Negli articoli precedenti di questa serie ci si è occupati di analizzare le questioni più generali del problema della crisi che attualmente sta affliggendo la Società occidentale, sotto in due aspetti:
● La questione culturale:
A.1 – “Che fare? La necessità di divenire consapevoli di essere parte del problema“
● La questione strutturale dell’organizzazione della Società (del government)
A4 – “Cosa è la Democrazia: il perché e il come di un government democratico“
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In questa seconda parte della serie ci si occupa di analizzare i problemi legati alla Scienza con la quale vengono prese le decisioni governative: la Scienza politica.
● La questione dell’Economia:
B.1 – “Il problema dell’Economia moderna”(il presente articolo)
B.2 – “Il problema del Sistema delle Tasse utilizzato attualmente in Occidente”
B.3 – “Il problema del Sistema delle Tasse: la necessità di riformare le modalità della Spesa pubblica“
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Come si è evidenziato negli articoli precedenti della serie la Civiltà occidentale è, per molti aspetti, in declino.
Alla base di tutto vi è un aspetto culturale: si è impoverita la Cultura, per cui non si è più in grado di analizzare la realtà con una corretta cognizione di causa.
Una conseguenza di ciò è l’utilizzo di una forma di Economia (Economia politica) che è una delle cause principali degli attuali problemi.
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Alcuni punti affrontati In questo articolo sono:
● I difetti dell’Economia politica (attualmente utilizzata dal government)
– l’economia, che nasce come strumento di analisi (la valutazione di fatti), è divenuta uno strumento creativo, che serve cioè per definire progetti (è divenuta da Scienza una Ideologia – essa un tempo era applicata “a posteriori”, oggi è sviluppata “a priori“).
– il problema prodotto da questo nuovo ruolo è che l’Economia come strumento “creativo” di governance (creazione di soluzioni per soddisfare bisogni della Società) non è in grado di prendere in considerazione i fattori “intangibili” che sono una componente fondamentale dei problemi da risolvere; e che sono quindi determinanti per la soluzione dei problemi della Società (questo è il “difetto di fabbrica” dell’Economia politica).
Sostanzialmente l’Economia politica si basa su una visione semplificata della Società dalla quale manca l’ingrediente fondamentale: il fattore umano.
● il conflitto tra l’attuale Economia e la Democrazia: essa è incompatibile con i principi della Democrazia poiché
– implica una forma di governance top-down, mentre la Democrazia è per definizione una forma di governance bottom-up (sostanzialmente oggi non si tiene più conto del Principio fondamentale della Costituzione: la Sovranità è passata dai Cittadini al Governo).
– con l’Economia politica si trattano i problemi da un punto di vista “universale” (ad esempio a livello del territorio nazionale, o europeo), e non si è più in grado di trattare (con successo) i problemi reali della Società, che hanno sempre una forte componente specifica locale.
1. INTRODUZIONE ALLE DUE CONCEZIONI DI ECONOMIA: ECONOMIA REALE ED ECONOMIA POLITICA
Come abbiamo visto negli articoli precedenti, per quanto riguarda la crisi della attuale Società occidentale (povertà, caos sociale, ecc …) la questione che sta a monte di tutto: la “questione culturale”.
In questa sezione della serie si analizzano i problemi legati alla Scienza con la quale vengono prese le decisioni governative: la Scienza politica.
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1. Cosa è in essenza l’Economia
stai minimo, altro nel prossimo approndimento (per ora non lo ho fatto)
Per comprendere le cause degli attuali problemi della Democrazia occidentale è necessario, tra le altre cose, analizzare le caratteristiche della forma di Economia utilizzato oggi a a livello governativo: dell’Economia politica (o l’Economia moderna).
In primo luogo vediamo di chiarire cosa è in generale l’Economia:
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[1] l’economia è quella Scienza (metodo, modalità di ragionamento) che SERVE ALL’ESSERE UMANO PER POTER SV ILUPPARE IN MODO EFFICIENTE LE S UE OPERE. Essa parte dal presupposto che gli esseri umani per realizzare un qualcosa abbiano a disposizione delle risorse limitate (tempi, spazi, materie, ecc …), e quindi debbano riuscire ad individuare strategie che permettano loro di agire in modo efficiente per ottenere risultati soddisfacenti.
[2] ciò di cui si occupa l’Economia è sostanzialmente LA VALUTAZIONE DEL RAPPORTO COSTI/BENEFICI DI UNA AZIONE, affinché si possa scegliere tra più opportunità disponibili (questo punto riveste una particolare importanza, perché laddove non si sia in grado si valutare il rapporto costi/benefici di una spesa, non vi può essere una valutazione razionale).
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Più nello specifico, per poter parlare in modo razionale dell’Economia in una Democrazia (o se vogliamo, in una cosiddetta “Società civile”) è necessario a monte di tutto puntualizzare che:
[3 ] che il benessere è l’obiettivo di ogni Società civile; la Democrazia nasce come sistema di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini.
A questo proposito è necessario considerare che
[4] solo chi detiene i bisogni può definire efficaci soluzioni di per la loro soddisfazione (come vedremo, il fatto è che solo essi conoscono i dettagli di quei bisogni che servono per sviluppare la soluzione; e possono intervenire nello sviluppo di essa per correggerne i difetti).
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Chiarite queste premesse, si può analizzare la forma di Economia utilizzata oggi per le questioni di government, e valutare se essa sia in grado di realizzare i Fini che si propone.
1. Alcune considerazione a proposito delle varie forme di Economia
Nelle pagine seguenti analizziamo quindi le questioni relative alla Scienza economica utilizzata attualmente, l’Economia politica, per cercare di comprendere se essa sia una delle concause dei problemi che affliggono attualmente la nostra società.
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Come vedremo oggi si assiste ad una involuzione della concezione di Economia, ovvero ad una perdita della capacità di utilizzo di una logica razionale nell’affrontare i problemi da risolvere,
In questo modo si generano equivoci che sono appunto l’origine di molti dei problemi della attuale Società occidentale (sono la causa dell’inefficacia del government della Democrazia occidentale).
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Da una attenta analisi dell’andamento economico della Società europea appare inoltre che l’Economia come è applicata oggi non può essere nemmeno definita una vera Scienza : vedremo che oggi l’Economia ha assunto un significato che è addirittura “ribaltato” rispetto al significato originari).
1. La differenza tra le concezioni dell’Economia originaria e di quella attuale
Nei prossimi capitoli chiariamo in primo luogo come vi sia una netta differenza tra il concetto originario di Economia, e il concetto “modernista” tuttora applicato.
E quindi cerchiamo di analizzare le conseguenze di ciò.
qui solo sintesi, poi approfondimento (serva anche per publbicare subito)
1. L’Economia politica (attuale):
la parola degli “Esperti” è legge
L’Economia utilizzata oggi a livello istituzionale (government) è quella definita come Economia politica (questo termine è praticamente l’unico ad essere riportato nelle definizioni di dizionari ed enciclopedie: oggi si da per scontato che questa sia l’unica forma di Economia , e quindi della forma originaria di Economia non si menziona nemmeno l’esistenza).
Il ruolo della attuale concezione di Economia
– Economia politica –
è di strumento con il quale
I GOVERNANTI ASSUMONO DECISIONI DALL’ALTO
Pensando che con tale metodologie essi possano realizzare il benessere delle persone governate.
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L’applicazione dell’ Economia politica funziona sostanzialmente in questo modo: gli Esperti definiscono le azioni governative dicendo ai Governanti cosa devono fare: in questo processo
i Governanti devono adattarsi alle conclusioni degli Economisti,
e di conseguenza
anche i Cittadini devono farlo.
In questa modalità, di fatto, il government passa nelle mani degli Economisti (o, se vogliamo, la parola degli Economisti è legge ).
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Vediamo quindi l e caratteristiche fondamentali dell’economia utilizzata oggi:
1) l’Economia politica è applicata “a priori”,
ossia essa non è applicata
come strumento di valutazione della validità di una idea,
ma è utilizzata per la creazione di soluzioni
La differenza è che l’Economia politica viene utilizzata per concepire Idee di soluzioni ai problemi della Società, mentre l’Economia tradizionale dell’uomo è utilizzata “a posteriori” – dopo l’intuizione di una Idea – per valutarne la fattibilità.
L’Economia “originaria” è molto antica: essa nasce nell’Antica Grecia, con la Scuola di Aristotele.
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Ossia l’Economia politica viene utilizzata come strumento “creativo”, mentre l’economia originaria essa è uno strumento di analisi.
Come vedremo negli articoli di questa serie, il problema di fondo dell’Economia politica è che
l’Economia politica viene utilizzata per creare soluzioni a problemi che sono caratterizzati da quei fattori “intangibili” che essa non è in grado di prendere in considerazione.
(si tratta di quei meccanismi della Società costituiti dal fattore umano)
Questo è il “difetto di fabbrica” (la contraddizione di fondo) che
rende l’Economia attualmente utilizzata a livello governativo
INADATTA A RISOLVERE I PROBLEMI DI UNA SOCIETÀ.
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2) l’Economia politica è esercitata in modalità dall’”alto in basso”: gli Economisti decidono, ed i Cittadini devono adeguarsi.
Ovvero
l’Economia politica,
viste le sue modalità operative top-down,
È INCOMPATIBILE CON I PRINCIPI DELLA DEMOCRAZIA,
secondo i quali i Cittadini sono Sovrani, e in tale contesto è al massimo possibile delegare il loro potere a dei Rappresentati: ma in una Democrazia non è possibile che governino delle persone non elette dal Popolo, per quanto esse siano “esperte” di problematiche importanti ( oggi i Governanti eletti non agiscono, come dovrebbero, in base alle richieste del Popolo, ma ubbidendo a quanto detto loro dagli Economisti).
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Altre caratteristiche:
A) l’Economia politica opera in un contesto semplificato, in cui tutto è riferito al denaro (è una “Economia monetaria”).
In questo modo essa è incompatibile con la natura dell’obiettivo del government, che in Democrazia è il mantenimento di una buona qualità della vita sociale, un “obiettivo umano” (definito appunto dai cosiddetti fattori “intangibili” che essa stessa ammette di non poter prendere in considerazione).
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B) l’Economia politica è esercitata a livello “macro”, ossia su questioni “generali” (esempio di una Nazione).
In tale modalità non si è quindi in grado di entrare nello specifico dei vari problemi che si vogliono risolvere (ad esempio nello specifico del territorio, di una cultura), finendo così per semplificare le problematiche sulle quali si interviene: vi è cioè una uniformazione delle “diversità” che definiscono una specificità delle varie declinazioni locali del problema (come avviene nei “regimi ideologici”, in questo modo si ottiene un livellamento verso il basso della qualità della vita).
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1. Economia “reale” (originale):
le esigenze dei Cittadini sono legge
Si noti che l’economia originaria nasce un paio di millenni prima della sua modernizzazione in Economia politica: nella antica Grecia con la Scuola aristotelica. E che essa non si basa affatto sulla visione della Società basata su meccanismi monetari tipica della attuale Economia politica.
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Mentre l’economia attuale, citata in precedenza, è una “ Economia esercitata dall’alto”, ossia è utilizzata dagli Esperti per indirizzare le politiche governative (alle quali il Popolo è costretto ad adeguarsi), l’Economia reale (quella nella sua concezione originaria) è di segno opposto:
1 ) l’Economia reale (originaria) è applicata “ a posteriori”.
Ovvero essa non è utilizzata per definire azioni ( non presume di poter “creare” soluzioni ), ma
l’Economia originaria
è utilizzata in fase successiva alla definizione di soluzioni
per valutarne l’effettiva possibilità di realizzazione
(e per scoprire quali tra le opzioni disponibili siano quelle più vantaggiose).
Ed inoltre, partendo da una visione delle cose più ampia di quella dell’Economia monetaria attualmente in uso, essa è in grado di prendere in considerazione – nella valutazione dei costi/benefici – il fattore umano legato al problema affrontato.
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2 ) l’Economia reale (originaria) è al servizio del Demos (laddove l’Economia politica è al servizio dei Leaders). Ovvero
l’Economia originaria
è funzionale al government democratico.
Se nel caso precedente l’Economia (politica) è al servizio dei governi (sostanzialmente le decisioni governative sono prese dagli Economisti , e non sono necessariamente quelle volute dal Popolo), nel caso dell’Economia reale si ottengono decisioni veramente “democratiche” poiché qui gli esperti si mettono al servizio del Demos per facilitare i processi decisionali democratici.
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Altre caratteristiche dell’Economia reale:
A) L’economia reale si basa sulla considerazione del fattore umano
una parte importante in seguito è dedicata al fattore umano
Ovvero l’Economia reale adotta una visione nella quale, a differenza di quanto avviene nell’Economia politica, si prende in considerazione il fattore umano che è la componente più sottile delle cause più profonde dei problemi sociali (ossia gli eventi economico-monetari presi in considerazione dall’Economia politica sono solo una “sovrastruttura”).
Ovvero l’attuale Economia politica opera su un livello superficiale del problema,
una visione nella quale si ignora la componente
del fattore umano dei problemi sociali.
Ossia nell’Economia politica si ignora una componente fondamentale dei problemi da risolvere, componente che sarebbe quindi determinante per la soluzione di tali problemi.
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Questo è il difetto di fabbrica dell’Economia politica, che fa in modo che essendo i problemi risolti in modo superficiale, presto il problema si manifesti nuovamente in forma più grave. [si veda il prossimo capitolo “Perché l’Economia politica non funziona (la questione del “fattore umano”)”]
B) l’economia reale si sviluppa a livello “micro”
Ovvero laddove l’Economia politica si sviluppa ad un livello “macro”, generale (come quello nazionale o “europeo”),
l’Economia reale si sviluppa
al livello nel quale esistono materialmente i problemi da risolvere.
Quindi l’Economia r eale , a differenza dell’Economia politica, può porre l’attenzione sulla specificità “locale” dei problemi sui quali vuole intervenire (ricordiamo che i problemi sono causati in essenza dal fattore umano, il quale li caratterizza in modo differente a seconda del contesto nel quale essi si manifestano).
Vedi a tal proposito i miei testi:
– “Localism as a natural quality of Democracy“
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D obbiamo considerare che, se si vuole mantenere la democraticità del processo decisionale, il government sovra-locale non deve essere altro che una estensione di quello locale vedi una analisi più approfondita nell’articolo precedente “Come può essere sviluppato un government sovra-locale nel rispetto dei Principi della Democrazia” <vedi >, dove si illustra come in una reale Democrazia
un governo “sovra-locale” non possa essere un organo di per sè prende decisioni, ma deve essere un organo che in qualche modo coordina i governi locali
(il cuore della reale Democrazia, dove i Cittadini possono effettivamente partecipare al government).
∙1. Perché l’Economia politica non funziona:
le conseguenze di una Scienza economica che opera su un livello astratto della realtà
(la questione del “fattore umano”)
In base all’analisi sviluppata in precedenza sostanzialmente, l’Economia politica ( quella utilizzata attualmente) è una forme di economia che opera su un “livello astratto” rispetto alla realtà effettiva.
E per questa ragione essa non solo non è in grado di risolvere i problemi che essa pretende di risolvere; ma come vediamo nei prossimi capitoli,
1) poiché l’Economia politica opera ad un livello superficiale rispetto alla realtà dei problemi, essa produce solo una mitigazione degli effetti, e quindi i problemi dopo un po’ di tempo si presentano nuovamente in forma più grave di quella iniziale.
2) inoltre l’Economia politica, pretendendo di “ristrutturare” la Società tradizionale dell’Uomo ha riplasmato la Società in base ai suoi concetti astratti. Ha cioè letteralmente creato un Mondo astratto rispetto alla realtà effettiva che continua a produrre sempre maggiori problemi. <si veda l’ultimo capitol “Come l’Economia politica, intervenendo in modo astratto, crei effettivamente un mondo reale (ma artificiale)”>
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1. In che senso si tratta di un “Mondo astratto” (il difetto di fabbrica dell’Economia politica)
Per comprendere cosa si intende per “livello astratto” è necessario innanzitutto comprendere che
il Mondo preso in considerazione dall’Economia politica
non è il Mondo reale,
(non è completo nelle sue sfumature)
E, cosa molto importante, molte di quelle sfumature non prese in considerazione dall’Economia politica sono una parte importante delle cause dei problemi che si vorrebbero risolvere.
Questa caratteristica dell’Economia politica fa si che essa non sia in grado di risolvere la maggior parte dei problemi reali che essa affronta (essa, operando ad un livello superficiale rispetto a quello in cui risiedono le cause dei problemi, può al massimo tamponar e gli effetti . Ma prima o poi i problemi riemergono con maggior gravità,
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Ciò accade, appunto, a causa di un difetto di fabbrica dell’Economia politica: essa pretende di poter lavorare su una “realtà ridotta” della realtà , ossia sulla sola parte di realtà che si può descrivere con formule matematiche.
Questa modalità di analisi è definita dalla Scienza come “riduzionismo scientifico”, e si basa sull’idea che una disciplina scientifica possa tralasciare gli aspetti della Realtà che essa non riesce a prendere in considerazione, rendendo in questo modo più facile il suo compito.
Sostanzialmente in questo modo la Scienza opera con una visione ridotta della Società (ad esempio, non prende in considerazione le caratteristiche della realtà studiate dalla Psicologia sociale, che sono determinanti nello sviluppo delle dinamiche sociali).
Ovvero oggi l’Economia pretende di trattare la Società come se fosse un sistema meccanico (unicamente materiale).
Per capirci, è un po’ come se per capire l’Essere umano si studiassero dei cadaveri.
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Il fatto è che operando in modo superficiale (“ridotto”) l’Economica politica è incapace di vedere il Mondo così come è effettivamente .
E
non potendo l’Economia politica individuare gli aspetti
che determinano la realtà effettiva dei problemi che affronta,
essa finisce per fallire il suo obiettivo
di migliorare la qualità della vita all’interno della Società
-
(i problemi che essa affronta sono sempre, in essenza, problemi della Società umana che sono sempre basati sul “ fattore umano ” che essa non è in grado di prendere in considerazione).
Si veda l’ultimo capitolo: “Come l’Economia politica, intervenendo in modo astratto, crei effettivamente un mondo reale (ma artificiale)”.
1. L’importanza del fattore umano (che oggi non è preso in considerazione)
Il fattore umano (l’inseme delle qualità umane che determinano lo sviluppo di una Società) è, appunto, uno dei fattori che determinano i problemi della Società (povertà, disoccupazione, violenze, ecc … ). Ed esso, non potendo essere ridotto a formule matematiche (si tratta delle qualità immateriali definite come “intangibili”) , non può essere preso in considerazione dalla “scienza istituzionale” oggi preposta alla soluzione di tali problemi.
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Per chiarire il ruolo di tale elemento nella definizione di soluzioni ai problemi sociali dobbiamo osservare che:
● (1)
Il fattore umano
è alla base di tutti i fenomeni sociali(e quindi esso deve essere preso in considerazione quando si cerca di trovare la soluzione a quel tipo di problema).
Ed inoltre
● (2)
vi può essere una soluzione di un problema sociale
solo quando il fattore umano si sviluppa in modo spontaneo.Ovvero quando le soluzioni di miglioramento della qualità della vita delle persone ( la soluzione di problemi della Società di cui oggi pretende di occuparsi l’Economia governativa) funzionano in modo effettivo solo quando vengono sviluppate con partecipazione diretta alla loro progettazione delle soluzioni da parte di chi detiene tali bisogni (i Cittadini afflitti dai problemi di povertà, disoccupazione, ecc …). <vedi mio articolo “I Cittadini sono le uniche persone che possono (co)progettare soluzioni efficaci“>
Questo è uno degli aspetti della Società che le Costituzioni democratiche proteggono definendo la Sovranità del Cittadino: oggi, come era un tempo per il Re, i Cittadini sono quelli che devono prendere le decisioni all’interno della Società.
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Si tenga conto che quando si afferma che la comunità dei Cittadini ha di per sé le risorse per poter ridurre la povertà, non si parla solo dei Lavoratori che guadagnano troppo poco per potersi permettere una vita decente (o che sono disoccupati), ma si intendono anche quelle persone che sono potenzialmente in grado di sviluppare iniziative le quali possono dar lavoro ad altri Cittadini.
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In essenza, per risolvere i problemi di cui oggi si occupa l’Economia politica, sarebbe necessario in primo luogo comprendere quale in quale modalità avviene lo sviluppo fisiologico della Società dell’uomo. E quindi
necessario comprendere come sia necessario agire
in sintonia con le leggi che sono alla base
del processo fisiologico di sviluppo della Società umana.
-
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In altre parole una società che non soffre problemi come quelli attuali della disoccupazione e della povertà, è una società che non attua importanti limitazioni delle modalità che ne garantiscono un funzionamento fisiologico.
Il problema della Democrazia europea è proprio quello di aver voluto imporre una struttura sociale “artificiale” (pensata a tavolino) alla Società umana (ciò avviene, appunto, per il fatto che è utilizzato un strumento, l’Economia politica, che non è in grado di prendere in considerazione l’esistenza di un livello profondo delle modalità di sviluppo della Società: il livello a cui risiede il fattore umano ).
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Un esempio di tale imposizione dall’alto di meccanismi sociali che limitano in modo determinante le possibilità della Società di sviluppare spontaneamente benessere, è quello del .Sistema della tasse: la Storia ci mostra come eliminando gran parte delle Tasse la società riprenda a svilupparsi in direzione di maggior ricchezza, maggior occupazione (ed in generale maggior qualità della vita). <vedi l’articolo successivo “Il problema del Sistema delle Tasse: la necessità di riformare le modalità della Spesa pubblica“>
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La dimostrazione di ciò è fornita da i dati obiettivi dei grafici che mostrano come presidenti USA come Reagan e Trump che hanno seguito le indicazioni dell’Economia reale abbassando il livello di tassazione, hanno prodotto uno spontaneamente innalzamento del tenore di vita degli Americani (e, contemporaneamente, cosa che sembra paradossale agli Economisti politici, lo stato ha incassato più denaro tramite le Tasse).
Mentre,all’opposto, su con Biden – che si basa sulle Ideologie sociali, e quindi sull’Economia politica – nel 2022 ha aumentato la spesa pubblica, e per evitare di aumentare le tasse ha fatto stampare nuova moneta, creando così (come chi conosce un po’ l’Economia reale aveva previsto) una inflazione record per gli Stati Uniti (ovvero un livello di povertà record).
1. Alcune caratteristiche del funzionamento spontaneo della Società umana (del fattore umano)
Vediamo quindi quali sono alcune caratteristiche del “fattore umano” che l’Economia non è in grado di prendere in considerazione.
Il fattore umano è composto da elementi psicologici e culturali che sono, appunto, alla base dei problemi sociali che oggi i governi – utilizzando lo strumento dell’Economia politica – vogliono risolvere.
1. Il fattore umano come elemento di sviluppo spontaneo della società
Il fattore umano non è a ltro che la “legge naturale” che regola il comportanmento dell’Essere umano (è una legge interiore, imp ressa nelle coscienz a dell’individuo).
Seguendo questa legge l’essere umano è in grado di vivere in modo ottimale nel suo rapporto con il mondo, e con le persone che lo circondano.
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Questa legge “personale” – quando un individuo crea una comunità umana – diviene una “legge della società” :
una legge non scritta,
che essendo condivisa dagli individui,
permette alla società di svilupparsi in modo ottimale(garantendo una buona qualità della vita)
Come tutti gli animali, gli esseri umani sono guidati da leggi di comportamento. La differenza è che l’essere umano dispone di una Cultura (ed in base alla sua cultura esso sviluppa una Civiltà.
L’animale nasce “imparato”, non ha bisogno dell’educazione: l’eduzione è invece necessaria per l’essere umano per diventare adulto (i bambini nati allo stato selvaggio, senza la vicinanza di altri esseri umani, non si sono evoluti come esseri umani, ma come gli animali che li hanno allevati).
Se si tolgono tali leggi “interiori”, le comunità non funzionano più . Ciò vale tanto per l’Essere umano quanto per gli altri animali.
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Queste leggi permettono agli esseri umani di vivere in modo ottimale poiché esse
sono state elaborate per millenni di esperienza
attraverso la modalità di apprendimento tipica dell’essere umano:
il percorso esperienziale di prova e correzione dell’errore..
Il problema dell’Economia politica è che essa non tiene conto di queste regole, e quindi interviene nella società alterandone il funzionamento spontaneo .
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Quando si parla della necessità di tener conto del fattore umano nelle decisioni che riguardano l’organizzazione della Società, si considera il fatto che i Cittadini sanno nelle loro coscienze cosa per loro è bene fare (a livello di comportamento sociale). Ovvero si considera che
quando i Cittadini sono liberi di sviluppare
proprie iniziative in base alle loro intuizioni
la Società funziona in modo ottimale.Questo, si noti, è il significato del concetto di Sovranità indicato dalle Costituzioni come Principio fondamentale della Democrazia.
Mentre quando ai Cittadini questa libertà di agire sviluppando proprie iniziative è impedita (o disincentivato) dalle istituzioni governative – come accade ora – la Società assume una dinamica “artificiale”, e comincia a degenerare , proprio come accade ad una comunità di animali che vive da tempo in cattività (come allo zoo).
< vedi il mio testo “The meta-principles of Democracy; Freedom of initiative“>
Ciò accade, appunto, per il fatto che in tal caso gli individui non sono più in grado di seguire le loro “leggi naturali” , ossia perdono le loro capacità naturali di interagire tra di loro, e con la realtà materiale.
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Si noti un particolare determinate: anche sotto le più dure dittature del lontano passato le “economie” dei Villaggi funzionano egregiamente (ciò perché, in epoca precedente alle attuali Ideologie sociali, i Tiranni sapevano che impedendo ai Cittadini di organizzarsi secondo i dettami della loro Cultura, si sarebbe causato un impoverimento delle popolazioni.
1. Alcune caratteristiche specifiche del “fattore umano”
Ovvero la Società funziona
(vi è lavoro in abbondanza, non vi sono povertà e violenze sociali)
solo quando in essa
vi sono alcune caratteristiche del “fattore umano”:● gli individui hanno la capacità di badare a sé stessi, ed hanno la forza per poter affrontare con successo le difficoltà della vita.
Oggi invece la formazione a cui sono sottoposti i giovani, e la Cultura dominante diffusa con i Media tendono a far credere alle persone che essi debbano ricorrere per la quasi totalità dei problemi a degli “Esperti” (sostanzialmente nelle attuali Democrazie” i Cittadini dipendono quasi totalmente dal Nanny-State).
Si pensi che ancora un secolo or sono le persone sapevano come curarsi i malanni più frequenti, come aggiustare la casa e gli attrezzi di lavoro, ecc …..
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● gli individui si sentono responsabili della qualità della loro vita e quindi comprendono che la qualità della loro vita dipende in primo luogo dalle loro azioni.
In tale condizione, tra le altre cose, le persone sono in grado di intraprendere carriere professionali nelle quali esse possono dare il meglio di sé (creando così un valore positivo per la società, e nuovi posti di lavoro).
Oggi le persone insoddisfatte della loro vita puntualmente addossano la responsabilità della loro condizione alle Istituzioni, invece di darsi da fare in prima persona per migliorare le cose (questo è il problema degli attuali Oppositori e Dissidenti). <vedi il mio articolo “Perchè nonostante sempre più persone si diano da fare per correggere i problemi di Government, le cose continuano a peggiorare?“>
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● gli individui dispongono di spirito di iniziativa, invece di accontentarsi di vivere “a rimorchio”, in condizione di passività rispetto al lavoro.
Oggi con i sussidi che vengono dati a chi non lavora paradossalmente si crea una forma di garantismo che toglie negli individui la spinta a voler sviluppare una vita di conseguimenti. L’attuale Cultura (rivista e corretta dalle Ideologie sociali) non permette agli individui di vedere le opportunità per sviluppare iniziative con le quali realizzare al meglio se stessi..
Un indicatore di questa situazione culturale di passività degli individui emerge da due consecutivi sondaggi del quotidiano la Repubblica negli anni ‘90: inizialmente l’aspirazione degli studenti era di riuscire ad intraprendere una professione autonoma; ma dopo alcuni anni di governo regolato fortemente dagli Economisti politici (Monti, Draghi, Amato, Prodi, ecc …) l’aspirazione degli studenti era divenuta quella di avere un “posto fisso”.
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● capacità di immaginare modalità di miglioramento della vita (inventiva, capacità di innovazione).
Oggi gli individui subiscono una “formazione” negli anni della Scuola – impostata nell’800 per avere il “popolo bue” teorizzato dal Taylorismo, fatto di marionette funzionali ad una massimizzazione dell’efficienza del lavoro delle fabbriche – che ha annichilito l’inventiva delle persone.
1. il problema del “riduzionismo” dell’economia politica
In altre parole la questione di fondo è che oggi l’Economia opera secondo il metodo del riduzionismo scientifico di cui si è parlato in precedenza.
Ovvero
oggi l’Economia politica
opera esclusivamente ad un livello monetario,
il quale è la parte superficiale dei problemi
che essa vorrebbe risolvere( in tal modo essa ottiene solo vantaggi superficiali, ossia una momentanea mitigazione degli effetti del problema, che viene seguita da un nuovo manifestarsi del problema, questa volta in forma più grave).
Il problema di fondo è che l’Economia moderna (da cui deriva l’Economia politica) nasce per essere utilizzata in contesti puramente “economico-monetari” con quello del management delle Multinazionali finanziarie, della Borsa, ecc …) e non per la gestione della società umana.
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Il problema più grave dell’Economia politica è che essa non solo non è in grado di risolvere gli attuali problemi della Società, ma è che essa – alterando con il suo intervento gli elementi fondamentali per il funzionamento spontaneo della Società – finisce per creare una società intrinsecamente incapace di svilupparsi in modo spontaneo, ossia intrinsecamente destinata a creare nuovi problemi (problemi che, appunto, l’Economia politica, non è in grado di risolvere). [vedi più avanti il capitolo “Come l’Economia politica, intervenendo in modo astratto, crei effettivamente un mondo reale (ma artificiale)”]
Questo è il tipico problema prodotto dall’applicazione delle Ideologie sociali.
Ovvero in base ad esse non si riconosce che una comunità sociale è l’insieme delle coscienze degli individui: ciò deriva dalle idee dei Filosofi dell’Illuminismo, i quali hanno cominciato a pensare che esista una sorta di “Volontà generale” del “Popolo” che non ha nulla a che vedere con la volontà delle persone (l’Ideologia socialista ha appunto ripreso alla lettera tale concezione).
La contraddizione di fondo di tale posizione è nel fatto che tali Ideologie sostengono la necessità di rifuggire ogni aspetto metafisico della concezione della Vita, ma essi basano la loro “Filosofia” (Ideologia) su un concetto metafisico, quello di una Volontà popolare che esiste solo nelle menti di tali Intellettuali (tale concetto rimane un “mito”, una qualcosa che non è possibile riscontare nella realtà: gli aspetti specifici di questa supposta Volontà popolare vengono sempre decisi da questi stessi Intellettuali, e sono di fatto in contrasto con la Volontà dei Cittadini ).
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Quindi, per il fatto che
gran parte di problemi della nostra Democrazia
sono causati da un uso improprio dell’Economia,che ha prodotto scompensi nel suo sviluppo spontaneo della Società, per risolvere tali problemi è necessario recuperare quegli elementi “naturali” cancellati negli utili decenni (si tratta appunto di quegli elementi definiti appunto come fattore umano illustrati nel capitolo precedente).
Alcuni di questi elementi sono: capacità di badare a se stessi senza l’aiuto dover ricorrere alle prestazioni di “esperti”, senso di responsabilità nei confronti della propria vita, capacità di immaginare soluzioni ai problemi sociali.
<vedi articolo “Beyond top-down “Democracy”: crowdization of governance”>
<vedi articolo “Crowd-driven innovation/crowdsourcing”>
1. Come l’Economia politica blocca l’evoluzione di Società e Mercato
Alcune delle scelte effettuate in base all’Economia politica, con le quali non si è tenuto conto delle leggi del corretto sviluppo della Società umana, e che quindi hanno finito per forzare il funzionamento fisiologico di essa generando l’attuale condizione di povertà e caos sociale sono:
– il favorire lo sviluppo degli attori sociali (Aziende, Associazioni, ecc …) che sono proprio quegli elementi che non sono in grado di evolversi per stare al passo con i tempi. Attori che quindi, non essendo in grado di seguire l’evoluzione della Domanda di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini, sono costretti a ricorre a “trucchi” per sopravvivere – si tratta proprio della manipolazione delle “regole naturali” di Mercato e Società (della cosiddetta “mano invisibile”) che alla fine porta a quello sviluppo perverso della Società a cui assistiamo oggi.
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Il problema è infatti che tali attori sono proprio quei “dinosauri” (a prescindere dalla loro dimensione) in via di estinzione perché, ad esempio, essi non sono più in grado di offrire alla Società la qualità dei prodotti ora richiesta dal pubblico (e quindi non sono più funzionali ad un buon sviluppo della Società).
Tali aziende in un contesto di sviluppo spontaneo della Società sarebbero destinate a sparire per una sorta di “selezione naturale”. Ma per le ragioni dell’Economia politica esse sono mantenute in vita, e ciò penalizza le aziende che potrebbero, prendendo il loro posto, offrire prodotti di maggior qualità (in grado di garantire uno sviluppo sostenibile).
Ciò avviene, ad esempio, quando le Istituzioni governative costringono a cambiare l’auto con una di “nuova generazione” (che in realtà non ha nulla di migliore rispetto alla precedente, vedi il caso dei Diesel che dopo anni di incentivi è stato bandito dal mercato – creando un grave danno a chi lo aveva appena acquistato).
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– l’impo rre forti limitazioni alle “libere iniziative” (con tasse, regolamentazioni burocratiche, ecc …), frenando così lo sviluppo di ricchezza e di posti di lavoro.
Reagan e Trump, almeno dal punto di vista della ricchezza dei Cittadini, hanno dimostrato come eliminando parte delle regole burocratiche (e delle tasse per le Imprese) si sviluppino immediatamente nuovi business, che permettono di migliorare la ricchezza pro capite e l’occupazione.
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Le leggi dell’evoluzione della Società umana
Per comprendere meglio le conseguenze di questa forzatura oggi esercitata dall’Economia istituzionale nei confronti dei meccanismi naturali di funzionamento della Società, è necessario comprendere
● che quando si osservano i cicli di prosperità e decadenza delle Civiltà, diviene evidente come le Società dell’Uomo o sono in progresso, o sono in declino.
Ovvero laddove non vi sia un continuo progresso della Società (verso il benessere), il sistema sociale immancabilmente comincia a declinare.
Vedi i miei testi:
– “The Cycles of History and the recurring phases of decline of “regimes“
– “L’Evoluzione come necessità“
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Ed è inoltre necessario comprendere:
● come il Progresso (le sue “invenzioni”: in termini di Mercato si direbbe innovazione), ossia le fasi di evoluzione di una Società nella quale vi è stato un effettivo miglioramento della vita dei Cittadini, è sempre avvenuto con iniziative che sono scaturite dal basso.
<vedi il mio testo ”Innovation is intrinsically (historically) bottom-up”>
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Ovvero, come si è detto, nell’articolo precedente, la società è creata dall’Uomo come sistema di soddisfazione dei bisogni, ed essa funziona in tal modo solo quando i detentori dei bisogni da soddisfare sono in grado (mentalmente e fisicamente) di compartecipare alla creazione di soluzioni per la soddisfazione di tali bisogni.
<vedi in articolo precedente il cap. “Una considerazione preliminare di importanza fondamentale: la Democrazia nasce come sistema di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini”>
<vedi il mio testo “La democrazia nasce come sistema di soddisfazione dei bisogni dei cittadini“>
<vedi il mio testo “The users of the Services are essential co-designers of the solutions to satisfy their needs“>
Questa “Legge” dell’evoluzione della Società, in termini di Scienza politica, può essere espressa nel concetto “il progresso della Società si è sempre avuto nelle fasi nelle quali i Cittadini hanno sufficiente “libertà di iniziativa” (ossia non sono stati ostacolati da limitazioni imposte dall’alto dalle Istituzioni governative).
Questo meccanismo di “progresso o declino “ di una società è evidente nello sviluppo delle nelle Dittature totalitarie (caratterizzate da un decision macking prettamente top-down), nelle quali si è bloccata l’innovazione, e quindi il loro progresso (si veda ad esempio il caso dell’Unione sovietica).
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Questa impossibilità di sviluppare progresso (e quindi arrivare ad una fase di decadenza) deriva appunto dal fatto che i Regimi ideologici intervengono sulla realtà con le regole dell’Economia moderna, imponendo ad essa delle “scelte arbitrarie” rispetto allo sviluppo spontaneo della Società. Creando così disfunzioni della logistica (ad esempio della distribuzione del cibo), inefficienza di servizi ed infrastrutture, ecc …
Non è affatto casuale che ciò nel 2021 accada negli USA, dove il Governo opera sulla base degli Economisti politici.
1. Alcune conseguenze negative dell’imposizione dall’alto dei dettami dell’economia politica
1. Una delle conseguenze negative della visione ridotta dell’Economia politica: l’incapacità di vedere le conseguenze negative delle proprie azioni
Si tenga conto che nella dimensione nella quale è confinata l’Economia politica – visione ridotta della realtà – essa non è nemmeno in grado di vedere i propri errori.
E per questa ragione essa continua imperterrita ad applicare i suoi canoni, cadendo nel paradosso di
continuare a cercare di risolvere i problemi
con gli strumenti che li hanno creati..
Il fatto è, appunto, che l’Economia politica, che non è in grado di prendere in esame i fattori sottili che sono parte delle cause più profonde dei problemi che essa affronta,
non è nemmeno in grado di vedere
le alterazioni negative che essa produce con i suoi interventi(essa non è in grado di vedere quanto le sue azioni contribuiscano a generare i problemi che continuamente emergono nella nostra Società).
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I problemi l’Economia moderna li produce proprio perché essa, come si è detto, impone dall’alto delle regole che sono slegate dalla realtà effettiva (sono nate nella testa di “esperti” che quando “immaginano” le loro formule non si basano affatto su di una esperienza reale). Ed in questo modo essa finsice con l’alterare profondamente quei fattori che sono alla base del funzionamento fisiologico della Società.
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Un caso significativo di questa incapacità dell’Economia moderna di vedere i danni che essa produce è quello del governo Biden nel 2021: in pochi mesi, contravvenendo alla regola dell’Economia reale secondo la quale stampando nuova moneta si crea inflazione, esso ha appunto creato una inflazione record (il massimo livello degli ultimi 40 anni).
Ma l’aspetto paradossale di tutto ciò è che gli Economisti istituzionali non vogliono prendere in considerazione la possibilità di aver essi stessi prodotto il problema (nello specifico essi non vogliono considerare che l’origine dei problemi che si stanno sviluppando sono proprio sono le spese eccessive deliberate dal “loro” governo Biden già nei primi mesi di attività – spese che hanno appunto portato alla “necessità” di stampare nuova moneta).
Ed in questo modo non fanno che peggiorare la situazione.
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La trappola mentale degli Economisti moderni: l’Ideologia
La trappola mentale in cui cadono gli esperti di economia moderna è appunto quella di ragionare a livello ideologico, ovvero ad un livello nel quale:
1) tutto va subordinato alle “Idee” (dell’Ideolo-gia).
2) nel mondo delle Idee(ologie) non si è in grado di vedere i problemi che si generano, poiché ciò che conta, a monte di tutto, è di essere nel “giusto” rispetto alla Dottrina.
<vedi il mio testo “The “imaginary” reality (and moral) of the ideologies“>
Il problema è che in questo modo si produce un atteggiamento paradossale: poiché chi è preso in questa trappola della dimensione mentale ideologica si rifiuta di prendere in considerazione i dati storici (la realtà effettiva), esso
finisce di concludere che il peggioramento della situazione
è avvenuto perché “non si è fatto abbastanza”
in direzione dei dettami dell’Ideologia,invece di provare a riflettere sul fatto – come farebbe qualsia vero uomo di Scienza – che il peggioramento della situazione possa essere avvenuto proprio perchè si sono voluti applicare tali dogmi ideologici al posto di criteri scientifici (Economia reale)
Come detto in altri miei testi, questa è la disgrazia della Società occidentale, ma in un certo senso è anche la sua fortuna, poiché in questo modo l’Ideologia dell’Economia reale crea un circolo vizioso di sviluppo di peggioramenti della situazione che la porta all’autodistruzione.
<see my article “Why the development of authoritarianism represents an opportunity it is not just a drama“>
1. L’esempio dell’errore nel tentativo di risolvere il problema della povertà
Un esempio significativo di come l’Economia moderna non sia in grado di vedere come essa stessa sia la causa dei problemi della nostra Società (ossia del fatto che essa non può risolvere tali problemi perché ne essa stessa la causa) è quello del caso del crescere in Europa e negli USA della povertà, la quale è appunto prodotta proprio dalle misure prese dall’economia politica.
Vediamo due aspetti della povertà moderna: l’inflazione e disoccupazione.
leggi tutto prima di correggere, collage ..
L’inflazione è sostanzialmente l’aumento dei prezzi “innaturale”, i quali in una società che funziona sono definiti meccanismi psicologici della popolazione. E, appunto, quando si cerca di aggirare tali meccanismi di funzionamento, non si fa altro che peggiorare le cose.
Si tratta della legge conosciuta in Economia come Legge della Domanda e dell’Offerta. Ed evitare l’intervento di tale legge è impossibile, poiché essa è legata ad una qualità intrinseca della coscienza umana: se si immette nuovo denaro sul mercato (ad esempio con sussidi per le classi meno abbienti) automaticamente si increamentano le vendite (la gente può spendere di più, e compera di più).
Questo incremento, per la legge della Domanda e dell’Offerta, porta l’Offerta (produttori e negozianti) ad alzare i prezzi. Ciò è fatto non per cattiveria, ma perché chi ha un business pensa costantemente a migliorarlo, e appena ha più denaro, lo investe – ad esempio può voler migliorare il negozio, per renderlo più appetibile, o assumere nuovo personale (in entrambi i casi è utile allo società, poiché esso rimette in giro il denaro, pagando muratori o assumendo nuovo personale).
L’unico modo per evitare l’intervento della legge di Domanda e Offerta è di instaurare una “dittatura” nella quale lo Stato definisce dei prezzi fissi. Ma questa modalità ha sempre portato a gravi disastri (vedi i casi di Socialismo reale, come Unione Sovietica, Cuba o il Venezuela).
L’aspetto paradossale di tutto ciò e che laddove lo Stato interviene stampando nuovo denaro per alleviare la povertà della popolazione, si crea maggior povertà (presto produttori e negozianti sono costretti a licenziare).
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Anche i sussidi per le aziende creano un grave problema, poiché in questo caso lo Stato decide di sostenere delle aziende in crisi (lo fa ”arbitrariamente” rispetto ai meccanismi naturali di sviluppo della Società).
Il caso più conosciuto è quello del settore dell’Automobile, un settore in crisi da decenni al favore del quale periodicamente vengono dati “incentivi” per l’acquisto di vetture.
Più nello specifico in questo caso si finanziano settori la cui crisi ha una sua ragion d’essere: tali aziende infatti non vendono più perché i loro prodotti sono obsoleti rispetto alle necessità del momento (ad esempio le auto con il motore a scoppio sono ormai insostenibili nell’acquisto e nella gestione).
In realtà la questione è molto più grave, poichè ad un certo punto non bastano più gli incentivi, e lo Stato, per favorire ulteriormente i produttori, costringe i proprietari di auto – anche solo vecchie di pochi anni – a comperarne una nuova.
In questo modo si impoverisce la popolazione, e si impedisce ad imprenditori con idee innovative di sviluppare prodotti realmente sostenibili.
1. Come l’Economia politica, intervenendo in modo astratto, crei effettivamente un mondo reale (ma artificiale)
Si è detto che l’Economia politica oggi opera su un livello astratto della realtà poiché essa non è in grado di prendere in considerazione una qualità effettiva dei problemi che essa vuole risolvere (qualità che deve anche essere presa in considerazione nella definizione dei soluzioni): il fattore umano.
In realtà l’Economia politica, pur operando ad un livello che non corrisponde a quello della Realtà effettiva è, oggi ha creato un mondo “reale”: ma si tratta comunque di un modo “artificiale”, una sovrastruttura rispetto al mondo reale – costruita artificiosamente con anni di applicazione delle regole dell’Economia governativa moderna.
In questi decenni di azione fondata sull’Economia politica i Governi,
invece di adattare la loro visione alla realtà effettiva,
hanno costretto le persone ad adattarsi alla loro visione:i Governi occidentali hanno costruito un nuovo Mondo ad immagine e somiglianza delle loro “teorie” economiche.
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Il risultato è, appunto, che il Mondo artificiale creato dalle istituzioni governative ha finito per corrispondere (almeno a livello superficiale, l’unico che può essere osservato dall’Economia politica) a quello reale.
Il problema è che ora gli Economisti governativi, considerando che la parte della realtà (tale realtà-sovrastruttura) che essi sono in grado di vedere corrisponde al loro Dogma, arrivano alla conclusione che i problemi siano causarti da una una non ancora sufficiente applicazione delle loro leggi economiche (essi non sono in grado di vedere, nella loro visione limitata della Realtà, come i problemi siano prodotti proprio dall’applicazione del loro Dogma – ossia a causa dalla incapacità di operare in modalità compatibili con l’essenza dei meccanismi naturali di sviluppo della società: il fattore umano).
Vedi in precedenza come si tratti del classico problema dell’Ideologia, che porta a pensare che per i risolvere i problemi creati dal metodo errato, sia necessario applicare tale metodo in modo ancora più deciso (capitolo “La trappola mentale degli Economisti moderni: l’Ideologia”).
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Questo è il problema della Società occidentale: essa, continuando a basarsi sulla visione “monetaria” dell’Economia politica (un livello superficiale rispetto alle cause del problema), crea un circolo vizioso nel quale i problemi si accumulano (fino a determinare l’implosione del sistema).
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Il problema di fondo prodotto dall’Economia politica è che essa, come è per tutte le Ideologie, “blinda” il suo potere nei confronti di chi tenta di sviluppare alternative ad essa.
<see my article “The question of the armor of Social Democracy: the immune system“>
Ovvero essa, come tutti i regimi Ideologici, ha appunto creato un mondo reale, ma artificiale, nel quale vengono escluse tutte le iniziative che possano in qualche modo correggere il trend negativo generato da essa da essa (poiché tali iniziative non corrispondono a modelli matematici su cui i Governati hanno una “fede cieca”, paradossalmente esse sono considerate essere “astratte”, prive di senso).
È così che la continua ricerca della soddisfazione dei parametri “economici” dell’Economia politica produce la crisi economica: in tale dimensione si arriva a perdere l’apporto di iniziative che creano quel reale valore per la Società che le azioni della Economia attuale non riescie più ad apportare (il valore dal quale dipende la qualità della vita delle persone)..
A proposito della creazione dello “Stato moderno” basato sull’Economia, parafrasando una famosa frase di un Politico italiano dell’800 (“Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani”), oggi si può dire che si è creato il “Mondo economico”, ma bisogna ancora creare l’“Homo economicus”.
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Per tali ragioni i governanti (gli Economisti politici) oggi continuano ad operare sui loro scenari teorici, non rendendosi conto che le loro teorie, non hanno mai risolto i problemi economici delle nazioni.
Si veda l’esempio dell’Europa, dove dagli anni del boom del secondo dopoguerra del ‘900 (“drogato” dall’immissione del denaro del piano Marshall arrivato dagli USA) vi è un continuo peggioramento della crisi economica.
Ma la Svezia, che è portata dal Socialismo democratico come esempio di successo dell’Economia politica, è forse l’esempio più significativo del fallimento di tali teorie: se si analizzano i grafici dell’andamento dell’economia svedese degli ultimi 100 anni si vede chiaramente come le fasi dello Stato sociale (spese basate sul modello social-demcoratico) abbiano sempre portato ad una maggior povertà, che è sempre stata corretta da governi che hanno applicato l’Economia tradizionale. <see my articles “ Ideological politics replaced real politics (the applications of Socialism have never worked) “>
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Se gli economisti “moderni” osservassero il funzionamento delle piccole Town USA – che si basano nell’amministrazione del territorio secondo l’”Economia reale”, nelle quali i Cittadini decidono quali sono le spese da sostenere, e dove le tasse sono collette pagate unicamente dai Cittadini che appoggiano la spesa – essi comprenderebbero come sia necessario ritornare alla dimensione dell’Economia tradizionale [a questo argomento è dedicato l’articolo “ Il problema del Sistema delle Tasse: la necessità di riformare le modalità della Spesa pubblica ” ].
Si deve comprendere, che non è sensato affermare che non si possano applicare i criteri dell’Economia locale (come quelli utilizzati nelle piccole Città di provincia degli USA) a livello di Economia nazionale (Statale o Federale, come USA e UE). I fatto è che, come si illustra in altri documenti, in una reale Democrazia il ruolo più importante è quello dell’Economia locale. Ovvero:
1) i problemi economici da risolvere sono prettamente laddove vivono i Cittadini.
<vedi il capitolo precedente “L’economia reale si sviluppa a livello “micro””>
2) i problemi “sovra-locali” sono una invenzione dei Governanti della attuale Social-demcorazia <vedi testo “ I bisogni ”a livello nazionale” come interesse dei gruppi di potere: i bisogni nazionali sono una “invenzione” dei Governi centrali (tali questioni sono minori) “>
1. Oltre l’economia politica
In tale articolo si illustra come l’inefficacia delle azioni dell’Economia politica sia un problema endemico dell’attuale Sistema delle Tasse, ovvero come esso sia irriformabile poiché intrinsecamente incompatibile con il Sistema-democrazia.
E come quindi come sia necessario ripartire con un sistema radicalmente differente, questa volta basato sui principi fondanti della Democrazia.
<vedi il mio articolo “Il problema del sistema delle tasse utilizzato attualmente in occidente”>
A 4-1
DOVE È IL PROBLEMA?
■ IL PROBLEMA DELLA DEMOCRAZIA MODERNA: I CITTADINI NON HANNO UNA CHIARA CONSAPEVOLEZZA DI COSA ESSA A SIA (E QUINDI DI QUALE SIA I LORO RUOLO)
Perché il pallino quandrano all’inizio ????
( intro intro)
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Non si può risolvere un problema se non vi è consapevolezza di cosa sia il problema (nelle su e cause più profonde). <vedi in articolo precedente Einstein e la questione delle cause prime>
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Dagli articoli precedenti emerge che uno dei fattori principali della attuale crisi della Società occidentale è l’impoverimento (“cancel”) della Cutura tradizionale. Vediamo quindi, dal punto di vista dell’organizzazione della Soicetà (del government), quali possano essere le cause di tale crisi.
Il punto di partenza: chiarire che cosa è la Democrazia
Tutto il dibattito sulla soluzione della attuale crisi è incentrato (tanto da parte dei Leader istituzionali, quanto da parte di Oppositori e Dissidenti) sulla necessità di far funzionare in modo corretto la Democrazia.
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Il problema è che quando di parla di Democrazia oggi si fa molta confusione
In altre parole il problema della Società occidentale è che
oggi si sviluppano azioni di government
SENZA CHE VI SIA LA CONSAPEVOLEZZA CHE
ATTUALMENTE LE DEMOCRAZIE EUROPEE,
nella sostanza,
non sono affatto Democrazie.
Il problema di fondo generale è che se, in un sistema razionale come quello della Democrazia, e non ci si attiene ai suoi Principi fondamentali (Principi di funzionamento), in esso, si ottengono risultati non previsti. E con il tempo emerge il caos (vedi il successivo capitolo “sull’importanza dei principi della democrazia”).
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Il problema è quindi, a monte di tutto, che
oggi si cerca di rivolvere i problemi della nostra Società
senza prima riflettere su quali possano essere, in generale,
le cause di tali problemi
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Nello specifico gran parte della gente sembra non aver compreso cosa sia effettivamente la Democrazia. Cosa che invece hanno compreso coloro i quali vivono quotidianamente i meccanismi della reale Democrazia – quella concepita in o rigine, nelle antica Atene, e poi nel primo caso di Democrazia moderna, nel ‘700 negli USA, dove essa sopravvive oggi nelle piccole città di provincia).
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Per cominciare a stabilire cosa è la Democrazia ci si può servire della definizione della più fonte autorevole (per la Cultura occidentale “ufficiale”) , l’Enciclopedia britannica:
“Direct democracy, also called pure Democracy, forms of direct participation of citizens in democratic decision making,”
Ovvero abbiamo una delle definizioni “più ufficiali” di Democrazia (pura Democrazia) nella quale essa viene definita come Democrazia diretta: vediamo il perché di questa definizione.
In altre parole non può esistere una Democrazia se essa non si si basa su una effettiva partecipazione dei Cittadini ai processi decisionali
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Una considerazione preliminare di importanza fondamentale: la Democrazia nasce come sistema di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini
Per comprendere cosa è in realtà la “pura democrazia” è necessario comprendere a monte di tutto che la Democrazia è un sistema di soddisfazione dei bisogni sociali basata sull’espressione della Volontà dei Cittadini. (vedi uno dei capitoli successivi “La questione dei bisogni”).
Ovvero
la Società in un regime democratico
funziona solo quando i Cittadini
sono in grado
di individuare i bisogni da soddisfare
(e di operare per partecipare in qualche modo
alla loro soddisfazione).
Il punto fondamentale in tale aspetto è che solo quando chi detiene i bisogni da soddisfare partecipa attivamente alla definizione Soluzioni di soddisfazione di tali bisogni, la Società funziona in modo corretto (si sviluppa una buona qualità della vita) [vedi un capitolo successivo: “la questione dei bisogni: la necessità della partecipazione dei cittadini alla definizione di soluzioni”].
Vedi altri articoli:
– “How is it possible to bring the essence of Democracy back to a local dimension?“
– “I Cittadini sono le uniche persone che possono (co)progettare soluzioni efficaci“
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Il fatto che la Società sia in grado di soddisfare i suoi bisogni solo quanto gli abitanti della comunità partecipano direttamente alla creazione di soluzioni risulta evidente da una analisi della Storia: ciò è avvenuto nei Villaggi sin dall’antichità (in essi si è sempre riusciti a mantenere una condizione della qualità della vita “ottimale”, anche nel caso di situazioni oggettive negative, come quando i Villaggi dovevano sottostare a regimi fortemente “dittatoriali” come era nel Medioevo o nell’Impero romano ).
In tali casi i Cittadini dei villaggi erano liberi di organizzarsi la vita come volevano: essi si trovavano in assemblee (esattamente come nella antica Democrazia di Atene), sottoponevano “progetti” e li votavano”. Proprio come accade oggi nelle piccole Town USA (ed, in parte, in Svizzera).
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Si deve ricordare anche nelle tirannie antiche, come nel caso dell’Impero romano, i tiranni non interferivano negli usi e costumi locali (nel government locale), poiché essi sapevano bene che interferendo avrebbero impoverito il territorio dominato e non avrebbero più potuto ricavare da essi ricchezze.
I tiranni precedenti alla Rivoluzione francese (compreso le monarchie del Medioevo) pretendevano infatti il pagamento di tasse dai Villaggi, ma lasciavano alle istituzioni tradizionali preesistenti la libertà di amministrarsi, e di gestire in proprio la giustizia. E non imponevano dogmi ideologici, come avviene invece nella Social-democrazia.
<vedi il mio testo “Il nuovo indirizzo totalitario dei regimi autoritari (il prevalere dell’ideologia sulla ragione”)>
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Il problema della Democrazia (come di tutti i sistemi di organizzazione sociale dell’uomo) è che se per qualche ragione di essa viene alterato il funzionamento – come accade quando alcune persone pretendono di individuare per conto dei Cittadini quali sono bisogni che devono essere soddisfatti – il Sistema governativo non è più in grado di svolgere il suo compito di soddisfazione dei bisogni sociali (questo è il problema del nostro Sistema parlamentare).
L’aspetto peggiore di questa disfunzione è che con la “delega” dei poteri decisionali ai governanti da parte dei Cittadini, si crea un circolo vizioso ch e porta ad un graduale ma continuo peggioramento della situazione : infatti, come illustrato in un capitolo successivo, nelle società dell’Uomo laddove qualcuno assuma un potere nei confronti di altre persone, si genera un circolo vizioso nel quale esso utilizza tale potere (inizialmente anche minimo) per emettere regole (Leggi) che gli permettano di acquisire maggior potere [si veda un approfondimento nel successivo capitolo “la questione dei bisogni].
L’importanza dei Principi della Democrazia
ç_principi di funzionamento
Possiamo dire in generale, che in una Democrazia, come in qualsiasi sistema razionale di organizzazione delle attività creato dall’uomo,
È NECESSARIO APPLICARE IN MODO RIGOROSO
I SUOI PRINCIPI FONDANTI,
altrimenti il Sistema degenera
I Principi della Democrazia sono infatti la “conditio sine qua non” per il corretto funzionamento della Democrazia: in assenza dell’applicazione di tali principi si crea caos, violenza, povertà, ecc …
Il seguire rigorosamente i Principi non è unicamente una “questione di principio” in senso etico, ma è una questione “pratica”: nei sistemi razionali concepiti dall’Uomo vi è una logica di funzionamento che dipende appunto dall’applicazione dei “Principi di funzionamento”.
Ovvero se non ci si attiene ai suoi Principi fondamentali (Principi di funzionamento), in tale sistema si ottengono risultati non previsti. E con il tempo emerge il caos , ed alla fine il sistema implode.
Un esempio significativo è quello di una squadra sportiva che adotti il Principio del “gioco a zona” (una impostazione che prevede un gioco collettivo nel quale è necessario che gli 11 giocatori seguano schemi precisi affinché si possa sviluppare un gioco effettivamente funzionate). Se in tale squadra alcuni giocatori decidono di adottare un gioco tradizionale (nel quale non vengono più applicati g li schemi razionali che sono alla base del funzionamento della squadra) subentra il caos: la “azioni” della squadra non ottengono i risultati voluti (fare goal).
<vedi articolo “ The operational principles of Democracy ”>
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Il fatto è che non si può cambiare in superficie se non si cambia in toto il modello che è alla base.
Lo stesso accade in un caso più simile a quello del government democratico: se in un condominio, dove “per legge” ogni proprietario ha diritto di esprimere la sua volontà, vi è un condomino che comincia a prendere decisioni che riguardano l’intero condominio, il sistema comincia a non fornire più una effettiva soddisfazione dei bisogni dei condomini: per molti condomini (potrebbero essere anche la maggioranza) vi sarà un abbassamento della qualità della vita (ad esempio una sistemazione del giardino che rende impossibile alcune funzioni utilizzate tradizionalmente nel contesto condominiale, come la facilità di bagnare il terreno, porterà all’appassimento di parte della vegetazione).
Vedi il mio testo sull’argomento: “examples of conflict between operating principle”s in “Why a Hybrid Innovation system cannot work“
La mancanza del rispetto dei Principi fondanti della Democrazia come causa della degenerazione del sistema sociale
Quindi nella Democrazia o si seguono i suoi Principio fondamentali, o si ottengono risultati disastrosi che con il tempo portano ad una grave degenerazione del sistema.
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In Democrazia
il Principio di base è
la realizzazione della volontà dei Cittadini
ovvero
in Democrazia
il Potere decisionale
non può che essere nelle mani dei Cittadini.
Ricordiamo quanto appena detto: il perché della Democrazia: essa nasce per soddisfare in modo ottimale i bisogni dei Cittadini.
E che questo fine può essere realizzato unicamente se i chi detiene tali bisogni partecipa direttamente al processo di definizione delle soluzioni di soddisfazione di tali bisogni.
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Quindi ciò che avviene oggi nella Democrazia europea – ossia il fatto che dei Leaders si attribuiscano un Potere decisionale che è comunque in gran parte autonomo rispetto alla volontà dei Cittadini – porta, appunto, ad una situazione di conflitto con i Principi operativi della Democrazia. Il che significa ad una degenerazione dell’intero Sistema-democratico.
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La degenerazione della Democrazia avviene in questo caso perchè :
● i Leader usano il loro potere indipendente – da quello dei Cittadini – per accrescere costantemente il loro livello di Potere: avendo inizialmente anche solo una piccola parte di Potere decisionale essi creano leggi che permettono loro ulteriore potere.
<see my text “Having even a small amount of power in a system allows you to increase that power“>
● la Democrazia entra in quella dimensione di demagogia che ha posto fine alla Democrazia ateniese : i Leader utilizzano i canali di informazione (monopolizzandoli, ed istituendo forme di censura) per far credere al Popolo che è assolutamente necessario che essi utilizzino un potere assoluto” (che impongano misure totalitarie alla Nazione).
Il problema dell’ideologia: una Idea morale posta sopra i principi della Democrazia
Una delle caratteristiche peculiari dei sistemi sociali moderni è il loro basarsi sull’Ideologia sociale, nella quale si pone la “morale” prima dei principi di funzionamento: tali sistemi sono quindi bastati su forme di moralismo, bigottismo.
Il fatto è che una Ideolo-gia definisce un mondo astratto dove tutto è possibile (“a parole”).
<see my text “The “imaginary” reality (and moral) of the ideologies“>
Le implicazioni del Principio fondamentale di partecipazione dei Cittadini al processo decisionale
Come si è detto, secondo l’Enciclopedia britannica la Democrazia è una “forma di partecipazione diretta dei Cittadini nel decisioni making”.
In altri termini, essendo stabilito dalle Costituzioni che i Cittadini sono i Sovrani (ossia che il Principio di base è la realizzazione della loro Volontà )
in Democrazia il potere decisionale
deve essere direttamente partecipato dai Cittadini.
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Qui entra in ballo la questione della Sovranità dei Cittadini (ossia del Principio fondamentale espresso dalle Costituzioni secondo il quale essi sono “sopra tutti” quando si tratta di prendere delle decisioni).
Tale principio sancisce appunto la necessità imprescindibile della partecipazione dei Cittadini a qualsiasi processo decisionale.
Il problema pratico che si è riscontato in questi due secoli di vita della Democrazia è che, nel caso di mancanza di partecipazione effettiva, i Leader finiscono per allontanarsi sempre di più dalla possibilità di individuare i bisogni da soddisfare (essi sono “politici di professione” che vivono in un mondo distaccato da quello della vita quotidiana della popolazione). Ed i Cittadini perdono la possibilità di interagire con i Leader modificando le decisioni prese dall’alto da essi.
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La necessità di adottare una modalità di partecipazione dei Cittadini – trattandosi del principio di base che deve essere applicato in ogni aspetto di un Sistema democratico – porta alla conclusione che anche nel processo di cambiamento Democrazia rappresentativa deve essere guidato da tale principio fondamentale.
Ovvero
il processo stesso di cambiamento
deve essere basato
sulla partecipazione dei Cittadini
Come vedremo nei prossimi capitoli, la prima cosa da fare se si vogliono migliorare le cose, riportando la Democrazia europea ad una dimensione di maggior democraticità, è quindi
il recuperare le modalità operative delle partecipazione dei cittadini al processo decisionale.
Ovvero, per poter cambiare le cose andando verso un recupero della democraticità dell’attuale sistema governativo
i Cittadini devono essere i protagonisti di tale cambiamento.
A 4.2 UN POSSIIBLE PERCORSO VERSO IL CAMBIAMENTO
■ LA NECESSITÀ DI RIPRISTINARE DALLE FONDAMENTA LA (REALE) DEMOCRAZIA COME PRIMO STEP DEL PROCESSO DI CAMBIAMENTO
Riassumendo, se si vuole comprendere come sia possibile risolvere l’attuale profonda crisi della Società occidentale (povertà, violenza, degenerazione dell’Ambiente, ecc …) è necessario considerare che uno dei fattori di fondo che impediscono di uscire da tale crisi è
la mancata consapevolezza
delle caratteristiche del regime della Democrazia .
O ssia oggi i Cittadini per lo più non sanno cosa sia una reale Democrazia, e in cosa l’attuale forma di government differisca dal modello della Democrazia (come si fa a risolvere un problema se non si sa bene di cosa si tratta?).
Questa mancanza di consapevolezza da parte dei Cittadini fondamentalmente impedisce ad essi di interpretare un ruolo sociale funzionale ad un corretto svolgimento della “gestione” della Società : il problema di fondo oggi è cioè che
nella loro attuale condizione i Cittadini
sono incapaci di offrire
un contributo costruttivo alla gestione della Società
Il problema che questa condizione genera è che i Cittadini cedono quindi il proprio ruolo (la loro Sovranità, che è il principio di funzionamento della Democrazia) a persone che – per quanto siano oneste e preparata – a causa delle caratteristiche della Democrazia, non sono in grado di di risolvere i ” problemi sociali”.
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In estrema sintesi, la crisi della Democrazia è dovuta appunto alla situazione di mancanza di consapevolezza di quali siano i principi di funzionamento della Democrazia. Ovvero
● di quale sia il ruolo in un Cittadino in un sistema democratica (i Cittadini non sono consapevoli di quali siano i loro diritti/doveri – la loro libertà e il potere decisionale di cui essi dispongono). È proprio l’assenza di questa qualità fondamentale della Democrazia – la consapevolezza dei Cittadini – che ha portato ad una degenerazione del Government.
● di come la Società dell’Uomo funzioni soltanto quanto le persone che la compongono si assumono la responsabilità della qualità della loro vita sociale.
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Il problema è aggravato dal fatto che la stessa mancanza di consapevolezza affligge anche i Governanti e gli “Oppositori” (chi opera nel settore dell’Informazione, dell’Educazione e della Politica: tali attori non sono in grado di esercitare azioni di effettivo miglioramento della Società proprio perché essi non hanno compreso come sia determinante l’apporto attivo di Cittadini consapevoli al Government democratico.
Questa condizione di mancanza di consapevolezza da parte degli Oppositori/Dissidenti li porta appunto – da decenni – ad essere fallimentari nei loro sforzi di cambiare le cose (essi devono rendersi conto di presentare la stessa ricetta degli Oppositori/Dissidenti delle generazioni precedenti).
<vedi il mio testo “I fattori della crisi delle “Opposizioni” al sistema di government (e dei media “dissidenti”)“>
La questione è quindi che
è assolutamente necessario
fare un passo indietro
prima di riprendere le strategie di opposizione .
.
Se si vogliono veramente migliorare le cose,
è quindi necessario cominciare a recuperare
● la consapevolezza di cosa sia veramente la Democrazia
(quali sono i suoi fini, ed i suoi principi di funzionamento), e
● quali sono i processi da seguire (in Democrazia)
per raggiungere un buon livello di qualità della vita.
.
In altre parole, se si v olgiono veramente migliorare le condizioni di vista delle Nazioni occidentali,
è necessario fare in modo che
i Cittadini comincino
ad assumersi la responsabilità della loro vita sociale,
del ossia del loro ruolo
all’interno dei meccanismi di government della Democrazia.
Ciò significa per gli individui devono recuperare la consapevolezza delle capacità che essi avevano nei Villaggi erano in grado di “basare a se stessi”.
.
Come vediamo in seguito, per la stessa natura della Democrazia, essa non può essere ricostruita se non attraverso una partecipazione attiva da parte dei Cittadini.
Ovvero,
se si vogliono veramente migliorare le cose,
i Cittadini devono essere protagonisti del cambiamento
(quindi il primo passo non può essere che un recupero delle modalità di partecipazione alle decisioni da parte dei Cittadini).
Vedi articoli:
– “La nuova forma di Politica dal basso: la Democrazia può solo essere costruita bottom-up“
La necessità di valutare quanto fino ad ora abbia funzionato l’attuale modello di Democrazia
Il problema, in generale, è che oggi non si tiene più conto di come ogni tanto sia necessario “fare il punto” di quanto sta avvenendo (“tirare le somme” di quanto si è fatto, per vedere quanto si è ottenuto rispetto ai propositi iniziali).
In questo modo si finisce per lasciare che per decenni le cose continuino a non funzionare (che anzi peggiorino sempre di più – come sta accadendo nelle Democrazia occidentali), lamentandosi dei problemi, senza rendersi conto che in realtà si è in qualche modo co-responsabili dello sviluppo di tali problemi .
Ovvero è necessario dare retta ad Einstein che diceva “Se ripetuti tentativi di cambiare un sistema falliscono, significa che vi sono degli errori nei principi [della propria azione]”.
–
Potremmo anche dire che il punto è che
senza un piena consapevolezza
del fatto che il metodo che stiamo applicando non funziona,
non si può migliorare la situazione.
Ovvero continuando a seguire l’approccio attuale, per quanto ci si sforzi di migliorare le cose, si è inevitabilmente destinati a fallire.
.
La conclusione è che, come diceva Einstein, è necessario fare un passo indietro, cercare di comprendere quali sono le radici del problema, prima di continuare a cercare di cambiare le cose.
<see my article “Wake up call: do become aware of the reason for the continuous failures, and do start again in the correct way!“>
I problemi generati dalla attuale forma di Democrazia
Nello specifico del problema, se analizziamo i risultati ottenuti fino ad ora dalla attuale forma di Democrazia (dal punto di vista del suo Fine: il benessere della popolazione), vediamo come essi siano molto deludenti.
Al di là delle “comodità” offerte dal progresso tecnologico (dal super-consumismo), dal dopoguerra della Seconda guerra mondiale (caratterizzati d al “boom” economico, grazie agli apporti di denaro da parte degli Stati Uniti – vedi Piano Marshall) vi è stato un progressivo peggioramento della qualità della vita: aumento della povertà (allora una famiglia con un a sola persona che lavora aveva una disponibilità economica superiore a quella attuale, nella quale sono due persone che lavorano), aumento della violenza, peggioramento del livello di insegnamento nelle Scuole (e quindi della “consapevolezza civica” dei Cittadini adulti), perdita dei diritti fondamentali dichiarati come fondamentali da lla Costituzione, come la. libertà di espressione e l’habeas corpus (diritto a non vedere limitate le proprie libertà d’azione), ecc …
.
Dal punto di vista operativo il problema è che
la Democrazia europea ha perduto la sua qualità fondamentale:
LA CONDIZIONE DI SOVRANITÀ DEL CITTADINO.
Ossia la possibilità di partecipazione dei Cittadini al decision making.
Questa situazione si è creata a causa di una continua soppressione degli strumenti istituzionali di partecipazione come voto e referendum, e delle istituzioni governative locali (ad esempio i quartieri), libertà di stampa.
Si veda, più nello specifico
● la eliminazione del diritto al un referendum per quelle questioni la cui costituzionalità è certamente discutibile: come nel caso dell’adesione alla UE, o delle restrizioni legate al Covid (lockdown, green pass, vaccinazione obbligatoria).
● eliminazione dello strumento del Voto (in Italia da 10 anni, con vari espedienti, non vi è più un governo che rispetti la maggioranza dei voti espressi nelle elezioni, e le legittime elezioni vengono continuamente rimandate).
● eliminazione delle Istituzioni governative locali (come i Quartieri e le Province) per passare d istituzioni “locali” di livello superiore, gestite direttamente dai Partiti.
● Eliminazione di fatto della libertà di stampa: si veda la censura “di Stato” (con anche sanzioni come l’espulsione dall’Ordine per i Medici); ed iniziative come, per i Media in difficoltà economica, sovvenzioni subordinate all’obbligo di adesione alle “veline” ministeriali.
● Lo stesso approccio è utilizzato per la Scuola (strumento determinante per la formazione culturale dei futuri adulti): i genitori hanno sempre meno voce in capitolo nella definizione dei programmi scolastici (le Scuole private, comprese quelle di homeschooling, sono costrette, anno per anno, a seguire pedissequamente i programmi statali); gli insegnanti non possono più scegliere i libri di testo, ecc ..
.
Tutte queste qualità della Democrazia sono tutt’altro che marginali: esse sono gli elementi vitali per il funzionamento della Democrazia; senza di esse il Sistema democratico, per i motivi citati nei capitoli precedenti, entra nel caos.
.
In sintesi possiamo osservare come in Italia la Democrazia soffra dei seguenti problemi:
1) è diminuita la qualità della vita (ed è in continuo peggioramento). Inoltre sono soppresse le libertà personali: libertà di espressione, libertà di movimento (lockdown, greenpass) e libertà di scelta (vaccinazioni “obbligatorie”).
.
Dal punto di vista delle strutture di government, inoltre
2) si sono abbandonati molti di quei Principi fondanti (che in teoria sono garantiti dalla Costituzione), cosa che è illustrata più in dettaglio nei capitoli successivi.
La necessità di valutare se quella attuale sia una reale Democrazia
In generale, considerando che la Democrazia è (a) è un sistema che deve garantire i diritti fondamentali del Cittadini (per questa ragione esistono le Costituzioni), e che (b) essa funziona sostanzialmente come sistema per sviluppare una buona qualità della vita dei Cittadini (vedi in seguito la questione della Democrazia come sistema di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini), possiamo affermare che
(1)
QUELLA CHE OGGI VIENE CONSIDERATA ESSERE UNA DEMOCRAZIA
IN REALTÀ NON LO È AFFATTO
.
Ed inoltre, se analizziamo le attività di chi cerca di migliorare la situazione (Politici di opposizione, movimenti di protesta, Media ed Autori dissidenti ) possiamo osservare come essi siano fuori strada: in vari decenni gli “Oppositori” non sono non hanno ottenuto alcun miglioramento, ma hanno in qualche modo permesso alle Istituzioni di peggiorare gradualmente la situazione, fino ad arrivare al punto attuale in cui
(2)
anche l’“opposi zione”
(a livello politico e mediatico)
non funziona affatto più
.
Vediamo quindi nel prossimo capitolo quali debbano essere le caratteristiche di una forma di government che funzioni effettivamente come una Democrazia.
La Democrazia dal punto di vista operativo: come funziona la Democrazia
Una delle regole del pensiero razionale è: se si vogliono migliorare le cose è necessario conoscere i termini del problema che si affronta .
.
Ovvero
per gli “Oppositori” oggi
è necessario avere bene in mente
che cosa è la Democrazia.
quali sono le sue caratteristiche fondamentali che le possono permettere di funzionare (di creare cioè benessere per la popolazione).
È anche necessario essere consapevoli in cosa l’attuale Democrazia differisce dal modello originario.
Cosa è quindi, dal punto di vista operavo, la Democrazia?
La questione fondamentale della Sovranità
(del Potere decisionale)
ç_sovranità
Su una delle questioni fondamentali della Democrazia, quella della Sovranità vi è molta confusione.
Il fatto è che nel tempo si è perduto il significato originario del termine, e ciò ha prodotto importanti equivoci nell’applicazione dei Principi della Democrazia (gli equivoci che sono la causa degli attuali problemi della Democrazia occidentale.)
Per tale ragione una delle prime cose cose da fare è recuperare la consapevolezza del significato del concetto di Sovranità.
.
Rivediamo quindi la definizione ufficiale di Sovranità (secondo le Costituzioni dei vari paesi), che è
la Democrazia è quella forma di government
nella quale il Sovrano è il Popolo
(il Popolo è “sopra tutti”, come lo era un tempo il Re,
e quindi nessuno può dire ad esso cosa deve fare).
Ciò significa che i Cittadini di una Democrazia, essendo “sopra tutti”, sono al top della catena di comando (dei processi decisionali).
Da ciò deriva, ad esempio, che in una Democrazia rappresentativa, un Governo non è altro che una “agente” che sviluppa soluzioni in base alle decisioni prese dai Cittadini. <vedi il mio testo “ The Citizen as Sovereign (the Government has no real Power) “> <vedi anche “The question of (false) representation in modern Democracy“>
.
In altre parole
IN UNA DEMOCRAZIA
I CITTADINI SONO COLORO I QUALI PRENDONO LE DECISIONI
(eventualmente servendosi degli esperti, dei consulenti di cui si servono oggi i Politici).
S i può anche dire che
se i Cittadini non sono messi
nella condizione di prendere direttamente le decisioni
allora semplicemente non si tratta di una Democrazia.
In una reale Democrazia chiunque altro si occupi di prendere decisioni (indipendenti dalla Volontà dei Cittadini) esso assume in sè la Sovranità, ed ovviamente annulla la Sovranità dei Cittadini (che devono essere “sopra tutti”).
Ovvero in tal modo si crea una situazione che non rientra nel modello della Democrazia (ciò è quanto accade ora: oggi, di fatto, si è creata una situazione nella quale le decisioni prese dal Governo-sovrano sono in conflitto con la volontà dei Cittadini – non ci si faccia ingannare dalla questione del Partito di maggioranza, che nella realtà è eletto da una piccola minoranza di Cittadini, dando così luogo ad una dittatura di una minoranza).
■ LA QUESTIONE DEI BISOGNI: LA NECESSITÀ DELLA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA DEFINIZIONE DI SOLUZIONI
ç_soddisfazione dei bisogni
Il “perchè“ della Democrazia: gli “interessi” in gioco (la soddisfazione dei bisogni dei Cittadini)
Quello individuato in precedenza non è solo un problema astratto “di principi”, ma un problema funzionale: se in un sistema razionale come quello della Democrazia non ci si attiene ai suoi Principi fondamentali (Principi di funzionamento), si ottengono dei problemi di funzionamento che portano la Società al caos, all’implosione.
Per comprendere il significato di tale questione è necessario comprendere “il perchè” della Democrazia: come si è detto
la Democrazia non è altro che
un sistema di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini .
(vedi capitolo successivo, “La questione dei bisogni”)
.
Altri scopi specifici possono esistere in Democrazia, ma devono essere sempre e comunque direttamente correlati alla soddisfazione di qualche bisogno dei Cittadini (ad esempio un politico o un funzionario possono utilizzare gratuitamente un’auto pubblica o mezzi di trasporto solo se questi benefit sono effettivamente correlati ad una azione di soddisfazione di bisogni di Cittadini).
In altre parole in Democrazia l’unico “interesse” in gioco è quello dei Cittadini. Il perseguire qualsiasi altro interesse (come avviene oggi) rappresenta un “conflitto di interessi” che in Democrazia non può esistere.
Vedi i miei testi
– “The “Game of Modern Politics”: Citizens become an instrument (the specific interests of Politicians)“
– “Democracy born as a system of satisfaction of Citizens ‘needs“
.
La necessità di verificare che si seguano sempre i Principi del Sistema-democrazia è essenziale:
in una Democrazia,
quando si perdono di vista i Principi fondanti,
si crea un conflitto di interessi
che porta ad una escalation dei problemi della società
(della diminuzione della qualità della vita nella società).
.
Si noti come i Principi fondanti della Democrazia moderna siano derivati dai principi adottati in precedenza (per millenni) nelle forme di government “naturale” (nelle forme di Democrazia non formalizzate).
Nel caso, appunto, della prima Democrazia moderna (USA) i Cittadini hanno deciso di mantenere intatti i fattori tradizionali della Società umana, ossia le modalità utilizzate da essi nella fase precedente all’istituzione della “ Democrazia formale” (fino ad allora le Città delle Colonie si erano auto-governate secondo tali principi).
Tale modalità di government si fondava sulle seguenti caratteristiche:
– la libertà (potere) dei Cittadini di prendere decisioni a livello locale che non possano essere contrastate da altre forme di potere.
– la proprietà privata (con tale termine si intende anche i guadagni incamerati con il proprio lavoro, i quali non potevano appunto essere toccati senza il permesso del Cittadino – la rivoluzione americana nasce proprio su tale questione). <vedi il mio articolo “Il problema del sistema delle tasse utilizzato attualmente in occidente”>
I bisogni sociali possono essere realmente soddisfatti solo quando i Cittadini partecipano alla definizione delle soluzioni (quando i Cittadini sono effettivamente sovrani)
Quindi il principio che in una Democrazia va tassativamente seguito – se si vuole che il Sistema non entri in crisi – può essere sintetizzato nel concetto: in una Democrazia – essendo sovrani (Sovrani e cioè “sopra tutti”)
i Cittadini hanno
IL DIRITTO ESCLUSIVO
di decidere cosa è meglio per loro.
Questo, appunto, non è altro che uno dei modi di descrivere la Sovranità del Cittadini indicata nelle Costituzioni.
.
Ovvero, appunto, come si è detto
la Democrazia funziona
solo quando i Cittadini
si interessano in qualche modo direttamente
delle azioni di government.
(si parla infatti della Democracy “by the people”).
.
Alla base della definizione del Sistema di governo democratico vi è l’osservazione ( da parte degli antichi Greci) riguardo alla natura dell’Essere umano ( e quindi della Società): le comunità sociali dell’uomo (i Villaggi) hanno sempre funzionato in modo ottimale quando le persone sono state in grado di gestire (in prima persona) le questioni relative alla loro comunità (si parla deii rapporti tra le persone, della soluzione di problemi come produzione del cibo o il dover affrontare emergenze come danni al territorio da parte del clima, o carestie , ecc …).
<see my document “Democracy was born as a system for satisfaction of Citizens ‘needs“>
La questione del potere che corrompe [exursus]
Questa assoluta necessità di mantenere una condizione di Sovranità dei Cittadini, ovvero di non lasciare che qualcuno assuma il potere decisionale al posto dei Cittadini, deriva da una considerazione sviluppata da molti autori già dall’antichità, i quali hanno osservato come il fatto di possedere un potere su altre persone corrompa l’Essere umano.
(uno dei più importanti tra questi autori è stato Lord Acton, uno storico inglese del 19 secolo – che è stato anche consulente dei governanti del tempo).
La Sovranità dei Cittadini è posta cioè dalle Costituzioni come elemento fondamentale della Democrazia per il fatto che essa (sovranità significa avere il potere su qualsiasi altra persona o istituzione) non si ricada nell’errore da parte di qualche istituzione di prendere decisioni per conto dei Cittadini.
Si tenga conto che la giustificazione dell’Ideologia social-democratica secondo la quale abbiano volontariamente delegato il loro Potere (sovranità) alla Classe politica non ha senso nel momento in cui le Istituzioni non accettano più di riconsegnare ai Cittadini tale sovranità (ovvero, di fatto, la Sovranità è stata sottratta al Cittadino da parte delle Istituzioni governative).
Perchè la Democrazia funziona solo quando i Cittadini si interessano direttamente della soddisfazione dei loro bisogni
In termini più “tecnici”, come si è detto in precedenza, la necessità di partecipazione dei Cittadini al processo decisionale è dovuta al fatto che la Democrazia è concepita come sistema di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini (se il sistema-democrazia non funziona, si abbassa notevolmente la qualità della vita dei Cittadini).
Per tale ragione
la Democrazia funziona solo quando
i detentori dei bisogni (i Cittadini)
sono in grado di organizzare,
e di mantenere in modo efficiente
le soluzioni di soddisfazione dei loro bisogni
<vedi il mio testo “The basic rules of Democracy: Democracy works only when citizens are directly concerned with government actions ”>
In realtà qualsiasi azione governativa o amministrativa in Democrazia deve essere finalizzata alla soddisfazione di un bisogno specifico dei Cittadini (ovvero ogni spesa – come un viaggio o un’auto pubblica – per un Parlamentare o funzionario pubblico deve essere finalizzata ad un progetto di soluzione di un problema dei Cittadini).
.
La questione dei bisogni dell’Uomo è piuttosto complessa: il fatto che le cose funzionino al meglio quando i detentori dei bisogni (i Cittadini) partecipano attivamente al processo di progettazione delle soluzioni dei problemi deriva dal fatto che :
– non esistono soluzioni “universali” che possano essere somministrate dall’alto, da qualcuno che pretende di occuparsi dei bisogni delle persone (una Nazione comprende un territorio nel quale sono incluse situazioni molto differenti: culturali, morfologiche, ecc ..).
<see my text “The general scope and the specific scope of problem solving in Democracy (problems can only be solved locally)“>
– non esistono Soluzioni che possano essere considerate definitive, poiché tutte le soluzioni di soddisfazione dei bisogni dell’essere umano sono in evoluzione (devono essere continuamente monitorate, e messe a punto).
.
In altre parole, perchè la Democrazia possa effettivamente funzionare:
● qualsiasi soluzione di soddisfazione dei bisogni deve essere declinata in base alle esigenze specifiche dell’area geografica in cui essa viene applicata.
Per questa ragione sono solo i Cittadini che detengono il bisogno specifico che possono individuare le caratteristiche dei bisogni da soddisfare.
Vedi come anche il Mercato abbia individuato tale questione <see The problems of the current Market strategies: toward a crowd participated Marketing>
.
● qualsiasi soluzione di soddisfazione dei bisogni è una soluzione in progress; le soluzioni dei bisogni sociali i devono essere continuamente aggiornate per almeno due motivi:
– tali soluzioni hanno bisogno di una messa a punto “sul campo” : come è per i software, esse presentano sempre dei problemi, e di esse devono quindi essere creati degli upgrade (in questo aspetto è determinante la partecipazione dei Cittadini, che continuano a monitorare il funzionamento della soluzione per individuarne i difetti).
– il contesto nel quale esse intervengono è piuttosto complesso e, ad esempio, ogni soluzione sviluppa ulteriori bisogni (nuove aspettative da parte delle persone) .
.
ç_progresso, ç_innovazione dal basso
É interessante notare che si sta descrivendo le basi del Progresso dell’Uomo .
Infatti tutti i miglioramenti della Civiltà umana sono sempre venuti dalle idee di chi aveva un problema da risolvere, ossia da una pulsione a migliorare la sua vita.
In altre parole il Progresso è sempre avvenuto “dal basso”, ossia laddove esisteva un bisogno da soddisfare (ciò vale per tutte quelle soluzioni precedenti alla modernità, dal Mulino alla barca a vela).
Negli ultimi due secoli le tecnologie rendono le cose un po’ più complesse, ma le “persone comuni” – i detentori dei bisogni da soddisfare – possono comunque sviluppare delle soluzioni servendosi del supporto degli “Esperti” (quegli stessi esperti di cui si serve il Mercato o i Governi).
< vedi il mio articolo “Innovation is intrinsically (historically) bottom-up“>
.
Vedi i miei testi sull’argomento:
– “With mainly local governance, the issues to be addressed are fewer“
– “Localism as a natural quality of Democracy“
– “How is it possible to bring the essence of Democracy back to a local dimension?“
– “private” solutions of interactive citizenship but integrable with the institutions (PA)“
– “Redefine the concept of the city (Urban Urban governance – Placemaking)“
– “The recovery of the only form of legitimate politics in Democracy (Polis-tics)“
.
La vera Democrazia non è altro che la Democrazia diretta
È bene ricordare il significato istituzionale delle considerazioni precedenti: una delle fonti più autorevoli della Cultura occidentale “ufficiale”, l’Enciclopedia britannica, afferma “Direct democracy, also called pure Democracy, forms of direct participation of citizens in democratic decision making,”
,
Oggi quando di parla di Democrazia diretta (o partecipata) si fa molta confusione: si pensa che essa sia una “teoria” mai effettivamente realizzata. E quindi che sia una Utopia, praticamente impossibile da realizzare.
.
Ma, di fatto,
● la Democrazia diretta non è una questione teorica , ma una questione “pratica“: essa è semplicemente una Democrazia nella quale i Cittadini partecipano direttamente ai processi decisionali (in essa si applica semplicemente il Principio di Sovranità enunciato dalle Costituzioni europee).
● La Democrazia diretta è stata utilizzata con successo, e lo è ancora in molte parti del mondo “civilizzato”. (come si è detto in precedenza, di tratta, ad esempio, delle piccole Town USA e di alcuni Cantoni della Svizzera).
<see my article “The meta-principles of Democracy“>
CONSIDERAZIONI OPERATIVE SULLO SVILUPPO DI UN PERCORSO DI RECUPERO DELLE QUALITÀ DEMOCRATICHE DEL GOVERNMENT
L’ESSENZA DEL FUNZIONAMENTO DEL GOVERNMENT DEMOCRATICO: IL PROCESSO DELIBERATIVO
Quindi la Democrazia non è altro che un sistema di “amministrazione” della Comunità sociale dei Cittadini finalizzato alla soddisfazione dei bisogni dei Cittadini (alla soluzione dei loro problemi ).
Tale constatazione porta alla seguente considerazione:
IL SISTEMA DEMOCRATICO
SI PUÒ SVILUPPARE UNICAMENTE
LADDOVE SI TROVANO I BISOGNI DA SODDISFARE
(ossia la Democrazia può essere sviluppata unicamente dove i Cittadini vivono i problemi, e li sanno individuare nelle loro sfumature ).
Ovvero non è possibile avere una Democrazia che rispetti i suoi principi fondanti (quindi una vera Democrazia) se essa non opera dove i Cittadini possono compartecipare alla soddisfazione del problemi.
.
Dal punto di vista operativo, appunto, ciò significa che la Democrazia funziona solo quando i Cittadini partecipano in qualche modo direttamente alla gestione del government della Società:
nessuno può sostituirsi ai Cittadini nella individuazione dei problemi da risolvere all’interno della Società democratica
Si noti che
● non ha alcun valore razionale l’idea che i Cittadini non siano in grado di gestire la loro comunità sociale – ed abbiano quindi bisogno di Leader che li governino.
Tale idea è contraddetta dalla Storia (i Villaggi si sono sempre auto-gestiti con successo).
E contiene in sè una contraddizione di fondo: se le persone non sono in grado di gestire se stesse, come possono allora delle persone gestire altre persone (si noti che i Politici non hanno studiato più di quanto abbiano fatto i “normali Cittadini”, e che gli esperti di cui essi si servono possono essere utilizzati anche dai Cittadini).
● in un contesto realmente democratico il compito dei governi non è di prendere decisioni, ma di informare i cittadini in modo che essi possano prendere le corrette decisioni (in una Democrazia il Potere – decisionale – rimane sempre e comunque nelle mani dei Cittadini).
< vedi il testo “The Citizen as Sovereign (the Government has no real Power)“>
IL PROBLEMA DELLA DEMOCRAZIA MODERNA : LA NECESSITÀ DI AVERE UN GOVERNMENT SOVRA-LOCALE
-
In base alle considerazioni precedenti la vera Democrazia può essere sviluppata unicamente laddove i Cittadini possono prendere decisioni con cognizione di causa, e quindi solo a livello locale.
Ciò sembra essere incompatibile con la forma di government nazionale che è comunque necessario per la gestione delle Nazioni.
-
In questo capitolo vediamo che
la Democrazia reale (con partecipazione effettiva),
– che può essere sviluppata unicamente a livello locale –
ha in realtà la necessità di praticare
anche un government sviluppato a livello sovra-locale
(regionale, nazionale).
Ovvero se la Democrazia diretta locale è l’unico modo di applicare in modo rigoroso i Principi della Democrazia (ed è infatti l’unico modo per soddisfare i bisogni della società, ossia per mantenere il benessere sociale), rimane comunque la questione di dover governare una Nazione , ovvero di avere delle forme di government a livello sovra-locale.
.
Il fatto è che
anche al livello sovra-locale
(provinciale, regionale, nazionale)
È NECESSARIO APPLICARE IN MODO RIGOROSO
I PRINCIPI DELLA DEMOCRAZIA.
.
È quindi necessario esaminare con attenzione tale questione, poiché
con la attuale Democrazia rappresentativa
(basata sul Parlamento nazionale)
NON CI SI ATTIENE AFFATTO AI PRINCIPI DELLA DEMOCRAZIA
(i Rappresentanti non rappresentano affatto i Cittadini, per almeno due ragioni: essi non sono in grado di individuarne con efficacia i bisogni dei Cittadini; ed essi sfuggono al controllo da parte di questi ultimi ).
In Italia l’art 67 della Costituzione esclude “l’obbligo di mandato” da parte degli Eletti: gli Elettori non possono pretendere che l’Eletto rispetti le sue promesse elettorali .
.
Più nello specifico
nella definizione di un Governo sovra-locale
è quindi necessario
che si rispetti in modo assoluto
il principio di base delle Democrazia:
la Sovranità del Popolo.
Il perché della necessità di mantenere il Principio della Sovranità del Cittadino a qualsiasi livello di government (ed amministrazione)
Vediamo quindi più nello specifico quali sono le ragioni per le quali è necessario attenersi rigorosamente al principio fondante della Democrazia:
■ le ragioni sostanziali dell’esistenza della Democrazia
■ i Principi di funzionamento da rispettare.
.
■ le ragioni sostanziali dell’esistenza della Democrazia
Per comprendere a fondo come un government sovra-locale debba essere subordinato ai governi locali direttamente partecipati dai Cittadini dobbiamo ricordare quanto detto i precedenza:
● il fatto che la Demos-crazia non è altro che un sistema di soddisfazione dei bisogni del Demos (dei Cittadini) significa che le soluzioni per tali soddisfazioni (le infrastrutture ed i servizi di pubblica utilità) sono strettamente legate al luogo dove esistono materialmente tali bisogni.
Solo in tale ambito i Cittadini possono toccare con mano i problemi, e quindi definire soluzioni con cognizione di causa.
Ovvero i detentori dei bisogni sono le uniche persone che possono progettare in modo efficace soluzioni per la loro soddisfazione (essi sono gli unici che possono intervenire con una effettiva cognizione di causa del problema). E sono gli unici, in quanto “user” della soluzione, che possono verificane il funzionamento, e quindi eventualmente comprendere come modificarla (come detto le soluzioni sono in continua evoluzione).
<vedi miei articoli “I Cittadini sono le uniche persone che possono (co)progettare soluzioni efficaci”
e “The basic rules of Democracy: Democracy works only when citizens are directly concerned with government actions“>
.
● tali soluzioni non possono che essere declinate in funzione dei bisogni degli abitanti del luogo (non esistono soluzioni “universali” che possano soddisfare tutte le aree locali di una Nazione).
<vedi testo “The nature of the decisions to be made in a real Democracy (the locality of needs)“>
.
Da ciò deriva la considerazione che
una forma di governo sovra-locale
(es.:Governo nazionale)
non può essere un governo “universale”,
le cui decisioni
si applicano a tutto il territorio nazionale
( quello attuale è appunto un governo che commette due errori rispetto ai Principi della Democrazia: pretende di individuare soluzioni senza essere a diretto contatto con i problemi dei cittadini, e sviluppa soluzioni “universali” per tutto il territorio nazionale).
■ i Principi di funzionamento da rispettare
Un’altra ragione per la quale è necessario che un government sovra-locale sia subordinato al government locale (partecipato diretta dai Cittadini), risiede nella questione fondamentale della Democrazia: i “Principi costituzionali”.
Come detto in precedenza, (cap. “L’importanza dei Principi della Democrazia”) si tratta dei Principi di funzionamento di un sistema razionale (la Democrazia) che se non vengono rispettati mettono in crisi tutto il sistema.
.
Vediamo quindi i n essenza la Democrazia – se ci si vuole attenere ai suoi principi fondanti – deve essere comunque un sistema di partecipazione dei Cittadini al processo di decision making.
Ovvero secondo la Costituzione quando si opera in Democrazia è necessario sempre e comunque tenere in mente i seguenti punti:
● l’essenza della Democrazia è la partecipazione effettiva dei Cittadini al processo decisionale (ciò è dovuto alla condizione di Sovranità del Cittadino: esso è al top del processo decisionale, nessuno può decidere per lui; a nessun livello di governemnt/amministrazione vi può essere qualcuno che prende decisioni che sovrascrivono quelle prese dai Cittadini)
● tale forma di partecipazione diretta può avvenire unicamente a livello locale (non esistono altri livelli nei quali i Cittadini possano decidere su un problema con la corretta cognizione di causa , e dove possano inoltre verificare una corretta applicazione delle soluzione, e se necessario intervenire per correggerne i difetti )
.
Di conseguenza, tenendo conto di tali considerazioni “costituzionali”:
in una reale Democrazia
LE FORME DI GOVERNMENT DIRETTO DA PARTE DEI CITTADINI
(ISTITUZIONI LOCALI)
MANTENGONO SEMPRE E COMUNQUE LA SUPREMAZIA
NEI CONFRONTI DELLE FORME DI GOVERNO CHE OPERANO A LIVELLO SUPERIORE
Si parla, ad esempio, delle Istituzioni sovra-locali come quelle – basate sulla rappresentanza – di Parlamento, Consiglio regionale o Comunale, ecc ..
( C ome vedremo in seguito non si tratta di nulla di nuovo, poiché si tratta di adottare modelli giù utilizzati con successo).
.
Detto in altre parole
in una reale Democrazia
GLI ORGANI GOVERNATIVI LOCALI
MANTENGONO IL POTERE SUGLI ORGANI SOVRA-LOCALI.
Come può essere sviluppato un government sovra-locale nel rispetto dei Principi della Democrazia
In base a tali considerazioni precedenti, emerge il fatto che in una dimensione realmente Democratica – se ci si attiene ai Principi della Democrazia, ovvero se si opera effettivamente per il benessere delle persone –
UN GOVERNO SOVRA-LOCALE
NON PUÒ CHE ESSERE
UN ORGANO CHE DI PER SÈ PRENDE DECISIONI.
Ma deve essere
UN ORGANO
CHE IN QUALCHE MODO COORDINA
I GOVERNI LOCALI.
.
Si noti che, come illustrato nel prossimo capitolo, i problemi sovra-locali di per sè sostanzialmente non esistono, ossia sono ” invenzioni” delle forme di government centralizzate.
<see my text “How is it possible to bring the essence of Democracy back to a local dimension?“>
.
Quindi se si vuole avere una reale Democrazia è necessario ribaltare la situazione attuale nella quale i Governi locali sono subordinati al Governo nazionale:
nella reale Democrazia
è il Government locale ad avere il ruolo primario,
ED IL GOVERNMENT SOVRA-LOCALE
DIVIENE SUBORDINATO AL GOVERNMENT LOCALE.
.
Vedi a proposito i miei testi:
– “How is it possible to bring the essence of Democracy back to a local dimension?“
– “The impossibility of having a real Democracy at the national level > A new form of representation at national level”
– “Le due fasi della Politica dei Cittadini (dal punto di vista operativo)“
Il government by delegation come estensione del governo diretto locale
Per rimanere nell’ambito
dei Principi costituzionali della Democrazia
si tratta quindi di definire
UNA “NUOVA” TIPOLOGIA DI GOVERNMENT
A LIVELLO SOVRA-LOCALE.
In realtà tale tipo di government può essere definito nuovo unicamente rispetto a quello attuale, poiché esso è un modello di government già attuato con successo in passato, come nei casi (1) della prima Democrazia moderna (Stati Uniti); e più di recente, (2) nelle forme di government sviluppate tra le Nazioni. come il G8 (nella quali non esistono organi governativi centrali).
Si noti infatti che la prima Democrazia moderna, quella degli Stati Uniti, all’epoca della sua fondazione si basava su un forma di governo per delegazioni (in Philadelphia, formato da Delegates to Congress), simile a quello dell’ONU o del G8.
“a convention of delegates (…) appointed by the several states be held at Philadelphia for the sole and express purpose of revising the Articles of Confederation.” Articles of Confederation, February 21, 1787
.
Si tratta appunto di un un government by delegation che è appunto completamente diverso dal modello di Parlamento attuale: ossia non vi sono dei rappresentanti eletti (Politici di professione), ma solo delegazioni che vanno a portare a livello centrale le decisioni prese a livello “locale”.
<see my text “The impossibility of having a real Democracy at the national level > A new form of representation at national level”>
.
Il government “by delegation” è cioè un modello di governo che, appunto, definisce
una forma di rappresentanza
per le Istituzioni governativa sovra-locali
CHE RIMANE TOTALMENTE SUBORDINATA
ALLE FORME DI GOVERNO LOCALE.
Le opportunità attuali di creare un Governo nazionale realmente democratico (a partecipazione diretta)
Oggi, a differenza di qualche decennio or sono, t ale tipo di organizzazione del government sovra-locale può essere facilmente sviluppato grazie ad alcuni fattori come la disponibilità di nuove t ecnologie della comunicazione, e l’esperienza delle forme di “government” come l’Onu o il G8.
Le opportunità che permettono finalmente modificare alle fondamenta l’attuale modello di government (per adattarla, appunto, ai Principi della Democrazia) sono:
● il momento storico di particolare insofferenza delle persone nei confronti delle azioni dei governi.
I Problemi generati da un government che sviluppa progetti finalizzati a soddisfare bisogni che non sono quelli dei Cittadini porta a conseguenze tragiche per la popolazione, la quale comincia a comprendere come il cambiare modello di government sia effettivamente una questione di sopravvivenza.
● crescita della consapevolezza “politica” della necessità di recuperare un modello di Democrazia aderente ai principi originari, a causa della sempre più manifesta incapacità delle Opposizione di sviluppare azioni positive. Si è cioè compreso che l’attuale forma di Democrazia è degenerata al tal punto che il “potere costituito” ha raggiunto una condizione di “scacco matto” per cui non è più possibile fare qualcosa di positivo all’interno dell’attuale regime (pseudo)rappresentativo. E quindi si è compreso che le Elezioni non possono essere più una soluzione < vedi articolo “re-thinking – The elections are now irrelevant: it is necessary to act on the foundations of the institutions“>
<vedi testo “Le contraddizioni di fondo dei Movimenti di opposizione”>
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● nuove tecnologie dell’Informazione
ç_tecnologie
In effetti l’unico motivo per cui è stato istituito il Governo nazionale di tipo rappresentativo (costringendo ad una forte limitazione della regole costituzionali precedentemente definite, ossia ad una forte limitazione del potere costituzionale – Sovranità – dei Cittadini) è stato il fatto contingente che al tempo della creazione della Democrazia moderna (negli USA nel ‘700) non vi erano tecnologie di comunicazione (e di trasporto) che permettessero di sviluppare il coordinamento tra i “governi” locali Sovrani (a quel tempo infatti non era fisicamente possibile una frequente partecipazione diretta al Governo nazionale di delegazioni locali – né tantomeno dei Cittadini).
Si noti che la Democrazia USA è nata con l’idea di non servirsi di un Governo nazionale. Solo in un secondo momento – dopo alcuni decenni di sconfitte del Partito federalista – alcuni intellettuali “illuminati” sono riusciti ad imporre il modello derivante dalla Rivoluzione francese di uno Stato nel quale sono accentrati i poteri < v edi il testo “US Democracy was born with the idea of not having a national government“>
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È determinante comprendere come con la creazione di una Democrazia rappresentativa gli USA abbiano effettivamente tradito il principio fondamentale della loro Democrazia (e della Democrazia in generale): la necessità della effettiva partecipazione dei Cittadini ai processi decisionali (il principio Costituzionale riconosce appunto che i Cittadini sono Sovrani, ossia ricoprono il più elevato livello della catena di comando).
Il motivo per cui gli USA hanno abbandonato l’originario modella di Democrazia è stato puramente ideologico, ossia legato a convinzioni teoriche. Infatti l’idea di sviluppare una Social-Demcorazia ha prevalso dopo che i Politici americano sono entrati in contatto con i Socialisti della Rivoluzione francese, che, appunto, prospettavano un Mondo “ideale” impostato su un nuovo ordine sociale che poteva essere ottenuto solo con un passaggio della Sovranità del Popolo nelle mani di governanti “illuminati” (secondo i dettami, appunto, dell’Illuminismo francese). <see my text “The development of Social-democracy, in summary (its factory defect)“>
<see my text “The factory defect: the intrinsic nature of the failure of Social Democracy ”>
<see my text “The basis of the transformation process implemented by the Left ”>
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In tal modo gli USA hanno cominciato ad evolversi gradualmente verso una Social-democrazia, ovvero sono stati protagonisti di una escalation del potere “totalitario”.
<see my text “Having even a small amount of power in a system allows you to increase that power“>
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A ttualmente però,
grazie alle nuove tecnologie,
è possibile sviluppare quelle modalità di government
alle quali si è dovuto rinunciare in questi due secoli e mezzo
Oggi è cioè possibile implementare nel sistema di government occidentali quelle “funzionalità democratiche” impensabili fino a pochi decenni or sono) come:
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– strumenti di partecipazione diretta (utili sopratutto a livello locale).
Con un uso accorto delle nuove tecnologie è possibile creare nell’immediato soluzioni “ibride” che permettano di implementare da subito qualità di partecipazione nella attuale istituzione “top-down” .
– una di queste è la soluzione Rappresentanza diretta (o Rappresentanza 2.0).
Con questa soluzione i Cittadini partecipano attivamente online alle sedute del Consiglio comunale (sfruttando l’esistente “diritto di tribuna”), ed interagiscono direttamente con il loro Rappresentante (in tempo reale i Cittadini possono orientare le azioni del loro Rappresentante).
– un’altra soluzione è quella dell’Istituzione di una sorta di dimensione di “Referendum permanente” nella quale i cittadini possono rapidamente esprimere la loro volontà praticamente su ogni questione affrontata dalle istituzioni rappresentative (oggi è semplice attribuire un valore legale ad essa grazie alla “firma digitale certificata”.
<see my text “Open Government Platform: some “participated solutions“>
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Come detto in precedenza, in una Democrazia moderna è necessario avere comunque, oltre al government diretto da parte dei Cittadini, anche un government sovra-locale. Le nuove tecnologie permettono appunto di sviluppare un government:
– a livello sovra-locale (Regionale, Nazionale e sovra-nazionale) è ora possibile realizzare efficaci organismi di coordinamento dei governi locali. Si tratta dei modelli già in uso di “Governance by delegation” come il G8 (privi di strutture e di operatori fissi – come è per il Parlamento – in grado di operare con continuità nel coordinare le decisioni prese a livello dei “ governi locali” quando si tratta di questioni più generali).
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– sviluppo di una conoscenza di nuovi meccanismi di vita sociale: le nuove tecnologie (Internet, App degli Smartphone, ecc …) hanno dimostrato come il crowd (i Cittadini) possano sviluppare new practices bottom-up.
< vedi articolo “Beyond top-down “Democracy”: crowdisation of Governance“>
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Vedi altri articoli:
– “private” solutions of interactive citizenship but integrable with the institutions (PA)“
-“The “Bottom Up Reform Initiative” project: the technologies at the service of the Citizen“
░ (cap) A 4. 3 – ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA DEMOCRAZIA REALE (PARTECIPATA)
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Abbiamo visto nel capitolo precedente quali sono i problemi di fondo della attuale pseudo-Democrazia.
In questo capitolo vediamo invece come ed perché, per le Nazioni occidentali, oggi sia importante recuperare le qualità originarie della Democrazia.
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Per comprendere perché sia necessario cambiare in direzione della partecipazione effettiva dei Cittadini al processo di decision making è necessario, tra le altre cose, comprendere quali sono i vantaggi che tale modello di Democrazia comporta (dal punto di vista della qualità della vita dei Cittadini).
Ricordiamo che la definizione della Democrazia diretta (o effettivamente partecipata dai Cittadini) è di “pura Democrazia” (Enciclopedia britannica).
[excursus] la necessità di comprendere l’essenza dello scenario per comprendere la fattibilità del cambiamento
ç_scenario
ç_nuovo scenario (necessario comprendere)
Per comprendere
l’effettiva possibilità di un cambiamento
è necessario riuscire ad immaginarsi lo scenario
in cui avverrà tale cambiamento.
Altrimenti non si riesce a comprendere come esso sia possibile (e quali siano i reali vantaggi del cambiamento: ossia il perché si debba cambiare).
Si parla ovviamente di cambiamenti radicali (definiti come “ disruptive innovation”) – vedi uno dei capitoli precedenti – che cambiano in modo sostanziale la società.
Se manca questa capacità di visualizzare la possibilità di sviluppare un processo di cambiamento, i progetti vengono sistematicamente derisi e bocciati. Dimenticando che le grandi trasformazioni che hanno cambiato la vita dell’Uomo sono stati proprio quei cambiamenti radicali che hanno comportato un salto nell’evoluzione lineare della Civiltà (si pensi a quando si è passati dalla zappa all’aratro, dal cavallo ai veicoli motorizzati; e, dal punto di vista del government, dalle dittature dell’antichità alla Democrazia).
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Per prima cosa, quando si parla di tali tipi “ disruptive changes”, è necessario tener conto che tali cambiamenti sono un processo in evoluzione (non avvengono tutti in un colpo).
In tale processo accade cioè che, modificando con una prima azione alcuni elementi del contesto – anche in modo minimale – si genera una sorta di circolo virtuoso nel quale automaticamente avviene una “cascata” di altri cambiamenti nella quale si arriva ad una trasformazione radicale dell’intero sistema..
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Un caso significativo che ci indica quali siano le caratteristiche di questi cambiamenti è, ad esempio, quello dell’invenzione dell’automobile.
Alla comparsa delle prime vetture a motore solo poche persone “visionarie” potevano immaginare che si sarebbe arrivati all’attuale uso generalizzato di veicoli a motore.
Ciò, perché, appunto, la maggior parte delle persone erano ostacolate nello sviluppo della loro visione da alcuni fattori come
– la mancanza di una reale necessità di cambiamento delle modalità di spostamento a causa delle condizioni oggettive in cui si viveva: ovvero allora la vita si era assestata su “practices” che non prevedevano la necessità dell’uso dell’automobile..
In quel tempo infatti la cerchia delle proprie conoscenze o i luoghi di lavoro erano tutti circoscritti ad una distanza percorribile comodamente a piedi. E per i rarissimi viaggi di lunghezza eccezionale vi erano comunque treno e carrozze.
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– la mancanza di strutture come strade (quelle disponibili erano impraticabili per le auto; era molto più agevole muoversi a piedi, spesso sui sentieri che tagliavano di molto i percorsi stradali); stazioni di rifornimento (sembrava impossibile riuscire ad avere un giorno sufficienti rifornimenti di carburante per far funzionare la vettura; mentre il cavallo poteva mangiare l’erba ai bordi delle strade – gratis); riparatori e ricambisti (si rischiava di rimanere perennemente a vita con l’auto fuori uso).
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In tale contesto non si poteva certo concepire il successo che ha poi ottenuto l’automobile.
Questo successo è arrivato, appunto, attraverso lo sviluppo di quel circolo virtuoso di cui si è detto: le prime autovetture, come un “virus” hanno cominciato ad indurre una trasformazione sostanziale d ello scenario in cui si stavano inserendo. Un trasformazione che ha prodotto un sistema di spostamento di persone e merci radicalmente nuovo.
Più nello specifico si è assistito alla:
– creazione di strutture necessarie per un uso ottimale dell’automobile : strade asfaltate, reti di stazioni di rifornimento, ecc …
– nascita di nuovi bisogni (nuove modalità di vita) indotti dall’uso dell’automobile:
I veicoli a motore hanno cioè pian piano un cambiamento radicale degli “stili di vita”: allargamento della cerchia di amicizie, week-end fuori città gite in montagna, al mare, pic-nic in campagna (che erano uno degli argomenti forti della pubblicità dei costruttori di auto), possibilità di fare la spesa settimanale in supermercati lontani da casa, ecc… Ma anche, ad esempio, cambiamenti sostanziali nella modalità di lavoro con possibilità di trovare posti di lavoro lontani da casa.
Sono questi bisogni che hanno innescato un processo “virale” che ha portato anche i più scettici ad adottare la nuova filosofia di vita.
■ I VANTAGGI DELLA DEMOCRAZIA DIRETTAMENTE PARTECIPATA ( CON PREVALENZA DEL GOVERNMENT LOCALE)
Considerazioni preliminari sulla democrazia reale (realmente partecipata)
Come è possibile ripartire a sviluppare una reale Democrazia basandosi dall’inizio su una reale partecipazione
Il cambiamento del modello di government – verso una maggior dimensione di democraticità nella quale le persone ricominciano ad occuparsi più direttamente della gestione del loro territorio – è un processo che, dopo i primi passi, non può che evolversi in modo spontaneo verso un un allargamento della partecipazione .
Ciò è dovuto al fatto che, appunto, l’introduzione di metodi di government nei quali i Cittadini cominciano a co-progettare direttamente soluzioni per i loro problemi crea un processo virtuoso nel quale le persone inizialmente scettiche o contrarie cominciano a comprendere quale sia l’attrattiva di tale metodo.
Più nello specifico tale successo è possibile poiché:
● già nei primi passi dell’applicazione di tale Modello (che, ricordiamo, non è altro che il Government realmente democratico utilizzato con successo ancora oggi nelle piccole cittadini di provincia USA) si ottiene un notevole incremento dell’efficacia di servizi ed infrastrutture sul territorio.
Ciò avviene per almeno due ragioni:
– nella attuale situazione di inefficienza dell’intervento della Pubblica Amministrazione sul territorio, non è difficile per i Cittadini ben organizzati creare soluzioni migliori di quelle attuali – si ricorda che i Cittadini, in questo processo, si possono servire degli stessi professionisti di cui si serve la P.A.)
– i detentori dei bisogni sono gli unici in grado di (co)progettare soluzioni di successo per la soddisfazione dei loro bisogni (vedi cap. “La questione dei bisogni”) .
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Un altro fattore che determina il successo della partecipazione dei Cittadini ai processi decisionali è:
● le questioni affrontate in tale dimensione di politica partecipata sono questioni “universali (bi-partisan) , per cui, non essendoci un divide politico, i Cittadini esasperati dalle attuali condizioni dei servizi pubblici aderiscono ad esse con facilità.
<vedi mio testo “Le linee d’azione in generale (di una Politica bi-partisan) “>
<vedi mio testo “La necessità di cambiare in modo radicale il proprio approccio (ripartire da una Politica dei Cittadini) “>
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Nel caso del cambiamento delle forme di government qui prospettato si hanno alcuni vantaggi rispetto al caso delle grandi innovazioni tecnologiche citate in precedenza poiché:
in tal caso si opera principalmente sul piano culturale.
Il fatto è che in questo caso non si tratta di andare verso una novità assoluta (come invece è stato, per l’automobile), ma si tratta di ri-creare un qualcosa che è già impresso nelle coscienza delle persone.
Infatti nelle questioni che riguardano il government partecipato dai Cittadini:
● gran parte dei Cittadini hanno ancora memoria di esperienze millenarie di partecipazione alla “gestione” del territorio da parte degli abitanti: esperienze che continuano ancora oggi in molte aree del mondo non ancora assorbite completamente dalla cultura del government sviluppato dall’alto.
Questa situazione esiste non solo nella piccole cittadine di provincia USA, nelle quale si ha una dimensione formalizzata di government direttamente partecipato, ma in generale esiste nelle zone rurali nelle quali è rimasta l’abitudine degli abitanti di interessarsi delle questioni trattate a livello delle istituzioni locali, e di far sentire la propria volontà in proposito.
La conseguenza di ciò è che la prima generazione che si trasferisce nelle Città ha una chiara consapevolezza di quanto sia determinante interessarsi direttamente delle questioni sociali che li riguardano (naturalmente questa partecipazione diretta oggi non può essere esercitata a livello istituzionale, per cui tali persone la esercitano unicamente nelle comunità ristrette che nascono in modo spontaneo nel vicinato, a livello di etnia, ecc …).
● le persone hanno comunque in mente cosa sia una modalità di partecipazione diretta alle decisioni che li riguardano diretto poiché essi esercitano tale forma di “government” in molti aspetti della loro vita (condominio, famiglia allargata, associazione, squadra sportiva, ecc …).
Considerazioni sul fatto che il cambiamento qui proposto è compatibile con la concezione originaria (e Costituzionale) delle Democrazia
Ricordiamo che il processo descritto nei documenti di questa serie è in essenza compatibile sia c on l’attuale Costituzione, sia con la concezione originaria della Democrazia.
Prima di analizzare i vantaggi di una reale Democrazia (government partecipato) vediamo quindi brevemente come il processo di recupero della democraticità del government qui descritto non sia in contrasto con le Leggi attuali; e come non si tratti di inventare qualcosa di nuovo (mentre, appunto, gli attuali programmi di cambiamento operati dall’Establishment prevedono un “reset” che consiste nel reinventare “da zero” il sistema di government – il Sistema sociale).
■ non si tratta di andare contro le
Si tratta non di “rivoluzionare” il Sistema-democrazia,
ma di recuperarne i principi di funzionamento fondamentali.
Il cambiamento qui prospettato non è quindi in contrasto con i punti espressi nella Costituzione ( la Sovranità del Cittadino, i Diritti civili. Libertà di pensiero, ecc .. ); ma è, al contrario, un cambiamento che riporta lo sviluppo delle azioni governative nei limiti indicati dalla Costituzione.
■ non si tratta di inventare qualcosa di nuovo (ideologia), ma di recuperare ciò che si è perduto
Come si è detto il cambiamento qui prospettato non è altro che un recupero della dimensione di reale Democrazia basata sulla partecipazione dei Cittadini al processo decisionale (modello che secondo l’ Enciclopedia britannica è quello della “pura democrazia” ).
In altre parole si tratta di recuperare quei principi fondamentali di funzionamento senza i quali un sistema di government democratico crea un sempre maggior caos nella organizzazione della società.
Si noti che, come specificato altrove, quella attualmente in crisi non è la Democrazia, ma è una derivazione modernizzata di essa: la Social- democrazia. <vedi articolo “Extinction of democracy”: the extinction of modern Democracy and the rebirth of real Democracy”>
Quindi
non si tratta di “inventare” qualcosa di nuovo,
ma di recuperare ciò che si è perduto
<see my text “The Society of Man is a discovery and not an invention“>
Si tratta invece di recuperare quelle modalità di governo applicate da millenni a livello locale – alle quali si sono ispirati i fondatori della Democrazia – è che oggi sono stati abbandonati in un processo di ideologizzazione della Cultura tradizionale.
<vedi il testo “The problem of the loss of the original culture”>
La chiave di volta della trasformazione della Società tradizionale in una Società Social-democratica (“statalista”) è nella “rivoluzione culturale” effettuata dai Pensatori socialisti del ‘700.
In questo modo si introduce lo statalismo, ossia una forma di Totalitarismo.
Le forme di Potere dall’alto precedenti (Monarchie, Tirannie di tipo orientale, ecc …) erano infatti sostanzialmente non-intrusive rispetto all’organizzazione di “government” locale: per quanto un tempo vi fossero strutture di potere molto forti (come le Signorie feudali), tali strutture lasciavano al Villaggio la possibilità di autogestirsi secondo la loro volontà, secondo i loro principi tradizionali (anche gli “imperialisti” romani, estendendo il loro impero, erano coscienti di dover rispettare tale libertà di base dei territori che conquistavano).
Solo con la Social-democrazia lo Stato diviene totalitario, comincia cioè a volersi occupare di ogni aspetto della vita del Cittadino, anche nelle questioni locali.
Ciò perché la Social-democrazia si basa su una Ideologia, e per potersi affermare, essa deve influire direttamente sulla coscienza delle persone, sui comportamenti dei Cittadini.
<vedi testo “La peculiarità della Social-democrazia: il Totalitarismo – la Rivoluzione culturale che ha generato la Social-democrazia”>
La presenza di fattori “facilitatori” del processo di transizione verso una Democrazia realmente partecipata
Nei prossimi capitoletti riassumiamo i fattori – ai quali si è accennato in precedenza – che facilitano la trasformazione della attuale Democrazia rappresentativa in una Democrazia in cui i Cittadini partecipano direttamente al processo decisionale.
● le nuove Tecnologie oggi permettono di sviluppare in modo facile e rapido soluzioni di partecipazione diretta dei Cittadini ad ogni livello di government
● le questioni da risolvere a livello nazionale sono molte di meno rispetto ad oggi
● i Cittadini oggi dispongono di una approfondita conoscenza delle “practices” di amministrazione diretta di aspetti importanti della loro vita sociale
● le attuali pessime condizioni della Società portano i Cittadini a valutare positivamente anche solo piccoli miglioramenti delle loro condizioni.
● le nuove Tecnologie oggi permettono di sviluppare in modo facile e rapido soluzioni di partecipazione diretta dei Cittadini ad ogni livello di government
Come detto in un precedente capitolo le nuove tecnologie sono un importante facilitatore del processo di sviluppo di una reale Democrazia poiché esse permettono di implementare nella struttura di government della Democrazia quegli strumenti di partecipazione dei Cittadini che all’atto della costituzione della Democrazia moderna non è stato possibile implementare (e che erano impensabili sono qualche decennio or sono).
Con le nuove tecnologie è possibile, appunto, non solo realizzare rapidamente nuovi efficaci strumenti di partecipazione diretta; ma anche soluzioni “ibride” che permettono di implementare da subito qualità di partecipazione nelle attuali istituzioni “top-down” di government e di amministrazione pubblica.
Si veda una soluzione come “Rappresentanza diretta” (o Rappresentanza 2.0,), con la quale i Cittadini possono interagire in tempo reale con il loro Rappresentante. Oppure la possibilità di creare una sorta di dimensione di “Referendum permanente” nella quale i Cittadini possono rapidamente esprimere la loro volontà praticamente su ogni questione affrontata dalle istituzioni rappresentative.
<see my text “Open Government Platform: some “participated solutions“>
Le nuove tecnologie dell’informazione permettono inoltre di ribaltare i ruoli di governi centrali e locali, grazie alla creazione di organismi di coordinamento dei governi locali (“Governance by delegation”) sul modello del G8.
● le questioni da risolvere a livello nazionale sono molte di meno rispetto ad oggi
Per quanto riguarda le forme di government a livello sovra-locale – che, come la Rappresentanza parlamentare, sino ad ora sono state sviluppate in modo assai poco democratico per la mancanza di tecnologie adeguate – si deve considerare che una facilitazione della loro implementazione risiede nel fatto che nella nuova dimensione di Democrazia partecipata nel processo decisionale si sposta il focus sulle questioni locali.
Il fatto è che la Democrazia è per sua natura un sistema di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini. E, come si è detto, i bisogni da soddisfare hanno un carattere prettamente locale.
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Ovvero nella nuova dimensione governativa (ed amministrativa)
le questioni da risolvere a livello nazionale sono molto minori,
per chi l’intervento di un governo centrale viene ad essere molto ridotto.
Ricordiamo che l’essenza della Democrazia è la capacità di soddisfare i bisogni dei Cittadini. Bisogni che per loro natura esistono dove i Cittadini vivono (quindi a livello locale). Si deve considerare cioè che i bisogni dei Cittadini hanno sempre s fumature legate al luogo specifico (cultura, condizioni climatiche, ecc …); sfumature che influenzano in modo determinante la definizione di una soluzione.
Ovvero non è possibile soddisfare i bisogni effettivi delle persone con soluzioni “Universali” sviluppate ad un livello che non sia quello locale [vedi capitolo precedente “Una considerazione preliminare di importanza fondamentale: la Democrazia nasce come sistema di soddisfazione dei bisogni dei Cittadini”]
Vedi in proposito alcuni miei testi:
– “Le decisioni da prendere a livello nazionale sono molto minori“
– How is it possible to bring the essence of Democracy back to a local dimension?“
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In altre parole la maggior parte dei bisogni di livello sovra-locale sono letteralmente delle “creazioni” delle forme di government centralizzate, che quindi in una reale Democrazia non esistono.
Un esempio: nella Democrazia reale un progetto come quello del “Ponte di Messina” è un interesse specifico delle persone che abitano in quei luoghi, e non certo degli abitanti del Trentino (i quali se si recare recare in Sicilia possono prendere il traghetto. Ovvero non ha senso che si faccia pagare – in tasse – a Cittadini che abitano in regioni lontane dalla Sicilia per la costruzione del ponte: è come se si facesse pagare l’ascensore di un condominio ad una persona che abita su una scala non servita da quell’ascensore.
Vedi i miei testi:
– “The fundamental criteria of Democracy: there are issues that affect Citizens“
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Un altro dei vantaggi – dal punto di vista culturale – che oggi si hanno nell’affrontare la questione dello sviluppo di un government direttamente partecipato è che
● i Cittadini oggi dispongono di una approfondita conoscenza delle “practices” di amministrazione diretta di aspetti importanti della loro vita sociale
Un altro elemento che facilita lo sviluppo di una adesione dei Cittadini alla partecipazione ai processi di government è la familiarità che essi hanno con tale tipo di processi.
Si tratta della familiarità:
– con le practice tradizionali come l’amministrazione di condominio, di una associazione di persone e della famiglia allargata: oggi le persone hanno comunque in mente cosa sia una modalità di partecipazione diretta alle decisioni che li riguardano diretto poiché essi esercitano tale forma di “government” in molti aspetti della loro vita (condominio,, associazione, squadra sportiva, ecc …).
– con le “practice 2.0” sviluppate negli ultimi tempi grazie ad internet ed alle nuove tecnologie dell’informazione (sharing, funding, petizioni, raccolta firme, ecc….).
La familiarità con tali practices fa sì, appunto, che le persone siano in grado di comprendere e di praticare forme di “government diretto”.
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Tra i fattori che oggi possono facilitare l’adesione dei cittadini a forme di government partecipato, dobbiamo elencare anche, più in generale, le nuove “modalità di vita” come il recupero della mentalità del comunitarismo tipica dei villaggi (ancora oggi nelle piccole Town USA).
Ed anche le nuove modalità di consumismo possibili grazie alle iniziative bottom-up attivate oggi con le nuove tecnologie della comunicazione; e del Fai da Te grazie all’innovazione degli strumenti tecnologici (anche in questo caso le persone recuperano le competenze tipiche un tempo).
<see my article “New modality of Consumerism: the New Demand (Key of Changes #2)“>
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Si veda come le nuove practices di government partecipato seguano il trend dei processi in precedenza sviluppati top-down da Aziende ed Istituzioni governative.
<see my text “Towards a crowd-ization of government (Government follows the trends of Practices 2.0)“>
■ le attuali pessime condizioni della Società portano i Cittadini a valutare positivamente anche solo piccoli miglioramenti delle loro condizioni
Le pessime condizioni di vita nelle quali le Istituzioni governative hanno posto i Cittadini sono paradossalmente uno stimolo per essi per cercare di cambiare le cose: in tali condizioni poter vedere anche piccoli miglioramenti – ottenuti dalle “avanguardie” – permette ai Cittadini di comprendere i vantaggi della modalità di partecipazione ai processi progettuali delle soluzioni.
Si tenga conto che oggi i problemi hanno raggiunto un livello di gravità nel quale l’insofferenza è ormai diffusa: oggi si assitene allo sviluppo di una sempre più forte domanda di cambiamento del sistema di government, come ha dimostrato l’enorme successo ottenuto inizialmente dal Movimento 5 Stelle proprio per la presentazione di un programma di Democrazia diretta a livello locale (gli slogan erano appunto «coinvolgendo i cittadini attraverso strumenti partecipativi» «senza calare progetti dall’alto»).
La successiva debacle del M5S è proprio dovuta alla mancanta realizzazione di tali punti. <vedi mio testo “L’esperienza del M5S: la necessità di cambiare in modo radicale il proprio approccio (ripartire da una Politica dei Cittadini)“>
Alcuni vantaggi generali della del cambiamento
Come si accennato in precedenza, uno dei fattori che permettono al cambiamento verso una reale Democrazia (diretta partecipazione dei Cittadini al government) di diffondersi rapidamente in modo “virale” è il fatto che si ottengono già nei primi momenti vantaggi concreti per i Cittadini.
Vediamo ora come tali vantaggi siano altamente significativi, sostanziali per quanto riguarda il miglioramento della qualità della vita dei Cittadini.
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Ricordiamo che non si tratta di un progetto “utopico”, teorico (qualità che sono invece presenti nel progetto ideologico di sviluppo della Social-Democrazia, dove ci si basa sulla speranza – mai provata – che un giorno si possa arrivare ad un miglioramento delle cose). Ma si tratta, molto concretamente, di recuperare quelle qualità di sistemi che stanno funzionando da secoli in posti come le piccole cittadine degli USA, o nella maggior parte delle aree rurali del mondo (dove gli abitanti sono ancora in grado di organizzare la gestione del loro territorio intervenendo direttamente in assemblee per proporre progetti, aderire a progetti di altre persone, ecc … ).
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Dal punto di vista più generale vi sono due meta-vantaggi di fondo (i quali successivamente divengono fattori che facilitano ed accelerano il cambiamento ).
● responsabilizzazione dei Cittadini, i quali entrano in una fase di “maturità” dal punto di vista “politico”: da “Cittadini-figli” (dello Stato-genitore ) essi divengono “Cittadini maturi”, con tutte le conseguenze del caso.
Il tutto verte sul processo di responsabilizzazione dei Cittadini, i quali cominciano a realizzare di essere i diretti responsabili della qualità del loro vivere. Quando oggi essi pensano che tale responsabilità sia delle Istituzioni governative ed amministrative, e si aspettano che i loro problemi in ambito sociale li risolvano gli altri (questo è purtroppo anche il problema degli “Oppositori”).
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Questo primo cambiamento della mentalità dei Cittadini induce altri cambiamenti, il più significativo dei quali è forse
● dal punto di vista operativo, che i Cittadini cominciano a comportarsi in modo più responsabile nei confronti delle della struttura della società (di beni comuni, di servizi ed infrastrutture, e degli altri Cittadini ).
Cosa che si traduce in:
– un uso più responsabile di servizi e infrastrutture esistenti,
Ovvero ad un primo livello il vantaggio è una maggior efficienza di servizi ed infrastrutture già esistenti.
Ma anche, e soprattutto il cambiamento consiste nella:
– creazione di nuovi servizi basati su un modello radicalmente differente da quello attuale .
Ovvero uno dei cambiamenti più significativi è che nella loro nuova dimensione di Persone civicamente responsabili
i Cittadini cessano
di servirsi passivamente
del sistema di servizi pubblici
PER COMINCIARE AD ESSERE COINVOLTI
NELLA GESTIONE (E CREAZIONE) DI TALI SERVIZI
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● recupero dell’Identità locale, un fattore molto importante perché induce nei Cittadini un senso di appartenenza alla comunità sociale che è una qualità determinante per lo sviluppo di forme di solidarietà tra concittadini, e per l ’integrazione degli abitanti storici con i nuovi venuti .
In tal modo si è in grado di fermare il degrado dei quartieri migliorandone non solo l’aspetto, ma anche le qualità sostanziali come la sicurezza ed i servizi per i cittadini. E, dal punto di vista dell’organizzazione del territorio, si favorisce lo sviluppo di forme di solidarietà organizzata, di volontariato che un tempo erano alla base di molti aspetti del soddisfacimento dei bisogni più critici sul territorio, e che oggi non riescono ad essere soddisfatti dalla Pubblica amministrazione: si pensi ad esempio ai servizi per gli anziani che avrebbero bisogno di chi facesse commissioni per loro.
<vedi il mio testo “L’importanza del recupero di valori fondanti della comunità locale“>
Il processo virtuoso dello sviluppo della Democrazia partecipata
Si noti che i cambiamenti indicati in precedenza (che si ottengono già nelle prime fasi di un processo di trasformazione dei processi di government in direzione di una effettiva partecipazione) sono essi stessi un fattore che favorisce poi un cambiamento più profondo.
Ovvero anche piccoli cambiamenti iniziali portano allo sviluppo di un circolo virtuoso nel quale si favorisce ed accelera una transizione spontanea verso un sistema di Democrazia partecipata maturo.
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Uno degli effetti principali di questo processo virtuoso di cambiamento è, già dalle prime esperienze di partecipazione al government del territorio da parte dei cittadini
un automatico rigenerarsi della cultura della partecipazione alla amministrazione della propria comunità sociale.
Si tratta di una crescita di consapevolezza “driven by example”, ovvero già le prime esperienze nelle quali i Cittadini si interessano direttamente delle soluzione dei problemi sociali permettono di sviluppare ottimi risultati.
<vedi il mio testo “La “questione culturale”: come gli attuali problemi della Società dipendano dal tipo di Cultura adottata” >
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la necessità di comprendere il nuovo scenario per comprendere il come possa avvenire il cambiamento
ç_nuovo scenario (necessario comprendere)
Dobbiamo ricordare quanto detto in precedenza: per comprendere come possa avvenire un cambiamento – e quali siano i suoi reali vantaggi – è necessario tener conto del fatto che esso non segue una evoluzione lineare; si deve quindi essere in grado di immaginare un nuovo contesto nel quale avverrà il cambiamento come un qualcosa nel quale molte saranno le differenze dalla realtà attuale (differenze che, appunto, renderanno più facile il cambiamento). [vedi il capitolo precedente “La necessità di comprendere l’essenza dello scenario per comprendere la fattibilità del cambiamento”]
<see article “The need to understand the future scenario to understand the value of disruptive projects (radical changes)“>
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Più nello specifico è necessario comprendere
– che il nuovo scenario sarà caratterizzato da “nuovi bisogni” delle persone creati l’innovazione attualmente in atto.
Il fatto è cioè che i cambiamenti – come quelli in atto da un paio di decenni – inducendo nuove modalità di vita, creano nelle persone dei nuovi bisogni: come è stato, a esempio, nel caso dell’invenzione dell’automobile e degli elettrodomestici che hanno prodotto un cambiamento radicale degli “stili di vita”, i quali, appunto, hanno portato alla richiesta di soddisfazione di nuovi bisogni.
E
questi nuovi bisogni saranno un “motore” importante del cambiamento.
<see my article “Hidden Demand, Evolving Needs (the virtuous circle of innovation)“>
– che nel nuovo scenario vi saranno alcune condizioni che permetteranno di sviluppare soluzioni la cui realizzazione oggi è impossibile (come l’esistenza di nuove tecnologie, e la diffusione di nuove Practices 2.0.
Senza la capacità di prendere in considerazione tali fattori, il cambiamento prospettato in questa serie di articoli può sembrare impossibile.
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Oltre che dagli elementi facilitatori che si sono descritti in un precedente capitolo, il cambiamento è facilitato dal fatto che un primo svilupparsi di esperimenti di partecipazione induce nelle persone una nuova coscienza “politica” e nuove forme di comportamento; ma anche dal fatto che già nelle fasi iniziali del cambiamento si comincia a sviluppare una la pressione sulle Istituzioni che porta a sviluppare nuove Leggi che facilitano la creazione di nuove modalità di partecipazione (anche piccoli miglioramenti delle Leggi, se sfruttati in modo opportuno, possono fare la differenza).
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Si tenga conto dell’importanza fondamentale del fattore “driven by example”: nel processo di transizione dalla attuale Democrazia pseudo-rappresentativa ad una reale Democrazia (effettivamente partecipata) anche solo una piccola “avanguardia” può sviluppare – utilizzando gli strumenti corretti – vantaggi che possono essere “toccati con mano” nell’area in cui vengono implementate.
Questi vantaggi divengono, appunto, un esempio per gli indifferenti e gli scettici c he all’inizio tendevano ad ostacolare il processo di cambiamento (ciò comporta un sempre maggior engagement di persone – si ricorda che le iniziative sono legate a cause bi-partisan, cosa che non crea un divide politico, e che le soluzioni ottenute riguardano gravi problemi delle comunità locale).
Vedi miei articoli:
Alcuni vantaggi specifici della Democrazia direttamente partecipata
Vediamo quindi quali sono i vantaggi più specifici dal punto di vista operativo del cambiamento verso una Democrazia direttamente partecipata dai Cittadini.
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Ricordiamo alcuni punti fondamentali descritti in precedenza.
– non si tratta di inventare nulla di nuovo, ma solo di ispirarsi alle strutture organizzative della reale democrazia ancora esistente.
– le nuove tecnologie permettono di avere molto maggiori efficienze e la realizzazione di elementi di democrazia che a causa delle limitazioni delle tecnologie precedente non si sono potute realizzare.
– la transizione dalla attuale Social-Democrazia ad una Democrazia realmente partecipata qui prospettata è assolutamente compatibile con la Costituzione e le Leggi attuali.
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Il vantaggio di base dal punto di vista dell’Economia (che oggi è divenuta la scienza che guida le scelte governative) è quello dei
COSTI INFERIORI E MAGGIOR EFFICIENZA
● maggior efficienza di servizi ed infrastrutture
Almeno due sono le ragioni che permettono di avere una maggior efficacia dei servizi attualmente in esercizio: non solo i Cittadini vivono la società in modo più responsabile, ma essi cominciano (già nei primi tempi) ad occuparsi della gestione/amministrazione di tali servizi .
Si parla di una fase precedente a quella matura delle Democrazia partecipata, nella quale i Cittadini creeranno (e gestiranno) essi stessi i servizi – ad esempio con forme di associazione di persone non a scopo di lucro che sviluppano servizi simili a quelle che sono le nuove “practices” di sharing).
Un caso classico dei servizi pubblici crowdsourcing è la gestione degli spazi comuni come le aree verdi: non solo i Cittadini, divenendo maggiormente responsabili ( rendendosi conto di essere loro i “proprietari” di tali beni pubblici,), cominciano ad interessarsi della loro gestione (ad esempio cominciano a tagliare l’erba, a bagnare le piante ).
Vedi miei testi:
– “The path of change begins by rethinning Cities (reforming urban governance)“
– “Towards a crowd-ization of government“
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● minori spese
Nella nuova dimensione nella quale i Cittadini si interessano direttamente di organizzare soluzioni per soddisfare i loro bisogni migliora notevolmente il problema delle spese della Pubblica amministrazione, e quindi il problema delle tasse (si veda un approfondimento della questione nel prossimo capitolo).
Infatti tale dimensione comporta una minore necessità di intervento da parte dello Stato, ovvero una minore necessità di spese, e quindi un minore peso delle tasse (e minori spese dei Cittadini per pagare le tariffe dei servizi pubblici).
VERSO UNA SOLUZIONE: UNA NUOVA MODALITÀ DI TASSAZIONE
Una soluzione le problema delle Spese dello Stato (di tasse che impoveriscono la popolazione, e che sono sviluppate in modo che producono inefficienze di servizi ed infrastrutture, ed abbassano la qualità della vita oltre i livelli di insostenibilità) può essere definita unicamente con una trasformazione radicale del “Sistema delle Tasse”.
Come già accennato in altri punti si tratta di ricuperare le modalità tradizionali di gestione delle spese della comunità umana dell ’uomo.
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Per rimettere in sesto la società della Democrazia europea si tratta cioè, in essenza, di abbandonare l ’attuale modalità top-down del Sistema delle Tasse utilizzato per finanziare servizi ed opere pubbliche; un sistema che presenta alcuni gravi difetti che rendono l’attuale Democrazia economicamente insostenibile.
<vedi il mio articolo “ Il problema del Sistema delle Tasse utilizzato attualmente in Occidente ” >
Si tratta quindi di passare ad un sistema di amministrazione più in linea con i Principi della Democrazia (e con la Costituzione) :
un sistema bottom-up nel quale i Cittadini partecipano alle decisioni riguardanti le Spese
E, tra le altre cose, dispongono della facoltà di decidere a quali spese partecipare (option-out), ovvero di decidere quali servizi utilizzare).
(a) i problemi intrinseci al sistema delle tasse, in sintesi
è una sitensi di un cap dell’articolo “tasse”
I problemi dell’adozione del Sistema delle tasse sono molti (affrontati nei precedenti capitoli). In sintesi, alcuni di essi sono:
■ il Sistema di tassazione è incostituzionale (è illegale se giudicato secondo le Leggi vigenti)
Il sistema di tassazione attualmente utilizzato contraddice i Principi fondamentali come quelli della Libertà, Proprietà, Sovranità (che sono indicati come fondamentali dalla Costituzione), ed è quindi incostituzionale (ovvero, se lo Stato che utilizza tale metodo fosse giudicato in un Tribunale, sarebbe condannato per estorsione).
In altre parole, in una reale Democrazia (che si attenga veramente ai principi della Costituzione) l’unica forma di tassazione del Cittadino deve essere subordinata al consenso da parte di quest’ultimo .
I n pratica, in una Democrazia il sistema di tassazione deve per lo meno prevedere – come del resto avviene in alcune Democrazia – la possibilità di “option-out” (possibilità di non pagare tasse specifiche ) per i casi in cui i Cittadini decidano di non usufruire di quel servizio o di quella infrastruttura che con tali tasse il governo decide di attivare.
Si tratta di applicare ciò che le Leggi prevedono per la forma di base di amministrazione di Comunità sociale, quella del Condominio (nella quale chi non vuole utilizzare una ascensore, non la paga).
■ < L e Spese della P.A. effettuate con l’attuale Sistema di tassazione < producono risultati inefficaci ( sono insostenibili)
In tale modalità di amministrazione “centralizzata” (top-down) finalizzata al finanziamento di servizi ed opere pubbliche vi sono gravi difetti intrinseci che rendono l’attuale Democrazia economicamente insostenibile:
● il costo elevato del “ciclo delle tasse” in sé: si parla del costo dell’apparato amministrativo in sé – raccolta, gestione, ridistribuzione – e degli “sprechi” legati a questo sistema di gestione delle spese.
Questo problema non esisterebbe in una Democrazia partecipata dove il sistema dei finanziamenti delle spese sarebbe limitato ad un ambito circoscritto, con strutture molto più snelle e molto più controllate.
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● sprechi, corruzione e bassa qualità dei lavori.
lo spreco di denaro in quanto lavori inutili: gran parte dei lavori decisi dalla Pubblica amministrazione non sarebbero deliberati con una consultazione popolare (se i Cittadini fossero consapevoli di quanto denaro – preso dalle loro Tasse – viene impiegato per quella spesa specifica ).
Uno dei problemi creati dall ’attuale sistema delle tasse, dove i controllati sono sostanzialmente anche i controllori, è quello della corruzione.
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● la mancanza di controllo nella scelta dei fornitori (e della qualità dell’esecuzione dei lavori).
La mancanza di un reale controllo delle spese, e della qualità di esecuzione dei lavori, ha come conseguenza una bassa qualità di servizi ed infrastrutture.
In tale sistema avviene paradossalmente che un lavoro fatto male (da rifare dopo breve tempo) diviene un vantaggio per il fornitore, poiché non vi sono sanzioni per esso, e può continuare a lavorare per la P.A.).
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Questi problemi non esisterebbero in una Democrazia direttamente partecipata poiché in tal caso i Cittadini parteciperebbero direttamente alle scelte dei lavori da effettuare (e ne controllerebbero l’esecuzione e la qualità finale)
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● incapacità di risolvere i problemi della Cittadinanza a causa del sistema di amministrazione centralizzato che non è in grado di comprendere l ’essenza di problemi da risolvere.
Per soddisfare in modo efficace tali problemi è necessario avere l’effettiva partecipazione dei Cittadini alla individuazione dei problemi; ed alla definizioni e co-progettazione delle soluzioni.
● impossibilità di godere di contributi non-monetari e di volontariato monetari volontari che permetterebbero di abbassare l’entità delle spese.
Segue una sintesi dell’Articolo “ Il problema del sistema delle tasse utilizzato attualmente in occidente ”.
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Un altro dei grossi problemi creato dal sistema delle Tasse utilizzato per finanziare la Spesa pubblica è la perdita della possibilità di avere apporti non-monetari i quali abbasserebbero notevolmente l’entità delle spese.
Questa possibilità è determinata dai seguenti fattori
– possibilità di intervento diretto da parte dei Cittadini in servizi ed opere pubbliche (si tratta sostanzialmente del volontariato da parte degli abitanti del luogo).
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<link la questione del volontariato .. in B.2 tasse***>
– possibilità di donazioni ( sarebbe uno step verso un sistema di “tasse volontarie”): si tratta della possibilità di funding (crowdfunding, oggi ben collaudato), ma anche donazioni in materiale, prestazioni di lavoro di un’azienda che richieda solo il pagamento dei costi dell’intervento, ecc …).
(b) La possibilità di sviluppare scenari alternativi al Sistema delle Tasse
Per risolvere gli attuali problemi della società della Democrazia europea (povertà ed inefficienze di servizi ed infrastrutture) è quindi necessario effettuare cambiamenti radicali (ma nel recupero della tradizione, e non nella modalità di “reset” attuato oggi dall’Establishment).
Dal punto di vista economico si tratta di abbandonare l’attuale modalità top-down del Sistema delle Tasse, per passare ad un sistema di amministrazione più in linea con i Principi della Democrazia (e con la Costituzione) : un sistema bottom-up nel quale i Cittadini partecipano alle decisioni delle Spese.
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Una analisi della Storia dell’Uomo dimostra come sono esistiti in passato – ed esistono tutt’ora – scenari alternativi a quelli del nostro attuale Sistema delle Tasse.
Le nuove caratteristiche dello scenario di partenza
Per capire come possano funzionare tali sistemi alternativi, è necessario innanzitutto comprendere come essi si svilupperanno in uno scenario completamente differente da quello attuale. Ovvero in un contesto nel quale:
● si utilizzano in modo più diffuso di oggi le nuove Practices 2.0 (delle quali si vedono già ora molte applicazioni: sharing, funding, petizioni, raccolta firme, ecc…) e quindi le persone avranno sviluppato una consapevolezza differente rispetto alla questioni di organizzazione della propria vita con la collaborazione con altre persone.
Inoltre già dopo le prime fasi di applicazione di una Democrazia partecipata, i Cittadini comincieranno a vedere le possibilità di realizzare un sistema di gestione delle Spese pubbliche “alternativo” a quello attuale.
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● ci si basa su una condizione di “option-out”, e su un notevole apporto di “donazioni” e di lavoro volontario.
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– option-out indica la opzionalità del pagamento di una tassa specifica, ovviamente collegato alla perdita di diritto dell’uso di quel servizio a cui la tasse è dedicata se la tassa non è pagata .
Questa opzionalità è presente in una delle forme di base delle forme di amministrazione previste dalle Leggi, quella del Condominio, dove ad esempio solo chi decide di utilizzare l’ascensore paga per la sua installazione.
(si tenga conto che nel nuovo contesto, rinnovato alla radice, le tasse sono suddivise per servizi specifici).
Laddove non vi sia l’option-out vi è una imposizione dall’alto, che le nostre Leggi giudicano essere un un reato di estorsione.
Ad esempio nel caso dei genitori della scuola dei loro figli, in una Democrazia diretta è evidente che sono i genitori a pagare i costi (le tasse) per tale scuola.
Si tenga conto che una scuola privata, gestita in un modo oculato, può costare per ogni studente una piccola parte di quanto costa allo Stato oggi lo studente per la Scuola pubblica.
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– donazione, ossia tasse volontarie legate alla condizione di option-out
Le donazioni sono una componente determinante per l’organizzazione di servizi. Oggi le practices di funding online vanno nella direzione dello sviluppo di servizi ed infrastrutture create e gestite direttamente dai Cittadini (così è sempre stato nelle Town USA; ma anche in Italia vi sono stati casi come quello della scuola di Andro).
– volontariato : come detto in precedenza uno degli elementi fondamentali del funzionamento della Società umana è sempre stato il volontariato dei Cittadini che organizzano il territorio operando direttamente su di esso (tra i Cittadini vi sono gli stessi “esperti” utilizzati dalla Pubblica Amministrazione).
Vedi alcuni miei testi come:
– “La questione del volontarismo“
– “The recovery of Volunteering”
– “Sussidiarietà e recupero del Volontariato“
(c) I vantaggi del sistema di finanziamento delle spese pubbliche alternativo a quello attuale
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Vediamo quindi, prima di passare ad alcune considerazioni su come si possa effettuare una transizione tra l’attuale modalità top-down, centralizzata di gestione della Spesa pubblica, ad una modalità partecipata, una sintesi dei vantaggi di quest’ultima illustrati in precedenza.
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Nel capitolo “Alcuni vantaggi specifici della Democrazia direttamente partecipata” si sono illustrati i seguenti vantaggi di base, dal punti di vista economico:
● costi inferiori (in tale dimensione non esiste un costo per il sistema in sé di raccolta, amministrazione, e distribuzione del denaro; e non vengono .attuati lavori inutili.
● maggior efficienza di servizi ed infrastrutture : che nella nuova dimensione sono progettate, create e gestite con la partecipazione diretta dei C ittadini.
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Sempre in una articolo precedente (“Alcuni vantaggi generali della del cambiamento”) si sono illustrati i seguenti vantaggi più generali che si ottengono con una amministrazione partecipata del territorio:
i seguenti punti sono approfonditi in “tasse”
● responsabilizzazione dei Cittadini, i quali entrano in una fase di “maturità” dal punto di vista delle questioni di gestione della propria comunità sociale (i Cittadini non sono più “dipendenti” dalle Istituzioni – non si aspettano più che i loro problemi li risolvano “gli altri).
● i Cittadini cominciano a comportarsi in modo più responsabile nei confronti della Società (di beni comuni, di servizi ed infrastrutture, e degli altri Cittadini).
Cosa che comporta una maggior efficienza nell’uso di servizi esistenti. Ma soprattutto, da parte dei Cittadini, la concezione di nuovi servizi basati su un modello radicalmente differente da quello attuale.
● i Cittadini recuperano i l senso di appartenenza alla comunità sociale: una qualità determinante per lo sviluppo di forme di solidarietà tra concittadini, e per l’integrazione degli abitanti storici con i nuovi venuti.
La possibilità di cambiare l’attuale forma di government in una reale Democrazia: la necessità di definire una “fase di transizione”
SOSTANZIALMENTE INTRODUZIONE A POLITICA DEI CITTADINI E REBOOT
Il cambiamento in grado di risolvere i problemi che attualmente affliggono la Democrazia europea è quindi possibile: come abbiamo visto vi sono infatti importanti fattori che facilitano tale cambiamento.
Ma rimane il problema che in questo caso non si tratta di costruire qualcosa “da zero”, ma si tratta invece di partire da una specifica situazione già fortemente strutturata.
Più nello specifico,
si tratta di partire da una situazione nella quale una Cultura fortemente impoverita, ed un sistema governativo che ha sostanzialmente blindato la sua posizione di potere, sono un difficile ostacolo da superare .
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Per tale ragione è necessario prevedere una fase di transizione ben diversa da un processo in cui si debba instaurare una Democrazia “da zero”.
Tali argomenti sono approfonditi in altre due Serie di articoli dedicate alla trasformazione della attuale Social-Democrazia in una reale Democrazia:
– la serie “la Politica dei cittadini” [vedi Introduzione alla Politica dei Cittadini + Indice “La Politica dei Cittadini: un possibile percorso per recuperare la democraticità del government (synopsis)” ]
– serie “Reboot of Democracy” <see my article “Reboot of Democracy (synopsis): how and why to change the contrast strategies of the Establishment of politics”>
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Inoltre nell’ultimo articolo di questa serie l’articolo che delinea un possibile soluzione della questione dell’utilizzo della Economia politica [“Il problema del Sistema delle Tasse: la necessità di riformare le modalità della Spesa pubblica“]