempio di incertezza di come vadano seguite le regole:
● delle attività professionali ed imprenditoriali, che in tale contesto sono fortemente penalizzate. E queste sono una tipologia di attività dell’Uomo dalla quale deriva un valore di importanza fondamentale per la Società. Il problema è che attualmente tali attività si sviluppano con difficoltà, e spesso falliscono creando diffusione di povertà e perdita di posti di lavoro.
● dei singoli individui che finiscono con il prendere coscienza di dover vivere in una sorta di Darwinismo sociale nel quale in assenza di regole certe ognuno deve essere più scaltro degli altri per poter sopravvivere. In tale condizione le persone si muovono in base a criteri egoistici, ed il loro apporto positivo alla società si trasforma in un ostacolo allo sviluppo del benessere (si vedano i comportamenti delle persone nel traffico urbano – il quale, tra le altre cose, è peggiorato con l’introduzione dell’invenzione delle rotonde).
Ed inoltre si genera il problema che
● la situazione che si genera in tal mondo viene sfruttata da alcune persone particolarmente scaltre per guadagnare sempre maggior potere (nel Mercato e nella Politica).
Oggi quest’ultimo punto emerge in modo chiaro dalla visione delle strategie congiunge delle grandi Multinazionali finanziarie e dei Governanti. Un caso significativo è quello di Mario Draghi, che è stato contemporaneamente stratega della coalizione della maggiori Multinazionali finanziarie, e Politico (Primo Ministro in Italia).
Le strategie di Draghi (facilmente rintracciabili sul Web) indicano infatti come i “poteri forti” possano utilizzare il caos sociale e la povertà per guadagnare maggior potere.
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Si noti come in realtà tali strategie fossero già state indicate più di un secolo prima nel progetto di “Rivoluzione comunista morbida” di A. Gramsci: progetto ancora oggi portato avanti dai politici appartenenti all’ideologia Socialista (politici come Ugo Mattei il quale riprende ciò che aveva indicato Gramsci: non sono i Rappresentanti eletti dai Cittadini a dover governare la Nazione, ma ciò deve essere fatto da una casta di funzionari e Magistrati).
Come la violazione di un diritto dell’Uomo possa condurre al totalitarismo (la metafora della spiaggia)
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Il problema è quindi che oggi la Democrazia moderna (l’intera Società occidentale) opera in base ad una contraddizione di fondo rispetto ai suoi “Principi di funzionamento”. Ed in questo modo essa, come è per qualsiasi sistema razionale creato dell’Uomo, ottiene risultati diversi da quelli pianificati (e con l’andare del tempo l’accumularsi di questi risultati negativi si arriva al collasso del sistema).
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Come vedremo le regole di funzionamento di un sistema razionale sono ferree: non solo esse non possono essere trasgredite, ma il rischio insito in una loro trasgressione è che anche un singolo caso di violazione di principi fondamentali possa portare alla conseguenza che tale violazione diventa un principio del Sistema
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Ciò avviene perché nella mente dei Cittadini occidentali oggi non è chiaro quali sia il significato di questi principi fondamentali delle Democrazia moderna – detti anche Diritti fondamentali dell’Uomo (mentre tale significato era chiaro per gli abitanti dalla comunità di ordine spontaneo – dai Villaggi del Neolitico alle piccole Town USA).
Quindi per comprendere meglio quale è l’errore che si commette nel non tenere in giusta considerazione l’effettiva importanza dei principi fondamentali delle Democrazia moderna (Diritti dell’uomo) è necessario soffermarsi sull’analisi di tali Diritti.
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Per comprendere a fondo cosa sia un diritto (e cosa non lo sia affatto) possiamo pensare ad una spiaggia dove la gente ha il Diritto di prendere il sole e di nuotare nel mare ad essa prospiciente.
Per poter far rispettare questi diritti il Comune ha posto sulla spiaggia un bagnino.
In tale contesto originariamente vengono applicati i Principi della Democrazia, ossia i Cittadini hanno il Diritto di prendere il sole o di nuotare. Il risultato è che gli abitanti del paese la domenica vivono in modo felice la spiaggia.
Vediamo quindi come, con la perdita dei Diritti fondamentali, anche su quella spiaggia si alteri radicalmente il funzionamento della Comunità sociale, ed il benessere originario cominci a trasformarsi in malessere (in tal modo su tale spiaggia si riproducono i vari problemi che affliggono oggi la Società occidentale moderna).
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Il problema nasce appunto quando viene meno la concezione corretta dei Diritti dei Cittadini.
Concezione corretta che è, come si è detto all’inizio di questo capitolo (“Cosa è un diritto”):
(1) un diritto è un qualcosa che permette ad una persona di agire secondo la propria volontà, purché essa non leda lo stesso diritto in altre persone (in altre parole l’esercizio del diritto non può divenire una limitazione del Diritto di un’altra persone).
Ovvero:
(2) un diritto di una persona non può divenire un obbligo per qualcuno di fare qualcosa per lui.
Le due contrastanti concezioni dei Diritti dell’Uomo
Per comprendere meglio il problema che si viene a creare a proposito della concezione dei Diritti del Cittadino è necessario considerare che oggi vi sono due versioni di essi (della quali, ovviamente, solo una è quella corretta):
● la concezione “istituzionale” (contenuta ad esempio nei Codici delle Leggi, e nella “Carta dei diritti dell’uomo”) che si basa su una enunciazione razionale facilmente comprensibile.
Con tale definizione si sancisce che i Diritti fondamentali dell’Uomo:
– sono inalienabili:
●
tali Diritti sono parte dell’individuo
solo per il fatto che la persona esiste
(non vi è nessuno che li può togliere, e nemmeno limitare).
– sono assoluti: ovvero
●
non vi è nessuna situazione
in cui tali Diritti non debbano essere applicati
(non esistono, ad esempio, “situazioni di emergenza” in cui essi possano essere “sospesi”, poiché in questo caso vi sarebbe qualcuno che soggettivamente valuta la situazione, ed imporrebbe la sua volontà ad altri).
Una caso che illustra questa soggettività della valutazione di una situazione nella quale sia possibile sospendere un Diritto fondamentale è quello del lockdown applicato all’epoca del Covid 19.
Questa è non solo la concezione su cui si basa la Democrazia moderna (almeno in teoria), ma è anche quella utilizzata nel Villaggio antico.
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● la concezione “ideologica” dei Diritti, che è quella di fatto applicata oggi nella Società occidentale, la quale contraddice quella “istituzionale”: in essa l’applicazione dei diritti cessa di essere assoluta, ovvero
oggi nella Società occidentale
prevale la concezione ideologica
NELLA QUALE L’APPLICAZIONE DEI DIRITTI DEI CITTADINI
VIENE APPLICATA IN BASE AL GIUDIZIO DEI GOVERNANTI,
i quali spesso sospendono (o limitano) tali diritti.
Si parla appunto delle situazioni alle quali si è accennato, nelle quali qualcuno individua una “emergenza”, e quindi la necessità di sospendere le regole ordinarie. Ovvero a situazioni come quella del lockdown applicato per il cosiddetto Covid 19.
La questione non è valutare se esistono veramente situazioni di emergenza,
ma è considerare il fatto che in una Democrazia
i Cittadini sono Sovrani, e che quindi
sono essi che devono valutare quando vi sia una condizione
nella quale è meglio che si debba rinunciare ad alcuni Diritti
(tale decisione può ad esempio essere presa attraverso un referendum): in caso contrario viene a cadere la qualità dell’inalienabilità del Diritto dell’Uomo.
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Importante ma di secondaria importanza è quindi, nel caso del Covid, valutare se gli “esperti” (sostanzialmente i Governanti) potessero già inizialmente comprendere che la soluzione da essi attuata (lockdown) avrebbe causato enormi danni (a livello di salute, di occupazione, di educazione scolastica, di prevenzione e cura di altre malattie, ecc …), e si sarebbe rivelata essere inutile (in ogni caso la cosa con il tempo è divenuta evidente – ma già al tempo della decisione di attuare i lockdown era chiara a molti).
In questo caso si tratta invece di considerare come
un processo governativo nel quale si violano i Diritti dei Cittadini sovrani,
vi siano conseguenze disastrose
che si potrebbero evitare si procedesse in modo realmente democratico: osservando i Diritti dei Cittadini.
Nel caso specifico dei lockdown per il Covid, applicando i Diritti costituzionali dell’Uomo – fornendo ai Cittadini, per il Diritto di informazione, le informazioni corrette – essi avrebbero potuto decidere cosa fare, caso per caso;
invece per “questioni di emergenza” le informazioni più importanti sono state censurate.
Questa censura deriva proprio dalla concezione social-ista nella quale i Governanti sono quelli che possono comprendere la verità delle cose. In tal caso essi si sentono giustificati nell’applicare il principio “il fine giustifica i mezzi”: per evitare inconvenienti che ostacolino l’applicazione della visione “corretta” dei Governanti essi ricorrono all’applicazione di censura e repressione.
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Enciclopedia Treccani – Ideologia: “dottrina non scientifica che proceda con la sola documentazione intellettuale e senza soverchie esigenze di puntuali riscontri materiali, sostenuta per lo più da atteggiamenti emotivi” .
In tale contesto non vi è più un sistema basato sui Diritti dell’Uomo, poiché lì sparisce il ruolo della Volontà (sovranità) del Cittadino (non vi è più un Diritto del Cittadino nel senso di possibilità per esso di proteggere un suo interesse vitale). Ma qualsiasi decisione viene subordinata all’”Idea” (all’Ideologia), poiché avendo stabilito che l’Idea è giusta in assoluto (in tale contesto il fondamento delle Ideologie non viene mai messo in discussione, e quindi mai modificato) vale la regola de “il Fine giustifica i mezzi” (le azioni intraprese).
In sintesi
se nella dimensione democratica
il Diritto dell’Individuo è assoluto,
nella attuale Democrazia occidentale
diviene invece assoluta l’Ideologia
(ovvero tutto si basa sulle “teorie” create dai Governanti)
Come la metafora della spiaggia metta in evidenza il problema dell’applicazione ideologica dei diritti umani
Ritornando alla metafora della spiaggia, con tali considerazioni in mente possiamo osservare come si arrivi ad una aberrazione del sistema dei diritti nel caso in cui giunga alla spiaggia una persona che non sa nuotare ma vuole fare il bagno allontanandosi dalla riva (esso ha la pretesa di avere la possibilità di fare la stessa cosa che fanno gli altri).
In questo caso, riepilogando,
se ci si attiene alla concezione corretta (Istituzionale) dei Diritti
1) tale persona è libera di fare il bagno, ma
2) NON PUÒ ASPETTARSI CHE QUALCUNO SIA OBBLIGATO AD INSEGNARGLI A NUOTARE.
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Invece nel caso tipico della applicazione ideologica dei Diritti – fuor di metafora, ciò è quanto accade attualmente in Occidente – il Bagnino (l’autorità locale)
ritiene che il Diritto di questa persona di fare il bagno
significhi che esso deve essere messo in grado di nuotare
con un intervento della comunità sociale.
In questo caso si annulla il sistema istituzionale dei diritti poiché si deve obbligare qualcuno a rinunciare al suo diritto di nuotare per conto suo (o di prendere il sole in spiaggia) per fare in modo che tale individuo possa imparare a nuotare. Nella nuova interpretazione cioè
i Diritti del Cittadino non sono più assoluti ed inviolabili,
ossia perdono la loro caratteristica
DI NON POTER ESSERE NEGATI A NESSUNO.
Questa obbligazione può essere diretta, come nel caso di questa metafora, o indiretta, come avviene nella attuale società, nella quale si obbligano i Cittadini a pagare una “quota” (tassa) per finanziare una soddisfazione di un bisogno di altre persone.
Si deve ricordare che la società di tipo tradizionale sebbene abbia funzionato per millenni senza obbligare gli abitanti a “contribuire” per sostenere i benefici di qualcuno, abbia ottenuto un benessere sociale migliore di quello attuale grazie al modello del volontarismo.
Si noti inoltre come il modello del volontarismo della contribuzione alla soddisfazione di bisogni altrui sia in realtà l’unico applicabile in una reale Democrazia, poiché esso si basa proprio sull’applicazione del concetto di Sovranità del Cittadino indicato dalle Costituzioni come elemento fondante del Sistema-democrazia.
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Con il modello del volontarismo (che implica che le azioni del cittadino sono volontarie, ovvero dipendono dalla sua volontà) azioni come quella di contribuzione con denaro al funzionamento della società (tasse) sono appunto decise dal cittadino (come è indicato dalle Costituzioni e dalle carte dei Diritti dell’uomo). Su tale modalità volontaristica funziona la Comunità sociale di Ordine naturale, mentre l’attuale forma di Democrazia moderna si basa su un obbligo, una imposizione.
(si noti come tale obbligo a pagare le tasse giudicato secondo la Giurisprudenza istituzionale costituisce una estorsione). <vedi il cap. “The question of the monopoly of force and taxes (the problem of the “tax system”)” nel mio articolo “Systemic racism or monopoly of force?”>
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Si ricorda che nel contesto dell’organizzazione della società del modello tradizionale (l’Ordine naturale del Villaggio) basandosi sul volontarismo i Cittadini godevano di una “assistenza sociale” (un Welfare spontaneo) migliore di quella attuale [come si è detto in precedenza cap. “Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere”].
E bene inoltre notare come ancora oggi “gli ultimi” debbano essere assistiti da associazioni di volontariato (per ottenere un rifugio e pasti giornalieri), poiché lo “Stato sociale” non è in grado di prendersi cura di essi.
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A proposito dell’assistenza sociale sviluppata con il modello del volontariato, il problema è che lo Stato sociale moderno ha eliminato la possibilità alle strutture di volontariato di agire nella società: ad esempio agli inizi del ‘900 vietando le forme di Mutuo soccorso che permettevano di fornire una assistenza sanitaria annuale con la spesa di un giorno di paga. Ed oggi tassando le strutture di assistenza volontaria religiosa, costringendo le organizzazioni a vendere tali strutture.
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Come detto, oggi con la Direttiva sulla Sussidiarietà l’Unione europea riconosce la necessità di reintrodurre il “volontarismo” (nel senso di azioni volontarie dei Cittadini nella gestione del loro territorio, che in questo caso vengono sovvenzionati nelle loro azioni).
<si vedano i già citati capitoli
– “La questione delle sussidiarietà: come recupero dell’ordine naturale della società” e
– “La questione delle cure mediche in un sistema non-statale” nel mio testo “Oltre la socialdemocrazia: superare l’attuale crisi della Democrazia europea riportandola alla sua dimensione originaria nella quale i cittadini sono in grado di agire direttamente per soddisfare i loro bisogni”>
Come la metafora della spiaggia descrive il funzionamento della Società occidentale moderna
Nella metafora della spiaggia si introduce il nuovo concetto di Diritto adottato dalla Società occidentale (radicalmente differente dal concetto originario). Ovvero in essa si evidenzia come attualmente
il concetto tradizionale di diritto,
SIA SOSTITUITO SOSTITUITO DAL CONCETTO
DI “DIRITTO IN QUANTO A PRIVILEGIO”
(IN QUANTO QUALCOSA
CHE PER UN INDIVIDUO DEVE ESSERE FATTO DA ALTRI).
Cosa che altera alle fondamenta il funzionamento della Democrazia.
Nella realtà della nostra società le cose funzionano infatti proprio come avviene nel contesto alterato della concezione delle regole di base della società nella precedente metafora della spiaggia:
nell’attuale modello della Democrazia europea
qualcuno definisce arbitrariamente chi può godere di “diritti-privilegi”,
e tutti gli altri sono obbligati a supportare
le azioni a beneficio dei “privilegiati”
(ciò viene comunemente fatto attraverso le tasse: ovvero ai Cittadini viene sottratta con una imposizione una parte del denaro da essi guadagnato: di per sé si tratta della coercizione tipica dei “regimi” che negano il diritto fondamentale dell’Uomo alla libertà – Libertà di scelta).
Ricordiamo che laddove vige la libertà di scelta non si è liberi “di fare ciò che si vuole”: ovvero si è liberi di agire ma si è responsabili delle proprie azioni. E nel caso in cui un’azione violi il diritto di altri (crei dei danni alla società, morali o materiali), essa viene punita.
<si vedano nel testo “Oltre la Social-democrazia” i già citati capitoli
– “L’equivoco sulla interpretazione del termine Libertà”
– “Le filosofie alla base del pensiero politico: la definizione di Socialismo” >
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Si noti come nel caso della spiaggia vi sia
un paradosso:
l’autorità (il bagnino) dovrebbe operare per difendere il diritto
di chi è in spiaggia,
ed invece finisce per togliere a qualcuno tale diritto.
ALCUNE CONSEGUENZE DELL’ATTUALE MANCATO RISPETTO DEI DIRITTI DELL’UOMO
In ultima analisi il risultato di questa aberrazione nella concezione dei Diritti umani è che nella società vi è una perdita del benessere originario.
Come si perde il benessere originario quando si cominciano a violare i diritti dell’Uomo (l’arbitrarietà delle decisioni governative)
Il problema nella nuova concezione “rivoluzionata” dei Diritti dell’Uomo
NELLA QUALE I DIRITTI SI TRASFORMANO IN PRIVILEGI
(qualcuno è obbligato a fare qualcosa per qualcun altro) è che essa è ben più complessa di quanto può apparire.
Infatti nel caso della spiaggia (proprio come è più in generale per la nostra Società), la questione in ballo non è solo il fatto che a qualcuno venga negato il diritto di riposarsi al sole la Domenica, ma è anche
l’arbitrarietà del giudizio con la quale si decide di attribuire questo nuovo tipo di diritto ad una persona e non ad un altra:
IN QUESTO MODO UN DIRITTO DIVIENE UN PRIVILEGIO
(ossia il Diritto diviene la pretesa che qualcuno, obbligatoriamente, faccia qualcosa per lui).
In questo caso il problema è che si assiste ad una escalation di un fenomeno apparentemente insignificante: il privilegio cioè si diffonde nella società per il fatto che
una volta che una Istituzione
– che dovrebbe seguire in modo corretto delle regole –
accetta che si possa fare una eccezione per qualcuno,
ESSA DI FATTO STABILISCE UN NUOVO PRINCIPIO.
Più nello specifico nella nuova modalità ideologica di intendere i Diritti umani si riscontra un graduale aumento del numero dei “privilegiati” (quelli che si aspettano che qualcuno faccia qualcosa per loro); e di conseguenza
dove viene meno il rispetto dei Diritti umani nel senso originario,
aumenta gradualmente il numero delle persone
che sono obbligate a fare qualcosa per altri
(nel caso della Democrazia moderna, ciò avviene con il pagamento delle tasse).
Un caso significativo è quello in cui i privilegiati sono le persone senza un lavoro alle quali si da un incondizionato “stipendio di Stato” (non si tratta più di aiutare una persona in cerca di lavoro, ma sostanzialmente si paga quella persona “per non lavorare” – attribuendole appunto il privilegio di poter vivere senza lavorare).
Ma moltissimi sono i casi nei quali alcuni Cittadini pagano per servizi che essi non utilizzano: la sovvenzione di ristrutturazioni delle abitazioni (che non portano reali vantaggi alla Società), corsi di formazione e sportivi “gratuiti” (che in realtà sono effettuati da persone non all’altezza del compito), per l’acquisto di automobili e televisori (“bonus”), ecc …
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Più avanti nel capitolo “Il problema di una Democrazia che non è una Democrazia” si approfondisce il problema della Democrazia europea che è divenuta sostanzialmente un regime illiberale.
2) QUALI SONO I DIRITTI FONDAMENTALI IN UNA DEMOCRAZIA (PERCHÉ TALI DIRITTI SONO DETERMINANTI PER LO SVILUPPO DEL BENESSERE)
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Alla ricerca delle cause dei problemi che affliggono oggi la nostra Società occidentale, in precedenza abbiamo visto in essenza l’importanza dei Diritti dell’Uomo.
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Qui vediamo più nello specifico come tali Diritti siano adottati (o ignorati) dalla Democrazia europea.
Come detto, per avere un buon funzionamento di una Democrazia (lo sviluppo di un reale benessere) è fondamentale tenere in considerazione la questione dei Diritti dell’uomo, poiché il benessere delle persone è strettamente legato ai Diritti che essi godono all’interno della loro società.
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Partiamo quindi dalla considerazione che
la Democrazia nasce sostanzialmente come sistema di organizzazione della società finalizzato alla protezione dei diritti dei suoi abitanti.
Il fatto è che la Democrazia non può funzionare in altro modo. Se fallisce tale obiettivo, la Democrazia proprio non può funzionare: essa produce risultati differenti da quelli che si è prefissa, ossia produce problemi laddove si pensava di avere del benessere.
Come si è già detto, il problema di fondo della attuale Democrazia occidentale è proprio questo: alla base di tutti i suoi problemi vi è il fatto che essa non è più in grado di garantire ai Cittadini i loro reali diritti.
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Per tale ragione approfondiamo ulteriormente la questione di cosa siano questi Diritti fondamentali che in una Democrazia non possono non essere applicati senza riserve (si è detto che la loro caratteristica è di essere assoluti, ovvero che essi non possono essere negati da nessuno, in nessuna circostanza).
Vediamo cioè come tali Diritti fondamentali debbano essere applicati in una Democrazia (ossia vediamo come debba essere organizzata – governata – una società democratica affinchè essa possa garantire benessere ai suoi Cittadini).
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Riepilogando quanto detto nel precedente capitolo,
un diritto mi da la possibilità di fare qualcosa,
ma non di costringere qualcun altro a farmi avere un qualcosa
(ad esempio ho diritto di sposarmi, ma non posso obbligare qualcuno a fare in modo che io mi possa sposare).
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Il fatto è che se costringo qualcuno a fare qualcosa per me, ledo il suo stesso diritto fondamentale di libertà di scelta (ed il diritto deve esistere per tutti). O, se vogliamo, in questo caso viene meno un altro dei Principi fondamentali della Democrazia: il Principio di uguaglianza.
Ovvero, appunto
un diritto è un qualcosa che deve essere applicato
IN MODO UGUALE A TUTTI I MEMBRI DI UNA SOCIETÀ:
ciò significa che nessun membro della comunità può vedersi privato di tale diritto (a meno che non abbia commesso una violazione di qualche diritto altrui, e debba quindi essere punito).
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Inoltre:
un diritto non è una garanzia di ottenere qualcosa,
ma un diritto consiste unicamente nella libertà per una persona di essere e di fare ciò che essa ritiene più opportuno fare (purché con la sua azione essa non violi il diritto di qualcun altro).
Alcune considerazioni generali sui diritti adottati dalla Società moderna
Vediamo quindi più nello specifico quali sono quei diritti che sono alla base delle Democrazia: i Diritti fondamentali dell’essere umano.
Essi sono citati nelle Costituzioni delle Democrazia occidentali e nei documenti fondamentali delle più importanti organizzazioni internazionali (come l’ONU),
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In realtà
i Diritti dell’Uomo descritti da tali carte
sono quei diritti che già da millenni
sono alla base dell’organizzazione delle comunità umane
Anche se fino a pochi secoli or sono tali Diritti non erano descritti in modo esplicito – scritti in codici – essi erano presenti in quanto “convinzione interiore” degli abitanti di una Comunità sociale – erano sostanzialmente i cosiddetti Valori fondamentali della Cultura locale.
Oggi abbiamo una testimonianza di tali Valori-diritti in testi famosi come la Bibbia ed il Vangelo (vedi ad esempio le tavole dei 10 comandamenti).
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Il punto più importante da tener presente è che
I DIRITTI DELL’UOMO
SONO INTRINSECI ALL’INDIVIDUO:
si tratta di Diritti di cui l’essere umano
gode per il fatto che esso esiste.
Ovvero
(1)
i Diritti fondamentali di una persona
NON SONO ATTRIBUITI DA QUALCUN ALTRO,
e quindi nessuno ha il potere di violarli.
Ma anche:
(2)
I Diritti fondamentali sono cioè validi
a prescindere dalle situazioni specifiche nella quali ci si trova.
In altre parole,
in ogni caso nessuna Istituzione
può giustificare una limitazione dei Diritti dell’Uomo.
Ovvero, come si dice, i Diritti fondamentali degli individui sono diritti inviolabili.
<vedi articolo “The operational principles of Democracy”>
COSA SONO I DIRITTI DELL’UOMO, E PERCHÉ SONO CONSIDERATI ESSERE INALIENABILI
Vediamo quindi più nello specifico quali siano i Diritti fondamentali definiti come fondamentali nelle Carte costituzionali delle Democrazia moderne, analizzando il significato della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (ONU) secondo la quale “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”.
Vediamo cioè quali siano le ragioni che hanno spinto l’essere umano a considerarli Diritti “naturali” dell’Uomo, ossia come si considera che ogni individuo debba poter godere di tali Diritti solo per il fatto che esso esiste (nessuno glieli concede, e nessuno gieli può revocare). E come quindi essi non possano essere negati in qualsiasi circostanza.
1) LE BASI NATURALI DEI DIRITTI DELL’UOMO
Ricordiamo che si tratta di Diritti adottati come principi fondanti della società dall’Uomo già 10.000 anni or sono.
A quel tempo non vi erano teorie scritte, e l’Uomo per definire tali diritti si è basato sulla sua esperienza: sulla cultura che era stata tramandata di generazione in generazione, ed evoluta in base alle esperienza di vita con il metodo “tentativo e correzione dell’eventuale errore commesso”.
Ovvero, più nello specifico, l’uomo aveva inteso per esperienza già nella prima fase di messa a punto della vita nei villaggi che
una comunità sociale poteva funzionare
solamente se essa si basa sul diritto dell’Uomo di Libertà alla vita
(diritto dal quale. Come vedremo, derivano tutti gli altri Diritti che vediamo di seguito).
Il Diritto alla vita ancora oggi, con le nuove conclusioni della Scienza moderna, si considera essere intrinseco all’uomo, ossia un “Diritto naturale”.
2) The derivation of some personal rights from the Right to Life
Nella Democrazia moderna il Diritto più fondamentale di tutti è appunto il Diritto alla Vita: da esso derivano gli altri diritti fondamentali come quelli di Proprietà e di Libertà.
La Carta dell’ONU afferma che “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. A monte di tutti vi è il diritto alla vita poiché senza la possibilità di vivere, ovviamente, non possono esistere essere esercitati gli altri diritti.
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Come vedremo il Diritto alla vita non va però inteso come semplicemente Diritto di sopravvivenza:
il Diritto alla vita va inteso come
DIRITTO DI UNA PERSONE A SVILUPPARE IN MODO OTTIMALE LA SUA VITA.
(ovvero deve essere permesso ad un individuo di sviluppare le proprie inclinazioni – volontà – affinché esso sia in grado di sviluppare al meglio le proprie qualità – in tal mondo esso è in grado di dare il meglio di sé per la sua comunità sociale).
Ricordiamo quanto detto in precedenza: il reale benessere di una comunità sociale può essere prodotto solamente dai suoi abitanti. É quindi determinante che ogni abitante della comunità possa sviluppare al meglio le proprie qualità. [vedi il cap. precedente “Cosa è una Società? La relazione tra la qualità delle persone e quella della Società”]
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Il diritto alla vita non è un “Principio morale”, ossia un qualcosa che si ritiene che tutti debbano osservare per attenersi a qualche teoria, o a qualche dogma. Ma esso è una questione pratica: si tratta, se vogliamo, di una questione di “economia” della società (di un Principio biologico). Ovvero attenendosi a tale principio “biologico” la società riesce ad ottenere il meglio dalle risorse disponibili.
Nei lupi, ad esempio, il capobranco punisce i ribelli, ma non li uccide, poiché è consapevole che in casi di emergenza ha bisogno di tutti gli individui vivi.
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Una volta definito che una persona ha un diritto alla vita, nascono dei diritti ad esso subordinati che sono indispensabili per poter garantire ad essa tale Diritto “basico”.
In sintesi quindi
il Diritto alla Vita
è un diritto a sviluppare una vita
in base alla propria volontà
(alle proprie inclinazioni).
Come vedremo, la Comunità di ordine tradizionale è strutturata in modo che la tale libertà non divenga “libertà di fare tutto ciò che si vuole”, ma sia unicamente libertà di fare ciò che è funzionale al benessere sociale (a tal proposito, ad esempio, nei paesi di cultura anglosassone come gli Stati Uniti, le giurie composte dai con-cittadini possono punire – in modo rapido – i comportamenti che sono considerati essere lesivi dei diritti degli altri).
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Dal punto di vista sociale, l’importanza di tale diritto è legata al fatto che – come si è detto –
la qualità della vita nella Comunità sociale
DIPENDE DALLE QUALITÀ SPECIFICA
DELLE PERSONE CHE LA COMPONGONO.
Per tale ragione
è determinante che gli abitanti della comunità
siano in grado sviluppare al meglio le proprie qualità.
(vedi un capitolo precedente “L’infondata convinzione che la Società conti più degli individui”)
E, appunto, perché una persona sviluppi al meglio queste qualità (che sono il valore che esso apporta alla società)
essa deve essere libera di scegliere come impostare la sua vita.
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In altre parole la scelta di adottare il Diritto alla Vita come diritto fondamentale deriva dalla constatazione che
una vita all’interno della Società ha un valore per essa
solo se ad ogni individuo viene data la possibilità
di sviluppare la sua vita in base alle sue preferenze.
Il diritto a rimanere in vita non fa di una società una società civile in senso moderno: il diritto alla vita – in quanto diritto di sopravvivenza – esisteva già in molte civiltà antiche anche per gli schiavi, ma essi non erano messi in grado di sviluppare una vita secondo la propria volontà.[vedi poco più avanti il capitolo “La nuova schiavitù creata dalla Rivoluzione industriale”]
I diritti derivati dal fondamentale il Diritto alla Vita (i soprusi derivano dall’ignoranza delle proprie reali possibilità)
Per poter proteggere il Diritto alla Vita degli individui sono quindi stati individuati dei diritti accessori ad esso.
Ovvero
i Diritti fondamentali dell’Uomo
sono strumentali alla applicazione corretta del diritto alla vita
Come vedremo, non sarebbe necessario definire altri diritti poiché il Diritto alla Vita – inteso come è stato descritto in precedenza – è sufficiente a garantire il benessere della persona, e della comunità sociale.
Ma la definizione di questi diritti accessori rende più facile per gli abitanti della comunità comprendere cosa essi possono o non possono fare.
Questo comprendere cosa un individuo ha diritto di fare (e non solo cosa non ha diritto di fare) è importante perché solo a tale condizione una persona può apportare un effettivo valore alla società (ovvero permettere lo sviluppo di benessere in essa).
Il problema è che oggi gran parte degli individui si arrogano dei diritti illegittimi proprio per il fatto che essi non sanno cosa potrebbero fare in base ai Diritti attribuiti ad essi dalla Costituzione della loro Democrazia.
La questione è che tali individui paradossalmente non sanno che potrebbero vivere in un modo migliore: essi vivono di arroganza e sopraffazione perché, non conoscendo le potenzialità di qualità della vita a cui potrebbero accedere grazie ai diritti di cui potenzialmente godono, credono di doversi arrogare diritti di fatto illegittimi.
In altre parole una della cause del cattivo funzionamento della società moderna deriva dal fatto che le persone si sentono frustrate a causa della loro ignoranza rispetto a quelle che sono le loro libertà d’azione, e si sentono quindi costrette a creare una dimensione in cui esse si sentono in diritto di avere dei privilegi nei confronti delle altre persone (le Ideologie nascono a questo scopo: alcune persone, che a causa della loro limitata conoscenza delle cose del Mondo pensano che di per sé la vita non possa regalare reali soddisfazioni, hanno creato un sistema di organizzazione della società nella quale essi possono godere di privilegi nei confronti delle altre persone).
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Questa visione limitata del Mondo oggi è dovuta al fatto che non solo
le Istituzioni governative
nascondono ai Cittadini il reale significato
dei Diritti concessi ad essi dalla Costituzione;
ma anche perché la Scuola – per poter avere in futuro dei Cittadini facilmente manipolabili – propina ai giovani una educazione scolastica che nasconde ad essi le reali potenzialità della vita umana che erano invece ben conosciute nella comunità del Villaggio.
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I diritti derivati dal più fondamentale diritto alla vita, che sono ancora oggi conosciuti come Diritti costituzionali (che sono citati come Diritti fondamentali – inviolabili – nel Costituzioni, e nella Carta dell’ONU dei Diritti dell’Uomo), sono:
● il Diritto alla Libertà (alla libertà di scelta); si tratta, appunto, del Diritto alla Vita in quanto non solo diritto a sopravvivere, ma anche a vivere in base alle proprie inclinazioni di cui si è parlato in precedenza.
● il Diritto di Proprietà: la proprietà (abitazione, strumenti di lavoro, ecc ..) è ciò che permette alla persona di sviluppare la sua vita in base alla sua volontà (secondo le proprie inclinazioni, il proprio talento).
Senza una proprietà l’individuo nel Villaggio
dipende da qualcuno per la propria sussistenza,
e ciò sostanzialmente
non gli permette
di sviluppare una vita in base alle proprie inclinazioni.
Il diritto legale più importante: il Diritto di Proprietà
Vediamo quindi in cosa consista il Diritto di proprietà, il più importante dei Diritti “legali” (definito dalle Leggi delle Democrazie occidentali, e dalla Carta dei Diritti fondamentali dell’Uomo dell’ONU).
● il diritto di proprietà in generale: il concetto nessuno può invadere il mio spazio vitale (lo spazio che io sto occupando in modo legittimo) diviene, nel linguaggio giuridico moderno il Diritto di proprietà.
Il Diritto viene sancito in quanto si riconosce la Proprietà come estensione della persona: se una persona ha diritto di esistere come uomo libero da costrizioni,
essa ha anche diritto
ALLA PROPRIETÀ DI CIÒ CHE GLI SERVE PER VIVERE.
Ricordiamo che
una persona priva di proprietà
è nella condizione di dipendere perennemente dalla volontà di altri.
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É importante ricordare che nelle Democrazia moderne si riconosce che il Diritto di Proprietà è “pieno ed esclusivo”.
Dove pienezza del diritto significa che una persona può fare quello che vuole della sua proprietà – di ciò che essa ha ottenuto con il suo lavoro, o in dono (immobili, strumenti di lavoro, denaro, ecc …).
E dove esclusività del diritto significa che il proprietario può decidere chi far entrare – o non far entrare – nella sua proprietà (esso quindi, ad esempio, può recintare la sua proprietà, o comunque renderla inaccessibile).
Si noti come questo diritto si basi su una constatazione “oggettiva”: la Fisica ci dice che due corpi non possono occupare lo stesso spazio.
Ovvero se una persona ha bisogno della sua proprietà per vivere una vita nella quale sviluppa le sue inclinazioni per poter produrre sufficiente benessere per la sua famiglia, allora esso deve poter esercitare su essa il suo Diritto alla Libertà di scelta, eventualmente negando l’accesso a persone che esso non ritiene essere funzionali al suo benessere.
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● il Diritto di Proprietà non riguarda solo terreni ed edifici: il Diritto di proprietà riguarda anche tutti quegli strumenti che servono all’individuo per lavorare e proteggere la sua famiglia.
Ovvero
il Diritto di proprietà è esteso a tutto ciò che – in modo legittimo – la persona ha ottenuto dal suo lavoro.
Quindi sono proprietà della persona cose come l’abitazione, gli strumenti di lavoro (nel villaggio erano la zappa, oggi sono piuttosto l’auto, e il Computer). E sopratutto va considerato che
la legittima proprietà di ciò che si ottiene con il proprio lavoro (legittimo) riguarda anche il denaro
È bene chiarire questo punto: in un paese in cui vengano rispettati i Diritti dell’Uomo,, una persona ha un diritto pieno ed esclusivo rispetto all’uso del denaro da lui guadagnato. In altre parole
nessuno può toccare il denaro di qualcuno senza il suo consenso.
Qui si apre, ovviamente, la questione delle tasse che consistono in denaro “prelevato al cittadini senza il loro consenso”. <si veda il capitolo “La concezione ideologica della tasse” nel documento “Oltre la Social-Democrazia”>
IL PROBLEMA DI UNA DEMOCRAZIA CHE NON È UNA VERA DEMOCRAZIA
(DELLA CLASSE POLITICA CHE SFRUTTA LE QUESTIONI LEGATI AI DIRITTI-PRIVILEGI PER MANTENERE IL POTERE)
Come i Governanti strumentalizzano a loro vantaggio i problemi della società occidentale moderna
Come detto in altri punti,
alcuni problemi che affliggono la nostra Società
non sono affatto accidentali,
ma sono appositamente creati
(per lo meno si lascia che si sviluppino)
perché essi sono utili ai Governanti.
Ciò è possibile per il fatto che la Cultura occidentale ha subito una trasformazione radicale (una “Rivoluzione culturale”) con la quale si sono eliminati da essa quegli elementi che sono determinanti affinché le persone
● possano sviluppare una visione “critica” della realtà (per comprendere cosa sta avvenendo)
● possano creare da sé un effettivo benessere.
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In tale situazione
le persone vivono appunto una condizione di inconsapevolezza ed di impotenza nei confronti del loro destino.
E sono quindi costrette ad affidarsi alla guida di chi promette di prendersi cura di loro.
Ciò permette appunto alla Classe di persone che governano il nuovo sistema sociale (i gestori della Politica e del Mercato) di sfruttare la situazione per aumentare costantemente il loro potere (in direzione del conseguimento di un potere assoluto).
Si tratta per i Governanti di sviluppare strategie che permettano loro di prevalere in modo definitivo su quella parte della popolazione che ancora oppone resistenza ai loro “programmi” (“opposizione” che rappresenta per essi ancora un ostacolo sebbene oggi la possibilità di opporsi all’Establishment tramite il voto, a causa della manipolazione delle Elezioni, sia praticamente inesistente).
Una delle deficienze della attuale Cultura è che in essa manca una chiara idea di cosa siano i Diritti dell’uomo sui quali si basa il “Contratto sociale” (la Carta costituzionale) con la quale i Governanti hanno promesso di garantire ai Cittadini di non abusare del loro potere. <si veda il cap. “Having even a small amount of power in a system allows you to increase that power” nel mio testo “Oltre la Socialdemocrazia – beyond Social-democracy”>
<si vedano:
– il cap. “Quali sono i principi di funzionamento della Democrazia?” nel mio testo “Oltre la Socialdemocrazia – beyond Social-democracy”
– il capitolo “Le regole di base della Democrazia” nel mio articolo “Why is Democracy vanishing”>
Il problema delle Costituzioni (del “Contratto sociale”), e della illegittimità dello Stato moderno
Nelle Nazioni europee moderne
la Costituzione è sostanzialmente
un “contratto” con il quale i Governanti,
una volta assunto il potere,
si impegnano con i Cittadini a garantire loro i Diritti fondamentali dell’Uomo
(la prima Costituzione moderna europea, quella della Francia dei Rivoluzionari, è scritta alla fine del ‘700)
Ma di fatto le Costituzioni, grazie alla manipolazione del linguaggio operata con le tecniche della “rivoluzione culturale” morbida (del “Cancel culture), hanno assunto un ruolo opposto. [vedi nel vol. 2 il già citato cap. “Il ruolo del “cancel culture” nella crisi della Società moderna”]
Ovvero
le Costituzioni hanno ora ribaltato il loro senso originario:
esse sono divenute
una legittimazione del Potere dei Governanti.
Significativo è il fatto che sul sito RAI – che è il servizio di informazione del Governo italiano – nella pagina “Educazione civica: la Costituzione spiegata ai bambini” si affermi «La Costituzione italiana raccoglie i diritti e i doveri di tutti i cittadini e anche l’ordinamento dello Stato”. Si veda come appunto non si citi affatto la funzione di base della Costituzione, che è fondamentalmente quello di garantire i diritti dei Cittadini, come è ad esempio per la prima costituzione moderna, quella degli Stati Uniti. <vedi link>
Negli Stati Uniti, appunto, è chiaro che i doveri sono indicati dalle Leggi “di comportamento” sempre e comunque subordinate alle Costituzioni (Leggi che negli Stati Uniti sono create dai Cittadini stessi tramite le sentenze delle Giurie popolari).
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Il problema qui è che tutto si basa su una narrativa, una manipolazione della Cultura (e delle coscienze che utilizzano tale cultura come “sistema operativo”) con la quale si ribaltano i significati originari delle parole.
L’equivoco creato a proposito delle Costituzioni moderne risiede
nella diffusione dell’idea che
la Democrazia si basi a monte di tutto
SU UN “CONTRATTO SOCIALE”
(DEFINITO ANCHE COSTITUZIONE)
stipulato tra Governanti e Cittadini nel quale questi ultimi
hanno ceduto volontariamente ai primi parte del loro potere.
In questo modo si trasforma il significato di Costituzioni – e quindi il senso della Democrazia.
Ovvero si perde l’idea originaria: sebbene
LA DEMOCRAZIA SIA UN LUOGO NEL QUALE
I CITTADINI (DEMOS) SONO I SOVRANI,
– ovvero governano se stessi –
oggi si è passati all’idea che
I CITTADINI DEBBANO ESSERE GOVERNATI DA QUALCUNO.
Ossia si abbandona il concetto fondamentale di Cittadini sovrani (che stanno sopra tutti, e quindi nessuno può dire loro cosa possono o non possono fare) al concetto di Istituzione governativa sovrana (si ritorna cioè al sistema della Monarchia, qui trasformata in Oligarchia).
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Ciò potrebbe essere anche essere giustificato dal concetto di Democrazia in sé: i Cittadini possono decidere ciò che vogliono, e quindi possono anche decidere di delegare ad altri il loro potere.
Ma in realtà oggi non è così, poiché in tal caso i Cittadini – come vediamo nel prossimo capitolo – non solo non hanno mai deciso di lasciare questo potere sovrano ad altri, ma non sono in grado di scegliere di ritornare ad essere indipendenti dalle Istituzioni governative (in questo caso il “patto” della Costituzione è nullo secondo la giurisprudenza occidentale, e quindi nessuno può appellarsi ad esso)
Perchè le Costituzioni europee sono “illegali”
Vediamo più nello specifico cosa comporti questo ribaltamento di significato di Costituzione e di Democrazia.
A monte di tutto l’equivoco in questione si basa quindi sull’idea che sia stato stipulato un contratto (contratto sociale) tra Governanti e Cittadini (incarnato dalla Costituzione). Ma, appunto, questo contratto non è mai stato stipulato, ovvero
il Contratto sociale (la Costituzione)
è una pura invenzione a livello semantico.
Essa fa cioè parte della narrativa creata dai Governanti.
All’inizio i governanti che hanno emanato un Costituzione erano i Giacobini, che nel governo rivoluzionario francese del ’700 governavano in modo assoluto, con maggior violenza della monarchia precedente (una delle prime conseguenze del “contratto sociale” è il genocidio attuato dai Governanti rivoluzionari nei confronti dei cristiani nel nord della Francia).
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Perchè il Contratto sociale (le Costituzioni europee) è illegale?
Vediamo le ragioni per le quali la validità di una Costituzione non potrebbe essere riconosciuta da un Tribunale europeo (il quale quindi libererebbe i Cittadini dagli obblighi sanciti da essa):
● un contratto deve essere stipulato da due parti entrambe consapevoli dell’impegno che esse si assumono.
Il fatto è che un contratto è illecito quando vi è un “vizio di consenso”, ossia quando manca uno degli elementi fondamentali: l’accordo tra le parti (Enciclopedia Treccani, accordo: «Incontro di volontà per cui due o più persone convengono di seguire un determinato comportamento»).
Più nello specifico la Legge afferma che un contratto non può essere valido se vi è «mancanza di accordo ovvero di volontà (…)», ovvero se vi è stata «la stipula del contratto con una persona priva della capacità di comprendere e volere il compimento dell’atto» (una persona che sia inconsapevole dell’impegno che si accingeva a prendere).
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In termini legali, un contratto deve avere, tra le altre, le seguenti caratteristiche:
– Accettazione: un contratto è valido quando è stato firmato da entrambe le parti.
– Consapevolezza: entrambe le parti devono sapere quali sono i punti sui quali essi si impegnano a rispettare. <source>
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● un contratto deve essere rescindibile: in qualche modo si deve poter porre fine ad un rapporto definito da un contratto, altrimenti si tratta di una forma di schiavitù (ciò è evidente nel caso del contratto di matrimonio, la cui impostazione originaria è stata modificata per renderlo effettivamente democratico: oggi esso può essere rescisso, ovvero è possibile ottenere un divorzio).
Il fatto che qualcuno può impegnarsi con un contratto a fare un lavoro per una persona, me esso deve comunque potersi liberare da tale obbligo: ovviamente in questo caso ci saranno conseguenze negative per il soggetto, ad esempio esso dovrà pagare una “penale”. Ma nessuno può essere costretto a mantenere un impegno “a vita” nei confronti di qualcun altro.
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In ultima analisi il problema è quindi che
nel caso della Costituzione abbiamo un presunto contratto
che è in realtà illegittimo (illegale)
secondo le stesse Leggi della Nazione che lo ritiene essere in vigore.
Ovvero il presunto contratto definito con il termine Costituzione non ha valore giuridico per il fatto che esso
► non è stato effettivamente stipulato da qualcuno, anche se si da per scontato che lo sia stato. Il problema è che si ricade nel caso in cui il contraente dovrebbe seguire gli obblighi di un contratto senza che esso fosse effettivamente consapevole del patto che stava “firmando” .
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In sintesi i problemi che rendono nullo il Contratto sociale definito (a parole) nelle Costituzioni europee sono i seguenti.
●
non mai vi è stata una adesione consapevole da parte dei Cittadini
Qui il problema non è tanto nel fatto che nessun Cittadino abbia mai firmato un contratto (vi è stata solo una votazione – un referendum – nel quale nessuno conosceva il contenuto del “contratto” che si andava ad accettare), ricadendo nella condizione di “non consapevolezza” che rende nullo un contratto.
Ma la questione è ancora peggiore:
●
oggi il contraente (il Cittadino)
non sa di essere soggetto ad un contratto.
Il fatto è cioè che lo Stato pretende che le generazioni successive a quelle che avrebbero stipulato il contratto (con il Referendum) abbiano “ereditato” tale contratto. Cosa che è illegale.
Ovvero anche ammettendo che “all’inizio” i Cittadini, con il referendum, abbiano veramente stipulato un contratto con i Governanti (cosa non vera), i Cittadini delle generazioni successive (quando sono divenuti maggiorenni – acquisendo il diritto di voto) avrebbero dovuto essere nuovamente interpellati per sapere se essi avessero l’intenzione di sottoscrivere tale contratto.
Invece sostanzialmente avviene che
ad un certo momento della sua vita al Cittadino viene detto che esso è soggetto ad un contratto, ovvero ad obblighi a cui esso è sottomesso
senza aver volontariamente dato il suo consenso (attraverso un referendum)
Questo è un caso paragonabile a quello di un proprietario di un terreno che scoprisse di essere soggetto ad un contratto che permetteva ad un altro di usare il sue terreno, contratto che lui non ha mai visto nè firmato” <source>
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► i Cittadini che fossero effettivamente sotto contratto dovrebbero potersi svincolare da tale contratto
Invece non è possibile recedere dal Contratto sociale (Costituzione): oggi non è possibile “divorziare” dalla Stato. Ovvero un Cittadino oggi non può, ad esempio, recuperare la sua Libertà di scegliere se pagare le tasse (ovviamente perdendo il supporto della Stato); o libertà di gestire una comunità all’interno della quale i rapporti tra abitanti vengono regolati in una modalità differente da quella imposta dallo Stato (ovvero un Cittadino non può più recuperare i suoi Diritti naturali).
In termini giuridici, il Cittadino non ha la possibilità di recuperare quella Sovranità che gli sarebbe garantita proprio dalla Costituzione.
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Si noti come nel contesto della Democrazia europea si arrivi a definire come reato (secessione) questa volontà del Cittadini di recuperare i propri Diritti fondamentali (la propria Sovranità). Ovvero, paradossalmente,
nella nuova visione del Mondo
i Diritti naturali dell’uomo divengono un reato.
How european democracy paradoxically creates a form of slavery
In ultima analisi
●
nella Democrazia europea le Costituzioni
creano una condizione di schiavitù.
.
Si noti che la Costituzione USA è completamente diversa (di “segno opposto”) rispetto alle Costituzioni europee [vedi a questo proposito in precedenza il cap. “Le tipologie di government dei due modelli di società (la differenza tra la Rivoluzione americana e quella francese)”]
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Il fatto è che la narrativa impiantata nelle coscienze ha portato i Cittadini europei nella condizione di “servitù volontaria” nella quale essi sono arrivati al punto di essere fermamente convinti di non essere in grado di gestire la loro vita. Ovvero oggi i Cittadini sono convinti che lo Stato sia indispensabile per la loro sopravvivenza – e quindi sono essi stessi a voler essere “guidati” (a subire imposizioni) da parte dei Governanti.
La Boétie, già nel Sedicesimo secolo, nel “Discorso sulla servitù volontaria”, nota che «(…) tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte, sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato.»
E, parlando dei nuovi tiranni, Egli afferma (introducendo il concetto di “Cancel culture”): «è sorprendente constatare come, una volta adottata questa convinzione, costoro superino in ogni sorta di vizi e persino di crudeltà tutti gli altri tiranni. Non trovano mezzo migliore per consolidare la loro nuova tirannia di quello che consiste nell’accrescere l’asservimento eliminando così radicalmente le idee di libertà dalla mente dei loro sudditi e, per quanto recente ne sia il ricordo, esso viene ben presto cancellato dalla loro memoria.»
«È sorprendente constatare come il popolo, non appena viene sottomesso, cade in un così profondo oblio della propria libertà da non potersi risvegliare per riconquistarla: [esso] serve così bene e con tanto zelo che, osservandolo, si potrebbe dire che non solo ha perduto la libertà, ma piuttosto conquistato il proprio asservimento.»
Questo asservimento “mentale” oggi costituisce una blindatura del potere dell’Establishment, poiché anche i più importanti “dissidenti” in realtà adottano la stessa cultura dell’Establishment, del mainstream. Ovvero oggi anche chi vorrebbe cambiare l’attuale “Sistema” non è più cioè in grado di comprendere dove sia la radice del problema, e quindi di fatto non fa altro che permettere al “Sistema” di continuare ad evolversi vero un maggior esercizio di potere dall’alto. [vedi in precedenza il cap. “Anche la Cultura “alternativa” attuale non è in grado di risolvere il problema”]
<Vedi a proposito della “blindatura” del sistema di potere delle Democrazie europee
– ”The question of the armor of Social Democracy: the immune system”>.
[vedi anche a proposito di possibili strategie per recuperare una struttura sociale realmente democratica, nel vol. 2 il capitolo “Government: i trend alternativi rispetto al government centralizzato (e al welfare moderno)”]
Il problema strutturale della Democrazia europea: la Democrazia moderna non è affatto rappresentativa
Se lo Stato europeo moderno ha il difetto di fondo di basarsi su un supposto contratto tra Cittadini e Governanti che in realtà è solo frutto di una narrazione ideologica, vi sono altri difetti che rendono di fatto la Democrazia europea qualcosa di sostanzialmente differente da una Democrazia.
Uno di questi difetti è
l’idea di base la Rappresentanza parlamentare
possa sostituire l’originario government dei Cittadini
(fondamento della Demos-crazia)
Demos-crazia deriva dal greco “Popolo” e “Potere” (government diretto, che è stato appunto il fondamento della Democrazia originaria e della prima Democrazia moderna, quella degli Stati Uniti).
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Ovvero il problema di fondo è che
nella Democrazia europea
la Rappresentanza non è una vera rappresentanza.
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Per comprendere meglio il perché di ciò vediamo prima di tutto quali sono le forme di Government che oggi vanno sotto il nome di Democrazia:
● la Democrazia diretta: cosa è, e come funziona
La Democrazia diretta è quella originaria della antica Atene. Essa è poi stata adottata alla fondazione della prima Democrazia moderna, quella degli Stati Uniti (Wikipedia: «Greek democracy created at Athens was direct, rather than representative» ).
Vediamo qui di seguito come la Democrazia diretta sia l’unica vera Democrazia, ovvero come sarebbe necessario definire l’attuale Democrazia europea con una altro nome (sostanzialmente si tratta di una “Democrazia illiberale”).
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La Democrazia originaria (l’unica struttura politica di una società che può essere definita Democrazia) si basa sul government diretto da parte dei Cittadini: in essa non vi sono istituzioni governative nel senso attuale, ma solo una assemblea dei Cittadini nella quale vengono prese le decisioni (essa non è altro che la Democrazia descritta da A. Lincoln: “Government by the People”).
Ovvero la Democrazia non può che essere una “Democrazia diretta”.
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Si tratta appunto dell’antico modello di organizzazione della Società del villaggio che, in modo informale (senza che vi fosse una vera codificazione delle regole) è stata praticata per millenni (e lo è ancora oggi in molte piccole cittadine di provincia degli Stati Uniti).
[si veda nel vol. 2 il cap. “Le caratteristiche peculiari del government della Comunità tradizionale”]
<si veda anche il cap. “The basic rules of Democracy: Democracy works only when citizens are directly concerned with government actions” nel mio articolo “Why is democracy vanishing?”>
Agli inizi del ‘900 in Europa molti piccoli paesi di provincia si governavano ancora con assemblee dirette dei cittadini).
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In altri punti si illustra come la Democrazia diretta sia facilmente realizzabile, e possa essere compatibile con il Government nazionale, che in tal caso diviene in gran parte sostituito da un coordinamento dei “poteri locali”.
Come si è detto il government locale e quello nazionale sono convissuti per secoli senza contrasti: anche Imperi come quello romano lasciavano un forte autonomia di gestione (government e tribunali) alle comunità locali (chi deteneva il potere sapeva che il modello tradizionale di government era l’unico che potesse far prosperare le comunità, e quindi poter prelevare da esse le tasse).
<vedi
– il capitolo “Una nuova forma di rappresentanza a livello nazionale” nel mio testo “Introduzione alla Democrazia diretta”
– il capitolo “Il livello sovra-locale del government (di opere e servizi dello stato)” nel mio testo nel mio testo “Oltre la Social-Democrazia”>
● la Democrazia rappresentativa: cosa è, e come funziona “in teoria”
Vediamo qui di principali problemi di fondo della Democrazia rappresentativa:
1. la cosiddetta Democrazia rappresentativa è definita in una modalità che non può funzionare come Democrazia.
2. la cosiddetta Democrazia rappresentativo non è affatto rappresentativa.
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1. la cosiddetta Democrazia rappresentativa è definita in una modalità che non può funzionare come Democrazia
Wikipedia: «Una democrazia illiberale ha limiti deboli o nulli al potere dei rappresentanti eletti di governare a loro piacimento.»
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Cosa è una Democrazia?
Per comprendere se una forma di government sia una reale Democrazia è necessario in primo luogo chiarire cosa è una Democrazia.
In particolare è necessario chiarire quale sia il fine della Democrazia.
La Democrazia è stata creata dall’Essere umano
per soddisfare al meglio i suoi bisogni.
All’epoca della fondazione della Democrazia i Cittadini ateniesi, non soddisfatti dei regimi autoritari che essi avevano stabilito sino ad allora, hanno creato il nuovo regime nel quale essi governavano in prima persona: la Democrazia
Successivamente fondando la prima Democrazia moderna, gli abitanti dell’America del Nord si sono voluti liberare della ingerenza di uno Stato che governava dall’alto le Democrazie locali, ossia le Town (inizialmente gli Stati Uniti erano una reale Democrazia, poiché i Cittadini di auto-governavano nella loro Town, e quindi non disponevano di un Governo centrale, il quale è stato creato in un secondo tempo dai Politici che erano affascinati dello Stato che era nato in Francia dopo la Rivoluzione).
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Il fine della Democrazia è quindi il soddisfare i bisogni dei suoi cittadini. In ciò essa si contrappone ai regimi precedenti, che miravano alla soddisfazione degli interessi di pochi “governanti” (Re, Signori locali, ecc …).
Non vi possono essere altri fini di una Democrazia (qualsiasi altro fine è ideologico, ovvero si basa su teorie che sono in contrasto con quelle della Democrazia). <vedi il cap. “La natura locale dei bisogni” nel mio testo ”Introduzione alla Democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla Democrazia europea di uscire della crisi”>
In altre parole, un regime politico può definirsi Democrazia fin tanto che esso persegue gli interessi dei Cittadini
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Il problema è che
la cosiddetta Democrazia rappresentativa
NON È IN GRADO DI SODDISFARE IN MODO EFFICACE
I BISOGNI DEI CITTADINI.
Ciò a causa delle seguenti ragioni:
1. solo chi detiene effettivamente un bisogno può trovare una soluzione di soddisfazione di esso .
Il problema di fondo della Democrazia cosiddetta rappresentativa è che in essa i Cittadini non hanno più la possibilità di occuparsi dei loro problemi (dei bisogni che devono essere soddisfatti).
E ciò contraddice i Principi di (buon) funzionamento di una comunità sociale: solo quanto i detentori di un bisogno si interessano direttamente della sua soddisfazione il bisogno può essere effettivamente soddisfatto. [vedi nel vol. 2 il cap. “Solo chi detiene i bisogni è in grado di sviluppare una soddisfazione efficace di essi”]
Ciò è vero per il fatto che
– i bisogni sono troppo complessi perché possano essere compresi nelle loro sfumature da chi non li vive direttamente.
– le soluzioni dei bisogni sono in divenire: non sono mai definitive, ma devono essere messe a punto sul territorio da chi ne usufruisce.
Il problema della Democrazia parlamentare è che in essa – come vedremo nel capitolo successivo – i Rappresentanti non solo non conducono una vita da “Cittadini normali” (essi sono Politici di professione che vivono in un ambiente separato dalla vita condotta sul territorio), ma non sono nemmeno in diretto contatto con i loro elettori.
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Inoltre
2. i bisogni della Società sono prettamente locali.
Da quanto osservato in precedenza si evince che le soluzioni di soddisfazione dei bisogni dei cittadini possono essere definite unicamente a livello locale.
Ovvero non esistono “bisogni universali” (che valgano per una intera regione o nazione): i bisogni sono sempre differenti, situazione per situazione, poiché sul bisogno delle popolazioni incidono sempre fattori specifici etnici, orografici, ecc …
Quindi non possono funzionare soluzioni Istituzionali della Stato moderno, le quali sono sempre generali (“una soluzione vale per tutti” i Cittadini della nazione).
Ciò vale anche per una Città, che è divisa in diversi quartieri composti da persone differenti per cultura, aspirazioni, ecc …
Un esempio di ciò sono le nuove comunità musulmane le quali ci tengono ad applicare le loro Leggi, i loro programmi scolastici, ecc …
<vedi il capitolo “Democrazia diretta come government locale” nel mio testo “Introduzione alla Democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla Democrazia europea di uscire della crisi”>
2. la cosiddetta Democrazia rappresentativa non è affatto rappresentativa
Il problema della Democrazia rappresentativa è che, anche se essa funzionasse (ma, come si è appena visto, non funziona) essa, in essa il sistema di Rappresentanza non è affatto rappresentativo.
Ovvero, appunto, la Democrazia europea non è affatto rappresentativa.
Cosa significa Rappresentanza?
Per capire meglio come nella Democrazia europea non vi sia una reale rappresentanza vediamo in primo luogo cosa è la rappresentanza – la quale dovrebbe essere il fondamento di una una Democrazia rappresentativa – dal punto di vista giuridico (come in generale è definita dalle attuali Leggi europee).
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Perchè la rappresentanza sia legittima, essa deve essere definita con un mandato, ossia un incarico attribuito da una persona a qualcun altro (il rappresentante) il quale si impegna (con un contratto) a eseguire azioni nell’interesse del primo.
Treccani:
– Mandato «Nel diritto privato, contratto, generalmente a titolo oneroso, con il quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici nell’interesse di un’altra da cui ha ricevuto l’incarico » .
– Rappresentante «Persona (o gruppo, ente o organo, istituzione) che rappresenta una o più altre persone (o gruppi, enti, ecc.) e agisce per loro conto »
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Ovvero
il Rappresentate dipende in tutto e per tutto
dalla volontà della persona che esso rappresenta
(altrimenti decade il mandato di rappresentanza, e cessa automaticamente il rapporto tra rappresentato e rappresentante).
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Il problema è quindi che nella Democrazia europea, paradossalmente,
il sistema di governo non si attiene alle condizioni previste dalle Leggi che definiscono la rappresentanza che esso stesso ha emanato.
In altre parole un Tribunale, dovendo giudicare la condizione di “rappresentanza” istituita dal sistema parlamentare, la dichiarerebbe non rispondente alle leggi, e quindi dichiarerebbe nullo il mandato su cui si basano oggi i parlamentari (i parlamentari sarebbero esautorati da qualsiasi potere).
I problemi specifici della “rappresentanza” parlamentare
Ricordiamo che secondo le Costituzioni europee
– il Potere decisionale è unicamente in mano ai Cittadini (i Cittadini sono Sovrani, quindi comandano loro: nessuno può dir loro cosa devono o non possono fare )
(inoltre va considerato che, come accadeva per il Re, vi può essere un sovrano solo)
– che i Rappresentanti devono rispettare il loro accordo con gli Elettori (mandato) agendo nell’interesse di questi ultimi (in caso contrario gli Eletti perdono la loro posizione in Parlamento in Consiglio regionale, provinciale, ecc … – e gli elettori hanno il diritto di scegliersi un altro Rappresentante che agisca nel loro interesse, come avviene, ad esempio, negli USA).
Più nello specifico, a livello operativo il problema – che analizziamo in modo più approfondito nel prossimo capitolo – risiede nel fatto che nella cosiddetta rappresentanza delle Democrazia parlamentare di tipo europeo
i Cittadini non possono esercitare il loro Potere costituzionale intervenendo nel caso in cui il loro Rappresentante parlamentare operi in contrasto con i loro interessi
Pur essendo i Sovrani – ed essendo legalmente capaci di intendere e volere – essi sono costretti a tenersi il Rappresentante anche se quest’ultimo, agendo contro il loro interessi, infrange le Leggi sulla rappresentanza.
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In altre parole di fatto, anche se nelle teorie delle Democrazia moderna (nelle Costituzioni) i governanti dovrebbero prendere decisioni in sintonia con la gli interessi (volontà), in realtà nella dimensione attuale
i Governanti prendono decisioni in modo indipendente dalla volontà
(dagli interessi) della popolazione.
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La conseguenza di ciò è che il sistema di governo europeo è illegittimo (non rispetta la sua stessa Costituzione, e le sue stesse leggi). Ovvero
la Democrazia europea non è affatto rappresentativa,
e quindi non è una Democrazia.
[l’argomento è approfondito più avanti nel cap. “L’inganno della rappresentanza”]
L’INGANNO DELLA RAPPRESENTANZA (E LA FALSITÀ DELLE ELEZIONI)
Ricapitolando,
il sistema di rappresentanza
è (in teoria) l’essenza della Democrazia moderna europea.
La rappresentanza definisce cioè la differenza tra i regimi autoritari di un tempo (Dittature moderne, Imperi, ecc …) e la Democrazia rappresentativa (Democrazia parlamentare europea) per il fatto che in quest’ultima – almeno questa è la teoria –
si permette al Demos (i Cittadini) di esercitare
il proprio Potere (Kratos) costituzionale
nel momento delle Elezioni.
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La rappresentanza è cioè il punto critico della Democrazia parlamentare: un malfunzionamento nel sistema della rappresentanza rende la “Democrazia moderna” un qualcosa che non è affatto una Democrazia (la quale alla volte peggio di una dittatura [vedi in precedenza il cap. “La Società moderna non è più una Democrazia, ma è sostanzialmente una dittatura”])
Come detto, in quel caso tale modalità di government non sarebbe legale secondo le suo stesse Leggi.
Quindi quando un sistema di government rappresentativo produce risultati negativi – come quelli attuali che hanno portato alla “fine dell’era dell’abbondanza” (del benessere moderno) – è bene indagare sull’effettivo funzionamento della rappresentanza.
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Vediamo nei prossimi due capitoli come il problema della Democrazia europea risieda fondamentalmente nel fatto che in essa il sistema della rappresentanza non funzioni come dovrebbe.
I CITTADINI NON HANNO UNA REALE POSSIBILITÀ DI SCEGLIERE I LORO RAPPRESENTANTI (LA QUESTIONE DELLA FALSA SCELTA DA PARTE DEI CITTADINI)
Il funzionamento della rappresentanza si basa, a monte di tutto, sulle Elezioni moderne.
Laddove vi siano dei problemi nel meccanismo delle elezioni viene quindi a mancare una effettiva rappresentanza: e non si è quindi più un presenza di una reale Democrazia.
Il problema che si presenta oggi è cioè che se sulla carta (nei principi enunciati nelle Costituzioni) per avere una effettiva rappresentanza democratica i Cittadini devono poter esercitare la loro libertà di scelta costituzionale scegliendo un loro rappresentante, in realtà
nella attuale Democrazia non vi è una reale possibilità di scelta.
Quella libertà di scelta che le costituzioni riconoscono essere il diritto fondamentale del Cittadino quando gli attribuiscono la Sovranità [vedi in precedenza il cap. “Perchè i Diritti dell’Uomo sono indispensabili per avere un reale benessere: essi sono i bisogni fondamentali dell’Uomo”]
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Per capire quale sia il problema del sistema delle Elezioni moderne che crea tale condizione vediamo innanzitutto quale è lo scopo delle Elezioni.
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A monte di tutto è bene ricordare ancora che
il punto chiave di una qualsiasi Democrazia (“Demos, popolo e “Kratos” potere) è nella possibilità per i Cittadini di esercitare il loro Potere nelle questioni di organizzazione della Società.
Questo esercizio del potere in una Democrazia può essere esercitato in modo indiretto – almeno in teoria – come è nella Democrazia rappresentativa, o in modo diretto come è stato nella Democrazia originaria inventata nell’antichità dai Greci.
Nella Democrazia vera e propria, la Democrazia originaria in Atene (modello poi ripreso nella prima Democrazia moderna, quella USA) i Cittadini governano in modalità diretta (sarebbe quindi opportuno cambiare il nome al modello Rappresentativo, il quale non definisce una reale Democrazia).
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In ogni caso, seguendo i principi della Democrazia enunciati anche nelle Costituzioni delle Democrazie europee è quindi che
in essenza la democraticità nella Democrazia rappresentativa è nella possibilità per i Cittadini di avere un government che esegua la loro volontà.
Il ruolo delle Elezioni nella Democrazia rappresentativa
In base alla precedente considerazione
il punto critico della Democrazia rappresentativa sono quindi le Elezioni: L’UNICO MOMENTO NEL QUALE
I CITTADINI POSSONO ESERCITARE LA LORO VOLONTÀ (SOVRANITÀ)
eleggendo i loro Rappresentanti (i loro Governanti).
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Ovvero se le elezioni in una Democrazia parlamentare non si svolgono secondo tutti i crismi delle democraticità,
si avrà non più una Democrazia di rappresentanti,
ma una Oligarchia di persone
che non perseguono altro che i loro interessi.
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Vediamo quindi come il problema attuale della Democrazia europea sia che i Principi sanciti sulla carta (e “santificati” dai Governanti) all’atto pratico vengono ignorati.
Ovvero vediamo come l’attuale problema della Società occidentale non sia un fatto accidentale, un indicente di percorso (dovuto a fattori come congiunture specifiche, politici incompetenti e disonesti, ecc …) ma come
il problema della Democrazia moderna
sia insito nelle premesse della Democrazia rappresentativa.
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Più nello specifico
il problema della Democrazia parlamentare è nella sua premessa:
i Cittadini rinunciano alla loro Sovranità
delegando ai loro Rappresentanti il loro Potere costituzionale.
[vedi in precedenza il cap. “Contratto sociale”]
Perché le Elezioni moderne non sono vere elezioni
Riassumendo, sostanzialmente il problema attuale della Democrazia europea, risiede nel fatto che
nelle elezioni i Cittadini non sono in grado di esercitare in modo pieno la loro volontà (Sovranità) nel scegliere i loro rappresentanti.
Ed in questo modo la Democrazia si trasforma in qualcosa di simile ad una dittatura.
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Si tratta appunto di un difetto di impostazione e non di fatti accidentali, e per questa ragione
il processo di gestione della Democrazia europea
è intrinsecamente destinato a fallire
(e arrivare alla attuale condizione di “fine del benessere moderno”).
Il problema di fondo è qui dovuto al fatto che basandosi la Democrazia europea su un sistema di rappresentanza fallato, in essa vi è una costante annullamento del Potere democratico (che la Costituzione in modo naive dichiara essere nelle mani dei Cittadini, definendoli Sovrani – che stanno sopra tutti). Ovvero nella Democrazia europea il Potere passa gradualmente nelle mani di una Classe di governanti – i Politici di professione – che finiscono per avere un Potere assoluto sui Cittadini [argomento sviluppato nel prossimo capitolo “2) il Sistema della “falsa rappresentanza” permette ai Governanti di accrescere continuamente il loro potere “].
Un esempio significativo di questo Potere assoluto da parte dei Politici – che sono divenuti una casta a sè, unita a prescindere dal Partito al quale appartengono – è fornito dagli avvenimenti legati al cosiddetto Covid 19: Vaccinazioni obbligatorie (nonostante tutte le indicazioni della loro inefficacia, e della loro potenziale dannosità), restrizione totale della libertà dei Cittadini.
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Quali sono i fattori specifici che fanno in modo che le attuali Elezioni non siano delle reali elezioni?
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Nei prossimi due capitoletti vediamo più nello specifico della struttura operativa del sistema della Rappresentanza democratica moderna come il problema risieda nei seguenti fattori:
1. le elezioni, per come sono state impostate, non permettono affatto ai Cittadini di scegliere i loro Rappresentanti
2. il Sistema della “falsa rappresentanza” permette ai Governanti di accrescere continuamente il loro potere.
Le elezioni, per come sono state impostate, non permettono affatto ai Cittadini di scegliere i loro Rappresentanti
<see my Article “re-thinking – The elections are now irrelevant: it is necessary to act on the foundations of the institutions“>
<see my text “The elections are now irrelevant: it is necessary to act on the foundations of the institutions“>
<see my text “The Checkmate to the System-Democracy – What can you do to change things? (and what cannot be done)“>
La Democrazia parlamentare europea si distingue dalla Democrazia originaria (Demos=Popolo; Crazia=Potere che è esercitato direttamente dai Cittadini) per essere un “regime basato sulle elezioni” (nella reale Democrazia non esiste un Parlamento di rappresentanti per il semplice fatto che i Cittadini decidono direttamente le azioni da intraprendere).
La questione è quindi che
perché si rimanga in una condizione di reale Democrazia,
elezioni devono garantire la Sovranità
attribuita ai Cittadini dalla Costituzione.
Si noti che a livello istituzionale si parla di “Diritto a libere elezioni”, come si evince anche nell’art. 3 del Prot. n. 1 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo: «Le Alte Parti contraenti si impegnano a organizzare, a intervalli ragionevoli, libere elezioni a scrutinio segreto, in condizioni tali da assicurare la libera espressione dell’opinione del popolo sulla scelta del corpo legislativo.»
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In altre parole
le Elezioni, per essere effettivamente democratiche (“libere elezioni”) devono garantire una “libera scelta” del Cittadino:
esso deve cioè poter scegliere la persona che lo rappresenterà in Parlamento. Ma da una analisi del sistema elettorale europeo emerge che ciò non si verifica: i rappresentati non sono affatto scelti dai Cittadini.
Si noti che a Cuba Fidel Castro affermasse che le sue elezioni erano le “più Democratiche” del Mondo, perchè nel suo paese non ci sono brogli: omettendo di dire che i candidati sono tutti proposti da lui. In Europa appunto la situazione è simile, si parla di democraticità delle elezioni ma i Cittadini non possono effettivamente scegliere i Parlamentari.
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Il problema che andiamo ad esaminare è particolarmente grave per il fatto che nella Democrazia europea
quello del voto nelle Elezioni è l’unico momento nel quale i Cittadini possono effettivamente esprimere la loro volontà
di “Sovrani”.
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Il punto fondamentale è quindi che il Sistema elettorale si basa sull’Idea che dei Rappresentanti dei Cittadini prendano decisioni che soddisfano le esigente di questi ultimi.
E perché ciò possa avvenire i Cittadini devono essere in grado di scegliere dei Rappresentanti ad essi congegnali.
In realtà la cosa non funziona per il fatto che, come vediamo qui di seguito,
le elezioni oggi non permettono al Cittadino una reale scelta di chi lo dovrà rappresentare in Parlamento.
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Vediamo quali siano le cause di questa problema di fondo delle Democrazia europea.
La “libera scelta” (nelle “libere elezioni”) si basa sul Diritto di scelta riconosciuto dalla Costituzione: il diritto di agire secondo la propria volontà (purché in tale modo non si leda lo stesso diritto in altre persone). [vedi in precedenza il cap. “Cosa è un diritto”]
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Il fatto è che quello della Libertà di scelta, come è per tutti i Diritti fondamentali, deve essere “pieno (completo, totale) ed incondizionato”. Ovvero i Cittadini in Elezioni realmente democratiche devono poter liberamente scegliere “chi vogliono”. Altrimenti viene meno la libertà di scelta.
Per contraddire l’affermazione che i Cittadini possano scegliere “chi vogliono” non si può usare l’argomento che un “Cittadino normale” non ha una preparazione adeguata per ricoprire il ruolo di Parlamentare: anche gli attuali Candidati sono privi di una minima preparazione per tale ruolo (per lo meno la prima volta che sono eletti).
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Nello specifico il problema della falsa scelta deriva dal fatto che, appunto, i Cittadini non sono in grado di scegliere con cognizione di causa dei Rappresentanti che appaiano essere in grado di portare in sede di assemblea (Parlamento, Consiglio locale) i loro interessi.
Tra i molti esempi di applicazione della Libertà di scelta di un’altra persona che agisca nel suo interesse vi sono quelli dei Circoli privati e dei Condomini. In questi casi le persone scelgono liberamente chi deve esercitare per conto loro compiti di amministrazione (i Parlamentari non sono altro che “Amministratori” della Nazione).
Ma anche nella aziende i “consigli di amministrazione” sono scelti liberamente per votazione dagli stakeholder – i “portatori di interessi” (si noti che i Cittadini sono di fatto i proprietari – in quanto Sovrani – della Nazione o del Comune a cui appartengono; ed essi con il loro voto non fanno altro che scegliere i loro amministratori).
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Nello specifico l’inesistenza di una effettiva “libera scelta” di una Rappresentante è dovuta al fatto che:
● i Cittadini possono votare sono in realtà un numero estremamente limitato di persone: i candidati sono uno 0,1% delle persone che legalmente che potrebbero essere scelti come Rappresentanti.
● i Candidati sono, a monte di tutto il processo, scelti dai Parlamentari stessi. Ovvero è la Classe politica che sceglie se stessa (e le Elezioni, di fatto, sono una finzione).
Si noti come un sistema elettorale impostato in tale maniera di fatto faccia in modo che i Cittadini votino un Partito e non una persona.
Di fatto,
nel sistema elettorale europeo le persone votano dei Partiti,
e non singoli candidati: in esso i Partiti mettono in lista personaggi famosi che raccolgono un gran numero di voti, ma che – come era stato programmato – rinunciano alla carica per lasciar posto ad un altro candidato perdente.
Grazie all’impostazione del sistema elettorale la Classe politica ha “blindato” il Parlamento
Ovvero attualmente il problema della Democrazia europea è che, di fatto,
vi è una Casta di governanti
che ha “blindato”
il sistema della rappresentanza parlamentare
grazie al fatto che i Candidati sono scelti dai “Politici di professione” tra le persone ad essi più congegnali.
Questa caratteristica della Democrazia rappresentativa fa sì, appunto, che
oggi si sia instaurata
UNA CLASSE POLITICA
CHE PERPETUA ALL’INFINITO LA SUA POSIZIONE DI POTERE
(o se vogliamo i Politici tramandano ad altri il loro potere, come accadeva alle famiglie regnanti nelle Monarchie).
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Questa perpetuazione è possibile per il fatto che
● non esistono partiti che non appartengano all’establishment: non esiste più un partito sostanzialmente differente da un altro, ma tutti i partiti condividono interessi di fondo.
Si veda il caso del Movimento 5 Stelle, che si è presto trasformato da outsider a partito dell’Establishment. Significativo è anche il fatto che nelle prime elezioni vinte da Trump entrambi gli ex-Presidenti della famiglia Bush abbiano chiesto ai loro sostenitori di votare il partito Democratico.
● Le idee politiche realmente alternative sono bloccate dal potere ottenuto dall’Establishment:
– negli ultimi anni la Classe politica è in grado di applicare importanti forme di censura e repressione (come accade in modo particolarmente evidente con il governo Biden negli USA, o in Europa nei confronti dei cosiddetti “no-vax”).
– sono previsti vari tipi di “sbarramento” per i candidati “indipendenti” (e per nuovi partiti), i quali non possono partecipare alle Elezioni se non seguendo complesse regole burocratiche,e che comunque no possono accedere al Parlamento se non superano certe percentuali di voto.
– si deve inoltre considerare che non è possibile per le “persone comuni” candidarsi alle Elezioni (per quanto esse siano persone di valore, i Cittadini non possono sceglierle come loro rappresentanti).
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La Democrazia moderna è quindi blindata nei confronti di qualsiasi cambiamento (qualsiasi tentativo di cambiamento mette i moto l’immune system che porterà ad un peggioramento delle cose). Ovvero essa non può essere modificata dal suo interno.
<Vedi a proposito della “blindatura” del sistema di potere delle Democrazie europee
– ”“The question of the armor of Social Democracy: the immune system”>.
[vedi anche a proposito di possibili strategie per recuperare una struttura sociale realmente democratica, nel vol. 2 il capitolo “Government: i trend alternativi rispetto al government centralizzato (e al welfare moderno)”]
Più nello specifico i fattori che sono alla base dell’impossibilità di avere dei veri Rappresentanti (la questione dei conflitti di interessi)
Vediamo un po’ più nello specifico per quali motivi la Democrazia europea non è più una vera Democrazia.
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Ricordiamo innanzitutto che l’unico scopo della Democrazia è di soddisfare i bisogni della popolazione (ovvero i rappresentati eletti devono perseguire unicamente interessi dei Cittadini).
Ne consegue che se si persegue qualsiasi altro interesse (di enti privati o pubblici), si annullano i fondamenti della Democrazia poiché si pone un altro interesse (bisogno) sopra quello Sovrano (superiore a tutti) dei Cittadini.
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In altre parole la Democrazia nasce per soddisfare i “bisogni della Società”, i quali, poiché la Società non è altro che un insieme di persone, sono i bisogni dei Cittadini-elettori. Qualsiasi altro bisogno (interesse) che venga individuato nella Società non è un bisogno di cui si debba occupare un Sistema di government democratico.
Ovvero laddove il Parlamento intraprenda azioni (spese) che non derivino da una corretta interpretazione dei bisogni dei Cittadini (per le quali non è stato richiesto un parere ai Cittadini) è una azione (una spesa) illegittima.
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Si noti che non è una questione di operare per soddisfare un reale bisogno delle persone: i bisogni sono moltissimi, e quindi vanno applicati i criteri dell’economia tradizionale, per i quali si deve considerare che le risorse (il denaro) sono limitate, ed è quindi necessario dare una priorità alle spese, altrimenti accade che – per leggerezza o malcostume – si finiscono per privilegiare “interessi” specifici.
Ad esempio le spese per mandare una sonda su Marte sono un “di più” che possono essere affrontate solo se vi siano soldi in abbondanza (in ogni caso solo se i Cittadini sono d’accordo).
Ma moltissimi sono i casi di spese non giustificate come quelle della ri-asfaltatura di strade che sono imperfette: sono casi in cui non vi è una reale necessità (e si spendono grosse cifre) ma si pongono interessi che non sono quelli dei Cittadini ma quelli di aziende conniventi, e di politici che hanno vantaggi a livello elettorale.
<see “Democracy was born as a system for satisfaction of citizens needs”>
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Nello specifico il problema è quindi che il Parlamento (e i vari Consigli locali) non perseguono più gli interessi dei Cittadini (come deve essere in Democrazia), ma perseguono altri interessi tra i quali:
● gli interessi ideologici e materiali dei Partiti
Il problema non è necessariamente nei Politici corrotti che agiscono per ottenere un profitto personale, ma anche dei Politici che pongono porre interessi ideologici davanti agli interessi dei cittadini.
La questione è infatti che nella forma mentis moderna si aderisce all’Idea (“Ideo-logia”) nella quale il proprio partito possiede la ricetta salvifica per la Nazione, e quindi la cosa più importante da fare per un Politico è portare il proprio Partito ad un livello di potere sufficientemente elevato che permetta ad esso di applicare tale ricetta, e di dare quindi finalmente alla società una qualità di vita migliore
Tale approccio non democratico della maggior parte dei politici (che rappresentano quindi “la maggioranza” che prende le decisioni) viene giustificato appunto con l’idea del “fine che giustifica i mezzi”: ossia si pensa “oggi facciamo un torto ai Cittadini, ma domani saremo in gradi di dar loro una qualità di vita molto migliore”
[vedi in precedenza il cap. “Gli errori di fondo del metodo moderno / la visione metafisica (ideologica) della Scienza, che non tiene conto della realtà effettiva)”]
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● i “grandi interessi” economici
I Rappresentanti eletti in Parlamento finiscono poi per perseguire altri interessi in contrasto con quelli degli Elettori:
– gli interessi dei finanziatori delle loro campagne elettorali.
Il fatto che le campagne elettorali sono molto care, e quindi i Politici devono curare gli interessi economici di chi li ha fatti eleggere. In questo modo il Parlamento rappresenta gli interessi di chi ha in mano il potere economico, interessi che per loro natura sono in contrasto con quelli dei Cittadini.
– gli interessi delle cosiddette lobby: in ogni caso i Politici, a prescindere dai finanziamenti elettorali, sostengono gli interessi dei grandi gruppi Industriali (a causa di corruzione – si ricorda che i politici più “onesti” lo fanno perché vogliono vedere il proprio partito al potere).
Si arriva in questo caso a trovare giustificazioni per arrivare a trasgredire le Costituzioni .
Si veda ad esempio il caso delle “vaccinazioni” obbligatorie per il Covid, che sono state legalizzate senza passare per i i test previsti dalle leggi (in questo caso si è elusa la Libertà di scelta dei Cittadini). Ma, ancor peggio, lo Stato ha fatto letteralmente sparire dalle farmacie le medicine (sequestrandole) che curavano la malattia (per poter giustificare il permesso speciale di distribuzione dei vaccini).
Molto importante è la corruzione a basso livello – attraverso le bustarelle. Questo è il costume generalizzato nella Società occidentale, dall’Amministratore di condominio (come minimo prende un 15% da ogni fornitore) al responsabile degli acquisti della grande azienda.
Riflessioni sulla assenza di rappresentatività
Al di la del problema delle elezioni – ossia dell’impossibilità di una effettiva scelta da parte dei Cittadini di un loro rappresentante – vi è il problema più generale che
la Democrazia europea non è affatto rappresentativa.
Ovvero nella Democrazia moderna i “Rappresentanti” non rappresentano gli interessi della popolazione poiché essi, tra le altre cose, i quali sono dei “Politici di carriera” (non hanno mai svolto nessuna attività che non fosse prettamente politica)
non vivendo la realtà delle persone “normali”, hanno una scarsa idea di quali siano i reali bisogni da soddisfare
(la soddisfazione di tali bisogni è il ruolo assegnato ad essi dalla Costituzione, ed è appunto il lavoro per il quale essi sono pagati).
Il caso più significativo di assenza di rappresentanza è quello è quello della Democrazia Italiana, nella cui Costituzione si afferma che il Rappresentante non ha l’obbligo di mandato: in Italia la Costituzione la esclude, negando il “vincolo di mandato” dell’eletto (secondo la Costituzione – Art. 17 ). Ovvero il Rappresentate eletto, non deve affatto attenersi ad eventuali “promesse elettorali”, ma è libero di fare le scelte che desidera!
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Riassumiamo qui quelli che sono i fattori che impediscono di avere una reale rappresentanza:
► il “rappresentante” non è scelto dai Cittadini, i quali possono solo “scegliere” tra un ristretto numero di persone già scelte tra i “Politici di di professione”
Come detto in precedenza, la Classe politica ha “blindato” il sistema elettorale, per cui di fatto
il “rappresentante” non è scelto dai Cittadini,
ma è scelto a monte dalla stessa Classe politica.
Ovvero attualmente i Cittadini i quali possono solo “scegliere” tra un ristretto numero di persone già scelte a monte dalla Classe politica.
Il che significa appunto che possono essere eletti solo i “Politici di di professione”, e che in altre parole
la Classe politica perpetua se stessa,
come le famiglie delle Monarchie.
<sulla “blindatura” del Sistema politico vedi il mio articolo “Is an innovation of the current forms of government possible?”>
► i Cittadini non possono interagire con i Rappresentanti, e nemmeno revocarne il mandato
Uno dei fattori che rendono illegittimo il ruolo del Rappresentante parlamentare è l’assenza di interazione tra elettore ed eletto – oltre al già citato fatto che gli elettori non hanno in mano alcuna carta (contratto) con il quale il Rappresentante si impegna a mantenere le “promesse elettorali”.
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Rappresentare significa agire per conto di qualcuno. La rappresentanza è cioè una forma antica di amministrazione per delega (o mandato) nel quale un rappresentato incarica un’altra persone affinchè quest’ultima si rechi a “negoziare” in un luogo nel quale esso non può o non vuole recarsi.
Dal punto di vista giuridico la rappresentanza (detta rappresentanza volontaria, che nasce dall’accordo delle due parti) deve essere definita con un “contratto” chiamato mandato nel quale una persona (il rappresentante) si impegna a eseguire azioni nell’interesse un’altra persona (il rappresentato, nel nostro caso l’Elettore) (in termini giuridici il rappresentante opera una “Gestione di un interesse altrui” senza mai assumere “veste di parte” – ossia non ha nessun potere di prendere decisioni autonome rispetto alla volontà del mandante).
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Si noti che la legge prevede che che nel caso in cui il Rappresentante agisca in forma autonoma lo fa a proprio rischio (di rimetterci i soldi).
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In sintesi per avere una rappresentanza parlamentare legittima – che permetta ai Parlamentari di agire effettivamente nell’interesse dei rappresentati, gli Elettori – sono necessarie le seguenti condizioni (oggi assenti nella rappresentanza parlamentare):
● un contratto, che nel caso del Parlamentare è sostanzialmente la “promessa elettorale” messa “nero su bianco” in forma di contratto legale.
Ma poiché in fase elettorale non possono essere individuati tutti i problemi da risolvere che emergeranno durante gli anni del mandato parlamentare, per gli Elettori è anche necessario avere:
● la possibilità di interagire con il rappresentante per individuare soluzioni specifiche che rispettino effettivamente la volontà dell’elettore (che centrino i veri problemi da risolvere, nei dettagli).
Il problema significativo è quindi che nella cosiddetta Democrazia rappresentativa
non vi è alcuna interazione tra Cittadini ed il loro “rappresentante”
né a livello di comunicazione,
né tanto meno a livello di partecipazione alle decisioni.
(ricordiamo la Democrazia si basa sulla Sovranità del Cittadino, ossia sul prevalere della sua volontà: sono i Cittadini a comandare – sovrano significa che è “sopra tutti”, e che nessuno può dirgli cosa deve o non deve fare).
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In pratica una reale Democrazia rappresentativa deve avere strumenti che permettano permetta ai Cittadini di comunicare (interagire) con i loro “Rappresentanti”.
La mancanza di tali strumenti rende impossibile – anche per Parlamentari più aperti al dialogo – di comprendere quali sono i bisogni del momento della popolazione (per essi è impossibile sapere se il loro operare funzioni effettivamente soddisfacendo i bisogni della popolazione che rappresentata).
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Ed in ogni caso nel sistema della Democrazia parlamentare europea manca
● la possibilità di revocare il mandato al rappresentante (di sostituire il rappresentante) nel caso in cui esso non rispetti le promesse fatte in campagna elettorale.
Si noti che in realtà oggi il Cittadino non ha praticamente nessuna possibilità di verificare le decisioni prese dal suo Rappresentante parlamentare), cosa che rende i Parlamentari completamente indipendenti nelle loro decisioni dalla volontà dei Cittadini sovrani.
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Si noti che in un sistema giuridico effettivamente democratico il Rappresentante eletto dovrebbe essere condannato per non aver rispettato il contratto (secondo le Leggi un “contratto verbale” ha la stessa validità di un contratto scritto).
<si vedano anche
– il mio articolo “The elections are now irrelevant: it is necessary to act on the foundations of the institutions”>
– il cap. “La questione della (falsa) Rappresentanza nella Democrazia moderna” nel mio articolo “The need to develop a dimension of effective participation in the government of citizens (bottom-up governance modality)”>
– a proposito del il ruolo della partecipazione dei Cittadini sia necessario anche nella pubblica amministrazione i miei articoli The need for participation in the Public Administration and Participation: What it is and what it is not (usare il pulsante translate)
– il cap. “Alcune possibilità di sviluppo di nuove modalità di government direttamente partecipato dai Cittadini” nel mio articolo “Why a new government mode (of politics) is required: the incorrect conception of the vote”>
Come dovrebbe essere una rappresentanza parlamentare effettivamente democratica
Per comprendere meglio come dovrebbe essere una reale Democrazia rappresentativa vediamo, a monte di tutto, come essa sia definita.
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Come sostengono quelli che giustificano l’attuale Democrazia europea, esistono due tipi di Democrazia:
– la Democrazia “diretta”, che altro non è che la reale Democrazia, quella creata nella antica Grecia ad Atene, e poi realizzata come prima Democrazia moderna negli USA nel ‘700 dopo la rivoluzione popolare.
– la Democrazia rappresentativa, che secondo i teorici dovrebbe funzionare “per delega”.
Questa forma di Democrazia, come si è appena detto, non funziona per una impostazione errata.
Ma come si analizza in altri documenti, è possibile definire forme di rappresentanza che – in sinergie a forme di Democrazia reale, diretta – possano in qualche modo soddisfare i criteri della Democrazia (possano soddisfare in modo effettivo i bisogni dei Cittadini).
Si noti che i sostenitori del modello rappresentativo di Democrazia asseriscano che tale modalità sia inevitabile quando si tratta di governare un contesto molto esteso come una Nazione moderna sono in errore, poiché, come vediamo in altri punti, anche in tale contesto è possibile mantenere una Democrazia diretta.
<vedi il già citato cap. “Una nuova forma di rappresentanza a livello nazionale” nel mio testo “Introduzione alla Democrazia diretta: un possibile percorso di riforma della Social-democrazia che permetta alla Democrazia europea di uscire della crisi”>.
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Il problema è appunto che la Democrazia europea non è né una vera Democrazia (un government partecipato direttamente dai Cittadini), né una Democrazia rappresentativa (parlamentare) poiché, appunto, i Cittadini in essa di fatto non sono rappresentati..
È cioè necessario rendersi conto di come
l’incapacità della Democrazia europea di sviluppare un reale benessere sia dovuta ad un errore di fondo della sua impostazione
che le impedisce si sviluppare un benessere che non finisca inevitabilmente per trasformarsi in malessere (ossia di non arrivare al punto attuale – di cui le stesse istituzioni governative globali hanno preso atto – della “fine dell’era dell’abbondanza”).
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In sintesi quindi se si vuole creare una forma di governo che sia realmente rappresentativa (che sia in grado di soddisfare effettivamente i loro bisogni) dovrebbero essere create le seguenti condizioni:
– il Cittadino deve disporre di un programma d’azione preciso da parte del Candidato (in una forma che sia in qualche modo vincolante per l’Eletto).
A proposito di “promessa elettorale”:
– Wikipedia: «Una promessa elettorale è una promessa fatta (…) agli elettori durante la campagna elettorale da un candidato/partito politico (…). Secondo Anthony Downs, sono un elemento cardine della competizione politica perché pongono l’eletto in rapporto di scambio con gli elettori: per questo motivo, quando sono disattese – una volta che il politico viene eletto – il sistema non funziona»
– Programma elettorale «Il documento ufficiale con cui i partiti provvedono a enunciare gli obiettivi prossimi e lontani della loro azione»
Ciò significa che, tra le altre cose, l’Elettore deve avere la possibilità quella reale possibilità di scegliere un candidato che non sia proposto dall’alto.
<si veda il cap. “Considerazioni per la compilazione (e la valutazione) di programmi elettorali realmente democratici” nel mio articolo “Definizione delle linee guida per l’impostazione di un movimento di opposizione”>
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– il Cittadino deve poter comunicare con il suo Rappresentate, per dagli suggerimenti, guidarne le scelte, ecc …
Teniamo presente che in questo ambito, quanto di parla di Sovranità del Cittadino si intende come prevalere del suo potere decisionale su qualsiasi altra istituzione: la sovranità non è quindi dare il consenso a leggi già fatte da altri, ma è partecipare all’intero processo deliberativo (ossia definire dall’inizio i contenuti di una iniziativa).
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– il Cittadino deve poter revocare il mandato al Rappresentate quando questo non si comporta in modo corretto.
Ciò è possibile, ad esempio, negli USA.
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Si veda in alcuni miei progetti come si possibile definire nuove forme di “rappresentanza diretta”:
– nel mio già citato articolo “Representation initiative 2.0: a new real democratic representation model” e più nello specifico il cap. “how it is possible to define (re-define) a real Representation: direct parliamentary representation” nel mio testo “Representation initiative 2.0: a new real democratic representation model (+ civic lists movement)”.
– il cap. “Linee guida per l’impostazione di un movimento di opposizione – ciò che va fatto, a monte di tutto, per risolvere i problemi attuali” nel mio testo “La politica dei Cittadini (3): manifesto della politica dei Cittadini”
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Si noti il difetto d’origine del Parlamento: è una istituzioni creata dalla Monarchia, e non dal Demos (Popolo) come è stata creata l’Assemblea nella antica Grecia. E infatti una Assemblea dei rappresentanti non esisteva né nella Democrazia originaria, quella ateniese, né nella prima Democrazia moderna, quella degli USA (ovvero oggi non esiste nel government delle piccole Town degli Stati Uniti).
Il Parlamento è infatti un sistema pensato per le elite di potere, creato quando le Monarchie sono state costrette a fare concessioni alla nobiltà (e non ai cittadini).
Ancora oggi esiste la Camera dei Lord in Inghilterra, nella quale i membri non sono eletti dai Cittadini.
Il Sistema della “falsa rappresentanza” permette ai Governanti di accrescere continuamente il loro potere
Quindi il problema della Democrazia europea è dovuto, tra le altre cose, al fatto che i Cittadini non possono scegliere i loro Governanti (né possono interagire con essi in qualche modo) i quali a causa dell’impostazione del sistema elettorale hanno “blindato” il sistema, raggiungendo il “potere assoluto” dei Monarchi di un tempo: il loro potere si perpetua nel tempo (laddove una volta il potere si tramandava all’interno di una famiglia, oggi si tramanda all’interno della “Casta” dei politici).
Ma il vero problema è che con l’impostazione attuale del sistema di government occidentale,
nella attuale modalità di rappresentanza
i Politici possono incrementare il loro potere
fino ad arrivare ad un potere assoluto.
Ciò avviene grazie alla possibilità che per i Politici (i “Rappresentanti”) hanno di approfittare del potere che viene ad essi concesso per emettere nuove leggi che permettono ad essi di accrescere continuamente il loro potere.
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In altre parole la Democrazia rappresentativa fornisce alla Classe politica un livello di autonomia decisionale che porta inevitabilmente ad una forma di assolutismo (sostanzialmente si arriva ad una forma di Socialismo).
Il Social-ismo non è altro che l’idea che la Società debba prevalere sulle volontà dei Cittadini (e qui la “Società” è incarnata dallo Stato).
Tale idea è giustificata dalla convinzione che i Cittadini non sarebbero in grado di organizzare la propria comunità sociale (in tale ideologia non si tiene conto di come gli abitanti dei Villaggi per millenni siano stati in grado di gestirsi molto meglio di come avviene oggi dove tutto è organizzato dallo “Stato”).
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Ovvero, in essenza,
l’attuale Democrazia rappresentativa – oggi definita come Stato sociale è sostanzialmente un regime social-ista già dai suoi primi passi.
<vedano:
– il mio testo “Having even a small amount of power in a system allows you to increase that power”>
– il cap. “The problem of the tendency to expand one’s power” nel mio articolo “Why it is necessary to change the policy of the conservatives (the failure of their current policy)” >
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Si vedano programmi politici come quello dell’Agenda Verde 2030, nel quale lo scenario descritto nel manifesto dell’agenda è sostanzialmente quello dell’Unione Sovietica: collettivismo puro nel quale nessuno è proprietario di qualcosa, ed il tenore di vita è deciso dalle Istituzioni governative in base a quanto essi si attengono alle regole del dogma (si tratta del sistema di punti come quello della patente di guida che oggi è in vigore in Cina). [vedi tale manifesto nel vol. 2 il cap. “Il Transumanesimo come ultima applicazione dell’Ideologia moderna”].
Le strategie attuate dai governi per il Covid sono un esempio significativo di come oggi i Politici abbiano il potere di attribuire a se stessi poteri eccezionali (in tale caso tali “poteri speciali” hanno permesso ai Politici non solo di ignorare i diritti costituzionali dei Cittadini, ma anche di promulgare “leggi speciali” che li esonerano dalle loro responsabilità per quanto è ACCADUTO).
Un altro esempio significativo è quello della legge USA promulgata dopo l’attentato del 9/11 definita demagogicamente “Patriot Act” , con la quale – con la scusa del problema creato dal terrorismo islamico – è stata creata una istituzione molto potente in fatto di controllo dei cittadini (Department of Homeland Security) che oggi, dopo 20 anni, è utilizzata dai partiti per colpire i diritti fondamentali dei dissidenti (oggi vengono arrestati in quanto “terroristi” da forze di polizia speciali in assetto di guerra persone come i genitori che si oppongo in assemblee scolastiche al diritto di frequentazione dei maschi negli spogliatoi femminili; ma anche i sostenitori di un partito avversario (come i sostenitori di Trump).
<si veda una possibile soluzione
– nel mio articolo “La politica dei cittadini (1): un possibile percorso per recuperare la democraticità del government (synopsis)”
– il mio già citato articolo “Representation initiative 2.0: a new real democratic representation model” il cap. “Principi e strumenti della Democrazia rappresentativa”>
COME È POSSIBILE AVERE OGGI UNA SOCIETÀ DI ORDINE NATURALE ?
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Come si è detto, la Società di ordine tradizionale (detta anche di Ordine naturale) ha funzionato – e funziona tutt’ora in molte cittadine di provincia – producendo un benessere superiore a quello attuale.
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Nel successivo Vol. 2 “Crisi e rinascita della Società occidentale:
verso una nuova evoluzione delle civiltà” si illustra come sia possibile recuperare tale tipo di Società.
CAPITOLO IN SVILUPPO
INDICE
Table of Contents
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● La constatazione di base: vi è effettivamente una profonda crisi della Società occidentale
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La necessità di individuare le caratteristiche di una “società che funziona”
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Perché l’essere umano ha pensato che esistano tali Diritti fondamentali
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[introduzione] IN COSA CONSISTE IL PROBLEMA DELLA DEMOCRAZIA EUROPEA
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Le due tipologie di società dal punto di vista del government
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COSA È NECESSARIO FARE FARE PER ARRIVARE AD INDIVIDUARE UNA SOLUZIONE?
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LA NECESSITÀ DI INDIVIDUARE QUALI SIANO I FATTORI SPECIFICI ALLA BASE DEL PROBLEMA
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LA DIVERSITÀ DELLE CARATTERISTICHE DELLA CONCEZIONE DI BENESSERE
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COSA SI È PERDUTO CON LA “MODERNIZZAZIONE” DELLA SOCIETÀ:
IL NUCLEO FONDANTE DELLA FAMIGLIA -
Quali sono i tratti essenziali del cambiamento avvenuto con la “modernizzazione” della società?
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COMPARAZIONE TRA LE MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ NELLO SVILUPPO DEL BENESSERE
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PERCHÉ L’OPERA DEI GOVERNANTI È INTRINSECAMENTE FALLIMENTARE
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ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL METODO SCIENTIFICO (I DIFETTI DELL’IDEOLOGIA)
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1. il metodo per una indagine ed una formulazione di teorie effettivamente scientifiche
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COME CON L’IDEOLOGIA MODERNA SI È MODIFICATO IL CONCETTO ORIGINARIO DI DEMOCRAZIA
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QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DI UN REALE BENESSERE
(A “MISURA D’UOMO”)? -
SOCIETÀ E BENESSERE:
LA QUESTIONE DELLA SOSTENIBILITÀ DELLE MODALITÀ DI VITA -
La necessità di comprendere che il problema non è risolvibile con metodi e strumenti attuali
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La questione fondamentale: la necessità di avere una società che sviluppa un reale benessere
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Il problema che impedisce di trovare una soluzione: la visione riduzionistica della realtà
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LA NECESSITÀ DI INDIVIDUARE I CRITERI PER LO SVILUPPO DEL BENESSERE: IL RECUPERO DEL “FATTORE UMANO”
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Cosa è quindi il benessere? (i criteri per la valutazione del benessere)
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IL BENESSERE SOSTENIBILE
(L’INSOSTENIBILITÀ DEL BENESSERE MODERNO) -
Come ovviare all’incapacità di effettuare una valutazione obiettiva
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(1) CRITERIO DI VALUTAZIONE:
LIBERTÀ DI SVILUPPO DEL PROPRIO TALENTO -
IL RECUPERO DEL BENESSERE TRADIZIONALE NON SIGNIFICA LA PERDITA DELLE “COMODITÀ MODERNE”
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NELLA NUOVA COMUNITÀ NON SI PERDONO LE COMODITÀ MODERNE
(L’USO SOSTENIBILE DELLE TECNOLOGIE) -
UN USO DIFFERENTE DELLE TECNOLOGIE PUÒ PERMETTERE DI USCIRE DALLA ATTUALE CONDIZIONE DI MALESSERE
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Dove è l’errore che ha portato alla attuale condizione di malessere (la “questione culturale”)
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LA RELAZIONE TRA IL MODO DI ORGANIZZARE LA SOCIETÀ (SISTEMA DI GOVERNMENT) ED IL BENESSERE
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QUELLO SVILUPPATO DALL’OCCIDENTE IN EUROPA NEL ‘900 È STATO UN REALE BENESSERE (A MISURA D’UOMO)?
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I FATTORI DELLA CRISI DAL PUNTO DI VISTA OPERATIVO :
BENESSERE EFFIMERO & INDEBITAMENTO -
○ La ricerca del piacere immediato (delle soddisfazioni effimere, a livello emotivo)
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○ L’incoscienza nello sperperare denaro: il problema dell’indebitamento
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L’ENDEMICITÀ DELLA CRISI DELL’OCCIDENTE
(IL FALLIMENTO DEL WELFARE) -
Cosa è la Società di Ordine naturale
(come è possibile recuperare il benessere tradizionale) -
Alcune considerazioni a proposito dello sviluppo della Società dell’Uomo
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ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ORDINE NATURALE E SU QUELLO “MODERNO”
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La società moderna nasce con l’idea che si debba pervenire ad un nuovo ordine razionale del Mondo
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VALUTAZIONE DELLE DIFFERENZE TRA LA SOCIETÀ OCCIDENTALE MODERNA E LA SOCIETÀ TRADIZIONALE
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Una analisi delle “regole spontanee” dell’Uomo (e della Società)
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I due modelli di government che derivano dalle due differenti culture
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COSA SI INTENDE PER “ORDINE NATURALE” (quali sono i suoi vantaggi)
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THE FUNDAMENTAL ROLE OF THE FAMILY IN THE DEVELOPMENT OF WELL-BEING IN THE NEOLITHIC
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La nuova concezione della Società come entità che esiste di per sé
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Le condizioni che permettono ai Cittadini di sviluppare benessere (il Welfare spontaneo)
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ALCUNE CONSEGUENZE DELL’ATTUALE MANCATO RISPETTO DEI DIRITTI DELL’UOMO
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COSA SONO I DIRITTI DELL’UOMO, E PERCHÉ SONO CONSIDERATI ESSERE INALIENABILI
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2) LA DERIVAZIONE DI ALCUNI DIRITTI PERSONALI DAL DIRITTO ALLA VITA
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Il problema delle Costituzioni (del “Contratto sociale”), e della illegittimità dello Stato moderno
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● la Democrazia rappresentativa: cosa è, e come funziona “in teoria”
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2. la cosiddetta Democrazia rappresentativa non è affatto rappresentativa
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L’INGANNO DELLA RAPPRESENTANZA (E LA FALSITÀ DELLE ELEZIONI)
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Come dovrebbe essere una rappresentanza parlamentare effettivamente democratica
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COME È POSSIBILE AVERE OGGI UNA SOCIETÀ DI ORDINE NATURALE ?